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Piero Manzoni 1933 breve storia e opere con descrizione, Appunti di Storia Dell'arte

La ricerca dell’immagine; Lucio Fontana; Concetto spaziale – Attesa; Io sono un santo; L’ominide; Genus; Senza titolo; Rivista Azimut. Il bianco non è un colore (Achrome, Acrome). Le linee (linea lunga 7.200 metri). I corpi d’aria (Fiato d’artista). Divorare l’arte (Consumazione dell’arte dinamica del pubblico. Divorare l’arte, Socle du monde, Base magica). Il corpo come opera d’arte. L’arte come escrezione, Merda d’artista.

Tipologia: Appunti

2019/2020

In vendita dal 26/02/2022

laura92mcr
laura92mcr 🇮🇹

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Scarica Piero Manzoni 1933 breve storia e opere con descrizione e più Appunti in PDF di Storia Dell'arte solo su Docsity! PIERO MANZONI 1933-1963 Artista sperimentale e autodidatta (nonostante i brevi studi a Brera), protagonista dell’avanguardia internazionale, ricordato oggi come uno dei precursori dell’arte povera e di quella concettuale, Piero Manzoni nasce nel 1933 in provincia di Cremona, passa l’infanzia a Milano e trascorre le vacanze estive in Liguria; qui, il giovane artista conosce Lucio Fontana, fondatore dello Spazialismo, amico di famiglia. Grande personaggio del ‘900. Con Duchamp condivide un tratto della vita. Apparteneva a una famiglia nobiliare. Nei primi della propria vita fa la spola a Cremona; inizialmente si forma in studi giuridici ma poi in realtà non li porta a compimento. Ad un certo punto decide di convertirsi all’arte perché ritiene che gli studi forensi non facciano al caso suo. È stato un importantissimo teorico dell’arte; i suoi scritti furono pubblicati in una rivista “Azimut” che lo stesso Manzoni fondò nel 1959. Dalla fine degli anni ’50 si è convertito alla professione di artista. Testo: La ricerca dell’immagine, 1957: una sorta di manifesto dell’opera di Manzoni. È una professione molto radicale nei confronti di chi di fronte ad un’oggetto dell’arte attuale e invece si professa un esperto dell’arte antica. La pittura intende comunicare non essere un lusso in funzione dell’arredamento. Un quadro è ed è sempre stato un oggetto magico, religioso. L’artista stesso, per definizione, è incosciente, nel suo percorso rifà gli stessi tratti che avevano percorso i primi uomini dell’umanità. Il tratto fondamentale che ricollega Manzoni alle costruzioni psicanalitiche freudiane è il fatto che l’opera è in qualche modo una specie di lampada che viene accesa nel buio dell’inconscio. L’artista inteso da una parte come figura sacrale, dall’altra come una specie di figura mitica capace di condurre il pubblico all’esplorazione di questo inconscio. Manzoni ha fatto propria la psicoanalisi di Freud e l’ha portata fino alle estreme conseguenze nel senso che l’oggetto artistico diventa un oggetto di auto-analisi per l’artista e per il pubblico. C’è un archetipo assoluto grazie nel quale l’opera d’arte si manifesta. Un’altra radicale professione dell’opera d’arte è che essa non necessariamente deve spiegare, ricordare o esprimere, l’opera d’arte “è” in quanto manifestazione dell’assoluto quale che sia la sua forma. L’opera d’arte è essere. Il momento in cui Manzoni a Milano comincia ad affacciarsi all’arte è un momento che è caratterizzato dalla presenza di artisti assai più anziani di lui. Lucio Fontana, artista italo- argentino, si era specializzato in un modo nuovo di realizzare l’opera d’arte ed esprimere questa realtà trascendente del quale l’opera d’arte rappresenta una specie di porta. Manzoni aveva conosciuto Fontana in Liguria dove trascorreva le proprie vacanze estive. Fontana era anziano di oltre 30 anni rispetto a Manzoni. Fontana aveva dato prova di rompere completamente con la tradizione non solo in senso metaforico ma anche in senso fisico. Famoso il Concetto spaziale – Attesa, 1949: il più antico; i Concetti spaziali sono delle tele che Fontana squarcia, qualche volta in un solo taglio, altre volte in più punti, come se volesse mostrare che il quadro stesso costituisce una specie di porta che consente all’osservatore di entrare in un’altra dimensione, inattingibile. L’opera d’arte diventa un setto che viene squarciato per poter andare al di là della superficie stessa e attingere ad una dimensione dell’assoluto che è accessibile solo attraverso l’opera d’arte. Io sono un santo, 1958: Fontana era un artista abbastanza scherzoso; si dice che nel suo studio avesse posto questa tela squarciata in più punti con la scritta “Io sono un santo”: da una parte ci dice che l’artista si auto-trasfigura nelle vesti di una figura sacrale, in un corpo da adorare. Sul retro del dipinto scrive invece “Io sono una carogna”. L’ominide: All’inizio Manzoni considera sé stesso, figura di artista, come un ominide, cioè come quella di un uomo che si trova ad affrontare un mondo che non conosce ma si trova ad affrontare nuove esperienze. I primi esempi figurativi dello stesso Manzoni hanno a che vedere con l’arte primitiva: Genus, 1957: un olio su tela con l’utilizzo anche del catrame che ci consegnano, però, un’opera volutamente brutta, nel senso sia letterale sia opera dell’artista irregolare. Sembra un autoritratto di Manzoni che si raffigura come un ominide che esplora il mondo. l’arte in questo momento per Manzoni è esplorazione. Senza titolo, 1957: utilizza lo stencil per creare forme antropomorfe ma anche fantascientifiche ma sempre primitive. Una forma che sembra un ufo e un’ugola e il riferimento anche alla pittura primitiva. I giovani artisti di quel periodo decidono di esporre in un bar, Bar Giamaica di Milano, 1957, perché vogliono dimostrare che l’opera d’arte non deve essere mostrata come pezzo d’arredamento; il loro stile, il loro presentarsi al pubblico stride rispetto alle pareti del bar squallide. Rivista Azimut, 1959-60: escono solamente 2 numeri, dove si concentra, però, la ricerca artistica, la sperimentazione teorica di questi artisti che in quegli anni cercano di trovare nuove strade nell’espressione. Il bianco non è un colore Manzoni teorizza l’idea che il bianco non possa essere considerato un colore, ma è un’assenza di colore, così come il nero è l’assenza della luce. Achrome, 1958: sono delle superfici che vengono trattate in modo particolare con l’utilizzo di caolino (sostanza colorante che interviene nella fabbricazione della porcellana e nella realizzazione della carta). Sono delle lenzuola, a volte garze, tele plissettate. (pag.65 Testo Grazioli). Egli sperimenta numerosi materiali, addirittura arriverà ad intingere nel caolino non solo delle fibre di vetro o pezzi di cotone idrofilo, ma anche dei pani. Acrome, 1961: è come se in questo modo Manzoni abbia voluto incorniciare un frammento di vita pietrificandolo.
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