Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Per la causa delle donne, Appunti di Comunicazione Interculturale

Per la causa delle donne, Maria Montessori

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 19/07/2023

flavia-lippolis-2
flavia-lippolis-2 🇮🇹

5

(1)

5 documenti

1 / 5

Toggle sidebar

Spesso scaricati insieme


Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica Per la causa delle donne e più Appunti in PDF di Comunicazione Interculturale solo su Docsity! 2 PER LA CAUSA DELLE DONNE, MONTESSORI La questione femminile e il Congresso di Londra Al Congresso femminile a Londra parteciparono circa tremila donne di ogni nazionalità d’Europa, America, Australia e Asia, portando il racconto delle condizioni civili e morali, e dell’opera della donna nei rispettivi paesi. Quasi tutte avevano lasciato in casa una famiglia, marito e figli, e nella loro patria tracce benefiche della propria attività. Erano donne nuove, ovvero donne che lavorano al progresso sociale, che contribuiscono all’universale benessere, che si erigono a offrire l’opera loro all’altra metà umana per unirsi insieme a completare il benessere comune. La donna potrà fare quanto l’uomo fa, ma portandoci la sua nota speciale di bontà materna. E intanto mette in pratica un grande principio civile: la solidarietà, l’organizzazione. Dall’opprimente negativismo la donna si è scossa ed è passata al moto e all’azione, uscendo dai rigidi schemi maschilisti del passato. L’obiettivo è quello di unirsi per il bene universale, contribuendo al maggior benessere comune e la speranza di lasciare il mondo migliore di quando vi nacque. Le donne lavoratrici credono che l’unione loro nel bene universale conserverà meglio la famiglia. Infatti, quando la donna farà il bene, mostrerà all’uomo un’intelligenza colta e capace di comprenderlo, un cuore atto a seguirlo nelle sue passioni sociale e politiche, o col lavoro l’aiuterà a mantenere l’agiatezza della famiglia. Il principio generale di femminismo che brillava al Congresso di Londra non era contrario, quindi, a nessuna legge sociale o divina: tendeva solo a trasformare queste leggi dal positivo all’attivo con una meta universalmente benefica. Lo scopo del movimento femminile iniziato dal Congresso è di organizzare le attività femminili già esistenti in tutto il mondo, attività provocate già in gran parte direttamente dal fattore economico, che crea operaie, educatrici, professioniste. Ma questa nuova importanza della donna crea squilibri: le leggi e i costumi non sono ancora pronti a questo movimento e ne segue una serie di vittime e d’oppresse e di incomprese. Nascono forti squilibri tra l’importanza e la retribuzione del lavoro femminile e di quello maschile; necessari nell’inizio di ogni grande movimento, si sono equilibrati secondo il grado più o meno avanzato di civiltà nelle varie nazioni. Tutte le società nazionali dovranno comunicare tra loro, aiutarsi, consigliarsi a vicenda; si riuniranno ogni 5 anni in un congresso internazionale per mettere in confronto le varie classi sociali e raggruppare i vari tipi intellettuali di tutto il mondo e rendere pubblico il lavoro compiuto e le vittorie riportate in ogni singolo paese. Lady Aberdeen (vice Regina, presidente del Congresso di Londra): dama pia e liberale. Il suo principio era “fa agli altri quello che vorresti venisse fatto a te stesso”. Convinse chiesa e stato della santità d’intenzioni nelle donne del partito femminista. Il vescovo di Londra invitò le donne del Congresso a un garden party nei suoi immensi giardini privati. La gran festa solenne fu alla cattedrale di Saint Paul, la più grande chiesa di Londra, nel dopopranzo della domenica. Anche la Regina Vittoria, 80enne sovrana di regni e imperi, volle dare il saluto alle femministe e incoraggiarle con parole affettuose nella loro opera sociale. La questione di proteggere il lavoro delle donne, la sua dignità, merita profondo studio: l’esperienza ci racconta come nei paesi più avanzati e ricchi, dove il benessere delle classi lavoratrici così intellettuali come materiali è maggiore, anche i frutti del lavoro sono più abbondanti e migliori. E quando poi alla donna si riferiscono queste considerazioni, vi si aggiunge il vantaggio di una maggiore moralità nel paese, e di una generazione di bambini più forti e meglio promettenti per l’avvenire. Cosa può fare la donna? Organizzarsi tra donne, stringersi in una solidarietà mondiale e fare capo in un centro solo, risolvere quelle questioni che riguardano il sacro diritto di umanità. E per fare questo bisogna seguire una via di giustizia: lavorare, e fare agli altri il bene che vorremmo fatto a noi stesse. Il Comitato nazionale italiano, il cui capo provvisorio era la Contessa Taverna, è stato promosso e salutato da unanimi auguri al Congresso di Londra. E fu il suo comitato provvisorio e il suo consiglio composto dalla principessa di Venosa, dalla signora Virginia Nathan, da donna Giacinta Martini, e dalla contessa Pasolini, 2 che invitò la Montessori al Congresso. Le gentili dame chiamarono nella loro nuova missione il consiglio e l’appoggio di un uomo illustre, la cui ampiezza di vedute moderne hanno recentemente portato grande progresso nell’educazione italiana: il ministro Guido Baccelli (ministro della pubblica istruzione italiana). Noi lavoriamo sole perché gli uomini non ci comprendono ancora, non ci sentono nella nostra grande missione nuova. Ma se un uomo percorre con la mente i tempi, e alla genialità scientifica unisce anche quella sociale, diviene naturale sostegno della causa femminile. Dopo di lui altri uomini grandi resteranno presi e abbagliati dalla sanzione della chiesa anglicana e dell’imperatrice regina Vittoria. Guido Baccelli si è schierato dalla parte della giustizia e del progresso prima ancora di saperne l’alta vittoria. Egli conobbe le dame che sono a capo del comitato della Taverna e colse da loro la stima profonda per l’opera sociale della donna:  Virginia Nathan, aiuta le ragazze abbandonate e senza lavoro. Fonda il senatorum per le ragazze tubercolose.  Giacinta Martini, fonda il laboratorio Soccorso e lavoro per le madri povere.  Principessa di Venosa e la Contessa Martini, fondano la lega nazionale per la difesa dei fanciulli deficienti. Il saluto delle donne italiane Sebbene in Italia non ci sia ancora un fortissimo partito femminista, si percepisce che l’attività della donna introdotta nel settore dell’economia e delle disposizioni naturali è regolarmente risvegliata. Sia gli stipendi industriali che agricoli sono relativamente bassi in Italia. Non c’è quasi nessun settore di lavoro pesante a cui la donna non partecipi in grande misura. Da un punto di vista fisiologico non può essere certamente affermato che la donna si affatica meno di un uomo, mentre al contempo non ci sono leggi industriali o del lavoro per la sua protezione. Nel 1986 le statistiche rivelano trenta donne laureate; nel 1896 il numero si raddoppia; oggi non c’è nessun corso universitario che non sia frequentato dalle donne. Hanno contribuito in un modo che non può essere ignorato dalle pubblicazioni scientifiche, per merito delle quali furono elevate di rango di docente universitario ed alcune hanno l’onore della cattedra nelle più autorevoli accademie italiane. La via e l’orizzonte del femminismo La via La donna moderna si avvia a nuove forme di attività, passando dall’ambiente domestico a quello sociale. La primitiva aggregazione degli individui fu nella famiglia patriarcale; la successiva organizzazione fu in quella sociale, che disgrega a poco a poco la precedente famiglia. Infatti, la divisione del lavoro sociale e lo sviluppo delle industrie offrendo prima l’indipendente economia ai figli, li separano, dissolvendo le familias in semplici coppie umane; oggi lo sviluppo ancora crescente delle industrie tende a dare l’indipendenza economica anche alla donna, e quindi a scindere la coppia in individui liberi. L’evoluzione della donna e la presente questione femminile vanno studiate insieme alle trasformazioni della famiglia. Anticamente la dignità della domina e della mater era in rapporto con la sua missione di lavoratrice nell’ambiente domestico: la donna trasformava la materia prima negli oggetti che servivano a vestire e nutrire tutta l’umanità; e ne aveva alti compensi sentimentali di riconoscenza. Ma i progressi della civiltà, la meccanica e le industrie, tendono a riassorbire nell’ambiente sociale tutti i lavori cui poteva applicarsi la donna in seno alla famiglia. La filatura, la tessitura, la maglieria, i cuciti, i ricami a macchina, tolgono alla donna tutti i lavori relativi al vestiario. Anche l’educazione dei figli va sempre più diventando opera collettiva e missione di stato: il progresso dell’igiene e della pedagogia impongono ormai una divisione di lavoro nell’opera
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved