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ppt sul Neorealismo - autori e correnti letterarie, Slide di Italiano

ppt sul Neorealismo - autori e correnti letterarie: • Elio Vittorini • Cesare Pavese • Italo Calvino • Primo Levi • Beppe Fenoglio • Il romanzo del 900 • Leonardo Sciascia • Elsa Morante • Menzogna e sortilego • l’isola di Arturo • La storia • Aracoeli • Giosuè Carducci • Giovanni Pascoli • Il lampo

Tipologia: Slide

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Scarica ppt sul Neorealismo - autori e correnti letterarie e più Slide in PDF di Italiano solo su Docsity! Postiglione Martina 5F • Romanzo neorealista Negli anni 20, successivamente al secondo dopoguerra del 900, in campo culturale e letterario, si ebbe l'esigenza di dare al paese una cultura e letteratura nuove, di un letterato che manifesti il suo impegno sulla realtà e sulla ideologia politica (prevalentemente di sinistra). Nacque così il Neorealismo, che si presentò come reazione alla passività che gli intellettuali italiani avevano dimostrato durante gli anni del fascismo, i quali non erano stati in grado di denunciare gli orrori del regime. Inoltre il Neorealismo rappresentò il punto di rottura rispetto al passato con l'obiettivo di documentare una nuova realtà. Si sviluppa in campo letterario con Vittorini, Pavese e Calvino, e in campo cinematografico con De Sica e Rossellini. Caratteristiche principali del neorealismo: - influenza della ideologia di sinistra ; - impegno civile e morale; - diverso approccio alla realtà; - rinnovamento dell'intellettuale nella società; - riflessione sull’ intellettuale e il suo ruolo ; - abbandono della psicologia . • Romanzo neorealista È stato uno dei maggiori esponenti della cultura del dopoguerra, non solo scrittore ma anche intellettuale. Anche lui lavorava alla casa Einaudi, partecipando alla resistenza. Secondo lui la realtà è un labirinto , ossia un qualcosa di complesso all'interno del quale è difficile orientarsi. Inoltre per lui l'uomo moderno non deve evitarla, perché rappresenta la sua realtà, ma bensì deve entrarci e sfidarne la complessità cercando di comprenderla. Nasce nel 1923 a Cuba, per poi all'età di tre anni tornare in Italia insieme alla famiglia. Nel 1944 partecipa alla guerra partigiana, la quale esperienza lascerà un segno all'interno delle sue opere. Nel 1947 pubblica il suo primo romanzo «il sentiero dei nidi di ragno», che ha come tema la resistenza vista attraverso gli occhi di un bambino di nome Pin, un orfano che verrà accolto all'interno di una banda di partigiani. Il romanzo non verrà definito neorealista, perché la realtà viene trasfigurata dagli occhi del protagonista che dona al racconto un alone fiabesco. Inoltre metterà in luce gli aspetti dell'uomo moderno all'interno delle sue opere, scrivendo sempre sotto una chiave fantastica. • Romanzo neorealista Fu un chimico ebreo Nasce a Torino nel 1919, per poi morire suicida. Venne deportato durante la seconda guerra mondiale all'interno dei campi di concentramento l'opera più importante fu «se questo è un uomo», pubblicata nel 1947, all'interno del quale viene descritto il grandissimo senso di umanità e di altezza morale dell'autore e documenta le violenze naziste. Successivamente alla pubblicazione, all'interno di un'intervista, rivela di essere disposto a perdonare e di non provare rancore nei confronti dei nazisti, a costo che si eviti il ripetersi di tali e tanti orrori. nel 1963 pubblica il suo secondo libro «la tregua», all'interno del quale racconta il suo ritorno a casa dopo la liberazione, Denominato così anche perché dopo il suo ritorno capisce che sia stato un momento di tregua fra gli orrori del lager e la difficoltà di reincarnarsi nella vita quotidiana. Ormai non può più credere in un uomo diverso e rifletterà sul suo grande senso di colpa sul perché sia toccato a lui salvarsi, tanto da spingerlo alla morte. • Romanzo neorealista Nasce nella capitale delle Langhe, ad Alba il 1 Marzo 1922. Partecipa anche lui alla resistenza e fu stimolato dalla sua città di origine e le zone circostanti nel corso della sua vita, le zone all'interno delle quali riusciva a ritrovare se stesso e a conoscere il mondo. Nel dopoguerra cominciò la sua carriera letteraria, anche se non in modo semplice a causa dei rifiuti di pubblicazione da parte della casa editrice Einaudi. Successivamente fu accettata da quest'ultima e riuscì a pubblicare una raccolta di racconti di nome «i ventitre giorni della città di Alba». Inoltre l'autore soffriva di condizioni fisiche assai precarie per asma bronchiale, e dopo varie visite la malattia si aggrava e viene ricoverato in ospedale, la quale diagnosi non lascia speranze. Muore a Torino la notte tra il 17 e il 18 Febbraio 1963. • Romanzo del 900 L’impostazione della scrittura di Sciascia è quella del romanzo-saggio filosofico di origine settecentesca. Il nuovo tipo di romanzo giallo, come il poliziesco viene usato dall’autore per comunicare con una platea più ampia possibile e ne sfrutta le tecniche narrative per tenere incantato il lettore. Inoltre, i polizieschi di Sciascia non si risolvono mai con la punizione del colpevole che, in un modo o nell'altro, riesce sempre a sottrarsi alla giustizia: viene evidenziata la sfiducia dell'autore verso il sistema della giustizia. Nel “Giorno della civetta” il capitano Bellodi, proveniente dal Nord Italia, riesce a risolvere il caso dimostrando come il duplice omicidio su cui indaga sia stato fatto dalla mafia; le sue indagini vengono però insabbiate. Nei due romanzi successivi gli investigatori finiscono uccisi, e i romanzi stessi si possono leggere in chiave politica sotto forma di critica. Si indaga su una serie di omicidi di giudici, ma il vero colpevole finisce per essere lo stesso apparato di potere politico-giudiziario dello Stato. In “Todo modo” (1974), la progressiva corrosione dall'interno delle regole del genere arriva al culmine. Per Sciascia il lavoro dell'investigatore nel romanzo poliziesco rappresenta la sfida dell'intelligenza, della giustizia e del coraggio alla violenza che non può essere però vinta in un Paese come l'Italia. Preso da un radicale pessimismo, Sciascia vede il male e la corruzione talmente radicati all'interno della società da essere inestirpabili. • Romanzo del 900 Nata a Roma nel 1912, nel 1941 sposa Moravia, nonché scrittore celebre da cui poi si separerà nel 1962. Si affermerà grazie alla pubblicazione dei romanzi “Menzogna e sortilegio” (1948) e “L’isola di Arturo” (1957). Verso gli anni 60 collabora con Pasolini, con cui lega una profonda amicizia e pubblica l'opera in versi “il mondo salvato dai ragazzini” del 1968. La maggior parte della produzione narrativa era caratterizzata dai racconti raccolti nel “Gioco segreto” (1941) e le fiabe delle “Bellissime avventure di Caterì dalla trecciolina”, e ciò le permise di padroneggiare perfettamente le strutture della letteratura di genere e del romanzo d'appendice, per poi elaborare una personale versatilità linguistica. Grazie alla sua ricchezza lessicale e sintattica, la scrittrice riesce a impostare una chiave linguistica diversa per ogni romanzo, mantenendo sempre lo stesso stile. • Romanzo del 900 In un’ambientazione che ricorda la Sicilia al passaggio tra 800 e 900 vengono raccontate le disavventure sentimentali della famiglia da cui discende Elisa, giovane donna che vive reclusa in compagnia di un gatto e dei libri, e in cui tutti i personaggi del romanzo inseguono illusioni d'amore, nobiltà e ricchezza e che finiscono sempre per svanire tragicamente e ognuno inerme di fronte alla propria miseria. La storia rappresenta l'unione tra il romanzo cavalleresco e il romanzo familiare. La narratrice Elisa racconta la storia dei suoi genitori e dei suoi nonni. La madre Anna amerà per tutta la vita il cugino Edoardo, anche dopo aver sposato per necessità un altro uomo di nome Francesco. Dopo aver scoperto la morte di Edoardo, la madre cade in delirio. Alla fine, sia Anna che il marito muoiono ed Elisa va a vivere da Rosaria una ex- prostituta innamorata di Francesco che si prenderà cura della bambina. • Romanzo del 900 Le cause delle disgrazie di Ida non sono riconducibili alle dinamiche storiche, ma a un male del destino sovrumano. L'ultimo romanzo di Morante, ”Aracoeli” del 1982, rappresenta un'opera cupa e pessimista scritta durante la malattia. Infatti il tema centrale del libro è il deperimento fisico del corpo malato, che andava a rappresentare la degradazione morale del mondo. Il protagonista Vittorio Emanuele, detto Manuele, è un quarantenne omosessuale insoddisfatto della sua vita è tormentato dal ricordo della madre Aracoeli. Per liberarsi dalla sua influenza Manuele si mette in viaggio verso il paese d'origine della madre, uno sperduto villaggio dell'Andalusia. Ciò rappresenta l'occasione per ripercorrere la vita della donna e per comprendere il significato di alcuni avvenimenti a lui oscuri: la natura della malattia che ha colpito la madre e che l’ha spinta alla prostituzione e a una morte precoce. • Tra Verismo e Classicismo Giosuè Carducci nasce il 27 luglio 1837 a Valdicastello, presso Versilia. I luoghi dove passerà la sua giovinezza, tra la Versilia e la Maremma, avranno un ruolo fondamentale nella sua poesia, come paesaggi della memoria e dell'anima. - Nel 1856, dopo la sua laurea in filosofia e filologia, ottiene il ruolo di insegnamento e lo stesso anno fonda con alcuni amici l’associazione degli “Amici pedanti”, che si impegna a difendere la tradizione italiana contro le mode straniere e il sentimentalismo tardoromantico; - In questi anni la sua poesia richiama le imprese dei patrioti che lottano per l'unità nazionale; - Nel 1857 pubblica la prima raccolta di “Rime”; - A causa della delusione da parte della classe politica mediocre e corrotta, si avvicina agli ideali mazziniani e, scrive i “versi politici”; - Si immergerà nella lotta politica e verrà sospeso per più di due mesi dall'insegnamento e dallo stipendio; - 1870, anno dei lutti familiari; - Nel 1877 pubblica le “Odi barbare”, una poesia nuova e aristocratica che si rivolgeva a un pubblico colto; - Nel 1887 pubblica le “Rime nuove”; - Muore a Bologna nel 1907. • Tra Verismo e Classicismo La poesia di Carducci è caratterizzata dal rifiuto del presente, meschino e indegno delle premesse poste dal passato, come durante il Risorgimento, che era animato dai valori eroici, e succeduto da un presente fatto di compromessi politici e corruzione dopo i sacrifici per chi aveva lottato per l'indipendenza. La poesia carducciana, in merito al classicismo, non si limita a riproporre l’antico, ma ambisce a tradurlo nelle forme e nella lingua moderna, secondo il principio per cui non si può innovare se non rinnovando. Carducci unisce sia la poesia greco-romana, sia il classicismo rivoluzionario, attraverso il quale esprimere al meglio sentimenti ed emozioni, ma anche l’impegno politico ed ideologico dell’età post-unitaria. • Ultimi decenni 800 Pascoli è anche un saggista: scrive “Il fanciullino”, che appare per la prima volta sulla rivista “il marzocco” nel 1897, con il titolo di “pensieri sull’arte poetica” ma poi cambiato e pubblicato nel 1903 con il titolo a noi noto oggi. È un saggio diviso in 20 paragrafi, in cui vi è una riflessione poetica ed esistenziale, dove il fanciullino è quello che vive in ognuno di noi, che nell’età infantile è più percepibile ma che tendiamo a nascondere e trascurare in età adulta. Tramite il fanciullino non vi è una invenzione della poetica, ma bensì la si scopre grazie al suo sguardo puro e meravigliato, che l’uomo adulto tende a perdere. Il fanciullino lo si può percepire tramite la vicinanza di fratellanza tra le persone. Il linguaggio con cui scrive è molto semplice: Il suo uditorio ideale era quello fatto da bambini. Inoltre mescola senza alcuna difficoltà registri linguistici e codici diversi, e vi è la presenza dell’onomatopea, la sinestesia e analogia. I temi che tratta maggiormente sono: la morte, il nido familiare e la sua morbosità, l’abbandono, il ricordo, la memoria della visione di campagna e il bambino, ossia il lato infantile in ognuno di noi. • Ultimi decenni 800 Questa ballata compare per la prima volta nella terza edizione di «Myricae» (1894), nella sezione «Tristezze» (IX). È un’immagine folgorante che dà avvio ad una similitudine tragica: un lampo squarcia la notte e mostra la terra sconvolta e il cielo pronto a liquefarsi in un temporale. Per un attimo appare anche una casa, un simbolo di riparo, di sicurezza, che però viene escluso dal buio finale. È una similitudine, perché il lampo non è solo quello del temporale, ma lo sparo che ha ucciso il padre di Pascoli. Nell’atmosfera, dopo quello sparo, mentre il corpo cade (evocato dall’espressione «tacito tumulto», nell’istante in cui si dice che la vita scorra davanti agli occhi di chi sta per morire) quella casa appare e scompare in un lampo – che è anche un sinonimo per dire “istante”.
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