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Pompeo, Crasso e la fine della Repubblica Romana: alleati e rivali, Schemi e mappe concettuali di Storia

La ribellione di Sertorio contro Roma, la sconfitta di Pompeo e Crasso contro gli schiavi guidati da Spartaco, l'alleanza tra Pompeo e Crasso, il colpo di stato di Catilina e Giulio Cesare, e la ascesa di Ottaviano Augusto. Il testo illustra come le alleanze e le rivalità tra questi personaggi portarono alla fine della Repubblica Romana e all'inizio del Principato.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2020/2021

Caricato il 19/09/2022

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Scarica Pompeo, Crasso e la fine della Repubblica Romana: alleati e rivali e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Storia solo su Docsity! Pompeo e Crasso Nel 72 a.C Sertorio, un seguace di Gaio Mario, si era ribellato a Roma e aveva costruito un governo autonomo, ma fu sconfitto da Pompeo, un ex generale dell’esercito sillano, dopo quattro anni di guerra. Nella penisola si accese la rivolta degli schiavi, guidata da Spartaco e alcuni altri schiavi fuggiti dalla scuola per gladiatori, che furono poi sconfitti da uno degli uomini più ricchi di Roma, ovvero Crasso. Ben presto tra i due nacque una alleanza, ed insieme abolirono molte leggi di Silla, facendo estendere Roma fino all’Egitto e all’Eufrate. Mentre Pompeo era in Oriente, ci fu un colpo di stato sul fronte interno, guidato da Catilina e dietro il quale si nascondeva un uomo ancora poco noto, ovvero Giulio Cesare, il colpo che fu sventato dal console Cicerone. Cesare Cesare era un dittatore a vita che assunse le cariche di console, imperator (ovvero capo dell’esercito), e di pontefice massimo. Egli cercò di pacificare la società romana e di estendere il suo consenso sul potere, sia tra i ceti popolari che tra la vecchia classe dirigente. Cesare tuttavia impose un governo forte, incentrato su cariche politiche, militari e religiose. Nelle province combatté la corruzione dei finanziari pubblici, concesse la cittadinanza romana ai cittadini della Gallia Cisalpina e fondò nuove colonie. Gli oppositori di Cesare, che appartenevano al vecchio sistema oligarchico, temevano che volesse instaurare una monarchia e il loro obiettivo, uccidendo Cesare, era quello di provocare un’insurrezione a favore delle istituzioni repubblicane, e quindi uccisero Cesare nel 44 a.C. Ottaviano Augusto Ottaviano si presentò come un difensore delle tradizioni, infatti conservò le magistrature esistenti e rifiutò di dirsi dittatore. Egli non volle essere considerato sovrano, ma principe, il primo cittadino di Roma, dal quale venne il nome “principato”, che è il termine con il quale gli storici definiscono la sua forma di governo. Dal 28 a.C si fece eleggere console per 5 anni consecutivi e sempre nel 28 a.C divenne il principe del senato. Nel 27 a.C il senato gli diede il nome di Augusto e in seguito quello di padre della patria. Nel 23 a.C si fece conferire i poteri dei tribuni della plebe e dei preconsoli, ed infine ottenne la carica di pontefice massimo. Questo istituì le province senatorie e quelle imperiali, le entrate fiscali delle province imperiali, passavano direttamente al fisco, sotto il comando del principe, mentre quelle delle province senatorie, passavano per l’erario, amministrato dal senato. Per l’amministrazione di Roma, si circondò di prefetti, che potevano essere nominati o revocati solo da lui. Il prefetto del pretorio era il comandante dei pretoriani, e la guardia personale del principe. La penisola inoltre venne divisa in undici regioni ad esclusione della Sicilia e della Sardegna. Roma si estese fino al Danubio, fiume che segnò, insieme al Reno, i confini romani dell’Europa del nord. Fallì infatti il tentativo di espansione al di là del Reno, quando tre legioni romane vennero sconfitte nella foresta di Teutoburgo. Augusto inoltre sostituì l’arma della guerra con quella della diplomazia. Augusto poté contare su un largo consenso popolare, avendo garantito a Roma pace e stabilità. I cavalieri diventarono una classe di potenti funzionari al suo servizio e il prestigio del senato, anche se ridimensionato, rimase comunque. Augusto, anche se non intraprese politiche economiche a favore della plebe più povera, mantenne gratuite le distribuzioni di grano e diede molti spettacoli e feste pubbliche. L’esercito divenne una forza permanente e al momento del congedo, i legionari ricevevano un apprezzamento di terra. Augusto inoltre creò una serie di nuove leggi a difesa del matrimonio e della moralità pubblica e privata; per incrementare la popolazione, tutti i cittadini in età fertile, furono costretti a sposarsi e alle famiglie più numerose fu concesso denaro. L’adulterio divenne reato punibile con l’esilio. Con Augusto Roma visse anche una fioritura artistica e culturale, infatti poeti come Virgilio esaltarono la grandezza di Roma e i suoi ideali, per poi arrivare a varie opere famosissime come il Pantheon e l’Ara Pacis. Dinastia giulio-claudia e flavia Augusto adottò come suo successore il figliastro Tiberio che divenne imperatore. Nei primi anni, la sua politica fu moderata e rispettosa verso il senato, mentre negli ultimi anni fu caratterizzata dal dispotismo. A questo succedette Caligola, acclamato imperatore dai pretoriani; la sua politica fu dispotica e caratterizzata dall’umiliazione del senato dall’eliminazione degli avversari politici. Il successore Claudio, amministrò lo stato con saggezza e competenza e per favorire la romanizzazione dei popoli dell’impero, concesse a molti provinciali la cittadinanza. Il successore di Claudio, Nerone, fu influenzato dal filosofo Seneca per quanto riguarda i primi anni, per poi passare al dispotismo e nel 64 a.C accusò la comunità cristiana di un incendio l’esercito, dividendo i militari in limitanei sui confini e comitatus per gli interventi urgenti; inoltre impose un regime autocratico e basato sulla figura quasi divina dell’imperatore e che i cristiani non accettarono, così diede inizio alle persecuzioni più gravi mai ricordate. Costantino Quando Diocleziano si ritirò a vita privata, le lotte ripresero. Costantino dopo aver sconfitto Massenzio, venne nominato imperatore e capovolse la politica di Diocleziano, alleandosi con i cristiani. Nel 313 fu emanato l’editto di Milano, ai cristiani fu concessa libertà di culto e l’imperatore divenne intermediario tra Dio e gli uomini. Il concilio di Nicea, fu convocato da Costantino per porre fine alle lotte tra le sette cristiane, inoltre nel 330 inaugurò la nuova capitale chiamata Costantinopoli. Da Costantino a Teodosio A Costantino successero tre figli, tra cui emerse Costanzo II che continuò la politica del padre fino al 361. Dopo la sua morte, divenne imperatore Giuliano, il quale favorì una maggiore tolleranza religiosa, ma morì prematuramente e il suo progetto fallì. Teodosio invece, salito al potere nel 379, con l’editto di Tessalonica, proclamò il cristianesimo religione di stato e proibì i culti pagani. La sua politica fu influenzata dal vescovo DI Milano, Ambrogio, che gli garantì il sostegno dei crisiani e cercò di modernare i suoi atteggiamenti, cercando di rivendicare il ruolo autonomo della chiesa. Poco prima di morire Teodosio riunì l’impero. Che poi venne diviso tra i suoi due figli Onorio e Arcadio. Le sostanze stupefacenti Le sostanze stupefacenti sono conosciute ed usate dall'uomo fin dall'antichità. Oggi vengono assunte per migliorare l'attenzione e la concentrazione, così come possono essere utilizzate per scopi curativi, e solo da qualche decennio il loro abuso ha trasformato il fenomeno in un grave problema sociale. Il termine droga fa pensare all'ambito delle sostanze illegali, ma in realtà sono droghe anche molte sostanze usate nelle terapie o consumate liberamente, come la nicotina che è contenuta nel tabacco, l'alcool e la caffeina che è contenuta nel caffè o nel thè. Possiamo definire come 'droghe' o 'sostanze stupefacenti' quelle sostanze psicoattive (naturali o sintetiche) che, per le loro proprietà farmacologiche, agiscono sul sistema nervoso centrale ed alterano l'equilibrio psicofisico dell'organismo, e che, allo stesso tempo, possono essere oggetto di abuso, generando una forte dipendenza, sia fisica che psichica. Per abuso s'intende l'assunzione di queste sostanze per scopi voluttuari e senza prescrizione medica. Infatti per ottenere lo stesso effetto provato la prima volta occorre assumere dosi sempre più abbondanti, fino a raggiungere e superare una soglia oltre la quale i soggetti non sono più in grado di vivere senza ricorrere alla sostanza, questa è chiamata, appunto, dipendenza. La dipendenza può essere fisica (quando l'organismo è incapace di funzionare senza la sostanza esterna alla quale si è adattato; se questa gli viene a mancare si scatena la cosiddetta 'crisi di astinenza', che si manifesta in genere con effetti opposti a quelli prodotti dalla droga) o psichica che è il desiderio della droga, accompagnato dalla convinzione di non potere più andare avanti senza assumere quella determinata sostanza.
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