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PENSIERO POLITICO di HOBBES, LOCKE e ROUSSEAU, Appunti di Filosofia

La figura di Hobbes e la sua concezione moderna dello Stato. Si analizzano i fattori storici e culturali che hanno influenzato la sua filosofia, la crisi del giusnaturalismo, la riduzione della ragione a procedimento matematico, la concezione di Stato come scienza e la teoria del Leviatano. Si approfondisce la riduzione della conoscenza a conoscenza delle cause e la distinzione tra corpi naturali e artificiali. utile per gli studenti di filosofia e scienze politiche.

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 09/05/2022

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Scarica PENSIERO POLITICO di HOBBES, LOCKE e ROUSSEAU e più Appunti in PDF di Filosofia solo su Docsity! HOBBES Nasce in Inghilterra nel 1588 e muore nel 1679. Ebbe modo di studiare greco e latino, nel 1628 a caratterizzare il suo contesto storico culturale sono 2 fattori che agiscono in maniera convergente: -l’esistenza di una condizione di guerra civile in Inghilterra in cui c'è contrapposizione tra il parlamento e Corona e l’esercito regio e puritano di Cromwell (nel 1628 c'è la Petition of Right). Traducendo la guerra del Peloponneso di Tucidide, in cui coglie il concetto di ANOMIA “senza leggi” situazione di disagio e conflittualità che si crea quando viene meno un ordine normativo e quindi la presenza limitante della legge. -la crisi del GIUSNATURALISMO: Il giusnaturalismo medievale era una corrente filosofica basata sull’esistenza di un diritto naturale e della sua superiorità rispetto al diritto positivo (prodotto dagli uomini), la sua crisi si traduceva nell'idea del buon governo cioè dell'idea che la politica debba limitarsi a riconoscere e assecondare, tradurre in concreto l'ordine naturale delle cose voluto da Dio (come diceva San Tommaso d'Aquino dove la Lex naturalis rispecchiava la Lex extensa). La modifica del concetto di ragione permette di entrare nel cuore della "rivoluzione cognitiva" della modernità che si attua nel 600: rispetto a Cartesio e Spinoza, in Hobbes c'è la perdita da parte della ragione della sua funzione intuitiva (cogito in Cartesio, amor dei intellectualis in Spinoza) limitandosi ad essere pura procedura razionale, puro calcolo come testimonia l'esistenza nell'uomo del linguaggio: un insieme di segni, di concordati con i quali cataloghiamo, comunichiamo e prevediamo le esperienze, quindi la ragione è un addizionare e sottrarre concetti: l’uomo è un animale più la razionalità (animale razionale di ristoro), l'animale è un uomo meno la razionalità. Questa riduzione della ragione o procedimento matematico corrisponde ad un'estensione del meccanicismo all'intera realtà macchina, in Hobbes si coglie la sostituzione di paradigmi non solo metafisici o scientifici ma anche gnoseologici generali propri della realtà. STATO Nella concezione classica lo Stato era un organismo naturale cioè insieme del vissuto sociale dei cittadini in quanto l’uomo è animale sociale “zoon politikon" (tanto che nel mondo anglosassone vigeva il Common o diritto consuetudinario come riflesso di una concezione naturalistica dello Stato), era la storia a fare il diritto, in quanto nel medioevo la natura era un ordine autonomo che la ragione doveva tradurre; nello stato moderno natura=ragione: così come in ambito scientifico la natura diventa semplicemente ciò che è ricostruito attraverso leggi scientifiche, così in ambito politico il diritto è ciò che la ragione costruisce a partire da se stessa. Se prima diritto era scandito dall’appartenenza ad un determinato ordine sociale, adesso nasce la concezione di diritti universali che l’uomo non possiede in quanto uomo appartenente ad una determinata società, ma in quanto cittadino: diritto alla vita, alla sicurezza, alla proprietà spacciato come diritto naturale, tutti diritti assicurati da una concezione di stato CONTRATTUALISTICO frutto di un patto costruito a tavolino artificioso. Lo sforzo di Hobbes è quello di estendere il razionalismo alla dimensione politica e sociale, questo presuppone una rivisitazione in senso materialistico e corporeistico del razionalismo: ciò che consente di applicare la ragione matematica a tutta la realtà compresa quella politica e la riduzione di qualsiasi realtà o oggetto materiale (gia visto con Cartesio), secondo Hobbes a “corpo”. perciò si spoglia delle velleità metafisiche che ancora caratterizzavano Cartesio e Spinoza: in Hobbes non c'è la preoccupazione della totalità dell'essere che abbiamo nei primi due ma ce la preoccupazione di costruire un ordine sociale politico razionale non metafisico. La ragione man mano che ci addentriamo nella modernità si spoglia dei vincoli di carattere metafisico teologico per diventare la ragione moderna operativa di tipo strumentale funzionale che si caratterizza per la sua attitudine definitoria che serve a definire e catalogare l'esperienza e quindi è funzionale ad una scienza intesa come conoscenza del rapporto di causa ed effetto. Lo stato diventa un'immensa macchina=mechanè=ingegno, costruzione razionale”(greco) un qualcosa di determinato da materia e movimento che funziona in base alle leggi deterministiche della natura che sono costruite dalla mente umana, leggi di natura razionale. Concezione di Stato come SCIENZA era già stata appurata da Machiavelli, enunciando ciò come un principio senza poi declinarlo e trarne le conseguenze dal punto di vista scientifico come invece fa Hobbes, che invece si ispira alla trattatistica 600 esca caratterizzata da un ragionamento rigoroso e consequenziale. Hobbes non è uno storicista (non pensa di poter capire il presente attraverso lo studio della storia) è un teorico della politica astratta cioè che studia modelli politici astratti per comprenderne l'efficacia. es. considera lo stato di natura non come storicamente esistito. La scienza per Hobbes è la scienza dei corpi dove la riduzione a corpo consente anche di ridurre la conoscenza a conoscenza delle cause (massimo grado di certezza solo quando procede dalle cause agli effetti e non viceversa), la scienza come diceva Aristotele è “scire per causas” : solo se la realtà è un'immensa macchina posso conoscere i rapporti di causa effetto. È scienza dei corpi perché solo la corporeità attesta l'esistenza di qualcosa: ritiene che sia l'anima che Dio siano corporei entrando in polemica con il vescovo Bramul, in quanto affermando l'incorporietà di qualcosa e come se si sostenesse la sua inesistenza. L'anima è corporea infatti conosce, percepisce e vive grazie al movimento del corpo che la caratterizza, la sensazione e la percezione di tutti i fenomeni mentali sono in realtà prodotte il movimento del corpo. I corpi questi possono essere naturali o artificiali, solo in quest'ultimi sarà possibile una conoscenza rigorosa che parte dalle cause e ne deduca gli effetti: sono l'etica, la politica, la matematica dove la ragione riesce a produrre il massimo grado di conoscenza rigorosa. Per quanto riguarda i corpi naturali cioè la fisica, la conoscenza può essere al massimo probabile perché è necessario partire dagli effetti ed uno stesso effetto può avere una pluralità di cause. LEVIATANO(1651) Nella trilogia latina “De corpore, de cive, de homine” scritta tra gli anni 1640-50, arco temporale in cui Hobbes sperimenta direttamente la guerra civile in corso in Inghilterra tanto che fu costretto a rifugiarsi a Parigi. Nello stesso arco temporale pubblica la sua opera maggiore cioè il “Leviatano” mostro che secondo la tradizione biblica terrifica al solo sguardo. Nel frontespizio dell’opera appare un'analogia tra individuo e Stato moderno che appare come un “individuo ingigantito” risultante del contributo di tutti i cittadini, è quell'artificio che istituisce la società, in quanto possiede un potere superiore rispetto a quello dei singoli sudditi che lo hanno generato. Potere che non ha alcun limite se non il rispetto di un di ultraterreno e il rispetto della vita dei cittadini che obbediscono alle leggi, per questo è concepito come “Dio mortale " che secondo Hegel è "l'ingresso di Dio nel mondo ", concezione che porta al fascismo. Il ridimensionamento della presenza del potere religioso si riduce nella SACRALIZZAZIONE DELLA POLITICA come dice il filosofo ateo Foiermak nell’800. Nel sottotitolo di quest'opera Hobbes ci illustra la materia dello Stato lo fa indipendentemente dal fatto che questo sia di natura ecclesiastica o laica in quanto vi è la concezione di Stato macchina che può essere usata da chiunque, sia dal potere spirituale che da quello temporale. PATTO di natura assolutistica i cui 2 momenti coincidono dal punto di vista cronologico (se fossero due elementi temporali distinti si tornerebbe nella condizione di guerra naturale) PACTUM UNIONIS VEL SOCIETATIS: porta alla nascita della sovranità mediante l'unione delle libertà singoli individuali. Pactum SUBIECTIONIS: Questa sovranità viene immediatamente alienata, i cittadini emancipandosi dello stato di natura diventano sudditi cedendo i loro diritti al sovrano, tranne uno: il diritto alla vita. Quest'ultimo non è un diritto di "umana concessione" del sovrano i sudditi ma è un principio di cautela di cui si è dotato egli stesso, in quanto il suo potere non ho alcun limite se non il rispetto di un di ultraterreno e il rispetto della vita dei cittadini che obbediscono a leggi. Attraverso la rinuncia al diritto di tutti su tutto e al trasferimento di questo diritto ad altri l'uomo esce dallo stato di natura e costruisce lo stato civile. Affinché i cittadini alienino il loro potere nelle mani di uno Stato è necessario che il patto abbia 3 caratteristiche: -UNILATERALITÀ In quanto se fosse un patto reciproco verrebbe meno la supremazia e la sovranità assoluta dello Stato:l'obbedienza che il cittadino deve allo Stato è un'obbedienza assoluta attiva (a differenza dell'obbligazione nei confronti delle leggi naturali). -INDIVISIBILITÀ: Per evitare conflittualità tra i 3 poteri, concepiti nelle mani di 1 solo individuo dotato di potere assoluto. (Concezione diametralmente opposta a quella liberale di Montesquieu che aveva costruito il suo pensiero politico sulla base della tripartizione dei poteri ritenendo che questa indivisibilità avrebbe portato ad un “potere che incarna il potere”). -IRREVERSIBILITÀ Questo sulla base delle premesse antropologiche in quanto se il patto si sciogliesse si tornerebbe allo stato di natura che inevitabilmente degenererebbe nello stato di guerra. LOCKE padre fondatore del liberalismo, nato Nel 1632, 40 'anni dopo Hobbes, vive in una società che gli storici definiscono PROTOINDUSTRIALE/PROTOCAPITALISTICA inglobato nella storia inglese del fine 600, segnata dalla rivoluzione inglese e dal passaggio ad una monarchia costituzionale. C'è l'esigenza di una rinnovata concezione di LIBERTÀ che non è più una "libertà di" di positiva partecipazione alla vita politica tipica del cittadino greco, ma diventa "libertà da" dallo stato macchina. Concezione nata a seguito della rifondazione su basi scientifiche della politica in un periodo di trasformazioni che investono l'economia di scambio e la società: l'affermazione dei ceti medi indica la necessità di delimitare i poteri e le prerogative della politica al fine di salvaguardare la libertà dell'individuo. PENSIERO POLITICO Se prima gli parve che solo lo Stato assolutistico Hobbes potesse garantire il raggiungimento di un sistema ideale basato sull'utile della convenienza che potesse fornire il miglior vantaggio per tutti, in seguito al fallimento della restaurazione monarchica degli Stuart si convinse che lo stato assoluto non si adattava alle tendenze naturali dell’uomo. STATO di NATURA: L'uomo naturale è concepito come razionale che non presenta libertà egoiste come per Hobbes, in quanto limitate da un principio di naturale convivenza, tranne per la vendetta che danneggia tale convivenza. Condizione di uguaglianza di diritti naturali connaturati all'uomo: diritto alla vita, sicurezza libertà e alla proprietà “homo economicus” (il sovrano Hobbesiano può espropriare la terra dei suoi sudditi, il che non può avvenire concependola come un diritto naturale) che richiama l'affermazione dei ceti medi in quanto l'aristocrazia, che era già il ceto possidente, non aveva bisogno di rivendicare tale diritto. Inoltre per Lock vi è la possibilità che lo stato di natura degenera in uno stato di guerra, in quanto posto che la natura concepisca l'uomo con tali diritti naturali, non assicura l'efficacia di questi ultimi. Qui subentra il ruolo del PATTO fondativo dello STATO CIVILE(concezione contrattualistica di quest’ultimo), che porti alla nascita di una sovranità collettiva (stato civile) che ha come obiettivo garantire la giustizia e il rispetto dei diritti naturali,secondo una prospettiva di stato liberale che difende la libertà del singolo, e di stato MINIMO negativo che interferisca il meno possibile nella via dei cittadini in modo da favorire l’azione del singolo, ha quindi un potere limitato e circoscritto. (a differenza dello Stato Hobbesiano che si fa usurpatore dei diritti naturali e tende a limitarli al fine di garantire la pace). PATTO: i 2 patti si distinguono (a differenza di Hobbes): -il PACTUM UNIONIS: 1 momento in cui gli individui forniti dei loro diritti naturali li uniscono fondando la sovranità collettiva (quindi con unione delle singole libertà individuali). -PACTUM SUBIECTIONIS: 2 momento in cui cittadini decidono liberamente di trasferire parte di questi diritti naturali alle istituzioni in modo che questi vengano tutelati e garantiti. caratteristiche: -BILATERALE in quanto la sua funzione è quella di tutelare e garantire i diritti naturali su cui lo Stato non ha potere: se non Hobbes la libertà dell'individuo era la libertà stabilita dallo Stato, il Locke la libertà che l'uomo ha per natura è quella che lo Stato deve difendere. -REVERSIBILE in quanto per Locke lo Stato è al servizio dei cittadini, è il mezzo che fonda i diritti e le libertà dei cittadini, non il mezzo che li indirizza verso il fine dello stato. -DIVISIONE DEI POTERI: Per Locke il potere supremo è quello legislativo che appartiene al popolo il quale delega un organo predisposto ad emanare leggi (parlamento), all'interno di questo rientra il potere giudiziario. Subordinato al potere legislativo via il potere esecutivo del sovrano che garantisce l'esecuzione delle leggi. Il sovrano ha il DIRITTO di SPADA cioè di far rispettare la legge con uso della forza che è prerogativa dello Stato esercitato entro i limiti, la politica rafforza i diritti e ne stabilisce i limiti del potere. I cittadini hanno il DIRITTO di RESISTENZA che consiste nel reclamare i propri diritti di fronte un sovrano ingiusto (In risposta al conflitto per il potere in quel momento storico tra parlamento e corona). La concezione liberale radicalizza la frattura tra ambito religioso e civile laico iniziata già dalla crisi della scolastica, in quanto proprio per la natura razionale dello Stato che ingloba la sfera civile e morale è bene che sia separato dalla CHIESA che non può interferire con il potere temporale e civile, definita da Locke una "società in cui gli uomini decidono liberamente di come rendere culto a Dio" perciò non c'è spazio per imposizioni di carattere litigioso e per interferenze di poteri tra politico e religioso: se lo stato si serve della forza per imporre la dottrina tale scelta entrerebbe in contraddizione con la stessa definizione di chiesa che ha la sua base una libera scelta di fede. Da ciò si evince il principio di tolleranza religiosa in omaggio le concezioni deistiche che espone nella sua "epistola sulla tolleranza" pubblicata anonima successivamente al suo esilio in Olanda che avrà una risonanza nel "Toleration Act” emanato poco dopo la Gloriosa Rivoluzione. (DEISMO :"religione naturale" che concepisce l'esistenza di un essere supremo, kant”è detto deista colui che ammette solo 1 teologia trascendentale”)
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