Scarica Poetica di Giovanni Pascoli e più Slide in PDF di Italiano solo su Docsity! GIOVANNI PASCOLI
VITA
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Pascoli, uno dei più italiani.
La sua crescita e la sua formazione furono fortemente segnati dalle
difficili vicende vissute durante gli anni dell'infanzia e della prima
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atei ell[Le: Magi ESTE etetaiafore paraVelel Siae Risto (o) (Ector alia in
circostanze misteriose: l'uomo venne assassinato mentre tornava a
casa in calesse, e il delitto rimase sempre impunito. L'episodio, cui
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era rimasto della sua famiglia devastata. Condivise dolori e
sofferenze economiche con due fratelli e due sorelle: Giacomo e
Luigi, Ida e Maria. della sua vita. Nel 1892 (ISF Nele lu FAO]
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‘atina indetto dalla Regia accademia di Amsterdam; passato alla
carriera accademica, insegnò prima a Bologna, poi a Messina, quindi
ERUCERIG] fu infine chiamato
nella cattedra di letteratura italiana.
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attorno a sé le sorelle Ida e Maria (detta Mariù) rinunciando a
sposarsi; visse pertanto il matrimonio di Ida come un tradimento.
Nel 1895 a Castelvecchio di Barga (Lucca) prese in affitto una casa
che in seguito acquistò, facendone il suo nido definitivo assieme alla
sorella Mariù. In questi anni travagliati nacquero le raccolte poetiche
più celebri: Myricae, Poemetti, Canti di Castelvecchio, Poemi
conviviali.
di cancro nel , dopo avere vinto per la tredicesima volta il
premio dell’Accademia olandese.
GELSOMINO NOTTURNO
Il tema dell’eros rifiutato appare in Il gelsomino notturno tratta
dai Canti di Castelvecchio. Pascoli ci descrive il gelsomino che si
apre ed esala il suo profumo ma attraverso questa immagine
egli allude all'atto dell’accoppiamento. Infatti questo
componimento è definito occasionale: egli lo compose in
occasione del matrimonio di un suo amico fraterno, Gabriele
Briganti. Immagina la prima notte di nozze dell'amico con l'atto
di fecondazione, da cui poi sarebbe nato il piccolo Dante
Gabriele Giovanni. Dato che egli riveste ogni parola di significato
e simbolismo, Dante raffigura il padre della poesia che Pascoli
celebra quasi come un Dio; Gabriele indica l’arcangelo; Giovanni
inteso come uomo.
In questa lirica c'è un invito all'amore, all’eros, visti però da
lontano dal poeta, che quasi li spia, per non esserne coinvolto e
contaminato. C'è questa contrapposizione: la casa dove avviene
l'atto sessuale è la stessa che rappresenterà il nido del bambino.
L'ASSIUVOLO
Con questa poesia Pascoli descrive un paesaggio notturno dove all’inizio prevale il
sentimento dell’estasi, difatti dice che la notte è meravigliosa, il cielo è chiaro come
l’alba e perfino gli alberi sembrano sporgersi per vedere meglio la luna che è
nascosta tra le nubi. Il paesaggio descrittivo è reso ancora più incantevole dalla
melodia del mare e dal fruscii dei cespugli che sembrano quasi rasserenare l’anima.
Tutto quest’ambiente è disturbato non dai lampi, dalle nubi e dalla nebbia, ma
solamente da una voce triste che si leva nei campi: il chiù. Una voce che
all'apparenza sembra di passaggio, ma di strofa in strofa diventa più angoscioso,
fino ad arrivare ad un pianto di morte. Questo suono, per lui, è come un sussulto,
una scossa al cuore che gli fa emergere ricordi tristi e pensieri tormentati.
Il tema dominante, oltre al mistero, è la morte. Questo tema ricorre spesso nelle
sue liriche, non solo come riflesso dei numerosi lutti famigliari supportati
nell'infanzia, ma anche dal desiderio d’evasione dalla minacciosa realtà
contemporanea e dall’oppressione della società. La sua precoce esperienza di
dolore e di morte aveva influito sulla sua visione pessimista e malinconica della vita
e del mondo. Il nostro poeta, molto spesso, per allontanarsi da questa sofferenza
cerca di rinchiudersi nel piccolo mondo degli affetti familiari, ovvero il “nido
familiare”. Ogni singolo elemento della natura, descritto nell’assiuolo, è osservato
con gli occhi ingenui del fanciullino. Il fanciullino è un famoso saggio scritto da
Pascoli dove lui stesso, espone la sua concezione poetica. Egli afferma che il poeta è
chi riesce a vedere le cose con la stessa ingenuità di un bambino. Il poeta quindi
non si dovrà inventare la poesia, ma la scoprirà attraverso la sua capacità di cogliere
le piccole cose con l'intuizione e non sulla ragione, avendo in questo modo una
concezione del mondo che si ha durante l'infanzia. Pascoli, quindi, cerca rifugio
nell'infanzia perché è l’unico momento possibile di felicità.
LA GRANDE PROLETARIA SI E° MOSSA
Nel discorso politico “La grande Proletaria si è mossa, tenuto a Barga il 26
novembre 1911, Pascoli espose diverse ragioni a sostegno dell'impresa coloniale
in Libia, e in particolare il diritto di una nazione “proletaria” quale era l’Italia,
costretta a esportare manodopera in altri paesi capitalistici, di procedere, anche
con la forza, a conquiste coloniali per assicurare ai suoi figli una seconda patria.
Questi figli per lo più devono svolgere lavori umili, faticosi e sono costretti a
emigrare, ma anche fuori dall’Italia sono costretti a "Fare tutto ciò che è più
difficile e faticoso, più umile e perciò più difficile ancora". Pascoli poi paragona gli
italiani ai negri, i quali venivano emarginati. l’Italia non merita questo destino per
i suoi figli, poiché secondo il poeta è una grande Nazione e ha al mondo pensatori,
geni, esploratori: "ha dato potenti conquistatori, i più sapienti, i ni profondi
pensatori, i più ispirati poeti". La guerra coloniale per I
n’esigenz: saria alla sopravvivenza dei cittadini italiani e dopo anni
trascorsi come lavoratori emigrati oltremare che dopo anni di sfruttamento e
ingiurie, dovevano assolutamente procurarsi terre fertili da cui trarre il proprio
sostentamento. La Libia è descritta da Pascoli come un Paese naturalmente
favorevole alla colonizzazione italiana, perché vicina geograficamente e molto
fertile. Le potenzialità che questa terra offriva erano però sprecate dall’inerzia e
dall’arretratezza delle popolazioni locali, e gli italiani avevano il dovere
“civilizzatore” d’intervenire per sfruttare a pieno il territorio, portandovi cultura e
progresso. La Libia diveniva così, nelle parole di Pascoli, una seconda patria a tutti
gli effetti per il nostro paese
il poeta
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