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PEDAGOGIA SPERIMENTALE Uni Pegaso: DOMANDE e RISPOSTE aggiornate 2022 (raccolta completa), Panieri di Pedagogia Sperimentale

Raccolta completa di TUTTE le domande e risposte aggiornate all'anno accademico 2022 dell'esame di PEDAGOGIA SPERIMENTALE all'Università Telematica Pegaso. ULTIMO AGGIORNAMENTO 29/07/2022

Tipologia: Panieri

2021/2022

In vendita dal 29/07/2022

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Scarica PEDAGOGIA SPERIMENTALE Uni Pegaso: DOMANDE e RISPOSTE aggiornate 2022 (raccolta completa) e più Panieri in PDF di Pedagogia Sperimentale solo su Docsity! P VI i 24/ Università Telematica PEGASO Tutte le domande aggiornate al 2022 1 1. L'orientamento che la pedagogia adotta, sin dalla sua origine, è: teoretico-speculativo 2. La pedagogia che adotta un orientamento teoretico-speculativo studia: i principi filosofici, morali e politici che guidano le azioni educative 3. La pedagogia che adotta un orientamento clinico-esperenziale studia: il vissuto dei bambini che crescono e si introducono alla vita adulta 4. L’orientamento posto alla base della nascita della pedagogia sperimentale è: empirico- sperimentale 5. L’orientamento empirico-sperimentale si basa sull’adozione di un metodo: Induttivo 6. La pedagogia sperimentale nasce: nella seconda metà dell‘800 7. Gli oggetti di studio della pedagogia sperimentale sono: gli eventi educativi, i processi formativi e i contesti comunicativi 8. La finalità della ricerca scientifica di natura educativa che si ispira al paradigma neopositivista è di natura: nomotetica 9. Il paradigma neopositivista si avvale dell’utilizzo di metodi e procedure di indagine di natura: quantitativa 10. Il paradigma fenomenologico-ermeneutico si avvale dell’utilizzo d metodi e procedure di indagine di natura: qualitativa 2 1. La metodologia della ricerca pedagogica può essere divisa, sostanzialmente, in metodologia della ricerca: Teorica e empirica 2. Per ricerca empirica si intende una ricerca che fa riferimento a: fatti, teorie e concetti 3. La teoria comportamentista dell’apprendimento si ispira al modello: stimolo-risposta 4. La teoria comportamentista ha ispirato una teoria: trasmissiva dell’insegnamento 5. La ricerca empirica si suddivide in: ricerca orientata alle conoscenze e decisioni 6. I limiti alla ricerca educativa sono di natura: deontologica e legati al contesto e agli attori di ricerca 7. Se nella ricerca orientata alla conoscenza si adottano metodi quantitativi si produce una ricerca: sperimentale 8. Se nella ricerca orientata alle decisioni si adottano metodi qualitativi si produce una: ricerca- azione 9. Definire se è possibile, nella ricerca di natura empirico-sperimentale, effettuare una integrazione tra i metodi di natura quantitativa e qualitativa: è possibile effettuare un’integrazione dei due metodi 10. Il metodo di natura quantitativa è riconducibile: alla generalizzazione dei risultati della ricerca nomotetica 3 1. La ricerca educativa di natura sperimentale si basa: su un intervento progettato e sulla modifica della situazione esistente 2. I due concetti sostanziali e introduttivi alla ricerca empirica di natura osservativa, riguardano: il cosa osservare e il come osservare 3. Nella ricerca educativa di natura osservativa il “come osservare" si riferisce: alle concluso con: la costruzione di un videogame interattivo e di un sito internet 8 1. L’autore che ha contribuito a definire un ordinamento logico nella loro sequenzialità delle sei fasi della ricerca empirica in educazione è: J. Dewey 2. Le fasi della ricerca empirica in educazione sono: sei 3. “” “” 4. La prima fase della ricerca empirica in educazione consiste nella: identificazione del tema 5. La seconda fare della ricerca empirica in educazione consiste nella: formulazione delle ipotesi di ricerca 6. La terza fase della ricerca empirica in educazione consiste nella: formulazione del piano di ricerca 7. La quarta fase della ricerca empirica in educazione consiste nella: raccolta dei dati 8. La quinta fase della ricerca empirica in educazione consiste nella: analisi statistica dei dati 9. La formulazione del piano di ricerca consiste nell’individuazione: della popolazione e del campione 10. L’elaborazione critica dei dati consiste nella: interpretazione dei risultati 9 1. Migliorando la credibilità dell’università si aumenta: la qualità riconosciuta 2. La qualità riconosciuta è: l’idoneità agli scopi e degli scopi compatibili con le risorse 3. La qualità si riconosce: sottoponendosi alla valutazione 4. La valutazione consiste: nell’autoanalisi a cui segue una valutazione e esterna 5. La valutazione analizza: tutte le attività universitarie 6. La valutazione si svolge: mediante un processo continuo 7. L’obiettivo della valutazione: aumentare la qualità 8. Il Processo di Bologna è: un accordo accademico per il controllo qualità 9. I crediti sono: la quantità di ore di lezione e di studio che una disciplina comporta in un corso di studi 10. La valutazione è necessaria: per aumentare la qualità 10 1. Il rapporto fra autonomia universitaria e valutazione significa: la valutazione è il necessario completamento dell’autonomia 2. Per la valutazione è sufficiente una misura della performance: no, è insufficiente perché si avvale di soli indicatori numerici 3. La cultura della qualità consiste: nella volontà di migliorarsi 4. Gli standard quantitativi possono derivare dall’applicazione della cultura della qualità: si, possono derivarne 5. L’oggetto della valutazione è: il processo di produzione e il prodotto atteso e ottenuto 6. La valutazione è un episodio che impegna saltuariamente l’università: no, è un atteggiamento quotidianamente teso al miglioramento 7. Si occupa della valutazione nelle università: l’intera comunità accademica 8. La valutazione nelle università viene eseguita: promuovendo il continuo miglioramento 9. Sono presupposti per una corretta valutazione: la disponibilità ad essere valutati 10. Sono rischi della valutazione in campo universitario: considerare l’università come produttrice di prodotti valutabili economicamente 11 1. La valutazione è basata: sui dati 2. La valutazione è standard per tutte le tipologie di università, ed inoltre: deve essere adattata alle dimensioni e alle caratteristiche storico-culturali 3. Il processo di valutazione: consiste di una autovalutazione e di una valutazione esterna 4. Il processo di autovalutazione è gestito da: un Comitato per la qualità 5. Il processo di valutazione esterna è gestito da: una commissione nominata da una agenzia per la valutazione 6. L’autovalutazione si riassume in: un rapporto di autovalutazione 7. Nella autovalutazione della didattica si esamina: ogni corso di studio 8. Dei corsi di studio si esamina: l’organizzazione, la responsabilità, gli obbiettivi, i contenuti, le risorse umane e strutturali, i risultati 9. Il modello dell’autovalutazione della didattica si rifà a: linee guida europee 10. La ricerca si analizza: valutando le linee di ricerca, i progetti finanziati, le collaborazioni nazionali e internazionali, i convegni, le partecipazioni a centri di ricerca, le pubblicazioni scientifiche 12 1. Il RAV lo prepara: tutta la comunità accademica 2. Il RAV deve contenere: la riflessione critica sulle attività universitarie 3. Sono attività analizzate nel RAV: la didattica, la ricerca, la gestione, il bilancio, le risorse umane e strutturali, rapporti con il contesto, le iniziative per la qualità 4. La governance è: il processo decisionale 5. Per risorse strutturali si intende: gli edifici e le aule 6. L’università con il mondo esterno si rapporta: con la collaborazione con gli Enti, il mondo del lavoro, la società, gli organismi professionali 7. Per analisi del bilancio si intende: l'analisi dei centri di costo e di spesa 8. L’analisi delle attività nel RAV viene sintetizzata: con l’analisi dei punti di forza e di debolezza, delle opportunità e dei rischi 9. Per analisi SWOT s’intende: l’elenco ragionato dei punti di forza, di debolezza, delle opportunità e dei rischi 10. L’impegno dell’università per la quale si valuta: analizzando gli organismi preposti alla qualità e le strategie per il miglioramento 13 1. Il piano strategico è: la visione e la missione dell’università, gli obiettivi e i mezzi per raggiungerli 2. Costituiscono obiettivi di una politica per i docenti: avere docenti che credono in un insegnamento centrato sull’apprendimento degli studenti 3. Costituiscono obiettivi di una politica per gli studenti: renderli attori nelle decisioni, assisterli dall’ingresso all’occupazione postlaurea, renderli soggetti nella didattica 4. Costituiscono obiettivi per la didattica: perseguire la qualità in ogni aspetto dei corsi di studio 5. Sono politiche per la ricerca: valorizzare il merito, cioè la qualità della produzione scientifica 6. Costituiscono le strategie per una giusta governance: prestare massima attenzione ai processi decisionali, da condividere con tutta la comunità accademica 7. Un piano strategico si compila: considerando come base la SWOT analisi 8. Per le università telematiche, nello specifico, si prevede: la centralità dello studente 9. Attraverso l’internazionalizzazione dell’università è possibile: stabilire rapporti di mobilità di studenti e docenti nell’ambito di convenzioni con università straniere, che comportino doppi titoli o titoli riconosciuti 10. I cicli di studio sono: corsi di laurea di i e ii livello e corsi di dottorato 14 1. Costituisce modalità di gestione della qualità dei corsi di studio: l’istituzione di un comitato di docenti, studenti e personale di servizio 2. Costituisce modalità della gestione di un corso di studi: la valutazione della organizzazione didattica e le risorse umane, strutturali e infrastrutturali 3. Il processo formativo di un corso di studi si valuta: analizzando il piano di studi generale 4. Costituiscono i criteri per giustificare un corso di studi: la chiarezza dei suoi obbiettivi, rapportati alle esigenze delle parti interessate, a partire dagli studenti e dal mondo del lavoro 5. Costituisce modalità con cui si valutano le risorse di cui dispone un corso di studi: ì del rapporto docenti/ studenti, le strutture fisiche e le infrastrutture in dotazione 6. Costituisce procedimento di analisi del processo formativo: analizzando il piano di studi per quanto riguarda l’insegnamento, i loro crediti, le verifiche sugli studenti, il coordinamento fra le discipline 7. Al personale docente si richiede: di credere nella centralità dello studente quale attore dell’apprendimento e non nella centralità del docente 8. È richiesta una esperienza di apprendimento sulla modalità di insegnamento: si, specialmente quando l’università ha una struttura organizzativa peculiare e nuova 9. Costituisce modalità di comunicazione delle caratteristiche di un corso di studi: su un dedicato sito web si pubblicano i contenuti il processo formativo, le caratteristiche professionali dei docenti, l’impegno concreto per la qualità 10. È sufficiente il bagaglio di conoscenze che viene fornito con il corso di studi: no, il sapere deve associarsi al saper fare e al saper essere 15 1. Per e-learning si intende una modalità di: apprendimento con materiali didattici in rete e docenti interattivi 2. I corsi di studio telematici si distinguono in: parzialmente o totalmente e-learning 3. Significato d interazione: rapporto al computer fra docenti e studenti 4. Viene considerata modalità di interazione orale o scritta: scritta asincrona 5. Gli studenti sono reclutati sono coloro i quali: non possono frequentare fisicamente 6. Costituisce modalità di apprendimento degli esami: nelle sedi dell’università 7. È il concetto di apprendimento nell’università telematica: è un apprendimento centrato sullo studente debolezza, le opportunità e i rischi 7. Rientrano negli argomenti che caratterizzano l’analisi dell’insegnamento: la conformità con il Processo di Bologna (cicli, crediti, assicurazione della qualità) 8. Sono argomenti caratterizzati l’analisi della ricerca: le strategie di ricerca, i fondi, le pubblicazioni, il Dottorato 9. Rientra nell’analisi della consistenza dell’università: l’adeguatezza della struttura organizzativa 10. In cosa consiste il Rapporto di valutazione esterna: in una relazione che contiene l’analisi del RAV e le raccomandazioni per il miglioramento 21 1. Fa parte del contesto internazionale da cui nasce la valutazione: il Processo di Bologna e ciò che ne è seguito a livello del Parlamento europeo e dei Ministri dell’università 2. L’assicurazione della qualità è: avere una qualità riconosciuta attraverso la valutazione 22 1. I termini abilità, capacità, competenze e potenzialità: assumono, a seconda il contesto, significati molto differenti tra loro 2. Le “capacità condizionali”: sono legate alla condizione fisica 3. Le “capacità coordinative": consentono all’individuo di calibrare e regolare la dose del movimento 4. Il movimento: è parte integrante della vita dell’uomo, perché ne modifica la vita stessa 5. La rappresentazione mentale del sé e della realtà: è la condizione sine qua non delle elaborazioni cognitive 6. Gli atti motori: sono l’insieme di scelte ed azioni messe in atto per la gestione del sé 7. Attraverso l’atto motorio esprimono prevalentemente: stati di piacere, conflittualità, paure e bisogni 8. Il movimento nello spazio: da luogo all’organizzazione delle strutture senso percettive ed emotive affettive 9. In cima alla piramide di Marlow si trova il bisogno di: spiritualità 10. Il movimento: può essere sostenuto dalla volontà dalla intenzionalità 23 1. Il movimento è soggetto ad essere: rilevato, pensato ed agito 2. Il movimento umano implica il perfezionarsi degli schemi motori da una parte e dall’altra: le attivazioni di connessioni tra schemi diversi, per opera dei meccanismi mentali 3. I principali ambiti di indagine della motricità sono: la psicologia, la neuro-fisiologia e la sociologia 4. Meinel & Schnabel nel 1977 individuarono tre fasi dell’apprendimento motorio: la fase di coordinazione grezza, di coordinazione fine e quella di coordinazione variabile 5. K. Kewell individua nello sviluppo della motricità due stadi, nel primo quello della coordinazione vengono acquisite: le basi strutturali e coordinative dell’azione 6. La ricerca psicologica, in quanto campo di ricerca scientifico-sperimentale, pose da sempre attenzione alla motricità come espressione: della personalità 7. Lo schema corporeo è costituito da: ambiente e la rappresentazione del proprio corpo 8. Il concetto di schema corporeo venne introdotto per la prima volta nel 1905 da: Gaston Bonier 9. Jean Le Boulch sostiene che “lo schema del corpo può essere considerato come una…: intuizione d’insieme o conoscenza immediata che noi abbiamo del nostro corpo" 10. Henry Wallon fornì un’adeguata sintesi concettuale sullo sviluppo della personalità attraverso lo schema corporeo, individuando tre momenti fondamentali di tale processo evolutivo: il periodo del corpo vissuto, della discriminazione percettiva e quello dell’organizzazione definitiva dello schema corporeo 24 1. Gli schemi mentali d’azione regolano la relazione tra: soggetto-ambiente 2. Un soggetto con alto grado di efficacia nelle abilità grosso-motorie di base può: trasformare queste capacità in competenze d’uso 3. Tra i possibili movimenti umani esistono i “movimenti fondamentali" cioè: espressioni motorie che coinvolgono una sola articolazione 4. Lo sviluppo psico-motorio individuale corrisponde all’evoluzione consecutiva di specifici schemi motori, che sono: schemi motori statici/di base/specializzati 5. I movimenti essenziali che l’uomo utilizza per compiere spostamenti e relazionarsi con i simili, sono: schemi motori di base 6. D.Colella ha individuato, in ogni competenza motoria, tre dimensioni fondamentali, integrate ed interattive tra loro: cognitiva, operativa ed emotivo-affettiva 7. Attraverso il modello di K.Wedell è possibile ottenere un quadro di riferimento sui: potenziali di apprendimento 8. Tale modello di Wedell è strutturato sui meccanismi: percettivo-motori 9. Lo schema del processo di elaborazione cognitiva di Wedell permette di individuare: le componenti che eventualmente sono deficitarie nell’elaborazione delle informazioni 10. Il grafico proposto dal Wedell è esaustivo per delineare la presenza/assenza e la capacità di riprodurre coordinate spaziali 25 1. Il cervello consente all’organismo di: adattarsi rapidamente alle modificazioni ambientali 2. All’emisfero sinistro sono attribuite le funzioni: logiche, linguistico-verbali etc. 3. Le informazioni sulla realtà esterna vengono integrate con: le conoscenze già possedute in memoria 4. Il processo percettivo e quello sensoriale sono: differenti 5. Il processo percettivo è costituito da momenti cruciali: sensazione, percezione, rappresentazione 6. L’oggetto rappresentato diversamente di quello percepito: non ha una forma ben strutturata e stabilmente ben definita 7. Nell’ottica filogenetica si rilevano tre tipi di corteccia cerebrale: neocortex, archicortex, paleocortex 8. La corteccia motoria primaria controlla: l’esecuzione dei movimenti 9. Ogni scelta o decisione è prodotta dalla correlazione tra due principali funzioni cerebrali: rappresentativa e produttiva 10. Sono infilati dal talamo alle cortecce associative, gli stimoli: emotigeni 26 1. Ai processi cognitivi appartengono: percezione, memoria, attenzione, linguaggio, azione volontaria, pensiero, coscienza, immaginazione 2. Le componenti dei processi cognitivi: consentono di individuare, raccogliere, immagazzinare, analizzare, valutare, trasformare ed utilizzare le informazioni 3. Le componenti dei processi dinamici: contribuiscono alla delineazione e alla gestione della condotta umana 4. Cosa intende Danesi per direzionalità: inserire le forme da apprendere in contesti significativi in modo che risultino pratiche, realistiche e coinvolgenti 5. Cosa intende Danesi per formalizzazione: dare forma ai concetti attraverso la sensorialità e la contestualizzazione 6. Cosa intende Danesi per affettività: determinare la scelta dei contenuti di apprendimento tenendo massimamente conto della realtà e delle esperienze significative della persona che apprende 7. Con il termine analitica, Sternberg rappresenta una variabile: che utilizza le modalità del valutare, scomporre, fare confronti, individuare dettagli, giudicare 8. Con il termine pratica Sternberg rappresenta una variabile: basata sull’organizzazione, su abilità d’uso di mezzi e strumenti, sulla progettazione e/o sull’applicazione di piani mirati a obiettivi concreti 9. Indicare quale studioso è stato il primo a definire lo Spettro degli stili d’insegnamento: Mosston 10. Secondo il modello di Dario Colella gli stili di riproduzione consentono: l’uso efficace del tempo d’impegno motorio individuale e di gruppo, il controllo della sicurezza e della disciplina, la memorizzazione del compito motorio, ma una ridotta autonomia di partecipazione dell’allievo alle attività e con apprendimenti prevalentemente lineari 27 1. La scuola è il luogo in cui: il presente viene colto ed elaborato nell’intreccio tra passato e futuro 2. I compiti della scuola sono inerenti: la formazione individuale 3. La scuola nel procedere alla definizione ed organizzazione del suo contesto deve assumere la: centralità della persona 4. La funzione primaria dei docenti è quella di: favorire la maturazione della personalità 5. Sul versante procedurale i docenti sono tenuti a definire: obiettivi formativi 6. Nella stesura degli obiettivi, il docente deve tener presente: gli stili di apprendimento di ogni alunno 7. La didattica, è la relazione docente-alunno, prevede la mediazione di: contenuti culturali 8. Il docente deve mettere in atto procedure specifiche, di tipo scientifico-sperimentale centrate sulla metodologia: ricerca-azione 33 1. La “filosofia dello sport": è diventata una vera e propria branca della filosofia come scienza 2. Il valore dello sport: non si trova in se stesso ma negli obiettivi e nelle finalità che esso può perseguire 3. Lo sport dovrebbe essere caratterizzato da: un uso funzionale all’educativo 4. Il concetto dello sport: appare simile a quello greco di phármakon 5. Possiamo intendere lo sport come: laboratorio morale 6. Lo sport è: un insegnamento che non si vede 7. Lo sport era per i Greci: un’agorà socio-culturale 8. Secondo Dal Lago, la cultura sportiva contemporanea è dominata: dalla metafora della battaglia 9. Il “filosofo in tuta" è: un filosofo sociale dell’educazione sportiva 10. L’agire sportivo andrebbe orientato: verso un agire etico 34 1. Uno dei volumi più famosi di J. Huizinga si intitola: homo ludens 2. G. Bateson analizza la struttura: del “morso amichevole" 3. Secondo Fink, nel gioco l’uomo: sembra mimare la stessa onnipotenza del mondo 4. In Caillois gli elementi peculiari e irriducibili che permettono di classificare i giochi, si chiamano: universali ludici 5. Gli Alea sono: i giochi dove in destino è il solo artefice della vittoria 6. I Mimicry sono: i giochi in cui si assume un’identità fittizia 7. Per Caillois, il gioco è nella paidia quando: quando è ancora esigenza incontrollata di distrazione e fantasia 8. Per Bruner, la caratteristica principale del gioco è: il prevalere dei mezzi sui fini 9. Il gioco, secondo Bruner, consente: la sospensione temporanea della frustrazione 10. Gli “apocalittici” hanno sostenuto che: i media moderni stanno realmente annullando l’infanzia o, comunque, stanno confondendo i confini tra infanzia, giovinezza e età adulta • Gli strumenti utilizzati nella ricerca empirica di natura osservativa sono: le check-list, le scale di misurazione e i sistemi di categorizzazione • Gli eventi educativi si distinguono in: fatti reali/accadimenti, fatti vissuti/eventi e azioni intenzionali • ICD è acronimo di: international classification of diseas • ICF è acronimo di: internation classification of functioning disability and healt • I sistemi di categorizzazione considerano una situazione indagata nella sua: complessità e per tutta la sua durata • Il gioco cosmico è un gioco: senza giocatori • Il Novecento è il secolo della: rivoluzione del corpo • Il paradigma fenomenologico ermeneutico sostiene che il mondo conoscibile scaturisce significati che: il soggetto attribuisce agli eventi • In riconoscimento del ruolo fondamentale che la motricità ha per lo sviluppo delle abilità cognitive nell’uomo si deve a: Piaget • J. Huizinga sostiene che il gioco è: un elemento di ordine e di tensione indispensabile al nascere e al crescere della cultura umana • L’intervista ermeneutica è finalizzata: a far emergere l’universo di credenze, certezze, pregiudizi, senso comune, rituali, abitudini e consuetudini • L’operazione che misura proprietà continue, stabilendo la distanza tra i punti della scala è detta su scala: ad intervalli • L’osservatore attore è: interno e partecipante alla situazione osservata • L’osservatore interno è: calato all’interno della situazione osservata • La corteccia motoria si suddivide in: due aree funzionali • La costruzione di una check-list prevede: la stesura di un elenco di componenti da analizzare • La ricerca basata sulla matrice di dati nella raccolta e trattamento dei dati si avvale di metodi di natura: quantitativa • La ricerca educativa di natura osservativa: non va a modificare sostanzialmente l’attività formativa • La ricerca psicologica ha dimostrato che: la relazione soggetto-ambiente è regolata con l’organizzazione e la strutturazione di schemi mentali • Le conoscenze già possedute in memoria: differenti • Le due categorie in cui è possibile raggruppare le tecniche di osservazione sono: osservazione sistematica o diretta e osservazione esperienziale o indiretta • Le due operazioni previste nella fase di raccolta dei dati sono: la registrazione la codificazione • Le due caratteristiche che gli strumenti di osservazione devono presentare per essere efficaci sono: validità ed attendibilità • Le tecniche di osservazione più utilizzate sono: osservazione sistemica o diretta e osservazione esperienziale indiretta • Lo schema del processo di elaborazione cognitiva di Wedell permette di individuare: le componenti che eventualmente sono deficitarie nell’elaborazione delle informazioni • Lo studio del caso si definisce molecolare quando: si prende in considerazione un aggettivo • Nel gioco simbolico: vi è dominanza del significato sul dato • Nella fase di analisi dei materiali registrati durante l’osservazione il ricercatore può adottare: metodi di natura quantitativa e qualitativa • Nella ricerca educativa l’osservatore può assumere tre ruoli: osservatore interno, osservatore esterno e partecipante • Nella ricerca educativa si considerano normalmente tre tipologie di variabili indipendenti: ambientali, personali e didattiche dell’azione • Nella stesura degli obiettivi, il docente deve tener presente: gli stili d’apprendimento di ogni alunno • Secondo la ricerca-azione, l’ambiente educativo-istituzionale ed il contesto sociale devono adeguarsi ai bisogni: di tutti gli attori coinvolti • Si valuta la qualità per: aumentarla ad esprimere le proprie idee: 10. In base alla tecnica Delphi, i soggetti rispondono ad alcune questioni, poste dal moderatore, tramite: La via telematica N. 5. LA RICERCA BASATA SULLA MATRICE DI DATI RISPOSTE 1. La ricerca basata sulla matrice di dati, ricevuti da una intervista strutturata, consiste in: Una inchiesta (survey) somministrando ai soggetti un questionario autocompilato 2. La ricerca basata sulla matrice di dati interpreta i fenomeni e gli eventi educativi adottando una metodologia di natura: Quantitativa e qualitativa 3. La matrice dei dati è una tabella rettangolare in cui le righe rappresentano: I soggetti esaminati 4. La matrice dei dati è una tabella rettangolare in cui le colonne rappresentano: I fattori studiati 5. Tra i programmi utilizzati per la creazione di una matrice dati vi sono: Microsoft Access e Excel 6. I test di natura attitudinale o di personalità possono essere di natura: Oggettiva o proiettiva 7. Le scale di autovalutazione possono essere: Numeriche, grafiche e descrittive 8. Le prove strutturate e semi strutturate di valutazione dei risultati di apprendimento sono: Solo scritte 9. Le prove semi strutturate a stimolo chiuso e risposta aperta: Non prevedono alternative predefinite di risposta 10. Le prove semi strutturate a stimolo chiuso e risposta chiusa: Consentono di scegliere tra alternative prefissate di risposta N. 6. LA RICERCA SPERIMENTALE RISPOSTE 1. La ricerca sperimentale si pone come finalità la spiegazione delle variazioni: Di un singolo fattore, in base ad un'ipotesi di correlazione con un altro fattore 2. I due concetti chiave della ricerca empirica sperimentale sono: Le variabili e il piano sperimentale 3. Nella ricerca empirica sperimentale gli indicatori rappresentano: Concetti e proprietà direttamente operazionalizzabili che hanno un rapporto con il concetto di partenza 4. Con il termine "variabile"si intende: Una proprietà che può assumere valori o stati diversi 5. L’entità della correlazione tra due variabili: Può essere statisticamente misurata 6. Nella ricerca empirica sperimentale le tre tipologie di variabili indipendenti sono: Ambientali, personali e didattiche 7. Nella ricerca educativa empirico sperimentale è possibile manipolare le variabili: Solo quelle didattiche 8. Nella ricerca educativa empirico sperimentale è possibile moderare le variabili: Ambientali e personali 9. Nel Piano sperimentale a due gruppi il Al gruppo sperimentale trattamento viene somministrato: 10 Nel Piano sperimentale a quattro gruppi il trattamento viene somministrato: Nel primo e terzo gruppo N. 7. LA RICERCA AZIONE RISPOSTE 1. La ricerca azione è orientata: Alle decisioni 2. La ricerca azione adotta metodi prevalentemente di natura: Qualitativa 3. La ricerca azione mira a risolvere i problemi: Specifici in contesti definiti 4. L’autore che ha formulato le sette caratteristiche distintive della ricerca azione è: J.P. Pourtois 5. La ricerca azione nasce da: Un problema socio-educativo avvertito come rilevante 6. La ricerca azione si basa: Un passaggio continuo e reciproco tra il piano della riflessione e il piano dell'azione 7. Nella ricerca azione sono coinvolti: Gli operatori educativi e gli esperti dei contenuti e delle metodologie implicate nei progetti 8. Nella ricerca azione si considera peculiare: Il coinvolgimento esistenziali degli attori educativi 9. Le due procedure di generalizzazione adottate nel progetto di r/a CEE-MPI- IRSSAE PUGLIA ' i curricoli dell’intercultura' sono La leggibilità e la contestualizzazione dei risultati 10. Il progetto di r/a CEE-MPI-IRSSAE PUGLIA 'i curricoli dell’intercultura' si è concluso con: La costruzione di un videogame interattivo e di un sito internet N. 8. LE FASI DELLA RICERCA EMPIRICA RISPOSTE 1. L’autore che ha contribuito a definire un ordinamento logico nella loro sequenzialità delle sei fasi della ricerca empirica in educazione è: J. Dewey 2. Le fasi della ricerca empirica in educazione sono: Sei 3. Le fasi della ricerca empirica in educazione sono: Sei 4. La prima fase della ricerca empirica in educazione consiste nella: Identificazione del tema 5. La seconda fase della ricerca empirica in educazione consiste nella: Formulazione delle ipotesi di ricerca 6. La terza fase della ricerca empirica in educazione consiste nella: Formulazione del piano di ricerca 7. La quarta fase della ricerca empirica in educazione consiste nella: Raccolta dei dati 8. La quinta fase della ricerca empirica in educazione consiste nella: Analisi statistica dei dati 9. La formulazione del piano di ricerca consiste nell'individuazione: Della popolazione e del campione 10. L’elaborazione critica dei dati consiste nella: Interpretazione dei risultati N. 9. DEFINIZIONE DI QUALITA' E DI VALUTAZIONE RISPOSTE 1. Migliorando la credibilità dell'università si aumenta: La qualità riconosciuta 2. La qualità riconosciuta è: L'idoneità agli scopi e degli scopi compatibili 3. La qualità si riconosce: Sottoponendosi alla valutazione 4. La valutazione consiste: Nell'autoanalisi a cui segue una valutazione esterna 5. La valutazione analizza: Tutte le attività universitarie 6. La valutazione si svolge: Mediante un processo continuo 7. L'obiettivo della valutazione: Aumentare la qualità 8. Il Processo di Bologna è: Un accordo accademico per il controllo della qualità 9. I crediti sono: La quantità di ore di lezione e di studio che una disciplina comporta in un corso di studi 10. La valutazione è necessaria: Per aumentare la qualità N. 10. METODOLOGIE PER LA QUALITA' E LA VALUTAZIONE RISPOSTE 1. Rapporto fra autonomia universitaria e valutazione significa: La valutazione è il necessario complemento dell'autonomia 2. Per la valutazione è sufficiente una misura delle performance: No, è insufficiente perché si avvale di soli indicatori numerici 3. La cultura della qualità consiste: Nella volontà di migliorarsi 4. Gli standard quantitativi possono derivare dall'applicazione della cultura della qualità: Si, possono derivarne 5. L'oggetto della valutazione è: Il processo di produzione e il prodotto atteso e ottenuto 6. La valutazione è un episodio che impegna saltuariamente l'università: No, è un atteggiamento quotidianamente teso al miglioramento 7. Si occupa della valutazione nell'università: L'intera comunità accademica 8. La valutazione nell'università viene eseguita: Promuovendo il continuo miglioramento 9. Sono presupposti per una corretta valutazione: La disponibilità ad essere valutati 10. Sono rischi della valutazione in campo universitario: Considerare l'Università come produttrice di prodotti valutabili economicamente N. 11. STRUTTURA ORGANIZZATIVA PER LA VALUTAZIONE DELLE ATTIVITA' DIDATTICHE E DI RICERCA RISP OST E 1. La valutazione è basata: Sui dati 2. La valutazione è standard per tutte le tipologie di università, ed inoltre: Deve essere adattata alle dimensioni e alle caratteristiche storico- culturali 3. Il processo di valutazione: Onsiste di una autovalutazione e di una valutazione esterna 4. Il processo di autovalutazione è gestito da: Un Comitato per la qualità 5. Il processo di valutazione esterna è gestito da: Una Commissione nominata da una Agenzia per la valutazione 6. L'autovalutazione si riassume in: Un rapporto di autovalutazione 7. Nella autovalutazione della didattica si esamina: Ogni corso di studio 8. Dei corsi di studio si esamina: L'organizzazione, le responsabilità, gli obiettivi, i contenuti, le risorse umane e strutturali, i risultati o scritta: 5. Gli studenti sono reclutati sono coloro i quali: Non possono frequentare fisicamente 6. Costituisce modalità di apprendimento degli esami: Nelle sedi dell'università 7. È il concetto di apprendimento nell'università telematica: È un apprendimento centrato sullo studente 8. Fanno parte dei corsi telematici più frequenti: Finanza e management 9. Sono i presupposti per una buona docenza telematica: La formazione e la realizzazione di prodotti didattici multimediali 10. Nei corsi telematici esiste una politica per la qualità: Prevedono autovalutazione e valutazione esterna in una minoranza di casi N. 16. L'AUTOVALUTAZIONE DEL DOTTORATO DI RICERCA RISP OST E 1. Il dottorando deve frequentare per un intero triennio, o in alcuni casi, un intero quadriennio: Corrispondente al terzo ciclo di studi 2. Il dottorato di ricerca è: Didattica e ricerca 3. Costituisce presupposto per istituire un dottorato: Avere un background scientifico di livello nell'area del dottorato 4. Costituisce modalità di accesso al dottorato: Superare positivamente un esame di ammissione 5. Il dottorato necessita di docenti dedicati: Sì, i docenti delle lauree magistrali che dedicano un'attività didattica al dottorato 6. Il dottorato ha una organizzazione didattica propria: Sì, lezioni, seminari, didattica interattiva 7. L'attività di ricerca consiste in: Una tesi dottorato che riassume i lavori scientifici fatti durante gli anni del dottorato 8. Ruolo del dottorato: Preparare l'inserimento dei dottori di ricerca al mondo del lavoro universitario 9. Il dottorato è un corso di studio da valutare: Si, analogamente ai corsi laurea 10. Significato di flessibilità nell‘insegnamento: Tenere conto che le competenze richieste nel lavoro cambiano continuamente N. 17. IL DIPLOMA SUPPLEMENT RISP OST E 1. Il diploma supplement è: Una certificazione integrativa del titolo conseguito 2. Il diploma supplement contiene: Caratteristiche del corso, curriculum con crediti e voti 3. Il diploma supplement è stato istituito: Dalla convenzione di Lisbona 4. Il titolo di studio analizza: La collocazione nella classe, la responsabilità gestionale, il ciclo 5. Il curriculum dello studente riporta: Crediti e voti ottenuti, didattica utilizzata, votazione finale, requisiti per il conseguimento del titolo 6. Il curriculum dello studente deve contenere: Gli sbocchi professionali e i percorsi formativi ulteriori 7. Il curriculum dello studente riporta i contenuti e gli obiettivi del corso di studio: Riporta obiettivi e contenuti 8. Il curriculum dello studente indica il rapporto fra crediti e carico di lavoro in ore: Sì, riporta il valore in ore dei crediti 9. Nel curriculum dello studente vi sono i dati anagrafici: Si, tutti 10. Nel curriculum dello studente sono contenuti i dati sull'università sede del corso: Si, compreso lo stato giuridico N. 18. QUESTIONARIO PER GLI STUDENTI SULLA QUALITA' DELLA DIDATTICA RISP OST E 1. Il questionario per gli studenti è: Una raccolta di opinioni sul corso cui lo studente è iscritto 2. Il questionario per gli studenti viene utilizzato Raccogliere elementi per migliorare i corsi di studio 3. È l'argomento sul quale vertono le domande del questionario per gli studenti: L'organizzazione del corso, le tecnologie, l'insegnamento, su quanto lo studente è interessato e soddisfatto, sugli aiuti che ha avuto durante il corso 4. Rientra tra le opzioni della risposta alla domanda relativa al significato di organizzazione dell'insegnamento: Modalità della distribuzione di orari e crediti 5. Una buona organizzazione del corso significa che: E' presente una buona distribuzione del peso degli insegnanti e una buona organizzazione degli orari e degli esami 6. Nella fase conclusiva dei corsi, agli studenti si domanda: Se l'organizzazione del corso quanto a materiale didattico, esami, carichi di studio, crediti, assistenza alla tesi, servizi, diritto allo studio, tirocinio e stage è stata buona 7. Agli studenti dell'università telematica, viene chiesto se ritengono peculiare e interessante: L'importanza dell'interazione docente/studente 8. Rientra tra le opzioni della risposta alla domanda relativa alla facilitazione di un titolo di laurea per l'ingresso nel mondo del lavoro: Sì, perché i docenti hanno costantemente valorizzato il riscvolto professionale del loro insegnamento 9. Rientra tra le opzioni risposta alla domanda relativa lo svolgimento dello stage durante il corso di studi: Sì, o uno stage o un tirocinio 10. Rientra tra le opzioni della risposta alla domanda relativa alle modalità di valutazione del sistema dei crediti: Bene, perché serve alla mobilità nazionale e internazionale N. 19. QUESTIONARIO PER I DOCENTI RISP OST E 1. Il questionario per i docenti contiene: Una serie di domande sulla gestione della Facoltà/Università, le attività didattiche e di ricerca, il personale e gli studenti 2. Il questionario per i docenti è utile: A far esprimere i docenti sulla gestione e le attività 3. Il questionario per i docenti viene somministrato per: Inserire i suoi risultati nel RAV 4. Cosa si chiede per gli Organi di governo: Come prendono le decisioni 5. Sull'argomento inerente la didattica viene domandato: Come sono stati fatti i programmi dei corsi di studio 6. In relazione agli studenti si richiede: Quali sono le loro motivazioni, la loro preparazione, la loro partecipazione all'apprendimento, le loro prospettive 7. In relazione alla ricerca si richiede: Se c'è un rapporto fra disciplina insegnata e ricerca 8. Sul personale docente e tecnico-amministrativo si richiede: La partecipazione alle decisioni e alla divisione dei compiti 9. Sul livello di soddisfazione del docente si richiede: Se si sente valorizzato 10. Si richede se è stato coinvolto nella gestione della qualità: Sì, partecipa alla stesura del RAV N. 20. IL RAPPORTO DI VALUTAZIONE ESTERNA RISP OST E 1. Per valutazione esterna si intende: E' il Rapporto che una Commissione esterna fa sull'università 2. La valutazione esterna consiste: Nell'esame del RAV, in una visita in loco e nella stesura di un Rapporto 3. Rientra nei metodi di analisi del RAV: Se ne esaminano tutte le voci e si confrontano con quanto risulta dalla visita in loco 4. Rientra nelle modalità disintesi del giudizio sulle voci del RAV: Verificando oltre alla loro presenza, se sono compiutamente analizzate 5. Il piano strategico fa parte del RAV da analizzare: Sì, ne è parte integrante 6. Nella valutazione esterna deve essere fatta l'analisi SWOT: Sì, sono i punti di forza, di debolezza, le opportunità e i rischi 7. Rientrano negli argomenti che caratterizzano l'analisi dell'insegnamento: La conformità con il Processo di Bologna (cicli, crediti, assicurazione della qualità) 8. Sono argoenti caratterizzanti l'analisi della ricerca: Le strategie di ricerca, i fondi, le pubblicazioni, il Dottorato 9. Rientra nell'analisi della consistenza dell'università: L'adeguatezza della struttura organizzativa 10. In cosa consiste il Rapporto di valutazione esterna: In una relazione che contiene l'analisi del RAV e le raccomandazioni per il miglioramento N. 21. RIEPILOGO RISP OST E corteccia cerebrale: 8. La corteccia motoria primaria controlla: L’esecuzione dei movimenti 9. Ogni scelta o decisione è prodotta dalla correlazione tra due principali funzioni cerebrali: Rappresentativa e produttiva 10. Sono inviati dal talamo alle cortecce associative, gli stimoli: Emotigeni N. 26. LA MOTRICITA' COME FATTORE FONDAMENTALE DI RELAZIONE FORMATIVA E COMUNIVATIVA RISP OST E 1. Ai Processi Cognitivi appartengono: Percezione, memoria, attenzione, linguaggio, azione volontaria, pensiero, coscienza, immaginazione 2. Le componenti dei processi cognitivi: Consentono di individuare, raccogliere, immagazzinare, analizzare, valutare, trasformare ed utilizzare le informazioni 3. Le componenti dei processi dinamici: Contribuiscono alla delineazione e alla gestione della condotta umana 4. Cosa intende Danesi per direzionalità: Inserire le forme da apprendere in contesti significativi in modo che risultino pratiche,realistiche e coinvolgenti 5. Cosa intende Danesi per formalizzazione: Dare forma ai concetti attraverso la sensorialità e la contestualizzazione 6. Cosa intende Danesi per affettività: Determinare la scelta dei contenuti di apprendimento tenendo massimamente conto della realtà e delle esperienze significative della persona che apprende 7. Con il termine Analitica, Sternberg rappresenta una variabile: Che utilizza le modalità del valutare, scomporre, fare confronti, individuare dettagli, giudicare 8. Con il termine Pratica Sternberg rappresenta una variabile: Basata sull’organizzazione, su abilità d’uso di mezzi e strumenti, sulla progettazione e/o sull’applicazione di piani mirati a obiettivi concreti 9. Indicare quale studioso è stato il primo a definire lo Spettro degli stili d’insegnamento: Mosston 10. Secondo il Modello di Dario Colella gli stili di riproduzione consentono: L’uso efficace del tempo d’impegno motorio individuale e di gruppo, il controllo della sicurezza e della disciplina, la memorizzazione del compito motorio ,la personalizzazione del carico motorio, ma una ridotta autonomia dipartecipazione dell’allievo alle attività e con apprendimenti prevalentemente lineari N. 27. LA MOTRICITA' NELL'OTTICA DIDATTICA 1. La scuola è il luogo in cui: Il presente viene colto ed elaborato nell’intreccio tra passato e futuro 2. I compiti della scuola sono inerenti: La formazione individuale 3. La scuola nel procedere alla definizione ed organizzazione del suo contesto deve assumere la: Centralità della persona 4. La funzione primaria dei docenti è quella di: Favorire la maturazione della personalità 5. Sul versante procedurale i docenti sono tenuti a definire: Obiettivi formativi 6. Nella stesura degli obiettivi, il docente deve tener presente: Gli stili di apprendimento di ogni alunno 7. La didattica, nella relazione docente alunno, prevede la mediazione di: Contenuti culturali 8. Il docente deve mettere in atto procedure specifiche, di tipo scientifico- sperimentale centrate sulla metodologia : Ricerca-azione 9. La progettazione educativa e didattica comporta: La scelta dei modi e dei tempi dell’azione didattica 10. L’azione docente, per accompagnare la crescita ed evoluzione degli alunni, deve: Orientare alla formazione di un pensiero capace di acquisire conoscenze N. 28. RILEVAZIONE E VALUTAZIONE DELLA MOTRICITA' RISP OST E 1. Per competenza motoria si intende: La funzionalità globale più ampia di tutte le componenti che conformano la personalità 2. La competenza motoria esprime l’integrazione tra: I saperi, il saper fare, il saper essere 3. Il raggiungimento dello scopo formativo di acquisire competenze motorie richiede: Un’adeguata metodologia 4. La realizzazione della progettazione educativa e didattica non può lasciare alcuno spazio a: La casualità degli eventi 5. Gli strumenti diagnostici più utilizzati sono: ICF,DSM V, ICD-10, TGM 6. L’OMS ha elaborato: ICF 7. Con l’ICF è possibile stabilire come le persone convivono con la patologia ma anche: Cosa è possibile fare per migliorare la qualità della vita 8. Il DSM V ha un sistema: Multiassiale 9. Il modello teorico di riferimento del TGM è quello di: Piaget 10. Il TGMD mira a rilevare: Il livello di efficienza espressa in una prestazione motoria e l’abilità coordinativa N. 29. IL GIOCO NEL BAMBINO (PRIMA PARTE) RISP OST E 1. La classica distinzione del gioco infantile prevede: Gioco di esercizio, gioco simbolico, gioco con regole 2. Il gioco di esercizio: Coinvolge prevalentemente le strutture della coordinazione motoria e percettiva 3. Il gioco simbolico: Acquista il carattere di finzione immaginifica, si ricollega più alla dimensione affettiva che a quella cognitiva 4. Il gioco simbolico: Risponde alle esigenze dell’io 5. Nel gioco simbolico: Vi è dominanza del significato sul dato 6. Nel gioco sociale: Emergono le regole 7. Quale tra le seguenti non è una modalità essenziale del giocare: Collisione 8. Quale tra le seguenti affermazioni è corretta: Il gioco è illusione, ma non è falsità 9. Il gioco è essenziale al processo di personalizzazione del mondo, questa frase è di: E. Mounier 10. E Cassirer ha parlato di: Homo simbolicus N. 30. IL GIOCO NEL BAMBINO (SECONDA PARTE) RISP OST E 1. Nel gioco sociale: Giungono a sintesi dinamica gioco di esercizio e gioco simbolico 2. Quale tra le seguenti affermazioni è corretta: Il gioco sociale è disinteressato 3. L’autentica esigenza educativa del bambino è: L’imparare a giocare 4. Quale tra le seguenti affermazioni non è corretta. Il gioco è: L’area dello scontro con gli altri 5. L’impegno a costruire una civiltà del gioco attraverso l’educazione è: Quotidiano impegno a promuovere un uomo autenticamente libero, consapevolmente partecipe, direttamente responsabile 6. Una tra le teorie del gioco più accreditate, quella che si rifà agli studi di D. W. Winnicott, considera il gioco del bambino: Un momento di transizione fra mondo interiore e mondo esterno 7. Il gioco educativo è: Esperienza di relazione e di comunicazione 8. Attraverso il gioco, si insegna al bambino: A gestire la differenza e la complessità, attraverso l’autenticità delle relazioni 9. Il gioco è anche il luogo: Della possibilità dell’errore e della sua correzione 10. Il puerilismo è, per J. Huizinga: Il peggior nemico del gioco nella nostra società N. 31. IMMAGINI DEL CORPO E PEDAGOGIA RISP OST E 1. In Occidente, il corpo come fisicità concreta, è stato sottoposto a: Opposizione all’anima 2. Freud denuncia: Un corpo “negato” nel suo identikit libidico 3. Nel corso del Novecento si è realizzata: Una vera e propria rivoluzione del corpo 4. Il riscatto antropologico del corpo è stato guidato da: Psicoanalisi e Fenomenologia 5. Il nuovo statuto del corpo comprende una sua: Centralità, complessità, dialetticità 6. Il corpo umano: È anche emozioni vissute 7. Il soggetto-persona regola il proprio formarsi: Sul criterio della cura sui 8. Sul terreno della pedagogia del corpo, si Un’idea di formazione complessa, aperta e 5. I sistemi di categorizzazione considerano una situazione indagata nella sua: complessità e per tutta la sua durata 6. Il gioco cosmico è un gioco: senza giocatori 7. Il novecento è il secolo della: rivoluzione del corpo 8. Il paradigma fenomenologico ermeneutico sostiene che il mondo conoscibile scaturisce significati che: il soggetto attribuisce agli eventi 9. Il riconoscimento del ruolo fondamentale che la motricità ha per lo sviluppo delle abilità cognitive nell'uomo si deve a: PIAGET 10. J.Huizinga sostiene che il gioco è: un elemento di ordine e di tensione indispensabile al nascere e al crescere della cultura umana 11. L’intervista ermeneutica è finalizzata: a far emergere l’universo di credenze, certezze, pregiudizi, senso comune, rituali, abitudini e consuetudini. 12. L’operazione che misura proprietà continue, stabilendo la distanza tra i punti della scala è detta su scala: ad intervalli 13. L’osservatore attore è: interno e partecipante alla situazione osservata 14. L’osservatore interno è: calato all’interno della situazione osservata 15. La corteccia motoria si suddivide in: 12 aree funzionali 16. La costruzione di una check-list prevede: La stesura di un elenco di componenti da analizzare 17. La ricerca basata sulla matrice di dati nella raccolta e trattamento dei dati si avvale di metodi di natura: Quantitativa 18. La ricerca educativa di natura osservativa: Non va a modificare sostanzialmente l’attività formativa 19. La ricerca psicologica ha dimostrato che: la relazione soggetto-ambiente è regolata con l'organizzazione e la strutturazione di schemi mentali 20 . Le conoscenze già possedute in memoria: Differenti 21. Le due categorie in cui è possibile raggruppare le tecniche di osservazione sono: osservazione sistemica o diretta e osservazione esperienziale o indiretta 22 . Le due operazioni previste nella fase di raccolta dei dati sono: la registrazione la codificazione 23 . Le due caratteristiche che gli strumenti di osservazione devono presentare per essere efficaci sono: Validità e attendibilità 24 . Le tecniche di osservazione più utilizzate sono: osservazione sistemica o diretta e osservazione esperienziale indiretta 25 . Lo schema del processo di elaborazione cognitiva di Wedell permette di individuare: Le componenti che eventualmente sono deficitarie nelle elaborazione delle informazioni 26. Lo studio del caso si definisce molecolare quando: si prende in considerazione un aggettivo 27. Nel gioco simbolico: vi è dominanza del significato sul dato 28 . Nella fase di analisi dei materiali registrati durante l’osservazione il ricercatore può adottare: Metodi di natura quantitativa e qualitativa 29. Nella ricerca educativa l’osservatore può assumere tre ruoli: osservatore interno, osservatore esterno e partecipante 30 . Nella ricerca educativa si considerano normalmente 3 tipologie di variabili indipendenti: Ambientali, personali, didattiche dell'azione 31. Nella stesura degli obiettivi, il docente deve tener presente: Gli stili di apprendimento di ogni alunno 32 . Secondo la ricerca-azione, l’ambiente educativo-istituzionale ed il contesto sociale devono adeguarsi ai bisogni: Di tutti gli attori coinvolti 33 . Si valuta la qualità per: Aumentarla
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