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Pensiero di Immanuel Kant (L'ideale e il reale 2), Schemi e mappe concettuali di Filosofia

Pensiero di Kant introdotto da una breve biografia del filosofo.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2022/2023

Caricato il 22/09/2023

bianca.patru
bianca.patru 🇮🇹

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Scarica Pensiero di Immanuel Kant (L'ideale e il reale 2) e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Filosofia solo su Docsity! Immanuel Kant Nacque a Könisberg, nella Prussia orientale (attuale Polonia) nel 1724. Fu educato nel Collegium Fridericianum, un collegio pietista (religioso). Il pietismo era una corrente della religione luterana tedesca nata nella seconda metà del 1600. Uscito dal collegio si iscrisse alla facoltà di filosofia e teologia di Könisberg e conseguita la laurea fece oer qualche anno il precettore privato. Mel 1770 fu nominato professore universitario a Könisberg, carica che mantenne fino alla morte cge avvenne sempre a Könisberg nel 1804. Kant dedicó tutta la sua vita all’indagine filosofica, all’insegnamento e alla composizione di numerose opere che gli storici hanno suddivisio in 3 periodi, ossia: - Primo periodo, dal 1755 al 1760, in cui prevale l’interesse per le scienze naturali - Secondo periodo, dal 1761 al 1781, chimato periodo precritico, in quanto anticipa la filosofia del criticismo, in cui prevale l’interesse filosofico - Terzo periodo, dal 1782 alla sua morte nel 1804, chiamato periodo critico, nel quale espone la sua filosofia chiamata criticismo. A questo periodo appartengono i suoi capolavori, intitolati : “Critica della Ragion Pura” (1781), “Critica della Ragion Pratica” (1788), “Critica del Giudizio” (1790). Il Criticismo come “Filosofia del Limite” Nell’ambito dell’Illuminismo, Kant fondó una corrente filosofica di cui fu unico esponente chiamata “Criticismo” (dal greco Krino= criticare, valutare e giudicare). Per Kant criticare significa stabilire quali siano le possibilità, i fondamene i limiti in ambito gnoseologico e morale della ragione umana. Gli storici definirono il criticismo come “filosofia del limite” in quanto Kant afferma che la ragione pur essendo la facolta umana più importante sia finita o sia limitata dall’esperienza poiché l’uomo che la possiede è un essere mortale e fallibile. Critica della Ragion Pura In questo trattato filosofico Kant si occupq del problema gnoseologico e in particolare di due forme di sapere ossia le scienze fondamentali (aritmetica, geometria, fisica) e la metafisica. Nello scritto Kant si pone quattro domande fondamentalia a cui cercherà di rispondere, ossia: 1. La matematica è una scienza? 2. La fisica è una scienza? 3. La metafisica è possibile come disposizione naturale? (l’uomo puó farsi delle domande metafisiche come “esiste dio”, “esiste l’anime etc”) 4. La metafisica è una scienza? Per rispondere a queste domande Kant nella prefazione della sua opera espone la “teoria dei giudizi”. Egli definisce i giudizi come proposizioni di senso compiuto costituite almeno da un soggeto e da un predicato. Kant distingue tre tipi di giudizi, ossia: 1. Giudizi analitici a priori. Analitici è sinonimo di infecondi o sterili, quindi non fornisce nuove conoscenze. Infatti il predicato non dice niente di nuovo rispetto a ció che è affermato dal soggetto. Questi giudizi sono a priori perché non derivano dall’esperienza e sono universali e necessari. Esempio: tutti i corpi sono estesi (analitico perchè per definizione il corpo è qualcosa che occupa uno spazio, quindi è esteso). Non deriva dall’esperienza ed è universale, vale per tutti e vale sempre. 2. Giudizi sintetici a posteriori. Fecondi perché il predicato dice qualcosa di nuovo rispetto al soggetto. Derivano dall’esperienza. Sono particolari e non necessari. Esempio: i corpi sono pesanti. 3. Giudizi sintetici a priori. Fecondi, universali e necessari. Sono tutti i giudizi su cui si fondano le tre scienze. Esempio: qualsiasi operazione è un giudizio (il numero 3 addizionato al numero 5 dá come somma il numero 8). La Rivoluzione Copernicana Kantiana Kant nella critica della ragione pura afferma di aver realizzato in ambito gnoseologico una rivoluzione simile a quella che fece Copernico in astronomia. Infatti come quest’ultimo per spiegare i movimenti dei corpi celesti aveva posto il Sole al centro dell’universo e la Terra alla periferia, Kant colloca al centro del processo conoscitivo il soggetto conoscente, ossia l’uomo attribuendo un valore inferiore all’oggetto conosciuto. La rivoluzione copernicana kantiana ha una importante conseguenza, ossia la distinzione tra fenomeno e noumeno. Fenomeno, dal greco phainomenon= ció che appare/si manifesta all’uomo; coincide con le cose del mondo che sono pensabili e conoscibili. Noumeno, dal greco nous= pensiero e ció che è pensato, o cosa in sé che indica la realtà in quanto tale, considerata indipendentemente dal soggetto conoscente. Il noumeno è pensabile ma non è conoscibile perché è una realtà che va oltre i limiti dell’esperienza possibile. Kant lo definisce anche x sconosciuta o incognita. Il noumeno coincide con le tre idee che chiama trascendentali, che sono l’idea di anima, mondo (universo) e di Dio. Le Facoltà della Conoscenza e la Partizione della critica della Ragion Pura Kant individua 3 facoltà conoscitive dell’uomo, ossia: la sensibilità, l’intelletto e la ragione. “Ogni nostra conoscenza deriva dai sensi, da qui va all’intelletto per finire nella ragione. La sensibilità è la facoltà mediante la quale intuiamo ossia conosciamo attraverso i cinque sensi in maniera immediata le cose del mondo. Kant si occupa di questa facoltà nella sezione dell’opera intitolatala estetica trascendentale. La seconda facoltà è l’intelletto il quale grazie alle categorie puó pensare e conoscere i fenomeni e le cose del mondo. Kant si occupa dell’intelletto nella seconda sezione dell’opera intitolata analitica trascendentale. intelletto Kant analizza la ragione nella terza sezione della sua opera intitolata Dialettica Trascendentale. Il senso complessivo dell’opera Kant intitola il suo trattato critica della ragion pura in quanto in esso si propone di criticare la ragione umana definita pura poiché pretende di conoscere la realtà trascendente andando oltre i limiti dell’esperienza possibile, ma così facendo cade inevitabilmente in una serie di errori (perchè è limitata) e per questo deve essere criticata. L’estetica trascendentale Kant nella sua opera utilizza il termine “estetica” non nel suo significato piú usuale come teoria del bello e del sublime ma come scienza che studia la sensibilità e le sue forme a priori. Egli afferma che la sensibilità sia recettiva e dunque passiva poiché riceve dal mondo esterno i dati sensibili ma è contemporaneamente anche attiva in quanto ordina questi dati secondo rappoti di spazio e tempo: infatti tutte le cose del mindo occupano uno spazio perché sono estesi e sono collocati in un tempo. Alla quarta domanda risponde negativamente poiché la metafisica non è una scienza e non potrà mai diventarlo perché non si basa sui giudizi sintetici a priori, gli unici con valore scientifico, e in quanto si occupa del noumeno che è pensabile ma non conoscibile. I Principi della Ragion Pratica Kant distingue due tipi di principi morali 1. Le massime morali, che sono delle prescrizioni di valore soggettivo in quanto sono valide solamente per chi decide di seguirle. Es: alzarsi presto la mattina per fare ginnastica. 2. Gli imperativi (dal latino imperium, comando) che sono comandi o prescrizioni di valore oggettivo in quanto valgono per tutti. Gli imperativi a loro volta si suddividono in a. imperativi ipotetici perché hanno la forma di periodi ipotetici: essi indicano di utilizzare certi mezzi quando si vogliono raggiungere determinati scopi; b. l’ imperativo categorico o assoluto o incondizionato, che ha la forma del devi puro e semplice. Es: devi pagare le tasse. L’imperativo categorico coincide con la legge morale che mi ordina di comprarmi sempre bene. Kant nella critica della ragion pratica espone 3 formule dell’imperativo categorico, la più importante delle quali è la prima, “Agisci in luogo che la massima della tua volontà possa sempre valere nello stesso tempo come principio di una legislazione universale”. Infatti l’uomo per capire se l’azione che sta per compiere è morale o no deve sempre chiedersi se è finalizzata al benessere comune; se invece porta soltanto un vantaggio individuale, non è un’azione morale. Kant afferma che l’imperativo categorico o legge morale abbia alcune caratteristiche. 1. La legge morale è formale in quanto indica all’uomo come comportarsi e di fare il bene 2. La legge morale è razionale in quanto si fonda sulla ragion pratica. Kant giunge a sostenere una forma di rigorismo morale in quanto sostiene che esista un unico sentimento morale ossia il rispetto per la legge 3. Per stabilire se un’azione è morale o immorale occorre guardare con che intenzione la si fa 4 La legge morale è universale e necessaria cioè vale per tutti sempre 5 La morale Kantiana è stata definita dagli storici come una morale autonoma in quanto si basa sulla ragione umana, non su leggi dello stato o divine, quindi l’uomo impone a se stesso mediante la sua ragione e le leggi morale Kant realizza anche in ambito morale una rivoluzione copernicana in quanto pone al centro della morale l’uomo e per questo lo definisce come legislatore di se stesso La Teoria dei Postulati Pratici Lo scopo della vita dell’uomo è il raggiungimento del sommo bene, costituito da due elementi, virtù e felicità, ma nel mondo terreno virtù e felicità non sono mai unite perché il santo non è felice perché non può mai soddisfare i suoi bisogni e desideri, mentre l’uomo felice non è santo b perché soddisfando i suoi bisogni non è un santo. Sorge così un‘antinomia morale. Per superare quest’antinomia occorre individuare tre postulati morali che sono evidenti di per sé e non hanno bisogno di dimostrazione e devono essere accettati in quanto tali. 1. Postulato dell’immortalità dell’anima: la vita terrena è troppo breve per raggiungere la santità perciò occorre postulare l’immortalità dell’anima perché solo in questo modo l’anima riuscirà a raggiungere la santità 2. L’esistenza di Dio. Kant definisce dio come giudice giusto che premia gli uomini virtuosi rendendoli felici nella vita ultraterrena mente punisce i malvagi rendendoli infelici 3. Postulato della libertà. La libertà è la condizione stessa della morale in quanto secondo Kant l’uomo è libero nella misura in cui segue e rispetta la legge morale, infatti solo così realizza il bene.
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