Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

PORTOLANO SACRO SANTUARIO E IMG SACRE LUNGO LE ROTTE DI NAVIGAZIONE DEL MEDITERRANEO, Sintesi del corso di Storia dell'arte medievale

Riassunto completo e dettagliato con immagini originali: PORTOLANO SACRO SANTUARIO E IMMAGINI SACRE LUNGO LE ROTTE DI NAVIGAZIONE DEL MEDITERRANEO TRA TARDO MEDIOEVO E PRIMA ETA MODERNA DI MICHELE BACCI

Tipologia: Sintesi del corso

2021/2022

In vendita dal 02/07/2024

mara-jvonne-raia
mara-jvonne-raia 🇮🇹

8 documenti

1 / 6

Toggle sidebar

Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica PORTOLANO SACRO SANTUARIO E IMG SACRE LUNGO LE ROTTE DI NAVIGAZIONE DEL MEDITERRANEO e più Sintesi del corso in PDF di Storia dell'arte medievale solo su Docsity! PORTOLANO SACRO SANTUARIO E IMMAGINI SACRE LUNGO LE ROTTE DI NAVIGAZIONE DEL MEDITERRANEO TRA TARDO MEDIOEVO E PRIMA ETÀ MODERNA (Michele Bacci) Tra il 1300 e 1400 l’intensificazione degli scambi commerciali tra le diverse aree del Mediterraneo, nonostante la caduta di Acri nel 1291 e la conseguente fine della presenza latina in Palestina, al consolidarsi di un sistema di comunicazioni marittime; prima che le grandi scoperte geografiche aprano la strada ai nuovi traffici verso le Indie, buona parte della ricchezza del Vecchio Mondo passa da porti come Alessandria d’Egitto, Famagosta, Candia, Costantinopoli, Pera, Tessalonica, Venezia, Genova, Marsiglia, Barcellona o Tunisi. La nave ha uno standard di sicurezza scarso e il mare offre numerose insidie per quanto esperti i naviganti possano essere. Quando si tratta di spingersi troppo a largo le mappe nautiche sono ancora discutibili. Si confida sulla memoria visiva e si consulta il “portolano” o descrizione esatta delle baie, degli scali e dei porti naturali con le indicazioni delle manovre necessarie per evitare ostacoli, come scogli, secche, correnti impetuose, venti. Il mare fa paura e l’idea di perdersi nei suoi abissi potrebbe impedire per un cristiano di ricevere l’estrema unzione prima di morire. Pertanto piuttosto che rimandare nei momenti di difficoltà, sarà buona norma recitare le preghiere a bordo, salutare i luoghi sacri che si incontrano lungo il tragitto, e poichè non si può consacrare l’ostia a bordo, si ricorre alla cosiddetta “messa secca” e cioè una messa senza la parte eucaristica. Se la nave trasporta passeggeri che vanno a visitare la Terra Santa loro saranno impegnati ad attività devozionali e a frequentare la cappella a bordo e nel caso si incorresse in un pericolo le preghiere devono essere intensificate: un manufatto del tardo Trecento nella chiesa francescana di Lucignano, nel Senese (fig. 1)1, illustra la situazione di caos a bordo quando imperversa la bufera, resa sotto forma di quattro diavoli. Il nobile Roberto Sanseverino, ibarcatosi per la Terra Santa nel 1458, giunto al largo dell’Albania, scrive che 1Fig. 1. Artista senese, Miracolo della beata Michelina da Pesaro, affresco, fine sec.XIV. Lucignano in Val d'Arbia, chiesa di San Francesco. Foto: archivio autore' mentre il mare si ingrossava, non vedendo alcun rimedio, si scrissero i nomi dei santi in strisce di pergamena, i brevi, con invocazioni propiziatorie che assume una connotazione magico-apotropaica. Un gran numero di santuari sorsero su quelle coste e quei promontori a cui i naviganti facevano riferimento per controllare le rotte. Questi luoghi erano solitamente passaggi critici che servivano non solo per orientarsi, ma diventavano luoghi destinatari di preghiere di supplica dei naviganti. Per esempio quando si attraversava il capo Maleas, la penisola più meridionale del peloponneso che segna il confine tra lo Ionio e l’Egeo, si invocava San Miche perché sulla cima del capo sorgeva un monasteri intitolato a lui. Se si scampava il naufragio l’equipaggio spesso si faceva promotore dell’edificazione di un piccolo tempio per la grazia ricevuta. Nompar de Coumon, nel 1418 sentì dire che nei pressi di Modone di Morea era stata eretta una chiesa nota come "Sainte Marie de Pitié”, voluta da un armatore che aveva rischiato di essere schiacciato da una roccia. Le Sante Parole Come racconta il pellegrino Anselmo Adorno imbarcatosi da Genova per la Terra Santa nel 1470, l’equipaggio su cui navigava perse la rotta, così ci si trovò per sei giorni senza avvistare la terra ferma. In queste occasioni i marinai genovesi sono soliti cantare Le Sante Parole, dove si invocano tutti i santi e quasi tutti i luoghi santi dei marinai per un’ora con la cantilena. Lasequela delle invocazioni ha costantemente come refrainl'espressione "Die n'ai'," che è abbreviazione dell'antico toscano "Dio e' n'aíti," ossia"Dio ci aiuti": Die n'ai' e ‘l Santo Sepolcro Die n'ai' e ‘l Santo Sepolcro Die n'ai' e ‘l Santo Sepolcro Die n,ai' e Madonna santa Maria e tutti li santi e le sante e elìa santa e vera- ce croce del Monte Calvaro che ne salvi e guardi in mare e in terra" Prima si passa in rassegna ai santi e alla vera croce, poi agli arcangeli, agli apostoli, gli evangelisti, ai martiri, ai Padri della Chiesa, ai maggiori taumaturghi antichi, e così via fino ad arrivare i più famosi peregrina maritima, precisi luoghi culto come Santa Saba, poi Santa Dallo Ionio al Tirreno La Madonna di Trapani, la Madonna Nunziata, secondo la testimonianza di un viaggiatore tedesco risalente alla metà del 1300, afferma che è un dipinto. Oggi conosciamo la Madonna Nunziata sotto forma di statua (fig. 5) realizzata da Nino Pisano nel 1370. Dobbiamo trarre la conseguenza che prima di essere statua era stata un’icona. La leggenda vuole che l’effige sia giunta per nave da Cipro e sarebbe da associare all’ambiente marinaresco. Altro santuario mariano è quello della Madonna di Bonaria sul litorale di Cagliari. Secondo una leggenda formatasi nel corso del ‘400-’500, la statua miracolosa gettata in mare durante un naufragio di una nave catalana, sarebbe giunta illesa dentro una cassa sul lido di Bonaria nel 1370. Attorno a questa statua sono sorte molte leggende legate alla vita del mare. De Coumon nel 1419 nel tragitto da Palermo a Barcellona, nel momento in cui la nave perde la rotta, documenta che un marinaio propone di far voto a un'immagine sacra nei pressi di Cagliari. La preghiera viene accettata e si ritrova la via. L’indomani l’equipaggio si reca nella chiesa della Madonna offrendole un cero molto grande e dipinto. Immagini miracolose e navigazione lungo la costa Il viaggio delle sante parole ci permette di ricostruire almeno in parte la topografia sacra delle coste del Mediterraneo. Questi luoghi di culto finiscono per contaminarsi e a identificarsi quattro piani distinti di realtà, Nel caso della “Madonna della Cava di Famagosta” o di Santa Maria di Bonaria di Cagliari”, finiscono per contaminarsi e a identificarsi quattro piani distinti di realtà: la Madre di Dio, il luogo in cui sorge il suo santuario, la chiesa a lei dedicata e l’immagine che è il catalizzatore dell’attenzione dei fedeli. L’unione e l'interazione di questi elementi determina il successo di un peregrinagium maritimus, tanto più il santuario trae beneficio dalla sua posizione, quindi diventa un riferimento topografico importante per la navigazione, tanto più è investito di valore sacro e la sua funzione verrà espressa in termini religiosi come il risultato di un’azione taumaturgica. Interessante che il topos leggendario dell’immagine di solito stravolge l’ordine degli eventi: l’effige miracolosa, che molto spesso rappresenta il suggello finale dell’affermazione di un culto sacro, viene descritta come il motore primo dell’intero processo; è lei ad impiantarsi miracolosamente in un punto preciso della spazio, a motivare l’erezione dell’edificio e af attrarre la pietà dei naviganti. Un’icona ‘700esca del monastero di Iviron del Monte Athos, costituisce un singolare caso di contaminazione tra iconografia religiosa e cartografia (gfig. 7) dando dimostrazione di questo clichè. Si racconta che l’immagine miracolosa della Vergine Portaitissa, minacciata dall’iconoclastia in Terra Ferma, fu affidata alle acque del mare, finché non giunse sul lido del monastero dove venne salvata e onorata.
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved