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La Prima Guerra Mondiale: Motivi, Conflitti e Conclusione, Schemi e mappe concettuali di Storia

La prima guerra mondiale, i motivi politici che la hanno causata, le pressioni esercitate dalla Germania sull'Austria, l'ingresso in guerra di varie nazioni, le posizioni neutraliste e interventioniste in Italia, le conseguenze sulla popolazione civile e militare, il ruolo della tecnologia e la riorganizzazione dell'Europa dopo la guerra.

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2020/2021

Caricato il 14/05/2022

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sara-lomartire-2 🇮🇹

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Scarica La Prima Guerra Mondiale: Motivi, Conflitti e Conclusione e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Storia solo su Docsity! ESTATE 1914: L’EUROPA NELLA SPIRALE DELLA GUERRA Il 28 giugno 1914, come già detto, il duca Francesco Ferdinando venne ucciso e l’Austria-Ungheria ritenne la Serbia responsabile e le diede un ultimatum che venne respinto, così, l’impero asburgico dichiarò guerra alla Serbia. L’Austria mirava a stroncare i movimenti autonomistici e soprattutto voleva imporre la supremazia asburgica su tutta la regione balcanica. Lo zar Nicola II firmò l’ordine di mobilitazione generale così l’esercito russo si iniziò a preparare alla guerra contro l’Austria. Anche la Russia come l’Austria era mossa da scopi politici, infatti, la Russia voleva proteggere i popoli slavi e voleva espandere la propria influenza nei Balcani. La Germania fece pressioni all’Austria perché si mostrasse dura nei confronti della Serbia. La Germania ordinò alla Russia di sospendere la mobilitazione per iniziare quella del proprio esercito. La Germania iniziò invadendo il Belgio stato riconosciuto come neutrale e per questo non doveva essere attaccato, lo scopo della Germania era costringere la Francia alla resa per potersi concentrare inseguito contro la Russia. La violazione del diritto internazionale suscitò indignazione dell’opinione pubblica inglese. Il 5 agosto la Gran Bretagna dichiarò guerra alla Germania. La TRIPLICE INTESA e la TRIPLICE ALLEANZA (senza l’Italia) scattarono. Entrarono in guerra altri Paesi come: la Serbia, la Romania e il Giappone (con la triplice intesa) e Turchia e Bulgaria con la Triplice Alleanza. Solo l’Italia non entrò nel conflitto dato che era stata l’Austria a dichiarare guerra alla Serbia (la TRIPLICE ALLEANZA ERA UN PATTO DIFENSIVO). Tutti i Pesi si trovarono in una guerra che speravano durasse poco, ma così non fu, prima dell’unione dei diversi Paesi c’era stata una vasta propaganda per convincere il popolo a partecipare alla guerra. Così l’ideologia nazionalista si era scatenata ed era diventato impossibile placarla. IN ITALIA SI CONTRAPPONGONO NEUTRALISTI E INTERVENTISTI Il governo italiano, guidato da Antonio Salandra era riuscito ad evitare un coinvolgimento nella guerra. Pochi, in Italia volevano mantenere fede alla TRIPLICE ALLEANZA. La maggior parte dell’opinione pubblica italiana si dibatteva tra due scelte possibili:  Rimanere neutrali (sostenuta dai neutralisti)  Intervenire al fianco dell’Inghilterra e Francia (sostenuta dagli interventisti) Gli interventisti volevano liberare Trento e Trieste così da dare una degna conclusione alle battaglie del Risorgimento italiano. Buona parte dell’opinione pubblica passò dalla parte degli interventisti come ad esempio Benito Mussolini (all’epoca direttore del quotidiano socialista “Avanti”). I socialisti ed i cattolici si dichiararono pacifisti. I cattolici credevano che la guerra contraddicesse il messaggio evangelico di pace. Sottolineavano i rischi soprattutto i costi umani (vittime) in più non facendo impegnare all’Austria l’esercito sul fronte alpino si pensava di convincerla a cedere pacificamente il Trentino 1915: ANCHE L’ITALIA SCENDE IN CAMPO L’Italia si destreggiava ancora tra neutralisti e interventisti. Nel 1915 il ministro degli Esteri Sidney Sonnino siglò il Patto di Londra (accordo segreto) in cui l’Italia s’impegnava a entrare in guerra al fianco delle potenze dell’Intesa. In cambio l’Italia avrebbe ricevuto:  L’Istria  Trieste  Dalmazia  Trentino  Alto Adige  Colonie tedesche in Africa Il Patto verrà svelato nel 1918. Nel 1915 in Italia pochissime persone ne erano a conoscenza infatti il Parlamento venne tenuto all’oscuro. In Italia la propaganda degli interventisti era riuscita nel suo intento, ovvero, aveva portato maggior parte dei neutralisti dalla loro parte. Interventisti prevalsero nelle “radiose giornate di maggio” In cui riuscirono a mobilitare milioni di persone. Gabriele D’Annunzio Infiammava le folle. Questo evento evidenziò il fascino dell’ideologia nazionalista. Infine il Parlamento italiano venne interpellato e votò per attribuire a Salandra i pieni poteri, il che equivaleva, a portare l’Italia in guerra. Giolitti si assentò dalla votazione quindi soltanto i deputati socialisti si opposero. Il 24 maggio 1915 L’Italia entrò in guerra al fianco dell’intesa. Fu imposta la leva obbligatoria che strappo milioni di braccia alla coltivazione dei campi. GUERRA DI TRINCEA, GUERRA TOTALE: PER TERRA, PER MARE E NELL’ARIA. L’esercito italiano sfruttò la sorpresa per lanciare un’offensiva anti- austriaca nell’area del Carso vicino a Trieste. Gli austriaci nel maggio 1916 iniziarono una controffensiva in Trentino. Le truppe italiane furono costrette a indietreggiare e in seguito riuscirono a costituire una linea di difesa nel Veneto (sull’alto piano di Asiago). Nel 1916 ci fu la presa di Gorizia che stabilizzò il fronte Italo-austriaco. Nei primi 12 mesi l’esercito italiano perse 250 000 uomini. Anche sul fronte Franco-tedesco la guerra di movimento del primo anno si esaurì e i combattimenti cambiarono natura. Cominciò ovunque una guerra di posizione Basata sulle trincee (fossi linguine stretti scavati nel terreno per difendere la propria linea). Milioni di soldati vivevano tra il fango e la sporcizia. Quando i comandi ordinavano l'assalto alle trincee avversarie in poche ore si bruciavano migliaia di vite umane. La guerra di trincea causò milioni di morti. Nel 1916 L’Europa era in fiamme e le vittime erano ovunque e venivano impegnati milioni di soldati sui fronti. Dato che gli uomini erano impegnati nella guerra le donne dovettero sostituirli nell'industria molte delle quali vennero riconvertite a scopi militari. I generali tedeschi lanciarono offensiva presso la città di Verdun (non portò vantaggi ma solo molti morti). Non ci furono né vincitori né vinti anche per la controffensiva anglo- francese sul fiume Somme. In queste battaglie apparvero nuove armi ad esempio i carri armati, i lanciafiamme e gas asfissianti infine comparvero gli aeroplani. Diverse volte l'esercito zarista tentò di sfondare le linee nemiche senza però riuscirci. La Russia entrò in una crisi profonda dato che l'industria non riusciva a rifornire l'esercito, le comunicazioni ferroviarie entrarono nel caos e la produzione agricola non bastava per sfamare la popolazione. Nell'estremo Oriente il Giappone alleato dell’intesa approfitta della situazione per occupare la Cina. La prima guerra mondiale si combatté quindi sui fronti terrestri sul mare e nei cieli dove si sperimentavano nuove armi per mitragliare dall’alto e gli aviatori cercavano di abbattere i veicoli nemici (duelli che venivano riportati nelle cronache). La flotta inglese predispose un blocco navale per impedire la Germania essenziali rifornimenti di merci. I comandi tedeschi preferirono ricorrere alla guerriglia sottomarina ovvero i sommergibili U-Boote. IL 1917, TRA DISINGANNO E SVOLTA MILITARE Il 1917 fu l'anno più duro. Si moltiplicarono diserzioni, ribellioni, automutilazioni, represse con crudeltà dagli altri comandi e nelle città venivano soffocate critiche e manifestazioni pacifiste. Ogni dissenso veniva definito disfattismo. Papa Benedetto XV Voleva la fine della guerra che portava ogni giorno a un inutile strage. Il Papa sperava che la legge subentrasse al posto delle armi e che si arrivasse a un accordo. L’appello rimase inascoltato ma la voce del pontefice costituì una spinta per la nascita della SOCIETÀ DELLE NAZIONI. Il 1917 risultò un anno decisivo grazie all’intervento degli Stati Uniti al fianco dell'intesa. Fin dal 1914 gli Stati Uniti avevano sostenuto la Gran Bretagna, con rifornimenti di armi e alimentare; in tutta risposta i sottomarini tedeschi bersagliavano i convogli americani. Furono proprio i ripetuti siluramenti in mare di navi mercantili e di navi passeggeri, come la Lusitania che affondarono con oltre 1000 persone a bordo, a convincere l'opinione pubblica americana della necessità di entrare in guerra. Il 6 Aprile 1917 Wilson si decise dichiarare guerra alla Germania per la prima volta la potenza americana interveniva in nome della democrazia. GUERRA MONDIALE, GUERRA DI MASSA: UN CONFLITTO DI TIPO NUOVO La prima guerra mondiale detta anche GRANDE GUERRA si rivelò un conflitto diverso e peggiore rispetto a tutti quelli combattuti in precedenza. Ci furono 8,5 milioni di soldati morti, almeno 5 milioni di vittime civili e 20 milioni di feriti gravi e si ebbero molte distruzioni materiali. A rendere distruttiva la Grande Guerra furono vari fattori. Le guerre precedenti si decidevano in campo aperto invece la prima guerra mondiale fu una guerra di posizione e di logoramento combattuta nelle trincee, i Fanti venivano mandati allo sbaraglio in attacchi frontali. A peggiorare il tutto fu la durata. Nel 1914 i governi avevano previsto operazioni brevi, tale previsione, però, era sbagliata. Anche gli spazi si allargarono, la Grande Guerra coinvolse infatti L'Europa, L'Africa settentrionale e il Medio Oriente, il Mar Rosso e l'oceano Atlantico. Inoltre per la prima volta anche gli Stati Uniti combatterono lontani dal suolo americano. La prima guerra mondiale impegnò enormi risorse in uomini e materiali, infatti divenne anche una guerra economica. Ad avere la meglio furono l'immensa capacità produttiva mostrato dall’impero britannico e soprattutto della nuova potenza statunitense. Il conflitto fu deciso dai sistemi produttivi dei paesi in guerra e dalla capacità di organizzare e pianificare la totalità delle risorse. In Russia l'armata non era ben addestrata e l’equipaggiamento era scadente. In una guerra moderna la forza dei numeri poteva rivelarsi addirittura svantaggiosa se non era coordinata dalla struttura politica e militare. Un'altra novità fu il salto di qualità della tecnologia militare e il perfezionamento delle armi tradizionali, in più furono introdotte armi del tutto nuove come carri armati aerei da combattimento i sottomarini e gas tossici. L'adozione della leva militare obbligatoria coinvolse anche i civili che furono mobilitati nella produzione di armi e materiali, in più le donne sostituirono nelle industrie gli uomini che erano partiti per la guerra. Milioni di soldati vennero strappati dalle loro case durante la guerra e allargarono le loro prospettive ed ebbero modo di confrontarsi con altre abitudini e mentalità e al fronte poterono sentirsi importanti. Una volta finita la guerra non potevano rientrare nella vita civile così come erano entrati in guerra, molti di quegli ex combattenti si scrissero i sindacati e partiti di massa e presero parte a scioperi e manifestazioni. Anche per questo motivo il dopoguerra sarà una fase convulsa segnata da occupazioni di fabbriche e manifestazioni talvolta violente. SI RIUNISCE LA CONFERENZA DI VERSAILLES La prima guerra mondiale si era conclusa con la sconfitta degli imperi centrali: Germania e impero asburgico invece la Russia si era ritirata nel 1917. Dopo quattro anni di combattimenti le tensioni non si erano placate e l'idea di tornare alla politica normale appariva utopistica. Nel 1919 si aprì a Versailles (vicino a Parigi) la CONFERENZA DI PACE. I rappresentanti dei vari stati, vincitori e vinti, si ritrovarono l'uno di fronte all'altro. Bisognava dare nuovo assetto all'Europa e ai suoi tanti popoli inquieti dopo la disgregazione di quattro imperi: austriaco, tedesco, turco- ottomano e russo. L'unico ad avere un programma democratico era il presidente americano Wilson. Egli sosteneva il principio di autodeterminazione dei popoli, secondo il quale ciascun popolo doveva poter prendere in autonomia le decisioni. Wilson espose le sue idee nel cosiddetto documento dei “14 punti”. In parte i criteri di Wilson furono realizzati: a Versailles nacque una Polonia indipendente questo per il popolo fu un successo. L'ex impero asburgico fu diviso in più stati: l'Austria (una Repubblica), Cecoslovacchia, Ungheria e Jugoslavia. Vennero tracciati nuovi confini che non rispettarono i diritti dei popoli. Soprattutto il nuovo stato jugoslavo inglobava popolazioni diverse tra di loro, così nei Balcani nel 1991 la situazione degenerò arrivando a un violento conflitto. LA PACE DETTATA DAI VINCITORI Il criterio di Wilson (L'autodeterminazione dei popoli) era troppo avanzato per quell'epoca; a Versailles prevalsero in molti casi le vecchie logiche, che imponevano di punire i nemici sconfitti. Così si regolò in particolare la Francia il cui obiettivo era quello di prendersi la rivincita sulla Germania, sua nemica storica, aumentando l'influenza francese in Europa; e ci riuscì. A Versailles si decretò che nascesse una nuova Germania repubblicana chiamata Repubblica di Weimar la quale si vide infliggere pesantissimi danni di guerra con un debito di circa 450 miliardi di dollari. La Germania subì anche perdite territoriali come: la Alsazia- Lorena che passò alla Francia, Saar e il cosiddetto corridoio di Danzica (terre assegnate alla Polonia tagliando così La Germania in due porzioni). La Germania subì altre umiliazioni come il divieto di riarmo. Francia e Gran Bretagna si spartirono i possedimenti coloniali tedeschi in Africa. Queste decisioni vennero ratificate nel trattato di Versailles siglato 5 anni esatti dopo l'attentato di Sarajevo. Gran Bretagna e Stati Uniti non vollero opporsi alla rivincita francese e il risultato fu che in Germania crebbe un violento sentimento antifrancese. La prima guerra mondiale creò ulteriori tensioni che erano destinate a sfociare nella seconda guerra mondiale. Un terzo impero si dissolse a Versailles: quello turco- ottomano. L'impero ottomano si restrinse alla penisola anatolica, in Asia. La maggior parte delle isole passarono alla Grecia; L'Italia ebbe Rodi e le isole del Dodecaneso.
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