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Bambini nella società: servizi di sostegno, linguaggi e ruolo educatore, Appunti di Pedagogia

La responsabilità della società nei confronti della famiglia, con un focus particolare sulla partecipazione dei bambini. Vengono presentati servizi di sostegno per genitori e bambini, come scuole per genitori e asili nido, e la necessità di creare un'organizzazione spaziale e temporale che favorisca la partecipazione dei bambini. Vengono inoltre discusse le caratteristiche organizzative dei servizi educativi che favoriscono la partecipazione, la cura per il contesto, l'organizzazione dell'ambiente, l'importanza dei materiali, la capacità di osservare l'espressività corporea infantile, il linguaggio del gioco, la riflessività degli educatori e la valutazione dei bambini. Il documento conclude con la promozione di una cultura partecipativa e creatività.

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 21/02/2024

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Scarica Bambini nella società: servizi di sostegno, linguaggi e ruolo educatore e più Appunti in PDF di Pedagogia solo su Docsity! INFANZIA E FAMIGLIA, SIGNIFICATI E FORME DELL’EDUCARE  Complessità dell’infanzia  CAPITOLO 1, per una cultura pedagogica dell’infanzia - L’infanzia abita in noi, è parte del nostro essere (è interno a noi, tutti siamo stati bambini) - L’infanzia costituisce l’elemento della vita dell’adulto, è l’elemento costruttore - L’infanzia fa parte della nostra vita, ma bisogna sforzarsi di capire che i bambini di oggi non sono come eravamo noi. - CHI è IL BAMBINO? QUALE IDEA DI BAMBINO? QUALE IDEA DI EDUCAZIONE? - Ogni contesto sociale-culturale produce un’idea di bambino. Non esiste un’idea universale in tutte le epoche  combattere per i diritti che oggi spettano ai bambini - Sviluppare sguardo critico nei confronti della società di oggi - STORIE D’INFANZIA OGGI - Un impegno  conoscere il bambino reale, impegnarsi a conoscere l’infanzia che abita il nostro tempo, a coglierne i bisogni, a leggerne le ferite e le risorse, ad ascoltarla e ad ascoltarsi attraverso essa. - I MILLE VOLTI DELL’INFANZIA OGGI - Urbanizzazione selvaggia (es. oggi i cortili condominiali servono da parcheggio) - Metamorfosi sociali (famiglia in primis)  hanno importanti risvolti sui bambini - I mass media e le nuove tecnologie - Recessione economica - Sfruttamento  lavorativo (baby influencer, youtuber, modelli, baby calciatori), militare, sessuale - Maltrattamento o ipercura (protezione morbosa, patologica) NUOVI DIRITTI PER AVERE CURA DELL’INFANZIA  I DIRITTI NATURALI (dott. Zavalloni, propone nuovi 10 diritti) - Diritto all’ozio, alla noia - Diritto a sporcarsi - Diritto agli odori  sentire la natura - Diritto a prendere parola  poter parlare - Diritto a saper usare le mani - Diritto ad iniziare bene  conoscere il mondo - Diritto alla strada  camminare senza aver paura dei pericoli - Diritto al selvaggio - Diritto ad ascoltare il silenzio - Diritto a percepire le sfumature  vedere le cose più semplici DIRITTO DI PAROLA - Possibilità di esprimersi - Nel nostro contesto socio-culturale accade sempre che l’adulto si appropri delle parole dell’infanzia e dei bambini  colonizzazione dell’infanzia - Il diritto di parlare dei bambini ha tolto ai bambini stessi il diritto di parlare - Restituire all’infanzia il potere di parola, permettere ai bambini di esprimersi e raccontare il loro mondo - RICONOSCIMENTO DELL’INFANZIA - 6 diritti importanti per restituire il potere dell’infanzia: 1. diritto alla significazione  possibilità di attribuire senso e significato a ciò che accade a loro, alla realtà circostante, dare significato al mondo ma anche alla loro presenza nel mondo = infanzia come età della ricerca. Bisogna avere rispetto del percorso che il bambino fa per dare senso alla sua esistenza (Lippman, pholosophy for children)  aiutarli a ricercare il senso della vita 2. diritto ad una vita emotiva  diritto essenziale, diritto di vedere riconosciute le proprie emozioni, di vedere rispettati i loro vissuti e le loro sofferenze. Possibilità di vivere tutte le emozioni e di esprimere in modo proprio la vita emotiva. Bisogno per crescere 3. diritto all’unicità  ogni bambino è un essere unico, con il proprio carattere (somatico e psicologico), valore singolo di ogni persona. Aiutare il bambino a trovare il proprio sé e la propria unicità, riconoscersi nella propria storia, non deve essere omologato agli altri. Scoprire di essere un “centro di iniziativa” permettere ai bambini di esprimere i loro gusti e manifestarsi per come sono, tappe che portano alla consapevolezza della persona che è, anche se i talenti non sono conformi alle aspettative dell’adulto 4. diritto alla fantasia  spazio protetto attraverso cui il bambino può elaborare la vita e le sue dinamiche. Contesti virtuali e tematici sottraggono ai bambini uno spazio di fantasia, per garantire il diritto alla realtà. Con la fantasia i bambini accolgono la realtà. La fantasia come spazio per elaborare le dinamiche della vita, di interpretare gli eventi della vita (come le fiabe). Dare al bambino la possibilità di usufruire della narrazione. La fantasia contribuisce alla capacità di adattamento dei bambini. Ascoltare le narrazioni per sviluppare capacità interpretative. 5. diritto al gioco  fase fondamentale, ogni occasione di gioco= crescita. Attraverso il gioco si conoscono e imparano a conoscersi. Attraverso il gioco si sviluppano diverse funzioni (attività preparatoria (simulano la realtà dei grandi), ricapitolazione delle funzioni ataviche (ripercorrono l’evoluzione della specie umana), esercizio fisico e intellettuale, finalità regressiva (= quando i bambini devono affrontare momenti dolorosi, col gioco possono far finta di tornare più piccoli, trovano un contesto protettivo), funzione catartica (gioco liberatorio, il bambino libera le sue ansie e le sue paure, si libera delle paure e dei sentimenti dolorosi), canalizzazione dell’aggressività (esprimono la loro aggressività, la portano fuori, si svagano). Il gioco accompagna le transazioni della vita. Bisogna restituire il gioco ai bambini e vigilare sul tipo di giochi che i bambini svolgono oggi  attenzione al mercato del gioco che offre ai bambini giocattoli pre-costituiti dove non c’è la dimensione della fantasia e spesso della socializzazione. Non si creano più gruppi e dinamiche. Oggi i giochi non sono affettivi e sociali. Impoverimento dei giochi che non sanno stimolare i bambini e mettere in atto le loro capacità. 6. diritto di star con se stessi  la sana solitudine, il bambino ha il diritto di godere di momenti in cui è solo con sé stesso, vive momenti in cui riflette e prende contatto con la propria interiorità. Permettere al bambino di star solo = permettere di sperimentarsi e trovare il senso del limite. Contatto con i suoi pensieri e sentimenti, bisogno di silenzio e spazi protetti e di interiorizzazione. Rispetto da parte dell’adulto, non deve mettere in scena il proprio bambino = mancato rispetto della loro intimità. RICONOSCERE L’INFANZIA COME UN’ETA’ DELLA VITA, CON PROPRI PROCESSI DI SVILUPPO, COMPLESSA E UNICA. Anche il bambino ha il diritto di chiedersi chi è. L’adulto deve riconoscere l’infanzia come un’età particolare. Imparare ad osservare e ascoltare i bambini e comprendere i loro processo di crescita e riconoscere la loro unicità e la loro specificità. Imparare a leggere l’infanzia è importante per conoscere loro e noi stessi. SEMINARIO 2 MARZO SULLA CURA NELL’INFANZIA  virus = impatto sulle fragilità  accentua tendenze già in atto  nuove emergenze  Korczak  diritto del presente per i bambini  GIOVANNA DONATI, associazione san vincenzo bs  Accoglienza mamme e bambini che vengono dalla strada  mini alloggi  Problemi se non sono “a posto” giuridicamente  FEDERICA BARONI  scuola che accoglie alunni sordi e altre disabilità  Inclusione elemento coordinante = costruire percorsi di possibilità  Accoglienza delle famiglie, genitori sordi e figli sordi Vedi foto gruppo unicatt CAPITOLO 2  Crescere con i bambini, per i bambini  Processo di crescita bambini = sfida per l’adulto  IL PROCESSO DI CRESCITA  - Funzionamento di ciascun essere umano = funzionamento olistico/sistemico. Ogni essere umano funziona attraverso una interconnessione delle molteplici sfere che costituiscono la persona. Lo sviluppo non  Nella nascita trovano espressione due concetti fondamentali: il dono e la separazione. Quando un bambino nasce gli si dona la vita ma ci si separa da lui. Donare la vita significa essere coloro che si apprestano a donarla ma bisogna accettare che il figlio viene da me ma è altro, un’altra vita generata da me ma non è mia. Tutti per poter nascere dobbiamo separarci = offrire uno spazio per esistere, per essere altro da sè  Il rapporto madre-bambino come rapporto strutturante (conoscenza di sé e apertura al mondo) = relazione primaria, il bambino riceve il messaggio di essere parte della relazione della mamma “c’è posto per te” = “c’è posto per me nel mondo”  Teoria dell’attaccamento le prime relazioni come prototipo delle interazioni future, Stern. Lasciano al bambino l’impronta che va a costruire il modello di come il bambino si relazionerà. Forniranno degli schemi relazionali che adotterà anche in futuro nelle interazioni (non è determinismo ma condizionamento)  Qualità affettiva della cura = anche nei piccoli gesti si trasmettono messaggi di tipo emotivo-affettivo  Il bambino è biologicamente predisposto alla relazione (innata)  il bambino è soggetto attivo sin dalla nascita, prevalentemente con linguaggio non verbale  ma in grado di comunicare  MEDICALIZZAZIONE DELLA MATERNITA’ oggi, nel nostro contesto, è eccessiva la medicalizzazione, sembra sia solo un evento medico-sanitario, privo di simbolismo educativo, affettivo.  RESPONSIVITA’ SENSIBILE (Ainsworth: piano affettivo ma anche piano della riflessività) = quando un bambino arriva bisogna costruire una responsabilità che permette al genitore di comprendere i bisogni del bambino, la sensibilità  sintonizzarsi sui bisogni del bambino e sapere che non esistono le perfezioni. Emotivamente presente ma anche capacità di riflettere FUNZIONE EDUCATIVA DEL PADRE  Elemento fondamentale delle relazioni primarie del bambino  Se la madre fonda un legame protettivo, il padre svolge un ruolo di rottura = minimizza le ansie materne e permette al bambino di essere orientato anche sulla figura esterna alla madre (padre, nonna, fratello…)  Padre come figura che avvicina e protegge la coppia madre-bambino  Rappresenta il confronto con la terzietà per uscire dalla simbiosi e allargare i l legame rendono maturo e meno morboso  La separazione come affidamento\accoglienza  non è motivo di abbandono ma di accoglienza. Ma è importante che questo passaggio delicato sia fondato sulla base del rapporto dei coniugi e che essi siano affiatati  Qualità del legame coniugale  Presenza di altri triangoli (es. madre – bambino e nonna materna)  modello tutto al femminile verso il bambino  Con la nascita del bambino: Inevitabile confronto con il senso del limite (i genitori non sono padroni della sorte dei figli) e la paura della morte (saper ascoltare e offrire spazi di narrazione) NUOVE FAMIGLIE Capitolo 3 – funzione genitoriale e cura  Le famiglie nuove: nuclei monogenitoriali, famiglie ricostruite (nascono a seguito di legami precedenti), forme confuse (ibride, come le famiglie arcobaleno = giudicate spesso famiglie disfunzionali perché non corrispondono al modello di ideale di famiglie, queste presentano dei tratti carenziali) dinamiche storico- culturale: oggi indispensabili chiamarle famiglie al plurale.  Fenomeno in Italia sempre crescente: DENATALITA’  sempre più bambini soli che non hanno fratelli o sorelle, in generale le coppie hanno sempre meno figli. Calo della natalità, caratteristiche drammatiche nel nostro contesto, cause quali l’innalzamento dell’età, impegni professionali, standard di vita, grado di fiducia in sé, valori, progettualità, idea di coppia.  SEPARAZIONI E RICOSTRUZIONI DEI LEGAMI: comprendere gli elementi di fragilità identitaria, emotiva e cognitiva, rielaborazione dei legami spezzati, cambiamenti abitativi ed economici, ingresso di nuove figure e regressioni (quando ero piccolo i miei erano felici quindi posso far finta di tornare piccolo) = figli che si sentono la causa della separazione e scontro genitoriale L’AUTORITA’ EDUCATIVA  Legame di autorità: - MARCELLI’  i genitori non si assumono il rischio della perdita = imperare del narcisismo del figlio “oggi è difficile dire di no al bambino ma è necessario per dare loro una strada” - FASI: del contenitore (il genitore protegge il figlio, circa i primissimi anni di vita), del limite e del divieto (dai 3 anni in su, fase del complesso di edipo, forte centralità del bambino, i genitori devono accompagnarlo a rendersi conto dell’esistenza delle regole sia morali sia sociali) - Tipi di vincoli familiari: di appartenenza (storia dell’origine), di alleanza (marito e moglie) e di filiazione (rapporti tra il figlio). Oggi il vincolo di appartenenza perde il sopravvento perché oggi le famiglie sono meno allargate, viene meno il senso della famiglia allargata. Oggi le coppie spesso sono in crisi e decidono di rompere il legame. Ciò che rende sicuro per far si che ci sia una famiglia resta il legame di filiazione diventa più forte (ma il genitore dal momento che ha perso i vecchi legami asseconda sempre il figlio pur di non perderlo = imperare del narcisismo del bambino) si pensa che dalla felicità del bambino si noti la bravura del genitore: il rischio è che il bambino diventi aggressivo ed egoista verso gli altri non permettendogli di sviluppare rapporti con pari - I genitori di oggi devono imparare come recuperare il legame di autorità attraverso la ponderazione del controllo, affetto, protezione, vincoli e fiducia. - Secondo Marcelli il bambino è sempre centrato su sé stesso e i genitori lo assecondano proprio nella fase del divieto. Il bambino per sentirsi sicuro deve conoscere i suoi limiti e confini  NUOVI COMPITI DELLA DONNA: lavoro (tema cruciale per la donna perché penalizzata tra essere madre e lavoratrice)  SUDDIVISIONE DEGLI INCARICHI GENITORIALI  NUOVI COMPITI DI ACCUDIMENTO PER I PADRI  Isolamento maggiore delle famiglie, le coppie sono molto più isolate e ciò non aiuta ad essere genitori (no rete di solidarietà tra famiglie)  Genitori più impreparati rispetto un tempo  Nuove culture familiari, pensare anche alle nuove famiglie in relazione ai flussi migratori, al mescolarsi delle culture e tradizioni. Ogni cultura ha propri stili e ricchezze nuove CAPITOLO 4  Infanzia e genitorialità sociale: quale sostegno educativo?  PARADIGMA ECOLOGICO  connettere il ben-essere dei bambini con il ben-essere delle loro famiglie  forma diffusa di responsabilità sociale verso l’infanzia (e verso la famiglia) = EMPOWERMENT (POTENZIAMENTO\ARRICCHIMENTO) DELLA GENITORIALITA’. Responsabilità della società nei confronti della famiglia  Servizi di sostegno:  GENITORI  accompagnamento alla genitorialità ovvero “percorsi nascita” con l’intervento di medici ed educatori sono corsi di preparazione al parto o quelli che intervengono sul post-partum – servizi di sostegno alla famiglia (tempi per famiglie, centri per bambini e famiglie, relazioni tra bambini bambini e genitori e genitori) – scuole per genitori (o programmi di parent training o interventi di enrichment familiare = percorsi di formazione)  BAMBINI  asilo nido, accogliere un bambino in un servizio significa accogliere anche la sua famiglia, servizi di qualità per la prima infanzia offrono ai bambini significative occasioni di crescita. Importanza della qualità delle relazioni, valore dei tempi e degli spazi = qualità dell’educazione – scuola dell’infanzia (logica della corresponsabilità tra educatore e genitore + esperienze di socializzazione tra pari)  M. LEJEUNE E BLANC: 4 tipologie di relazioni tra scuola e famiglia che coinvolgono il bambino  1+1= 0  vi è un contatto iniziale tra scuola e famiglia ma non si trova nessun accordo sul piano educativo, il bambino non è veramente inserito nell’istituzione  1+1=1  i genitori sono informati rispetto al funzionamento della scuola, gli insegnanti spiegano ai genitori quale indirizzo seguire e la famiglia si adatta. Il bambino viene “istituzionalizzato”  1+1=2  l’incontro tra scuola e famiglia dà vita ad un dialogo, che tuttavia lascia inalterati i due sistemi educativi. Il bambino dovrà adattarsi ai due mondi diversi e modificare secondo il caso i propri comportamenti  1+1 = 3  i due sistemi educativi s’incontrano e s’influenzano reciprocamente, dando vita ad alcuni cambiamenti in entrambi. Il dialogo, la negoziazione e la scoperta di diversi metodi educativi fa sorgere nuove Essere genitori oggi pratiche nei due contesti educativi. Il bambino vive in modo integrato le due appartenenze e s’incammina verso uno sviluppo armonico  La relazione della famiglia con i servizi per il benessere del bambino:  Modello bioecologico di BRONFERNBRENNER: al centro c’è il bambino ed il primo contesto che incontra è quello familiare, poi cresce attraverso le relazioni fra pari in una sfera più ampia, servizi informali o fermali e il macrosistema che riguarda l’economia, la cultura… un bambino cresce in tanti sistemi  GENITORIALITA’ SOCIALE  superare la cultura della privacy, riagganciare la famiglia con la comunità, dialogare su valori comuni (punti d’incontro), esplicitare i modelli educativi e le culture educative (solidarietà verso i bambini degli altri per il bene dei bambini) = cultura basata sulla condivisione  Tanti modelli educativi e tanti nuovi nuclei famigliari  Quando la comunità diventa educante: BANCHE DEL TEMPO “libere associazioni tra persone che si auto- organizzano e si scambiano tempo per aiutarsi soprattutto nelle piccole necessità quotidiane”+ CONDOMINI SOLIDALI Il cohousing è un'etichetta che racchiude esperienze diverse. Persone che scelgono di condividere alcuni spazi ma soprattutto alcuni aspetti del quotidiano. Un modo per migliorare la qualità della vita basato sulle buone relazioni e l’aiuto reciproco.  creare delle comunità, condividere le famiglie  Promuovere la genitorialità sociale: aiutare le famiglie a comprendere che la cura del sé passa attraverso la cura degli altri, che la solidarietà deve diventare una pratica di vita, che il bene individuale è in funzione del bene collettivo  L’educazione dei bambini e delle bambine è nelle mani dell’intera comunità  È essenziale un potenziamento dei legami di prossimità  La responsabilità nei confronti dei bambini è una responsabilità diffusa e condivisa, protegge i più piccoli e le loro famiglie, ne contrasta la solitudine, argina il senso di disgregazione e di insicurezza. CRESCERE PARTECIPANDO, SISTEMA INTEGRATO 0-6  Nuova legge  Limite del nostro sistema, fino ai 3 anni i bambini non accedono alla socializzazione perché son sempre con gli adulti (no asilo nido ma scuola materna)  Segmento educativo 3\6 anni = SCUOLA dell’infanzia = rischio di scolasticizzare precocemente i bambini  rischioso che le educatrici siano proiettate verso la scuola elementare e scolasticizzano i bambini  L’unione europea ha spinto ad un altro passaggio: provare a concepire in modo integrato lo 0\3 anni e 3\6 della scuola dell’infanzia per creare un unico sistema di servizi integrativi per bambini. In italia è entrato in vigore questo nuovo sistema  La partecipazione dei bambini: un impegno educativo per  riportare i bambini al centro dei contesti di vita  Quella del bambino non può essere una figura solitaria: il suo percorso di crescita è un percorso profondamente relazionale  I bambini hanno diritto ad essere riconosciuti come costruttori del proprio divenire, protagonisti insieme agli adulti dei propri processi di crescita  Il bambino non è soggetto solitario!  SFIDA EDUCATIVA: 1- Dimensione comunitaria 2- Promozione di una cultura partecipativa - Lavorare sui contesti educativi = costruzione del curricolo 0-6 + competenze professionali + rapporto con le famiglie CAPITOLO 1 Cultura della partecipazione e cultura dell’infanzia: quali sfide educative?  Costruire una cornice pedagogica per  Promuovere una cultura dell’infanzia quindi  Riconoscere le competenze dei bambini e promuovere la loro partecipazione ai contesti di vita al fine di  Introdurre una prospettiva partecipativa Da una cultura sull’infanzia a una cultura dell’infanzia: la strada della partecipazione BISOGNO DI APPARTENERE  TIROCINO DEL NOI (adulti + bambini)  LINGUAGGIO NON VERBALE: contatto corporeo- oculare, mimica facciale, segnali neuro vegetativi: il respiro e il battito cardiaco, il colore della pelle e la temperatura del corpo- tono muscolare, rapporto con lo spazio e tipo di presenza nello spazio, uso del tempo e tempi, gesti, postura e posizioni del corpo GENERARE APPRENDIMENTI PARTECIPATIVI  L’apprendimento è un processo costruttivo e relazionale\partecipativo = fenomeno sociale  Importanza dell’esperienza in gruppo, i processi cognitivi si attivano solo in una dimensione sociale (vygotskii) \ Bruner e apprendimento di natura intersogettiva  I bambini sono apprendisti del pensiero, hanno un ruolo attivo nell’appropriazione delle conoscenze (rogoff)  Valore del gioco simbolico  rielaborano e ricreano la realtà che li circonda  Spostare il focus sulla progettazione dei contesti di apprendimento = i bambini hanno bisogno di co-costruire con i pari e azioni di problem-solving  La conoscenza diventa conquista quando i bambini hanno la possibilità di discutere, negoziare, condividere regole e strategie IL GRUPPO E IL TIROCINIO DEL NOI  La vita comunitaria che ha forti implicazioni educative  Non significa sacrificare l’attenzione all’unicità di ogni bambino, perché è nella relazione che ognuno definisce la propria identità  Nei servizi per l’infanzia la dimensione del gruppo è cruciale a tutti i livelli perché stimolante  È estremamente importante aver cura del gruppo, creare il gruppo e renderlo un contesto strutturante, accogliente, stimolante  In gruppo i bambini imparano a non seguire solo i successi e le prestazioni, ma anche a vivere insuccessi e fatiche  Il gruppo rappresenta un soggetto morale molto importante. È luogo delle relazioni ma norma anche comportamenti e trasmette le regole – soggetto morale, luogo etico perché permette implicitamente ai bambini di interiorizzare le regole  La modalità di raggruppamento non è ininfluente, ma va pensata in ragione delle possibili finalità educative che si hanno CAPITOLO 4 La figura dell’educatore  Rappresentare l’inter-agire professionale: per garantire la partecipazione diventano strategiche le competenze riflessive, ma anche i dispositivi professionali, gli strumenti del mestiere, ossia l’osservazione, la documentazione, la valutazione come pure la ricerca  ASSE RIFLESSIVO: SGUARDI RIFLESSIVI  È essenziale interrogarsi sull’idea di bambino che è sottesa alle pratiche educative e quindi anche all’epistemologia pedagogica che influenza l’agire educativo e la progettazione dei contesti educativi  Ciò comporta interrogare con spirito critico anche l’agire professionale  La riflessività permette d’interrogare la quotidianità e di dare importanza ad azioni e significati che troppo spesso passano inosservati  Serve anche una riflessività collegiale, un processo corale di riflessione capace di interrogare il reale e di metterlo al centro di un confronto sincero e costruttivo, certamente non privo di divergenze STRUMENTI PROFESSIONALI PER PROMUOVERE LA PARTECIPAZIONE: - Osservazione: indicando una disposizione fondamentale all’apertura e all’ascolto, l’osservazione del bambino nel contesto può aprire nuovi modi di conoscere non solo il bambino, ma anche il contesso stesso e l’agire educativo - La professionalità educativa si esprime non sono nell’agire\ nella pratica ma anche nell’osservazione - Specialmente quando si lavora con bambini molto piccoli, l’osservazione rappresenta un dispositivo essenziale per cogliere il bambino reale, competente e costruttore attivo del suo percorso di crescita - Poiché il gioco rappresenta le modalità privilegiata e più significativa di espressione del mondo infantile, è primario orientare l’attività osservativa al gioco - L’osservazione permette di coltivare un pensiero interrogante, per avviare un processo di ricerca sul contesto, sulle relazioni, ma anche su sé stessi come adulti - Documentazione: è uno strumento necessario per riflettere sulla pratica educativa, ma anche sui processi che i bambini mettono in atto nelle situazioni di apprendimento, ha il potere di difendere la valenza sociale del lavoro di cura e di educazione dei bambini - Valutazione: l’impegno della valutazione è davvero strategico in una prospettiva, come quella partecipativa, che ambisce a prendere davvero sul serio i bambini e considerarli come attori che possiedono una propria prospettiva - È importante individuare indicatori condivisi e strumenti adeguati per cogliere i cambiamenti e indirizzare gli sforzi progettuali verso una direzione intenzionale - Si tratta di uscire da una visione ancora molto diffusa della valutazione rivolta anche a livello 0\6, principalmente ai risultati conseguiti dal singolo bambino - Possiamo prefigurare due indirizzi da perseguire attraverso i processi valutativi: la valutazione del contesto e valutazione del bambino - Ricerca: la children’s expertise può efficacemente essere valorizzata attraverso percorsi di ricerca - Fare ricerca nel proprio servizio rappresenta un modo per qualificare la professionalità di educatrici ed insegnanti e può essere garanzia di costruzione di un sapere partecipato, come pure della possibilità di dar voce ai propri bambini, di raccogliere le loro parole e i loro pensieri, i desideri, bisogni, dando riscontro all’insopprimibile bisogno di essere riconosciuti ed ascoltati CAPITOLO 5  La partecipazione è la strada che permette di costruire luoghi di comunità, come strutturare in modo partecipativo i servizi per l’infanzia, ha una ricaduta positiva sui bambini ma anche sulle comunità  promozione di una cultura partecipativa e creatività Alleanze educative e coeducazione  La partecipazione comporta assetti di corresponsabilità e di coeducazione, espressione di servizi impegnati a costruirsi come comunità educante  I servizi educativi 0-6 sono strategici per promuovere cittadinanza attiva  Promuovere forme di corresponsabilità educativa tra adulti  L’incontro con la diversità, la pluralità di stili, la differenza di culture educative accade in modo preponderante nella relazione con le famiglie. È nell’incontro con le famiglie che si costruisce veramente la comunità e si può dare espressione alla partecipazione  Nei servizi 0-6 prende avvio un dialogo tra adulti (genitori ed educatrici) in cui si confrontano culture educative diverse, saperi e pratiche di cura specifiche, registri emotivo-affettivi e copioni relazionali differenti. Servono strumenti professionali che permettono il confronto: sicuramente la documentazione è uno tra i più significativi Interdipendenze e comunità  Lo 0-6 è uno strumento generativo per tutta la comunità  Prospettiva della cittadinanza planetaria: permettere ai bambini di sentirsi parte di una comunità che non è solo locale, ma planetaria (educati a rispettare gli ambienti)  Se s’intende prefigurare una cittadinanza planetaria, è essenziale costruirla a partire dai contesti più prossimi, per cogliere il significato di un’esistenza le cui sorti sono legate alle esistenze altrui  MORIN: capacità di vivere diverse appartenenze, creare interconnessioni piuttosto che divisioni  Modello ecologico dello sviluppo umano di BROFENBRENNER : il bambino vive all’interno di sistemi in virtù delle relazioni tra sistemi. Un ruolo particolare è quello svolto dal mesosistema, ossia da ciò che sta in mezzo tra i sistemi di vita di un bambino  La partecipazione può rappresentare una potente azione di contrasto alla povertà educativa, in risposta alle nuove vulnerabilità che chiedono di uscire dalla solitudine e di farsi accogliere dalla comunità Il modello economico di Bronfenbrenner è un modello ecologico. Ci dice che la nostra vita accade dentro tutti questi cerchi. La nostra vita non appartiene a un solo sistema , ma a tanti sistemi. Il primo è la famiglia sistema in cui nasciamo, ma non si vive solo in famiglia, si incontrano amici/ coetanei, poi si va a scuola e c’è un altro contesto ancora. Questi però sono i nostri micro sistemi in cui noi viviamo, quelli a noi più vicini. Non c’è solo ciò che influenza la nostra vita. C’è poi l’eso sistema ovvero le condizioni di vita e di lavoro. la nostra vita è condizionata anche da sistemi sanitari, dalle scelte politiche, dal tipo di servizi che abbiamo ecc.e questo è un macro sistema perché lontano da noi ma che comunque ci condiziona e influenza. Queste scelte impattano sulla nostra vita. C’è poi un livello di sistema che noi non vediamo ma che ci condiziona tantissimo ( soprattutto i bambini), è il meso – sistema. Il meso sistema è dalla dalle relazioni tra i micro sistemi. Es. se i nostri genitori non accettano gli amici che frequentiamo, non condividono ce che noi facciamo con loro.. questo conflitto tra due sistemi ( coetanei e famiglia) pesa sulla nostra vita perché noi sentiamo disagio, ci sentiamo divisi. Se invece ce una sinergia tra amici e famigliari e si possono realizzare scambi (es. amici che vengono a casa ..) abbiamo un altro tipo di sviluppo. Spesso il bimbo deve fare delle scelte es. tra maestra e mamma) ma lui vuole bene ad entrambe e ha bisogno di voler bene. Nei servizi educativi quindi è molto importante secondo il modello ecologico di Bronfenbrenner avere molta cura del meso sistema. Per una cittadinanza planetaria dei bambini e delle bambine  Per molti bambini, a causa del restringimento degli orizzonti relazionali familiari e comunitari, il nido o la scuola dell’infanzia sono il primo e unico luogo in cui incontrarsi e imparare a stare con gli altri, in gruppo, a sperimentare l’incontro intergenerazionale, la solidarietà, il rispetto per la diversità, la partecipazione e l’ethos democratico  Fare comunità, costruire relazioni autentiche e contesti partecipativi è sicuramente un processo più faticoso, meno immediato, ma è una promessa di futuro per le nuove generazioni  L’attivazione della partecipazione dei bambini è una condizione per rafforzare i dispositivi democratici  Benefici derivanti dalla partecipazione dei bambini per i bambini stessi, non solo per gli adulti e le comunità  La partecipazione si sposa con il riconoscimento del bambino come soggetto competente, presenza attiva all’interno delle comunità a cui appartiene, portare di un contributo unico ed originale, che ha il potere di trasformare i contesti e far crescere tutti i soggetti che vi prendono parte
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