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PRAGMATICA COGNITIVA DI BARA, Appunti di Psicologia della Comunicazione

Riassunto delle teorie sulla comunicazione e, in particolare, la pragmatica

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 27/05/2020

francesca-profico-1
francesca-profico-1 🇮🇹

3.5

(6)

5 documenti

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Scarica PRAGMATICA COGNITIVA DI BARA e più Appunti in PDF di Psicologia della Comunicazione solo su Docsity! PRAGMATICA COGNITIVA-BARA CAP 1: UNA TASSONOMIA DELLA COMUNICAZIONE la comunicazione è un'attività sociale, che ha bisogno di più agenti per realizzarsi. per comunicazione si intendono tutte le azioni quali linguaggio, scrittura disegno, di cui ci serviamo per trasmettere un messaggio, purchè sia chiaro che sono state compiute in modo tale che il nostro interlocutore abbia colto la natura intenzionalmente comunicativa. Per PRAGMATICA COGNITIVA si intende lo studio degli stati mentali delle persone coinvolte in un'attività comunicativa, e fa riferimento a concetti come le motivazioni, obiettivi, desideri e intenzioni individuali. Assunti principali della teoria presentata da bara: --qualunque attività potenzialmente comunicativa, in mancanza di un partner, rimane un'azione privata. --il significato globale dell azione comunicativa viene concordato tra i partecipanti: deve esserci una rappresentazione mentale condivisa di quello che sta accadendo -->è quello che viene definito gioco comportamentale (ovvero il senso che entrambi gli agenti stanno dando alla sequenza di interazioni) --tutti gli agenti devono esplicitare la propria intenzione di partecipare all'interazione. non è possibile che A comunichi qualcosa a B senza averne intenzione (se B inferisce autonomamente quello che A vuole comunicare si parla di estrazione di informazione). Si può parlare di INTERAZIONE SOCIALE, ogni volta che due agenti entrano in reciproco scambio, tale da permettere che l una venga influenzata dall altra. Ci può essere comunanza spaziale e temporale, spaziale ma non temporale, temporale ma non spaziale. Modalità di interazione: 1. ESTRAZIONE DI INFORMAZIONI (quella filogeneticamente più antica). Per spiegarla, Bara riprende due esempi, dall'etologia e dalla teoria matematica della comunicazione:  ETOLOGIA: in quest ambito si fa una distinzione tra --INDICATORE: è un attributo posseduto da un individuo che questo esibisce e da cui gli altri animali possono inferire qualcosa (corna del cervo) --SEGNO: un parametro, separato dall organismo stesso, da lui prodotto ma senza intenzione comunicativa (tracce dell elefante). [nel'uomo il concetto di segno è ambiguo, dal momento che qualunque segno può essere comunicativo purchè lasciato intenzionalmente] --SEGNALE: atto comunicativo che l individuo rivolge ad altri animali, comporta sempre un costo per ciascun emissione e può essere sia intrinseco che separato dall individuo (danza di corteggiamento di 2 aironi)  TEORIA MATEMATICA DELLA COMUNICAZIONE: prevede un concetto quantitativo della comunicazione, basato sulla quantità di informazione contenuta nel messaggio [LIMITI E CRITICHE]. Bateson la applica alle scienze umane ritenendo che qualunque modello di comunicazione deve potersi applicare a sistemi viventi e non viventi. Per poter fare ciò ha dovuto eliminare la componente della comunicazione che più caratterizza la comunicazione umana, ovvero l'intenzionalità. Amplia il concetto di comunicazione ostensiva (con cui si intende il fatto che il significato di un termine può essere chiarito con mezzi extralinguistici) fino a renderlo equivalente a quello di comun. non intenzionale (che rientra quindi nella categoria generale di comunicazione). Secondo Bara, l'unione di comun. intenzionale e non intenzionale permette di parlare di comunicazione anche quando sarebbe improprio farlo (quando di fatto si tratta di un'estrazione di informazione): il rischio di questo approccio è quello di complicare in maniera estrema i processi dialogici tra due agenti, dal momento che un enunciato qualsiasi di A, anche un distratto silenzio, potrebbe essere inteso da B come un messaggio affettuoso, o adirato o altro, senza che A possa in alcun modo controllare questo processo. Bara conclude quindi che si dovrebbe parlare di comunicazione quando c'è una reciproca intenzionalità e di estrazione di informazione quando uno degli agenti non ha quest'intenzionalità (QUELLO CHE GRICE DEFINISCE SEGNALE NATURALE, CHE SI PUÒ INFERIRE DAGLI EVENTI DEL MONDO). 2. COSTRUZIONE COMUNE DI SIGNIFICATO: l'attività comunicativa vede impegnati insieme , e nella stessa misura, tutti gli agenti attivi nell interazione, indipendentemente dal ruolo che ricoprono di volta in volta. Essi costruiscono insieme il senso di quello che stanno facendo, il che comprende sia il contenuto specifico della comunicazione, sia la relazione all interno della quale la comunicazione si inscrive. è necessario, per gli agenti, misurare l efficacia dell'interazione comunicativa, costruendo insieme un'interpretazione accettabile dei reciproci atti comunicativi. Per spiegare il concetto di comunicazione come costruzione comune di significato Bara parte dalla nozione data da Grice come composta di significato e intenzioni: A sta cercando di comunicare che q a B se, attraverso un dato comportamento riesce ad indurre in B la credenza che q e la consapevolezza della sua stessa intenzione di comunicarglielo. Nella comunicazione umana, gli aspetti linguistici si mescolano continuamente con quelli extralinguistici e paralinguistici, modulandosi a vicenda per raggiungere l effetto desiderato. Un concetto che permette di unificare questi diversi aspetti della comunicazione è quello di ATTO COMUNICATIVO, con cui si intende qualunque azione intesa come comunicativa dall attore e riconosciuta come tale dal partner. [PER ASPETTI PARALINGUISTICI SI INTENDONO GLI ASPETTI CHE MODIFICANO IL SIGNIFICATO IN MODO TIPICAMENTE EMOZIONALE IN MANIERA CONGRUENTE ALL INTERAZIONE. SI TRATTA DI STRUTTURE PARASSITE, PRIVE DI AUTONOMIA MA CHE SONO UTILI PER MIGLIORARE L EFFICACIA DEGLI ATTI COMUNICATIVI. LA PIÙ IMPORTANTE È LA PROSODIA]. [concetti di permanenza e impermanenza- principio di pertinenza] Quando si parla di comunicazione è indispensabile porre una distinzione tra le due principali modalità: --DISTINZIONE CLASSICA BASATA SULL'INPUT : distingue il linguaggio verbale dal non verbale [limiti e critiche] --BARA E TIRASSA: DISTINZIONE BASATA SUL MODO DI ELABORARE I DATI. secondo questa teoria la comunicazione è un processo, quindi comunicare in una o nell altra modalità significa applicare allo stesso input due differenti modalità di elaborazione dei dati, non necessariamente escludentesi.  comunicazione linguistica: consiste in un SISTEMA DI SIMBOLI-->il linguaggio COMPOSIZIONALE, ovvero scomponibile in costituenti significativi autonomi, cioè le parole.  DICHIARAZIONI (battezzo, dichiaro, ..) lo stato di cose espresso si realizza attraverso l enunciazione fatta, purchè sussistano le condizioni di felicità. La direzione di adattamento va in entrambe le direzioni, dal momento che la felice esecuzione di uno di questi atti produce la corrispondenza tra contenuto proposizionale e realtà. Il ponte tra linguaggio e comunicazione è costituito dal concetto di IMPLICATURA CONVERSAZIONALE-->per comprenderlo bisogna fare riferimento alle norme che regolano le interazioni sociali e conversazionali. --Grice: nel linguaggio quotidiano ci sono alcuni contenuti che vengono trasmessi attraverso le parole, ma non in maniera diretta , cioè non discendono dal significato stesso delle parole, piuttosto vengono implicati da ciò che viene detto. In uno scambio di battute, a volte le risposte possono essere non letterali, ma devono essere inferite. Per spiegare quali siano le norme che regolano queste inferenze Grice propone il PRINCIPIO DI COOPERAZIONE (DAI IL TUO CONTRIBUTO ALLA CONVERSAZIONE COSÌ COME È RICHIESTO, AL MOMENTO OPPORTUNO, DAGLI SCOPI E DALL ORIENTAMENTO COMUNE DEL DISCORSO IN CUI SEI IMPEGNATO). Da questo principio si ricavano 4 massime --Di Quantità --Di Qualità --Di Relazione --Di Modo Lo scopo delle massime è di fornire i criteri a cui ci si ispira per effettuare la catena inferenziale che, a partire dall'enunciato del parlante, giunga fino alla comprensione dell ascoltatore. La violazione delle massime dà luogo a diversi casi:  errore: violazione non intenzionale (manca l intenzione del parlante di comunicare qualcosa di fuorviante) che può essere colta dall ascoltatore oppure no  inganno: violazione volontaria ma non comunicativa (il parlante cerca di far fare inferenze scorrette all ascoltatore, senza che l ascoltatore si accorga dell inganno). --Menzogna-->violazione massima qualità --Omissioni--> violazione massima quantità --Sviare il discorso--> violazione massima relazione Può capitare che l ingannato si accorga dell inganno: in quel caso può smascherare l inganno o effettuare un controinganno  sfruttamento: violazione volontaria e comunicativa (A vuole che B si accorga della violazione della massima e faccia delle inferenza a partire da questa consapevolezza). --Tautologia--> violazione massima quantità -- Ironia e Metafora--> violazione massima qualità Oltre alle implicature, un secondo tipo di inferenza pragmatica che viene utilizzato nella conversazione è costituito dalle PRESUPPOSIZIONI (il parlante dà per scontata una verità e assume che l ascoltatore riconosca che la sta dando per scontata); stabiliscono le condizioni logiche che permettono all enunciato di sussistere. Secondo Habermas gli atti linguistici si basano su 4 presupposizioni consensuali che definiscono le AFFERMAZIONI DI VALIDITà--> proferendo un atto linguistico, un parlante sta affermando che:  il suo contributo è vero  il suo contributo è comprensibile  la sua espressione di intenzione è vera  il suo enunciato è corretto o appropriato in base al contesto normativo. CAP 2: STRUMENTI PER COMUNICARE PRINCIPI GENERALI DELLA COMUNICAZIONE 1. COOPERAZIONE--> il significato di ciascun atto comunicativo è concordato tra gli agenti Non c'è nulla che possiamo considerate un messaggio fin dall'inizio, indipendentemente dall'attività di colui che lo riceve; ciascun interazione comunicativa è un'attività a iniziativa alternata di cui entrambi i partecipanti sono responsabili. In quest ottica, successi e fallimenti vanno equamente distribuiti tra i partecipanti, dato che il significato è opera collettiva. Grice ha individuato casi estremi di successo e fallimento: --c'è successo quando l'ascoltatore capisce il desiderio del parlante e vi si adegua --c'è fallimento quando l'ascoltatore non capisce oppure capisce ma non si adegua alle richieste Questa suddivisione non tiene però conto di altre possibilità intermedie, che si possono analizzare scomponendo la cooperazione in CONVERSAZIONALE e COMPORTAMENTALE. 2. ATTENZIONE COMUNE-->perchè ci sia una comunicazione è indispensabile che tutti i partecipanti vi prestino consapevolmente attenzione Ci si deve continuamente confermare della condivisione del fatto stesso che si interagisce. Il concetto di condizione di contatto indica che il requisito iniziale per avviare una comunicazione consiste nell'aver stabilito un accordo sul fatto che si sta prestando attenzione a quello che succede tra gli agenti (sguardo come mezzo principale). Una volta che le condizioni di contatto sono stabilite, la comunicazione può procedere: entrambi gli interlocutori sanno che da questo momento tutto ciò che succede dovrà essere considerato come conoscenza condivisa. N.B. L'attenzione costituisce solo uno degli stati mentali della comunicazione. é bene chiarire anche gli altri. --CREDENZA che può essere distinta in  credenza individuale: gli agenti credono una certa cosa, o credono che l interlocutore creda una certa cosa, ma in modo totalmente autonomo gli uni dagli altri  credenza comune (o mutua): quando in un determinato contesto tutti gli agenti hanno la stessa credenza individuale; è una credenza individuale che è diffusa in un gruppo più o meno ampio di persone. Clark parla di terreno comune per identificare la somma di conoscenza , credenze e supposizioni che due persone hanno in comune. Schiffer la definisce come una sequenza potenzialmente infinita di credenze individuali una incassata nell altra-->secondo Clark quest incassamento non è plausibile perchè l'interlocutore dovrebbe impegnarsi in una sequenza troppo lunga e complessa di inferenze.  credenza condivisa: per comunicare, alla credenza comune bisogna aggiungere la consapevolezza che tale credenza sia condivisa anche dagli altri agenti. é la credenza non solo comune agli agenti, ma del cui essere comune siano tutti consapevoli (è soggettiva). Airenti, Bara e Colombetti concepiscono sia la credenza che la credenza condivisa come due primitive correlate (partono dalla facilità con cui gli esseri umani fin da piccoli gestiscono le info condivise, che esclude la necessità di compiere difficili inferenze). --CONOSCENZA E COSCIENZA: due concetti correlati, che la scienza cognitiva concepisce come parti di un processo--> rendere conscia una conoscenza che prima era inconscia implica la modificazione del contenuto conoscitivo, forzando entro determinati schemi interpretativi qualcosa che prima era rappresentato in un modo diverso. La conoscenza può essere suddivisa in  esplicita: è una teoria del mondo, un insieme di entità concettuali circa le classi di oggetti, le relazioni, i processi e le regole ufficiali. Rappresenta ciò che una persona sa di sapere, è conoscenza consapevole, esprimibile verbalmente e su cui si può riflettere. è trasparente  tacita: conoscenza che un sistema possiede e che gli permette di agire nel mondo, pur non essendo rappresentata in modo esplicito. è costituita da procedure opache, modi di agire che scattano automaticamente senza bisogno di controllo o attenzione. Parte di questa conoscenza corrisponde a quella che Searle definisce come capacità di sfondo, che permette al sistema di agire senza bisogno di rappresentare tutte le assunzioni che sottostanno al suo essere nel mondo. 3. INTENZIONALITÀ COMUNICATIVA--> è l'intenzione di comunicare qualcosa, più l'intenzione che la stessa intenzione venga riconosciuta dal partner. N.B. Prima di parlare di intenzionalità comunicativa è bene chiarire due significati fondamentali del concetto di intenzionalità: --"aboutness": riguarda la direzionalità dell'intenzione, il fatto che si riferisca sempre a qualcosa --"deliberazione": un'azione caratterizzata da intenzionalità è voluta, deliberata, decisa e perseguita (non è sempre presente). [CONCETTI DI INTENZIONE STABILE E INTENZIONE IN AZIONE] Tornando all intenzionalità comunicativa, vediamo come si applica alle azioni comunicative la relazione tra intenzionalità e coscienza. Si possono generare diversi tipi di atti:  atto comunicativo intenzionale, deliberato e conscio: si intende la comunicazione vera e propria. Dal momento che A vuole che B riconosca la sua intenzione di comunicargli qualcosa, non è possibile che A non sia consapevole della propria intenzione  atto comunicativo intenzionale, NON deliberato e conscio : quando una persona parla è consapevole di quello che sta dicendo, ma non struttura le frasi in anticipo-->si tratta di intenzioni comunicative consapevoli, dirette, ma non deliberate. [EFFETTI INTESI APERTAMENTE E NON APERTAMENTE].  atto comunicativo intenzionale, deliberato e NON conscio : NON ESISTE! se uno stato mentale è dotato di intenzionalità comunicativa non può essere inconscio.  atto comunicativo intenzionale, NON deliberato e NON conscio : è il caso dei lapsus (una persona è consapevole di ciò che ha detto, ma non intendeva pienamente comunicare quella cosa) o degli elementi paralinguistici (un agente impegnato in una conversazione riconosciuto è condiviso con A. In questa fase le regole codificano il potere espressivo delle principali forze illocutorie letterali (assertive, interrogative e direttive) più un particolare tipo di atto espressivo che è quello rappresentato dall'enunciato del gioco (enunciato la cui illocuzione è completamente definita dall'appartenenza ad un gioco comportamentale). 2. SIGNIFICATO INTESO DAL PARLANTE: B ricostruisce le intenzioni comunicative di A. Questo processo avviene attraverso 4 passaggi fondamentali: --1. tutte le inferenza sono effettuate all interno dello spazio delle credenze condivise --2. il punto di partenza è il significato letterale riconosciuto --3. il risultato del processo è il riconoscimento delle intenzioni comunicative del parlante --4. è necessario comprendere il gioco comportamentale a cui A si riferisce per comprendere il contenuto comunicativo del suo enunciato. Per delimitare l'insieme delle intenzioni comunicative si può assumere una posizione massimale (ogni inferenza tratta dal partner sulla base della conoscenza condivisa deve essere riconosciuta come apertamente intesa dall'attore-->IMPROPONIBILE PERCHÉ TROPPO VASTA) o una minimale (solo il significato letterale è effettivamente comunicato; ogni inferenza derivata da questa è da considerarsi privata da parte dell'ascoltatore e non apertamente intesa dall'attore). Tra i compiti di questa seconda fase rientra anche quello di attribuire un significato nel caso di atti illocutori indiretti (atti in cui il significato viene trasmesso in modo indiretto, attraverso l espressione di un altro atto)-->il parlante esegue un atto illocutorio primario, pronunciandone un altro secondario, letterale; il partner li comprende entrambi. Il problema che sorge con questi atti è come fanno gli interlocutori a comprendersi; teorie: ---Sadock: gli atti illocutori indiretti costituiscono delle espressioni idiomatiche che equivalgono semanticamente ad atti diretti, appresi e utilizzati come tali all interno di un determinato linguaggio [CRITICHE]. --Searle: gli atti illocutori indiretti vengono risolti per inferenza: l'ascoltatore effettua una catene di inferenze che lo portano a ritrovare lo scopo primario del parlante, partendo dalla lettera dell enunciato [CRITIHE]. --Gazdar: gli atti illocutori indiretti vengono risolti tramite l analisi del contesto: si nega che le frasi abbiano una forza letterale indipendente dal contesto (che permette all ascoltatore di arrivare a quello che il parlante voleva dire). [LIMITI] --Gibbs: suddivide gli atti linguistici in convenzionali (il contesto permette all ascoltatore di comprendere immediatamente il significato inteso dal parlante) e non convenzionali (è necessario per l ascoltatore effettuare una serie di inferenze per cogliere il significato inteso dal parlante). --Bara: nell'ottica della pragmatica cognitiva il punto chiave per il partner è quello di riconoscere l'apertura comportamentale, al di là di come viene espressa. Una volta identificato il gioco comportamentale a cui l'enunciato dell attore fa riferimento, non fa differenza distinguere tra atti linguistici diretti o indiretti. Piuttosto la distinzione dovrebbe essere basata sul grado di complessità della catena che collega l'atto espressivo al gioco comportamentale. Posta su questo piano, la distinzione che bisogna fare è tra atti indiretti semplici (rimandano direttamente al gioco di cui l enunciato rappresenta una mossa) e complessi (richiedono una serie di inferenze prima di riuscire ad attribuire ad un atto espressivo il valore di mossa di un determinato gioco). Quindi, il significato letterale è sempre necessario come punto di partenza ma non è mai sufficiente per la ricostruzione del significato, che avviene attraverso l'identificazione di un gioco comportamentale valido. 3. EFFETTO COMUNICATIVO: è l'insieme di tutti gli stati mentali acquisiti o modificati in seguito alle intenzioni comunicative espresse dall attore; si basa sulla conoscenza privata; ha come input l'insieme delle intenzioni comunicative che il partner attribuisce all'attore e come output l'insieme degli stati mentali posseduti dal partner collegati ai tipo di intenzioni comunicative dell attore. Si costituisce di 2 fasi: --Attribuzione: il partner inferisce gli stati mentali dell attore --Aggiustamento: gli stati mentali del partner relativi al dominio del discorso possono essere modificati in seguito all enunciato dell attore. Questo processo si basa su uno dei tre possibili sottocompiti (intenzione comunicativa di giocare ad un gioco comportamentale; intenzione comunicativa che il partner esegua un'azione; intenzione comunicativa che il partner condivida una credenza--> in quest ultimo caso entrano in gioco l'affidabilità della fonte [sincerità e attendibilità] e l'evidenza a favore) [...] 4. REAZIONE: B produce le intenzioni comunicative che comunicherà nella risposta. queste intenzioni risultano dall integrazione tra l effetto comunicativo e i giochi comportamentali che il partner desidera giocare con l attore 5. RISPOSTA: B realizza concretamente una risposta comunicativa. Ha in input le intenzioni comunicative prodotte dalla fase di reazione. é costituita da due processi dei quali uno pianifica le espressioni di alcuni stati mentali in funzione delle intenzioni comunicative e l altro che realizza tali espressioni di stati mentali attraverso un canale linguistico o extralinguistico [MOTIVAZIONE] CAP 5: COMUNICAZIONE NON STANDARD Le 5 fasi individuate fin ora servono per la generazione e la comprensione di atti comunicativi standard, dove cioè valgono le regole di default. Esistono però anche degli altri tipi di atti comunicativi, definiti NON STANDARD, che non potendo utilizzare regole per default, utilizzano inferenze di tipo classico. Sono classificabili in 4 categorie e ognuna di esse rientra in uno dei processi si comprensione elencati prima: 1. INTERAZIONE NON ESPRESSIVA (appartiene alla prima fase, di comprensione dell atto espressivo): uso di un enunciato senza che ci sia intenzione di esprimere lo stato mentale associato (es. leggere una frase da un libro). Di norma,in questa fase la regola di default prescrive di attribuire un determinato significato all enunciato dell attore. 2. SFRUTTAMENTO (appartiene alla seconda fase, di comprensione del significato inteso dal parlante): uso particolare di una regola per ottenere un effetto comunicativo diverso da quello normalmente associato a quella regola. Casi più frequenti di sfruttamento sono: --ironia: un enunciato viene considerato come avente un significato diverso da quello letterale. l'ironia blocca la regola di default secondo cui se A esprime una credenza, intende comunicare che quella credenza è condivisa da lui e dal partner. L'idea di Bara è che per comprendere l'ironia sia fondamentale una conoscenza condivisa che permetta agli interlocutori di comprendere che un dato enunciato non deve essere preso alla lettera. All'interno dell'ironia è possibile individuare un'ironia semplice (A genera un enunciato ironico p, che contrasta apertamente con la conoscenza non-p condivisa da A e B) e un'ironia complessa (A genera l'enunciato ironico q che implica p, che contrasta apertamente con la conoscenza non-p condivisa da A e B). --situazioni come-se: quando viene eseguito uno scambio comunicativo anche se c'è una condivisa mancanza di interesse per il contenuto dello scambio stesso. Gli agenti si comportano come se le reciproche intenzioni fossero quelle espresse dall'enunciato, mentre è condiviso che non lo sono. 3. FALLIMENTO: occorre distinguere due tipi di fallimento-->fallimento rispetto alla meta interna all'agente M e il fallimento comunicativo: se la meta M è stata raggiunta non c'è stato alcun tipo di fallimento (neanche comunicativo); se M non è stata raggiunta, o c'è stato un fallimento comunicativo oppure la comunicazione è stata efficace ma ci sono stati impedimenti esterni indipendenti da A e B. Il fallimento comunicativo può essere definito come un tentativo non riuscito da parte di A di produrre un effetto su B; questo tipo di fallimento può avvenire: --a livello del significato letterale (fase 1): trasmissione del messaggio o attribuzione del significato espressivo  incomprensione dell'atto espressivo (B non capisce cosa dice A) a gioco conversazionale inattivo o attivo  fraintendimento dell'atto espressivo (B capisce altro da ciò che ha detto A): legato ad un'errata applicazione di una regola per default, ad un errato blocco della regola o ad una differente utilizzazione della conoscenza --a livello del significato del parlante (fase 2): errata comprensione delle intenzioni comunicative dell attore  incomprensione del significato del parlante (B non capisce l intenzione comunicativa di A pur comprendendo la lettera dell enunciato)  fraintendimento del significato del parlante (B fraintende l'intenzione comunicativa di A): legata ad un'errata applicazione della regola di default, errato blocco o differente utilizzazione di conoscenza. --a livello dell'effetto comunicativo (fase 3): A non riesce a convincere B di qualcosa  errata applicazione di una regola per default  errato blocco di una regola  differente utilizzazione della conoscenza: il partner si rifiuta di giocare dal momento che una delle credenze necessarie per impegnarsi nel gioco non è soddisfatta (gioco non ammesso dalla relazione, condizioni di validità non sussistenti, assunto di incapacità del partner, assunto di incapacità dell'attore, attribuzione di non- attendibilità dell attore, assunto di scorrettezza dell attore, assunto di insincerità dell attore).
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