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per la causa delle donne, Appunti di Scienze Sociali

per la causa delle donne.........................................................

Tipologia: Appunti

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Scarica per la causa delle donne e più Appunti in PDF di Scienze Sociali solo su Docsity! IL LIBRO: PER LA CAUSA DELLE DONNE LA QUESTIONE FEMMINILE E IL CONGRESSO DI LONDRA Già in qualche giornale si è parlato dell’ultimo Congresso femminile a Londra, che per le sue proporzioni e per la serietà e molteplicità dei temi trattati poteva reggere il confronto dei migliori congressi che l’opera maschile abbia offerto circa tremila donne d’ogni nazionalità d’Europa, d’America, d’Australia e d’Asia erano convenute portando insieme all’eleganza della moda il vestiario indiano, sudanese, giapponese, cinese – il racconto delle condizioni civili e morali, e dell’opera della donna, nei rispettivi paesi. Erano donne, nella maggior parte, gentili e belle, con gli occhi brillanti di intelligenza e di entusiasmo, e la storia loro diceva che quasi tutte avevano lasciato in casa una famiglia, marito e figliuoli. Erano donne nuove, nel loro senso vero e ammirabile della parola: donne che lavorano al progresso sociale, che contribuiscono al benessere. Solo undici anni fa è sorto il loro grido a Washington: «Donne di tutto il mondo, unitevi!» → Fate, cioè lavorate; ma lavorate per gli altri, cioè per la società; e fate il bene altrui. Per ora, da undici anni, si stanno richiamando le donne con propaganda attiva e costante,mirabilmente organizzata --→ Lo scopo non è di far produrre grandi opere a un individuo; La meta è questa --→ uniamoci tutte per il bene universale, ogni donna deve avere la propria ambizione di contribuire col suo lavoro al maggior benessere comune e la speranza di lasciare il mondo migliore di quando vi nacque. Un movimento organizzato di donne conserverà meglio il più alto bene della famiglia e dello stato. Dunque le donne lavoratrici credono che l’unione loro nel bene universale conserverà meglio la famiglia. Infatti quando la donna farà il bene, mostrerà all’uomo una intelligenza colta e capace di comprenderlo, un cuore atto a seguirlo nelle sue passioni sociali e politiche, e il lavoro l’aiuterà a mantenere l’agiatezza della famiglia. Mentre l’altra, lavoratrice, che segue il movimento generale dell’evoluzione, porta in sé la salute e la forza e potrà contribuire all’evoluzione della famiglia, mai alla sua distruzione; e la sua figura tenderà ad elevarsi in un grado sempre più alto nella dignità femminile e materna, fino a diventare vera signora e regina della famiglia propria. Il principio generale di femminismo che brillava al Congresso di Londra non era dunque contrario a nessuna legge sociale o divina: solo tendeva a trasformare queste leggi dal «positivo» all’«attivo» con una meta universalmente benefica. Segnava il risveglio maestoso d’una vita nuova e feconda, della quale i figli dei nostri figli risentiranno dolce e forte benessere. Quale scopo pratico aveva la riunione imponente di Londra? Lo scopo del movimento femminile iniziato dal Congresso è di «organizzare» le attività femminili già esistenti in tutto il mondo, attività provocate già in gran parte direttamente dal fattore economico, che crea operaie, educatrici, professioniste; in piccola parte dal progresso della civiltà, eccita anche nell’animo femminile un interesse e un entusiasmo, che lo spingono all’attività. Ma il fatto nuovo della donna che entra fatalmente, all’infuori di ogni propaganda femminista nel lavoro materiale, diventa un contribuente d’importanza sempre maggiore nel bilancio economico-sociale, crea uno squilibrio. La donna operaia è mal pagata resta muta vittima della brutalità del marito, come quando era dal lui mantenuta. La telegrafista, in base al pregiudizio che la donna non sappia tenere i segreti, è condannata ancora in qualche paese, l’avvocatessa trovano nel pregiudizio sociale o nelle leggi un impedimento a compiere con successo la lotta per l’esistenza. Undici anni fa da alcune valorose donne americane ed inglesi che, unitesi a Washington a congresso, deliberarono di fondare una immensa società mondiale tra tutte le donne lavoratrici, per facilitare lo studio delle condizioni della donna in ogni paese e per aiutare col reciproco sostegno. Unitevi in una solidarietà fraterna affinché la donna sia protetta ed aiutata dalla donna; organizzatevi prima in società secondo il vostro ceto, nei vostri rispettivi paesi; ponetevi in grado di esporre ognuna i vostri bisogni, le ingiustizie che vi opprimono, i vantaggi che vi siete procurati; se avete un partito, un’idea politica, coltivatela pure in piena libertà, ma tenetela per voi, organizzatevi tra voi nel vostro paese e fate un comitato nazionale → In esso portate i vostri studi, il vostro lamento, la vostra domanda; ma non mai l’idea politica che vi ama. I comitati nazionali si dovranno riunire ogni tanto in congresso nel proprio paese. Tutte le società nazionali dovranno poi comunicare tra loro, aiutarsi, consigliarsi a vicenda; e si riuniranno ogni cinque anni in un congresso internazionale per mettere in confronto le varie classi sociali, e raggruppare i vari tipi intellettuali di tutto il mondo e render pubblico il lavoro compiuto e le vittorie riportate in ogni singolo paese. Tale era il Congresso di Londra chiusosi nello scorso luglio; era la riunione quinquennale del concilio internazionale delle donne. La storia del lavoro compiuto dalle anglo-sassoni in questi ultimi anni è davvero quanto di più meraviglioso possa offrire la sana attività femminile. Notò quello del Canadà, riunito con singolare tatto dalla sua viceregina lady Aberdeen (presidente del Congresso di Londra). Come è noto, nel Canadà si parlano due lingue: francese ed inglese; e la nazione è divisa n piccole provincie che stanno tutte chiuse in se stesse a guardia di interessi particolari. Le donne che parlano francese non hanno la simpatia con le altre. Pure la contessa di Aberdeen ha saputo come compiere una meravigliosa opera di consolidazione: e con la sua potenza quasi di sovrana ha subito conquistato alle canadesi nuovi diritti industriali e politici. Immenso lavoro di pazienza costò l’organizzazione del comitato tedesco, compiutasi nel 1896. Sono pure erette a comitato nazionale le donne di Svezia e Norvegia, di Finlandia, degli Stati Uniti d’America, d’Inghilterra, di Danimarca, d’Olanda, della Nuova Zelanda, della Nuova Galles del Sud; e sono in via di organizzazione i comitati d’Italia, di Francia, del Belgio e della Svizzera. Tutte queste nazioni avevano mandato a Roma rappresentanti ufficiali, e anche altri paesi, fin dal centro dell’Asia, avevano inviato donne ad ascoltare «la lieta novella». Presiedeva la contessa di Aberdeen, dama della più alta aristocrazia britannica. Bella e maestosa. → Questa gran dama, una delle più strenue sostenitrici della Società di temperanza che con tanto successo combattono l’alcoolismo in Inghilterra e hanno fatto discendere di molto la percentuale dei bambini degenerati, nati in questi ultimi anni. Stava quasi sempre accanto a lady Aberdeen, come sua ombra gentile, la giovane duchessa di Sutherland –--> una dama tanto bella da fare impazzire, che è divenuta già la protettrice di tutti i fanciulli deficienti d’Inghilterra. Il vescovo di Londra invitò le donne del Congresso a un garden party nei suoi immensi giardini privati. Aveva per ognuna una parola gentile, la gran festa solenne fu alla cattedrale di Saint Paul, la più grande chiesa di Londra, nel dopo pranzo della domenica. Vi si celebrava una funzione religiosa in onore delle donne del Congresso. Sembrava che la bandiera delle donne di Washington fosse destinata ad attrarre tutto, a tutto trascinare dietro di sé; i partiti politici, le nazionalità più disparate e le fedi religiose. Anche la regina Vittoria, quella ottantenne sovrana di regni e di imperi, volle dare il saluto alle femministe e incoraggiarle con parole affettuose nella loro opera sociale, invitandole al suo castello Quarta e avvalorato dalla sua grande autorità, e quello manifestato dal commendator Mortara nella sentenza della Corte di Ancona. Invece la sentenza della Corte di Ancona, contro le parole e le opinioni personali dello Zanardelli, si appoggia per interpretare in favore delle donne la legge elettorale politica, nell`articolo 24 dello Statuto, che è legge del passato, del presente e, per ora, diciamo pure dell`avvenire. La causa nostra innanzi alla giustizia e al diritto è perciò indubbiamente vittoriosa… Coloro che la combattono debbono, come ha pur dimostrato brillantemente l`onorevole Mirabelli, attenersi a un ben misero ripiego: fare appello, cioè, alle opinioni personali dei compilatori della legge elettorale. Mentre oggi volge al trionfo l`interpretazione eminentemente scientifica della legge: l`interpretazione evolutiva con la quale sono d`accordo la personalità eminente del venerando presidente della Cassazione di Francia, e la luminosa e nobile intelligenza del senatore Quarta, procuratore generale della nostra Corte di cassazione. Sì, amica mia: ci è conforto pensare che gli avversari ai quali dobbiamo i responsi negativi alle domande di voto sono, soltanto, o grandi morti o piccoli vivi. E tutte le moderne conquiste, amica mia, dovranno dunque esser rinnegate per opprimere la metà del genere umano che è generatrice di vite, custode d`amore e di umana dolcezza e insieme produttrice di lavoro nobile e utile, sol perché coloro che ne avevano la capacità intellettuale non vissero tanto da accogliere tutte queste conquiste dello spirito moderno nel loro vasto pensiero; e quelli che sopravvivono non sanno far posto a idee nuove nel piccolo cervello fossilizzato? Un re lontano, il re di Svezia, si dichiara singolarmente favorevole al riconoscimento del nostro diritto al voto; e là, forse, tra poco, il conseguirà un grande trionfo… Ma noi pure abbiamo dei sovrani del pensiero come il Mortara e il Quarta, che danno interpretazioni geniali alle leggi, seguendo luminose vie di giustizia. E noi pure, dunque, come le donne di Svezia, conseguiremo questa vittoria sul pregiudizio e compiremo il nostro cammino verso la luce… Tu, che ami tanto la solitudine azzurra, tra mare e cielo, sii custode del faro… nella «Vita». 3) LA VITTORIA: Signore tutte l`Italia, ed anche voi, sorelle d`oltre alpe e d`oltre mare, lasciate ch`io ringrazi in vostro nome l`avvocato Lollini, difensore del suffragio feminile innanzi alla suprema Corte di cassazione. Basterebbe sol questo: di aver potuto registrare i nomi di un supremo magistrato e di un deputato al Parlamento che studiarono a fondo la questione del suffragio femminile, e si fecero pubblicamente paladini del nostro diritto, non in private discussioni, ma in pieno esercizio di un alto ufficio sociale, per dirci vittoriose! Ma c`è di più: noi l`altro giorno in Cassazione riportammo ancora una vera e prima vittoria. Il banco degli avvocati, nonostante la già compiuta ed annunciata preparazione di un eccellente collegio giuridico per la difesa del nostro suffragio, era occupato dal solo Lollini. Di noi, delle nostre associazioni femminili, soltanto una rappresentanza non molto numerosa ma tranquilla, serena e seria. L`avvocato Lollini parlò per due ore e mezzo, avvincendo l`attenzione della Corte, mentre le tribune erano gremite di pubblico: cosa insolita, mi dicono. Io fui colpita, l`altro giorno in Cassazione, e lietamente sorpresa dalla evidenza del gran cammino percorso da noi in questa nostra rivendicazione del voto. Noi donne restammo impassibili come coloro che, non avendo diritti, non devono avere entusiasmi. Colui che è gigante della parola e della dignità sembrava in principio quasi un mendicante della parola e degli argomenti, come se queste fossero cose difficili a provare: «La legge non vale quanto la consuetudine», disse. Anche noi, allora, anziché occuparci della legge potremo limitarci a creare delle consuetudini. Purtroppo in Italia questo succede – e anche in forme più o meno ufficiali, ma è forte che il concetto salga fino alla Corte suprema che sta a sacra custodia delle leggi statutarie. . Non credo che questo sia da pensare, Eccellenza. » Ringraziamo il senatore Quarta di queste due affermazioni così solennemente espresse. «Dovremmo piuttosto meglio studiare l`argomento e pensare se fosse il caso di concedere il voto a categorie limitate di donne. » E qui cominciò l`arte oratoria squisita a fluire, poiché ora il magistrato esprimeva con passione i propri sentimenti. Non le ballerine, le chanteuses…» Ma veramente le ballerine, le chanteuses e, più ancora, le altre donne non apertamente nominate, esistono perché gli uomini le vogliono! Quelle categorie di donne – tutto il proletariato dell`amore e del sesso – sono, diciamo così, il vino ma l`uomo è l`alcoolista. In tal caso, a fil di logica, se si tratta ora di quest`altro argomento, converrebbe dare il voto, appunto, a quelle donne là, che ballano e cantano e vendono se stesse. Per combatterla non basta nemmeno uscire dal codice… Ma la famiglia fu disgregata dalle nostre leggi stesse quando, tolto il maggiorasco si spezzarono i legami economici e si lasciarono gli individui come liberi cittadini sotto la tutela dello stato retto a governo costituzionale. Prima le donne non erano abbandonate mai: una famiglia aveva il dovere di accoglierle e di proteggerle. I loro diritti non sono in alcun modo garantiti: mezza umanità è abbandonata dalle nostre leggi. L`avvocato Lollini aveva avuto su ciò forti parole: «Quando noi conquistiamo diritti nuovi e abbracciamo uno statuto che garantisca la nostra libertà, quando noi stabiliamo un governo costituzionale la cui amministrazione e custodia sarà tutelata da noi medesimi, col diritto di voto, non pensiamo solo alla nostra personalità passeggera, ma soprattutto ai nostri figli. Sì, l`uomo onesto, integro, che vorrà con la purezza dei costumi assicurarsi una prole forte e normale, invano avrà procreato individui propensi ad attività umane, capaci di lavoro, perfetti nell`equilibrio della morale e del carattere. Che l`uomo sia immorale, libertino, degenere, incosciente e irresponsabile della propria posterità e crei altri esseri simili a sé in incoscienza ed imbecillità, non importa. LA MATERNITA’: Ecco: la sala di maternità Asdrubali in via Ferruccio si è chiusa e le donne verranno ricoverate invece all`Asilo materno. Noi, che per decisione ufficiale delle nostre società femminili nazionali facciamo oggi della maternità il campo d`azione pratica del femminismo nostro, abbiamo preso informazioni un po` dettagliate sul fatto, e traduciamo a beneficio del pubblico le notizie raccolte. La Congregazione di carità aveva in Roma tre sale di maternità, della capacità di dieci-dodici letti ciascuna. Una di queste sale era l`Asdrubali, in via Ferruccio, chiusa per disposizione prefettizia. Io mi sono più volte trovata a questo genere di spettacoli: ci sono per esempio due letti liberi, arrivano tre o quattro donne, tutte contorcentisi pei dolori del parto. Si scelgono le due nelle quali la crisi è più imminente… Spesso la crisi si compie durante l`interrogatorio sulle generalità della gestante… Le altre vanno in cerca di altre sale… e così finalmente arrivano in un luogo, a crisi tanto avanzata che non possono più essere respinte… Stanno otto giorni a letto e poi sono mandate via, perché i posti vuoti costituiscono un bisogno urgente… Quando la clinica ostetrica fu trasferita da San Giovanni al Policlinico, in quei giorni del passaggio non c`era nemmeno tempo di trattenere per una settimana le madri: era sospeso un servizio, se ne sentiva ovunque il contraccolpo. Il conduttore del tram e tutti i passeggeri ci rivolgemmo a soccorrerla: ella aveva sotto lo scialle due piccoli fagotti, due gemelli, nati da tre giorni in uno dei rifugi della maternità… e la donna, quasi svenuta, tornava appunto a casa dall`ospedale… Ora, è avvenuto giorni fa che una donna in parto volendo andare all`Asilo materno a tre chilometri fuori porta Salaria, non trovò il vetturino che la conducesse: erano evidenti i segni della sofferenza. Forse non tutti conoscono il magnifico splendore della clinica ostetrica al Policlinico! Locali spaziosi e splendidi, capaci di oltre cento letti, tre sale da parto: una sala operatoria di primo ordine, una sala pei neonati che è un bijou elegante e commovente insieme, dove non si sa se siano più gentili e profumati i fiori sempre freschi che stanno sul fontanile del bagno a trifoglio, o le culle avvolte nei veli bianchi come boules de neige… Noi abbiamo una clinica ostetrica che fa veramente onore a Roma. Così verrebbe, in definitiva, un vantaggio anche, diciamo così, spaziale dalla chiusura della sala Asdrubali, perché invece di dieci ecco sostituiti diciassette letti (in progetto s`intende). Ma ancora questo vantaggio non si è raggiunto, perché mentre la disposizione riguardante l`asilo materno ha avuto il suo pieno esito, quella concernente la clinica ostetrica è ostacolata seriamente. Ci sono serie ragioni che fanno pensare, sulla traslazione delle donne in clinica. Perché in clinica ci sono molti dottori, e le donne vengono studiate. Ecco: noi donne del Comitato P. S. F. dobbiamo ben meditare su questa opinione… pudica del Parlamento italiano. Il cavillo sta nel regolamento delle sale di maternità il quale vieta che esse siano adibite a scopo di insegnamento. È vero pure che in clinica hanno promesso di riserbare i letti dati dalla Congregazione, al solo insegnamento pel turno (a gruppo di due o tre) delle allieve levatrici… e questo acquieterebbe molto l`onorevole Santini e il Parlamento italiano sul punto scabroso della moralità. È vero pure che gli uomini della clinica sono dei medici, il cui ufficio del caso è di aiutare appunto la maternità, ed hanno insieme quel solenne rispetto al caso patologico o al fenomeno normale della vita, che solo i medici sanno comprendere (salvo forse alcuni troppo oramai altolocati, come l`onorevole dottor Santini), sicché essi vedono l`umanità e la propria missione e nient`altro al letto degli infermi. E gli studenti vengono acquistando questa coscienza e insieme la dignità particolarissima che dà alla coscienza il segreto professionale… una conquista quasi sacerdotale! È redenzione, è rinnovamento di vita, è eternità, è mistero magnifico, è fonte perenne dell`unico vero amore, è l`innocenza che balza dal grembo vivo dell`umanità!… Insomma: rispettate la maternità, discutete se si debba considerare semplicemente solenne e addirittura sacra; se si debba nelle corsie di clinica ostetrica parlare a bassa voce per non disturbare le gestanti, o per rispetto religioso ai misteri della vita; queste discussioni sì, si possono fare. Forse perché ha capito che è questa – è la maternità – l`altare suo veramente pudico, e puro; l`altare consacrato dal dolore. In questo momento si passano in clinica ostetrica le nottate a fare operazioni – tre, quattro contemporaneamente, perché le madri infelici soffrirono troppo, correndo in cerca di rifugio alla loro maternità! E sono ospitate, necessariamente. Se no si vedrebbero, là sulla via solitaria che mena alla clinica ostetrica, le madri terribili deporre sui sassi l`innocente creatura che viene a rinnovare l`umanità. E sulle pietre della via, forse tra la neve, o al gelo delle notti di gennaio, grida umane e vagiti e strazio cruento sarebbero spettacolo inconcepibilmente tragico… Sicché, in sostanza, il problema si risolve praticamente così, che la clinica ostetrica accoglie tutte queste donne. Lo spazio non manca, c`è posto per oltre cento donne! La clinica ostetrica di Roma ha venti letti per le gestanti. Se questo spazio è meravigliosamente tenuto dal lato igienico, non fa nulla, meglio, anzi, avere delle mura sterilizzate. Ma il fatto è che i letti sono venti. FEMMINISMO: Ogni partito pensa alla sua propria donna e in lei spera quell`equilibrio e quella solidità che è la fervida aspirazione dell`ora presente. Ora noi non possiamo disinteressarci dall`indirizzo che il governo ha delineato su tale studio; poiché per esso entriamo per la prima volta, in Italia, in pieno femminismo, su basi positive. S`inganna chi crede che il femminismo sia un movimento d`idee evolute e che le dimensioni della sua grandezza riposino sul numero delle donne simpatizzanti al voto, delle affiliate a società femministe d`ogni genere. Esso si basa nella massa reale delle donne lavoratrici, che contribuiscono alla ricchezza sociale, intesa nel suo senso più largo, che va dall`industria al pensiero e che si creano condizioni sociali nuove, rispetto a leggi vecchie. Sono le donne che hanno la mente agli studi superiori, e l`esperienza della lotta della vita quelle che unicamente potranno essere le dirigenti e le plasmatrici delle nuove coscienze. Oggi la Commissione per lo studio della riforma legislativa sul suffragio è composta; e il suo compito viene determinato così: «La Commissione procederà preliminarmente ad uno studio sulle condizioni sociali e sul grado di istruzione delle donne nelle varie regioni d`Italia». Io ricordo, per esempio, che al Congresso di Berlino – quando rappresentai le donne italiane nel 1896 – dissi due sole cose: cioè riportai una statistica comparata sul lavoro delle donne operaie, dalla quale risultava che l`Italia ha il massimo numero di lavoratrici in confronto delle altre nazioni europee. E poi riportai una statistica del Pajot, il celebre ostetrico di Francia, che dimostrava come il numero degli aborti e delle morti prenatali sia maggiore nella percentuale data dal lavoro della donna operaia che dalla
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