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prima guerra mondiale e il primo dopoguerra, Schemi e mappe concettuali di Storia

vigilia dello scoppio della Prima guerra mondiale Triplice Alleanza e Triplice Intesa attentato a Sarajevo il conflitto battaglie della Marna e di Verdun, l'italia Patto di Londra battaglia di Caporetto Armando Diaz Russia primo dopoguerra La Società delle Nazioni e i 14 punti di Wilson vittoria mutilata

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2021/2022

Caricato il 07/06/2022

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Scarica prima guerra mondiale e il primo dopoguerra e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Storia solo su Docsity! prima guerra mondiale Nel 1914, alla vigilia dello scoppio della Prima guerra mondiale, i rapporti tra le nazioni europee erano tesi e difficili: rivalità, sentimenti di rivalsa e di indipendenza, desideri d’espansione e nazionalismi accesi erano all'ordine del giorno. I vari paesi erano uniti da alleanze:  La Triplice Alleanza, formata da Germania, Austria e Italia  La Triplice Intesa, formata da Inghilterra, Russia e Francia. L’uccisione dell’erede austriaco Francesco Ferdinando, a Sarajevo segnò l’inizio della Prima guerra mondiale: l’Austria dichiarò guerra alla Serbia; la Russia mobilitò l’esercito; la Germania diede inizio alle ostilità con la Francia e la Russia, alle quali si unirono Inghilterra e Giappone. A fianco dei Tedeschi entrò in guerra l’impero ottomano, e la guerra assunse dimensioni mondiali. IL CONFLITTO  Le nazioni in guerra usavano le tecnologie più progredite e l’efficienza delle loro industrie per costruire armi letali. Furono distrutte città e paesi e il costo della vita salì alle stelle. I piani tedeschi prevedevano una rapida guerra di movimento ma nel tempo queste battaglie trasformarono il conflitto in una tremenda guerra di posizione. L’Italia, che si era separata dall’Alleanza, era divisa in:  Neutralisti (socialisti, cattolici e liberale), contrari alla guerra  Interventisti (nazionalisti, soc. rivoluzionari, irredentisti e proprietari di impr. belliche), a favore per la guerra. Russia e Austria si contendevano da tempo i territori dell’ex Impero Ottomano e la Germania era l’unica a non essersi appropriata di nessun territorio, così i tedeschi penetrarono a Istanbul e cominciarono ad appoggiare l’Austria- Ungheria contro la Serbia, e i turchi contro la Russia. Si scatenò così una guerra: Austria contro Serbia e Russia contro Germania. i francesi si allearono con i russi rispondendo con un raid aereo su Norimberga alla richiesta di neutralità tedesca. Il potenziamento navale tedesco preoccupava inoltre l’Inghilterra, che chiedeva il rispetto della neutralità del Belgio. I tedeschi però attraversarono con le loro truppe il territorio belga, inimicandosi anche gli inglesi. tutti inizialmente s’illusero che la guerra sarebbe durata poco; si protrasse invece per ben 4 anni, soprattutto con l’introduzione di nuove armi messe a punto grazie al progresso scientifico. Furono innumerevoli i morti e i feriti. La rete ferroviaria trasportava ovunque soldati e forniture, la radiofonia facilitava enormemente la comunicazione, c’erano poi i sottomarini, le armi chimiche (come gas letali), tuttavia le strategie militari erano rimaste invariate. Nelle battaglie della Marna e di Verdun, le truppe tedesche avanzarono sin quasi a Parigi, ma furono fermate dai francesi che le respinsero e contrattaccarono, il tutto con la perdita di innumerevoli vite umane; nonostante ciò, grosso modo, la battaglia ristagnava in una situazione di stallo, sia in mare che in terra, soprattutto nelle trincee (veri e propri inferni). i paesi in guerra, i cui soldati erano ormai stremati, si convinsero che l’unico modo per terminare velocemente la guerra era trovare nuovi alleati. Così il Giappone si alleò con l’Inghilterra e la Turchia con la Germania. L’Italia: era vincolata alla Germania e all’Austria dalla Triplice Alleanza, ma si era dichiarata neutrale e aveva l’obbligo di intervenire solo nel caso in cui uno dei suoi alleati fosse stato aggredito. Il paese in effetti era ancora economicamente inadeguato a sopportare il peso di una guerra. Tuttavia la voglia di rivendicare le terre irredente (Trentino e Venezia-Giulia) e sottrarle all’impero asburgico riunì numerosi italiani in vari schieramenti interventisti (interventisti democratici, liberal-democratici, radicali, socialisti-democratici e riformisti). Per gli interventisti- nazionalisti poi si trattava di un’occasione per elevare l’Italia a “grande potenza”, oltre che di conquista delle “terre irredente” (a essi si unì Benito Mussolini). Il Patto di Londra: Francia e Gran Bretagna erano interessate all’entrata in guerra dell’Italia, la Germania e l’Austria invece ne temevano la rinuncia alla neutralità. Gli imprenditori italiani vedevano nella guerra una grande fonte di entrare economiche, e Vittorio Emanuele III desiderava passare alla storia come il re che finalmente avrebbe realizzato l’Unità d’Italia, così si stipulò un patto segreto (nel 1915) con Londra: l’Italia si impegnava a scendere in guerra a fianco di Francia e Gran Bretagna, se, in caso di vittoria, gli fossero state concessi Trentino, Venezia-Giulia, Istria e Dalmazia. La maggioranza parlamentare era ancora tuttavia neutralista, Salandra presentava le dimissioni (respinte dal re) e il paese cominciò ad affrontare una crisi politica interna. Alla fine, il 23 maggio 1915, l’Italia dichiara guerra all’Austria. L’esercito italiano era formato in gran parte da contadini svogliati e rassegnati, e anche il conflitto italiano stagnava come gli altri nelle guerre di posizione delle trincee. La situazione peggiore tuttavia si aveva all’interno del paese: nelle città la libera informazione fu censurata, la vita politica democratica fu sospesa, l’amministrazione pubblica crebbe enormemente, furono creati numerosi nuovi uffici e ministeri, molte industri crebbero a dismisura grazie all’aumento della domanda indotta dalla guerra e gli operai nelle fabbriche erano sottoposti alla stessa disciplina ferrea dei soldati. Tuttavia nelle campagne la maggior parte dei contadini venne arruolata e costituì così la massa dei caduti, l’agricoltura venne danneggiata, il bestiame requisito e le terre devastate. La battaglia di Caporetto: gli operai scendevano in sciopero, i cittadini assalivano i forni nei villaggi, sul fronte si registravano numerosissimi ammutinamenti, finché un’armata austriaca appoggiata dai tedeschi sfondò le linee di difesa a Caporetto nel 1917; fu fermata solo in Friuli. Fu un disastro, tra morti, feriti e prigionieri. Il generale Luigi Cadorna viene sostituito con Armando Diaz, e si cerca di migliorare le condizioni dei soldati, gli venivano promesse terre gratuite al loro rientro in patria. Vittorio Emanuele Orlando sostituiva Boselli al governo, sempre nel 1917. La Russia: i russi avevano subito tutta una serie di sconfitte ai confini con la Prussia, avevano perso parte della Polonia, sconfitti dagli austriaci che insieme ai tedeschi cominciavano a penetrare in Russia. Dopo uno sciopero operaio a Pietrogrado in cui anche i soldati cominciarono a fraternizzare coi manifestanti, lo zar Nicola II abdicava e saliva al potere, eletto dalla Duma (il parlamento) L’vov, un liberale che si impegnava a portare avanti la guerra aiutato da Kerenskij, capo dei menscevichi eletto ministro della Guerra. I bolscevichi cominciarono ad istituire nelle grandi città i Soviet (parlamenti proletari), e Lenin, appena rientrato in Russia dopo l’esilio, portò in piazza milioni di operai e soldati armati, tuttavia l’insurrezione fallì e Lenin fuggì. La rivoluzione: Dopo l’ennesima sconfitta dell’esercito russo contro gli austro-tedeschi i soldati cominciarono a ribellarsi, Kerenskij cominciava a perdere di credibilità e Lenin ne approfittò per rovesciare il governo. Il 7 novembre 1917 fu preso il Palazzo d’Inverno (ex residenza dello zar). A Pietroburgo si riuniva il congresso dei Soviet e si costituiva un governo rivoluzionario, il Consiglio dei commissari del popolo. La dittatura del proletariato: alle elezioni successive tuttavia i social-rivoluzionari si assicuravano la maggioranza. Lenin, deciso a non cedere il potere, fece assassinare lo zar e la sua famiglia e diede inizio alla dittatura del proletariato. Furono aboliti parlamenti, magistrati, partiti, eserciti e la burocrazia in generale. I bolscevichi furono poi costretti a cedere Polonia, Estonia, Lettonia, Lituania, Finlandia e Ucraina ai tedeschi, decisi a voler perdere la guerra piuttosto che la rivoluzione. Gli Stati Uniti: gli USA era decisi a restare neutrali, tuttavia, la flotta sottomarina tedesca cominciò a colpire anche numerose navi mercantili americane e ciò portò alla dichiarazione di guerra alla Germania. I 14 punti: il contributo americano alla guerra fu decisivo; gli americani non disponevano di forze armata molto rilevanti, tuttavia erano capaci di finanziare e mantenere qualunque tipo di armata grazie al loro inesauribile patrimonio. Sentendosi arbitro del destino della guerra, dunque, Wilson fissò le condizioni sul futuro ordine europeo in “14 punti”, 5 riguardanti le relazioni internazionali, che dovevano ruotare attorno all’autodeterminazione dei popoli, e 8 riguardo specifiche questioni territoriali. Era prevista inoltre una Società delle Nazioni col compito di bloccare tutte le questioni e i potenziali conflitti.
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