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Politica economica: il ruolo delle Banche Centrali, Appunti di Economia Politica

In questo documento si spiega il ruolo della BC, i mezzi mediante i quali questa opera sul mercato e tipi di politica monetaria che può porre in essere, per controllare inflazione, produzione ed occupazione.

Tipologia: Appunti

2014/2015

Caricato il 06/02/2015

debora127
debora127 🇮🇹

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Scarica Politica economica: il ruolo delle Banche Centrali e più Appunti in PDF di Economia Politica solo su Docsity! TEMI DI POLITICA ECONOMICA: IL RUOLO DELLE BANCHE CENTRALI La politica economia è una delle materie da trattare con più attenzione. Per comprendere al meglio questo tema occorre analizzare innanzitutto il ruolo che le odierne banche centrali rivestono all'interno dei vari ordinamenti. Chiaramente analizzeremo in concreto e più attentamente la politica economia in campo europeo. La, oggi, Banca Centrale persegue tre obiettivi: 1 Controllo dell’offerta di moneta 2 Gestione del mercato del credito 3 Vigilanza del sistema bancario Vediamo più da vicino in che cosa consistono questi tre obiettivi. Controllo dell’offerta di moneta Controllare l’offerta di moneta significa controllare il tasso di inflazione, la cui variazione dipende, in maniera proporzionale, dal variare della quantità di moneta in circolazione. Da questa semplice osservazione, possiamo dedurre che una politica monetaria espansiva (volgarmente una politica nella quale si "stampa più moneta") fa aumentare i prezzi, mentre una politica monetaria restrittiva fa diminuire l'inflazione. La relazione tra l'inflazione e la quantità di moneta può essere dimostrata matematicamente, partendo dalla c.d. teoria quantitativa della moneta. Secondo questa teoria, la quantità di moneta (indicata con M) moltiplicata per la sua velocità di circolazione (V) è uguale al livello generale dei prezzi (P) per il livello di produzione (X): MV = PX Passando alle variazioni [ricordiamo che la variazione di una qualsiasi grandezza x si ottiene dalla seguente operazione matematica: (x iniziale - x finale)/ x iniziale] e indicando con “g” la variazione, abbiamo la seguente formula: gm + gv = π + gxa Dove “π” è la variazione dei prezzi, ossia l’inflazione, mentre “gxa” è la variazione attesa della produzione reale. Supponendo che la velocità di circolazione della moneta (indicata con V) sia costante (cioè non vari mai) il suo tasso di crescita (gv) sarà pari a zero. Dunque con gv=0 la formula diventerà: gm = π + gxa La formula di cui sopra dimostra che l’inflazione (π) dipende dalla quantità di moneta in circolazione (gm). Ma a questo punto potremmo chiederci: Di quanto dovrebbe crescere ogni anno la moneta per contenere l’inflazione? Per contenere l’inflazione, l’offerta di moneta dovrebbe crescere in misura tale da coprire la crescita dei prezzi e l’aumento degli acquisti. L’inflazione dipenderà dal quantitativo di moneta che la Banca Centrale mette in circolazione, occorre, tuttavia, precisare che l'inflazione è data dalla differenza tra tasso di crescita della moneta e tasso di crescita del reddito (ossia del Pil reale): π = gm – gx Quindi, se la Banca Centrale vuole mantenere un’inflazione pari a zero e il Fondo Monetario stima (per esempio) una crescita del Pil reale del 3%, la Banca Centrale dovrà aumentare l’offerta di moneta del 3%. La Banca Centrale può assumere due atteggiamenti, cioè può adottare una politica monetaria restrittiva o espansiva: • Con la politica monetaria restrittiva sacrifica temporaneamente produzione e occupazione per contenere l’inflazione. Stampando meno moneta la gente venderà i propri titoli per avere più denaro e fare acquisti, ciò provocherà un abbassamento del prezzo dei titoli, perché il mercato dei titoli andrà in eccesso di offerta. L'abbassamento del prezzo dei titoli farà aumentare il tasso di interesse e le imprese investiranno meno. Con meno investimenti le imprese avranno bisogno di meno lavoratori e la produzione mediamente tenderà a calare. Ecco che una politica rigida contiene l'inflazione, ma fa sacrificare produzione e lavoro. Questo nel breve periodo. Nel lungo periodo, se i prezzi sono flessibili, una minor domanda di lavoro comporterà una riduzione dei salari e anche i prezzi dei prodotti scenderanno, questo farà aumentare il potere d'acquisto della moneta e quindi i consumi. L'aumento dei consumi poterà ad un aumento della produzione, che sarà avvantaggiata anche dalla diminuzione del tasso di interesse, che permetterà maggiori investimenti. Come facciamo a capire che il taso di interesse nominale scende? Dalla relazione di Fisher, che ci insegna che il tasso di interesse nominale è dato dalla somma del rendimento reale dei titoli più l’inflazione (i = r + π), quindi se i prezzi scendono anche il tasso di interesse nominale diminuisce, dunque gli investimenti aumentano. Data la maggiore produzione, anche l'occupazione tenderà a crescere. Ecco che nel lungo periodo si verifica un aumento di produzione e occupazione Quindi la politica monetaria rigida contiene l’inflazione, comportando una disoccupazione transitoria. • Si ha una politica monetaria estensiva, quando la Banca Centrale adegua l’offerta di moneta alla domanda di moneta. In questo caso gli investimenti e la produzione non diminuiscono, perché avendo moneta a disposizione gli individui non dovranno vendere i loro titoli, tuttavia, i prezzi aumenteranno a causa dell'aumento dei consumi.
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