Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Pedagogia, lezione 6 - Scienze delle attività motorie e sportive, Appunti di Pedagogia

Appunti delle slide e delle video lezioni di pedagogia relativa alle attività motorie

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 21/12/2021

Erika_Quinto
Erika_Quinto 🇮🇹

14 documenti

1 / 8

Toggle sidebar

Spesso scaricati insieme


Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica Pedagogia, lezione 6 - Scienze delle attività motorie e sportive e più Appunti in PDF di Pedagogia solo su Docsity! PEDAGOGIA DELLE ATTIVITA’ MOTORIE COMPETIZIONE > da cum-petere, "ricercare insieme" e "tendere verso una meta". L'aspetto fondamentale dell'etimologia della parola è l'andare verso un obbiettivo. A livello sociologico significa confronto che si realizza a livello sportivo in una competizione/ gara (gara come confronto). Ne consegue che il significato etimologico della parola x “competizione” è “andare insieme verso un obiettivo", mentre nell'italiano corrente sono sinonimi di "competizione" le parole "gara", "lotta", intese come un contrasto fra persone o gruppi che cercano di primeggiare, di superare l'altro. Nella sua accezione sociologica la parola "competizione" assume il significato di "comportamento orientato al perseguimento di un determinato beneficio", beneficio definito come “risorsa scarsa", limitata, alla quale vi ci può accedere un vincitore che deriva da un confronto tra persone. Se questo confronto si svolge all'interno di un regolamento/ sistema normativo, in presenza di valori e modelli di comportamento comuni che prevedano il rispetto della persona, allora si può definire quella che è la “competizione sportiva", ovvero una gara dove due o più atleti cercano di superarsi l'un l'altro con l'obbiettivo di vincere. In definitiva, a prescindere dell'esito della competizione, essa può essere un valido mezzo di integrazione sociale e di motivazione per cercare di essere la versione migliore di sé stessi, di mettersi in gioco per superare i propri limiti, in sintonia con il celebre motto di Pierre de Frédy, barone di Coubertin, fondatore dei moderni giochi olimpici: “l'importante non è vincere ma partecipare..." Si divide in 2 tipi: la sana e la cattiva competizione. La sana competizione è il sano agonismo, l'idea di raggiungere un obiettivo tirando fuori il meglio di sé e superando i propri limiti, motivando il rispetto delle regole e saper accettare la sconfitta; la cattiva competizione è intesa come il desiderio di vincere a tutti i costi primeggiando sull'altro, scatenata spesso da una bassa autostima. Dal punto di vista sportivo è un elogio alla superiorità tra partecipanti, creando una "competizione artificiale". Dal punto di PEDAGOGIA DELLE ATTIVITA’ MOTORIE vista sociale è un'interazione biologica tra organismi secondo i fattori biotico (da bios =vita) e abiotico (senza vita) ed è anche competizione intra e interspecifica. Segue tre punti: 1 principio di esclusione 2 teoria dell'evoluzione 3 selezione naturale. La competizione a livello politico è anche una questione politica. Purtroppo, nel corso della storia fino ad oggi, si è assistito ad una eccessiva politicizzazione dello sport. Lo sport è infatti espressione della sovranità e della grandezza di uno stato. Questo aspetto è spesso negativo ma la persona deve essere consapevole che bisogna entrare in un rapporto di rispetto con gli altri. A ogni livello che sia politico, sociale, sportivo, sono persone che si rispettano, che rispettano i propri ruoli, che entrano in un contatto politico che non deve essere di contrasto ma l'opposto. In politica esiste una parte che governa e può esistere un'idea che è all'opposto ed è per questo che esiste l'opposizione. Questo non è un pensiero o una posizione assoluta, in cui il governante espone un pensiero e l'opposizione rimane nella sua posizione in assoluto. La politica è un confronto ed è positivo quando è volto verso il ben- essere della società e degli stessi partecipanti. Anche se, purtroppo, questo non accade. Il ben-essere di una persona è il benessere di tutti. La competizione potrebbe essere in realtà una delle malattie del nostro mercato globale nella misura in cui la sferrata competizione economica ha avuto in impatto anche sul mercato del lavoro, trasformando la vita delle giovani generazioni in una "corsa nel nulla" e non in un “cammino verso la prospettiva“. Non una corsa ma un cammino perché questo è un processo lento, graduale e non bisogna precorre i tempi ma bisogna percorrerli. RIEPILOGO: cum-petere che significa dirigersi insieme (cum) verso una meta. La meta non è il vincere la gara ma è il raggiungimento del benessere, dell'equilibrio, della relazione sociale, del rispetto. Si arriva al confronto al livello politico, sociale, sportivo, comunicativo; è un confronto tra persone che si indirizzano verso un obbiettivo che è 2 PEDAGOGIA DELLE ATTIVITA’ MOTORIE proprio io, non subendo ma partecipando perché si fa parte di qualcosa con responsabilità e autonomia. Un esempio di ciò si trova sui tappetini dell'università di Foggia dove vi è scritto “questa università appartiene a te". Ma appartenere non vuol dire ‘avere’ ma fare parte o sentirsi parte di qualcosa (es. un gruppo o un ambito, di un ambiente o luogo, una relazione o una famiglia, nelle amicizie ecc.) e quindi entrare in relazione, comunicando; è un condividere spazi e tempi in cui tutti hanno la stessa opportunità di apprendere e tutti hanno la diversità di apprendere. L'appartenenza è un bisogno importante nella vita di una persona, fa parte di un bisogno secondario che si trova al terzo gradino di una piramide e segue il bisogno di sicurezza perché prima abbiamo i nostri bisogni fisiologici e poi abbiamo le nostre sicurezze come quella fisica, quella morale, di salute ecc. che ci fanno stare sereni. Nell'appartenenza rientrano l'amicizia, l'affetto familiare, l'intimità sessuale. Nell'esempio dell'università, la persona entra a fare parte perché condivide e fa suo l'ambiente universitario, lo rispetta e lo tiene pulito, lo tiene in ordine e lo cura. Ognuno prende dall'appartenenza il ruolo che si considera. STIMA (QUARTO GRADINO appartenente ai bisogni SECONDARI): segue l'appartenenza. La stima è il sentirsi valore, apprezzati; non ci può essere stima senza appartenere a qualcosa. La stima infatti avviene soltanto se la persona ha imparato ad appartenere a un gruppo. Se la persona viene stimata in un gruppo, significa che quella persona ha imparato ad appartenere al gruppo e se appartiene al gruppo, lo rispetta. Di conseguenza se la persona ha rispettato il gruppo, questo la stimerà. Dalla stima che è il sentirsi valore per qualcuno, si arriva all'auto-stima. La stima non viene innata ma viene da altri che ci ritengono un valore (si parte dall'amo perché sono amato). La stima si riceve prima dagli altri e se non la ricevo non posso sviluppare l'autostima. È un valore che viene da chi mi stima, che mi sta considerando una persona valore. Il bambino non può PEDAGOGIA DELLE ATTIVITA’ MOTORIE autostimarsi se prima non riceve l'amore e l'attenzione dai genitori. Questo però non vale solo per i bambini ma comincia dai bambini. Abbiamo l'esempio della palestra: se non si comunica alle persone dicendo che ‘il loro movimento va bene', stimandoli, coinvolgendoli e volendo il loro bene, non si svilupperà mai la loro autostima e al contrario se ne andranno. L'ambiente esterno quindi agisce sempre su quello interno del soggetto e concorre a formare l'autostima. Se una persona mi vuole bene e quindi mi stima, io arriverò ad autostimarmi. La stima sviluppa l'autostima, l'autocontrollo, la realizzazione e il rispetto reciproco. Se la persona viene stimata allora questa si può autostimare e posso autocontrollarmi (autogestirmi come l'esempio delle lezioni che non sono obbligatorie ma si partecipa perché sono autonomo e so autogestirmi). L'autocontrollo, e quindi l'autogestione di sé stessi, è definito decision making: la persona si realizza nella stima e nel rispetto reciproco (io vi stimo e voi mi stimate/ io mi autogestisco e voi vi autogestite). Se la prof ci dà un compito significa che crede in noi, crede che possediamo le abilità e le capacità. Questo viene identificato come ‘scoperta guidata' (rientra negli stili di insegnamento). La scoperta guidata è contraddistinta dal primo momento di autonomia. Un altro momento di autonomia si identifica nella mappa concettuale da portare all'esame. Con questa mappa la prof va a guardare i nostri prodotti personali, verifica la nostra autonomia e metterà un voto alla nostra responsabilità, operatività ed empatia. Dalla stima si deve arrivare all'autorealizzazione. AUTOREALIZZAZIONE (QUINTO scalino o APICE appartenente ai bisogni SECONDARI): è | ‘autorealizzarsi e comprende la moralità, la creatività, il sentirsi accettati, la spontaneità, l'accettazione e l'assenza di pregiudizi. Segue la stima perché una volta che mi sono sentito stimato, mi devo autorealizzare e accade quando divento autonomo. La moralità di questo punto è legata all'eticità della formazione etica dell'alfabeto empirico; questa è il rispetto di sé, PEDAGOGIA DELLE ATTIVITA’ MOTORIE dell'altro, dell'ambiente, dei ruoli, dei tempi ecc. La moralità e intesa non solo come accettabilità perché non solo accetto ma accetto con responsabilità, moralità e rispetto dell'altro. La creatività è come le nostre mappe in cui c'è creatività. La spontaneità e l'essere spontaneo è all'apice di questi bisogni; è un'accettazione di tutto quello che si è avuto dagli altri, dal docente per esempio e di quello che si crea con la creatività. In fine c'è l'assenza dei pregiudizi; una persona non può giudicare qualcun'altro senza prima averlo davvero ascoltato facendo in modo che esso si autorealizzi. (la prof non può possedere pregiudizi pensando che uno studente andrà male ma anzi lo ascolterà in modo tale da far sapere all'alunno che in quel modo si autorealizza). I BISOGNI SOCIALI iniziano dall'appartenenza dove appunto si appartiene a un gruppo e comprendono anche la stima e l'autorealizzazione. Quest'ultimo è anche un bisogno del sé. Con i bisogni sociali si arriva alla conclusione che esiste il BISOGNO DI SOCIALIZZAZIONE che si trova tra i bisogni primari e i bisogni secondari, ovvero tra i bisogni fisiologici e i bisogni secondari. BISOGNO DI SOCIALIZZAZIONE TRA I PRIMARI INNATI E SECONDARI SOCIALI: si trova nei bisogni primari e in tutti i bisogni secondari e tra i bisogni primari e secondari perché l'uomo è un animale sociale (Aristotele). Intendendo l'uomo come un animale, si intendono i suoi istinti di socializzare; è quindi un bisogno istintivo/ innato. Il bambino che nasce, istintivamente deve socializzare: il bambino socializza parlando, l'animale socializza imitando i suoi simili. Però la socializzazione non può essere solo primaria e naturale perché altrimenti saremmo solo animali e quello dell'uomo sarebbe solo istinto. Ma esiste anche un aspetto sociale che è fatto di una socializzazione secondaria che educa ed è educabile attraverso le 7
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved