Scarica Politica della Fotografia di David Levi Strauss e più Appunti in PDF di fotografia solo su Docsity! POLITICA DELLA FOTOGRAFIA: Nessuna società è mai stata dominata da immagini quanto la nostra, eppure la nostra capacità di comprensione dell’immagine sembra dimnuire quanto più è possibile utilizzarla e manipolarla. In “Politica della fotografia”, Strauss analizza vari soggetti, dall’utilizzo della fotografia nella propaganda politica all’immagine intangibile dei sogni, dall’epica sociale di Sebastiao Salgado alle rivelazioni intime di Francesca Woodman, dalla frenesia mediale che fa seguito ai tragici eventi dell’11 settembre alla denuncia del genocidio del Rwanda nelle opere di Alfredo Jaar… Di solito si legge per puro diletto, informarsi, studiare. Certi libri invece sono scritti per far riflettere, ricordare, approfondire. E' il caso di questo volume nel quale l'autore imprime a termini ambivalenti come politica e fotografia particolari significati, giungendo a legarli in un binomio indissolubile: politica della fotografia. David Levi Strauss si chiede quali significati si possano attribuire alla fotografia attuale, in un'epoca dominata da Internet. Come viene usata e/o distorta dagli artisti, fotoreporter e mass media. Le sue risposte sono molteplici, proprio come lo sono gli usi che se ne fanno a fini politici. Con la sua incessante denuncia dello sfruttamento del mezzo fotografico lo scrittore intende portare alla luce e analizzare le controversie culturali, sociali e artistiche che dominano gli ultimi due secoli. Lo fa per mezzo della propria forza intellettuale, poetica, critica, segnalando al contempo i difetti che la fotografia, per quanto realistica e innocente possa essere, si porta dietro dalla sua nascita. In questo volume il ruolo sociale della fotografia viene quindi affrontato a più riprese dall’autore esprimendo chiaramente un grande senso di responsabilità, in un’epoca in cui “la globalizzazione sembra procurare più danni che benefici e il singolo individuo sembra privato del diritto all’informazione”, sia per l’artista che per il reporter. Levi Strauss ci dice che noi abbiamo bisogno di immagini non possiamo farne a meno. Sebastiao Salgado: la relazione tra estetica e politica una delle critiche più determinate e acute è quella sulla fotografia di documentazione sociale e si concentrava in special modo sull’estetizzazione dell’immagine documentaria. In una articolo sul New Yorker Ingrid Sischy se la prendeva con il fotografo Salgado perché diceva che le sue foto minacciano i confini tra estetica e politica, lei lo accusava di imbellire la tragedia. e la bellezza è un chiaro richiamo all’ammirazione no all’azione. Mentre invece Eduardo Galeano nel su testo “Salgado 17 volte” dichiara che Salgado fotografa la gente, fotografa dall’interno, in solidarietà. Questo è il caratteristico disturbo delle foto di Salgado che divide il pubblico. Come le sue immagini operino nelle fessure e nelle ferite del sociale. Il poeta Michael Palmer infatti dice che vedendo le immagini di Salgado dobbiamo tenere a mente che il soggetto del suo fotogiornalismo non è il visibile ma l’invisibile, ciò che è stato represso e di cui non si parlerà. Salgado è discusso anche proprio perché ha estetizzato la povertà, il lavoro duro dei minatori, di avere sfruttato questi temi ma in realtà io credo siano vere entrambe le cose, Salgado ha messo in evidenza delle condizioni di lavoro primitive in maniera estetica ma è una questione di stile, è il suo modo di farci vedere la realtà. Se noi pubblico ci fermiamo davanti alle sue immagini e
