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Paula di Isabelle Allende, Sintesi del corso di Italiano

Trama, descrizione di spazio e tempo in cui è ambientato il libro, analisi di tutti i personaggi della storia.

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

In vendita dal 14/02/2021

ElenaB19
ElenaB19 🇮🇹

5

(1)

8 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Paula di Isabelle Allende e più Sintesi del corso in PDF di Italiano solo su Docsity! PAULA di Isabelle Allende TRAMA In questo romanzo, molto simile a pagine di diario, l’autrice stessa è una dei personaggi principali, infatti le vicende narrate la coinvolgono in prima persona. Isabel si rivolge alla figlia Paula, un giovane ventottenne piena di vita, che è entrata in coma a causa di una malattia mortale, la porfiria. L’autrice decide così di raccontare alla figlia tutta la storia della sua vita, partendo dagli antenati, fino ad arrivare al presente. Si scopre così che Paula discende da una generazione di donne forti e determinate che hanno dovuto superare innumerevoli problemi. I nonni di Isabel sono molto importanti nella sua vita e i loro consigli l’accompagneranno sempre. La madre dell’autrice dopo un matrimonio difficile con un diplomatico cileno, cugino di Salvador Allende, si risposa. Così per tre anni va a vivere in Libano con i figli Isabel, Pancho e Juan; qui il nuovo marito, chiamato affettuosamente dall’autrice Zio Ramon, lavora all’ ambasciata cilena. Ma a causa degli scontri religiosi e della crisi del Canale di Suez, la vita diventa impossibile, così tutta la famiglia è costretta a tornare in Cile. Qui Isabel incontra Michael, i due si sposano molto giovani e insieme crescono i due figli Paula e Nicolas. Ma le vicende personali dell’autrice sembrano essere legate indissolubilmente a quelle della storia del suo paese. Infatti in quegli anni sale al governo il socialista Salvador Allende, ben presto però, a causa della crisi economica e politica, iniziano lotte, conflitti ed attentati che porteranno al potere Pinochet con un colpo di stato. Isabel, che intanto aveva iniziato a lavorare come giornalista e scrittrice di libri per l’infanzia, è costretta all’esilio per salvare se stessa e i suoi figli. Così tutta la famiglia si trasferisce in Venezuela; qui però l’autrice deve ricominciare tutto, a partire dal lavoro. Questo periodo quindi non è molto facile per lei e a complicare le cose ci sono i difficili rapporti con il marito. Questa situazione però migliora quando Isabel trova lavoro come direttrice in una scuola; in seguito pubblica il suo primo libro che ha successo in tutto il mondo. Inizia così la sua carriera di scrittrice che la porterà a fare numerosi viaggi per pubblicizzare i suoi libri. È proprio in uno di questi viaggi che Isabel incontra Willie. Con lui, dopo il divorzio con Michael, inizia una nuova vita felice in California e finalmente dopo tanti anni può anche ritornare in Cile dove si è istaurata la democrazia. Paula intanto è diventata una donna, ora ha ventotto anni e si è sposata da meno di un anno con Ernesto; i due vivono felici a Madrid dove Paula ha trovato lavoro come psicologa in un collegio. Parallelamente alla narrazione di queste vicende però l’autrice racconta il doloroso periodo del coma della figlia. Isabel infatti non si da pace, cerca in tutti i modi di farla guarire e non perde mai la speranza. Ma il destino di Paula sembra ormai segnato e il romanzo termina proprio con la sua morte, circondata dalle persone care che non la dimenticheranno mai. SPAZIO Anche lo spazio è molto importante per l’autrice; le vicende si svolgono in diversi paesi e continenti, ma il Cile rimarrà sempre nel cuore di Isabel. L’esilio in Venezuela è per lei molto doloroso infatti non vuole lasciare la sua terra e le sue origini. Caracas è per lei un altro pianeta; la descrive come una città allegra, caotica e ricca perché in pieno boom petrolifero. Nonostante tutto rimpiange la vita in Cile,anche se semplice e modesta, perché solo nella sua patria si sentiva protetta e sicura. Durante tutta la sua vita gli spazi e le città sono stati importanti e spesso hanno anche influenzato le sue azioni,ma ora, con l’inizio della malattia di Paula, tutto cambia. Infatti, nel lungo periodo che Isabel rimane a Madrid per assistere la figlia in coma, lo spazio sembra dilatarsi fino a scomparire, diventando irreale. Il piccolo appartamento dove abita con la madre è opprimente, l’ospedale stesso è considerato come una prigione dalla quale sarà sempre più difficile uscire. Prevalgono quindi gli spazi chiusi, descritti in maniera molto negativa. Solo negli spazi aperti, come parchi e boschi, dove spesso Isabel va per riflettere e rilassarsi, l’autrice trova un po’ di pace e serenità. TEMPO Il tempo reale della narrazione va dal dicembre 1991 al 6 dicembre 1992, giorno della morte di Paula. Durante questo lungo anno di sofferenze e di dolore, l’autrice racconta alla figlia tutta la storia della sua vita partendo dagli inizi del novecento con la vita dei suoi nonni, la sua nascita nel 1942, quella di Paula, fino ad arrivare al giorno in cui la figlia entra in coma. In questo difficile anno anche il tempo sembra congelarsi, passano i giorni, le settimane e i mesi ma Isabel si sente bloccata in un’altra dimensione, come in un interminabile incubo. Lei stessa dice che il tempo passa lentissimo o forse non passa e siamo noi a passare attraverso esso. cioè quella della famiglia, sta per essere cancellata; ciò dimostra la grande sensibilità di Paula, che non vive in modo superficiale ma è sempre attenta a tutto ciò che la circonda. Anche durante l’adolescenza dimostra grande intelligenza e voglia di imparare, infatti si impegna moltissimo a scuola con ottimi risultati e impara nuove lingue con l’aiuto di dischi e dizionari. Il rapporto con il fratello rimane sempre forte e solido, tra i due si instaura un complicità che li accompagnerà fino all’ultimo giorno cosciente di Paula. A diciassette anni si innamorò di un giovane di origine siciliana; anche in questa occasione però Paula ha le idee chiare e sa quello che vuole ottenere, infatti inizia a studiare psicologia, dichiarando di non essere ancora pronta per il matrimonio. Nel periodo dell’università Paula dimostra ancora una volta tutto il suo amore verso il prossimo e verso le persone che soffrono; infatti inizia a fare volontariato nelle bidonville di emarginati, spesso mettendo a rischio la sua stessa vita. La madre la considera un po’ingenua ma Paula sa quello che fa, inoltre si sente protetta dalle sue buone intenzioni. Il suo animo è quindi puro e privo di pregiudizi, sempre pronto a trovare il bene anche nelle cose più terribili e difficili della vita. Quando incontra Ernesto,ad una festa di capodanno, capisce subito che lui sarà l’uomo della sua vita; però non dimentica certo i suoi sogni ed i suoi obiettivi. Infatti decide comunque di terminare gli studi; dopo la laurea i due si trasferiscono a Madrid e Paula inizia il suo lavoro come psicologa volontaria in un collegio di suore aiutando bambini poveri. La sua personalità si rispecchia anche nell’appartamento in cui viveva; la madre, la prima volta che lo vede, lo definisce “francescano” proprio per la sua semplicità. In ventotto anni Paula aveva raggiunto una maturità che altri non raggiungono mai; aveva capito quanto fosse effimera la vita e così si era liberata di tutte le cose materiali. Non accettava niente di inutile o superfluo, per lei c’era spazio solo per l’essenziale. Questo stile di vita è sicuramente legato alla sua forte fede in Dio, che l’aiuta nei momenti difficili e le fa guardare il mondo da una diversa prospettiva. Lei però afferma che nonostante tutto cerca Dio e non lo trova, questo le dava molte inquietudini e turbamenti. Nella breve lettera, da aprire dopo la sua morte, che lascia alle persone che ama, scrive le sue ultime volontà. Dice di non essere tristi perché finché la ricorderanno lei sarà con loro; aggiunge anche che non vuole rimanere prigioniera del suo corpo, con questa frase sembra quasi che abbia previsto il suo triste destino. Paula è quindi sicuramente una donna che passava per le vite altrui lasciando una parte di sé che rimarrà indelebile nelle persone che l’anno conosciuta. Ramon: Viene sempre chiamato affettuosamente “Zio Ramon” ; è il patrigno di Isabel, secondo marito della madre, dopo il matrimonio fallito con Tomas. Prima che la incontrasse viene descritto come un gentiluomo allampanato dalla carnagione verdastra, con baffi da tricheco e folte sopracciglia. Nonostante fosse padre di quattro figli, l’amore per questa donna, abbandonata dal marito, lo travolge e per lei sarebbe disposto a fare qualsiasi cosa. Lascia infatti la moglie e la segue in Cile. I due presto si sposano e Zio Ramon diventerà una figura fondamentale nella vita di Isabel e dei suoi fratelli. Ramon dopo aver lascito la famiglia cambia molto la sua personalità. Infatti ben presto si allontana dalla religione, che lo opprimeva come una camicia di forza e si libera dal senso di colpa impresso dal padre despota. Diventa così un'altra persona, pronta ad affrontare una nuova vita con una nuova famiglia. Con l’autrice non instaura subito un buonissimo rapporto; infatti Isabel inizialmente è gelosa e non lo accetta come padre, ma con il tempo Ramon si guadagnerà la sua stima, il rispetto e l’ammirazione. Ricopre molto bene il suo ruolo di patrigno e si prende cura dei figliastri come se fossero figli suoi. Infatti li educa con mano ferma e buonumore,dà dei limiti e messaggi chiari, senza dimostrazioni sentimentali e non fa mai concessioni. D’altra parte però sopporta i vizi di Isabel e non tenta mai di comprare la sua stima, dimostrando che, in qualunque momento lei avesse bisogno d’aiuto, lui c’è sempre. Ramon dà all’autrice molti insegnamenti che le saranno preziosi durante tutta la vita. Le fa capire che bisogna godere del poco che si ha e che l’abbondanza è a portata di mano se la si sa cercare. Ma la sostiene anche nei momenti più difficili, spronandola a non demordere mai ed a considerare le difficoltà della vita come delle prove da superare. La sua carriera è brillante e lavora nelle ambasciate di diverse città come Ginevra, infine diventa ambasciatore in Argentina. Dopo il colpo di stato è costretto a dimettersi e così a 57 anni si trova senza lavoro e in esilio. Ma anche in questa occasione non demorde e ricostruisce da zero una nuova vita, senza mai lamentarsi o mostrarsi depresso. Con Paula diventa il nonno perfetto e le dimostra tutto la sua affettuosità che prima aveva tenuta nascosta. Si diverte a giocare con lei e a inventare storie assurde alle quali la nipotina credeva ciecamente. Anche lui capisce che Paula è una bambina speciale destinata a grandi cose. Dopo il ritorno in Cile, ancora oppresso dalla dittatura, Ramon muore a settant’anni di un male improvviso. L’autrice ci dice che forse gli dispiacque di morire perché non voleva andarsene lasciando la famiglia nelle bufere di questi tempi difficili e forse sognava di portarli tutti con sé. Ernesto: È il giovane marito di Paula ed è sicuramente quello che, insieme ad Isabel, soffre di più per la sua malattia. Ernesto trova lavoro a Madrid come ingegnere elettronico e vive con Paula in un piccolo appartamento. La sua vita era felice e carica di amore verso la moglie, completamente ignaro del triste destino che lo attendeva. Per lui è molto difficile accettare questa situazione, anche perché tutto gli ricorda Paula. Della moglie gli manca ogni cosa, i sorrisi, le risate e le lacrime; tornare tutte le sere nell’appartamento vuoto, dove avevano vissuto giorni felici, è per lui un continuo tormento. Paula dice che Ernesto è un’anima vecchia che però non ha perso l’innocenza e la capacità di amare senza giudicare, come amano i bambini. Per lui la moglie è il suo perfetto complemento, come se ormai fossero una cosa sola, e la ama quasi fino al limite del dolore. Spesso si pente per ogni momento che ha passato lontano da lei, ma del resto non avrebbe mai potuto immaginare che disponevano di così poco tempo. Segue sempre la moglie anche quando viene portata in California, cerca di parlarle e di farle sentire la sua presenza, le fa toccare il suo maglione, sentire il suo profumo e ascoltare la sua voce registrata,quando non c’è. È convinto dell’importanza della forza dell’amore e non si dà mai per vinto;inizialmente non perde mai la speranza di riabbracciare Paula. Durante il periodo di coma Ernesto è l’unico che sembra essere in contatto con la moglie, infatti la sente nel suo stesso corpo, anticipa le diagnosi cliniche e percepisce segni invisibili ad altri occhi. Dopo breve tempo però non riesce più a sostenere questa situazione; è come se diventasse pazzo, non riesce più a concentrarsi nel lavoro e pensa sempre a Paula, nonostante la senta ormai molto lontana. Giorno dopo giorno spera inutilmente che si risvegli chiedendo di lui, uscendo finalmente da questo incubo. Senza di lei la vita per lui non ha senso e non può neanche pensare a cercare un'altra donna perché Paula è l’unica che vuole. Anche pensare a tutti i progetti che avevano fatto lo deprime, infatti voleva invecchiare insieme a lei e diventare il centro di una grande famiglia. Ernesto è stanco e consumato dal dolore, così spesso si sfoga con Isabel, la quale, da suocera distante,è diventata la sua più intima confidente. Quando va insieme ad Isabel nel suo appartamento
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