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Petrarca: Vita e opere, Dispense di Italiano

La vita e le opere di Francesco Petrarca, uno dei maggiori poeti italiani del XIV secolo. Si parla della sua formazione a Bologna, del suo amore per Laura, della sua produzione letteraria, delle sue lettere e della sua figura di intellettuale moderno. Si evidenziano le differenze rispetto a Dante e si fa riferimento alla sua idea di mutatio vitae. Il documento potrebbe essere utile come appunti o riassunto per uno studente di letteratura italiana.

Tipologia: Dispense

2020/2021

In vendita dal 17/01/2022

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michele-pio-di-benedetto 🇮🇹

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Scarica Petrarca: Vita e opere e più Dispense in PDF di Italiano solo su Docsity! Petrarca Francesco Petrarca nasce ad Arezzo nel 1304 da una famiglia di esuli fiorentini. Il padre Pietro detto ser Petracco, proprio come Dante, faceva parate dei guelfi bianchi ed era stato costretto ad abbandonare Firenze. A causa della sua condizione di esule Petrarca nasce senza patria, e per tutta la vita cercherà un posto dove stare e sentirsi a casa. Nel 1312 la famiglia si trasferisce ad Avignone, dove da poco si era trasferita la curia papale. Nel 1320, insieme al fratello, si trasferisce a Bologna per studiare Giurisprudenza, dove all’epoca Bologna ne era la sede dell'università più prestigiosa d'Europa; ma era anche centro della cultura e della tradizione poetica, difatti qui Petrarca incontra molti poeti e sviluppa il suo amore verso la letteratura. Il 6 aprile del 1327, il venerdì santo, nella chiesa di Santa Chiara ad Avignone, dove i fratelli si erano trasferiti nel 1326 in seguito alla morte del padre, vede per la prima volta Laura, la cui identità rimane un mistero ma si dice fosse una nobildonna sposata con 11 figli. Laura porta il poeta verso la scrittura, e il suo nome può assumere vari significati: “L’aura”, inteso come qualcosa di sacro; “L’auro”, cioè l'alloro, inteso come la corona di alloro che si pone sulla testa una volta laureati. Petrarca vive la lotta tra Papato e Impero in modo contraddittorio non potendo appoggiare né uno né l’altro, difatti nel 1330 fu costretto a prendere i voti come chierico per mantenersi. In questo periodo si mette a servizio di numerose famiglie per accedere alle loro biblioteche private, in particolare nella casa dei Colonna trova il Pro Archia di Cicerone. Per la prima volta un letterato legge i testi che gli capitano davanti e si mette alla ricerca di testi ancora tornati alla luce effettuando un lavoro filologico, cioè cerca di ricostruire il testo tramite alcuni frammenti. Per questo Petrarca anticipa la ricerca e l'atteggiamento filologico degli umanisti che verranno un secolo dopo. Inoltre, sempre in quel periodo, riceve in dono una copia in latino delle “Confessioni” di Sant'Agostino. Era uno scrittore cristiano, ed è considerato un pilastro della Chiesa, il padre della Chiesa. Le sue opere più importanti sono “Le confessioni” e “La città di Dio”. In particolare in quest’ultima ci sono due città: una terrena e non eterna dove l’uomo vaga disperso nel peccato; e una seconda celeste ed eterna, dove l’uomo è a contatto con Dio. Tramite le confessioni, Petrarca, compie una serie di riflessioni sulla propria vita e sulle proprie idee, tutte contenute nel “Secretum”. Quest'opera è uno scritto in latino dove lui immagina di dialogare con Sant'Agostino e va alla ricerca di valori spirituali e di se stesso. In questo periodo scrive anche il “De viris illustribus” e “Africa”. In particolare quest’ultima è stata scritta prendendo come modello l’Eneide, difatti parla delle imprese di Scipione, famoso condottiero romano. Tramite “Africa” ottiene molto successo, tanto che il primo settembre del 1340 sia il senato di Roma, sia l’Università di Parigi gli offrivano la corona di poeta (alloro-laurea-laura). Egli tuttavia sceglie la prima e, dopo esser stato esaminato dal re di Napoli Roberto d’Angiò, l'8 aprile del 1341 venne dal re solennemente incoronato in Campidoglio. Petrarca pensava che con il latino avrebbe avuto più successo, tuttavia accadde il contrario. Dopo poco, nel 1342, torna in Provenza e scrive la prima versione del Canzoniere. Questo perché subisce una forte crisi interiore, la sua anima era come frammentata e per questo il titolo latino dell’opera è “Rerum Vulgari Fragmenta”. È composto da 366 componimenti, 1 di introduzione (proemio) e 365 come se fossero uno al giorno. Petrarca scrisse anche delle lettere, spesso in latino e altre in versi dette metriche, divise in: e Familiares: destinate ai parenti e Seniles: scritte in età tarda e La “Posteritati”: la lettera più importante dove si rivolge ai posteri. Francesco nelle sue opere parla di sé stesso, Dante invece pur inserendosi nelle sue opere non parla principalmente di sé. Inoltre non voleva scrivere per insegnare e mostrare agli altri la retta via, ma scrive per creare una sorta di mito letterario. Inoltre mentre Petrarca riconosceva la dimensione diacronica del tempo (riconosceva il distacco tra presente e passato), dante aveva una visione sincretica del mondo, secondo la quale il passato coesiste col presente. Nonostante Petrarca si tenesse lontano dalla vita politica, nel 1348 appoggia Cola di Rienzo nel suo tentativo di rifondare una sorta di repubblica romana, perché amante della classicità. Nel 1348 scoppia un'epidemia di peste dove Laura muore. Nel 1350 incontra Boccaccio, con cui manterrà una corrispondenza epistolare Da questo momento in poi Petrarca scriverà i trionfi e si dedicherà alla sistemazione del Canzoniere e delle epistole. Del Canzoniere abbiamo l’autografo con tutti gli appunti conservato al Vaticano. Francesco scrive gli appunti e le note per far capire bene ai posteri il testo. Nel 1374 muore assistito dalla figlia Francesca Petrarca viene considerato il primo intellettuale moderno, difatti rispetto ai suoi contemporanei la sua figura di letterato presenta delle differenze rilevanti: e Nonèlegato ad alcuna professione pratica (Dante era notaio), la letteratura era per lui una professione esclusiva e specializzata. e Nonèlegato ad un ambiente comunale e cittadino. Petrarca è cosmopolita. e Non partecipa attivamente alla politica, tuttavia egli esercita un’alta autorità morale da intellettuale super partes, è un ospite illustre dei potenti, non un loro dipendente. e Grazie all’attività ecclesiastica e ai favori signorili può vivere una vita agiata e indipendente e dedicarsi interamente alla letteratura. In Petrarca, a seguito della lettura delle “Confessioni di Sant'Agostino” troviamo l’idea di “mutatio vitae”, cioè la volontà di cambiare vita, che però non si avvererà mai. Vorrebbe elevarsi ed eliminare le sue abitudini del mondo mondano e curare la sua anima, ma a causa della sua scarsa volontà non ci riuscirà mai. Egli aveva due desideri: ® Laura: che a differenza di Beatrice non conduce a Dio, è una donna terrena. Mentre Dante vivrà con il desiderio di Beatrice che conduce a Dio e di Dio stesso.
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