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Piaget e Neopiagetiani Appunti integrazioni libro Miller teorie dello sviluppo psicologico, Appunti di Psicologia Dello Sviluppo E Dell'educazione

Breve biografia, epistemologia genetica, l'approccio organismico, lo strutturalismo costruttivistico, sviluppo qualitativo e quantitativo, teoria stadiale e stadi e sottostadi di sviluppo, concetto di "permanenza dell'oggetto", caratteristiche del pensiero nello stadio preoperatorio, invarianti funzionali (adattamento, equilibrazione ed organizzazione), metodo osservativo clinico critico, critiche alla teoria di Piaget e i Neopiagetiani (Robbie Case e Kurt Fischer). Psicologia dello sviluppo e dell'educazione, docente Aurora Vecchini anno 2024. Esame sostenuto a giugno con votazione di 29/30.

Tipologia: Appunti

2023/2024

Caricato il 02/07/2024

G.a.i.a.T.
G.a.i.a.T. 🇮🇹

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Scarica Piaget e Neopiagetiani Appunti integrazioni libro Miller teorie dello sviluppo psicologico e più Appunti in PDF di Psicologia Dello Sviluppo E Dell'educazione solo su Docsity! jean piaget (1896 - 1980) Nasce in Svizzera e si laurea lì a 21 anni. All’università della Sorbona incontrò Thèodore Simon, un pioniere nella creazione dei test d ’ i n t e l l i ge n z a ch e g l i a f fi d ò l ' i n c a r i c o d i standardizzare i test di ragionamento elaborati da Binet, somministrandoli ai bambini parigini. La sua teoria fornisce una descrizione sullo sviluppo mentale a partire dai primi comportamenti neonatali fino alla formazione delle strutture mentali costitutive del pensiero e del ragionamento adulto (per lui l’adolescenza e inizialmente, non prende in considerazione i bambini troppo piccoli). Concetti basilari della teoria piagetiana: • Epistemologia genetica: il termine “genetico” non si riferisce a ciò che è innato ma alla “genesi” e “all’emergere”= come il bambino costruisce la propria conoscenza partecipando attivamente al processo, seleziona ed interpreta in maniera attiva le informazioni del suo ambiente, non si limita ad assorbire passivamente i dati per conservarli nel magazzino delle conoscenze. • Approccio organismico: lo sviluppo risulta dall'interazione tra un organismo dotato di determinate competenze e particolari condizioni ambientali. • Strutturalismo costruttivistico: il bambino costruisce e struttura la sua intelligenza. Non è l’ambiente che gli offre degli stimoli, è lui che agisce sull’ambiente, è lui che opera. • Teoria stadiale: gli stadi seguono un ordine progressivo, lo stadio successivo si basa anche sullo stadio precedente, si passa in maniera sfumata da uno all’altro e non si possono saltare gli stadi. Sono stadi universali. • Meccanismi di sviluppo • Metodologia: nei primi lavori condotti su bambini usa il metodo osservativo critico clinico maturato dalla psicoanalisi che consiste in un'interazione verbale a catena fra sperimentatore ed intervistato. Epistemologia genetica Si occupa della formazione delle conoscenze umane in rapporto con il mondo esterno: riguarda - scrive Piaget - il “problema della relazione fra soggetto agente o pensante e gli oggetti della sua esperienza”. = Il soggetto (in primo piano al contrario dei comportamentisti) e dà per scontato che i bambini abbiamo tutti gli stessi oggetti. Si riferisce non a quanto innato ma a ciò che viene sviluppato (le basi biologiche che abbiamo in comune con gli animali sono date/ereditate dalla specie). La conoscenza è allora un processo e non uno stato. Una persona costruisce la sua conoscenza in quanto essere attivo che seleziona, manipola (prima materialmente) e interpreta le informazioni del suo ambiente. Non assorbe in maniera passiva informazioni per costruire un semplice “magazzino”. ➔ La conoscenza che il bambino ha del mondo cambia con lo sviluppo del suo sistema cognitivo. Piaget in “introduzione all’Epistemologia Genetica”1950: “L’epistemologia genetica si occupa della formazione e del significato della conoscenza e dei mezzi attraverso i quali la mente umana passa da un livello di conoscenza inferiore ad uno giudicato superiore. Non è compito degli psicologi decidere quale conoscenza sia inferiore ma è loro compito, piuttosto, spiegare come avviene il passaggio dall’una all’altra”. La natura di questi passaggi, che sono storici, psicologici e talvolta anche biologici, è un problema reale. L’ipotesi fondamentale dell’epistemologia genetica che ci sia un parallelismo tra il progresso compiuto nell’organizzazione razionale e logica della conoscenza e i corrispettivi processi psicologici formativi. L’approccio organismico L’organismo si modifica attraverso l’interazione con l’ambiente, non per effetto delle pressioni ambientali, ma in quanto vi partecipa attivamente. Le pressioni ambientali non sono efficaci di per sé, ma solo nella misura in cui l’organismo stesso è in grado di comprendere e di incorporarle. = assimila dall’ambiente, ci opera sopra/rielabora e le sue strutture mentali cambiano se è qualcosa di nuovo altrimenti assimila e basta. L’adattamento (equilibrio tra accomodamento e assimilazione) per Piaget è sinonimo di intelligenza, anche nell’organismo più semplice che può essere un pesce. Lo strutturalismo costruttivistico Gli scambi con la realtà sono guidati da strutture interne diverse nei differenti momenti dello sviluppo, un bambino di 3 mesi ad esempio tira la tovaglia.. queste esperienze per i bambini secondo Piaget sono importanti, il movimento e l’azione aiutano il bambino ad accrescere la propria intelligenza e a passare allo stadio successivo. Le strutture non sono innate, ma si costruiscono nel corso dello sviluppo attraverso gli scambi (è il bambino che opera) con la realtà esterna. Sviluppo qualitativo e quantitativo Alcuni considerano il cambiamento di natura quantitativa, per cui vedono lo sviluppo come accrescimento o graduale accumulo di cambiamenti nel tempo. Altri invece considerano il cambiamento di natura qualitativa, per cui lo sviluppo implica la comparsa di nuove capacità o la trasformazione di capacità già presenti. inizialmente per caso dopo aver provocato casualmente qualcosa di interessante: es. Il bambino che si succhia casualmente il pollice prova piacere e ripete l'azione fino a farla diventare un'abitudine. Abitudini e reazioni circolari sono stereotipate, cioè il neonato le ripete ogni volta allo stesso modo. Attraverso la ripetizione, l’azione originaria si consolida e diventa uno schema che il bambino è capace di eseguire anche in altre circostanze perciò → acquisisce anche altri schemi : - 1. Gira il capo per guardare nella direzione da cui proviene il suono (si coordinano due schemi : visione e audizione). - 2. Succhia le proprie mani (coordinazione suzione e prensione). - 3. Ripete i suoni che egli stesso ha prodotto (audizione e fonazione). - 4. Guarda le proprie mani mentre le muove (visione e prensione). ▪︎ 3. Reazioni circolari secondarie (4 - 8 mesi circa) : dirige la sua attenzione al mondo esterno, oltre che al proprio corpo. (Nei precedenti stadi è molto preso dal suo corpo, s’incanta a guardare le sue mani ad esempio) cerca di affermare, tirare, scuotere, muovere gli oggetti. Un risultato ottenuto casualmente viene consolidato attraverso la ripetizione che consente di costruire uno schema nuovo, il bambino sa che deve ripetere per acquisire uno schema. Tuttavia, gli schemi del bambino non sono né intenzionali né orientati ad uno scopo. ▪︎ 4. Coordinazione mezzi-fini (dal libro: “Coordinazione delle reazioni circolari secondarie”) (8 - 12 mesi) : comincia a coordinare in sequenza due schemi d’azione. Qua iniziano a maturare i comportamenti veramente intelligenti secondo Piaget, quelli prima sono legati al comportamento istintivo e da un’intelligenza data dalla natura. In questo sottostadio le azioni sono rivolte alla realtà esterna, c’è novità e non pura ripetizione di azioni abituali perché I bambini diventano capaci di coordinare azioni diverse orientate intenzionalmente verso una meta. L’interesse per la realtà esterna si fa più viva e si manifesta anche nell’esplorazione sistematica di oggetti nuovi. Intorno ai 9 mesi, appaiono nel bambino le prime forme di permanenza dell’oggetto. ▪︎ 5. Reazioni circolari terziarie, novità e curiosità (12 - 18 mesi circa) : scoperta di mezzi nuovi mediante sperimentazione attiva = ricorre sempre più spesso a modalità diverse per ottenere effetti desiderati. Se lo abbiamo messo in condizioni per esplorare cercherà modalità diverse per ottenere gli effetti desiderati, esperimento motorio ma che lo fa ragionare sul come raggiungere il suo obbiettivo. I bambini sono affascinati dalle molte caratteristiche degli oggetti e dalle molte cose che possono fare con essi ad esempio una tavoletta può essere fatta cadere, rotolare, urtare con un altro oggetto o scivolare sul terreno. Perciò le reazioni circolari terziarie sono schemi in cui il bambino intenzionalmente esplora nuove possibilità con gli oggetti, facendo cose sempre nuove e con essi ed esplorandone i risultati. Secondo Piaget, questo stadio segna il punto di partenza della curiosità umana e dell'interesse per le novità. ▪︎ 6. Comparsa della funzione simbolica (dal libro: “Interiorizzazione degli schemi”) (18 mesi in poi) : comincia a strutturarsi il pensiero, toccando, muovendo, sperimentando con tutti i sensi lui può immaginarsi una determinata cosa che magari gli è piaciuta e allora la ripropone. È in grado di agire sulla realtà con il pensiero = può immaginare gli effetti di azioni che si appresta a compiere, senza doverle mettere in pratica per osservarne gli effetti. Usa le parole anche per descrivere le cose non presenti e raccontare quello che ha visto e fatto. → riconosce oggetti anche se ne vede solo una parte. In questa età non hanno freni inibitori, non hanno il concetto di cosa si può dire e quando. Concetto di “Permanenza dell’oggetto”. La nozione di permanenza dell'oggetto o di oggetto permanente indica la comprensione del fatto che gli oggetti e gli eventi continuano ad esistere anche quando non possono essere rilevati dagli organi di senso: non li vediamo, non li sentiamo o non li tocchiamo. L'acquisizione della nozione di oggetto permanente è una delle conquiste più importanti per un infante. Secondo Piaget, questa capacità si sviluppa in una serie di sottostadi che corrispondono ai 6 sottostadi dello sviluppo sensomotorio. Riconoscere la permanenza di un oggetto implica la capacità di svincolarlo dalla sua presenza sensibile e rappresentarlo mentalmente. Inizialmente il bambino, se la mamma copre con un panno un oggetto interessante con cui prima stava giocando, egli dirige l'attenzione altrove comportandosi come se il giocattolo non esistesse più. Con le prime forme di permanenza dell'oggetto, intorno ai 9 mesi, il bambino cercherà di prendere l'oggetto anche se non lo vede più, prova del fatto che se ne sta costruendo un’immagine. L'immagine mentale dell'oggetto mancante però è di breve durata: se si lascia passare del tempo da quando viene nascosto l'oggetto a quando viene ricercato il bambino non lo cerca più. Solo intorno ai 18 mesi la rappresentazione dell'oggetto e come nell’adulto. Nel sottostadio 4 il bambino ricerca attivamente l'oggetto mancante nel punto di scomparsa, aggiungendo altre azioni al fine di raggiungere l'obiettivo di una ricerca efficace. Per esempio, se un giocattolo interessante viene nascosto dietro ad una superficie, il bambino guarderà la superficie e cercherà di spingerla via con una mano, se non riesce a spingere la superficie, il bambino sostituisce il metodo di ricerca con uno schema alternativo, per esempio quello di girargli intorno o colpirla con più forza. L’errore A-non-B è l’espressione utilizzata per descrivere l'errore in cui incorrono i bambini del quarto sotto stadio sensomotorio, consiste nel cercare l'oggetto nascosto nel posto in cui lo si è trovato in precedenza (A), piuttosto che in un posto nuovo in cui è stato messo (B). Perciò per esempio, se un giocattolo è nascosto due volte, prima in A e poi in B, il bambino lo cercherà correttamente nel luogo A la prima volta, ma la seconda volta farà l’errore di cercarlo nuovamente lì. Bambini più grandi difficilmente faranno l'errore A-non-B perché il loro concetto di oggetto permanente è più completo. ✰ STADIO PREOPERATORIO (da 2 a 7 anni circa) Le azioni non sono più concretamente compiute sulla realtà, ma sono azioni interiorizzate. Dai 6-7 anni c’è l’inizio delle prime operazioni scolastiche ma per l’apprendimento, i bambini devono essere approcciati con degli oggetti fisici anche se li possono immaginare. Il bambino usa i simboli (immagini mentali, parole, gesti) per rappresentare oggetti ed eventi in maniera sempre più accurata → gioco del far finta, l’imitazione differita (l’imitazione è importante perchè ci dice che il bambino si sta sviluppando in maniera equilibrata attraverso l’attivazione dei neuroni specchio), linguaggio verbale. Il gioco e il disegno simbolicamente riportano a qualcosa (traumi o violenze che un bambino ha subito, imita ciò che ha subito o visto) ma il gioco rispecchia anche un piano cognitivo, i bambini con ritardo cognitivo non riescono a far finta, a fare un gioco simbolico. Le rappresentazioni mentali però, si basano su azioni e oggetti conosciuti attraverso la realtà pratica (il pensiero non è ancora di tipo logico), capisce una conseguenza se l’ha vista/sperimentata ma non la può immaginare. Caratteristiche del pensiero nello stadio preoperatorio Questo stadio si sviluppa in 2 sottostadi: il sottostadio della funzione simbolica e quello del pensiero intuitivo. Il sottostadio della funzione simbolica: va dai 2 ai 4 anni circa. In questa fase il bambino acquisisce la capacità di rappresentare mentalmente un oggetto non presente. Tuttavia, nonostante questa sia una fase di importanti progressi, il pensiero del bambino rimane ancora limitato da vari elementi, tra i quali troviamo l’egocentrismo intellettuale: è un tipo di egocentrismo mentale. Esso si manifesta nella credenza che le proprie conoscenze e i punti di vista siano gli unici possibili, non concepisce la possibilità che la realtà possa presentarsi agli altri diversamente da come si presenta lui. La confusione non non è solo tra sé e gli altri, ma anche tra sé e le cose del mondo, così dall'egocentrismo derivano anche le spiegazioni guidate da animismo, finalismo, artificialismo e realismo. L’animismo è un'altra limitazione del pensiero preoperatorio, consiste nel credere che oggetti inanimati abbiano vita o qualità vitali e siano capaci di compiere azioni. Partendo dalla considerazione che gli oggetti siano dotati di movimento spontaneo, il bambino attribuisce loro le proprietà degli esseri viventi. Il finalismo è il principio secondo il quale si crede che tutti i fenomeni abbiano uno scopo orientato a garantire all'uomo le condizioni di una vita serena. In alcuni casi il finalismo del bambino comprende vere e proprie spiegazioni causali (ES. la pallina rotola su un piano inclinato perché vuole andare verso il bambino) altre volte invece, si riferisce ad eventi fortuiti (ES. la luna sorge per segnalare ai bambini che ora di andare a letto). loro e al loro senso d’unicità ed invincibilità tanto quanto lo sono loro stessi. L'egocentrismo si attenua progressivamente con l'aumentare dell'esperienza e del numero di relazioni sociali. Iniziano i primi interessi in politica, filosofia, lettura di testi più astratti, libri di fantascienza.. Invarianti funzionali Alla base dei processi cognitivi ci sono gli INVARIANTI FUNZIONALI → questi sono dei meccanismi biologicamente predeterminati che presiedono allo sviluppo mentale, in qualunque momento dello sviluppo. Tutti gli stadi e sottostadi non si potrebbero sviluppare senza queste invarianti. Non sono comportamenti e dunque non sono osservabili: sono dei principi che sottostanno ai comportamenti manifesti e agiscono in forma immutata (ecco perchè invarianti). Le invarianti funzionali sono l’adattamento e l’organizzazione. L’ invariante funzionale dell’adattamento Il cambiamento delle strutture, e dunque il passaggio da uno stadio al successivo, è il risultato degli scambi tra l’organismo e l’ambiente. Questi scambi sono governati dall’adattamento: esso regola tutte le interazioni tra l’organismo e la realtà esterna, e addirittura è alla base di qualsiasi scambio tra qualunque forma vivente e il suo ambiente. L’adattamento è costituito da due processi complementari: • Assimilazione: si basa sul bisogno dell’organismo di incorporare elementi della realtà esterna. La realtà viene trasformata e adattata alle strutture possedute in quel momento. Es. c’è assimilazione sia quando il bambino di pochi mesi afferra un oggetto (assimilazione motoria) sia quando un adolescente comprende il sillogismo “tutti gli uomini sono mortali, Socrate è un uomo….”. Sono assimilazioni diverse in quanto rese possibili da strutture qualitativamente diverse. • Accomodamento: È quel meccanismo secondo cui i bambini modificano i propri schemi per adattarli alle caratteristiche delle informazioni ed esperienze nuove assimilate (modifiche nell'organizzazione cognitiva conseguentemente alle esigenze della realtà) → le modificazioni morfologiche che si sono verificate nel corso dell’evoluzione della specie sono esempi di accomodamento: una struttura anatomica precedente si modifica per rispondere alle mutate condizioni ambientali. Interazione tra assimilazione e accomodamento: I due processi concettualmente sono distinti per spiegare come le nuove informazioni vengano trasformate per adattarsi alla conoscenza pre-esistente e come questa si adatti alle nuove informazioni ma nella realtà hanno luogo contemporaneamente. Questi due processi sono complementari e tendono all'equilibrio garantendo l'interazione dell'organismo con l'ambiente e determinandone l’adattamento. Quando c’è un adeguamento alle richieste dell’ambiente e un’acquisizione di abilità nuove è l’accomodamento a prevalere (ciò è evidente nelle condotte imitative e nell’istruzione). Es. imparare a leggere all’inizio quest’attività richiede al bambino la costruzione di una nuova abilità (sforzo e dunque accomodamento). Quando questa attività è automatizzata, lo sforzo diminuisce, diventando uno svago piacevole. L’invariante funzionale dell’equilibrazione È considerato da Piaget il più importante. L'equilibrazione è il processo che permette di raggiungere l'equilibrio cognitivo integrando in totalità unificata e stabili la varietà di esperienze vissute. Per Piaget il sistema cognitivo è tendenzialmente sempre in disequilibrio perché interagendo con l'ambiente, riceviamo informazioni che non corrispondono al livello di conoscenza che possediamo perciò, si crea una condizione di disequilibrio, che solo il cambiamento delle strutture cognitive e il passaggio ad un livello superiore fa terminare. L'equilibrazione è il processo continuo e dinamico in cui, e a partire dal quale, il sistema si autocorregge. Il passaggio da uno stadio all'altro perciò, avviene nel momento in cui il bambino fa esperienza di un conflitto cognitivo o disequilibrio, nel suo tentativo di comprendere il mondo. L’invariante funzionale dell’organizzazione L’interazione dell’organismo con la realtà esterna è resa possibile dall’organizzazione interna. Consiste nella tendenza delle strutture interne a funzionare come dei sistemi coerenti. Grazie all'organizzazione, allo stesso livello di sviluppo, le abilità e le competenze disponibili, seppur appartenenti ad ambiti diversi, sono omogenee (nello stesso periodo per esempio, la capacità di discriminare i volti è simile a quella di discriminare i suoni). Es. di organizzazione (cognitiva): il neonato ha strutture distinte per succhiare oggetti e afferrarli. Solo in un secondo momento queste due strutture si organizzano in una struttura di ordine superiore che permette di coordinare la prensione di un oggetto con il fatto di portarlo alla bocca per succhiarlo. METODO OSSERVATIVO CLINICO CRITICO L’osservazione è parte della metodologia piagetiana e viene usata in particolar modo con bambini molto piccoli che non hanno ancora sviluppato il linguaggio. L’osservazione pura però non è sufficiente per lo studio della mente del bambino perciò nei bambini più grandi non basta l’osservazione, si deve capire la risoluzione del problema ossia come assimila e accomoda così Piaget INIZIALMENTE usa il metodo clinico (usato in medicina e psichiatria ed ora anche in psicologia). Metodo clinico = interazione verbale a catena fra sperimentatore e bambino. Vengono poste delle domande a catena ma bisogna far attenzione a non influenzare il bambino nella risposta con le nostre domande. In base alla sua risposta, si formula un’altra domanda per capire come il bambino sia arrivato a quella risposta. L’osservazione anche in questo caso si lega a questo tipo di sperimentazione. Lo sperimentatore inizia ponendo una domanda. Le domande che pone in seguito sono guidate dalle risposte che il bambino fornisce alla domanda precedente. Attraverso questo scambio, lo sperimentatore cerca di capire la linea di ragionamento seguita dal bambino nelle sue risposte, un bravo intervistatore evita di influire con suggerimenti la risposta del bambino. Piaget non tiene in considerazione lo stato emotivo del bambino. Nei lavori successivi Piaget, in queste interviste accompagnava la manipolazione di oggetti da parte dello sperimentatore e del bambino ➝ colloquio clinico + metodo critico (studio di concetti fisici o di numero o lo sviluppo percettivo). Si oppone al metodo dei test di intelligenza. In sintesi: - bambini piccolissimi = osservazione - Bambini più grandi = colloquio clinico (osservazione + metodo clinico affiancato da metodo critico). Metodo critico = Consiste nel porre dei bambini di diverse età di fronte a problemi concreti, come ad esempio cercare di spiegare, osservando e manipolando oggetti di vario peso e volume, come mai alcune cose galleggiano ed altre no. Il colloquio piagetiano e il metodo critico continuando ad esser usati nelle ricerche con i bambini tuttavia diversi studiosi temono di essere troppo suggestivi. Critiche alla teoria di Piaget Innanzitutto la sottostima delle competenze dei bambini perché alcune capacità cognitive emergono prima rispetto a quello che pensava Piaget mentre altre possono emergere anche più tardi. Inoltre secondo lui, i bambini passano attraverso quattro stadi distinti di sviluppo cognitivo, ognuno dei quali è caratterizzato da un tipo specifico di pensiero mentre ricerche successive hanno suggerito che lo sviluppo cognitivo può non essere così rigido o sequenziale come gli credeva. Poi la sua teoria dà per scontata la sincronia dello sviluppo ossia che i vari aspetti di un unico stadio dovrebbero emergere tutti nello stesso momento, mentre in realtà i bambini possono mostrare abilità avanzate in un'aria ma non in un’altra contraddicendo la sua idea di stadi di sviluppo ben definiti. Nonostante il riconoscimento dell'importanza degli ambiti sociale ed emotivo, Piaget ha prestato relativamente poca attenzione nella sua teoria o nell'attività di ricerca e ha sottostimato il ruolo dei fattori storici e sociali. Il soggetto protagonista degli scritti di Piaget sembra non avere classe sociale, sesso, nazionalità, cultura o personalità. Sono state rivolte critiche anche all'inadeguatezze metodologiche riguardanti il ridotto numero di soggetti, gli errori inevitabili quando si
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