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Prefazione del Dottor S. da La coscienza di Zeno - Italo Svevo - Prova esame 2009, Prove svolte di Maturità di Italiano

Prova d'esame del 2009 sulla Prefazione del Dottor S. da La coscienza di Zeno di Italo Svevo. Comprensione, analisi del testo e interpretazione con approfondimento della traccia svolta.

Tipologia: Prove svolte di Maturità

2020/2021

In vendita dal 29/03/2021

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4.6

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Scarica Prefazione del Dottor S. da La coscienza di Zeno - Italo Svevo - Prova esame 2009 e più Prove svolte di Maturità in PDF di Italiano solo su Docsity! ESAMI DI STATO 2009 TIPOLOGIA A Italo Svevo, Prefazione, da La coscienza di Zeno, 1923 Edizione: I. Svevo, Romanzi. Parte seconda, Milano 1969, p. 599. 1. Comprensione del testo Dopo una prima lettura, riassumi il contenuto informativo del testo in non più di dieci righe. Il brano proposto è la prefazione del romanzo di Italo Svevo “La coscienza di Zeno” e nell'introduzione viene presentato il caso di Zeno dallo stesso dottore che lo seguiva nel percorso riabilitativo. Zeno infatti (ormai quasi sessantenne) si rivolge ad uno specialista per cercare di smettere di fumare ed il luminare gli assegna un solo compito: deve scrivere un diario, una biografia per rielaborare tutte le vicissitudini di una vita caratterizzata dal malessere personale. Zeno però, abbandonerà la terapia senza giustificazione alcuna e il Dottor S. per ripicca pubblicherà le memorie del suo assistito. Nonostante il comportamento del suo assistito, il Dottor S. sarebbe pronto a dividere il ricavato della pubblicazione della biografia a patto che Zeno riprenda la terapia, proprio per commentare le verità che ha scritto ed illuminare le bugie. 2. Analisi del testo 2.1 Quali personaggi entrano in gioco in questo testo? E con quali ruoli? 2.2 Quali informazioni circa il paziente si desumono dal testo? 2.3 Quale immagine si ricava del Dottor S.? 2.4 Il Dottor S. ha indotto il paziente a scrivere la sua autobiografia. Perché? 2.5 Rifletti sulle diverse denominazioni del romanzo: “novella” (r. 1), “autobiografia” (r. 4), “memorie” (r. 9). 2.6 Esponi le tue osservazioni in un commento personale di sufficiente ampiezza. 2.1 I personaggi presenti nella Prefazione sono il Dottor S., nel ruolo di psicoterapeuta e Zeno Cosini (di cui però nella prefazione non sappiamo ancora il nome) nel ruolo di paziente. 2.2 Dalla prefazione Zeno viene descritto come un vecchio malato, curioso di sé stesso e del suo mondo interiore ma non sempre sincero nella descrizione degli avvenimenti della sua vita o delle sue sensazioni. 2.3 Nella figura del Dottor S. si suggerisce un dottore quasi d'avanguardia, uno psicoterapeuta che preferisce approcciare la psicoanalisi con degli strumenti nuovi (lo stilato della biografia del paziente) talvolta biasimati dai propri colleghi ma comunque convinto che il proprio metodo possa essere funzionante per la tipologia di malato quale è Zeno, un “anziano” malato che attraverso il ricordo può “rinverdire”. Il Dottor S. è perfino vendicativo, presuntuoso, piccato e quasi offeso anche quando promette al suo assistito di dividere i guadagni solo nel caso in cui egli accetti di terminare il percorso psicoterapico. 2.4 Il Dottore dunque induce Zeno a portare a termine una autobiografia per analizzare i propri comportamenti lungo il corso della sua esistenza soprattutto durante i momenti più salienti della sua vita (il matrimonio, la morte delle persone care, il lavoro, il vizio del fumo etc). 2.5 “Novella” come sappiamo è la definizione per descrivere una tipologia di racconti tratti dalla vita quotidiana dei personaggi in cui si colgono i momenti essenziali nei quali le vicende raccontate sono semplici ed auto conclusive. Allo stesso modo l'uso del termine “memorie” e “autobiografia” vengono scelte proprio per rimarcare la natura di queste narrazioni che sono nient'altro che i ricordi di Zeno trascritti in brevi racconti, delle cronache di vita già passata che hanno formato ed influenzato la sua persona e la sua psiche. 2.6 In questo piccolo scorcio si evince subito come la psicoanalisi (una scienza appena nata proprio il quel periodo storico a cui lo stesso Svevo si avvicina per questioni famigliari) viene rappresentata sì come mezzo per comprendere le proprie difficoltà interiori ma viene descritta con un certo distacco: il Dottore viene raffigurato come un uomo molto attaccato alla sua professione, rigido e offeso dall'abbandono ingiustificato del proprio paziente ed assume un atteggiamento a dir poco discutibile pubblicando la biografia del suo assistito, cosciente che causerà un ulteriore disagio a Zeno e alle persone che lo circondano. Nella Prefazione il Dottor S. oltretutto descrive Zeno come un narratore inattendibile: il suo paziente infatti ha scritto non solo verità ma anche numerose bugie. Il diario pertanto non adempirà appieno al suo scopo se Zeno non deciderà di affrontare tutti i ricordi con il Dottore ma anzi, diverrà soltanto il simbolo di una reminiscenza inerme, il monito di una vita dilaniata dal disagio profondo di Zeno, l'eterno immobile inetto, esattamente come il libro delle sue memorie. 3. Interpretazione complessiva ed approfondimenti Proponi una tua interpretazione complessiva del brano e approfondiscila con opportuni collegamenti al romanzo nella sua interezza o ad altri testi di Svevo. In alternativa, prendendo spunto dal testo proposto, delinea alcuni aspetti dei rapporti tra letteratura e psicoanalisi, facendo riferimento ad opere che hai letto e studiato. La letteratura di Italo Svevo si discosta enormemente da tutte le opere finora pubblicate. Col suo stream of consciousness (che si ritrova anche in Joyce, importante scrittore irlandese che diventerà anche suo amico e professore di inglese) riesce ad esprimere al meglio tutti i drammi interiori dell'essere umano tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento. Quando di appresta a scrivere “La coscienza di Zeno”, Svevo è già venuto a contatto con la psicoanalisi: suo cognato, affetto da paranoia, viene preso in cura dallo stesso Sigmund Freud (si specula anche che la S. del Dottor S. sia proprio riferita al nome di Freud) ma la psicoanalisi non aiuta il suo stato d'animo anzi, peggiora la sua condizione e viene dichiarato inguaribile dopo due anni di cure. Ciò lascerà dei segni profondi in Svevo che considererà la psicoanalisi come una scienza inutile e priva di giovamento eppure sarà profondamente presente in tutte le sue opere: l'attenzione al rapporto personaggio-realtà produrrà un vero e proprio studio sull'incapacità nell'affrontare la realtà tale che i suoi personaggi si auto ingannano, si rifugiano nelle loro fantasie per giustificare le proprie inettitudini rendendoli a tutti gli effetti dei vinti, non travolti dalla fiumana del progresso come in Verga, ma oppressi e stritolati dalla loro stessa inerzia. Nonostante la criticità degli argomenti di cui tratta “La coscienza di Zeno”, è un romanzo colmo di autoironia e di circostanze quasi casuali che aiuteranno il protagonista a sopportare tutta la pesantezza della sua inettitudine in una cornice quasi tragi-comica. Grazie alla tecnica di scrittura del flusso di coscienza, il romanzo ha connotazioni atemporali e alogiche tali che anche le considerazioni psicologiche personali di Zeno sono poliedriche e mai univoche: esse sono contaminate dai diversi momenti nel tempo e nello spazio in cui si è mosso il ricordo del protagonista, rendendo sempre più complesso il districamento di una matassa composta dagli stati psichici in cui lo stesso Zeno si perde. Un'altra caratteristica molto peculiare di Zeno è la consapevolezza della sua malattia che lo rende molto più acuto e intuitivo nel mondo che lo circonda. Questa sua perspicacia si evince anche quando descrive la moglie Augusta, una donna semplice e superficiale (tanto che non coglie il mutarsi degli eventi e del tempo), appagata da una vita frivola e banale senza preoccupazione alcuna, nella quale Zeno vede la rappresentazione della “salute personificata”. Zeno dapprima cerca di plasmarsi al fianco della moglie (sa di essere lui quello in difetto, con le incertezze e i dubbi che lo immobilizzano di fronte ad un mondo dinamico e in continuo cambiamento) ma col passare del tempo inizia a chiedersi se invece la malata non sia piuttosto Augusta: attraverso la propria dimensione psicologica interiore più ricca e sfaccettata della moglie, non comprende assolutamente come ella possa vivere in quel modo così vano e leggero. Questa sua ricchezza interiore gli infonde una consapevolezza lucida dei suoi disagi e dei meccanismi di auto-sabotaggio che attua in ogni situazione che la vita gli propone e ne troviamo testimonianza anche nell'ultimo capitolo del romanzo: la società di cui fa parte ha ridotto l'uomo in uno stato di malattia e disagio, una società inquinata dall'uomo stesso che è pronto a far esplodere il suo pianeta portando nell'oblio tutta l'umanità (ricordiamo che Svevo ha solo vissuto la prima
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