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La Prima Guerra Mondiale: Origini, Impatto e Conclusione, Sintesi del corso di Storia

Storia del primo conflitto mondialeStoria InternazionaleStoria politicaStoria Economica

La crisi che portò all'inizio della Prima Guerra Mondiale nel 1914, l'impatto sulla popolazione civile e militare, e la fine del conflitto con il Trattato di Versailles. Viene inoltre analizzato il ruolo della Russia, Germania, Francia, Italia e Stati Uniti.

Cosa imparerai

  • Quali furono le cause dell'inizio del primo conflitto mondiale?
  • Come la guerra influenzò la popolazione civile e militare?
  • Quali furono le conseguenze del primo conflitto mondiale sulla politica internazionale?

Tipologia: Sintesi del corso

2017/2018

Caricato il 11/01/2018

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vanessa-channel 🇮🇹

5

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Scarica La Prima Guerra Mondiale: Origini, Impatto e Conclusione e più Sintesi del corso in PDF di Storia solo su Docsity! 1914: da una crisi locale a un conflitto generale Il 28 giugno 1914 l'arciduca Francesco Ferdinando d'Asburgo fu ucciso insieme alla moglie a Sarajevo dal diciannovenne serbo Princip. Il governo di Vienna attribuì la colpa dell'accaduto alla società segreta “Mano nera” che agiva rivendicando l'indipendenza dei popoli slavi dal dominio imperiale. Così al governo di Belgrado fu dato un ultimatum nel quale Vienna esigeva una dichiarazione di condanna per l'accaduto e l'impegno di procedere con rigore nei confronti dei responsabili. L'ultimatum fu respinto e l'Impero austro-ungarico dichiarò guerra alla Serbia il 28 luglio 1914. La Russia sostenne la Serbia e la Germania, alleata con l'Impero Austro-ungarico, il 1° agosto dichiarò guerra alla Russia e successivamente alla Francia. Le truppe tedesche invasero il Belgio per raggiungere Parigi. Questa aggressione spinse la Gran Bretagna a schierarsi con gli alleati francesi dichiarando guerra alla Germania il 4 agosto. Su unì all'alleanza antigermanica anche il Giappone. Fu così che una crisi a livello regionale si trasformò in un conflitto su scala mondiale. L'annuncio della guerra venne subito accettato addirittura producendo un'ondata contagiosa di frenesia ed esultanza che spinse migliaia di persone a riconoscersi in un sentimento patriottico. Al momento dell'entrata in guerra della Germania, il Parlamento tedesco approvò i crediti di guerra (stanziamenti straordinari per far fronte alle spese belliche). Allo stesso modo si comportarono gli austriaci, i francesi e gli inglesi decretando la crisi della Seconda Internazionale che sosteneva che la guerra era espressione di una politica nazionalistica determinata dagli interessi della borghesia e non arrecava vantaggi al proletariato. Ma con lo scoppio della guerra capitalisti e proletari di una nazione si unirono contro capitalisti e proletari di altre nazioni dando vita ai governi di “unione nazionale”. Lo spirito di fratellanza e solidarietà nazionale spinse molti civili a presentarsi come volontari per partire verso il fronte. Per i giovani, in particolare borghesi, la partecipazione alla guerra rappresentava un'occasione per liberarsi dalle vecchie convenzioni e dalla routine quotidiana. Inoltre ad alimentare il volontarismo contribuì il valore simbolico della guerra come rito di passaggio verso l'età adulta. Ben diverso fu l'atteggiamento di operai e contadini. Dalla guerra di movimento alla guerra di posizione Era opinione comune che la guerra sarebbe durata solo qualche settimana. Il piano segreto del tedesco Schlieffen prevedeva di cogliere di sorpresa la Francia, passando attraverso il Belgio per colpirla al cuore il prima possibile. Ma la sua avanzata verso il Belgio fu ostacolata da un'inattesa resistenza francese, a cui si aggiunsero atti di sabotaggio. Alla fine l'esercito francese fu costretto ad arretrare, ma l'esercito tedesco era ormai indebolito. Così le forze anglo-francesi respinsero il nemico nella battaglia della Marna. Il fronte occidentale si stabilizzò lungo una linea di 800 km dal Mare del Nord fino ai confini della Svizzera e ciò portò alla costruzione delle trincee. La guerra di movimento si era trasformata in guerra di posizione. Le trincee divennero simbolo stesso della guerra. In questi fossati circondati da reticolati di filo spinato, i soldati non solo erano esposti al tiro dei cecchini, ma erano alle prese anche con la malnutrizione e le pessime condizioni igieniche. Nel frattempo sul fronte orientale i tedeschi vinsero nelle battaglie di Tannenberg e dei laghi Masuri, ma i russi sconfissero gli austro-ungarici a Leopoli. L'ingresso in guerra dell'Italia L'ingresso nel conflitto dell'Italia fu oggetto di un intenso dibattito fra neutralisti e interventisti: si opponevano alla guerra i socialisti (esclusa una frangia estremista guidata da Benito Mussolini e dai sindacalisti rivoluzionari), i cattolici e la maggior parte del parlamento. Sull'altro fronte stavano la sinistra democratica, gli interventisti di Cesare Battisti, la destra liberale di Salandra e Sonnino, il re Vittorio Emanuele III e gli industriali. Il 26 aprile 1915 il governo italiano stipulò con le potenze dell'Intesa un trattato (il patto di Londra) con il quale si impegnava ad entrare in guerra al loro fianco entro un mese. Il patto prevedeva che in caso di vittoria l'Italia acquisisse dall'Austria alcuni territori, tra cui il Trentino e il Friuli. Divenne essenziale spostare in favore della guerra il parlamento, dove la maggioranza giolittiana rimaneva neutrale. Salandra diede le dimissioni e l'incarico fu offerto a Giolitti, il quale rinunciò. Salandra fu riconfermato. Il 24 maggio 1915 l'Italia dichiarò guerra all'Austria-Ungheria. Le condizioni economiche del paese erano terribili. Numerose fabbriche avevano dovuto ridurre notevolmente l'attività per mancanza di scorte e licenziare moltissime persone. Alla fine apparve più vantaggioso schierarsi accanto alla Francia e all'Inghilterra, che rifornivano di carbone e materie prime. Gli italiani chiamati alle armi furono circa 6 milioni. 1915-1916: la carneficina Fra il 1915 e il 1916 austriaci e italiani si affrontarono con logoranti scontri nel Friuli e Trentino. Il comandante Cadorna aveva puntato soprattutto al Friuli, ma l'unica conquista fu la Gorizia. Gli austriaci attaccarono intanto in Trentino e la cosiddetta Strafexpedition (“spedizione punitiva”, in riferimento al tradimento di Vienna) non provocò alcun arretramento dell'Italia. Il ministero Salandra fu sostituito dal governo di concentrazione nazionale di Boselli. Sul fronte occidentale le sanguinose battaglie di Verdun e della Somme lasciavano sul territorio milioni di morti. Sul versante orientale, dove l'impero ottomano era entrato in guerra a fianco della Germania, le forze anglo-francesi furono sconfitte a Gallipoli. Intanto il conflitto si era allargato con l'entrata della Bulgaria accanto all'Austria e del Portogallo e della Romania accanto alla Serbia. In un clima di esasperazione nazionalistica, i turchi intrapresero un vero e proprio sterminio della minoranza armena, considerata un nemico interno in quanto potenziale alleato della Russia, mentre l'Inghilterra cercava di fomentare le popolazioni arabe contro il dominio ottomano. Sul fronte marittimo si scontravano la flotta britannica, che era riuscita ad imporre il blocco navale agli Imperi centrali, e i sottomarini tedeschi. Proprio la guerra sottomarina spinse gli Stati Uniti ad entrare in guerra, in quanto la promessa fatta a Wilson di avvisare l'attacco di qualsiasi nave, in modo da poter salvare più persone possibili, non venne mantenuta. Una guerra di massa all'insegna della tecnologia Il primo conflitto mondiale fu il banco di prova di nuove armi e tecnologie: mitragliatrici automatiche, i primi carri armati, micidiali armi chimiche con la conseguente introduzione delle maschere antigas, aeroplani usati per compiti di ricognizione. La violenza e la crudeltà della guerra investirono, oltre i soldati che nelle trincee vivevano in pessime condizioni e con nuove misure di coercizione tra cui la decimazione, anche la popolazione civile che subì aggressioni dirette, stupri e ritorsioni. Alla propaganda venne attribuito il compito di coinvolgere tutti i settori della popolazione per sostenere la resistenza. Le svolte del 1917 Gli insuccessi militari della Russia scatenarono un movimento di protesta interno sia da parte dei soldati sia da parte degli operai. Così una manifestazione iniziata a marzo contro il carovita a Pietrogrado si trasformò in uno sciopero generale di protesta contro l'autocrazia dello zar, accusata di affamare e di mandare inutilmente a morire il popolo. Questa situazione portò all'abdicazione dello zar che portò alla nascita della Repubblica dei soviet e alla conseguente uscita della Russia dalla guerra. Già prima i delegati dei soviet e Lenin avevano approvato un decreto che sosteneva la necessità di una pace senza annessioni e senza indennità che venne poi firmato con le potenze dell'Intesa (trattato di Brest-Litovsk) ma comportò una grossa perdita di territori per la Russia che veniva privata dell'Estonia, Lettonia, Lituania e parte della Bielorussia.
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