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people are media people are media, Appunti di Semiotica della Pubblicità

people are media boooooooooooooooooooo

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 29/06/2019

elisa-bonfadini-1
elisa-bonfadini-1 🇮🇹

5

(2)

4 documenti

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Scarica people are media people are media e più Appunti in PDF di Semiotica della Pubblicità solo su Docsity! PEOPLE ARE MEDIA Prefazione Innovazioni tecnologiche conseguenze a livello sociologico. Società sempre più SOCIAL. Il MEDIUM (mezzo) vive, racconta e condivide queste rivoluzioni. • Fotocamera reverse: prima focus verso l’esterno, ora focus su di noi (selfie). • Recensioni: si guardano sempre prima di acquistare. • Software che ci conoscono alla perfezione • Comunicazione: con chiunque in qualsiasi momento. Quindi le persone sono i media. • Importanza dello storytelling per chi fa business La fotocamera reverse Prima le persone si facevano fare una foto, adesso se la fanno da sole. L’experience diventa un soggetto fisso (la mia faccia) su sfondo variabile. Insicurezza che pervade la società: vogliamo dei feedback positivi dalla gente che compensino i dubbi su noi stessi. Experience: io sono il tuo media Sottomarino spuntato dietro il Duomo di Milano: notizia passa di persona in persona tramite i social. Le persone sono media. Quasi la metà degli americani cercano notizie su Facebook e non su piattaforme professionali. Sempre più diffuso l’amore incondizionato per determinate marche. Review 2016: rapporto sulla comunicazione del Censis. Televisione usata al 97%, radio 84%, Internet 73%. Calano libri e soprattutto giornali. Saliti quotidiani online ma di poco. Whatsapp è la app più diffusa, poi Facebook e YouTube. Secondo Censis internet e i new media sono la causa principale dei problemi delle democrazie in occidente: portano a forme di indifferenza anche in soggetti istruiti e impegnati. Ma così si rischia di non vedere tutti i problemi social che con internet non c’entrano. Avvento del digitale: cambia la percezione di tempo e spazio. Invenzione dell’email. Focus group: poco efficaci. Oggi le aziende devono contare sulla tecnologia a tutto tondo. Bisogna raccogliere i dati ma anche leggerli, analizzarli e interpretarli. Soluzione: enriched data. Paradigma della comunicazione: prima la finzione e ora verità e realtà. The social society Social: enormi potenzialità, pessima reputazione: provocano cyber bullismo, dissociazione dalla realtà. Ma questi atteggiamenti c’erano anche prima, anche se è vero che l’aumento dei mezzi di comunicazione ha amplificato la potenza negativa di questi atteggiamenti. Sono gli adulti che subiscono di più la pervasività: non hanno il filtro ai social che i giovani sviluppano. Problema non è il mezzo ma la cultura veicolata, l’atteggiamento verso le cose. È la misura. La parola chiave del nuovo cittadino è intrattenimento, tutto viene fatto rapidamente e tutto è passeggero. Second screen (telefono) mentre guardiamo la tv. Ma in realtà il telefono è il first screen. Gruppi: potenziale enorme, perfetti per non sentirsi soli. Sono tribù digitali che sviluppano al loro interno una moralità e vedono negativamente gli esterni. Fenomeno dei leoni da tastiera: l’offesa e la rabbia sono veloci e passano altrettanto velocemente. La nostra vita nella cache di un computer Le aziende sono in grado di capire tantissime cose di noi e leggerle a proprio favore. Brand più vicini alle persone: quelli che ascoltano il comportamento degli utenti e modificano il servizio in tempo reale. La nostra vita vera, quella interessante dal punto di vista commerciale, è nella cache del nostro pc. Possiamo mentire a tutti ma non a Google. Social: la gente tende a mostrarsi più intelligente e critica di quanto non sia. La pagina di un brand è come un servizio clienti e bisogna saper ascoltare le lamentele. Se non ti rinnovi muori. Se lo fai troppo velocemente muori lo stesso. La chat come esigenza primaria di comunicazione Oggi chiunque può comunicare con chiunque, quando vuole e da dove vuole, e può usufruire di platee di ascoltatori potenzialmente illimitate. Chat: strumento di comunicazione più usato. Messaggio vocale: il device fa da tramite con la persona con cui comunichiamo. La chat è la riproduzione scritta di una comunicazione verbale, con tutti i problemi che questo crea: no parte visiva, no gesti possibili incomprensioni. Esse plasmano il nostro racconto di noi e quindi l’identità che ci attribuiamo. L’asincronia delle chat disorienta gli adulti ma è la normalità per noi. Sulle chat si può fingere, di più che di persona. Anche sui social. I giovanissimi preferiscono scriversi che parlarsi, forse perche lo schermo fa superare l’imbarazzo. Innamorati di un’intelligenza artificiale Alexa: funziona con internet, utilizza dati e info raccolti da Amazon. Governare quello che ci circonda con la voce è il futuro. Digitare richiede tempo e fatica. La vera forza di Echo è il cervello semantico che gli permette di imparare le risposte e i nostri gusti. L’internet delle cose (Internet of Things) è parte della nostra vita. Echo: prima grande porta per uno storytelling interattivo vocale che sarà il futuro della quotidianità. Le major dettano le nuove regole della pubblicità Polemica sulle pubblicità di Facebook. Per Zuckerberg basta che l’utente scorra il dito sullo smartphone e salti lo spot ma chi l’ha inserito paga come se la persona l’avesse guardato con attenzione. Ma le aziende non possono lasciare il sito: è l’unico con due miliardi di utenti. Le nuove piattaforme non hanno solo rimodellato il mondo dell’advertising, ma potrebbero arrivare a prendere il posto dei pubblicitari per soddisfare l’inserzionista. Industria 4.0 e governo delle piattaforme Ragazzi negli Stati Uniti che hanno creato dyapers.com e soap.com. Spedizione di questi articoli per chi vive fuori dai centri. Amazon ha comprato i siti. Loro quindi si sono inventati un sistema ancora più innovativo e Walmart l’ha comprato. Insomma si possono comprare queste buone idee ma non finisce mai la storia perché chi le ha pensate si inventa un nuovo sistema ancora più forte. Start up digitali. Prima queste cose non si potevano fare senza soldi. Tecnologia ha ribaltato il mercato del lavoro, affascinando i giovani che si sentivano a loro agio con l’innovazione, interessando i datori che possono produrre di più pagando di meno. Nuova industria 4.0: quarto stadio di uno sviluppo che parte dal vapore, arriva al petrolio e all’elettricità, passa all’informatica e ai computer e arriva alle macchine che prendono il posto degli uomini. I sensori registrano tutto e l’intera produzione è controllata: i dati sono centrali. Porterà alla sostituzione dei lavori manuali ripetitivi e dei lavori intellettuali. Robotica e automazione riducono errori, tempi e costi, migliorano produttività e sicurezza. Iper controllo contro iper partecipazione
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