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Lavandare: Una Poesia di Pascoli, Schemi e mappe concettuali di Italiano

Questa documento descrive la poesia 'lavandare' di giovanni pascoli, appartenente alla raccolta 'myricae' e facente parte della sezione 'l'ultima passeggiata'. La poesia presenta un schema metrico aba cbc dede e descrive un paesaggio tranquillo con dettagli come il campo arato e le lavandaie. Pascoli focalizza le sensazioni visive e uditive, utilizzando figure retoriche come iperbato, onomatopea, sinestesia, metafora, chiasmo e similitudine. La poesia è essenzialmente descrittiva e traspira un valore simbolico, con temi di solitudine e perdita.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2019/2020

Caricato il 04/10/2021

deboragrotto
deboragrotto 🇮🇹

4.5

(6)

7 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Lavandare: Una Poesia di Pascoli e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Italiano solo su Docsity! “LAVANDARE” inserita nella raccolta Myricae, fa parte della sezione L'ultima passeggiata, la sesta delle quindici di cui è composta3 la raccolta. Si tratta di un madrigale con schema ABA CBC DEDE. METRO: 2 terzine e una quartina 1. Nel campo mezzo grigio e mezzo nero 2. resta un aratro senza buoi, che pare 3. dimenticato, tra il vapor leggiero. 4. E cadenzato dalla gora viene 5. lo sciabordare delle lavandare 6. con tonfi spessi e lunghe cantilene. 7.Il vento soffia e nevica la frasca, 8. e tu non torni ancora al tuo paese! 9. Quando partisti, come son rimasta! 10. Come l'aratro in mezzo alla maggese. 1. Nel campo arato a metà (la parte grigia sono le zolle secche, non lavorate; quella nera le zolle rivoltate dall'aratro), 2. 3 4 5. 6. 7 8 9 1 Poesia essenzialmente desci rimane un aratro senza buoi che sembra . sia stato dimenticato tra la lieve nebbia. . E dal canale giunge, ritmico, . il rumore dei panni sbattuti delle lavandaie, con frequenti colpi e lunghe cantilene: . “Soffia il vento e cadono le foglie dal ramo, come neve, . e tu ancora non torni al tuo paese. . Quando sei partito, come sono rimasta! 0. Come l’aratro in mezzo al campo non seminato”. ra, che di fronte ad un paesaggio quasi immobile, focalizza alcuni dettagli che acquistano un rilievo particolare. Pascoli distribuisce con precisione nel testo le sensazioni evocate in lui dal quadro che contempla: 1 nella prima terzina prevalgono le impressioni visive (colori) secondo una sfumatura tra “mezzo grigio” e “mezzo nero” (v. 1) che viene velata dalla nebbia (“vapor leggero”, v. 3) che si alza alla mattina dai campi. La seconda terzina privilegia invece le impressioni uditive (udito), lo “sciabordare” (v. 5) i “tonfi spessi” (v. 6). Questi suoni e rumori sembrano giungere da lontano, mescolati alle “lunghe cantilene” che accompagnano le operazioni di lavaggio: e con scelta molto originale Pascoli nella quartina riprende le cantilene delle lavandaie (“Nevica la Frasca d'autunno cadono le foglie come fiocchi di neve") Traspare un valore simbolico: il poeta è partito dalla descrizione della campagna per preparare la rivelazione epifanica delle ultime righe, che indicano la sotterranea corrispondenza tra la solitudine dell’aratro e quella di una donna, protagonista della canzone, che confessa di attendere invano chi ancora non torna. // senso di tristezza e il dolore per la perdita degli affetti - elementi connaturati alla poetica del fanciullino e all'omicidio del padre, come indicato anche in testi quali X Agosto e La cavalla storna - diventano così le chiavi di lettura anche di Lavandare FIGURE RETORICHE neve. iperbato vv 4-5 (E cadenzato dalla gora viene / lo sciabordare della lavandare). onomatopea w. 5 (sciabordare) e 6 (tonfi). sinestesia v 6(tonfi spessi). metafora v. 7 (nevica la frasca), che indica la caduta delle foglie in autunno, leggere come fiocchi di chiasmo sia nel v. 6 (con tonfi spessi e lunghe cantilene) che nel v. 7 (Il vento soffia e nevica la frasca). similitudine vv. 9-10 (Quando partisti, come son rimasta! Come l'aratro in mezzo alla maggese); si noti anche l’antitesi partisti/rimasta. X AGOSTO San Lorenzo , io lo so perché tanto di stelle per l'aria tranquilla arde e cade, perché si gran pianto nel concavo cielo sfavilla.
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