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Perché l'Europa? L'ascesa dell'occidente nella storia mondiale. 1500-1850, Sintesi del corso di Storia

Sino a qualche anno fa era normale studiare la storia secondo una prospettiva eurocentrica, che vedeva lo sviluppo della civiltà muovere di fatto dalle origini greco-latine e svilupparsi a dimensione mondiale sul filo dell'espansione europea. La storiografia più recente ha messo in discussione questo approccio e guardando complessivamente alla storia globale ha portato alla luce come il predominio europeo sia un fatto piuttosto recente.

Tipologia: Sintesi del corso

2016/2017

Caricato il 21/04/2017

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Scarica Perché l'Europa? L'ascesa dell'occidente nella storia mondiale. 1500-1850 e più Sintesi del corso in PDF di Storia solo su Docsity! Jack A. Goldstone Perché l'Europa? L'ascesa dell'Occidente nella storia mondiale 1500 - 1850 Premessa: La sola costante della storia il cambiamento. Vent'anni fa la politica mondiale era concentrata sul conflitto tra comunismo e capitalismo mentre oggi le preoccupazioni riguardano l'ascesa dell'Islam come forza di mobilitazione, e l'emergere della Cina e dell'India come nuovi centri economici; per non parlare dei drammatici mutamenti del clima del pianeta. Anche lo studio della storia è cambiato. Fino al XIX e XX secolo l'apprendimento della storia mondiale passa attraverso lo studio della civiltà occidentale raccontata come storia dell'ascesa dell'Occidente della Grecia e di Roma dei cavalieri e dei re europei nel Medioevo per passare alle arti ed alle esplorazioni nel Rinascimento e terminava con la dominazione militare economica e politica del mondo da parte delle nazioni dell'Europa occidentale e del Nord America. Le popolazioni dell'Africa, dell'America Latina e dell'Asia venivano menzionate solamente quando incontravano gli esploratori o i colonizzatori europei, la loro storia, quindi, comincia con il contatto e la conquista degli Europei. Se è vero che il mondo moderno deve molto istituzioni politiche dei greci, è altrettanto vero che esso ha attinto le sue religioni, sistemi numerici, principi fondamentali di matematica e chimica ed i suoi beni di consumo più comuni (cotone, porcellana pregiata, carta, ecc) dall’Asia e dal Nord Africa. Nell'ultimo quindicennio, un gruppo di giovani storici economici e sociali avanzato alcune nuove e sorprendenti argomentazione proposito della storia mondiale. Invece di considerare l'ascesa dell'Occidente mentre il resto del mondo restava immobile, questi studiosi hanno capovolto la narrazione. Sostengono infatti che le società dell'Asia del Medio Oriente svolsero, fino all'incirca il 1500, ruolo guida a livello mondiale in campo economico, scientifico e tecnologico, in quello della navigazione, del commercio e delle esplorazioni. L'ascesa dell'Occidente futuro è relativamente recente improvviso e poggioli larga parte sulle conquiste di altre civiltà e non soltanto su quanto accade in Europa. Secondo alcuni studiosi, tra cui Goldstone ed altri della scuola californiana (identificati così per aver lavorato presso l'Università della California), tale ascesa potrebbe essere stato un fenomeno relativamente breve e forse temporaneo dal momento che, attualmente, le altre società, nel loro sviluppo economico, stanno raggiungendo e persino superando quelle occidentali. Introduzione. La Terra: una visione globale Se guardassimo la Terra dallo spazio noteremmo che gran parte della sua superficie è ricoperta da oceani e da pochi continenti. Questa visione è rimasta immutata per milioni di anni, ma nell'ultimo secolo la situazione è cambiata drammaticamente. Monitorando la produzione di energia elettrica nelle diverse aree i continenti apparirebbero molto differenti, scopriremmo infatti che alcune aree della Terra producono di gran lunga più energia di altre e che la maggior parte della produzione energetica avviene dove vivono relativamente poche persone. Ad esempio i 521 milioni di europei producono 3.300 miliardi kilowattora di energia elettrica l'anno, mentre l'Africa ne produce solo 480 miliardi con i suoi 870 milioni di abitanti. Molti popoli che abitano le regioni povere hanno alle spalle la lunga storia di raffinate civiltà, con straordinarie abilità artigiane, complessi sistemi filosofici e splendide letterature. Sarebbe quindi legittimo chiedersi perché le società che per migliaia di anni sono state le più ricche e avanzate adesso non sono le maggiori produttrici e consumatrici di energia. Questo libro prende in esame le diverse idee che tentano di spiegare cosa ha causato questa disparità e se è più probabile che essa si accresca o che diminuisca. Capitolo primo - Il mondo intorno al 1500: quando le ricchezze erano in Oriente Nel 1492 con la scoperta dell'America da parte di Cristoforo Colombo si inaugurò una nuova era nella storia del mondo. Bartolomeo Diaz doppia il Capo di Buona Speranza (Africa meridionale) nel 1488 dimostrando che era possibile attraversare l'Oceano Atlantico fino a raggiungere quello Indiano. 1497 Vasco da Gama circumnaviga l'Africa e raggiunge l'India. Prima del 1400 le navi europee essendo circondata dal mare si mantenevano di solito a breve distanza dalle loro terre. 500 anni prima durante il periodo caldo medievale i marinai Vichinghi avevano attraverso l'Atlantico settentrionale, fondando colonie in Groenlandia ed esplorando la costa del Canada. Questi insediamenti, però, rimasero piccoli e, quando nel XIV secolo le temperature globali si abbassarono, e si si estinsero. Entro il 1500 Vichinghi avevano abbandonato la Groenlandia, i viaggi per il Nordamerica erano cessati e i racconti dei contatti con le terre dell'ovest erano ormai diventati leggende. Europa occidentale rinchiusa dall'Impero Ottomano a Oriente, e dall'Oceano aperto a Occidente. Un secolo prima della scoperta di Colombo i cinesi avevano costruito grosse flotte navali aprendo il commercio dalla Cina all'Africa; questo spiega perché Colombo e i portoghesi cercavano nuove rotte: cercavano le ricchezze dell'Oriente. La scoperta dell'America portò nuove ricchezze, sotto forma di minerali preziosi, all'Europa da scambiare con l'Asia. Le Americhe possedevano miniere e giacimenti di argento e di oro, ma tale ricchezza dovevano essere prima sottratte ai loro proprietari americani, ma gli europei non ebbero nessuno scrupolo a farlo. Attraverso la conquista, schiavitù e la diffusione di malattie che ha decimato le popolazioni native, essi si assunsero il controllo delle ricchezze delle Americhe. Ma perché affrontarlo tutte queste difficoltà? perché fu all'epoca di Colombo che l'India e la Cina apparve agli Europei come le terre della ricchezza? La risposta è che queste regioni erano più ricche, pressoché sotto tutti i punti di vista. Le terre coltivate dell'India della Cina erano più fertili e davano rese migliori e le tecniche produttive erano superiori. La Cina fu la prima area del mondo a produrre una grande varietà di manufatti, tra i quali carta, polvere da sparo, imbarcazioni adatte alla navigazione oceanica, bussola, vele triangolari, utensili di ghisa e porcellana di alta qualità. L’ India primeggiava nel mondo per la produzione di pregiati tessuti di cotone dai colori brillanti, come la Cina e la Persia per quella della seta. Indiani e cinesi si vestivano con morbido cotone, mentre gli Europei indossavano abiti più ruvidi di lino e lana. Come accade tutto questo? 1. La produttività agricola asiatica come prima chiave della ricchezza: Possiamo farci una qualche idea pensando al vasto continente eurasiatico diviso in più zone differenti per il clima suolo e colture. La prima zona è costituito dall'Europa. Le condizioni atmosferiche che sovrastano l'Oceano Atlantico si spingono fin sopra l'Europa portando venti freddi e pioggia in inverno ma un aria più mite asciutta in estate. La regione meridionale o mediterranea tende ad essere più calda, arida e maggiormente dipendente dai fiumi alimentati dalle montagne per l'irrigazione, mentre quella settentrionale, dalla Gran Bretagna alla Russia, riceve più piogge più consistenti ed è più fredda. Tutta l'Europa però gode di un clima sufficientemente umido in inverno e asciutto e caldo in estate così da sostenere un'agricoltura fondata sui cereali asciutti come grano orzo avena o segale sia su coltivazione di frutta e ortaggi. La seconda zona e il vasto blocco costituito dell'Asia Centrale e dal Medio Oriente che si estende all'incirca dagli Urali al confine della Cina. In molti luoghi di questa regione non cade abbastanza pioggia da consentire la crescita di foreste o una agricoltura stanziale, per cui gran parte dell'Asia centrale è costituita da prateria ove insediate popolazioni nomadi che allevano cavalli, camelli, bovini, pecore e capre. Le principali eccezioni sono rappresentate dalle aree soggette inondazioni stagionali ad opera dei grandi fiumi, come il Nilo in Egitto il Tigri el Eufrate Mesopotamia, o dalle zone situate sugli altipiani nei pressi delle montagne che ricevano nevicate abbastanza abbondanti da poter fornire acqua per l'irrigazione estiva come nella Persia settentrionale. La terza zona climatica comprende: India, Cina, Corea, Giappone, sud-est asiatico, zone dei monsoni, forti venti stagionali, inverni asciutti ed estati piovose. I venti invernali provengono dall' Asia centrale, portando l'aria fresca e asciutta. In estate, però i venti cambiano direzione e provengono da sopra le calde acque dell'Oceano Pacifico occidentale e di quello indiano, raccolgono l'umidità dagli oceani e lasciano cadere abbondanti piogge sulla zona monsonica . La conseguenza è un'estate calda con precipitazioni intense. Queste differenti modalità di precipitazioni stagionali hanno grandi implicazioni per l'agricoltura soprattutto se combinate con le diverse condizioni regionali della struttura del suolo. In Europa gran parte del terreno e poco profondo, calcario oppure sabbioso o roccioso o coperta da immense foreste di latifoglie. Affinché produca cibo la terra deve essere lavorata faticosamente per essere resa coltivabile e fertile. I terreni più duri delle regioni forestali non potevano essere lavorati fino al Medioevo, ossia a partire dal X secolo circa, quando c'è l'uso di aratri presenti dalla punta di ferro con cui i contadini smuovevano le antiche radici della foresta e potevano portare in superficie un nuovo strato di terreno. Il problema era che gli aratri erano abbastanza rozzi, perché il ferro era scarso e di difficile da modellare. Erano costituiti da semplici parti taglienti in ferro legate ad angolo al legno. Fendevano il terreno e alzavo una cresta creando un solco, questo procedimento ripuliva il terreno dalle erbacce e lo ossigenava, consentendo all'azoto di penetrarvi nuovamente. Ma trascinarlo attraverso un terreno pesante era un lavoro accelerata come mai in precedenza (interrotta solo da lievi flessioni). Nel 1800 la popolazione mondiale aveva raggiunto 1 miliardo di persone, bastò solo un secolo per quasi raddoppiarla (1900 1,7 miliardi di persone), nei cento anni seguenti crebbe molto rapidamente arrivando nel 2000 a 6 miliardi. Fino al 1800 una minima parte della popolazione abitava nelle città, i mezzi di trasporto erano molto rudimentali. Oggi invece la metà della popolazione vive nelle grandi città e sono comparsi nuovi metodi di produzione e di trasporto. Quando e dove è iniziato il passaggio dal modello premoderno del cambiamento ciclico a quello moderno delle trasformazioni accelerate? 1. Le dinamiche del mutamento erano diverse in Asia e in Europa? Secondo alcuni studiosi, le modalità del mutamento sociale europeo si sono differenziate da quelle di altre aree del pianeta fin da molto tempo, forse già dal Medioevo e sicuramente dalla fine del Rinascimento o intorno al 1600. Marx osservava che nella Grecia classica e nell'antica Roma la società era governata da una ristretta elite di cittadini che esercitava il proprio dominio sugli schiavi punto nel Medioevo era stata detenere il potere mentre con Rinascimento attendere questo potere signori feudali emesse urbana composta da burocrati, finanzieri e mercanti. XIX secolo i ricchi capitaliste sotto il proprio controllo una società industriale in cui la maggioranza della popolazione era costituito da lavoratori salariati. Per contrasto marzo fino al XIX secolo dice che le principali società del continente asiatico, come la Libia, eroina per i grandi, che non avevano mai superato lo stadio anticorodal e dello sviluppo sociale. Altri studiosi, il mutamento più che sulla classe sulle trasformazioni tecnologiche altri invece video il cambiamento nel calcolo il calcolo che si propagò a partire dal XIII secolo e portò una serie di progressi nel campo dell'orologeria della musica dell'artigianato ed infine in quello della navigazione della scienza della produzione manifatturiera altri ancora invece hanno ipotizzato che il modello di crescita demografica europea fosse differente da quello di altre regioni perché le popolazione dell'Europa settentrionale erano più abili nel conservare da accumulare risorse il rispetto alle altre perché erano maggiormente capaci di controllare la crescita demografica. Gli europei infatti riuscivano a far ciò rendendo consuetudine il fatto che le donne non si sposassero fine 20-25 anni e in difficoltà economiche non si sposassero affatto. Al contrario hanno rilevato che la maggior parte delle società asiatiche le donne contraevano matrimonio quando erano molto più giovani ossia 15 e 19 anni e quasi tutte le donne si sposavano. Hanno quindi ipotizzato che questo modello di matrimonio precoce universale abbia naturalmente comportato in Asia l'affermarsi di famiglia più ampie e una più rapida crescita demografica a scapito ovviamente della crescita economica. Non poteva avere quindi non poteva esserci quindi nessuna accumulazione di risorse per i livelli in basso della popolazione cresceva. Queste ipotesi sono tutte plausibili, ma errate, ciscuno di essi è esagerato per il periodo precedente al 1800. Questi errori nascono dal concentrare la propria attenzione su un particolare arco temporale, non visualizzando una prospettiva di lungo periodo, che mostra invece che nessun paese in Europa o in qualunque altro luogo, riuscì a sottrarsi al carattere ciclico del mutamento sociale di lunga durata, ovunque prevalente prima del 1800. Fino al 1750, le trasformazioni in ambito demografico, agricolo, tecnologico e nei livelli di vita non furono sostanzialmente diverse in Asia rispetto a quelle dell'Europa. I cicli di lungo periodo del mutamento sociale furono determinati prevalentemente da fattori che nessuna società era in grado di eludere: il clima (influiva sulle coltivazioni), le malattie (il commercio a lunga distanza è un fattore scatenante per il contagio delle malattie), i materiali fondametali per fare vestiti e creare un riparo. Bisogna quindi comprendere prima di tutto le dinamiche del clima e delle malattie ed in che modo esse influenzarono la società umana. 2. Cambiamenti climatici, malattie e cicli storici di lunga durata Grazie degli Studi stiamo cominciando a capire che gli inverni rigidi si sono ripresentati periodicamente persino nell'ultimo millennio prendendo di nuovo più difficile la vita i nostri antenati più prossimi, quindi nonostante l'ultima glaciazione finì tra gli 8 ed i 10000 anni fa quel che emerge adesso sempre di più chiaro e che nel corso degli ultimi anni ogni 3 o 4 secoli il pianeta conosciuto un periodo di notevole raffreddamento. Nel corso degli ultimi 1000 anni il pianeta ha conosciuto un periodo di notevole raffreddamento, in condizioni atmosferiche più ostili gli approvvigionamenti di cibo più incerti rendevano le società più vulnerabili alle malattie, infatti ogni periodo di raffreddamento era accompagnato da esplosioni di epidemie devastanti. Il periodo che va dal 900 al 1300 fu caratterizzato da grande prosperità in tutta l'Eurasia. A partire dal XIV secolo la peste nera si diffuse dalla Cina all'Europa (fino all'Inghilterra), circa un quarto della popolazione morì. Dal 1500 fino al 1650 ci fu una nuova crescita. Ma nel 1650 circa l'Europa viene colpita da nuove epidemie di peste, tifo e colera. La tenuita della mortalità per malattie in Europa fu però più che compensato dagli effetti devastanti degli morbide gli europei quando entrarono in contatto con i popoli delle Americhe. Sembrava infatti che prima dell'arrivo di Colombo le regioni temperate del Nord e del Sud America fossero molto popolate, alcune testimonianze ci arrivano anche da Cortès e da Pizarro, i quali dicono che le zone del Messico e del Perù erano densamente popolate. Ma a distanza di un secolo dell'arrivo degli europei sulla terraferma del continente americano, però queste terra apparivano quasi disabitate successivi colonizzatori. Tra il XVI e XVII secolo circa l'80% della popolazione precolombiana (in America) fu uccisa dai germi trasmessi dagli europei. Il modello demografico mondiale fu quindi caratterizzato da fasi di crescita e fasi di crollo. I cicli demografici erano connessi alle trasformazioni dei prezzi, dell'urbanizzazione e dei redditi. 3. Dinamiche dei prezzi, della popolazione, dell'urbanizzazione e dei redditi Le fasi in cui i prezzi erano crescenti erano anche i periodi di boom economico e demografico in cui la popolazione aumentava, il commercio si intensificava e i centri urbani si espandevano. Ad esempio in Inghilterra durante la rivoluzione dei prezzi, dal 1730 al 1850, la popolazione passò dai da 6 ai 17 milioni. Andamenti simili si registrarono in tutta l'Eurasia. Un clima migliore e una minore diffusione di malattie portavano ad una crescita della popolazione e ad una conseguente salita dei prezzi e espansione del commercio. In caso di clima pessimo e malattie c'era un arresto della crescita demografica, durante queste fasi il commercio si interrompeva e i prezzi si stabilizzavano o crollavano. La storia economica mondiale prima del 1800 mostra alti e bassi, ma con un mutamento complessivo relativamente scarso. Nel 1750 la maggior parte delle famiglie cinesi,per lo più contadini, consumava probabilmente una quantità di cibo analoga o maggiore di quella della maggioranza degli inglesi. Ma gli europei non erano i più avanzati dal punto di vista tecnologico? Non ci fu nell'Inghilterra del 1600 una rivoluzione agricola che accrebbe enormemente la produttività? 4. Tendenze globali e di lungo periodo dell'innovazione tecnologica prima del 1800 L'innovazione tecnologica nelle epoche precedenti il 1800 pone Oriente ed Occidente su una posizione di corrispondenza. Le scoperte erano molto disperse nello spazio e nel tempo e tendevano a rimanere isolate invece di innescare una successione di innovazioni continuative e cumulative, era inoltre difficile parlare di una leadership tecnologica complessiva dal momento che furono sviluppate moltissime tecnologie diverse in luoghi e momenti differenti (India: tessuti; Venezia: vetro; Paesi Bassi: pesca; Giappone: artigianato). Poiché le innovazioni rimanevano sporadiche e isolate, non potevano far balzare in avanti le società nel loro complesso come invece è accaduto negli ultimi 200 anni. Consideriamo adesso le due principali trasformazioni tecnologiche verificatesi in Gran Bretagna: la rivoluzione agricola e i primi stadi della Rivoluzione industriale. 5. Cambiamento o rivoluzione? Le trasformazioni agricole e industriali prima del 1800 Per molti anni si è ritenuto che l'ascesa dell'Occidente fosse iniziata in Inghilterra nel 1600/1700. Si sosteneva che in Inghilterra si fosse realizzata una rivoluzione agricola che incrementò la produttività nel settore primario, che questo aumento avesse fornito i mezzi per nutrire i lavoratori del settore manifatturiero nelle nuove fabbriche dando così inizio alla Rivoluzione industriale. Sappiamo ormai che questa storia è sostanzialmente un mito. Le innovazioni agricole ci furono indubbiamente, ma chiamarla "rivoluzione" è esagerato perché con questo si intende il raggiungimento di produttività mai raggiunte nella storia. Il settore agricolo aveva adesso bisogno di un terzo in meno di contadini che o sprofondarono nella miseria o affluirono nelle città a fare impieghi tradizionali (artigiani, servitù, falegnami, fabbri, produzione di tessuti). Questi lavoratori non avevano più bisogno di aspettare di ereditare un'azienda agricola per dar vita a una propria famiglia, ma gli era sufficiente trovare un lavoro per ricavare un entrata. Cominciarono così a sposarsi precocemente innescando in Inghilterra un boom demografico. I miglioramenti del settore agricolo perciò non tennero il passo con l'aumento della popolazione. In quello stesso periodo in Cina sperimentarono miglioramenti in campo agricolo: nel XV e XVI gli agricoltori sperimentarono un'ampia varietà di sementi e animali in particolare un nuovo tipo di riso dal Vietnam chiamato "champa" che cresceva più rapidamente consentendo la doppia semina nella stessa terra, incrementando notevolmente la produzione. Sempre nello stesso periodo svilupparono un ampio assortimento di rotazioni colturali. La popolazione cinese poté raddoppiare tra il 1700 e 1800 senza conoscere variazioni minime nel livello di vita. La prima fase della Rivoluzione industriale che sviluppò la produzione del filato di cotone, della ceramica e del ferro in Inghilterra erano progressi straordinari, ma essi rappresentavano in realtà il raggiungimento delle civiltà avanzate dell'Asia che producevano già tessuti di cotone, porcellane e ghisa di alta qualità e in grandi quantità. In sintesi prima del 1800 sia Gran Bretagna che Cina conobbero notevoli cambiamenti nelle loro economie, senza però conoscere un'autentica svolta verso più elevati livelli di vita. Entrambe le società operavano ancora nel quadro dei cicli di lungo periodo dei secoli precedenti condizionati dalla demografia, il clima e le malattie. Solo dopo il 1800 vi sarà una crescita economica incrementale. Nel 1800 Europa e Asia vivevano pressappoco allo stesso livello. Che cosa generò quindi la loro rapida diversificazione? Fu forse il modo in cui pensavano o credevano? Capitolo settimo - Cambiare il ritmo del cambiamento: ci fu una rivoluzione industriale? Abbiamo sin qui visto come gli europei non fossero progrediti rispetto agli asiatici fino alla fine del 1700. Solo Inghilterra, Olanda e Belgio avevano una produttività analoga a quella delle regioni centrali di Cina e India; per il resto gli europei predominavano solo nel commercio atlantico. Il primo 700 fu però per l'area asiatica un periodo di chiusura e conservazione nella quale i governi cercarono di rafforzare l'ortodossia e il conformismo religioso. Anche se il progresso materiale non si arrestò il progresso tecnologico e le invenzioni rallentarono. In Europa invece accadde il contrario. Dal '600 infatti si ebbe uno straordinario sviluppo di innovazioni scientifiche e tecnologiche (telescopi, termometri, navi, birra, pesca, miglioramenti della burocrazia statale, macchina a vapore ecc...). Tuttavia queste innovazioni non portarono ad un cambiamento del tenore di vita europeo, ma consentirono semplicemente alle aree più avanzate del continente (Inghilterra, Olanda e Belgio) di raggiungere il livello più progredito di Cina e altre zone asiatiche. Nel 1800 le città più ricche del mondo si trovavano ancora in Asia e non in Europa. Qui viene dunque messo in dubbio che quella industriale fosse stata veramente una rivoluzione. Fu infatti solo a partire dal 1850 che la produzione fiorente e le nuove invenzioni (telefono, telegrafo, energia elettrica, gas, navi a vapore, ferrovia, chimica) cambiarono lo stile di vita europeo, ossia la nostra percezione di ciò che era possibile nell'ambito materiale. Ciononostante qualcosa accadde dal 1700 al 1850: con Rivoluzione industriale non intendiamo il risultato di un livello di reddito mai raggiunto prima, ma il processo di intensificazione del ritmo dell'innovazione tecnologica che condizionò sempre più settori della vita materiale. 1. L'innovazione come fonte della crescita industriale Per quasi tutti i prodotti, la nuova tecnologia modificò la legge dei rendimenti decrescenti: per gran parte della storia umana all'aumento della produzione corrispondeva l'aumento dei prezzi ma nell'Inghilterra del tardo 700 per un piccolo numero di industrie questo principio fu ribaltato; la produzione raddoppio\triplico mentre i costi crollavano della metà o ancora di più. Prima del 1850, però, queste industrie rappresentavano solamente una piccola quota dell'economia britannica. Il vero cambiamento si ebbe quando queste nuove industrie fecero sentire i propri effetti in tutta la Gran Bretagna, anche in altri La separazione della scienza cartesiana continentale dalla scienza sperimentale britannica in parte fu determinata dall'opera delle autorità religiose nelle 2 aree. Cartesio fu perseguitato dalla chiesa per tutta Europa, mentre in Gran Bretagna la chiesa anglicana abbracciò il pensiero di Newton. Grazie al prestigio di Newton la Royal Society godette di un'ondata di consenso che suscitò un interesse diffuso per le sue pratiche sperimentali in tutto il Paese: la vendita di strumenti scientifici decollò; artigiani e fabbricanti intrapresero una cooperazione volta a realizzare nuove scoperte. In Gran Bretagna il sapere venne reso pubblico grazie a conferenze, giornali e manuali disponibili nelle biblioteche meccaniche. L'adozione del metodo sperimentale fu quindi alla base delle nuove scoperte che vennero introdotte nelle fabbriche il secolo successivo. 7. I percorsi della scienza e il problema dell'industrializzazione Gli Indiani elaborarono una matematica avanzata molto presto, nel Medioevo cinesi e musulmani disponevano di una matematica, di un'astronomia e chimica più avanzate di quelle europee. Ma una matematica avanzata da sola non basta e qualche conquista tecnica non determina un'accelerazione del progresso. In Europa invece una serie di conquiste integrate in un programma di ricerche sperimentali poserò la base per una rivoluzione scientifica e industriale. Per trasformare l'industria, la ricerca sperimentale e le conoscenze dovevano disseminarsi in tutta la società come avvenne in Inghilterra, dando vita alla crescita industriale moderna. Conclusione. L'ascesa dell'Occidente: una fase transitoria? 1. Dall'età del vapore all'era spaziale: l'ascesa di una moderna società militare-industriale Lo sviluppo dell'ingegneria scientifica moderna ha trasformato la dinamica della crescita economica. Adam Smith sottolineava come storicamente la crescita economica si verificava solo quando le nazioni facevano un uso più efficiente delle proprie risorse naturali. Dal 1800 l'innovazione era diventata la principale forza motrice della crescita economica moderna. Karl Marx fu il primo a sostenere che la continua innovazione determinava una crescita illimitata che avrebbe trasformato il mondo. Il suo errore fu quello di presumere che tutti i vantaggi della crescita sarebbero andati soltanto ad un gruppo ristretto di industriali, in realtà è proprio il continuo processo di innovazione a impedire tutto questo: finché i lavoratori possono ricevere un'istruzione e sono liberi di fondare un'impresa, le loro innovazioni possono sfidare il predominio delle grandi compagnie. Bill Gates, ad esempio, è diventato uno degli uomini più ricchi del mondo innovando e creando nuovi prodotti. Schum Peter sosteneva che la crescita economica moderna fosse dovuta alla distruzione delle imprese obsolete da parte di idee e industrie nuove. Il suo errore fu quello di crede che gli imprenditori siano rari e che le idee per dar vita a nuovi processi produttivi siano invece abbondanti. In tutto il mondo in realtà per secoli gli imprenditori hanno creato ricchezza in molte industrie tradizionali. Per innovare davvero, però, gli imprenditori hanno bisogno dei risultati di programmi di ricerca e indagine sperimentale che consentono agli ingegneri di rendere disponibili nuovi processi produttivi. La Gran Bretagna dal 1700 al 1850 fu un luogo privilegiato delle invenzioni ingegneristiche e del loro impiego nei processi produttivi. Di conseguenza conquistò una posizione dominante nella produzione a livello mondiale (energia, carbone, macchinari, tessuti, armi da guerra, ecc.). In particolare delle innovazioni in campo navale (piroscafo in ferro con pale a ruota) consentirono alla Gran Bretagna di avere la meglio sulla Cina e il Giappone nella lunga lotta per ottenere delle concessioni commerciali (Guerra dell'oppio). I tedeschi sul finire del 1800 sostituirono gli inglesi nell'innovazione in campo chimico grazie all'investimento in scuole tecniche e istituti di ricerca. Il messaggio principale che percorre questo libro è che l'ascesa dell'occidente non fu dovuta in alcun modo ad una superiorità complessiva dell'Europa sulle altre regioni o civiltà del pianeta. Fino al 1500 l'Europa era arretrata dal punto di vista scientifico e tecnologico e solo nel 1700 riuscì ad eguagliare la produttività agricola asiatica. Prima del 1700 quindi non c'era alcun indizio che forme di religione, tecnologia, commercio o anche le leggi e le forme di governo dell'Europa potessero costituire un vantaggio particolare per il futuro. L'espansione del commercio europeo dopo il 1500 non costituiva un segno di superiorità ma semplicemente l'indicazione che l'Europa stava entrando a far parte di un sistema commerciale transoceanico già operante e centrato in Asia. A dischiudere il percorso dell'Europa fu una combinazione di sei fattori eccezionali: 1) Un insieme di nuove scoperte che spinse gli europei a mettere in dubbio l'autorità dei testi classici e religiosi. 2) Gli europei svilupparono un approccio alla scienza che combinava ricerca sperimentale e analisi matematica della natura. 3) La determinante diffusione delle idee di Bacon sulle prove, le dimostrazioni e gli scopi dell'indagine scientifica. Fattori che spinsero gli scienziati ad accumulare più dati possibili e far si che fossero quei dati e quelle osservazioni a indicare le conclusioni. 4) L'elaborazione di un approccio strumentale (osservazioni compiute con strumenti scientifici più affidabili del solo ragionamento logico) alla sperimentazione e all'osservazione. 5) Un clima di tolleranza e di pluralismo piuttosto che di conformismo e di ortodossia di stato (Tolleration Act 1689). 6) L'ampio sostegno fornito alle capacità imprenditoriali e le strette relazioni sociali tra imprenditori, scienziati, tecnici e artigiani. 2. I fondamenti della crescita economica moderna Quasi tutto quello che consideriamo tipico della scienza e della matematica europee del 1500 e 1600 si basava sui progressi conseguiti tra l'800 e il 1400 dal mondo islamico, che allora si estendeva dalla Spagna fino all'India. Le radici della scienza moderna furono quindi fondamentalmente globali, e non esclusivamente europee. Infine la cultura dell'innovazione non investì l'Europa in tutta la sua interezza infatti molti paesi dell'Europa meridionale e orientale furono frenati nel loro processo di industrializzazione dalla religione e da forme di governo autoritarie. 3. Gli ostacoli alla crescita economica di tipo moderno Le ragioni per cui la crescita economica non si è diffusa ad un ampio numero di paesi sono principalmente la mancanza di formazione scientifica, l'assenza di opportunità imprenditoriali, o entrambe. 1) La dipendenza da risorse naturali può portare paesi a dipendere dalle materie prime in possesso senza prevedere che in un futuro possano essere sostituite da alternative artificiali (lana sintetica). Inoltre i maggiori profitti derivano dalla lavorazione e trasformazione delle materie prime in prodotti di valore, non dalla loro produzione. 2) Un secondo ostacolo alla crescita può essere l'investimento in sistemi educativi non adatti, devono infatti essere sviluppate anche le materie scientifiche oltre a quelle umanistiche. 3) Un terzo ostacolo alla crescita è la mancanza di opportunità per creare nuove imprese per le persone dotate di idee e di talento. Ad esempio i paesi socialisti hanno formato eccellenti scienziati destinati però alle aziende di stato senza dar loro l'opportunità di creare nuove industrie o trarre profitto dalle loro idee. 4) Una quarta strada verso la povertà è la costruzione di economie chiuse. Molti Paesi (Stati Uniti, Gran Bretagna e Giappone) hanno applicato restrizioni per proteggere specifiche industrie allo scopo di accrescere i profitti e competere in modo più efficace, non per chiudere del tutto gli scambi. Diversi Paesi in via di sviluppo hanno invece reagito chiudendo le frontiere ai manufatti occidentali e producendone dei propri, così facendo hanno sottratto hai loro ingegneri le opportunità per innovare e competere e le loro economie hanno iniziato a crescere solo quando sono state aperte alla competizione. 5) Infine un'altra strada verso la povertà è stata il soffocamento dell'innovazione da parte dell'ortodossia religiosa o la prevalenza dell'istruzione religiose su quella tecnica o scientifica. 4. L'imminente ascesa del resto del mondo Un numero crescente di Paesi da una parte all'altra del pianeta stanno comprendendo che la crescita economica passa attraverso l'istruzione tecnica accessibile a tutti e la possibilità che imprenditori e ingegneri uniscano i loro talenti per creare nuove imprese. Per avviare una crescita questi Paesi devono utilizzare una forza lavoro sempre più qualificata e diventare più competitivi sui mercati internazionali, promuovendo in prima persona l'innovazione e sviluppando prodotti originali. Quando questo avverrà il resto del mondo realizzerà la propria ascesa e l'occidente declinerà. Questo si sta già verificando (Cina, India). Ma se la crescita deriva dall'innovazione e dai progressi dell'ingegneria tutti possono trarne dei benefici, solo i Paesi che bloccano l'innovazione o che non l'hanno mai avviata rischiano di impoverirsi. Quando la crescita economica moderna si diffonderà, l'ascesa dell'occidente dal 1800 al 2000 sarà considerata una fase temporanea, ma di profonda trasformazione della storia mondiale.
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