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Power point sul futurismo, Slide di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche

Power point dettagliato sul movimento artistico futurista, comprende: introduzione al movimento, pittori futuristi quali ( Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Gino Saverini e Fortunato Depero) con annesse analisi delle loro opere.

Tipologia: Slide

2019/2020

Caricato il 27/04/2020

alice.petrucci01
alice.petrucci01 🇮🇹

4.6

(7)

5 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Power point sul futurismo e più Slide in PDF di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche solo su Docsity! Il futurismo Il futurismo è il primo movimento d’avanguardia nato in Italia, destinato a rompere l’isolamento provinciale della nostra cultura e a riaprire un dialogo tra Italia e Europa. Il Futurismo nasce ufficialmente nel 1909 con la pubblicazione del Manifesto del movimento sul giornale parigino "Figaro". Il manifesto esprime un programma teorico, una posizione ideologica che spesso precede la pratica, ma la prima regola applicata dai futuristi sarà l'abolizione, nell'immagine, della prospettiva tradizionale, per un moltiplicarsi di punti di vista che esprimano, con intensa emozionalità, il suo dinamico interagire con lo spazio circostante. I primi interpreti del Futurismo I Pittori Futuristi derivano, chi più, chi meno dall'esperienza del Divisionismo ed interpretano il nuovo verbo in modo molto personale. Umberto Boccioni, non dimentico della lezione cubista, lo traduce in forme cariche di emotività espressionistica legate nelle linee-forza. Giacomo Balla scompone quasi scientificamente il movimento, Gino Severini frantuma l'immagine in una molteplicità di piani-luce dal tenue e raffinato cromatismo che gli deriva da Georges Seraut. Russolo si esprime attraverso immagini a cui da corpo con un'accesa e contrastante cromia, Carlo Carrà, rispetta il non-figurativismo futurista, pur dipingendo forme che non rinunciano mai totalmente ai valori plastici e pittorici che gli sono congeniali. Carlo Carrà manifestazione interventista, 1954 Giacomo Balla Giacomo Balla è nato a Torino il 18 luglio 1871. Figlio di un appassionato fotografo dilettante, fin da piccolo è attratto dall'arte; Fondamentalmente autodidatta, nella ricerca del suo stile artistico, si lascia influenzare dagli Artisti Divisionisti che frequenta, ed i suoi primi lavori accumunano il divisionista allo spirito positivista. I temi che Balla affronta sono umanitari, ma nel contempo sono occasioni di sperimentazione sugli gli effetti della luce sia naturale che artificiale. Il soggetto del lavoro ritorna di frequente nella sua arte, acquistando talvolta sottintesi reverenziali, come nel trittico "La giornata dell'operaio". Tra il 1902 e il 1905 Balla realizza le quattro tele del ciclo dei “viventi”: “Il mendicante” (1902, “Il contadino (l’ortolano)” (1903), “I malati” (1903) e “La pazza” (1905), dove il divisionismo si abbina ad una forte carica umanitaria che mostra la profonda attenzione che Giacomo Balla dedica agli emarginati e agli oppressi. Nel 1910 Balla si interessa al movimento futurista ed è tra i firmatari del Manifesto dei pittori futuristi e del Manifesto tecnico della pittura futurista. I nuovi interessi stilistici di Ballano si concretizzano nei dipinti “Bambina che corre sul balcone” (1912), “Dinamismo di un cane al guinzaglio” (1912) e “Le mani del violinista” (1912). L’analisi del movimento lo spinge a focalizzare l’attenzione sul moto delle automobili cercando di conferire la sensazione della velocità del veicolo in corsa, attraverso triangoli di luci ed ombre, linee curve e linee diagonali che creano una particolare prospettiva. “…Noi futuristi, vogliamo realizzare questa fusione totale per ricostruire l’universo rallegrandolo, cioè ricreandolo integralmente..." Il colore: I colori sono saturi e vivaci e il loro accostamento restituisce la vitalità della bambina in corsa. Balla, dipinse dei tasselli colorati che accostati creano la continuità dell’immagine e al tempo stesso frammentano la visione delle forme in movimento. La superficie dipinta è realizzata con la tecnica divisionista. Lo spazio: Lo stile del dipinto Bambina che corre sul balcone esclude la rappresentazione di uno spazio pittorico tradizionale o realistico. La dimensione è quindi concettuale e da ricostruire mentalmente considerando la base teorica con la quale Giacomo Balla realizzò il suo lavoro. Inquadratura: La ringhiera del balcone, con le inferriate verticali disposte in modo regolare, equilibra le immagini ripetute della bambina. Il movimento parte da sinistra procedendo verso destra. Inoltre l’inquadratura prevede che l’immagine sia solamente una porzione dell’intero movimento. Infatti a destra e a sinistra le figure sono tagliate. Si immagina quindi una continuità dell’azione e un suo precedente inizio oltre la tela. Il formato di Bambina che corre sul balcone di Giacomo Balla è quadrato. L’inquadratura centrale favorisce quindi la lettura istantanea di una porzione di movimento. La composizione è quindi centrale considerato che il soggetto ritratto occupa omogeneamente tutto il piano pittorico. Lo spazio non viene rappresentato con le prospettive tradizionali quindi esiste solamente un piano di rappresentazione. In ogni caso l’inferriata del balcone viene rappresentata in leggero sfondo. Si può quindi considerare in secondo piano rispetto alla bambina. L’inquadratura è di tipo fotografico e con il taglio ai bordi laterali presuppone la continuità oltre il dipinto. Titolo: Dinamismo di un cane al Guinzaglio Autore: Giacomo Balla Anno: 1912 Tecnica: Olio su tela Dimensioni: 91x110cm Esposizione: Buffalo New York, Albright Gallery Descrizione: I piedi della donna e le gambe del cane sono dipinti più volte all’interno dell’arco della traiettoria del loro movimento. La rappresentazione del movimento fu la principale preoccupazione dei futuristi. Il Futurismo fu fondato da Filippo Tommaso Marinetti con la pubblicazione nel 1909 del Manifesto del Futurismo a Parigi. Nacque così il principale movimento d’avanguardia italiano. Il movimento simboleggiava l’esaltazione del moderno attraverso la velocità e l’azione. Altra componente del Movimento futurista era la rappresentazione della quarta dimensione cioè il tempo. Gli artisti cubisti che rappresentavano il tempo tramite l’osservazione da più punti di vista dell’oggetto. Gli artisti futuristi scelsero di rappresentare il movimento attraverso la registrazione contemporanea dell’oggetto che si sposta nello spazio. Stile: La superficie della tela è dipinta con pennellate rapide che creano delle omogenee zone di colore. In questo caso si tratta delle sagome del corpo del cane e della veste della donna. I colori utilizzati sono di una gamma molto limitata. La sagoma del bassotto è completamente nera, come anche la gonna della sua padrona. Si nota un maggiore utilizzo del colore nelle traiettorie di movimento delle zampe del cane. In questa zona Giacomo Balla ha utilizzato una gamma che vira verso il rosso e il viola. Invece, nella traiettoria della camminata della donna sono stati utilizzati colori freddi blu e viola. La strada è completamente bianca e funziona da sfondo neutro per rappresentare il movimento degli arti. Allestisce, nelle varie capitali europee, Parigi, Londra, Berlino e Bruxelles, mostre dei pittori futuristi e scrive il "Manifesto della scultura futurista", dove espone le sue teorie sulla simultaneità e sul dinamismo, già parzialmente espressa nel "Manifesto tecnico della pittura futurista”. Applicando il Dinamismo plastico ai suoi dipinti, Umberto Boccioni abbandona l'impostazione tradizionale fondendo interno ed esterno, i dati reali e quelli del ricordo in una singola immagine. Con questo intento sviluppa le caratteristiche "linee-forza" che tracciano le traiettorie di un oggetto in movimento nello spazio. Negli anni di guerra Umberto Boccioni collabora con la rivista "Avvenimenti" e si riavvicina al suo vecchio maestro Balla; il suo personalissimo stile alla ricerca di dinamismo, lo porta ad accostarsi all'Espressionismo ed al Cubismo allo scopo di mettere lo spettatore al centro del quadro per farlo sentire coinvolto e partecipe. Umberto Boccioni diventa l'artista che meglio degli altri sa ritrarre la vita moderna, frettolosa e stressante, di cui la macchina in movimento è il simbolo principale. Titolo: Elasticità Autore: Umberto Boccioni Anno: 1912 Tecnica: Olio su tela Dimensioni: 100x100cm Esposizione: Milano, Museo del Novecento, Collezione Jucker Descrizione: Nel dipinto intitolato Elasticità si osserva un uomo a cavallo lanciato al galoppo. Intorno si percepisce un ambiente metropolitano. Simbologia: Il titolo dato al dipinto da Umberto Boccioni rivela il suo interesse nei confronti della rappresentazione sintetica delle forme in movimento. Infatti il giovane artista futurista teorizzò il dinamismo plastico delle figure. Fu Umberto Boccioni a spiegare l’importanza dell’Elasticità in un testo del 1914 intitolato “Pittura Scultura Futuriste”. Boccioni indicò come caratteri generali di un corpo la porosità, l’impermeabilità, la rigidità e l’elasticità. Tutti derivanti dalla sua natura organica. n Elasticità, Umberto Boccioni cercò di rappresentare la sua visione teorica. L’artista infatti fu impegnato nel giungere a raffigurare il “dinamismo universale”. Come gli altri futuristi anche Boccioni metteva alla base del suo lavoro la convinzione che l’arte deve rappresentare il movimento. Anzi il reale stesso, secondo i futuristi, è comprensibile solo in stato di moto. Il maestro di Boccioni, Giacomo Balla, si preoccupò invece di trovare il modo di rappresentare il movimento organico e quello meccanico. Boccioni, insieme a Severini, elaborò così il concetto di “plasticismo simultaneo”. Si trattava di creare immagini e sculture in grado di visualizzare un dinamismo che integrasse figura e sfondo. Titolo: La danza del pan pan al Monico Autore: Gino Saverini Data: 1911-1912 Tecnica: Olio su tela Dimensioni: 240x400cm Esposizione: Museo Nazionale d’Arte Moderna Centre Pompidou – Parigi Gino Severini con questo quadro si accredita come il più autorevole rappresentante del futurismo in Francia. “Pan-pan a Monico” è una vera e propria bomba artistica dotata di una vera e propria carica rivoluzionaria definita da Apollinaire come “la più importante dipinta da un pennello futurista”. La tela ha dimensioni monumentali e ci trasmette le sensazioni di una serata trascorsa al café chantant “Monico”. Un caffè affollatissimo, dove ballerine dai costumi colorati si esibiscono al ritmo vorticoso di una musica assordante. La rappresentazione della danza è un motivo chiave della poetica di Severini, meno interessato come altri futuristi al mito della macchina o ai temi urbani. La figura in movimento gli offre la possibilità di effettuare una scomposizione delle forme in tessere colorate, così che la superficie risulta come un campo di forze pulsanti e dinamiche, dove sembra riprodursi il suono della musica e il ritmo concitato del ballo. Nella parte inferiore dell’opera tre linee direttrici – costituite dai tavoli apparecchiati – indirizzano lo sguardo verso l’interno mentre, appena sopra, le figure di ballerine, spettatori, coppie danzanti, lo respingono all’esterno. Inoltre, da un primo piano più realistico e descrittivo il quadro procede verso una progressiva scomposizione che arriva fino all’astrazione nella parte superiore. Molto probabilmente il dipinto è andato distrutto nel rogo dell’”arte degenerata”, voluto da Adolf Hitler nel 1933. Severini sentì l’esigenza di effettuarne una replica molti anni dopo, per documentare, oltre che una vittoria simbolica dell’arte sulla censura, anche un’opera significativa per la sua carriera. Fortunato Depero Fortunato Depero, importante rappresentante del Futurismo, nasce a Fondo in Val di Non il 30 marzo 1892 e trasferitosi con la famiglia a Rovereto, frequenta la Scuola Reale Elisabettina dove segue l'indirizzo delle arti applicate. Respinto all’esame di ammissione all'Accademia di Belle Arti di Vienna (1908), inizia a lavorare per un marmista. Occupandosi di lapidi si scopre particolarmente attratto dall'arte scultorea. L'artista in erba si trasferisce a Roma nel dicembre del 1913 dove il clima artistico è decisamente Decadentista ma dove sono vive le avanguardie futuriste; in contatto con Sprovieri, Balla, Cangiullo e Marinetti, partecipa all'Esposizione Libera Futurista Internazionale. Con lo scoppio della prima guerra mondiale mentre l'Italia ancora neutrale, nel marzo del 1915 partecipa con Giacomo Balla alla pubblicazione della "Ricostruzione Futurista dell’Universo", manifesto che apre una nuova stagione del Futurismo, proponendo una fusione delle diverse arti e un maggior coinvolgimento dell’arte nella vita, associandola in particolar modo ai temi della violenza. Dopo la guerra, Fortunato Depero partecipa a varie mostre, anche a quella di Milano, dove Martinetti cerca di riunire e rilanciare i Futuristi del dopo guerra. Descrizione: Nel dipinto di Fortunato Depero si colgono forme metalliche e spigolose. Inoltre la composizione al centro dell’opera sembra composta da lamine che si curvano e si assemblano formando una forma che si protende verso destra.Con maggiore attenzione nella forma centrale è possibile ravvisare le figure di un cavallo e del fantino che procedono in velocità da sinistra a destra. Infatti il titolo si riferisce proprio al richiamo dell’animale che viene materializzato nella strana forma. Lo stile: Fortunato Depero dipinse Nitrito in velocità con colori ad olio su un cartone di 44 x 63,5 cm. Il colore: Il colore del dipinto è limitato al chiaroscuro che si forma nella forma dal bianco al nero passando attraverso sfumature di grigio. Lo spazio: Lo spazio del dipinto è astratto sebbene le forme volumetriche suggeriscano una certa tridimensionalità. Infatti se interpretata nella sua essenza astratta la forma sembra protendersi e contorcersi nello spazio. Invece se interpretata come una semplificata immagine del cavallo in corsa si può cogliere l’articolazione di uno sfondo dietro l’animale. In ogni caso la profondità dell’immagine è sacrificata. Lo spazio dell’opera si contrae tutto sul primo piano e acquista importanza la composizione della superficie bidimensionale. Depero si dedicò anche alla realizzazione di molte locandine pubblicitarie del tempo, tra cui:
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