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Paul Cézanne e la sua influenza sulla pittura moderna, Appunti di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche

La figura di Paul Cézanne, artista francese del XIX secolo, e il suo ruolo cruciale nella nascita di un nuovo linguaggio figurativo. Si parla della sua vita, della sua sperimentazione pittorica e del suo contributo all'evoluzione dell'espressione artistica. Inoltre, si analizzano due suoi dipinti, La casa dell'impiccato e Cesto di mele, e si descrivono le caratteristiche della sua pittura.

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 02/10/2022

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Scarica Paul Cézanne e la sua influenza sulla pittura moderna e più Appunti in PDF di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche solo su Docsity! Paul Cézanne Se vi è un parere condiviso dagli storici dell'arte contemporanea, questo riguarda il ruolo cruciale svolto da Paul Cézanne (1839-1906) nella nascita di un nuovo linguaggio figurativo. Di più, Cézanne fonda un modo diverso di dipingere e di concepire l'arte stessa: il suo contributo riguarda, infatti, gli obiettivi, il metodo e soprattutto l'assetto teorico del fare artistico. La grandezza dell'apporto di Cézanne all'evoluzione dell'espressione artistica contrasta, apparentemente, con l'isolamento che caratterizzò la sua ricerca. L'artista, nato a Aix-en-Provence, conduce - nonostante il lungo soggiorno a Parigi - una vita solitaria. Il carattere schivo e la stessa natura della sua sperimentazione pittorica lo conducono a sottrarsi all'atmosfera mondana della cerchia degli impressionisti, che pure si trova a frequentare stringendo alcune relazioni importanti. Paul Cézanne si forma nella piccola cittadina provenzale, figlio di una famiglia benestante. La giovinezza è segnata, durante gli anni presso il liceo Bourbon, dall'amicizia con Émile Zola e dalla comune passione per la letteratura. È soltanto nel 1861, all'età di ventidue anni, che Paul ottiene dal padre il permesso di trasferirsi a Parigi: qui frequenta l'Académie Suisse, ma soprattutto entra in contatto con l'ambiente dei pittori 'moderni"; frequenta il Louvre, ma visita al contempo il Salon e annusa l'aria di novità che permea i circoli dei pittori più ambiziosi. È questo, oltretutto, il momento di massima affermazione di Édouard Manet che, nel 1863, espone la Colazione sull'erba e poco dopo offre al pubblico parigino la sua provocatoria Olympia. La Maison du pendu La casa dell’impiccato di Cézanne, coetaneo di Monet, è originario del sud della Francia, della Provenza e nasce da famiglia di origine italiana che aveva fondato una piccola banca, di fortuna e agiata: lui non aveva l’assillo economico che invece perseguito Monet. Fa studi classici e conosce tra i suoi compagni di scuola Zola, si appoggia a lui per arrivare a Parigi e coronare il suo sogno di dipingere. Cézanne fa una pittura molto materica: lavora con la spatola addirittura, dipinti cremosi, una pittura passionale che tratta temi letterari, temi molto accessi e intensi. È una pittura che costruisce con tanto colore e tagli turbilinei, curvi. Negli anni 60 seconda metà comincia a incontrare nei Caffè Monet, Renoir con cui discute e comincia a dipingere all’aria aperta: questo costituisce il punto di svolta dell’artista. Capiva che la strada era quella. Nel 74 espone con gli Impressionisti, entra nella società ed espone questo dipinto: la casa dell’impiccato. Questo nella stessa mostra dell’impressione sole levante. Il gruppo impressionista è estremamente variegato. Percepiamo diversi piani spaziali, gli oggetti hanno posizioni reciproche diverse le une dalle altre. Il dipinto non da una sensazione di smarrimento: è un dipinto all’aria aperta in cui ci si concentra sugli effetti della luce e sulla sua percezione. Questa luce e colori non sono stati messi sulla tela in successione quasi nevrotica stando attenti a non riconoscere quello che si dipinge, ma si dipinge uno spazio in cui vari piani sono coordinati tra di loro. C’è una collina a sinistra che contrasta con la casa in lontananza. La facciata in fondo diventa un elemento articolato spazialmente: ci sono la porta e le finestre. Ogni percezione è collocata nello spazio, c’è un orientamento dello sguardo. Partecipa all’Impressionismo in modo conciato: sa che si deve partire dalla percezione visiva per parlare della modernità e alla modernità. Questa percezione diretta che Monet cercava di fissare immediatamente impedendomi di capire, Cézanne invece lo vuole pensare con la mente: vuole fare dell’Impressionismo un’arte da museo, questo significa che al luogo è data un’importanza nella meditazione di fronte al dipinto, cominciare una nuova tradizione su nuove basi. Impressionismo poteva fare l’avvio a una storia diversa, però nel museo, una nuova tradizione: riconosce all’arte un ruolo di conoscenza, di meditazione. Cézanne espone poi nel 76 ma alla fine degli anni 70 rompe con Parigi e torna a e mantiene alcuni rapporti con alcuni pittori: con Monet, apprezzava molto Renoir e poi basta, non ha rapporti con i galleristi, solo negli anni 90 inoltrati gara una mostra privata con un gallerista (dipinge per conto suo e pochi conoscono il suo lavoro). Dipinge tanto e pensa tanto: la sua produzione è dedicata al paesaggio (uno degli scorci preferiti è una montagna), alle nature morte (lavoro nello studio che esercita la percezione visiva) e alle persone (che Monet trattava come paesaggi, in Cézanne diventa un soggetto amato, dipinge situazioni che sarebbero potute piacere a Courbet). Cesto di mele Il motivo del cesto di mele era un motivo che ebbe molta fortuna nel 600, nel mondo anglosassone viene chiamato still live (la nostra “natura morta”). Nel 600 e 700 era connotata da un punto di vista morale: come le cose era anche rappresentata la caducità delle cose (la frutta avvizzita è una allusione alla vita, gli strumenti musicali con la corta rotta).. Le nature morte di Cézanne non c’è disegno, che è il confine tra due zone colorate diversamente: lui disegnava anche, ma il disegno non ed apre lui il presupposto ma la conseguenza del quadro. Il quadro è molto stilizzato, non è vaporoso come i quadri di Monet: le cose si riconoscono ma non sono nemmeno dettagliate. I contorni non precedevano l’immagine, ma la forma si consolida: le cose le vediamo, non sono perfette ma ci sono. La pittura di contiene una semplificazione: Monet era caratterizzato da un catalogo molto vasto e vario di pennellate, Cézanne sembra utilizzare invece una pennellata standard, dei tocchi abbastanza regolari. In una pennellata di Monet fissava alcune informazioni prese dalla realtà della percezione: fissava il colore e la condizione e di luce. In Cézanne le pennellate standardizzate però sono o parallele, o orizzontali o verticali o oblique. Insieme a colore e luce egli sta registrando le coordinate spaziali dell’oggetto: la percezione non galleggia in un fluido indistinto ma ha una collocazione spaziale e ha un riferimento. Lo sguardo non si auto-limita consapevolmente a percepire solo colore e luce: è uno sguardo che allo stesso tempo si chiede cosa sia ciò che gli sta di fronte e dove fosse. Cézanne dice che: “non si vede solo con gli occhi di vede anche con la mente”. Un suo amico filosofo ha scritto postumo un libro in cui ricostruisce le conversazioni fatte con lui: Cézanne dice che l’artista sta parallelo alla natura, se non si intromette intenzionalmente; la sua volontà deve tacere, per essere completamente un eco della natura; la natura fuori è quella di qui
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