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Preparazione esame orale - economia e management d'impresa, Appunti di Economia

Riassunto capitoli libro per esame orale frequentanti

Tipologia: Appunti

2022/2023

Caricato il 02/12/2023

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Scarica Preparazione esame orale - economia e management d'impresa e più Appunti in PDF di Economia solo su Docsity! CAPITOLO 8 – AREA DELLA FINANZA Nell'attuale contesto ambientale ed aziendale caratterizzato da un elevato grado di complessità, la ricerca delle condizioni migliori per il conseguimento del successo nello svolgimento dell'attività d'impresa interessa, il reperimento, il governo e la gestione delle risorse finanziarie. Inoltre, l’attuale modello, caratterizzato da costante difficoltà nel reperimento dei mezzi finanziari necessari all'esercizio dell'impresa, pone particolare enfasi sui meccanismi di funzionamento dell'area finanziaria finalizzati al raggiungimento, mantenimento e presidio dell'equilibrio finanziario monetario dell’impresa. Le problematiche di carattere finanziario rivestono pregnante rilievo ai fini dell'azione di governo dell'impresa. La realizzazione di un modello efficace di capitalismo, inteso quale moderna organizzazione finalizzata alla produzione industriale, ha alla sua base il rapporto fra il sistema finanziario ed il sistema delle imprese. Tale rapporto deve essere interpretato ponendo in particolare enfasi il naturale grado di complementarità dei due sistemi, inefficaci se singolarmente considerati, indispensabili, l'uno per l’altro. L'ultimo ventennio ha registrato un aumento delle difficoltà nei rapporti fra imprese e finanza, ascrivibile in larga misura alla dinamica evolutiva del sistema finanziario caratterizzata da una forte integrazione globale, da un'incessante innovazione di prodotto e dal conseguente ampliamento dell'offerta di strumenti finanziari sempre più sofisticati che hanno comportato uno "scollamento" della finanza dall'economia reale, creando una rischiosità maggiore per il sistema economico nel suo complesso. D'altro canto è pur vero che all'evoluzione della finanza si deve il merito di aver consentito l'affermazione, il consolidamento e la diffusione fra gli operatori economici della cultura del rischio quale criterio guida per le attività economiche e sociali. Da ciò è derivata l'adozione di regole tese ad incentivare il corretto ed efficace funzionamento complessivo del sistema finanziario, ponendo crescente attenzione alla tutela dei risparmiatori e ai rapporti con gli operatori ai quali trasferire risorse finanziarie, fra i quali le imprese. Sistema finanziario: - la regolazione degli scambi - l’accumulazione del risparmio e il finanziamento degli investimenti mediante la veicolazione di risorse finanziarie dalle unità in surplus alle unità in deficit, sulla base del ponte rischio-rendimento - la gestione dei rischi Componenti del sistema finanziario: - organo di governo, articolato e complesso, formato da un insieme di istituzioni ed organizzazioni operanti a vari livelli A livello internazionale, l'attività del sistema finanziario è disciplinata dall'azione di organismi, quali: - il Forum per la Stabilità Finanziaria; - il Comitato di Basilea delle Banche Centrali; - l’ Organizzazione Mondiale delle Autorità di Vigilanza sui Mercati Finanziari; - la Banca Mondiale; - il Fondo Monetario Internazionale. A livello comunitario le istituzioni fondamentali sono: - la Banca centrale europea (Bce); - il Sistema europeo delle banche centrali (Sebo); - il Comitato Europeo dei Supervisori delle Compagnie Assicurative e dei Fondi Pensione; A livello nazionale si annoverano, fra le altre: - la Banca d'Italia; - l’Istituto per la Viglianza sulle Assicurazioni Private e di Interesse Collettivo (Isvap): - il Commissione Nazionale per le Società e la Borsa (Consob); - l’ Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato (AGCM). Struttura operativa del sistema finanziario: - Area dell'intermediazione finanziaria tradizionale, in cui l'azione di un'operatore finanziario specialzzato si frappone tra le unità in surplus e le unità in deficit regolando il trasferimento delle risorse (c.d. trasferimento indiretto) - Area dei mercati finanziari regolamentati e non, in cui i soggetti interessati si scambiano fra di loro le risorse a seguito dell'incontro dell'offerta e della domanda delle stesse (c.d. trasferimento diretto). Gli intermediari finanziari svolgono numerose attività, fra cui le principali sono: - la produzione di strumenti finanziari; - la negoziazione di strumenti finanziari per conto proprio o per conto terzi; - l’offerta di servizi di consulenza. - gli intermediari creditizi, che svolgono una funzione creditizia dal lato dell'attivo e del passivo c.d. nominalistico (impegno di rimborso a valore nominale); - gli intermediari mobiliari, caratterizzati dall'attività di negoziazione, gestione e consulenza esercitata in via prevalente sugli strumenti mobiliari; - gli investitori istituzionali, preposti alle negoziazioni delegate realizzate con tecniche finanziarie di portafoglio ed aventi un passivo espresso a "valori di mercato”; - le compagnie di assicurazione, che si occupano della gestione dei rischi puri. Per ciò che concerne il mercato, inteso quale spazio economico nel quale si negoziano in modo autonomo e standardizzato le transazioni finanziarie, esso svolge le seguenti funzioni principali: - il Finanziamento degli emittenti di strumenti finanziari; - l’impiego delle risorse finanziarie dei risparmiatori; - la gestione dei rischi per i soggetti esposti; - la negoziabilità degli strumenti finanziari; - la quotazione degli strumenti negoziati; - la disciplina degli emittenti titoli azionari. I mercati mobiliari vengono differenziati fra loro a seconda della classe di strumenti negoziati in mercati monetari (a breve), mercati dei capitali (azioni o obbligazioni) e mercati derivati (futures, opzioni), della dimensione geografica, della natura istituzionale (regolamentati e non, pubblici e privati), della struttura organizzativa (mercati fisici o telematici) ed infine a seconda delle procedure di negoziazione utilizzate negli scambi (aste, market making, etc.) Le entità con le quali il sistema finanziario si rapporta per realizzare il proprio obiettivo di trasferimento. Essi sono: della domanda e dell'offerta nei sistemi market based. In ogni caso funziona sulla stessa regola che è il ponte rischio-rendimento. Il binomio rischio-rendimento: Il trasferimento delle risorse finanziarie fra le unità in surplus e quelle in deficit avviene tramite l’anello di congiunzione “rischiorendimento atteso”. La teoria classica delle decisioni postula l'esistenza di una relazione positiva fra rischio-rendimento, in quanto: i manager sono soggetti avversi al rischio ed i decisori aziendali, a parità di rischi, scelgono gli investimenti che offrono rendimenti maggiori. Pertanto, un investitore chiederà rendimenti maggiori al crescere del rischi; e l’impresa effettuerà investimenti rischiosi laddove si attenderà rendimenti elevati. E’ sempre valida questa relazione? Esistono rendimenti, accettando i quali io mi assumo qualsiasi livello di rischio? No. Ci sono livelli di rischio non accettabili benché il rendimento sia elevatissimo. Questo si illustra mediante un diagramma cartesiano dove sull’ascissa vi è il rischio sigma1, sigma2, sigma max, che è il rischio massimo ammissibile e viene rappresentato da una retta tratteggiata verticale che identifica l’asintoto verticale che equivale al punto sigma max di rischio insuperabile. Non esiste un rendimento che mi giustifica rischi che sono oltre questo asintoto. Le curve di indifferenza, rappresentano l’insieme di punti di uguale soddisfazione, ad ogni rischio supportato ci si attende un determinato rendimento. Le curve qui partono non da zero ma da un livello superiore a zero, cioè da un rendimento minimo, perché esistono in finanza dei titoli considerati non rischiosi che davano comunque dei minimi rendimenti attesi. La banca quando valuta che tasso applicare un prestito di liquidità richiesto da un'impresa, lo fa sulla scorta di riflessioni che attengono al rischio-rendimento. Questo perché l’impresa sotto il profilo finanziario è un mega investimento, è l'investimento dell'imprenditore ,che dato un determinato capitale K che è formato da mezzi propri (MP) e capitale di credito (D), viene messo sul mercato dall’imprenditore. Questo capitale può rende o non rende. Capitale investito K= MP+D. Le banche quando decidono se finanziarie incrementano questa quota del capitale investito; quindi, il capitale investito aumenta nella sua componente di capitale di debito rispetto alla sua componente di mezzi propri (leva finanziaria) quindi la struttura finanziaria dell'impresa si sbilancia accogliendo capitale di debito che viene inserito nel circuito imprenditoriale per generare sovra redditi, ma poi deve essere restituito. Quando una banca decide di entrare con un finanziamento e quindi aumentare D? Sulla scorta di quali tipi di riagionamenti? In base al rischio-rendimento. Che tasso di interesse applico? Io banca che rendimento voglio per prestargli €100.000? tanto più elevato tanto più lui sarà percepito da me come rischioso. Evoluzione storica della funzione finanza: i ruoli e le mansioni della funzione finanziaria hanno subito uno sviluppo caratterizzato da un ampliamento delle proprie responsabilità. Nella prima fase di sviluppo industriale il ruolo della funzione finanziaria riguardava il finanziamento dell’industria, inteso quale anticipazione del valore ricavabile dalle attività patrimoniali. Nella seconda fase di industrializzazione si presenta il primo fattore di discontinuità, dato dalla produzione di massa, a cui ne conseguono investimenti di tipo firm specific, ossia fortemente integrati nella peculiare strutturazione di cui fanno parte, in tali condizioni il compito della f.f. era di prendere le decisioni in ordine ai possibili finanziamenti. Il secondo fattore di discontinuità, dovuto all’innalzamento dei costi delle materie prime, porta ad una complessità maggiore, a cui ne consegue un espansione degli obiettivi della funzione finanziaria. Si pone ad essa il problema dell’allocazione delle risorse raccolte. Il terzo fattore di discontinuità sono state: - la globalizzazione dell’economia e l’integrazione dei mercati - l’innovazione tecnologica e rapida obsolescenza tecnica dei prodotti - l’intensificazione della concorrenza affiancata ad una caducità dei vantaggi competitivi - la necessità di sviluppo di competenze utili a prevedere gli scenari futuri - la massimizzazione del valore azionario per l’azionista - la diffusione della cultura del governo del rischio La funzione della finanza subisce una lunga evoluzione storica, sintetizzabile in: • La finanza subordinata (1920-1973): occupa un ruolo marginale. Essa rappresenta un'appendice all'amministrazione, simile ad un ufficio bancario, con compiti molto limitati. Il capitale è abbondante, i tassi di interesse bassi, i cambi fissi, i mercati di sbocco stabili qualificano una situazione economica generale pressoché solida, contraddistinta da condizioni di quasi certezza. In tale contesto, assurge al ruolo di canale di collegamento fra i fabbisogni finanziari generati dalle scelte di business e i mercati finanziari, volti alla costruzione della struttura finanziaria dell’impresa. L’attenzione è focalizzata sul passivo dello Stato Patrimoniale. Le analisi o tipi di decisione si qualificano come semplici, statiche e deterministica, le strategie o politiche finanziarie perseguite orientano le imprese all'intensificazione del livello di Leverage in quanto i flussi di capitale prodotti dalla gestione caratteristica sono ampiamente assorbiti dal fabbisogno finanziario corrente generata dallo sviluppo. • La finanza integrata (1973-1975): diventa significativamente più integrata con il resto delle funzioni aziendali. Di conseguenza l’obiettivo della funzione finanza si amplia e arriva a includere le politiche di gestione del rischio di approvvigionamento del capitale. La logica finanziaria inizia a diventare più importante rispetto a prima e le decisioni iniziano ad assumere un carattere strategico di medio-lungo periodo, perché il contesto di mercato è mutato, è meno prevedibile: aumentano le variabili, aumentano i costi dei fattori produttivi e quindi c'è bisogno di più finanza, cresce l'inflazione, si riducono i profitti e quindi si riduce l'autofinanziamento, cioè la capacità dell'impresa di reinvestire nel proprio ciclo industriale avanzi di gestione finanziari che si sono assottigliati. Quindi il ruolo non è più solo di reperimento, ma è di ottimizzazione delle fonti di finanziamento e degli impieghi delle risorse finanziarie. Svolge una funzione di garanzia della solidità patrimoniale dell'impresa, cioè la capacità che ha l’impresa di far fronte con sistematicità (quindi continuamente) alle proprie obbligazioni alla razionalizzazione del capitale circolante (il capitale di credito quello che entra ed esce, pagamenti e incasso) e iniziano ad esserci logiche di programmazione, preventivazione finanziaria e inizia a giocare un ruolo fondamentale la distribuzione del capitale di debito fra esposizioni di breve termine ed esposizioni di medio-lungo termine. - Finanza di breve termine E di medio-lungo termine: se il ciclo degli incassi rallenta generalmente si ricorre a degli strumenti finanziari di breve termine: sconto fattura, anticipo fattura, linea di cassa, figo, tutti questi sono strumenti finanziari di esposizione debitoria di breve termine, perché la discriminante fra breve termine e medio-lungo termine sono 12 mesi, lo dice il bilancio. Quindi obbligazioni nei riguardi di istituti finanziari a breve termine sono tutti quei debiti che io devo richiamare entro 12 mesi, mentre quelli di medio-lungo termine eccedono l’anno. Uno sconto fatture, un anticipo fatture è un conto revolving che io accendo con la banca. Es. Ho emesso €100000 di fatture e le ho inviate a tizio. In attesa che tizio mi paghi, magari a 120 giorni, io ho bisogno dei €100000 di fatture, allora vado in banca e gli dico che apro un anticipo fatture. Ciò significa che io cedo temporaneamente il mio credito di 100.000 riveniente dalla fattura di tizio alla banca, la quale ha valutato tizio. Dopo di che la banca anticipa all’impresa una percentuale della fattura che ha emesso in attesa che tizio paghi l’impresa rendendola disponibile subito al 50% al 60% al 70%. Conto di anticipo fatture. Quindi a me impresa entra una percentuale del mio credito facciale e contemporaneamente mi si accende un debito nei riguardi della banca che mi ha anticipato quelle somme. Quando si estingue il debito? Quando tizio mi pagherà 100.000 io dovrò immediatamente restituire l’anticipazione alla banca chiudendo la linea di credito di breve termine. Le banche generalmente sono molto attente a valutare gli anticipi fatture rispetto alla puntualità del cliente anticipato. Se io porto in banca, allo sconto, delle fatture che la banca percepisce emesse a clienti rischiosi la banca non mi anticipa niente. Se banche valutano rischioso un anticipo non lo fanno. • La finanza strategica, La finanza giunge alla dignità di vertice e si integra con la strategia. Si passa il modello centrato sulla finanza e sulla creazione di valore per l'azionista. E, con l'avvento della public company la finanza diventa il modello attraverso cui viene perseguita la crescita. La finanza assurge al ruolo di catalizzatore del valore. La finanza contribuisce direttamente alla creazione dei profitti attraverso lo sviluppo di attività prettamente finanziarie. Contesto: mercato complesso, necessità di adeguare i comportamenti e le aspettative degli interlocutori mediante la comunicazione di piani, programmi strategici e la loro sostenibilità. Approccio probabilistico e dinamico. Ruolo: previsione della dinamica delle risorse per il mantenimento di equilibrio prospettici coerenti con lo sviluppo strategico, gestione del rischio complessivo, proposizione e realizzazione di operazioni straordinarie destinate alla creazione del valore, sviluppo attività prettamente finanziarie. Focus: generale • Il nuovo ruolo della funzione finanziaria (oggi): si consolida il vertice, come supporto indispensabile per le decisioni di investimento o disinvestimento, ottimizzazione della struttura finanziaria (in termini di riduzione del WACC che è un indicatore che significa costo medio ponderato del capitale) e gestione della dinamica finanziaria, estende le sue relazioni di essenzialità con tutte le funzioni (comprese quelle commerciali di marketing). Ha come obiettivo la riduzione del costo medio ponderato, perché la costruzione del capitale investito nel suo complesso è diventata più sofisticata, quindi ci sono mezzi propri, capitale di debito a breve termine, capitale di debito di partecipazione, capitale di debito obbligazionario, capitale di debito azionario, ecc. Ci sono tanti tipi di capitale di debito di breve termine, di lungo termine. Ciascun elemento che costituisce D (il capitale di debito) ha un suo costo. Strumenti di medio termine, strumenti di recupero, prestito obbligazionario, ciascuno di questi strumenti finanziari la cui somma fa tutto D ha un suo costo diverso e quindi il bilanciamento degli elementi che costituiscono il capitale di debito è uno degli obiettivi fondamentali della funzione finanza, che deve ridurre il costo medio ponderato per pesi. Essendo ogni quota di D caratterizzata da un costo a lui riferito, la finanza deve complessivamente trovare quella combinazione di elementi che riducono il più possibile il costo medio ponderato del capitale di credito. Il concetto di fabbisogno finanziario: E dato dall'ammontare delle risorse necessarie per realizzare gli impieghi relativi all'acquisizione di tutti i fattori utilizzati dal processo che possono essere definiti proprietari o comproprietari dell’azienda. 2. Fonti di finanziamento indirette: oggetto di negoziazioni finalizzate all’ottenimento di forniture. Si tratta dei debiti di funzionamento. La raccolta è fatta attraverso banche specializzate per i prestiti obbligazionari. Sono diversi i tipi di obbligazioni. Inoltre, va preso in considerazione anche il leasing che può essere considerato come un’alternativa al prestito bancario, più costoso ma più flessibile. Esso si può distinguere in: a. Leasing operativo: assimilabile al noleggio b. Leasing finanziario: il finanziatore-locatore non è il costruttore, ma un terzo che acquista il bene da locare e lo concede all’impresa utilizzatrice (locataria). Il costo del capitale: l’impresa deve affrontare non solo il problema della scelta della fonte finanziaria con minore costo e rischio, ma anche la scelta della combinazione di fonti che renda minimo il costo medio ponderato dei finanziamenti (Weight Average Cost of Capital, WACC). Possiamo distinguere tra fondi di finanziamento che hanno un costo indeterminato ed un costo determinato, esse possono essere classificate in base al binomio variabilità- determinatezza del costo in: fonti a costo determinato e costante; determinato e variabile; indeterminato e variabile; senza costo apparente. La formula del costo medio ponderato del capitale (cc) assume la seguente formula: 𝑐𝑐=𝑋=𝑐𝑐𝑝[ 𝑆 ]+𝑐𝑐𝑐[ 𝐷 ] ove: 𝑉 (𝑆+𝐷) (𝑆+𝐷) cc= costo medio ponderato del capitale X= utile annuo dell’impresa al lordo degli interessi sui debiti a medio lungo termine S= valore di mercato del capitale proprio o delle azioni D= valore di mercato dell’indebitamento S+D= V= valore totale dell’impresa ccp= costo medio del capitale proprio ccc= costo medio del capitale di credito La struttura finanziaria: I dati contabili forniscono le informazioni elementari per rappresentare la struttura finanziaria di un’impresa. Gli strumenti utili a rappresentarla sono numerosi. La costruzione di indicatori semplici. Gli indicatori semplici maggiormente utilizzati sono: 1. Attivo patrimoniale: liquidità immediate, liquidità differite, rimanenze d’esercizio, impieghi fissi 2. Passivo patrimoniale: debiti correnti; debiti per dilazionato acquisto di beni e servizi; debiti per oneri previdenziali, tributari; debiti per rimborsi di finanziamenti a breve o quote in scadenza di finanziamenti a lungo termine; anticipi di clienti e riscontri passivi; debiti consolidati; mezzi propri o capitale di rischio. Il Conto Patrimoniale Condensato: indica il combinarsi degli investimenti in essere con quello delle fonti di provenienza delle risorse impiegate. Attraverso tale rappresentazione si coglie la segmentazione degli impieghi nelle tra aree tipiche della liquidità, del circolante e degli impieghi fissi. Visto lo schema di stato patrimoniale secondo il criterio di esposizione del Codice civile, cosa fa la funzione finanza? lo prende e lo riclassifica, non si chiama più attivo e passivo, ma si chiama impieghi (attivo) e fonti (passivo). Queste voci sono analoghe a quelle precedenti ma vengono riclassificate con un criterio diverso, sono riclassificate con un criterio di liquidabilità degli impieghi ed esigibilità finanziaria delle fonti, quindi non c'è più immobilizzazioni, crediti, ecc. Qui l’importante è sapere se sono liquidità immediate o se sono liquidità differite. La somma fra le liquidità immediate e le liquidità differite costituisce gli impieghi liquidi. - Impieghi circolanti: valori che sono trasformabili in liquidità relativamente e velocemente. Sono le rimanenze in magazzino più gli impieghi fissi. - Debiti correnti: debito a breve termine; - Debiti consolidati: passività di medio lungo termine. La combinazione a rapporto di queste grandezze, impieghi liquidi fratto mezzi terzi, liquidità immediate fratto debiti correnti ecc. sono degli indici di bilancio che a seconda dei risultati che hanno, mi danno un’informazione sullo stato di salute patrimoniale, di equilibrio disequilibrio dell’ impresa. I financial ratios: attengono al soddisfacimento di obiettivi di conoscenza sull’andamento gestionale dell’impresa. Per formulare gli indici della posizione di liquidità aziendale bisogna guardare al rapporto tra impieghi circolanti e debiti correnti. 1. Indici della posizione di liquidità a. Indice di liquidità=impieghi correnti/debiti correnti CNN= impieghi circolanti – debiti correnti. Un limite è rappresentato dalla presenza, tra il valore degli impieghi circolanti delle rimanenze d’esercizio. b. Indice di liquidità primario= impieghi liquidi/debiti correnti. Margine di tesoreria= impieghi liquidi – debiti correnti c. Scadenza media dei crediti= (crediti vs clienti*365) / fatturato annuo a credito d. Scadenza media dei debiti= (debiti vs fornitori*365) / acquisti a credito e. Permanenza media delle scorte= (rimanenze*365) / costo del venduto 2. Indici della posizione patrimoniale: a. Il quoziente di indebitamento, rappresentante il peso dei debiti sul totale del capitale investito: q= D/K in cui K comprende sia i mezzi propri che il capitale di credito e l’aumento della posizione debitoria si esprime nel coefficiente D b. Indice di indebitamento = mezzi propri/mezzi terzi c. Indice di indipendenza finanziaria= mezzi propri/ totale degli impieghi d. Indice di copertura degli impieghi fissi= mezzi propri/ impieghi fissi Margine di struttura= mezzi propri – impieghi fissi Per analizzare correttamente la struttura finanziaria dell’impresa occorre desumere un flusso informativo diversificato al fine di giungere ad una rappresentazione d’insieme. Il project financing può definirsi come «un’operazione di finanziamento di una particolare unità economica nella quale un finanziatore è soddisfatto di considerare il flusso di cassa e gli utili dell’unità economica in oggetto come la sorgente di fondi che consentirà il rimborso del prestito e le attività dell’unità economica come garanzia collaterale del prestito». La copertura finanziaria di investimento si basa sulla valutazione dell’equilibrio economico – finanziario dell’impresa e degli effetti su tale equilibrio dei nuovi investimenti realizzati e dei nuovi debiti contratti. L’isolamento economico e giuridico del progetto rispetto alle imprese promotrici o sponsors si realizza attraverso la costituzione da parte di questi di una nuova entità giuridica che ha come oggetto sociale esclusivo la realizzazione e la gestione dell’iniziativa. In un’operazione di project financing si rinvengono pertanto diversi partecipanti: a. I promotori o sponsor: imprese interessate alla gestione commerciale dell’opera b. La società di progetto: funzione di coordinamento c. Le autorità pubbliche d. Le banche e. Le istituzioni finanziarie internazionali f. I costruttori g. I consulenti h. Le controparti commerciali Un’operazione di project financing può essere idealmente scomposta in tre fasi logiche: 1. Pianificazione dell’iniziativa: momento di sintesi che viene assicurato da un consulente finanziario, il quale ha il compito di mettere insieme tutti gli elementi disponibili ai fini della bancabilità dell’iniziativa. Si concretizza nell’elaborazione di: studio preliminare di fattibilità, Il capitale finanziario è esposto anche fra le fonti che ne specifica l’origine o la provenienza e si suddivide in capitale: • Di rischio: • Capitale sociale in caso di società. • Riserve generate tramite autofinanziamento (utili accantonati e non distribuiti) • Di terzi (o di credito): • Finanziamenti a breve termine o correnti (anticipo fatture, apertura di credito, debiti v/fornitori, etc.); • Finanziamenti a medio lungo-termine (mutui) • Prestito obbligazionario. Il capitale intellettuale (o capitale intangibile) che generalmente non trova quantificazione nell’ambito del bilancio d’esercizio e si suddivide in: • Capitale umano: • Lavoro imprenditoriale (cosa, per chi e come produrre); • Lavoro attuativo (o subordinato) che trascende l’indirizzo e le indicazioni del lavoro imprenditoriale concretizzandolo. • Capitale relazionale: • Il valore che scaturisce dal complesso delle conoscenze alla base delle relazioni che l’azienda crea con i dipendenti, clienti, fornitori, finanziatori, istituzioni e in generale con i suoi stakeholder. • Capitale strutturale: • Conoscenza in merito alle interazioni che si determinano fra capitale umano e relazionale e finanziario I VALORI RELATIVI ALLE OPERAZIONI DI GESTIONE Operazioni di gestione insieme di fatti che concretamente permettono il funzionamento per il raggiungimento degli obiettivi aziendali. Condotte dal fattore umano che, mediante l’impiego del capitale, realizza la produzione per lo scambio con il mercato In azienda è necessario rendicontare ogni operazione di gestione sotto due profili: 1. economico: ossia rispetto al contributo che la singola operazione apporta alla produzione della ricchezza (ovvero alla determinazione del reddito (costi/ricavi). Il reddito positivo (aumento della ricchezza) è determinato dall’eccedenza dei ricavi sui costi d’esercizio e si definisce utile (perdita); 2. finanziario: ossia rispetto alla variazione che comporta in termini di aumenti/riduzioni (entrate/ uscite) della liquidità disponibile. INTRODUZIONE: STATO PATRIMONIALE ART. 2424 CC INTRODUZIONE: CONTO ECONOMICO ART. 2425 CC COS’E’ IL BILANCIO D’ESERCIZIO 1. E’ il documento sul quale confluiscono le rilevazioni sistemiche effettuate tramite la CO.GE. 2. E’ il documento attraverso il quale è possibile determinare il reddito d’esercizio e il capitale di funzionamento. 3. E’ un documento prevalentemente finalizzato al soddisfacimento delle esigenze informative di un insieme eterogeneo di soggetti. 4. E’ lo strumento attraverso il quale si ricavano informazioni esaurienti ed attendibili sulle vicende economico-aziendali dell’impresa FINALITA’ DEL BILANCIO D’ESERCIZIO - È IL DOCUMENTO DI SINTESI DEI RISULTATI DELLA GESTIONE che l’azienda deve compilare alla fine del periodo amministrativo - È un documento che rappresenta LA SITUAZIONE PATRIMONIALE E FINANZIARIA dell’azienda al termine del periodo amministrativo e il RISULTATO ECONOMICO conseguito nell’esercizio - È IL PRINCIPALE STRUMENTO DI COMUNICAZIONE DEI RISULTATI AZIENDALI A CUI SONO INTERESSATI PORTATORI DI CAPITALE PROPRIO (Imprenditore o soci), FINANZIATORI ESTERNI (banche), DIPENDENTI, CLIENTI, FORNITORI, STATO E ENTI LOCALI CHI REDIGE IL BILANCIO D’ESERCIZIO Tutte le aziende sono obbligate a redigere annualmente il ma con modalità differenti - Società di CAPITALI: Il Bilancio deve essere compilato secondo uno SCHEMA A STRUTTURA OBBLIGATORIA stabilito dalla legge e deve essere reso pubblico mediante deposito presso il Registro delle Imprese // La legge impone rigidi obblighi informativi a tutela dei creditori, in quanto queste società possono raccogliere pubblico risparmio per finanziarsi, e la responsabilità dei soci è limitata al capitale conferito - Società di PERSONE e aziende individuali: La legge non prescrive alcuno schema per la redazione del Bilancio, quindi può essere presentato in FORMA LIBERA e non è soggetto a pubblicazione, é possibile comunque presentare IL BILANCIO D’ESERCIZIO IN FORMA ABBREVIATA secondo lo schema del codice civile previsto per le società di minori dimensioni // Sono soggette a obblighi meno severi in quanto i creditori hanno la possibilità di recuperare i prestiti concessi aggredendo i beni personali dei soci o dell’imprenditore RIFERIMENTI NORMATIVI CIVILISTICI - Il contenuto dello stato patrimoniale e del conto economico è disciplinato rispettivamente dagli articoli 2424 e 2425 del codice civile. - Il contenuto del rendiconto finanziario previsto dall’articolo 2425ter del codice civile è disciplinato nell’OIC 10 “Rendiconto finanziario. - Il contenuto della nota integrativa è disciplinato dagli articoli 2427 e 2427-bis del codice civile, da altre norme del codice civile diverse dalle precedenti e da specifiche norme di legge diverse dal codice civile. LO STATO PATRIMONIALE - L’articolo 2424 del codice civile prescrive uno schema obbligatorio, analitico e redatto in modo tale da evidenziare aggregati parziali. La forma dello stato patrimoniale è quella a sezioni contrapposte, denominate rispettivamente Attivo e Passivo. - Lo stato patrimoniale rappresenta la situazione patrimoniale e finanziaria della società. - Nello stato patrimoniale sono indicate le attività, le passività e il patrimonio netto della società alla data di chiusura dell’esercizio IL CONTO ECONOMICO - Il conto economico evidenzia il risultato economico dell’esercizio. Esso fornisce una rappresentazione delle operazioni di gestione, mediante una sintesi dei componenti positivi e negativi di reddito che hanno contribuito a determinare il risultato economico. I componenti positivi e negativi di reddito sono raggruppati in modo da fornire significativi risultati intermedi. - L’articolo 2425 del codice civile prescrive lo schema del conto economico con una forma espositiva di tipo scalare e una classificazione dei costi per natura LA NOTA INTEGRATIVA - La nota integrativa costituisce parte integrante del bilancio d’esercizio, fornisce le informazioni esplicative e complementari ai dati sintetici e quantitativi contenuti nello stato patrimoniale e nel conto economico. IL PASSIVO E IL NETTO (LE FONTI) Ai sensi del principio OIC 12, p. 27, la sezione del Passivo è suddivisa in cinque classi di voci evidenziate da lettere maiuscole dell’alfabeto. La classe A, è suddivisa, a loro volta, in voci contrassegnate da numeri romani Le classi B e D, sono suddivise, a loro volta, in voci contrassegnate da numeri arabi. Ai sensi del principio OIC 12, p. 27, la sezione del Passivo è suddivisa in cinque classi di voci evidenziate da lettere maiuscole dell’alfabeto. La classe A, è suddivisa, a loro volta, in voci contrassegnate da numeri romani Le classi B e D, sono suddivise, a loro volta, in voci contrassegnate da numeri arabi. IL CONTO ECONOMICO (ART. 2425) Il Fine: è il documento contabile deputato ad evidenziare l’ammontare del reddito attribuibile al periodo amministrativo, ed il suo processo di formazione mediante il confronto tra costi e ricavi. La struttura: lo schema obbligatorio di conto economico presenta la forma scalare e si articola su tre livelli: macro-classi, voci e sotto-voci. La struttura scalare permette la ricostruzione progressiva del risultato di esercizio, attraverso l’aggregazione dei suoi componenti positivi e negativi per aree gestionali e l’evidenziazione di risultati intermedi. SEGUE: CRITERIO DI VALUTAZIONE - I costi sono classificati per natura, ovvero in relazione alla causa economica che li ha generati (classificazione considerata idonea per consentire collegamenti e correlazioni con lo Stato Patrimoniale) - I costi sono classificati per natura, ovvero in relazione alla causa economica che li ha generati (classificazione considerata idonea per consentire collegamenti e correlazioni con lo Stato Patrimoniale) SEGUE: STRUTTURA È la parte del Bilancio d’esercizio che espone i COSTI e i RICAVI riferibili al periodo amministrativo e il REDDITO conseguito dall’azienda in quel periodo Lo schema di CONTO ECONOMICO ha FORMA SCALARE e un’unica sezione Valore della produzione Costi della produzione DIFFERENZA TRA VALORE E COSTI DELLA PRODUZIONE Proventi finanziari - Oneri finanziari RISULTATO GESTIONE FINANZIARIA Proventi finanziari - Oneri straordinari RISULTATO GESTIONE STRAORDINARIA Risultato economico prima delle imposte - Imposte dell’esercizio RISULTATO ECONOMICO DELL’ESERCIZIO (UTILE O PERDITA) I TRE DIFFERENZIALI: GESTIONE CARATTERISTICA - Valore della produzione: COMPRENDE I RICAVI derivanti dalla vendita di beni, dalla prestazione di servizi e da altri ricavi e proventi (es. fitti attivi) - Costi della produzione: COMPRENDE I COSTI sostenuti per l’acquisto dei fattori produttivi (es. costi per le merci, costi per servizi, costi per godimento dei beni di terzi, costi del personale, gli ammortamenti) // COMPRENDE ANCHE la variazione delle rimanenze di merci e di materie di consumo - Differenza tra valore e costi della produzione: È il primo RISULTATO INTERMEDIO. Esprime l’andamento della GESTIONE CARATTERISTICA , ossia L’ATTIVITÀ TIPICA SVOLTA DALL’AZIENDA Valore della produzione - costi della produzione = differenza tra valore e costi della produzione - PROVENTI FINANZIARI: COMPRENDE I RICAVI derivanti dall’impiego di somme di denaro (es. interessi attivi bancari) - ONERI FINANZIARI: COMPRENDE I COSTI sostenuti per ottenere finanziamenti a titolo di capitale di debito (es. interessi passivi bancari Proventi finanziari - oneri finanziari = risultato gestione finanziaria - PROVENTI STRAORDINARI: COMPRENDE I RICAVI originati da eventi imprevedibili estranei alla normale attività aziendale (es. donazioni ricevute da terzi, vincite di premi ecc.) - ONERI STRAORDINARI: COMPRENDE I COSTI originati da eventi imprevedibili estranei alla normale attività aziendale (es. furti di denaro, danni causati da incendi ecc.) Proventi straordinari - oneri straordinari = risultato gestione straordinaria RISULTATO D’ESERCIZIO RISULTATO ECONOMICO PRIMA DELLE IMPOSTE - IMPOSTE DELL’ESERCIZIO = RISULTATO ECONOMICO DELL’ESERCIZIO UTILE O PERDITA L’UTILE E’ ESPOSTO DUE VOLTE: • NELLO STATO PATRIMONIALE: NEL PASSIVO CON SEGNO (+) SE UTILE (PN) OPPURE SEMPRE NEL PASSIVO CON SEGNO (–) • NEL CONTO ECONOMICO COME RISULTATO D’ESERCIZIO RAPPRESENTA IL COLEGAMENTO FRA I DUE SCHEMI CONTABILI (SP E CE) RIEPILOGO CONTO ECONOMICO I componenti di reddito (Costi e ricavi) sono aggregati in RAGGRUPPAMENTI INTERMEDI, esposti “a cascata”gli uni sotto gli altri, e poi sommati algebricamente tra loro, così da ottenere dei RISULTATI INTERMEDI, che esprimono il contributo di alcune aree della gestione alla formazione del complessivo RISULTATO ECONOMICO D’ ESERCIZIO RISULTATI INTERMEDI 1. DIFFERENZA TRA VALORE DELLA PRODUZIONE E COSTI DELLA PRODUZIONE 2. RISULTATO DELLA GESTIONE FINANZIARIA 3. RISULTATO DELLA GESTIONE STRAORDINARIA L’ANALISI DI BILANCIO L’Analisi di Bilancio è una delle tecniche fondamentali per la conoscenza della gestione aziendale con una funzione storica e prospettica. Obiettivi: - verificare il rispetto degli equilibri fondamentali di gestione; - monitorare lo stato di salute di un’impresa; Limiti: - significatività dei dati di bilancio nel rappresentare la reale situazione aziendale; - sostanziale staticità di taluni valori del bilancio e, in particolare, di quelli dello stato patrimoniale. Natura degli indicatori: - reddituale; - Finanziaria - Patrimoniale LA RICLASSIFICAZIONE DEI BILANCI Principali riclassificazioni di bilancio: ❑ Riclassificazione di Stato Patrimoniale Funzionale ❑ Riclassificazione di Stato Patrimoniale Finanziario ❑ Riclassificazione di Conto Economico Trattasi dell’operazione necessaria per utilizzare i dati del Bilancio d’Esercizio per l’analisi economico finanziaria e patrimoniale dell’impresa al fine di: 1. Rendere omogenei i dati di bilancio; 2. fare emergere alcune informazioni non immediate Stato Patrimoniale • LIQUIDITA’ ED ESIGIBILITA’ • PERTINENZA GESTIONALE Conto Economico • RICAVI E COSTI DEL VENDUTO • VALORE DELLA PRODUZIONE E VALORE AGGIUNTO
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