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Politica senza classe, Appunti di Comunicazione Politica

Riasunto fattibile del libro Politica senza classe

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 05/01/2019

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Scarica Politica senza classe e più Appunti in PDF di Comunicazione Politica solo su Docsity! POLITICA SENZA CLASSE: 1.C’era una volta l’America Nel linguaggio corrente della politica e dell’informazione tutti conoscono gli imperativi del presente:” Tagli alla spesa pubblica e mercati”. Parole magiche, che dovrebbero rappresentare l’ancora di salvezza delle società dell’occidente. I tagli alla spesa consentirebbero ai Paesi con debito pubblico elevato di poter respirare e si presenterebbero come unica soluzione al collasso finanziario. Una politica di questo tipo è però destinata al fallimento se non è accompagnata da provvedimenti che favoriscano la crescita. Negli anni compresi tra il 1919 e il 2009 i tagli hanno portato, in diversi paesi, all’aumento dei disordini, delle manifestazioni contro i governi, degli scioperi, degli assassini politici e dei tentativi di rovesciare l’ordine stabilito. In una società come questa è naturale che tutto diventi più complicato: • intanto è presente l’indignazione giovanile, pacifica ma carica di risentimento • poi c’è il problema dei mercati: quando si pensa ad essi molto spesso non si applica la distinzione tra quelli che riguardano la compravendita di prodotti di consumo, ovvero i beni di sussistenza, e quelli che invece maneggiano titoli, obbligazioni e altri prodotti finanziari. Quest’ultimi rappresentano a volte strutture parassitarie che si alimentano delle comunità ricche e povere, senza distinzioni, rastrellando denaro a deboli e forti in difficoltà. Oggi la possibilità di una ripresa passa attraverso il rafforzamento della funzione degli Stati, puntando sulla politica di bilancio come strumento d’aggancio alle esigenze degli equilibri economici. Diventa difficile pensare che possa esistere un sistema capitalistico senza uno stato forte perché ciò produrrebbe solo una società disastrosa. Il capitalismo quindi stenta a vincere, non si erge come punto di riferimento. Con la caduta del muro di Berlino si pensava che la spallata definitiva al socialismo sovietico producesse grandi opportunità di democrazia, di affari e di libertà (come volevano gli USA). Molti sostengono invece che non aver accompagnato adeguatamente questo processo ha reso più fragile e incerto il cammino, segnando l’umanità e rendendola più povera e conflittuale, meno solidale e felice. La nuova “cortina di ferro” è rappresentata da uno sfrenato profittismo, cioè l’atto di trarre vantaggi in qualsiasi modo e a qualsiasi costo. Questa nuova cortina, ideologica, separa un mondo dall’altro . Nella nostra epoca i tempi della scarsità fanno paura a tutti e la limitazione al consumo si presenta fuori dai nostri canoni e stili di vita. Eppure a chi spettano i maggiori sacrifici ? Su quali spalle gravano le responsabilità più pesanti? Sempre quelle, sulle spalle dei più deboli. Bisogna trovare quindi delle nuove dimensioni socio-culturali: • ripristinare il senso delle regole e dei doveri • aggiungere il senso della prospettiva, come aumentare le aspettative di futuro dei giovani e di dignità della persona • ripristinare il dialogo con le nuove generazioni, investendo quindi su scuole, università e famiglia per evitare lo snaturamento dell’uomo e riumanizzare la società. 1.2 L’Italia: politica, grandi promesse e vane aspettative In Italia sta per chiudersi un ventennio monotono di politica infruttuosa. Nel linguaggio politico attuale il Nord rappresenta ancora un’area geografica, economica e sociale cui spetta il primato generale e le formazioni politiche che si sono insediate qui tendono a marcare queste caratteristiche: Lega Nord per esempio rivendicava una supremazia nazionale nel porsi come forza di risanamento ed indicava il Sud come la palla al piede del paese; Forza Italia azionava la leva del buon governo ( rinnovamento, riforme e liberalizzazioni); Alleanza nazionale si fondeva con Forza Italia dando vita al Pdl (popolo della libertà). Queste tre forze hanno costituito il nucleo del centrodestra che ha, da ormai 20 anni, ostacolato l’attività della sinistra, generando conflitti molto dannosi all’interno della compagine di governo, resa instabile da questi partiti considerati responsabili dell’ingovernabilità moderna ed incapaci di creare esecutivi stabili. Il Partito Democratico non riesce a riproporre i successi conseguiti negli anni ’90 a causa • Energia e ambiente • Salute e diritti umani • Reddito • Sicurezza • Attività ricreative Vicinanza, sicurezza e speranza rappresentano tre presupposti fondamentali del successo politico perché creano le condizioni per arginare i momenti difficili e trascinare verso momenti d’entusiasmo, ottimismo e coinvolgimento. Un uomo politico dovrebbe chiedersi sempre chi sarà il suo elettore, quali sono i suoi bisogni e di quelli che lo circondano. In una società in continuo fermento, priva di tranquillità, possono scaturire atteggiamenti di frustrazione, tormento e ribellione, soprattutto in momenti di scarsità e in condizioni di non poter soddisfare bisogni e desideri. Bisogna adottare un termine chiamato role taking, il quale indica la capacità di infilarsi nella mente, nelle emozioni e nelle immaginazioni delle persone per capire meglio i loro bisogni, una caratteristica che manca in molti politici di talento, i quali, cessato il loro mandato, vanno in cerca di ulteriori incarichi di potere per evitare di andare a finire nel dimenticatoio. Questi si dimenticano che la capacità di ascoltare permette loro di conoscere i bisogni degli altri e in questo modo non fanno che aumentare inevitabilmente il senso del disincanto da parte dei singoli e del popolo nei confronti della rappresentanza politica. 2.1 La forza politica e le chiavi del successo Come in tutte le forze politiche, deve esserci un leader carismatico, un gruppo dirigente di buon livello e un apparato di sostegno che possa fronteggiare le esigenze organizzative e comunicative. In particolare una forza politica, per ottenere successo e consensi, dovrebbe concentrarsi su questi aspetti, le quattro C: • La conoscenza: una forza politica deve essere in grado di conoscere il proprio elettorato e quindi tradurre gli stati emotivi in proposte ragionevoli • La comunicazione: è uno strumento essenziale per realizzare persuasione e coinvolgimento del suo elettorato e per rendere visibile i contenuti delle proprie strategie • La collaborazione: intesa come partecipazione e coinvolgimento dei cittadini • Il cambiamento: promuovere e sviluppare il cambiamento per rispondere alla velocità dei mutamenti per essere in grado di governare i nuovi scenari della politica • Il posizionamento: una forza politica che non abbia un suo posizionamento per farsi identificare non è affidabile • Il piano operativo: sono i contenuti che la forza politica si è data. Rappresentano la linfa vitale della sua capacità di generare consensi Ogni forza politica inoltre deve avere una sua caratterizzazione: • L’innovazione della proposta: non è utile insistere sulle medesime proposte. Se queste non hanno trovato realizzazione significa che sono stati commessi degli errori di comunicazione • L’utilità: ciò che si propone deve tradursi in convenienza per l’elettorato. Il cittadino non è un essere inferiore , ma esercita la sua sovranità e la tutela dei suoi interessi attraverso il voto • La tempestività: essere sempre all’avanguardia arrivando prima di altre forze politiche • La comunicazione: deve sempre contenere chiarezza e semplicità affinché la proposta possa essere compresa • Il test: prima di rendere pubblica una proposta occorre testarla, rivolgendosi agli specialisti del settore cui è diretta la proposta con indagini di campionamento, tenendo conto di 3 variabili: geografica(dove), culturale(quanto sai) e socio-professionale(che lavoro fai). Una proposta sbagliata, che porrà a carico dei cittadini motivi di sofferenza, provocherà di sicuro ragioni di conflitto. Il successo di una proposta politica è ricondotto ad alcuni fattori come il carico di giustizia e d’equità sociale, il grado di copertura economica, la presenza di vantaggi e loro durata e per finire il consenso dei cittadini. 2.2 Il gruppo politico e le sue funzioni Identità e condivisione rappresentano gli elementi di forza di un gruppo politico, che deve essere un luogo di relazione e di comunicazione. Quando dentro di esso regna l’armonia diventa un luogo affettivo e di scambio. La prima fase della sua costruzione prevede la nascita di un interesse comune, mentre la seconda fase rappresenta il momento in cui si instaura un buon grado di conoscenza tra i suoi membri e nascono affinità e simpatie; la terza fase stabilisce le norme di comportamento e le forme d’interazione. Si elegge un leader; la quarta fase riguarda la stesura degli obiettivi che i membri del partito devono raggiungere. Il gruppo deve attrarre verso di sé l’attenzione, lanciando messaggi con un linguaggio diretto e carico di contenuto, emozione e razionalità, cercando inoltre di capire se il messaggio è stato inteso bene. Il consenso è l’arma più efficace per esercitare certe forme di controllo popolare, ma è anche lo strumento primario con cui il singolo e la collettività possono agire o sollecitare atti e comportamenti del potere politico. La pubblicità è già un atto di controllo che permette ai cittadini di sapere ciò che detiene e fa il potere. Per giudicare e capire occorre un potere senza maschera, che non sia fatto di sotterfugi e inganni. Negli USA le elezioni mettono gli americani in condizioni di esercitare il controllo nei confronti dell’operato del governo in carica, in una vera e propria democrazia della trasparenza e della responsabilità. Oggi è il potere che rivendica e impone la sua supremazia sulla volontà popolare e non viceversa, attraverso le forme del ricatto: la crisi economica e occupazionale, la mancanza di alternative e la complessità della pubblica amministrazione. In questo clima di ansie e preoccupazioni nascono e si sviluppano l’allarme e l’allarmismo: • Allarme: si è superata la soglia di là della quale la sicurezza viene meno e ci si trova nell’area dei rischi • Allarmismo: tutto ciò che è messo in campo per creare un clima esagerato rispetto a un fenomeno che non presenta caratteri di gravità • Soggetto a medio-alta connotazione culturale: ha livelli di studio elevato; buone chiavi di lettura e sa sempre da quale parte schierarsi • Soggetto ad alta connotazione culturale: ha un livello di studio superiore con estensione post-laurea; ha un posizionamento politico stabile con il suo reddito e la sua professione Per ciascuno di questi 5 modelli si possono ipotizzare strategie mirate al successo comunicativo. Ecco quali aspetti della comunicazione potrebbero essere presi in considerazione: • Primo modello: il linguaggio deve essere semplice e comprensibile con argomenti che puntino sulle credenze popolari e sui carichi d’emotività trascinante • Secondo modello: i messaggi possono avere una buona articolazione di contenuti, legati soprattutto alla condizione professionale del cittadino e ai suoi interessi • Terzo modello: raggiungere il pubblico coi social network con argomentazioni e tematiche umanitarie e sensibili. Il nuovo mondo social permette di sfruttare tutte le potenzialità che il web fornisce e così il sistema politico può comunicare le sue strategie con mezzi e possibilità sino a ieri inimmaginabili • Quarto modello: nella chiarezza dei contenuti e nei riferimenti ai contesti il cittadino coglie le differenze e le sfumature, disdegnando genericità e imprecisione; particolare attenzione dedicata ai dati documentati e inoppugnabili • Quinto modello: la persona in questo caso si coinvolge emotivamente ed è aperto alla lettura dei contesti socio-economici, ma è capace di disincanto per effetto di esperienza e conoscenza; sceglie con nettezza la sua posizione sullo scacchiere politico e lo cambia solo in presenza di corposi vantaggi • L’anima nella “rete” Le generazioni del futuro hanno conosciuto un arto aggiuntivo del loro corpo: la tastiera. Si muovono su di essa con molta disinvoltura come se stessero camminando, tanto che, considerando quanto tempo i giovani trascorrono di fronte ad uno schermo, potremmo quasi trovarci nell’era di “cyborg umanesimo”. Se l’utilizzo di internet continuerà ad essere così iperbolico allora si rischierà di cadere in uno stato di strabismo sociale, di schizofrenia esistenziale, fuori da ogni schema di rapporto con la realtà. Internet è privo di atmosfere emotive ed il perdurare di questa dipendenza virtuale potrebbe portare al decadimento della nostra base istintuale ed emozionale, che ci consente di cogliere per esempio gli stati d’animo di una persona anche solo guardandola negli occhi. 4. L’inarrestabile potere della comunicazione Si è detto più volte che il bene collettivo rappresenta l’elemento fondante e la guida dell’azione politica, soprattutto durante momenti di profonda crisi, dove bisogna tener conto dell’esigenza di ricorrere al dialogo per trovare la soluzione giusta. Da alcuni decenni a questa parte si assiste a durevoli ed estenuanti forme di contrapposizione politica e alla mancanza di dialogo tra posizioni differenti. Oggi, nel nostro paese, ci troviamo di fronte a una vera divaricazione: da una parte i poteri della comunicazione che spingono nella direzione interessata gli umori e gli orientamenti dei cittadini. Questi poteri sono adoperati sia dai politici sia dalla stampa. Dall’altra parte il bisogno di ricercare vie di sbocco positive ai problemi delle comunità. Bisogno che viene affidato al dialogo, che ormai è il vero “grande assente” di questa legislatura. Per rimuovere questi ostacoli al dialogo bisogna: • Creare un proposito positivo: nessuna decisione va presa senza un confronto con tutte le altre presenti sul campo • Trovare un’idea: da proporre possibilmente come soluzione unica • Considerare le differenze: cioè capire le posizioni totalmente o parzialmente in contrapposizione • Essere comprensibili: l’idea deve essere comunicabile • Tolleranti: sopportare l’esistenza di altri punti di vista • Cercare un interesse collettivo • Oppure l’alternativa convergente: cioè assumere il meglio delle posizioni contrapposte, formulando una nuova proposta. Il dibattito viene considerato il migliore dei modi per giungere alla verità. Verità che nel corso del dialogo può essere impraticabile quando: • Manca l’idea: il dialogo si esercita su idee precise e conosciute • C’è intolleranza preconcetta: l’idea dell’altro è già declassata per preconcetto e quindi si è tesi a scivolare subito nella insopportazione • Atteggiamento sopraffattorio: si pensa di avere il diritto di poter decidere da solo • Chiusura negoziale: quando si formula una proposta con l’imperativo prendere o lasciare I dialoganti per raggiungere una buona riuscita del loro lavoro devono sempre contemplare le loro azioni dentro una cornice d’interesse collettivo, di bene comune. • Comunicazione e politica Qualsiasi risultato politico si voglia ottenere attraverso l’influenza della comunicazione ci sono due fattori decisivi che bisogna osservare: la politica e il giornalismo. La comunicazione politica è utilizzata per attraversare la mente del cittadino da cui trarre il consenso per alimentare il potere di chi vuole rappresentarlo. Ciascun provvedimento politico che presuppone riflessi sui cittadini, modificando lo stato delle cose attuali, dovrebbe considerare 4 aspetti di convenienza: • Ridurre le distanze economiche fra le componenti sociali • Calcolare il minimo danno per chiunque • Prevedere vantaggi • Suscitare il minimo conflitto possibile sfumature e dei dettagli che l’uomo non riesce a percepire. 5 . Le tecniche della comunicazione “ Il buon comunicatore è colui che riesce a leggere ciò che altri non vedono, che ascolta ciò che altri non riescono a sentire” Non si può sviluppare una buona relazione tra persone se manca l’attenzione, cellula “staminale” della comunicazione e fattore fondamentale per assegnare al nostro interlocutore la dignità che riserviamo a noi stessi. Non c’è ascolto se la persona con cui ci stiamo relazionando viene trattata con distacco o indifferenza. Se non c’è ascolto è come se avessimo già pregiudicato i passi successivi; l’altro percepisce il nostro distacco, il nostro disinteresse e prende subito le distanze. Se si riesce a far notare questa distanza, le persone più pronte e disinvolte cercano subito la soluzione di ripiego rispondendo: ” Non è così, ho avuto un attimo di distrazione…”. Questo è il quadrante della comunicazione: No / Si / Attenzione Risposta / Valutazione / Ascolto Con l’attenzione noi assegniamo al nostro interlocutore la dignità che assegniamo a noi stessi. Una volta stabilito il rapporto di pari dignità si passa all’ascolto di ciò che ci viene detto. L’ascolto completo ci permette di passare alla valutazione del contenuto che ci è stato presentato. Effettuata questa terza fase siamo in grado di formulare una risposta, la quale deve essere chiara. La risposta potrà essere positiva, il che chiude l’interlocuzione, oppure potrà essere negativa, aprendo quindi un nuovo ciclo di comunicazione più approfondito. • Comunicazione e ostilità: la teoria delle quattro D Cogliere i segni espressivi dell’altro rappresenta una condizione particolare dell’essere. La percezione e l’immediata elaborazione di ciò che abbiamo avvertito emotivamente sono una prerogativa tra le più affascinanti dell’essere umano. Oltre all’attenzione e all’ascolto, la comunicazione si nutre d’apertura nei confronti dell’altro, di simpatia come senso della reciprocità, della generosità; tuttavia esistono dei comportamenti ostili nei confronti del prossimo, ovvero le quattro “D”: desiderio di primeggiare, distanza pregiudiziale, distrazione e detestazione. • Desiderio di primeggiare: esagerazione del proprio ego, in questi casi la comunicazione si trasforma in un monologo • Distanza pregiudiziale: imporre la propria superiorità nell’ambito della posizione sociale, economica e professionale. C’è un ruolo di predominio di status o di posizione di potere • Distrazione: quando il nostro interlocutore è dato per scontato nelle sue richieste, nei suoi gesti, nelle sue forme espressive. La distrazione ci porta a pensare ad altro • Detestazione: si manifesta verso persone nei confronti delle quali avvertiamo un senso di avversione e non accettiamo i loro atteggiamenti o le loro posizioni ideologiche 5.2 La parola Il gesto è forse la forma comunicativa più forte, ma quando subentra la parola con i suoi suoni qualsiasi messaggio si riveste di potenza. La parola è espressione del pensiero, sua estensione e raffigurazione. In molti nutrono la preoccupazione che il linguaggio del presente si sviluppa con modalità compresse, attraverso l’uso del cellulare e le diverse forme di comunicazione online. E’ un linguaggio abbreviato e asintattico dove la parola può perdere il suo senso magico. • I requisiti della comunicazione Il successo della comunicazione ha dei requisiti: • Capire quale obiettivo vogliamo raggiungere, con finalità ben precise • Individuare qual è il pubblico cui ci riferiamo, conoscere il nostro interlocutore • Scegliere il linguaggio più adatto e comprensibile, adatto a chi ci rivolgiamo • Definire la modalità della comunicazione, cioè il mezzo con cui trasmettere il messaggio (scritto, verbale, video, radiofonico) La maggior parte dei messaggi cade spesso nell’indifferenza e nel dimenticatoio. E’ difficile mantenere desta l’attenzione di chi ascolta, anche per un breve periodo di tempo. Ormai la comunicazione si orienta sulla brevità dei messaggi, sull’intensità emotiva e sulla chiarezza dei contenuti. Le tecniche che possiamo usare per mantenere alta l’attenzione sono: • Usare la passione: usando discorsi emotivi di grande efficacia • Adottare uno stile: evitare frasi lunghissime, pause esagerate, ripetizioni • Essere positivi: Usare poco o quasi mai le negazioni, ma indicare come si possa raggiungere un risultato • Dare priorità alle nostre tesi: puntiamo a sostenere subito gli aspetti principali del nostro messaggio • Come conquistare consenso La comunicazione serve spesso per catturare consenso e si serve dello stupore, della sorpresa e cerca di coinvolgere, colpire, interessare. Ci sono molti modi per procedere verso il consenso. Innanzi tutto è necessario preparare uno schema di scaletta: concetti, idee, proposte. Questa scaletta è bene ordinarla per argomenti secondo criteri d’importanza: al primo posto collochiamo gli argomenti cui teniamo di più, poi quelli secondari e infine quelli marginali. E’ molto meglio esprimere un concetto alla volta in un solo periodo, senza ripeterlo perché si rischia di far perdere l’attenzione sul concetto fondamentale. Assume importanza quindi la sinteticità, che se viene accompagnata dalla completezza allora il successo del nostro messaggio si avvicina sempre di più al traguardo. • La comunicazione pubblica Tutti i messaggi che si rivolgono a singoli cittadini o intere comunità e che provengono dal potere politico e amministrativo rappresentano la comunicazione pubblica. I suoi strumenti principali sono il comunicato stampa, la conferenza
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