Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

pedagogia della famiglia, Sintesi del corso di Pedagogia dell'infanzia e pratiche narrative

riassunto dettagliato del libro utilizzato all'uni sob per l'esame del prof perillo

Tipologia: Sintesi del corso

2017/2018

Caricato il 01/04/2018

elisabetta_franco
elisabetta_franco 🇮🇹

4

(1)

5 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica pedagogia della famiglia e più Sintesi del corso in PDF di Pedagogia dell'infanzia e pratiche narrative solo su Docsity! Il gruppo di fratelli come luogo di educazione (Luigi Pati) A partire dagli anni ’60, come è stato più volte sottolineato, si è assistito ad un notevole cambiamento della coppia nei riguardi della procreazione: la finalità del matrimonio è diventata la sola ricerca della felicità individuale. Decidere di mettere al mondo un figlio è diventata una delle tante opzioni individuali come se non presupponesse una certa responsabilità sociale. Inoltre sempre a partire dagli anni ’60 in poi, si è abbassato anche l’indice di fertilità coniugale: i dati ISTAT del 1991 sottolineavano che il numero dei figli per coppia di aggirava massimo alle 2 unità, con una propensione per il figlio unico. La Pedagogia familiare guarda con preoccupazione al fenomeno della denatalità a causa delle conseguenze che ha soprattutto sulle generazioni future. Un effetto primario è senza dubbio l’aumento dell’età media della popolazione che rappresenta una perdita considerevole della capacità progettuale della società. L’imposizione della mentalità restrittiva riguardo la fecondità, spinge i genitori a dare la vita ad un solo figlio assumendo nei suoi confronti atteggiamenti di profondo iper-protezionismo psicologico e materiale. La condizione del figlio unico spesso è cercata e desiderata dal genitori senza pensare alle problematiche di natura educativa che questo può comportare. Inoltre, nel rapporto tra genitore e figlio unico si vengono a creare delle dinamiche particolari che alimentano atteggiamenti fortemente limitativi: un esempio può essere senza dubbio la cura eccessiva che finisce con l’essere riversata su un unico figlio. Ma un dato che dovrebbe far riflettere, riguarda la scomparsa della società fraterna che è proprio un elemento fondamentale per la crescita sociale del soggetto in preparazione al suo ingresso nella vita adulta. Il ruolo che hanno i fratelli all’interno di una famiglia spesso è sottovalutato o peggio ancora, per nulla considerato. Tre sono senza dubbio alcuni tratti essenziali che sono i genitori a dover coltivare al fine di incrementare la forza educativa della società fraterna: -orientamento evolutivo: le relazioni tra fratelli cambiano così come cambiano le personalità singole, il loro sviluppo è espressione anche dell’intervento dei genitori che orientano l’andamento evolutivo degli stessi; -complessità relazionale: il gruppo dei fratelli non è mai omogeneo ma è contraddistinto da diversi elementi di diversità che derivano dalle caratteristiche diversi dei singoli. Spetta sempre ai genitori il ruolo di mediatore tra loro, per far sì che riescano a costruire un legame indissolubile; -diversificazione esperienziale: i genitori sanno comprende se il legame tra fratelli ha bisogno di loro indicazioni per risolvere conflitti, rivalità e tensioni. La presenza di figli all’interno della coppia, permette a questa di crescere e di perfezionarsi per modulare in modo sempre più efficiente gli interventi educativi e per intrecciare reti di rapporto con l’ambiente. I figli, dal loro canto, creano legami e prendono parte attiva al processo di dinamismo pedagogico all’interno di un inquadramento di reciprocità educativa. Il gruppo dei fratelli, poi, è sempre educativo in quanto al suo interno si sviluppano quelle prime caratteristiche indispensabili per il processo di socializzazione. Inoltre, esso rappresenta la prima esperienza che i soggetti fanno dell’alterità. La convivenza fra fratelli sé ben orientata dai genitori, porta alla strutturazione di un ambiente esperienziale ben definito nel quale l’individuo scopre esigenze diverse dalle proprie e modifica anche il proprio modo di essere. Inoltre, il gruppo dei fratelli sollecita anche all’impegno educativa verso se stessi, la famiglia e la società ma soprattutto porta alla conquista dell’autonomia e della responsabilità: tutte piccole tappe che serviranno per la vita adulta. Ogni bambino ha bisogno di un’organizzazione educativa all’interno dei rapporti interpersonali. La memoria familiare nello scambio intergenerazionale ( Monica Amadini) Attraversa la vita quotidiana del soggetto e non si riferisce solo ad aventi specifici. Vi sono anche piccoli ricordi che si vanno a costruire giorno dopo giorno, generando delle ritualità che non fanno altro se non dare corpo ai legami personali. La memoria familiare ha una grande potenzialità formativa che permettono la trasmissione di vissuti e conoscenze che si tramandano da una generazione all’altra. L’incontro tra generazioni diverse porta a delle criticità numerose che acuiscono le diversità tra le diverse età della vita. Tali elementi sono indicati dalla Sociologia quali situazioni che incrinano la fiducia ed il sostegno intergenerazionale. Ma il dialogo tra le generazioni non è più quello di una volta, oggigiorno si ha come la sensazione di non aver più nulla da ereditare dal passato e di non avere più l’obbligo di costruire alcun legame con la generazione passata e presente. Il contesto nel quale il carico intergenerazionale è forte, è senza dubbio la famiglia formata da una trama generazionale molto forte che rappresenta la base sulla quale essa si poggia. Essere un membro della famiglia significa collocarsi all’interno di una storia e di portare con sé il proprio vissuto. Come sostiene H. ARENDT, quando l’individuo si affaccia alla vita, porta con se novità nel momento in cui gli viene concesso di farlo. Ognuno di noi porta con sé l’impegno di generale la propria storia. La famiglia, quindi, viene continuamente interrogata e messa in crisi dalla creatività di ogni suo membro e dalla TESI&RIASSUNTO FOR U@riassuntietesi sua capacità di elaborare in modo personali modelli trasmessi per rispondere ai mutamenti del tempo. Di certo affinchè il tessuto familiare resista ai vari cambiamenti sociali, è necessario che possa esprimersi come forza trasformatrice per sollecitare l’unicità esistenziale, le potenzialità ermeneutiche e la carica progettuale. Di certo la prospettiva da seguire è quella di condivisione dei significati. Far parte di una famiglia significa sperimentare intrecci relazionali che richiedono sempre un confronto con chi si condivide il presente ma anche con gli altri che ci precedono e da cui discendiamo. La storia di ciascuno si radica in una storia sola che s’intreccia con le altre. La nascita di un nuovo individuo lo porta sempre ad inserirsi in una storia che nasce da lontano; infatti la filiazione non è solo connessa con il presente dei neo-genitori, ma si dilata anche nel tempo designando un’appartenenza a legami che attraversano le generazioni. Lavorare sulla storia familiare richiede senza dubbio un notevole impegno e l’utilizzo di approcci metodologici specifici. Il progettare e l’accompagnamento ad un percorso autobiografico, favoriscono lo sviluppo del soggetto. Senza dubbio questo è possibile attraverso un approccio riflessivo che i genitori dovrebbero adottare per consentire loro di svolgere un lavoro incisivo. Uno dei strumenti per costruire la memoria familiare è senza dubbio utilizzare la fotografia, in quanto la memoria fotografica restituisce voce alle immagini facendo parlare i ricordi. Ogni genitore dovrebbe trovare il tempo per educare il proprio figlio al rispetto della memoria familiare, intesa come necessaria per sentirsi parte integrante del tessuto familiare in modo ancora più indissolubile. Un radicamento nel passato aiuto il soggetto ad andare incontro al futuro senza preoccupazioni o ansie. La famiglia come luogo di cultura educativa ( Livia Cadei) La famiglia è una realtà resistente ai cambiamenti sociali ma sempre pronta al cambiamento cosi come è emerso dagli approfondimenti fatti finora. Senza dubbio la sua concezione è cambiata nel giro di cinquant’anni assumendo uno sguardo ancora più attento nei riguardi delle problematiche sociali ed educative. Ma negli anni ’90, si modifica ancora una volta diventando un luogo sicuro e protetto al riparo da ogni difficoltà economica e sociale,svestendo i panni che aveva indossato durante gli anni delle contestazioni. La famiglia è diventata più complessa tessendo relazioni sempre più forti centrate sui sentimenti quindi sottolineando ancora di più l’importanza dell’amore come legame tra i suoi membri. Comunque a causa della precarietà dei rapporti di coppia, la famiglia è diventata sempre più espressione di una “negoziazione” portata avanti dai suoi membri in virtù di una logica votata all’autonomia ed alle singole libertà: possiamo dire che la famiglia diventa il luogo nel quale nulla viene dato per scontato in quanto tutto può cambiare. Ma la negoziazione non è una connotazione negativa dal momento che porta i membri della famiglia ad interagire e ragionare insieme riguardo tematiche educative e di gestione. Proprio per rimarcare il fatto che costruire una famiglia, diventa il risultato di un contratto di responsabilità tra coniugi. La qualità fondamentale della famiglia dell’era contemporanea è quella di essere un soggetto attivo e mai passivo; le relazioni al suo interno sono orientate sempre alla salvaguardia delle necessità dei singoli; si profila come una realtà che stabilisce le regole alle quali attenersi, rispondendo ad un vero e proprio codice di norme proprie. Ogni famiglia costituisce tale codice. I rapporti familiari sono prima di tutto rapporti dialogici nei quali sono chiari l’attribuzione dei ruoli e l’impegno personale. La riconfigurazione del ruolo genitoriale, soprattutto, rappresenta la novità nella “nuova famiglia” e ne parla FRANCOIS DE SINGLY in una parte del suo lavoro centrato proprio sulla questione: partendo dal mito di Pigmalione, l’autore ( un sociologo) sottolinea l’affermazione di una “famiglia relazionale” nella quale lo sviluppo del bambino si accompagna ad una forte attenzione e sentimento di valorizzazione delle proprie capacità. I genitori sono i primi responsabili della rivelazione del potenziale del figlio, creando tutte quelle condizioni per far sì che queste emergano. La famiglia è considerata, quindi, un nucleo relazionale primario interessato alla realizzazione dei suoi membri. La Pedagogia s’inserisce come azione in grado di rafforzare la consapevolezza e la fiducia verso le proprie risorse mirando ad abilitare la capacità di assumere decisioni e centrare i propri obiettivi. L’esigenza di conferire autonomia alla famiglia nasce dal fatto che essa si debba confrontare con un processi di autodeterminazione e di emancipazione riguardo le altre strutture sociali ed educative. Ma il ruolo della Pedagogia diventa anche quello di accompagnare la famiglia a riconoscersi come risorsa per se stessa e per le altre famiglie, costruendo rete di reciprocità. E’ un dato consolidato che ogni famiglia sia il luogo privilegiato delle prime interazioni e dei primi apprendimenti sia sociali che cognitivi. Sicuramente i genitori sono altamente responsabili nella trasmissione di nozioni culturali ed educative ma è impensabile delegare ad essi tale impegno; il soggetto, infatti, intesse rapporti e relazioni con l’ambiente circostante che lo portano a crescere ed a evolversi. Sicuramente, però, le relazioni familiari sono le dirette responsabili della base sulla quale poi si formeranno quelle adulte ma non solo: attraverso di esse si trasmette l’eredità familiare. Questa riguarda il suo tessuto identitario ( ossia la storia e le vicende personali di ogni membro)ed il codice di valori ( di cui si è parlato prima). Scrive BRODY che per consentire l’attribuzione di significato alle esperienze, occorre raccontarle in quanto on ogni famiglia si condividono e fanno esperienze. Quando si utilizza la narrazione, il processo interpretativo costruisce dei significati che sono fondamentali per attribuire senso all’esperienza stessa dei singoli. Con i racconti, poi, emergono le rappresentazioni del sapere comune e delle verità condivise. TESI&RIASSUNTO FOR U@riassuntietesi
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved