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Politica senza classe, Appunti di Comunicazione Politica

Riasssunto fattibile del libro Politica senza classe

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 05/01/2019

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Scarica Politica senza classe e più Appunti in PDF di Comunicazione Politica solo su Docsity! POLITICA SENZA CLASSE: 1.C’era una volta l’America Nel linguaggio corrente della politica e dell’informazione tutti conoscono gli imperativi del presente:” Tagli alla spesa pubblica e mercati”. Parole magiche, che dovrebbero rappresentare l’ancora di salvezza delle società dell’occidente. I tagli alla spesa consentirebbero ai Paesi con debito pubblico elevato di poter respirare e si presenterebbero come unica soluzione al collasso finanziario. Una politica di questo tipo è però destinata al fallimento se non è accompagnata da provvedimenti che favoriscano la crescita. Negli anni compresi tra il 1919 e il 2009 i tagli hanno portato, in diversi paesi, all’aumento dei disordini, delle manifestazioni contro i governi, degli scioperi, degli assassini politici e dei tentativi di rovesciare l’ordine stabilito. In una società come questa è naturale che tutto diventi più complicato: • intanto è presente l’indignazione giovanile, pacifica ma carica di risentimento • poi c’è il problema dei mercati: quando si pensa ad essi molto spesso non si applica la distinzione tra quelli che riguardano la compravendita di prodotti di consumo, ovvero i beni di sussistenza, e quelli che invece maneggiano titoli, obbligazioni e altri prodotti finanziari. Quest’ultimi rappresentano a volte strutture parassitarie che si alimentano delle comunità ricche e povere, senza distinzioni, rastrellando denaro a deboli e forti in difficoltà. Oggi la possibilità di una ripresa passa attraverso il rafforzamento della funzione degli Stati, puntando sulla politica di bilancio come strumento d’aggancio alle esigenze degli equilibri economici. Diventa difficile pensare che possa esistere un sistema capitalistico senza uno stato forte perché ciò produrrebbe solo una società disastrosa. Il capitalismo quindi stenta a vincere, non si erge come punto di riferimento. Con la caduta del muro di Berlino si pensava che la spallata definitiva al socialismo sovietico producesse grandi opportunità di democrazia, di affari e di libertà (come volevano gli USA). Molti sostengono invece che non aver POLITICA SENZA CLASSE: 1.C’era una volta l’America Nel linguaggio corrente della politica e dell’informazione tutti conoscono gli imperativi del presente:” Tagli alla spesa pubblica e mercati”. Parole magiche, che dovrebbero rappresentare l’ancora di salvezza delle società dell’occidente. I tagli alla spesa consentirebbero ai Paesi con debito pubblico elevato di poter respirare e si presenterebbero come unica soluzione al collasso finanziario. Una politica di questo tipo è però destinata al fallimento se non è accompagnata da provvedimenti che favoriscano la crescita. Negli anni compresi tra il 1919 e il 2009 i tagli hanno portato, in diversi paesi, all’aumento dei disordini, delle manifestazioni contro i governi, degli scioperi, degli assassini politici e dei tentativi di rovesciare l’ordine stabilito. In una società come questa è naturale che tutto diventi più complicato: • intanto è presente l’indignazione giovanile, pacifica ma carica di risentimento • poi c’è il problema dei mercati: quando si pensa ad essi molto spesso non si applica la distinzione tra quelli che riguardano la compravendita di prodotti di consumo, ovvero i beni di sussistenza, e quelli che invece maneggiano titoli, obbligazioni e altri prodotti finanziari. Quest’ultimi rappresentano a volte strutture parassitarie che si alimentano delle comunità ricche e povere, senza distinzioni, rastrellando denaro a deboli e forti in difficoltà. Oggi la possibilità di una ripresa passa attraverso il rafforzamento della funzione degli Stati, puntando sulla politica di bilancio come strumento d’aggancio alle esigenze degli equilibri economici. Diventa difficile pensare che possa esistere un sistema capitalistico senza uno stato forte perché ciò produrrebbe solo una società disastrosa. Il capitalismo quindi stenta a vincere, non si erge come punto di riferimento. Con la caduta del muro di Berlino si pensava che la fondeva con Forza Italia dando vita al Pdl (popolo della libertà). Queste tre forze hanno costituito il nucleo del centrodestra che ha, da ormai 20 anni, ostacolato l’attività della sinistra, generando conflitti molto dannosi all’interno della compagine di governo, resa instabile da questi partiti considerati responsabili dell’ingovernabilità moderna ed incapaci di creare esecutivi stabili. Il Partito Democratico non riesce a riproporre i successi conseguiti negli anni ’90 a causa delle sue forti divisioni interne, che hanno inoltre generato la precarietà in cui il partito si trova tutt’oggi. In questo scenario emergono tutte le fragilità dell’impianto politico, le difficoltà a padroneggiare la complessità sociale e ci si rende conto che la pubblica amministrazione non coadiuva la ripresa come invece dovrebbe. L’Italia è alla disperata ricerca di un rinascimento politico all’insegna dello sviluppo e della felicità, che stenta a farsi identificare , così come il principio della giustizia uguale per tutti che rimane ancora sullo sfondo; la corruzione inoltre non si è mai arrestata e sembra che la seconda Repubblica non sia mai decollata. 1.3 I politici, fra egoisti, conservatori e riformisti Abbiamo attraversato un ventennio di oscurantismo politico e culturale. Il nostro Governo dovrebbe avere molti rimpianti per ciò che avrebbe potuto fare e che non ha fatto per il bene comune. L’aria che si respira oggi è carica di incertezza, che si riflette nelle compagini di governo e nella scelta delle classi dirigenti. I messaggi ed i segnali sociali che vengono mandati attraverso i diversi canali di comunicazione civile e politica stentano ad essere metabolizzati. Nonostante viviamo in una società che richiede rapidità d’azione e di pensiero, la formazione, l’innovazione e la ricerca sono state soffocate dalla miopia del sistema politico sempre più teso a barattare consenso con privilegi e assistenzialismo; non siamo stati nemmeno capaci di considerare gli ambiti in cui si poteva fornire un terreno utile sia sotto il profilo della produzione sia sotto quello dell’occupazione: energia rinnovabile, alimentazione, trasporto. Abbiamo preferito spalancare le porte alle industrie straniere e consentire che il parassitismo si diffondesse nell’ambito pubblico, con sprechi, evasione fiscale e debito pubblico sempre più crescenti. Questa mancanza di propulsione mentale e sociale la si può cogliere ovunque, cos’ come la delusione dell’elettorato e l’indignazione delle nuove generazioni 1.4 Modernità della criminalità: la mafia Ormai si ha sempre meno difficoltà nel porre la mafia nella gerarchia dei poteri istituzionali. Dipende se la si vuole considerare come una organizzazione para istituzionale, sociale e politica, con capacità d’influenza e di comando. La mafia si presenta come un’istituzione intelligente e violenta, muovendosi secondo uno schema sistemico e cercando di consolidare un suo senso morale fra la gente che delle sue forti divisioni interne, che hanno inoltre generato la precarietà in cui il partito si trova tutt’oggi. In questo scenario emergono tutte le fragilità dell’impianto politico, le difficoltà a padroneggiare la complessità sociale e ci si rende conto che la pubblica amministrazione non coadiuva la ripresa come invece dovrebbe. L’Italia è alla disperata ricerca di un rinascimento politico all’insegna dello sviluppo e della felicità, che stenta a farsi identificare , così come il principio della giustizia uguale per tutti che rimane ancora sullo sfondo; la corruzione inoltre non si è mai arrestata e sembra che la seconda Repubblica non sia mai decollata. 1.3 I politici, fra egoisti, conservatori e riformisti Abbiamo attraversato un ventennio di oscurantismo politico e culturale. Il nostro Governo dovrebbe avere molti rimpianti per ciò che avrebbe potuto fare e che non ha fatto per il bene comune. L’aria che si respira oggi è carica di incertezza, che si riflette nelle compagini di governo e nella scelta delle classi dirigenti. I messaggi ed i segnali sociali che vengono mandati attraverso i diversi canali di comunicazione civile e politica stentano ad essere metabolizzati. Nonostante viviamo in una società che richiede rapidità d’azione e di pensiero, la formazione, l’innovazione e la ricerca sono state soffocate dalla miopia del sistema politico sempre più teso a barattare consenso con privilegi e assistenzialismo; non siamo stati nemmeno capaci di considerare gli ambiti in cui si poteva fornire un terreno utile sia sotto il profilo della produzione sia sotto quello dell’occupazione: energia rinnovabile, alimentazione, trasporto. Abbiamo preferito spalancare le porte alle industrie straniere e consentire che il parassitismo si diffondesse nell’ambito pubblico, con sprechi, evasione fiscale e debito pubblico sempre più crescenti. Questa mancanza di propulsione mentale e sociale la si può cogliere ovunque, cos’ come la delusione dell’elettorato e l’indignazione delle nuove generazioni 1.4 Modernità della criminalità: la mafia Ormai si ha sempre meno difficoltà nel porre la mafia nella gerarchia dei poteri istituzionali. Dipende se la si vuole considerare come una organizzazione para istituzionale, sociale e politica, con capacità d’influenza e di comando. La mafia si presenta come un’istituzione intelligente e violenta, muovendosi secondo uno schema sistemico e cercando di consolidare un suo senso morale fra la gente che non sopporta il modo arrogante con cui si gestiscono, nel Paese, il potere e il clientelismo. Lo Stato deve combattere contro questo nemico, un nemico che è stato capace di costruirsi una rete popolare, che vede nella mafia una sorta di occasione in questo stato di crisi internazionale. La mafia intuisce la fragilità del sistema e s’inserisce per sostenerlo negli ambiti di maggiore debolezza: l’occupazione, il riciclaggio, lo smaltimento rifiuti, l’energia. Essa è ormai capace di intrecciarsi con la politica, corrompendola. Si può combattere tutto questo in diversi modi: • riordinare le forze: questa lotta riguarda e coinvolge allo stesso modo il Nord, il Centro e il Sud. Separare il paese immaginazioni delle persone per capire meglio i loro bisogni, una caratteristica che manca in molti politici di talento, i quali, cessato il loro mandato, vanno in cerca di ulteriori incarichi di potere per evitare di andare a finire nel dimenticatoio. Questi si dimenticano che la capacità di ascoltare permette loro di conoscere i bisogni degli altri e in questo modo non fanno che aumentare inevitabilmente il senso del disincanto da parte dei singoli e del popolo nei confronti della rappresentanza politica. 2.1 La forza politica e le chiavi del successo Come in tutte le forze politiche, deve esserci un leader carismatico, un gruppo dirigente di buon livello e un apparato di sostegno che possa fronteggiare le esigenze organizzative e comunicative. In particolare una forza politica, per ottenere successo e consensi, dovrebbe concentrarsi su questi aspetti, le quattro C: • La conoscenza: una forza politica deve essere in grado di conoscere il proprio elettorato e quindi tradurre gli stati emotivi in proposte ragionevoli • La comunicazione: è uno strumento essenziale per realizzare persuasione e • Energia e ambiente • Salute e diritti umani • Reddito • Sicurezza • Attività ricreative Vicinanza, sicurezza e speranza rappresentano tre presupposti fondamentali del successo politico perché creano le condizioni per arginare i momenti difficili e trascinare verso momenti d’entusiasmo, ottimismo e coinvolgimento. Un uomo politico dovrebbe chiedersi sempre chi sarà il suo elettore, quali sono i suoi bisogni e di quelli che lo circondano. In una società in continuo fermento, priva di tranquillità, possono scaturire atteggiamenti di frustrazione, tormento e ribellione, soprattutto in momenti di scarsità e in condizioni di non poter soddisfare bisogni e desideri. Bisogna adottare un termine chiamato role taking, il quale indica la capacità di infilarsi nella mente, nelle emozioni e nelle immaginazioni delle persone per capire meglio i loro bisogni, una caratteristica che manca in molti politici di talento, i quali, cessato il loro mandato, vanno in cerca di ulteriori incarichi di potere per evitare di andare a finire nel dimenticatoio. Questi si dimenticano che la capacità di ascoltare permette loro di conoscere i bisogni degli altri e in questo modo non fanno che aumentare inevitabilmente il senso del disincanto da parte dei singoli e del popolo nei confronti della rappresentanza politica. 2.1 La forza politica e le chiavi del successo Come in tutte le forze politiche, deve esserci un leader carismatico, un gruppo dirigente di buon livello e un apparato di sostegno che possa fronteggiare le esigenze organizzative e comunicative. In particolare una forza politica, per ottenere successo e consensi, dovrebbe concentrarsi su questi aspetti, le quattro C: • La conoscenza: una forza politica deve essere in grado di conoscere il proprio elettorato e quindi tradurre gli stati emotivi in proposte ragionevoli • La comunicazione: è uno strumento essenziale per realizzare persuasione e coinvolgimento del suo elettorato e per rendere visibile i contenuti delle proprie strategie • La collaborazione: intesa come partecipazione e coinvolgimento dei cittadini • Il cambiamento: promuovere e sviluppare il cambiamento per rispondere alla velocità dei mutamenti per essere in grado di governare i nuovi scenari della politica • Il posizionamento: una forza politica che non abbia un suo posizionamento per farsi identificare non è affidabile • Il piano operativo: sono i contenuti che la forza politica si è data. Rappresentano la linfa vitale della sua capacità di generare consensi Ogni forza politica inoltre deve avere una sua caratterizzazione: • L’innovazione della proposta: non è utile insistere sulle medesime proposte. Se queste non hanno trovato realizzazione significa che sono stati commessi degli errori di comunicazione • L’utilità: ciò che si propone deve tradursi in convenienza per l’elettorato. Il cittadino non è un essere inferiore , ma esercita la sua sovranità e la tutela dei suoi interessi attraverso il voto • La tempestività: essere sempre all’avanguardia arrivando prima di altre forze politiche • La comunicazione: deve sempre contenere chiarezza e semplicità affinché la proposta possa essere compresa • Il test: prima di rendere pubblica una proposta occorre testarla, rivolgendosi agli specialisti del settore cui è diretta la proposta con indagini di campionamento, tenendo conto di 3 variabili: geografica(dove), culturale(quanto sai) e socio-professionale(che lavoro fai). Una proposta sbagliata, che porrà a carico dei cittadini motivi di sofferenza, provocherà di sicuro ragioni di conflitto. Il successo di una proposta politica è ricondotto ad alcuni fattori come il carico di giustizia e d’equità sociale, il grado coinvolgimento del suo elettorato e per rendere visibile i contenuti delle proprie strategie • La collaborazione: intesa come partecipazione e coinvolgimento dei cittadini viene meno e ci si trova nell’area dei rischi • Allarmismo: tutto ciò che è messo in campo per creare un clima esagerato rispetto a un fenomeno che non presenta caratteri di gravità di copertura economica, la presenza di vantaggi e loro durata e per finire il consenso dei cittadini. 2.2 Il gruppo politico e le sue funzioni Identità e condivisione rappresentano gli elementi di forza di un gruppo politico, che deve essere un luogo di relazione e di comunicazione. Quando dentro di esso regna l’armonia diventa un luogo affettivo e di scambio. La prima fase della sua costruzione prevede la nascita di un interesse comune, mentre la seconda fase rappresenta il momento in cui si instaura un buon grado di conoscenza tra i suoi membri e nascono affinità e simpatie; la terza fase stabilisce le norme di comportamento e le forme d’interazione. Si elegge un leader; la quarta fase riguarda la stesura degli obiettivi che i membri del partito devono raggiungere. Il gruppo deve attrarre verso di sé l’attenzione, lanciando messaggi con un linguaggio diretto e carico di contenuto, emozione e razionalità, cercando inoltre di capire se il messaggio è stato inteso bene. Il consenso è l’arma più efficace per esercitare certe forme di controllo popolare, ma è anche lo strumento primario con cui il singolo e la collettività possono agire o sollecitare atti e comportamenti del potere politico. La pubblicità è già un atto di controllo che permette ai cittadini di sapere ciò che detiene e fa il potere. Per giudicare e capire occorre un potere senza maschera, che non sia fatto di sotterfugi e inganni. Negli USA le elezioni mettono gli americani in condizioni di esercitare il controllo nei confronti dell’operato del governo in carica, in una vera e propria democrazia della trasparenza e della responsabilità. Oggi è il potere che rivendica e impone la sua supremazia sulla volontà popolare e non viceversa, attraverso le forme del ricatto: la crisi economica e occupazionale, la mancanza di alternative e la complessità della pubblica amministrazione. In questo clima di ansie e preoccupazioni nascono e si sviluppano l’allarme e l’allarmismo: • Allarme: si è superata la soglia di là della quale la sicurezza viene meno e ci si trova nell’area dei rischi • Allarmismo: tutto ciò che è messo in campo per creare un clima esagerato rispetto a un fenomeno che non presenta caratteri di gravità Le forze politiche a volte possono enfatizzare un fenomeno allo scopo di creare momenti infondati di tensione e preoccupazione, oppure possono creare strategie politiche per catturare consenso facendo leva sul presunto allarme. Così i cittadini cadono nell’inganno politico che distorce i dati della realtà. Allarmismo può essere per esempio l’eccesso di carico assegnato all’entità del fenomeno degli ingressi clandestini pur sapendo che i dati reali si muovono in maniera molto più contenuta. Un allarme, che sia droga, alcool, terrorismo o criminalità in una determinata area geografica, suscita sempre paura e richiede risposte precise, poiché omettendo d’informare la popolazione sulla reale gravità del fenomeno può provocare l’inquietudine ed il disordine generale. La Stampa in questo caso riveste un ruolo importantissimo perché può cogliere il senso della minaccia, dilatando il senso del pericolo o riducendolo. 2.3 La Pubblica Amministrazione Non c’è compagine governativa che non abbia posto tra i suoi obiettivi la riforma della Pubblica Amministrazione, con tagli alla spesa pubblica e snellimento delle procedure. Molti sono stati i fallimenti, senza contare che ora ci troviamo in piena crisi economica nazionale ed internazionale. Viaggiamo a pelo d’acqua, sempre a rischio di soffocamento e ci occorre al più presto porre la Pubblica amministrazione al centro degli interessi politici del paese perché la complessità delle sue strutture e procedure rappresentano un aspetto depressivo. Inefficienze ,sprechi e corruzione sono il vero problema nazionale. I cittadini vedono la Pubblica amministrazione come un apparato da temere perché richiede sempre tributi fiscali o impone limitazioni di vario genere. Le priorità sono: • Riformare la politica: e quindi una nuova legge elettorale; riduzione dei parlamentari; pensionamento a 65 anni per tutti; abolizione delle province e annullamento dei privilegi economici di cui godono i parlamentari • Organizzare gruppi regionali di esperti per effettuare rigorose e puntigliose ricerche su possibili sprechi e/o duplicazioni di denaro • Gestire meglio le risorse umane: l’età media dei dipendenti pubblici è molto alta; questi dirigenti hanno avuto la nomina tramite criteri politici e non di merito, nonostante siano incapaci di dirigere le risorse pubbliche. Le forze politiche a volte possono enfatizzare un fenomeno allo scopo di creare momenti infondati di tensione e preoccupazione, oppure possono creare strategie politiche per catturare consenso facendo leva sul presunto allarme. Così i cittadini cadono nell’inganno politico che distorce i dati della realtà. Allarmismo può essere per esempio l’eccesso di carico assegnato all’entità del fenomeno degli ingressi clandestini pur sapendo che i dati reali si muovono in maniera molto più contenuta. Un allarme, che sia droga, alcool, terrorismo o criminalità in una determinata area geografica, suscita sempre paura e richiede risposte precise, poiché omettendo d’informare la popolazione sulla reale gravità del fenomeno può provocare l’inquietudine ed il disordine generale. La Stampa in questo caso riveste un ruolo importantissimo perché può cogliere il senso della minaccia, dilatando il senso del pericolo o riducendolo. Rispetto al passato, il passaggio da una posizione economica ad un’altra si realizza in un arco di tempo più breve. Basta un soffio di crisi per falcidiare posti di lavoro e far precipitare posizioni economiche e sociali. La rivoluzione tecnologica e la globalità dei mercati hanno scardinato la società piramidale e ora la permanenza, l’ascesa e la discesa dai posti di comando avvengono in maniera più rapida. Uno stato le cui istituzioni sono distanti dai bisogni reali dei cittadini rappresenta una forma primitiva della politica ed in particolare l’Italia si ritrova ad essere uno Stato bloccato, con forte bisogno di stimoli creativi. Sarebbe quindi auspicabile che politici di diverso schieramento coltivassero il fascino del confronto utile, che faccia scomparire la diade amico/nemico, che elimini il medievalismo, fattore che ci taglia fuori dai processi internazionali e che ci provincializza. Nella realtà attuale manca la vera figura del moderato, ovvero quella figura capace di conciliare i contrasti, di ricercare la concretezza e di propendere alla mediazione. 3.1 Nuovi modelli sociali fra stati emozionali e processi comunicativi Esistono nuovi modelli sociali verso i quali i messaggi potrebbero essere indirizzati per suscitare consenso politico • Soggetto a bassa connotazione culturale: è caratterizzato da carenza di concetti; si lascia convincere e coinvolgere facilmente; legge in maniera discontinua • Soggetto a medio-bassa connotazione culturale: comincia a distinguere i messaggi ed i loro contenuti, è munito di una base minima culturale; si schiera a favore dei suoi interessi con cognizione di causa; legge più assiduamente • Soggetto a media connotazione culturale: possiede un bagaglio culturale più ricco; si informa e legge con continuità • Soggetto a medio-alta connotazione culturale: ha livelli di studio elevato; buone chiavi di lettura e sa sempre da quale parte schierarsi • Soggetto ad alta connotazione culturale: ha un livello di studio superiore con estensione post-laurea; ha un posizionamento politico stabile con il suo reddito e la sua professione Per ciascuno di questi 5 modelli si possono ipotizzare strategie mirate al successo comunicativo. Ecco quali aspetti della comunicazione potrebbero essere presi in considerazione: • Primo modello: il linguaggio deve essere semplice e comprensibile con argomenti che puntino sulle credenze popolari e sui carichi d’emotività trascinante • Secondo modello: i messaggi possono avere una buona articolazione di contenuti, legati soprattutto alla condizione professionale del cittadino e ai suoi interessi • Terzo modello: raggiungere il pubblico coi social network con argomentazioni e tematiche umanitarie e sensibili. Il nuovo mondo social permette di sfruttare tutte le potenzialità che il web fornisce e così il sistema politico può comunicare le sue strategie con mezzi e possibilità sino a ieri inimmaginabili • Quarto modello: nella chiarezza dei contenuti e nei riferimenti ai contesti il cittadino coglie le differenze e le sfumature, disdegnando genericità e imprecisione; particolare attenzione dedicata ai dati documentati e inoppugnabili • Quinto modello: la persona in questo caso si coinvolge emotivamente ed è aperto alla lettura dei contesti socio- economici, ma è capace di disincanto per effetto di esperienza e conoscenza; sceglie con nettezza la sua posizione sullo scacchiere politico e lo cambia solo in presenza di corposi vantaggi • L’anima nella “rete” • Soggetto a medio-alta connotazione culturale: ha livelli di studio elevato; buone chiavi di lettura e sa sempre da quale parte schierarsi • Soggetto ad alta connotazione culturale: ha un livello di studio superiore con estensione post-laurea; ha un posizionamento politico stabile con il suo reddito e la sua professione Per ciascuno di questi 5 modelli si possono ipotizzare strategie mirate al successo comunicativo. Ecco quali aspetti della comunicazione potrebbero essere presi in considerazione: • Primo modello: il linguaggio deve essere semplice e comprensibile con argomenti che puntino sulle credenze popolari e sui carichi d’emotività trascinante • Secondo modello: i messaggi possono avere una buona articolazione di contenuti, legati soprattutto alla condizione professionale del cittadino e ai suoi interessi • Terzo modello: raggiungere il pubblico coi social network con argomentazioni e tematiche umanitarie e sensibili. Il nuovo mondo social permette di sfruttare tutte le potenzialità che il web fornisce e così il sistema politico può comunicare le sue strategie con mezzi e possibilità sino a ieri inimmaginabili • Quarto modello: nella chiarezza dei contenuti e nei riferimenti ai contesti il cittadino coglie le differenze e le giusta. Da alcuni decenni a questa parte si assiste a durevoli ed estenuanti forme di contrapposizione politica e alla mancanza di dialogo tra posizioni differenti. Oggi, nel nostro paese, ci troviamo di fronte a una vera divaricazione: da una parte i poteri della comunicazione che spingono nella direzione interessata gli umori e gli orientamenti dei cittadini. Questi poteri sono adoperati sia dai politici sia dalla stampa. Dall’altra parte il bisogno di ricercare vie di sbocco positive ai problemi delle comunità. Bisogno che viene affidato al dialogo, che ormai è il vero “grande assente” di questa legislatura. Per rimuovere questi ostacoli al dialogo bisogna: • Creare un proposito positivo: nessuna decisione va presa senza un confronto con tutte le altre presenti sul campo • Trovare un’idea: da proporre possibilmente come soluzione unica • Considerare le differenze: cioè capire le posizioni totalmente o parzialmente in contrapposizione • Essere comprensibili: l’idea deve essere comunicabile • Tolleranti: sopportare l’esistenza di altri punti di vista • Cercare un interesse collettivo • Oppure l’alternativa convergente: cioè assumere il meglio delle posizioni contrapposte, formulando una nuova proposta. Il dibattito viene considerato il migliore dei modi per giungere alla verità. Verità che nel corso del dialogo può essere impraticabile quando: • Manca l’idea: il dialogo si esercita su idee precise e conosciute • C’è intolleranza preconcetta: l’idea dell’altro è già declassata per preconcetto e quindi si è tesi a scivolare subito nella insopportazione • Atteggiamento sopraffattorio: si pensa di avere il diritto di poter decidere da solo • Chiusura negoziale: quando si formula una proposta con l’imperativo prendere o lasciare I dialoganti per raggiungere una buona riuscita del loro lavoro devono sempre contemplare le loro azioni dentro una cornice d’interesse collettivo, di bene comune. • Comunicazione e politica Qualsiasi risultato politico si voglia ottenere attraverso l’influenza della comunicazione ci sono due fattori decisivi che bisogna osservare: la politica e il giornalismo. La comunicazione politica è utilizzata per attraversare la mente del cittadino da cui trarre il consenso per alimentare il potere di chi vuole rappresentarlo. Ciascun provvedimento politico che presuppone riflessi sui cittadini, modificando lo stato delle cose attuali, dovrebbe considerare 4 aspetti di convenienza: • Ridurre le distanze economiche fra le componenti sociali • Calcolare il minimo danno per chiunque • Prevedere vantaggi • Suscitare il minimo conflitto possibile • Cercare un interesse collettivo • Oppure l’alternativa convergente: cioè assumere il meglio delle posizioni contrapposte, formulando una nuova proposta. Il dibattito viene considerato il migliore dei modi per giungere alla verità. Verità che nel corso del dialogo può essere impraticabile quando: • Manca l’idea: il dialogo si esercita su idee precise e conosciute • C’è intolleranza preconcetta: l’idea dell’altro è già declassata per preconcetto e quindi si è tesi a scivolare subito nella insopportazione • Atteggiamento sopraffattorio: si pensa di avere il diritto di poter decidere da solo • Chiusura negoziale: quando si formula una proposta con l’imperativo prendere o lasciare I dialoganti per raggiungere una buona riuscita del loro lavoro devono sempre contemplare le loro azioni dentro una cornice d’interesse collettivo, di bene comune. • Comunicazione e politica Qualsiasi risultato politico si voglia ottenere attraverso l’influenza della comunicazione ci sono due fattori decisivi che bisogna osservare: la politica e il giornalismo. La comunicazione politica è utilizzata per attraversare la mente del cittadino da cui trarre il consenso per alimentare il potere di chi vuole rappresentarlo. Ciascun provvedimento politico che presuppone riflessi sui cittadini, modificando lo stato delle cose attuali, dovrebbe considerare 4 aspetti di convenienza: • Ridurre le distanze economiche fra le componenti sociali • Calcolare il minimo danno per chiunque • Prevedere vantaggi • Suscitare il minimo conflitto possibile Il giornalismo dovrebbe accompagnare processi sociali, politici, economici, scientifici e culturali, divulgando tutto ciò che contribuisce ad elevare il livello della sensibilità individuale e collettiva e favorire il coinvolgimento civile, emotivo e razionale dei cittadini. Una maggiore attenzione da parte degli organi di stampa faciliterebbe la divulgazione della conoscenza dei fatti. Aiuterebbe la comprensione degli accadimenti che presentano risvolti importanti sulle condizioni di vita delle persone. Faciliterebbe lo sviluppo del pluralismo delle opinioni. Purtroppo, per • Messaggi destinati al coinvolgimento: fanno leva soprattutto sul senso d’identità politica o di schieramento, etnica, artistica, religiosa e scientifica • Messaggi destinati al disturbo: tipici quelli dove A colpisce B • Messaggi destinati alla contrapposizione: A sostiene una tesi, un’argomentazione o un’accusa nei confronti di B e quest’ultimo afferma il contrario, creando così il perfetto altare della polemica. • Messaggi destinati all’avvertimento: se il soggetto A è sottoposto a campagne mediatiche da parte del soggetto B, volte a danneggiarlo nel prestigio o nell’immagine, lui farà altrettanto utilizzando uno stesso o superiore “volume di fuoco” come difesa. • Messaggio d’identità: ricerca dei contenuti che toccano le corde sentimentali e romantiche delle persone • Messaggio con obbligo di verifica: riguarda contenuti delicati e personali del soggetto • Messaggi senza obbligo di verifica: argomenti di curiosità culturale, scientifica, economica e sociale Infine possiamo vedere come esistano delle differenze nei modi in cui le persone rispondono alle sollecitazioni del loro ambiente sociale. Il genere femminile per esempio presenta profili comunicativi diversi da quelli maschili, soprattutto nell’intensità della percezione e della risposta. Il dato più interessante è quello della sensibilità, dato che il genere femminile ne possiede una quantità decisamente superiore rispetto a quello maschile; l’universo femminile coglie molto spesso delle una comunicazione composta di contenuti. Esiste una particolare gerarchia dell’efficacia dei messaggi: quelli che non lasciano traccia (i meno efficaci) e quelli che invece “graffiano l’anima” (i più efficaci). La stampa è una fonte di coscienza e riveste un ruolo primario nella selezione di ciò che viene trasmesso ai cittadini. Esistono molti tipi di messaggi: • Messaggi destinati alla persuasione: i soggetti devono essere convinti su qualcosa • Messaggi destinati al coinvolgimento: fanno leva soprattutto sul senso d’identità politica o di schieramento, etnica, artistica, religiosa e scientifica • Messaggi destinati al disturbo: tipici quelli dove A colpisce B • Messaggi destinati alla contrapposizione: A sostiene una tesi, un’argomentazione o un’accusa nei confronti di B e quest’ultimo afferma il contrario, creando così il perfetto altare della polemica. • Messaggi destinati all’avvertimento: se il soggetto A è sottoposto a campagne mediatiche da parte del soggetto B, volte a danneggiarlo nel prestigio o nell’immagine, lui farà altrettanto utilizzando uno stesso o superiore “volume di fuoco” come difesa. • Messaggio d’identità: ricerca dei contenuti che toccano le corde sentimentali e romantiche delle persone • Messaggio con obbligo di verifica: riguarda contenuti delicati e personali del soggetto • Messaggi senza obbligo di verifica: argomenti di curiosità culturale, scientifica, economica e sociale Infine possiamo vedere come esistano delle differenze nei modi in cui le persone rispondono alle sollecitazioni del loro ambiente sociale. Il genere femminile per esempio presenta profili comunicativi diversi da quelli maschili, soprattutto nell’intensità della percezione e della risposta. Il dato più interessante è quello della sensibilità, dato che il genere femminile ne possiede una quantità decisamente superiore rispetto a quello maschile; l’universo femminile coglie molto spesso delle sfumature e dei dettagli che l’uomo non riesce a percepire. 5 . Le tecniche della comunicazione “ Il buon comunicatore è colui che riesce a leggere ciò che altri non vedono, che ascolta ciò che altri non riescono a sentire” Non si può sviluppare una buona relazione tra persone se manca l’attenzione, cellula “staminale” della comunicazione e fattore fondamentale per assegnare al nostro interlocutore la dignità che riserviamo a noi stessi. Non c’è ascolto se la persona con cui ci stiamo relazionando viene trattata con distacco o indifferenza. Se non c’è ascolto è come se avessimo già pregiudicato i passi successivi; l’altro percepisce il nostro distacco, il nostro disinteresse e prende subito le distanze. Se si riesce a far notare questa distanza, le persone più pronte e disinvolte cercano subito la soluzione di ripiego rispondendo: ” Non è così, ho avuto un attimo di distrazione…”. Questo è il quadrante della comunicazione: No / Si / Attenzione Risposta / Valutazione / Ascolto Con l’attenzione noi assegniamo al nostro interlocutore la dignità che assegniamo a noi stessi. Una volta stabilito il rapporto di pari dignità si passa all’ascolto di ciò che ci viene detto. L’ascolto completo ci permette di passare alla valutazione del contenuto che ci è stato presentato. Effettuata questa terza fase siamo in grado di formulare una risposta, la quale deve essere chiara. La risposta potrà essere positiva, il che chiude l’interlocuzione, oppure potrà essere negativa, aprendo quindi un nuovo ciclo di comunicazione più approfondito. • Comunicazione e ostilità: la teoria delle quattro D Cogliere i segni espressivi dell’altro rappresenta una condizione particolare dell’essere. La percezione e l’immediata elaborazione di ciò che abbiamo avvertito emotivamente sono una prerogativa tra le più affascinanti dell’essere umano. Oltre all’attenzione e Il successo della comunicazione ha dei requisiti: • Capire quale obiettivo vogliamo raggiungere, con finalità ben precise • Individuare qual è il pubblico cui ci riferiamo, conoscere il nostro interlocutore • Scegliere il linguaggio più adatto e comprensibile, adatto a chi ci rivolgiamo dei comportamenti ostili nei confronti del prossimo, ovvero le quattro “D”: desiderio di primeggiare, distanza pregiudiziale, distrazione e detestazione. • Desiderio di primeggiare: esagerazione del proprio ego, in questi casi la comunicazione si trasforma in un monologo • Distanza pregiudiziale: imporre la propria superiorità nell’ambito della posizione sociale, economica e professionale. C’è un ruolo di predominio di status o di posizione di potere • Distrazione: quando il nostro interlocutore è dato per scontato nelle sue richieste, nei suoi gesti, nelle sue forme espressive. La distrazione ci porta a pensare ad altro • Detestazione: si manifesta verso persone nei confronti delle quali avvertiamo un senso di avversione e non accettiamo i loro atteggiamenti o le loro posizioni ideologiche 5.2 La parola Il gesto è forse la forma comunicativa più forte, ma quando subentra la parola con i suoi suoni qualsiasi messaggio si riveste di potenza. La parola è espressione del pensiero, sua estensione e raffigurazione. In molti nutrono la preoccupazione che il linguaggio del presente si sviluppa con modalità compresse, attraverso l’uso del cellulare e le diverse forme di comunicazione online. E’ un linguaggio abbreviato e asintattico dove la parola può perdere il suo senso magico. • I requisiti della comunicazione Il successo della comunicazione ha dei requisiti: • Capire quale obiettivo vogliamo raggiungere, con finalità ben precise • Individuare qual è il pubblico cui ci riferiamo, conoscere il nostro interlocutore • Scegliere il linguaggio più adatto e comprensibile, adatto a chi ci rivolgiamo • Definire la modalità della comunicazione, cioè il mezzo con cui trasmettere il messaggio (scritto, verbale, video, radiofonico) La maggior parte dei messaggi cade spesso nell’indifferenza e nel dimenticatoio. E’ difficile mantenere desta l’attenzione di chi ascolta, anche per un breve periodo di tempo. Ormai la comunicazione si orienta sulla brevità dei messaggi, sull’intensità emotiva e sulla chiarezza dei contenuti. Le tecniche che possiamo usare per mantenere alta l’attenzione sono: • Usare la passione: usando discorsi emotivi di grande efficacia • Adottare uno stile: evitare frasi lunghissime, pause esagerate, ripetizioni • Essere positivi: Usare poco o quasi mai le negazioni, ma indicare come si possa raggiungere un risultato • Dare priorità alle nostre tesi: puntiamo a sostenere subito gli aspetti principali del nostro messaggio • Come conquistare consenso La comunicazione serve spesso per catturare consenso e si serve dello stupore, della sorpresa e cerca di coinvolgere, colpire, interessare. Ci sono molti modi per procedere verso il consenso. Innanzi tutto è necessario preparare uno schema di scaletta: concetti, idee, proposte. Questa scaletta è bene ordinarla per argomenti secondo criteri d’importanza: al primo posto collochiamo gli argomenti cui teniamo di più, poi quelli secondari e infine quelli marginali. E’ molto meglio esprimere un concetto alla volta in un solo periodo, senza ripeterlo perché si rischia di far perdere l’attenzione sul concetto fondamentale. Assume importanza quindi la sinteticità, che se viene accompagnata dalla completezza allora il successo del nostro messaggio si avvicina sempre di più al traguardo. • La comunicazione pubblica Tutti i messaggi che si rivolgono a singoli cittadini o intere comunità e che provengono dal potere politico e amministrativo rappresentano la comunicazione pubblica. I suoi strumenti principali sono il comunicato stampa, la conferenza • Definire la modalità della comunicazione, cioè il mezzo con cui trasmettere il messaggio (scritto, verbale, video, radiofonico) La maggior parte dei messaggi cade spesso nell’indifferenza e nel dimenticatoio. E’ difficile mantenere desta l’attenzione di chi ascolta, anche per un breve periodo di tempo. Ormai la comunicazione si orienta sulla brevità dei messaggi, sull’intensità emotiva e sulla chiarezza dei contenuti. Le tecniche che possiamo usare per mantenere alta l’attenzione sono: • Usare la passione: usando discorsi emotivi di grande efficacia • Adottare uno stile: evitare frasi lunghissime, pause esagerate, ripetizioni • Essere positivi: Usare poco o quasi mai le negazioni, ma indicare come si possa raggiungere un risultato • Dare priorità alle nostre tesi: puntiamo a sostenere subito l’attualità riporta in auge. L’occhiello riguarda informazioni sulla notizia che farà parte del titolo e che richiama il luogo in cui si verifica o si è verificato un evento. Il titolo deve contenere la notizia ed essere incisivo, breve, sintetico, chiaro e nominale (privo di verbo). Non può contenere più di 9 parole. Il sottotitolo non è obbligatorio, serve solo per specificare i contenuti della notizia espressa nel titolo e si consiglia di non usare più di una riga. L’attacco deve avere massimo 6 righe, è il fulcro del comunicato in cui vanno inserite le famose cinque W che stanno ad indicare cosa, chi, quando e perché. Lo sviluppo serve per approfondire la notizia inserendo dati, curiosità e dichiarazioni. Non deve superare le 19 righe. Infine abbiamo la boiler plate, che sarebbero i dati riguardanti l’azienda, da inserire in coda al comunicato stesso; i riferimenti, cioè nome e recapiti della persona che il giornalista può interpellare per avere più informazioni; la data si mette in testa all’attacco o in fondo al comunicato; la lunghezza complessiva del comunicato non deve superare le 25 righe. • Quando inviare il comunicato: tra le ore 11 e 12 o al massimo nel primo pomeriggio. Mai alla sera • Embargo: quando chiediamo ai giornalisti di non pubblicare la notizia prima di una certa ora o data che indichiamo all’inizio del comunicato • Recall: è la telefonata alle redazioni per assicurarsi della ricezione di un invito per un evento o per accertarsi che il comunicato stampa sia pervenuto alla redazione stessa • Mailing list: è l’elenco dei giornalisti delle varie testate cui inviare il messaggio La conferenza stampa invece viene organizzata se si dispone di notizie di altissimo profilo di cui siamo certi che l’interesse delle redazioni e del pubblico è rilevante. Per una conferenza stampa bisogna: • Avere una notizia possibilmente interessante • Scegliere data e luogo in base all’urgenza di comunicare la notizia (magari prima di altri) ed in base alla natura dell’argomento • Compilare la cartella stampa: si compone dell’invito e di tutti i materiali che servono per la buona riuscita dell’incontro. Deve contenere il comunicato stampa e il logo dell’ente o dell’azienda. La cartella va consegnata dal servizio accoglienza dei giornalisti che annota le loro presenze per verificare se tutte le testate invitate sono presenti. • Stabilire i turni di parola: il tempo a disposizione dei giornalisti per effettuare le loro domande. Tenete conto che una conferenza stampa non dovrebbe durare più di 45 minuti. Il capo ufficio stampa, prima della conferenza stampa, fungerà da coach nei confronti del relatore principale onde evitare possibili imboscate da parte dei giornalisti • Redigere la rassegna stampa: finita la conferenza, l’ufficio stampa provvederà a redigere la rassegna stampa con tutti i materiali televisivi, radiofonici, cartacei e online • Comunicazione e metodologia GOPP Qualsiasi progetto ha bisogno di essere verificato. La metodologia GOPP permette di pianificare e verificare i risultati di un fenomeno riguardante la comunicazione in ambito pubblico e aziendale. Il GOPP prevede 3 fasi: • Fase iniziale: si tracciano gli obiettivi e l’entità delle risorse necessarie • Fase operativa: si definisce il piano della comunicazione e dei relativi ordini di spesa che dovranno determinare il budget da assegnare. In questa fase rientrano anche gli aspetti organizzativi del nostro piano, Per una conferenza stampa bisogna: • Avere una notizia possibilmente interessante • Scegliere data e luogo in base all’urgenza di comunicare la notizia (magari prima di altri) ed in base alla natura dell’argomento • Compilare la cartella stampa: si compone dell’invito e di tutti i materiali che servono per la buona riuscita dell’incontro. Deve contenere il comunicato stampa e il logo dell’ente o dell’azienda. La cartella va consegnata dal servizio accoglienza dei giornalisti che annota le loro presenze per verificare se tutte le testate invitate sono presenti. • Stabilire i turni di parola: il tempo a disposizione dei giornalisti per effettuare le loro domande. Tenete conto che una conferenza stampa non dovrebbe durare più di 45 minuti. Il capo ufficio stampa, prima della conferenza stampa, fungerà da coach nei confronti del relatore principale onde evitare possibili imboscate da parte dei giornalisti • Redigere la rassegna stampa: finita la conferenza, l’ufficio stampa provvederà a redigere la rassegna stampa con tutti i materiali televisivi, radiofonici, cartacei e online • Comunicazione e metodologia GOPP Qualsiasi progetto ha bisogno di essere verificato. La metodologia GOPP permette di pianificare e verificare i risultati di un fenomeno riguardante la comunicazione in ambito pubblico e aziendale. Il GOPP prevede 3 fasi:
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