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Politiche migratorie appunti, Appunti di Sociologia delle Migrazioni

Riassunto del Manuale di Politiche Migratorie Non passa lo straniero di Ambrosini - Appunti delle lezioni

Tipologia: Appunti

2015/2016
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Caricato il 14/04/2016

ila.lin
ila.lin 🇮🇹

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Scarica Politiche migratorie appunti e più Appunti in PDF di Sociologia delle Migrazioni solo su Docsity! POLITICHE MIGRATORIE-ARGOMENTI -Le politiche dell’immigrazione (regolamentazione degli ingressi, status degli immigrati residenti, contrasto e gestione dell’immigrazione irregolare); -Le politiche per gli immigrati (misure di integrazione, tempi e procedure di naturalizzazione, riconoscimento e gestione delle diversità culturali); -Ma ora si tende a parlare di “immigration regimes”, fondendo i due aspetti. -Nessuno Stato nazionale, per quanto democratico, ha mai rinunciato a regolamentare gli ingressi e ad espellere cittadini stranieri ritenuti indesiderati. Il problema è trovare un equilibrio tra istanze di difesa delle frontiere, interessi economici che promuovono l’apertura, obblighi internazionali di protezione dei rifugiati. Già oggi l’Unione europea (Schengen) ha eliminato le frontiere interne e statuito dei diritti a favore dei cittadini comunitari all’estero. -Regimi di mobilità (Glick Schiller e Salazar 2013): gli Stati-nazione favoriscono la mobilità di alcuni, mentre vietano o restringono la mobilità di altri. Regolazione politica (governmentality) e disuguaglianza nell’attribuzione del diritto a muoversi attraverso i confini. Si può parlare più precisamente di stratificazione del diritto alla mobilità. L’ammissione dentro le frontiere dello Stato nazione ha conseguenze sulla concezione delle frontiere simboliche dei cittadini. La materia di decidere chi ammettere come cittadini è dello Stato sovrano. Le opportunità di attraversamento delle frontiere sno il fatore più importante nel determinare gli individui nella gerarchia delle diseguaglianze dell’età globale. I motivi sono: le crisi economiche, la sicurezza nazionale, il welfare shopping. Gli stati europei , la legge sulla cittadinanza in Italia ha favorito l’accesso ai cittadini europei, ai discendenti di migranti italiani permettendone un recupero per chi l ‘avesse persa (anche con la fedina penale sporca). Sono necessari due criteri: -Grado di liberalizzazione: quando è basso ma i criteri di accesso sono alti, si parla di cittadinanza proibitiva ->Germania ; viceversa si parla di cittadinanza isolazionista->caso italiano; cittadinanza condizionale quando sono alti i gradi di liberalizzazione, ma i criteri di accesso sono stringenti->Francia; cittadinanza militante con gradi di liberalizzazione alti ma criteri di accesso deboli-> Gran Bretagna e Svezia. La posizione degli Stati non ê certa, soprattutto attualmente dove la Francia vuole introdurre la possibilità di perdere la cittadinanza (Esami di lingua o test). Questo tipo di politiche, la definizione dei confini sono un campo di battaglia. Le restrizioni imposte sono continuamente erose dalle pratiche dei migranti, che cercano modi per entrare e legalizzarsi. Partita da un regime di mobilità ed agency (sono le possibilità di iniziativa dei soggetti e delle loro reti, in questo caso migranti). Si parla di Weber che ha studiato la mobilità sociale mentre Marx e Durkhaim hanno parlato di come i fattori strutturali hanno influito sulla mobilità. ♦ La “narrazione” di Lampedusa: spesso chi sbarca è considerato clandestino. Clandestino è colui che passa il confine con mezzi fraudolenti. I richiedenti asilo non sono clandestini. La domanda di asilo si richiede appena entrati. La maggior parte degli immigrati che ora vivono illegalmente sono entrati regolarmente. I modi per essere regolari sono il a Visto, il Visto di studio. Vittimizzazione: la retorica presenta il migrante come vittima. Se non presenta certe spilla ed entra irregolarmente, non ha diritto ad entrare. Colui che si presenta come fuggitivo da una guerra ha il diritto di asilo, che si deve mettere nelle mani dell’autorità in quanto non gli è riconosciuta autonomia->migrante passivo. Colui che mostra i segni delle torture non ê sospetto. Il ‘lottatore’ politico invece sí. Ci si aspetta inoltre che si comportino bene e siano persone pacifiche, in quanto “salvate” dallo Stato. Ci sono 4 ragioni che spiegano tale chiusura: - Difendersi dallo straniero povero - Sicurezza nazionale-> terrorismo. Si pensa che gli immigrati portino problemi alla sicurezza, a causa del paese d’origine e della religione (USA e Messico: nel 2001 si stava provvedendo per una libera circolazione 1 tra i 2 paesi, ma gli attentati del 9/11 hanno innalzato le barriere. Gli attentatori sono comunque entrati, mentre i campesinos che cercano lavoro hanno pagato). - Lotta al welfare shopping, come quello posto da Cameron. Si crede che gli immigrati vengano qui per approfittare delle risorse. Gli immigrati spesso sono giovani adulti, sani, che tendono a partecipare alla popolazione attiva, non sono bambini o malati, perché le famiglie che fanno partire il rifugiato puntano su persone che infondano speranze. In Italia i rifugiati sono 150 mila e gli immigrati 5 milioni. - Difesa dell’identitá culturale e dei confini interni. Il presepe, il crocifisso, sono metodi per creare presi Zion nei confronti degli immigrati. Inoltre, con argomenti “progressisti” si crede che gli immigrati siano nemici delle donne e portatori di pratiche sessiste. Taghieuf filosofo fra, parla di un nuovo razzismo detto culturalista che prevede la non invasione e contaminazione dei nostri paesi per evitare mescolanze ma permette l’insediamento dei loro. In maniera simile si parla anche degli effetti del multiculturalismo sulle donne. Es. Se i responsabili di femminicidi sono bianchi è un problema loro, se sono immigrati è colpa della cultura. Perché l’immigrazione inquieta e si cerca di frenarla? L’immigrazione scompagina la formazione degli Stati nazionali, in quanto ogni stato ha lavorato per creare la nazione attraverso i simboli di identità nazionale e culturale, la così detta italianità. Nelle tragedie mondiali, le vittime italiane e la sofferenza collettiva sono segno di unità, in quanto i media utilizzano la comunicazione della tragedia come tattica di unità. Gli Stati nazionali entrano in conflitto con le religioni, cercando di sostituirsi a queste. L’immigrazione è il simbolo della globalizzazione. Si pensa che la xenofobia sia a causa dell’alto numero dei rifugiati in quanto gli italiani rimangono disoccupati. Ma prima che arrivassero loro, per gli italiani non si faceva nulla. L’immigrato deve sempre dimostrare di meritare di vivere qui. Ogni qual volta che delinque, il crimine ha un peso maggiore rispetto allo stesso crimine compiuto da un italiano. Gli immigrati sono visti come minaccia per l’ordine simbolico e culturali-> minareti in Svizzera. Fallimento del culturalismo? I governi sottolineano meno il problema dell'accettazione delle diversitá culturali ma si concentrano sul fatto che gli immigrati debbano ambientarsi nella società (imparare la lingua con dei test di lingua, storia, cost). Il multiculturalismo ê considerato l'autosegregazione degli immigrati, spesso causa di conflitti urbani. Oltre ai confini esterni, sono stati imposti ontrolli interni. Vecchio assimilazionismo: si associa con la scuola di Chicago e gli Usa del dopoguerra. É la richiesta e l'auspicio che gli immigrati abbandonassero la propria lingua e i propri costumi per assimilare quelli della societá. TENDENZE NEOASIMILAZIONISTICHE=test di lingua, negazione culturale del migrante, il caso del velo. La svolta del nuovo secolo: crisi del multiculturalismo? su circa 5 milioni di immigrati, 1.5 sono musulmani. La domanda che riguarda l'accoglienza degli immigrati é "Quali sono le loro intenzioni?, se sono disposti ad accettare le leggi della societá in maniera pacifica. Teoria dello scontro di civilitá: un mondo diviso in blocchi che non possono vivere in armonia. Il simbolo della diversitá culturale sono le moschee che si contrappongono alla societá ricevente, ad esempio l'Italia. In Francia e in Germanis é previsto il reclutamento dei responsabili religiosi, affinché vengano formatI per considered la societá ricevente (ad esempio Turchia). In USA, l'Islam si associa a scientists, gente "ricca". Il problema é la lingua, ovvero é la "frontiers interna" spagnola, a causa della maggioranza di ispanici che vi abitano->messicani. In Europa la frontiera interna é la religione. Questo ha portato al ripensamento di alcune restrizioni sulla cittadinanza, maggiore selettivitá e chiusura (es. Hollande vuole togliere la cittadinanza francese a chi ne ha un'altra e si mpartecipa ad attacchi terroristici). Contratti integrazione: per avere un permesso, l'immigrato deve sottoscrivere un patto->lingua, rispettare i luoghi di culto, rispettare le donne (Permesso a punti). Questi contratti vengono firmati dagli immigrati obbligatoriamente (jokke). I valori liberali vengono imposti Diritti delle donne, ci si chiede: "Il multiculturalismo fa male alle donne?". Donne e bambini sono diventati uno strumento per mettere sotto attacco gli immigrati e sensibilizzare alcuni argomenti (matrimoni forzati, mutilazioni genitali). Sono sempre gli ultimi arrivati quelli considerati piú poveri, non abbastanza liberali. 2 -Comuni cittadini: famiglie pronte a garantire le proprie badanti per altre famiglie; chi compra dai venditori ambulanti; quindi non riguarda sempre "professionisti del bene", ma investe anche momenti di vita quotidiana e persone normali. Colgono la differenza tra l’immigrazione astrattamente intesa, e le persone concrete. Vengono aiutati anche gli emarginati. -Operatori pubblici: assenza di controlli; Burocrazia di strada (Lipsky: il vigile che sta instrada). Nelle burocrazie pubbliche non ci sono operatori che hanno un ruolo formalmente molto modesto (vigile urbano, operatore di sportello). Questi delle domande possono decidere di aiutare a compilare le domande e i documenti (ambito della perfetta legalitá). Anche la corruzione:prendere soldi per far passare le domande. Resistenza a norme restrittive, astensione da controlli minacciosi in quanto mancano le risorse per i controlli, indirizzare gli immigrati verso servizi gratuiti, aiutare a compilare nelle procedure burocratiche. ♦ I rifugiati nel mondo L’86% dei rifugiati è accolto in paesi del c.d. Terzo mondo. Dieci anni fa era il 70%. L’UE ne accoglie meno del 10% Il primo paese al mondo per numero di rifugiati accolti è il Pakistan (1.600.000), il secondo l’Iran (857.000), più o meno come il Libano (856.000); segue la Giordania (642.000) rapporto agli abitanti: Libano 178 per 1.000 abitanti; Giordania 88; Ciad 34; Mauritania 24; Malta 23. Per ogni dollaro di PIL pro capite: Pakistan 512; Etiopia 336; Kenia 295; Ciad 199 ; Sud Sudan 177. Tra il 1996 e il 2008 22 Stati su 27 dell'Ue hanno attuato qualche misura di regolarizzazione di immigrati non autorizzati al soggiorno. Si stima che tra i 5 e i 6 milioni di immigrati siano diventati regolari, in Europa in questo periodo soprattutto in: Italia, Spagna e Grecia. Il mercato del lavoro in Europa meridionale ha avuto un aumento. In 30 anni 8 milioni di immigrati irregolari sono diventati regolari. In Usa ad esempio, nonostante 400 mila espulsioni l'anno, le inclusivo sono di gran lunga maggiori. L'allargamento dell'Ue all'est é stata un'altra sanatoria silenziosa. Su 5 milioni di immigrati che ci sono in Italia, i rumeni, bulgari 2 milioni e 500 mila sono non espellibili. ♦ Immigrazione e cittadinanza Tra il Settecento-Ottocento avviene lo sviluppo dei diritti civili (Habeas Corpus), politici (diritto di voto, pian piano esteso a tutti i cittadini); diritti che contrappongono Stato e cittadini Nel novecento arrivano i diritti sociali (Lo stato si impegna a fare qualcosa a favore dei cittadini: educazione, assicurazioni sociali, pensioni, malattie, sussidi di disoccupazione, infortuni) I diritti venivano concessi ai cittadini in quanto membri della comunità nazionale: non era contemplata la figura dell’immigrato (lavora, paga le tasse, ma non è membro della comunità no cittadinanza, quindi no diritti). Gli immigrati hanno avuto accesso inverso alla questione dei diritti: prima quelli sociali, legati al lavoro (pari diritti e pari costi legati al lavoro rispetto ai lavoratori nazionali). Non ci sono discriminazioni tra lavoratori immigrati e locali, hanno gli stessi contributi e stessa pensione; si voleva evitare che i datori di lavoro se ne approfittassero assumendo solo stranieri per i quali non avrebbero dovuto versare i contributi. Dopo quelli sociali vengono dati agli stranieri i diritti civili, seppur con qualche problematica (la religione è il terreno più contrastato). Ciò che ancora manca e che viene concesso solo dopo anni e a determinate condizioni sono i diritti politici: solo all’immigrato naturalizzato. Prima la cittadinanza, poi il diritto di voto. Solo in alcuni Paesi c’è, per gli stranieri, il diritto di voto locale e per l’UE, ma non quello nazionale. In realtà la mancanza dei diritti politici rende deboli le altre due categorie di diritti: welfare sociale più scarso (sussidi solo per i cittadini italiani, scarse possibilità di erigere luoghi di culto). Diversi tipi di immigrati categoria del denizen (immigrato a lunga residenza, a metà tra straniero e locale). Gode di condizioni più vantaggiose. Cittadinanza dal basso? Una visione dinamica e micro-sociale della cittadinanza “Cittadinanza formale” (residenti formalmente riconosciuti e non) e “cittadinanza flessibile” (interazione dei soggetti). Sassen in “Mondi migranti”: parla di residenti “riconosciuti ma non autorizzati” e “autorizzati ma non riconosciuti”. Le Ong: la “cittadinanza flessibile”, negoziata nell’interazione con gli attori della società ricevente. Oltre le opposte retoriche: gli immigrati “con troppi diritti” oppure “senza diritti”. Si distinguono inclusione universalistica all’interno ed esclusione vrso l’esterno. Molti stranieri però offuscano questa 5 distinzione, in quanto il confine li “segue all’interno”.8dipende sempre da che paese-se povero- provengono). Cittadinanza oltre i confini Gli immigrati pongono sotto tensione il rapporto tra cittadinanza e appartenenza nazionale con. -L’istituto della doppia cittadinanza, in quanto non si rinuncia al paese di appartenenza, i genitori magari sono di origine diverse dal figlio, la nascita in paesi che applicano il diritto di suolo. -tramite la Tv e i media si mantengono relazioni e politiche transnazionali, soprattutto grazie all’esercizio del voto dall’estero. - processi di identificazione, alla “lealtà” politica degli immigrati e dei loro discendenti. Atti di cittadinanza: Sono azioni socialmente rilevanti attraverso i quali i soggetti si affermano come cittadini, acquistano diritti e li esercitano in forme pubbliche. Sono carichi di risonanze emotive; l’immigrato che partecipa a manifestazioni volontarie “esce dagli schemi” e fa clamore. Rompono le abitudini, creano possibilità. Si distinguono atti di cittadinanza civile (da status di soggiorno a naturalizzazione), atti di cittadinanza economica (contratto di lavoro regolare sottoscritto) atti di cittadinanza sociale (che consentono di accedere ai diversi istituti di welfare) atti di cittadinanza educativa (l’iscrizione a un corso, la frequenza, certificazione) atti i cittadinanza politica (anche senza il diritto di voto, gli immigrati possono esprimere istanze ed entrare nel dibattito pubblico attraverso soggetti collettivi che vi concorrono-sindacati). Accezione meno radicale: acquisire lo status di residente è un atto di cittadinanza. Avere un lavoro, poter usufruire dei servizi sanitari, di un medico, iscriversi ai sindacati ecc, sono atti di cittadinanza, cambiano lo status legale di una persona. Cittadinanza economica, status per eccellenza. Processi di cittadinizzazione: Insieme delle attività e delle pratiche quotidiane (ripetute e routinarie) gli immigrati si inseriscono nei contesti locali, accedono ai servizi, sviluppano rapporti di vicinato, diventano componenti accettati della comunità in cui vivono. Hanno similarità ma anche differenze con gli atti di cittadinanza: questi ultimi sono “eccezionali”, succedono una volta e cambiano nettamente la condizione delle persone e la loro autoconvinzione. Partecipazione oltre la cittadinanza formale: Partecipazione sindacale: forma di cittadinanza politica sussidiaria. Anche se l’immigrato non ha diritto di voto, può comunque partecipare alla vita politica della comunità in cui vive. Può ottenere miglioramenti nelle sue condizioni di vita e di lavoro. Surroga la partecipazione politica che gli immigrati non hanno. Associazionismo: le associazioni degli immigrati sono stati interpretati come canale di espressione delle comunità minoritarie. Gli immigrati diventano attori politici. Volontariato: vedere gli immigrati dentro la protezione civile, a bordo delle ambulanze ecc è segno della loro volontà di integrazione e delle loro buone intenzioni di partecipare attivamente alla vita delle società. Partecipazione a comunità religiose e movimenti sociali e azioni di protesta: forme radicali ed estreme di manifestazione. La dimensione locale della cittadinanza: legame cittadinanza e appartenenza nazionale: nuove dimensioni. Verso il basso: le persone si integrano a livello locale, a livello nazionale solo in modo astratto. L’immigrato non si inserisce nello Stato italiano, ma nella comunità dove trova lavoro, fa volontariato, manda i figli a scuola ecc. I processi di cittadinizzazione esprimono la progressiva acquisizione di diritti istituzionalmente garantiti, di riconoscimento e accesso. Sono pratiche sociali quotidiane e fanno parte del normale svolgimento della vita degli immigrati e delle interazioni. Come conseguenza, queste forme di integrazione sono condizionate dalle istituzioni presenti nel territorio, locali. La dimensione della cittadinanza transnazionale. Forme di cittadinanza che vanno oltre i confini: -Voto dall’estero verso la madrepatria (in Italia addirittura la possibilità di votare parlamentari da un migrante). -Manifestazioni all’estero per questioni politiche riguardanti la madrepatria (es. Palestinesi in Francia che manifestavano per la loro terra). Possibile grazie a internet. -Raccolte di fondi e partecipazione dall’estero a progetti di co-sviluppo (i migranti partecipano a progetti per lo sviluppo del loro Paese) -Attività collegate alla partecipazione religiosa (collette e raccolta fondi per costruzioni o riparazioni di edifici di culto, associazioni che promuovono visite e pellegrinaggi verso i paesi d’origine). Significati della cittadinanza (Zincone) Appartenenza a uno Stato: cittadino contro straniero 6 Emancipazione: cittadino tutelato da diritti contro suddito Dotazione comune: cittadino contro escluso, ovvero benefici in termini di cittadinanza sociale. Accesso a vari diritti. Standardizzazione =uguaglianza Il cittadino membro di una comunità nazionale si contrappone al membro di comunità particolari. Emergono problemi come l'applicazione di codici legislativi differenti (poligamia). I modelli nazionali sono una rappresentazione di come gli Stati vorrebbero gestire l’immigrazione, non una fotografia di ciò che realmente avviene. La cittadinanza in senso moderno parla di uguaglianza-> in antichità, ad esempio in Inghilterra si trovano gli agenti con turbanti o foulard in senso di appartenenza a diverse culture. (terreno contesto di uno Stato). La cittadinanza ha anche una dimensione identitaria e psicologica: una persone può assumere l'identità del paese dove vive ma DECIDERE di mantenere il legame con un altro paese, ad esempio quello d'origine. Questo spiega come gli immigrati mirino ai diritti legali ma non ad assomigliare alla nazione che li accoglie. In termini di percezioni soggettive si parla di "ibridi". Cittadinanza Transnazionale: nazionale francese si intende avere un legale etnico con il corpo della nazione francese. Bosnia descrive 4 profili, definiti in senso transnazionale: -Profilo legale: gli sviluppi sono scarsi, la cittadinanza resta legata a quella nazionale. Ci sono invece persone che possono esercitare sempre piu diritti i piú paesi (voto all'estero). Si osserva anche una partecipazione attiva. Identificazione e solidarietà- >identificarsi con il paese d'origine (si parla di ethonoshepis->ad esempio canali stranieri di altri paesi) stringendo legami con membri dell'altra parte del mondo). Quindi la cittadinanza formale é un dato legale, ma la cittadinanza soggettiva può prescindere dalla persona. Cittadinanza e identità: ci sono paesi che accettano la doppia cittadinanza, altri no. Inoltre ê anche un processo lungo rinunciare alla cittadinanza. Spesso in alcuni paesi se non si detiene la cittadinanza non puoi possedere dei beni. -Gli Stati hanno a lungo diffidato della doppia appartenenza (es. esercito di leva:dove fare il militare). Il paese d'appartenenza come fonte di diritti, quello di origine come risorsa identitaria. -In un anno in Europa ci sono state 700 mila domande di naturalizzazione. Gli Stati riceventi a volte ripropongono dubbi sulla lealtà politica degli immigrati- >minaccia di togliere la cittadinanza. Per i loro figli invece cresce l'ibridazione delle appartenenze. -Cittadinanza europea: oltre a quella nazionale possediamo anche quella europea (sovrapposta: ci permette di votare). L'attivazione della cittadinanza deriva anche dall'attivazione di attori interni (sindacati, associazioni, movimenti sociali). Diversi soggetti partecipano all'ingresso dei rifugiati nei paesi: rifugiati, polizia e chi lotta a favore di concedere l'ingresso ai rifugiati. Strange bedfellows: strani vicini di letto che convergono a favore dei richiedenti asilo. In Italia queste forze hanno svolto un ruolo importante ma anche altrove sono protagoniste di battaglie politiche e culturali soprattutto in materie di immigraz ione irregolare, mi ora rom. Spesso in materie come cure mediche e assistenza sanitaria é necessario che ci siano fornitori alternativi in quanto lo Stato ha difficoltà a parteciparvi e assistere. STP stranieri temporaneamente presenti. ♦ Stratificazione civica:ci sono diversi tipi di immigrati: molti di questi hanno privilegi, prerogative e status differenziati e suddivisi per strati. In basso troviamo gli immigrati irregolari. Poi quelli i nattesa di regolarizzazione. Poi quelli che hanno un permesso di soggiorno temporaneo. Poi chi ha un soggiorno di lunga durata e quindi non può essere espulso. Più in alto, gli immigrati da un altro paese dell’UE. Anche i richiedenti asilo hanno una gerarchia: Richiedenti asilo in attesa di risposta, i richiedenti respinti ma tollerati perché non espellibili, i titolari di protezione temporanea (guerre), i rifugiati a pieno titolo. 7 -Esclusione sociale: : esclusione dal welfare locale, come i contributi per i nuovi nati, trasporti, borse di studio, alloggio sociale. (esclusione da alcuni benefici sociali, come i bonus bebé). -Esclusione culturale: limite ad usare altre lingue in luogo pubblico, limite alla libertà di culto, divieto di indossare il burqa per religioni minoritarie, controlli sull’abitabilità_>disabili. -Esclusione securitaria: riguarda le campagne contro l immigrazione irregolare, ordinanze che invitano i cittadini all’azione, come contattare la polizia. osteggiare roulotte o camper. le minoranze rom sono viste come un problema di sicurezza. (campagne contro l’immigrazione irregolare). -Esclusione economica: limitazione per l'apertura di negozi e ristoranti etnici (kebab). chi produce cibo da asporto non può avere tavolini. Alcune ordinanze, come quelle del velo, sono state contrastate e bocciate dal Gdp. ad esempio gli "avvocati per niente". Mantengono peró il loro richiamo simbolico. L’obiettivo non é quello di ottenere dei risultati, ma marcare i confini della società legittima, division tra "noi" e "loro"; molte associazioni difendono i diritti degli immigrati (religiose, sindacali e professionali). es: comune di Brescia, bonus bebé, per evitare discriminazione non ê stato concesso a nessuno. avvocati per niente ha vinto la causa. • Ciclo delle misure di esclusione: inizia con l’annuncio della società civile che, protestano; segue l’emanazione del provvedimento, accompagnata da clamore mediatico es. Coccaglio, si accendono le proteste da parte di pro-immigrati; vengono poi dichiarazioni a commento, dove spesso in tv i sindaci affermano che non vogliono colpire gli immigrati ma difendere cittadini che spesso non sanno di cosa si parla;si verifica l’ammissibilità legale delle misure introdotte. Spesso sono state sconfessate dall’UNAR. Conclusioni: Le politiche locali sono cruciali nel gestire la “superdiversità” delle società multietniche. Rimangono per molti aspetti piuttosto indipendenti dalle politiche e dalle retoriche nazionali. Il multiculturalismo cresce nella vita quotidiana, è tuttora praticato in diversi modi nelle politiche locali, ma tende a essere abbandonato nel discorso pubblico. In compenso, piace oggi il concetto di “diversità”, come in Italia quello di “convivenza”. C’è un divario tra retoriche e pratiche, che muove in direzione diversa rispetto al passato. Le politiche locali di esclusione mostrano i rischi potenziali dei discorsi xenofobi in tempi di populismo. p.182La società civile in azione: varie istituzioni, Ong, la Chiesa e associazioni forniscono cure mediche, pasti e aiuti a chi ne ha bisogno8rifugiati dalla Siria). Con il rafforzamento dei controlli, i Governi hanno escluso gli aiuti sanitari. Alcuni Stati provvedono fornendo agli irregolari solo cure mediche necessarie. Le Ong (tipo NAGA più attento all’advocacy e all’azione politica) quindi forniscono l’accesso a queste cure e ne creano di alternative e gratuite. Fornita anche tutela legale. (poliambulatorio Opera San Francisco concentrato sulla fornitura di servizi alle persone). Come quando nel 2008 Berlusconi ha obbligato i medici a denunciare gli immigrati. Le forme di intervento sono: promozione di reti a livello politico come alleanze, stampa, operativo collaborativo e delle relazioni interpersonali come tra medici e Ong, poi c’è la protesta; la protezione legale; la produzione di servizi come le cure mediche. Protagonismo dei migranti: hanno bisogno dell’alleanza della società italiana, perché non hanno il diritto di voto e le risorse (anche viceversa). p. 189 queste attività colmano un vuoto; forme pre-empowerment, che consentono di formare coalizioni di advocacy rendendo il nesso tra tutela delle minoranze e diritti fondamentali rimuovendo forme di esclusione (ad: processo per influenzare affinché risorse vengano collocate). 10 L'immigrazione irregolare Si tratta di gente "visibilmente estranea". L'immigrazione irregolare enfatizza tutte le problematiche legate all'immigrazione. Descrive un comportamento riguardo alla sua interazione con le istituzioni statali. Viene vista come una forzatura dove lo Stato ricevente ê costretto a ridefinire i propri confini. É il simbolo per eccellenza dello sconvolgimento dell'ordine sociale, per esempio secondo alcuni politici u o Stato che perde il proprio controllo sui confini non é piú uno Stato, perché perde un elemento fondamentale->sovranità sul territorio. Uno dei discorsi attuali é la ribalta della sovranitá nazionale -> questione dei muri. L'etichetta di immigrato spesso riguarda l'immigrato povero. L'immigrato mette in "pericolo" la sovranitá dello Stato. Politiche dell’asilo: il rifugiato sono diventati migranti in cerca di porte di servizio. Spesso sono persone di cui lo Stato sospetta->approfittatori delle risorse pubbliche. L’appello ai diritti umani rimpiazza un diritto. I governi hanno dovuto introdurre nuove categorie: protezione umanitaria e richiedenti. I veri rifugiati non hanno capacità strategiche->no scelta. Prima era più facile transitare in quanto l’Italia non riconosceva i rifugiati, invece ora i cosiddetti “dublinati”sono sballottati tra politiche di 2 paesi. Rifugiati nei CIE coltivano insofferenza. 11 Perché é difficile controllare l'immigrazione Più ancora dell’immigrazione in generale, l’immigrazione irregolare è un’incessante e contrastata ridefinizione delle frontiere. È il simbolo più forte di uno sconvolgimento dell’ordine sociale, a causa della trasgressione dei confini nazionali e della sfida ai concetti di sovranità e di controllo del territorio. Mentre l’economia si globalizza, la politica tende a rinazionalizzarsi: chi é un turista vero e chi é deciso a sostare? Governo Monti->non simpatia per gli immigrati Esempi-> tolto il visto brasiliano per far passare gli imprenditori brasiliani. Cinesi che vanno a Firenze. Visto studenti. Le limitazioni confliggono con altri interessi: domanda di lavoro, turismo, scambi economici, rapporti diplomatici, scambi culturali. Confluenza di mercati e diritti (Cornelius e Al.). Tutti i paesi europei ammettono qualche forma di immigrazione per lavoro: enfasi sugli skilled migrants e sulle migrazioni circolari. Si crede che l'immigrazione sia prevalentemente maschile, del medio Oriente, poveri. in veritá quasi 4 milioni sono europei, non musulmani, donne. Coloro che arrivano con il barcone sono il simbolo dell'assalto, dell'aiuto, della richiesta di accoglienza. Prima si richiede asilo, poi si diventa rifugiato. Altrimenti si é richiedente asilo respinto. Confluenza di mercati e diritti->pagamenti per i centri di detenzione. Il bar sport crede che respingere un immigrato sia facile. In veritá ha un costo economico anche "rispedirlo" nel proprio stato di origine. Il lavoro irregolare è favorito in quanto fa risparmiare perché questi non possono rivendicare diritti. Mantenerli costa, soprattutto nei centri. Le reti migratorie auto propulsive sono l’ideale per rendersi almeno in parte indipendenti economicamente 8primi insediamenti). Si distinguono 2 aspetti in materia di regolarizzazione: programmi di regolarizzazione, ovvero procedure a carattere straordinario in tempi limitati su specifiche categorie; i meccanismi di regolarizzazione procedure residuali che forniscono uno status legale agli irregolari. P78-79. Ricerca empirica sul lavoro domestico: relazioni basate sul lavoro domestico, rel. Basate sull’intimità, rel. Basate sull’asservimento, pg.96. Si crede che il reato di espulsione sia una legge inutile, soprattutto da parte dei governanti e dei giudici. Anche se ricevesse l'ordine di espulsione, se si tratta di un nullatenente é improbabile che possa comprare il biglietto per rimpatriare. É come se il governo abbia dato il via all'immigrazio e clandestina. Questi fenomeni mettono da parte i problemi piú gravi. Inoltre, é un problema anche di organizzazione politica, esconomica. CIE: Centri di detenzione ed espulsione. Sono centri che identificano e detengono le persone in vista della loro espulsione. Si esercita anche pressione affi ché queste persone accettino la loro espulsione. In Italia ci sono meno di 2000 posti disponibili. Chi finisce nei CIE sono ex detenuti, sex workers, immigrati irregolari. Meno della metá di chi é detenuto viene espulso dopo 18 mesi. Accordi di riammissione: lo Stato da cui provengono devono riaccettarli. 12 durano molto di più. Sono sottoposti a visite mediche sulle navi e allo sbarco. Alcuni immigrati e rifugiati si ammalano per le difficili condizioni di vita, l’alimentazione diversa e inadeguata, la solitudine. Si pensa portino terrorismo. UNHCR é l'Agenzia dell'ONU che si occupa dei rifugiati. L'86%(circa 5,9 milioni nel 2014) dei rifugiati accolto In paesi del 3 mondo. L'Ue ne accoglie meno del 10%. Il dato é in aumento a causa dei conflitti. I oiú coinvolti nell'accoglienza sono Libano Pakistan e Turchia. Inoltre vi é un gran numero di sfollati interni, ovvero alla ricerca di zone nel proprio paese non coinvolte nel conflitto. 12 anni fa la quota era del 70%. Coloro che arriva In Europa sono i piú "fortunati", in quanto per fuggire é necessario avere risorse. Quindi il loro arrivo in Europa é prettamente modesto selettivo. I rifugiati poveri in Africa a malapena arrivano al capoluogo del loro paese. Il primo paese al mondo per accoglienza di rifugiati é la Turchia con quasi 2 milioni. Il secondo é il Pakistan con 1 milione e 500 mila, In seguito a decenni di guerre. Il piccolo Libano in teoria 1,15 milioni, in pratica 1,5. Un rifugiato ogni 3 abitanti. Seguono Iran con 892.000 e l'Etiopia con 659.500. Il Libano accoglie 300 rifugiati per 1000 abitanti, e in Giordania 87. In europa: Malta 23, Svezia 9, Italia 2. per og i dollaro di pil pro capite: Etiopia 440, Pakistan 316, Cian 203. In Europa la Germania accoglie 494.000 rifugiati riconosciuti e richiedenti asilo, la Francia 310.000, la Svezia 226.000 e l'Italia 140.000. L'Europa finanzia la Turchia per accogliere i rifugiati e la Turchia ottiene la libera circolazione dei turchi. I rifugiati vengono accolti nei cosiddetti Cas, Centri di Accoglienza Straordinaria che li ospita. Cas (Centri di Accoglienza Straordinaria) é diverso da Cara (Centri di Accoglienza Richiedenti Asilo) e Sprar(Sistema di Protezione e Accoglienza dei Rifugiati). CAS “Centri di Accoglienza”: strutture di accoglienza reperibili sul territorio per condizioni di emergenza. CARA “Centri di Accoglienza Richiedenti Asilo”: è una struttura in cui vengono accolti i migranti appena giunti in Italia irregolarmente che intendono chiedere la protezione internazionale. SPRAR “Sistema di Protezione Accoglienza dei Rifugiati”: In Italia lo SPRAR è costituito dalla rete degli enti locali (151 progetti territoriali, 128 Enti locali e 3000 posti di accoglienza) che «accedono, nei limiti delle risorse disponibili, al Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo», con lo scopo di realizzare progetti di accoglienza integrata. Qui i rifugiati, nono sono piú visti come oppositori politici ma vittime traumatizzati->l'asilo era una situazione eccezionale per casi eccezionali. I rifugiati sono perseguitati per ciò che sono, per essere sulla linea del fronte. Questa sorta di divisione in base alle risorse avviene anche in Europa. In Italia per esempio rimangono i somali, gambiani. La distinzione tra migranti economici e rifugiati veri é una distinzione "di carta". Ad esempio, in Eritrea c'é la consapevolezza che una volta in Europa sarebbe riconosciuto come rifugiato in base alle caratteristiche "tragiche". L'unico problema é riuscire a farlo arrivare. Le famiglie scelgono il figlio primo gemito, affidabile e meglio messo->c'é un investimento alle spalle; spesso migrano verso il Nord per aspirazione (Svezia, Finlandia, Olanda). Chi ha pochi agganci con il Nord, resta nella bassa Europa. Solo una minoranza delle persone sbarcate resta in Italia. Gli accolti sono in minoranza. Su 170 mila sbarcati, 70 mila hanno richiesto asilo. Agenda Iukher: questione del muro di Dublino->idea che i rifugiati vengano accolti nei paesi in cui arrivano. Sono stati sbloccatimezzi finanziari piú adeguati. Australia e Usa hanno aperto le porte ai siriani. Le quote "permanenti". Politica tedesca Merkel->Collegamenti tra il bisogno di mano d'opera, mercato del lavoro. In una certa fase era possibile anche farne un discorso umanitario. Dal punto di vista economico, i siriani non sono molto vantaggiosi. Questi si spostano con la famiglia, anziani e bambini->costi sociali. Ma: le quote sono insufficienti. Con gli attentati di Parigi, la Francia e altri hanno deciso di non accogliere. Inadempienza di registrazione- >per i paesi del Sud bisogna registrarli anche contro la loro volontà. Mentre i paesi del Nord chiedono di identificarli sul luogo, esercitando una redistribuzione silenziosa. Dati sulla Nigeria: l'ultimo anno sono state espulse 130 persone. Sono previste sanzioni per chi non partecipa al programma di re distribuzione dei profughi. Esistono molti Stati che si rifiutano di riconoscere il diritto d'asilo. 15 Scafisti: rivolgersi a fornitori non autorizzati é l'unico modo per arrivare qua è chiedere asilo, con scarsi strumenti di salvataggio, sovraffollamento. É inevitabile che ci siano pericoli->sono stati lanciati dei programmi da alcune associazioni per domande d'asilo in Libano e Marocco (valutano la domanda prima della partenza e se degna ne favorisce l'arrivo in Italia). Il confine tra la repressione che da luogo all'asilo e forme di autoritarismo non é facile da individuare. LEGGERE LAVOCE.Info • Da mare Nostrum a Triton: Riduzione a 1/3 dell’impegno finanziario. Limitazione del raggio d’intervento a 30 miglia marine. Nuova enfasi sul controllo delle frontiere e sul contrasto dell’immigrazione irregolare. Il rischio che ogni miglio marino in meno si traduca in vite a rischio in più. Che ogni euro risparmiato oggi vada sul conto dei diritti umani negati domani. Politiche possibili? Il superamento di Dublino II: libertà di scelta di residenza per i rifugiati, con condivisione dei costi. Protezione e verifica delle istanze il più vicino possibile ai luoghi di origine (canali umanitari)- Sviluppo delle politiche di re insediamento, con sistemi di quote. Nel frattempo in Italia manca ancora una legge sull’asilo. • Politiche per gli immigrati. 3 modelli di inclusione: Modello temporaneo: Immigrati come “lavoratori ospiti”; Soggiorno limitato nel tempo e (prevista) rotazione degli immigrati. Impossibile accesso alla cittadinanza; Chiusura verso i ricongiungimenti familiari. Modello assimilativo: Immigrazione come popolamento. Idea di superiorità della propria cultura politica nazionale. Ambizione di trasformare il più rapidamente possibile gli immigrati in cittadini simili agli autoctoni. Relativa rapidità della naturalizzazione. Chiusura verso le peculiarità culturali e identitarie degli immigrati. Modello pluralistico o multiculturale: Riconoscimento degli immigrati come collettività, portatrici legittime di identità culturali e religiose da rispettare. Sostegno all’associazionismo immigrato. Sostegno alle espressioni culturali delle minoranze (estetica del multiculturalismo). Alcune esperienze di azioni positive (quote). ♦ La perdita di significato dei modelli nazionali Anni fa le corti britanniche accettavano le sentenze delle corti islamiche->casi "leggeri". Quindi la giustizia del paese ricevente accetta delle consuetudini e delle pratiche delle migrazioni->é stata abolita l'integrazione civica. La realtà politica nei fatti già da tempo ha messo in discussione la coerenza e l'efficacia dei modelli in questione. Sono modelli che definiscono come gli Stati vorrebbero approcciarsi agli immigrati. Le legislazioni sono corpi stratificati. Nascono su questioni specifiche che si sono presentate (ricongiungimenti, lavoro). Le politiche nazionali sono politiche dichiarate, che si sono evolute per rispondere ad esigenze di volta in volta diverse (minori non accompagnati, donne). Le differenze tra i modelli, che sembrano ben marcate, in realtà quando si guarda alla documentazione, sfumano; le tendenze si sono aggirate intorno a due pilastri fondamentali: difesa delle barriere interne, apertura di quelle esterne (ASSIMILAZIONISMO degli immigrati nei confronti del Paese ricevente). Ci sono poi altri fattori che influenzano le politiche migratorie, che producono o meno l’integrazione degli immigrati: fattore economico (negli USA è stato il maggior fattore di integrazione, la politica ha fatto ben poco. Migliaia di immigrati si sono integrati perché hanno trovato lavoro) e le altre politiche (Germania-politica urbana, sistema sanitario, sistema pensionistico, sussidi di disoccupazione, centri sociali; settori che abbracciano anche gli immigrati. Sono più tutelati rispetto all’Italia). L’effettivo funzionamento della pratica dell’assimilazionismo non dipende solo dai modelli nazionali così come sono dichiarati ma da altri fattori. Le politiche poi non sono completamente libere; Convenzioni Internazionali a cui gli Stati devono sottostare (es. diritto dei bambini a vivere con i genitori, quindi anche gli immigrati hanno diritto a portare con sé i propri figli). Questi diritti delle Carte Costituzionali hanno portato a un’uniformità degli ordinamenti a una convergenza dei sistemi. 16 Politiche locali: spesso si discostano dai modelli nazionali. Spesso devono rimediare alle contraddizioni dei modelli nazionali (es. Francoforte); le città cercano di compensare le mancanze a livello nazionale in materia di multiculturalismo e integrazione. Integrazione vs esclusione: politiche locali e nazionali. Burocrazia e amministrazione rappresentano un freno all’apertura verso gli immigrati ( no differenziazioni, ma standardizzazione uguale per tutti). I modelli nazionali sono una rappresentazione di come gli Stati vorrebbero gestire l’immigrazione, non una fotografia di ciò che realmente avviene. La Germania non é Vitti a di discriminazioni in quanto non ha metropoli come Londra e Parigi, ha un welfare come sistema pe sionisti e sanitari. I diritti non possono essere selettivi. Il vincolo liberale ha rappresentato un momento di convergenza dei modelli. Altri tipi sono i diritti dei lungoresidenti e seco de generazioni. Anche le politiche locali si discostano dalle politiche nazionali perché la presenza di immigrati materializza sul territorio (servizi sociali, scuola). Le sfide locali portano a una convergenza. Le politiche locali devono rimediare alle contraddizioni dei modelli nazionali. Tra queste, le cittá tedesche sono quelle con più contraddizioni. Hanno cercato di sostenere alcune associazioni (es. per gli immigrati co e in Francia quella della laicità e delle religioni ). Di fatto iniziative "assimilative" é "multiculturali" non si oppongono: il discrimine ê piuttosto integrazione/ esclusione. La logica del fu isolamento tende alla standardizzazione anzichè differenziazione ->questo porta alla convergenza. quindi perché i modelli perdono di significato? i modelli sono molto meno vivi nella realtà che nella dichiarazione di intenti. Limite al’accoglienza: L'idea di limite all'accoglienza non é prevista da nessuna convenzione o Costituzioné. Il mercato si é dimostrato un regolatore mo,to piú efficace delle politiche. In Italia, in 25 anni sono state emanate 7 sanatorie pesanti. Il mercato ha assorbito più immigrati di quanto le politiche migratorie permettnono. In Italia, il mercato ha piegato le politiche. Tra il 2002 e il 2012 sono stati messi in regola piú gli immigrati con ile sanatorie che con i decreti flusso. Dalle 300 mila alle 900 mila domande. Ricongiungimento familiare->i seguito alle convenzioni sui diritti dell'infanzia (Org umanitarie, Corti). I paesi del Nord globale hanno varato modi per bloccare i rifugiati prima che arrivino alle frontiere. -Regionalizzazione del problema: sono gran campi nel Sud del mondo. Ad esempio in Kenya esiste un campo chiamato Dadap ed é in mezzo al deserto, con 500 mila abitanti. Sulla cartina geografica non esiste, ed é circondato da filo spinato. Inoltre la popolazione é diminuita a causa della diminuzione delle risorse. Una recente iniziativa Ue é il finanziamento alla Turchia per finanziare i campi profughi (egiziani). -Obbligo del "primo paese sicuro" ad accogliere. Coi volgendo la Turchia si spera di portare il piú lontano possibile la frontiera. In cambio vine promesso a questi di entrare in area Schengen. 3° criminalizzazione dei trasportatori-> responsabilizzazione dei vettori. Controllare i documenti di chi trasportano e se irregolare riportarlo indietro. Operatori privati vengono incaricati di pulizia. Ci sono 4 nuove forme di asilo oltre a quelle della convenzione di Ginevra che era fortemente limitata. Ora quelle nuove previste sono ridotte e temporanee (magari fi ché migliorino le condizioni nel loro paese). Procedure di reinsediamento: solo 88 mila persone nel 2012 a causa delle politiche limitate, qui di 1/10 dei richiedenti, accolti quasi tutti in Usa. Il problema é che il resto del mondo fa poco. In Italia é stata ripresa la tradizionale politica di facilitazione del transito. Questa non ha mai avuto una legge organica ed é sempre stato un paese di passaggio. La questione dei rifugiati é sempre stata all'insegna dell'emergenza. Nei paesi piccoli e fragili d'Italia come al Sud, il rifugiato permette di risollevarsi economicamente. Il concetto di integrazione: Accezione classica: integrazione come sinonimo di assimilazione. Integrazione come compito e dovere degli immigrati (accezione normativa del concetto). Integrazione intesa (di fatto) come sottomissione (integrazione subalterna). Società ricevente intesa come omogenea e culturalmente integrata. Integrazione come concetto compatto,univoco, lineare. Prima critica. L’impossibilità dell’integrazione: l’immigrazione vista come 17 Idee possibili di intervento: soluzioni di agenzie lavorative di intermediazione; riconoscere professionalmente le assistenti familiari dai servizi sanitari; assunzione della lavoratrice da un’istituzione pubblica con diritti codificati, affidare 2 3 anziani alla lavoratrice senza che questi se ne debbano appropriare 8tecnologia del telesoccorso); pratiche di regolarizzazione dal basso in organizzazioni sindacali; come organizzare il lavoro di cura: iniziative per la comunicazione, riconoscere le competenze acquisite e la loro applicazione professionale in patria, sviluppo di servizi socio-educativi ai figli minori e famiglie in patria. Contraddizione: rifiutare l’immigrazione irregolare ma creare un welfare parallelo basato sull’assunzione di assistenti familiari irregolari. PRESENTAZIONE: Becoming less illegal- sebastien Chauvin Dall’esclusione all’incorporazione subordinata-> Evoluzione della nozione di migrante: tra il XIX e il XX secolo gli immigrati erano considerati legittimi finché non espressamente dichiarati indesiderati dal XX secolo la tendenza si è invertita. ILLEGALITA’: -Frutto della legge -Non riguarda solo le deportazioni - Regola la mobilità attraverso creazione di gerarchie di diritti - “Deportability” (paura della detenzione e della deportazione). Nonostante ufficialmente dichiarati non voluti e formalmente esclusi, i migranti irregolari nella pratica riescono a integrarsi nella società e prendere parte alla vita della comunità INCORPORAZIONE INFORMALE. Non è sempre vero che i migranti irregolari sono senza documenti; molto spesso li hanno, ma nei loro paesi d’origine. Sia l’integrazione formale che quella informale supportano l’idea che la nozione di invisibilità sia inadeguata: i migranti irregolari si nascondono e si camuffano meglio restando “visibili”, mischiandosi con la società. Momento in cui gli immigrati si preparano ad “uscire allo scoperto”. Termine coniato negli USA nel movimento giovanile degli immigrati: i giovani figli di immigrati, nati e cresciuti negli USA, sono candidati più legittimi per la regolarizzazione. -Paradosso delle politiche migratorie restrittive: chiudendo i canali legali di regolarizzazione in un Paese si ritorna all’illegalità. –i migranti restano per più tempo 20 “invisibili nella visibilità” (integrati e camuffati nella società). Economia morale della meritevolezza: Diversi tentativi con cui i migranti si sentono meno illegali: No crimini no contatti con la polizia; pagano tasse e bollette e tengono le ricevute; Gratitudine e lealtà verso i datori di lavoro per ottenere favori e benevolenza; Mantengono i contatti con le istituzioni: garantiscono la loro buona condotta. Il carattere graduale di questa (il)legalità ai può osservare su tre fronti diversi, ed è pervaso da giudizi morali sul grado di (im)meritevolezza: LIVELLO POLITICO non tutti gli immigrati irregolari sono espulsi, lo sono solo quelli che hanno commesso dei crimini; PERCEZIONE DEI MIGRANTI non sentono l’espulsione come conseguenza dell’illegalità, ma come risultato di cattiva condotta; FORZE DI POLIZIA distinzione tra categorie di migranti irreg. MERITEVOLEZZA crea tensioni: Legalizzazione per tutti vs legalizzazione solo in base a specifici criteri e condizioni (“nicchie” di migranti), Acquisizione della legalità tramite il “vittimismo” vs acquisizione della legalità tramite l’azione civile (rendersi utili per la società), Legalizzazione basata sull’integrazione culturale vs legalizzazione basata sull’integrazione economica. A loro volta, queste tre tensioni ne generano una quarta TEORIA VS PRATICA-> Chi è a favore della legalizzazione in egual misura per tutti, nella pratica spesso aiuta solo gli immigrati che rispondono a certi requisiti (persegue di fatto il criterio della meritevolezza individuale). I criteri della vulnerabilità e dell’azione civile come strumenti di ottenimento della legalizzazione vengono il più delle volte usati solo apparentemente dai migranti, per rientrare in quelle specifiche categorie (APPARENZA, non realtà). A loro volta, queste tre tensioni ne generano una quarta teoria vs pratica. Chi è a favore della legalizzazione in egual misura per tutti, nella pratica spesso aiuta solo gli immigrati che rispondono a certi requisiti (persegue di fatto il criterio della meritevolezza individuale). I criteri della vulnerabilità e dell’azione civile come strumenti di ottenimento della legalizzazione vengono il più delle volte usati solo apparentemente dai migranti, per rientrare in quelle specifiche categorie (APPARENZA, non realtà). Incorporazione dei migranti non autorizzati nelle società di residenza. Paradosso più severi sono i criteri per la regolarizzazione, più i governi sembrano “ricompensare l’illegalità”. Il concetto di “meritevolezza civile” non si può applicare esclusivamente ai migranti, ma deve essere esteso a coprire l’intera nazione. 21
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