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La Grande Guerra: Motivi, Conflitti e Consekvenze, Appunti di Storia

La prima guerra mondiale, nota come 'Grande Guerra', che oppose Austria-Ungheria e Germania a Serbia, Russia, Francia, Belgio e Inghilterra. Esploriamo i motivi dietro il conflitto totale e la militarizzazione dell'economia e del lavoro, l'atteggiamento dei parlamenti e delle società di massa, e la politica di potenza tedesca. Vediamo come la guerra segnò la fine della democrazia e il rafforzamento degli esecutivi, e come la decisione tedesca di costruire una flotta da guerra portò alla catastrofe. Il testo include anche la politica socialista, la guerra di logoramento e la prosecuzione della guerra.

Tipologia: Appunti

2017/2018

Caricato il 12/02/2018

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benedeetta_p 🇮🇹

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Scarica La Grande Guerra: Motivi, Conflitti e Consekvenze e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! La prima Guerra Mondiale – Una moderna tragedia di massa La prima guerra mondiale fu una colossale tragedia che cominciò nell’estate del 1914, dopo l’uccisione a Sarajevo dell’erede designato al trono imperiale asburgico: il governo dell’Austria – Ungheria, convinto della complicità del regno di Serbia nell’attentato, gli dichiarò guerra il 28 luglio. 1. Come mai questo conflitto non coinvolse solo Serbia e Austria-Ungheria, e non restò limitato all’area balcanica? Perché una guerra regionale si trasformò in un conflitto globale, che vide il coinvolgimento di tutte le grandi potenze? La ragione va trovata nel fatto che tutti gli Stati europei erano legati tra loro da una fitta rete di alleanze e contro-alleanze: ovunque fosse scoppiato un conflitto, subito ciascuna potenza sarebbe dovuta intervenire a sostegno di un proprio alleato, minacciato da una o più forze rivali. Il risultato fu una guerra che vide contrapposte Austria-Ungheria e Germania, da un lato; Serbia, Russia, Francia, Belgio e Inghilterra dall’altro. Nelle varie nazioni, la maggioranza dei cittadini accolse la notizia dall’inizio delle ostilità con gioia ed esultanza. Tutti erano convinti che la guerra sarebbe stata breve, ma purtroppo non fu così. 2. Che tipo di conflitto fu la prima guerra mondiale? Perché nel linguaggio comune si è guadagnata il titolo di “Grande Guerra”? La guerra divenne un tunnel di lunghezza infinita. Inchiodati nelle trincee, gli eserciti non riuscivano a sfondare il fronte nemico, mentre il numero dei morti e dei soldati arruolati cresceva a dismisura. Si creò così una guerra di logoramento. La prima potenza a cedere fu la Russia, travolta dalla rivoluzione interna. Alla fine crollarono anche Austria-Ungheria e la Germania, stremate dalla fame e dal blocco navale inglese che impediva l’arrivo delle merci nei porti tedeschi. Dei tre imperi europei e quello turco, restavano solo le ceneri. Per la prima volta, invece, gli Stati Uniti avevano dimostrato tutta la loro potenza ed erano risultati decisivi nel determinare l’esito del conflitto. La grande guerra Per quali motivi può essere definita Grande Guerra? • Per la durata: quattro anni e mezzo (per l’Italia uno meno), le guerre dell’800, invece, furono tutte molto più brevi; • Per il numero dei Paesi coinvolti: tutte le nazioni europee (fatta eccezione di Spagna, della Svizzera e dei tre Stati scandinavi) e molti Paesi extraeuropei, come Stati Uniti, Giappone, Brasile, Cuba … • Per il numero delle vittime; • Per gli effetti che produsse nel fisico e nella psiche di milioni di persone: diversi soldati italiani impazzirono al fronte; • Per l’enorme distruzione di materiali e di risorse. Una guerra totale Fu una Guerra di massa e una guerra “totale”. 65 milioni di giovani vennero mobilitati ma anche gran parte della popolazione civile venne coinvolta. Fu necessario impiegare massicciamente le donne nelle fabbriche e nei servizi (tram, poste…) anche per rimpiazzare gli uomini al fronte. L’intera economia e la forza-lavoro venne “militarizzata” e lo Stato divenne il principale “imprenditore di guerra”, lasciando però agli industriali privati gli enormi profitti che derivavano dalla produzione di armi da guerra. Pertanto, risultarono vincitori gli Stati che avevano alle spalle l’apparato industriale più potente. La Germania, che alla vigilia della guerra era la prima potenza industriale europea, mantenne a lungo l’iniziativa delle operazioni militari; la sua sconfitta venne determinata dal blocco navale messo in atto dall’Inghilterra e dal decisivo intervento economico e militare degli Stati Uniti. Parlamenti e società di massa Durante la guerra i Parlamentari sono privi della maggior parte dei propri poteri e la democrazia è un lusso. I cinque anni di guerra, infatti, segnarono un rafforzamento degli esecutivi (governi) e uno svuotamento della funzione del Parlamento. La guerra accelerò la formazione di una moderna società di massa che vengono influenzate in ogni modo. Le origini del conflitto e il congresso di Berlino Come tutti gli eventi storici, la guerra che scoppiò nel 1914 era del tutto evitabile. Non era automatico che l’Europa sprofondasse nella catastrofe e nello scontro generalizzato, ma tuttavia successe. Un’analisi delle cause che provocarono lo scontro deve iniziare dal 1875: nelle due province della Bosnia e della Erzegovina (ancora sottomesse all’impero turco) i contadini cristiani si ribellarono contro i grandi proprietari terrieri musulmani. Due principati slavi, la Serbia e il Montenegro, intervennero a favore dei ribelli. Nelle loro intenzioni, il sostegno offerto ai ribelli bosniaci era un gesto di autonomia, il primo passo verso l’affermazione della piena indipendenza. Serbia e Montenegro furono tuttavia pesantemente sconfitte dall’esercito turco. A quel punto, intervenne nel conflitto anche l’impero zarista(Russia): con il pretesto di sostegno alle due nazioni slave, sorelle della Russia, sperava di allargare la propria influenza nella regione balcanica a spese dei turchi. L’esercito russo riuscì a sbaragliare i turchi, cosicché il sultano di Istanbul fu costretto ad accettare la Pace di Santo Stefano; questo trattato, stipulato nel 1878, prevedeva la nascita di un vasto Stato in Bulgaria, che avrebbe compreso gran parte dei territori europei sotto dominazione ottomana/turca. In tal modo, però, l’equilibrio politico internazionale sarebbe cambiato profondamente a vantaggio dell’impero zarista. Preoccupate per l’accaduto, Inghilterra e Austria-Ungheria protestarono immediatamente e minacciarono guerra alla Russia. La crisi trovò pace grazie al Congresso di Berlino del 1878, che vide riunirsi nella capitale del Reich i ministri delle principali potenze. Alla Russia fu imposto di rinunciare alla Bulgaria prevista dalla pace di S. Stefano; ma, in cambio dell’appoggio diplomatico fornito all’impero ottomano, l’Austria-Ungheria e l’Inghilterra ottennero importanti concessioni: • L’Austria poté occupare la Bosnia-Erzegovina • L’Inghilterra, invece, ottenne l’isola di Cipro Serbia e Montenegro diventarono autonome. In sostanza la Russia dal congresso di Berlino uscì umiliata e sconfitta; iniziano così a delinearsi le alleanze che sarebbero poi scattate nel 1914 provocando lo scoppio della prima guerra mondiale. Al congresso, timoroso di un eccessivo rafforzamento russo, Bismarck non agì da mediatore imparziale, ma sostenne le posizioni e gli interessi di Austria-Ungheria e Inghilterra. Temendo però poi un ulteriore deterioramento dei rapporti tra Germania e Russia, nel 1879 Bismarck stipulò un’alleanza difensiva con l’impero asburgico. La nascita della Triplice Alleanza Nel 1881, la Francia occupò la Tunisia e giustificò tale conquista coloniale come un legittimo compenso, capace di pareggiare i vantaggi territoriali ottenuti a Berlino da Inghilterra e Austria-Ungheria. L’Italia cercò di ostacolare il gesto compiuto dalla Francia, ma le sue proteste non trovarono appoggio presso le altre nazioni. In quell’occasione, infatti, risultò evidente l’isolamento del nuovo Stato unitario: troppo debole per agire da sola l’Italia doveva allearsi stabilmente a qualche grande potenza. Per il momento i contrasti tra Francia e Italia erano di tipo coloniale; la prima possedeva da tempo l’Algeria, aveva appena conquistato la Tunisia e avanzava pretese anche su Libia e Marocco, per arrivare ad avere il completo controllo sulla costa mediterranea africana. L’Egitto tuttavia rimaneva saldamente in mano agli Inglesi. Nel 1882, l’Italia decise di avvicinarsi al’impero tedesco (principale avversario continentale della Francia) e di legarsi a esso con un’alleanza militare. Nacque così la Triplice Alleanza, che comprendeva Italia+Germania+Austria-Ungheria. Si trattava di un accordo puramente difensivo, che prevedeva un sostegno reciproco dei tre Stati, qualora uno di essi fosse stato aggredito da una potenza nemica. La Triplice Alleanza dava per scontato che questo eventuale avversario fosse la Francia in quanto con la Germania era in tensione a seguito della conquista dell’Alsazia-Lorena mentre l’Italia, come detto precedentemente, temeva un’espansione nel Mediterraneo. È importante sottolineare che stipulando la Triplice Alleanza, l’Italia rimandava l’annessione di Trento e Trieste che avrebbero portato al completamento della propria unità nazionale, tuttavia nell’immediato era maggiore la necessità di contenere con l’aiuto tedesco e austriaco l’imperialismo francese. La Francia, contro la Germania, trovò forte sostegno nella Russia con la quale venne ufficialmente stipulata un’alleanza difensiva nel 1892. A partire dalla metà degli anni Novanta, la Germania si sentì sempre più accerchiata dalla prospettiva di una guerra su due fronti: nel caso in cui fosse scoppiato il conflitto con la Francia, infatti, sarebbe stata attaccata anche dalla Russia (vista l’alleanza) a oriente. Il principale problema strategico da risolvere divenne quello di come battere contemporaneamente due avversari, senza procedere a una divisione delle proprie forze. la soluzione al dilemma venne trovata dal generale Alfred von Schlieffen, il quale elaborò un piano cinico e geniale. Il ragionamento del generale partiva dal presupposto che le ferrovie tedesche erano modernissime ed efficienti, il sistema di trasporti russo, invece, era ancora carente e arretrato. L’impero zarista possedeva enormi risorse umane che gli avrebbero permesso di avere un esercito più numeroso, tuttavia, prima che tutte le forze russe potessero essere pronte al fronte e impiegate contro la Germania, sarebbe passato un intervallo di tempo lungo che l’impero tedesco avrebbe potuto sfruttare per concentrare le proprie energie sul fronte con la Francia. Il piano di Schlieffen contro la Francia Per sconfiggere in tempi brevi l’avversario era necessaria una mossa inattesa, che cogliesse di sorpresa i francesi. Von Schlieffen, pertanto, propose che l’esercito tedesco disponesse le proprie truppe nel modo Stato che ne metteva in discussione l’indipendenza. Il 28 luglio 1914 venne consegnata al governo serbo in risposta una formale dichiarazione di guerra. La prima fase dello scontro A Berlino la decisione definitiva fu presa dopo che la Russia schierò le proprie truppe al confine Austro- ungarico e con la Germania. Fu inviato un ultimatum il 31 luglio all’impero zarista di sospendere entro 12 ore tutte le misure di guerra prese contro la Germania e di allontanare le truppe. Il 1 agosto 1914 il governo tedesco entrò ufficialmente in guerra contro la Russia e quindi contro la Francia sua alleata in Occidente. + von schlieffen L’atteggiamento dei socialisti Per i socialisti i lavoratori erano contro la grande guerra europea e i governi avevano preso sul serio queste affermazioni e minacce. In Francia la polizia aveva predisposto un elenco dei socialisti e i sindacalisti da arrestare in caso di guerra poiché avrebbero organizzato scioperi o altre forme di protesta alla mobilitazione militare della nazione. Nell’agosto del 1914 però queste precauzioni non furono più necessarie perché i socialisti si allinearono all’entrata in guerra del proprio Stato e lo appoggiarono. Solo piccoli gruppi minoritari in Germania e in Russia si opposero alla guerra. Gli altri dimenticarono il principio marxista secondo cui la solidarietà dei proletari non conosceva confini e accettarono di identificarsi in tutto con la difesa della singola patria. L’invasione del Belgio Il 2 agosto il governo tedesco intimò a quello belga di lasciare passare le truppe sul suo territorio. La Gran Bretagna reagì contro questa richiesta (era garante dell’indipendenza belga). L’Inghilterra voleva rimanere neutrale ma con la violazione della frontiera belga dichiarò guerra all’impero germanico . Le battaglia furono brutali, il piccolo Stato poteva contare solo sulle solide fortezze di Liegi, Namur e Anversa. I forti furono espugnati a uno a uno con l’ausilio di grossi cannoni d’assedio e la resistenza popolare fu domata con il ricorso alle fucilazioni degli ostaggi. I tedeschi invasero città uccidendo indistintamente uomini, donne e bambini, devastando e saccheggiando senza ritegno. La fine della guerra di movimento Il piano Schlieffen prevedeva l’invasione di Parigi da nord dopo aver attraversato il Belgio, ma le truppe tedesche dopo circa un mese di combattimento inaspettato erano stremate. L’esercito oltre a combattere in Belgio dovette affrontare gli uomini dell’Alsazia dove i francesi avevano concentrato il loro attacco più forte e in Prussia orientale per arrestare l’arrivo dei russi. Qui ottennero con i generali Paul von Hindenburg e Erich Ludendorff una grande vittoria il 30 agosto a Tannenberg che portò alla Russia gravissime perdite (30.000 morti e 120.000 prigionieri). Parigi non fu espugnata e il 5 settembre nella regione del fiume Marna gli eserciti inglesi e francesi passarono all’attacco e cancellarono ogni speranza tedesca di invadere Parigi. Francesi e inglesi erano numerosissimi (1.000.000 di francesi e 125.000 inglesi contro i 1.275,00 tedeschi) grazie alle ferrovie che portavano nei punti di raccolta tutti i soldati necessari alla vittoria. Neppure la guerra civile americana aveva impiegato tale spiegamento. I tedeschi tentarono di conquistare i principali porti francesi sulla Manica ma non ci riuscirono. Nel 1914 la situazione si bloccò del tutto e il conflitto diventò una guerra di posizione: i due eserciti (stremati e privi di munizione) si posizionarono lungo una linea che percorreva longitudinalmente l’intera Francia, dal Mare del Nord fino al confine con la Svizzera e questo venne chiamato “fronte occidentale”. Erano due interminabili file di trincee (765 km circa) che correvano una in parallelo all’altra separate da circa 200 /1000 metri a seconda dei posti, chiamato “terra di nessuno”. Guerra di logoramento e guerra totale La guerra di trincea - Una fase di stallo La guerra iniziata tra tedeschi e inglesi/francesi in Francia dall’autunno del 1914 non subì alcun cambiamento, perché risultava vano da una parte o dall’altra la conquista delle trincea avversaria. Entrambi gli eserciti infatti erano dotati delle stesse armi moderne: cannoni di grosso calibro, fucili a retrocarica e a canna rigata e le mitragliatrici. Chi tentava di invadere la trincea opposta rimaneva colpito dal rapido e micidiale fuoco avversario. Anche il filo spinato posizionato davanti alle trincee ostacolava la corsa degli attaccanti e ne bloccava l’impeto al momento dell’assalto. Le condizioni dei militari erano drammatiche, vivevano nel fango, divorati dai pidocchi, gravi erano gli shock e i traumi psichici da affrontare. La capacità difensiva di ogni esercito era infinitamente superiore alla sua capacità di attacco e di penetrazione. Guerra di logoramento: armi di difesa e non di attacco, stavano nelle trincee. 26 aprile 1915 l’Italiafirma il patto di Londra con Francia e Inghilterra che li chiedono di entrate in guerra in cambio li danno trento trieste l’istria e un pezzo di dalmazia e le colonie tedesche in africa. 24 maggio1915 entra in guerra. Nuove armi: i gas asfissianti La situazione di stallo non fu spezzata neppure con l’aiuto di alcune nuove armi come il gas sperimentato dai tedeschi il 22 aprile 1915 nella città belga di Ypres e poi usato ampiamente da inglese e francesi. L’effetto fu devastante ma il gas era poco affidabile e poteva essere molto pericoloso persino per chi lo lanciava, soprattutto quando cambiava il vento e la nube tossica veniva respinta verso la propria trincea. I soldati furono forniti di rudimentali maschere, un tampone di lino imbevuto in sostanze chimiche o da urina. Le grandi battaglie del 1916 Nel 1916 furono combattute le due battaglie più lunghe e sanguinose dell’intera guerra. L’offensiva tedesca contro la città di Verdun e l’attacco inglese nella valle del fiume Somme. A Verdum le difese francesi respinsero l’attacco dei nemici provocando alle truppe tedesche forti perdite. Furono sparate oltre 23 milioni di granate: più di 100 al minuto e i tedeschi cadevano al ritmo di 1 ogni 45 secondi. La battaglia della Somme Anche nella regione della Somme l’attacco delle truppe inglesi fu preparato dal fuoco di 1500 cannoni di grosso calibro e che fecero cadere sulle linee tedesche circa 250.000 granate in poco più di un’ora (circa 3500 al minuto). L’offensiva inglese però ebbe la peggio: solo il 1° luglio morirono 20.000 soldati e 25.000 uomini risultarono feriti gravi. Le due grandi battaglie videro la comparsa dei lanciafiamme utilizzati a Verdum nel secondo giorno di lotta. Nella valle della Somme invece troviamo i carri armati (tanks) inventati dagli inglesi. Ne furono impiegati 49 ma non risultarono decisivi, erano ancora troppo fragili e poco numerosi per sfondare il fronte nemico. Nelle due battaglie morirono migliaia di uomini su entrambi i fronti, ma la situazione strategica complessiva non cambiò. La prosecuzione della guerra Nessun aveva previsto che la guerra fosse così esigente e costosa e così lunga. La vittoria sarebbe stata ottenuta da chi era capace di reggere a tempo indeterminato i costi materiali e le sofferenze provocate dal conflitto. Era una guerra di logoramento (come quella della guerra civile americana) che vedeva contrapposti non solo i due eserciti ma due sistemi sociali (due apparati produttivi che garantivano agli eserciti le risorse umane e i materiali indispensabili per continuare a combattere. Le risorse umane La Gran Bretagna (poche risorse militari)era l’unico Paese europeo che non possedeva nel 1914 la coscrizione obbligatoria per cui poté schierare all’inizio della guerra solo 50.000 (volontari) contro l’esercito austro-ungarico che era di 3 milioni di soldati, quello francese di 4 milioni e tedesco di 4 milioni e mezzo e quello russo di 6 milioni. Fu necessario per l’esercito inglese aumentare i propri effettivi e il 5 gennaio 1916 fu presentata una proposta di legge per il servizio di leva e furono arruolati altri 2 milioni di soldati. La Germania né arruolò 11 milioni. Fu quindi un conflitto di massa, impensabile per quel tempo, tanto che Inghilterra e Francia mobilitarono truppe provenienti dai territori coloniali africani, marocchini e indiani, canadesi, australiani e neozelandesi. La necessità di riorganizzare l’economia Economicamente ci fu una specie di rivoluzione nella gestione delle risorse e della produzione. Nel 1914 fu istituito un blocco navale da parte della Gran Bretagna che penalizzò il commercio di importazione tedesco. Impediva al nemico di ricevere tutte le materie prime necessarie per la produzione bellica (rame, nitrato di potassio provenienti dal Cile essenziali per la fabbricazione delle granate e degli esplosivi). L’industriale tedesco Walther Rathenau nel 1914 chiese al Kaiser l’istituzione di un ministero per le Materie prime che requisiva e distribuiva in modo programmato dall’alto le scorte di materie prime disponibili in Germania. Questo esperimento fu fondamentale perché introdusse una rigorosa pianificazione in tutti gli ambiti e settori vitali dell’economia nazionale che pone fine al modello liberista (l’economia si autoregolava in base alle esigenze del mercato e delle leggi della domanda e dell’offerta) ponendo lo Stato ad arbitro supremo della dinamica economica. La Germania così non ebbe alcun problema con i mezzi di produzione. La guerra sottomarina Per sopperire alla carenza di nitrato di potassio la Germania si indirizzò alle scoperte dell’industria chimica che ricavò azoto dall’atmosfera, procedimento dagli alti costi di produzione. Il Germania però scarseggiavo i generi alimentari. Per la carenza di fertilizzanti il raccolto del 1916 fornì la metà del grano ottenuto nel 1913. Molti tedeschi furono costretti soprattutto nelle città nell’inverno 1916/17 a nutrirsi di sole rape. Molti bambini morirono per denutrizione. Nel 1916 la flotta tedesca si scontrò con quella britannica al largo della costa dello Jütland. Nonostante le perdita della flotta inglese i tedeschi non riuscirono a forzare il blocco e tornarono ai loro porti dopo aver perso anche loro una buona parte della loro flotta. La Germania quindi intraprese una guerra sottomarina che si rivelò più efficace di quella fatta sopra il mare. I sommergibili tedeschi silurarono le navi britanniche che solcavano l’Atlantico e il Mare del Nord arrestando il flusso delle materie prime e di derrate alimentari dirette in Inghilterra proprio come aveva fatto precedentemente il blocco navale inglese nei loro confronti. La flotta inglese subì nei quattro anni di guerra gravissime perdite. Il fallimento della strategia tedesca La primavera del 1917 fu per l’Inghilterra il periodo più critico di tutta la guerra. Non c’era più cibo ne materie prime necessarie all’industria. Quando venne adottato il sistema dei convogli la situazione cambiò: le navi mercantili erano scortare dalla marina. Il fallimento dell’offensiva sottomarina fu una delle cause della sconfitta tedesca. Su entrambi i fronti la prima guerra mondiale si orientava nella direzione della guerra totale senza più differenza tra civili e militari: la distruzione dell’apparato produttivo nemico era importante quanto la vittoria sul campo. Questo aspetto tipico dei conflitti moderni sarebbe stato portato a livelli più forti e drammatici durante la seconda guerra mondiale grazie allo sviluppo dell’aviazione (nella guerra 1914/1918 non era in grado di svolgere bombardamenti su vasta scala). Londra nella prima guerra mondiale fu bombardata dai dirigibili Zeppelin e dai grossi aerei bimotori Gotha ma i danni e le vittime provocati dagli attacchi nulla ebbero a vedere dai massaggi bombardamenti che avrebbero investito le città inglesi, tedesche o giapponesi durante la guerra 1940/1945. Intervento americano e sconfitta tedesca L’intervento americano - Proteste e ammutinamenti La guerra di logoramento esigeva costi sempre più elevati e il malcontento nella popolazione aumentò sia tra i soldati al fronte che nei civili stanchi dell’aumento dei prezzi, della carenza di cibo e di prima necessità. Inizialmente il malcontento era solo da parte di gruppi minoritari staccatisi dai vari gruppi socialisti dei diversi Paesi che si riunirono in terra neutrale (Svizzera) a Zimmerwald nel settembre del 1915 e a Kienthal nell’aprile del 1916. I loro appelli di pace che richiamavano all’idea marxista non furono ascoltati. Il 1917 fu l’anno decisivo del conflitto. Nell’aprile 200.000 operai a Berlino chiesero in sciopero l’apertura delle trattative di pace, 30.000 francesi abbandonarono le trincee, al Nord della Francia un reggimento di fanteria si impadronì della città di Missy-aux-Boix e proclamò un contro-governo che avrebbe posto fine alla guerra. Le autorità francesi cercarono di porre fine a tale ammutinamento ma dosarono con estrema intelligenza la repressione , intervenendo migliorando le condizioni di vita dei soldati al fronte. 400 uomini furono contattati a morte ma solo 50 fucilati e gli altri mandati ai lavori forzati, ma ai soldati in trincea furono concessi turni di riposo di lunghi. Il crollo della Russia Dopo sei settimane l’esercito francese tornò ad obbedire ai suoi generali. La Russia cominciava ad accusare il conflitto. Nell’Europa dell’Est la guerra era differente. L’esercito russo aveva tenuto testa a quello austriaco ma non a quello tedesco. L’esercito zarista si era sgretolato e erano circa 1 milione e mezzo i disertori. La Germania nell’Europa dell’Est aveva vinto la guerra. Nelle città russe mancavano i generi di prima necessità (pane, legna, carbone) e fame e freddo si facevano sentire nelle città. Il costo della vita era cresciuto del 700%. Le conseguenze politiche in Russia Tra febbraio e marzo 1917 lo zar cadde e fu creato un governo provvisorio che tentò di continuare la guerra e di lanciare una nuova offensiva. I comunisti guidati da Vladimir Lenin però proclamarono la fine della guerra se sarebbero salito al potere, che avrebbe portato alla firma di una pace separata con la Germania. Il caos provocato tra ottobre e novembre del 1917 permise a Lenin di effettuare un colpo di stato a Pietrogrado (l’attuale San Pietroburgo). Il nuovo governo comunista firmò con i tedeschi la pace di Brest-Litovsk il 3 marzo 1918. Le condizioni furono pesantissime: l’Ucraina doveva diventare uno Stato autonomo, satellite della Germania. Lenin pur di stare al potere accettò tutte le umilianti condizioni poste dai tedeschi anche perché il popolo russo era stanco di combattere. La pace firmata da Lenin in campo internazionale segnò un rilancio del socialismo, che poté presentarsi come il vero e unico difensore della pace.
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