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prima guerra mondiale, Appunti di Storia

prima guerra mondiale, trattati e spiegazioni

Tipologia: Appunti

2022/2023

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giada-tve 🇮🇹

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Scarica prima guerra mondiale e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! L'impero austro ungarico era uno stato enorme che si estendeva dai triestini fino a Leopoli e comprendeva gran parte dell'Europa centrale. A sud l'ultima acquisizione era stata la Bosnia Erzegovina strappata all'impero turco nel 1878. Questa annessione aveva ulteriormente peggiorato i rapporti dello Stato asburgico con il Regno di Serbia, un paese povero ma molto ambizioso è determinata liberare tutti gli slavi del Sud dalla dominazione straniera. Consapevoli di non poter competere con l'esercito austro-ungarico i servizi segreti di Belgrado finanziarono numerose associazioni nazionalistiche, le quali dirigevano vari gruppi terroristici. La più importante di tale organizzazione era “Unione o morte” che ben presto si ramificò in altri gruppi operativi minori la cui “giovane Bosnia”. Furono alcuni militanti della giovane Bosnia a progettare l'attentato che il 28 giugno 1914 provocò a Sarajevo la morte dell'arciduca Francesco Ferdinando d'Asburgo. Subito il governo austriaco accusò la Serbia di essere mandante o complice di quell'atto violento. L'ostacolo più serio che sconsigliava una reazione drastica era che dichiarando guerra alla Serbia l'impero austro ungarico avrebbe dovuto combattere anche contro la Russia, la potenza che potevano mobilitare l'esercito più numeroso d'Europa. Pertanto, prima di iniziare il conflitto il governo di Vienna chiese appoggio militare a quello di Berlino. Secondo alcuni storici si trattò di una specie di delirio di onnipotenza, cioè di un'assoluta incapacità di calcolare le proprie forze e le proprie risorse. Altri storici, tuttavia, hanno notato che in documenti stesi dei vertici militari e politici di Berlino prima della guerra sembra piuttosto dominare il timore la paura che la Russia Si sarebbe rafforzata al punto del risultare imbattibile. IL PIANO SCHLIEFFEN la decisione tedesca di sostenere l'Austria Ungheria in caso di guerra con la Russia non era affatto scontata infatti dal 1892 l'impero zarista si era alleato con la Francia, che dopo la disfatta del 1870 era il principale nemico del Reich e aspettavo il momento opportuno per prendersi la sua rivincita. Da parte dei tedeschi l'alleanza Franco russa era stata accolta a suo tempo come una vera sciagura in quanto li avrebbe obbligati a dividere il proprio esercito su due fronti a est contro i russi e a ovest contro i francesi. La soluzione a questo problema fu trovata nel 1905 da Schlieffen comandante in capo delle forze armate del Reich. Visto che il sistema ferroviario dell'impero tedesco era molto più sviluppato di quello russo prima di riuscire a portare al fronte tutto il suo esercito lo stato zarista avrebbe impiegato almeno un mese. Questo tempo poteva essere sfruttato per colpire la Francia che doveva essere militarmente eliminata in sei settimane. Per raggiungere un simile obiettivo occorreva colpire sul fronte occidentale con una mossa che cogliesse i francesi di sorpresa questa era l'invasione del Belgio ai cui confini francesi non avrebbero ammazzato molte truppe. Dunque, nella sua prima fase il piano Schlieffen prevedeva la concentrazione della maggioranza dell'esercito Occidente nella seconda fase avrebbe dovuto attraversare il Belgio e piombare su Parigi da nord. Spazzata via la Francia si prevedeva poi che l'intero esercito tedesco fosse trasferita all'altro capo dell'Europa ove non avrebbe avuto seri problemi a sconfiggere i russi. Ma i problemi non mancavano infatti il Kaiser Guglielmo II e il suo governo non capirono che l'invasione del Belgio avrebbe irritato profondamente l'Inghilterra, avrebbe potuto avere successo solo se la Germania fosse rimasta in buone relazioni con la Gran Bretagna e fosse riuscita a garantirsi la sua neutralità. Invece Berlino non aveva fatto altro che destare preoccupazioni crescenti nel governo e nell'opinione pubblica inglese. La politica estera tedesca degli anni 1900-1914 è contraddittoria, o meglio, appare rischiosa e pericolosa. In caso di conflitto, infatti, la Germania avrebbe potuto trovarsi in guerra contro tutte le grandi potenze. Inoltre, il piano Schlieffen presupponeva la sorpresa e quindi di tempi di decisione e rapidi. Non appena scoppiò la crisi nell'estate del 1914 i generali tedeschi misero subito sotto pressione il cancelliere il governo, infatti, se avessero accettato la via della guerra dopo aver meditato troppo per la Germania non ci sarebbe più stata alcuna possibilità di vittoria. Il 23 luglio assicuratosi il sostegno tedesco il governo di Vienna consegnò un durissimo ultimatum a quello di Belgrado. Il governo serbo accetta di cessare ogni azione ostile, di vietare qualsiasi forma di propaganda diretta contro l'imperatore asburgico e di cacciare dall'esercito gli ufficiali più estremisti. Tuttavia, venne respinta la richiesta di istituire una serie commissione di inchiesta sull'attentato di Sarajevo e di inserire nel suo interno anche dei funzionari designati dall'Austria. Ritenendo che la Serbia non avesse rispettato tutte le clausole dell'ultimatum il 28 luglio l'impero austro ungarico le dichiara guerra iniziò l'ostilità. Decisi a sostenere la Serbia i russi iniziarono a radunare primi reparti militari in prossimità dei confini dell'impero austro-ungarico e del Reich tedesco. Il governo di Berlino chiese allo zar di fermare la mobilitazione del suo esercito, allo stesso modo i nemici della Germania chiesero al Reich di fare il primo passo cioè dice cessare qualsiasi spostamento di truppe. Da parte tedesca vi era poi la convinzione del generale che se si fosse perso tempo in inutili negoziati il piano Schlieffen sarebbe fallito punto così il 2 agosto la Germania diede inizio alle operazioni militari precedendo all'invasione del Belgio. La Gran Bretagna esitò ancora prima di prendere la sua decisione ma il 5 agosto gli dichiarò guerra in modo ufficiale. Nei decenni precedenti il 1914 l'internazionale aveva promesso che in caso di guerra gli operai l'avrebbero impedite boicottate con ogni mezzo. Nell’agosto del 1914 però non si verificò nessun boicottaggio anzi sia in Germania sia in Francia e in Russia i socialisti sostennero in parlamento la politica dei rispettivi governi. Una minoranza di nazionalisti accolse davvero con l'entusiasmo la dichiarazione di guerra sostenendo che esso sarebbe stato un prodigioso farmaco capace di rafforzare il senso di appartenenza al proprio popolo e alla comunità nazionale anche se tutti pensavano che la guerra sarebbe stata breve. Quando l’esercito germanico arrivò nella regione del fiume Marna a circa 40 chilometri della capitale francese, era esausto. In Belgio, mentre combattevano contro le truppe del piccolo stato i soldati tedeschi avevano dovuto sostenere marce forzate di 25-30 chilometri al giorno. I generali ritennero opportuno farli riposare prima dell’attacco finale contro Parigi. Inglesi e francesi approfittarono di questo rallentamento per dare inizio alla prima battaglia della guerra che avvenne il 5 settembre. I tedeschi vennero fermati cioè non riuscirono a conquistare Parigi. Tuttavia, i loro avversari non riuscirono a cacciarli dal territorio francese e nemmeno infliggere loro una disfatta decisiva. Ehi erano rimasti senza munizioni poiché i generali di entrambi gli schieramenti avevano ipotizzato che la guerra sarebbe stata breve quindi nessuno si era procurato delle vere scorte di proiettile di bombe. Furono i tedeschi e decidere di costruire una serie di fossati detti trincee entro i quali sarebbe stato possibile nascondere proteggere i propri soldati in caso di assalto nemico. quando inglese e francese limita erano sorse il cosiddetto fronte occidentale. lo scontro assunse caratteri che obbligarono a adottare numerosi e rapidi cambiamenti, ad esempio, il mutamento delle uniformi e dell'equipaggiamento dei soldati. Tutti gli eserciti adottarono elmetti d'acciaio che offrissero una migliore protezione alla testa dei soldati. Verso la fine del 1914 il presidente del consiglio Antonio Salandra e il ministro degli Esteri Sonnino iniziarono a prendere in considerazione alternativa alla neutralità assoluta. In particolare, i due principali esponenti del governo italiano cominciarono un dialogo diplomatico con i loro corrispettivi inglese e francese per valutare quello che avrebbero proposto all'Italia in caso di intervento nel conflitto. Questi colloqui culminarono con il cosiddetto patto di Londra che prevedeva la dichiarazione di guerra all'Austria Ungheria entro un mese dalla sua stipulazione in caso di vittoria e Regno d'Italia avrebbe ottenuto Trento Trieste il sud Tirolo l'Istria e la Dalmazia. Tutti i firmatari del patto di Londra il caso di vittoria ci sarebbero stati solo un ridimensionamento della presenza austriaca nell'Europa centrale e meridionale. Nessuno nascondeva la propria speranza che la sconfitta austriaca in Europa centrale fosse compensata ad un successo dell'esercito di Vienna contro quello russo per ridimensionare le ambizioni dell'impero zarista nella regione dei Balcani. Il patto di Londra venne stilato il 26 Aprile 1915. Il governo italiano ha chiesto un mese di tempo prima di passare ai fatti perché il trattato avrebbe dovuto essere ratificato anche dal Parlamento. L'atto finale dello scontro tra interventisti e neutralisti ebbe luogo nel maggio 1915 un mese che Gabriele D'Annunzio definì radioso perché caratterizzato dal massimo sforzo di obbligare i deputati della camera a ratificare il patto di Londra. Gabriele D'Annunzio fu il protagonista del maggio radioso che vide in tutte le principali città italiane imponenti manifestazioni a favore dell'intervento. Egli presentava sé stesso come un nuovo Garibaldi istituiva uno stretto collegamento tra la nuova terra da lui auspicato e il Risorgimento in altro D'Annunzio faceva più ricorso a immagini religiose È interessante notare che il primo ministro Andrea Salandra e il sovrano Vittorio Emanuele III invitati alla grandiosa manifestazione di Genova decisero di non partecipare. Non avevano capito che le masse popolari non avrebbero più accettato passivamente un ordine che arrivava dall'alto. Le autorità non venivano più considerate come rappresentanti di Dio in terra i garanti in un ordine sociale e politico intoccabile e inagibile per qualsiasi progetto politico le masse dovevano essere coinvolte e scaldate entusiasmate. Era necessario un capo dotato di grande carisma cioè capace di affascinare le masse e di suscitare nei cuori delle persone emozioni forti che le spingessero all'azione. D'Annunzio anticipò di vent'anni lo stile politico che sarà tipico dei regimi totalitari che pur privando le masse di ogni facoltà decisionale vera si sforzarono di tenere le masse stesse in continuo stato di mobilitazione sollecitando il loro entusiasmo e suscitando nei militanti di partito emozioni sempre più forti e gratificanti. Man mano che i tempi per l'approvazione del fatto di Londra si facevano più stretti i toni si alzarono in quanto gli interventisti si rendevano conto che un numero assai elevati di deputati erano neutralisti cioè schierati su posizioni molto simili a quelli di Giolitti. Mussolini giunse a chiedere la fucilazione alla schiena dei deputati neutralisti accusandoli di essere nemici della nazione. anzi arrivò a definire il Parlamento un bubbone pestifero che avvelena il sangue della nazione. Consapevole dei rischi cui poteva andare incontro Salandra diede le dimissioni. Tuttavia, poiché Giolitti non si sentì in grado di prendere la guida di un governo che avrebbe dovuto rinnegare il patto di Londra il re confermo Salandra stesso nel ruolo di presidente del consiglio. A quel punto la maggioranza dei deputati non ebbe il coraggio di aprire una grave crisi istituzionale cioè di contrastare apertamente la figura del sovrano, pertanto, il 20 maggio il governo incasso la fiducia della camera il 24 maggio dichiaro ufficialmente guerra all'Austria Ungheria. LA SVOLTA NEL CONFLITTO E LA SCONFITTA DEGLI IMPERI CENTRALI (1917-18) Dopo quasi tre anni dall’inizio del conflitto, nessuno dei due schieramenti era preparato al nuovo tipo di guerra combattuto principalmente sulla difensiva. Infatti, i generali continuavano a lanciare grandi offensive senza preoccuparsi più di tanto delle loro perdite affinché l’avversario ne subisse altrettante, l’importante era logorare l’avversario fino a farlo crollare. Le condizioni in cui i soldati erano costretti a vivere e morire provocarono ribellioni all’interno degli eserciti, la più clamorosa fu quella dell’esercito russo nel 1917 dove chiesero di porre fine alla guerra. La paura che queste ribellioni dessero il via ad una rivoluzione spinse ai comandati a ordinare fucilazioni tra soldati. In Italia, il generale Cadorna mise in atto la cosiddetta ‘’decimazione’’, ovvero l’esecuzione sommaria di un soldato estratto a sorte ogni dieci. Nonostante ciò, la protesta contro la guerra si fece più accesa. In paesi come la Russia, la Germania, l’Astro-Ungheria, che all’inizio della guerra non potevano più commerciare con il resto del mondo per via del blocco geografico, iniziarono a scarseggiare le risorse, comprese quelle alimentari. Nel 1917 scoppiarono vari scioperi e manifestazioni operaie che vennero duramente represse dalla polizia. In Italia la più violenta fu a Torino il 22 Agosto 1917: tutti i panifici della città, rimasti senza pane, scioperarono e saccheggiarono i negozi. Anche fra i partiti socialisti iniziava a crescere l’ostilità contro la guerra, infatti i socialisti rivoluzionari credevano che fosse necessario approfittare del conflitto per invitare i soldati a fare cadere i governi borghesi al potere. Il 6 Aprile 1917 entrarono in guerra gli Stati Uniti, all’epoca la più grande potenza industriale del mondo, contro la Germania. Il Presidente Woodrow Wilson e il Congresso presero questa decisine dato in continuo attacco alle loro navi, che commerciavano con la Gran Bretagna, dalla parte dei sommergibili tedeschi. Gli Stati Uniti non potevano permettere ciò dato che ricavavano molte risorse dai membri della triplice intesa e non poteva rischiare di perdere tali risorse. L’intervento degli Stati Uniti fu decisivo per le sorti del conflitto andando anche a controbilanciare l’uscita della Russia dalla contesa. Alle forze dell’intesa si unirono poco dopo la Grecia e il Brasile. L’evento più significativo del 1917 fu però l’uscita della Russia dalla guerra a causa di due rivoluzioni: la prima che determinò la caduta dell’impero zarista e la trasformazione del paese in repubblica liberale, e la seconda che portò al potere i bolscevichi di Lenin. La defezione dei russi permise alla Germania e all’Austria di concentrarsi su altri fronti, i tedeschi ne approfittarono per lanciare un’offensiva sul fronte italiano. Il 24 ottobre 1917, le battaglie di caporetto fu un disastro per gli italiani, 300.000 soldati caddero prigionieri e i superstiti si ritirarono, permettendo ai tedeschi di avanzare occupare ampie regioni del Friuli e del Veneto. Nel 1918 gli austro-ungarici concentrarono le loro forze sul fronte italiano per un attacco decisivo. La speranza era che l'esercito italiano, dopo caporetto, non avrebbe resistito e avrebbe chiesto un armistizio. Ma in realtà avvenne il contrario, gli italiani comandati dal nuovo generale Armando Diaz, potevano contare su pezzi di artiglieria superiori a quelli dei nemici e quindi l'attacco austriaco sul fiume Piave venne stroncato. Successivamente nel 1918 gli italiani passarono al contrattacco con la battaglia di Vittorio Veneto, nella zona tra il fiume Piave e il Monte Grappa. Gli italiani catturarono mezzo milione di prigionieri e presero Trento e Trieste, continuando l'avanzata e occupando anche i territori con popolazioni di lingua non italiana, con l'obiettivo di avere una posizione di maggior forza. il 4 novembre 1918 il comando austriaco firmò l'armistizio. I tedeschi nella primavera del 1918 avevano tentato una serie di offensive a ovest che, inizialmente, ebbero un enorme successo ma alla fine vennero contenute dalla resistenza degli Alleati. L'ultima offensiva chiamata dai tedeschi Friedensturm (assalto per la pace), si risolse in un disastro. gli alleati rafforzati dall'esercito americano passarono all'attacco e l'esercito tedesco, sconfitto, si ritirò. In Germania anche la popolazione civile era ridotta ormai alla fame e diede vita a una rivolta a cui si unirono molti soldati, dopo che Guglielmo II fuggì in Olanda il nuovo governo firmò l’armistizio l’11 novembre 1918. I TRATTATI DI PACE Il primo trattato di pace fu stipulato tra gli imperi centrali e nella Russia a Brest-Litovsk il 3 marzo 1918. i russi persero ampi territori, tra cui L'Ucraina, La Polonia, i paesi baltici e la Finlandia. A parte l'Ucraina che sarebbe tornata sotto il controllo della Russia, gli altri Stati sarebbero divenuti indipendenti. oltre la perdita dei territori la Russia dovette pagare alla Germania e all'Austria-Ungheria un'indennità di sei miliardi di marchi. Terminata la guerra, i vincitori si trovarono dinanzi al compito di organizzare la fisionomia geopolitica dell'Europa. La prima conseguenza della guerra fu lo smantellamento di quattro grandi imperi: quello russo crollato nel 1917; l'impero austro ungarico scomparve per sempre; La Germania dovette rinunciare a molti territori e fu trasformata in Repubblica; l'impero ottomano si dissolse definitivamente. Il problema di come intervenire nel continente europeo per evitare i nuovi conflitti era stato affrontato dal presidente americano Wilson, egli aveva esposto il suo punto di vista in un documento articolato in 14 punti e basato su due principi: l'affermazione della libertà di commercio tra le nazioni e quindi l'eliminazione dei dazi e delle barriere doganali; l'affermazione del diritto di autodeterminazione dei popoli, che è implicava la libertà di ogni nazionalità di scegliere come governarsi e che delegittimata il dominio di alcuni popoli su altri. l'ultimo dei 14 punti di Wilson parlava di un'organizzazione internazionale, la società delle Nazioni: questa avrebbe dovuto riunire tutti i paesi del mondo e, grazie ai negoziati diplomatici, avrebbe reso possibile dirimere le controversie tra gli Stati senza ricorrere all'uso delle armi. Alla fine della guerra, la società delle Nazioni si realizzò ma non riuscì mai ad assolvere il compito per cui era stata creata. I rappresentanti dei paesi vincitori si riunirono il 18 gennaio 1919 per negoziare in nuovo assetto dell’Europa. Oltre al presidente americano Wilson ne furono protagonisti il francese George Clemenceau e l’inglese David Lloyd George, mentre Vittorio Emanuele Orlando, presidente del consiglio dell'Italia ebbe un ruolo di secondo piano. Wilson avrebbe voluto un patto di pace senza vincitori ma le altre potenze vincitrici riuscirono imporre una pace punitiva volendo far pagare alla Germania e ai suoi alleati il costo della guerra. la questione della Germania trovò soluzione nel trattato di Versailles firmato il 28 giugno 1919. oltre alla restituzione dell'Alsazia e della Lorena alla Francia, alla smilitarizzazione della regione Renania, i tedeschi furono costretti a concedere alla Polonia un corridoio territoriale fino a Danzica, sul mar Baltico. Le colonie africane della Germania vennero affidate alla Francia e alla Gran Bretagna e quelle asiatiche al Giappone, inoltre venne proibito ai tedeschi di possedere una flotta da guerra e un'aviazione ma si concesse di mantenere un esercito numericamente ridotto. Inoltre, la Germania fu obbligata a pagare un'enorme somma come riparazione per i danni avvocati durante la guerra e a riconoscere di essere stata responsabile dello scoppio del conflitto. Questione dell'impero austro-ungarico fu risolta invece col trattato di Saint Germain il 10 settembre 1919 con l'Austria, con quello di Neuilly con la Bulgaria e quello di Trianon con l’Ungheria. Oltre alla formazione di due Stati indipendenti, L'Austria e l'Ungheria, videro la luce anche la Cecoslovacchia, Il Regno dei serbi, croati e sloveni (regno di Jugoslavia). Il Trentino e Trieste vennero assegnati all'Italia cui invece fu negata parte della Dalmazia. La Bulgaria dovette cedere alla Grecia la Tracia, la Transilvania e la Dobrugia alla Romania, e alla Jugoslavia una parte della macedonia. La ‘’ questione orientale’’ ti sblocco il 10 agosto 1920 con il trattato di Sèvres, con cui venne stabilito lo smembramento dell'impero ottomano. in base ad un accordo segreto stipulato dai diplomatici britannici e francesi, l’accordo Sykes-Picot del 1916, Medio Oriente finì sotto il controllo di Francia e Gran Bretagna. Alla Francia furono assegnati Siria, Libano e Cipro, alla Gran Bretagna Iraq, Palestina e Transgiordania, il trattato prevedeva la nascita Dello Stato autonomo armeno e la cessione alla Grecia della tracia occidentale. Inoltre ampie regioni dell'odierna Turchia sarebbero influenzate dell'economia italiana e francese, queste clausole furono accettate passivamente dal sultano ma suscitarono l'opposizione dei nazionalisti che formarono un governo d'opposizione con sede ad
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