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Prima guerra mondiale, seconda guerra mondiale, fasciamo e nazismo, Appunti di Storia

Programma di 5 anno di liceo, premesse e prima guerra mondiale, seconda guerra mondiale, fascismo, nazismo

Tipologia: Appunti

2021/2022

Caricato il 14/09/2022

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Scarica Prima guerra mondiale, seconda guerra mondiale, fasciamo e nazismo e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! IL PREGUERRA Nel primo decennio del 900 le tensioni e le relazioni tra le varie potenze si fecero sempre più complesse, perché entrarono in una forte competizione imperialistica, dovuta: 1) NECESSITÁ DI MATERIE PRIME PER L’INDUSTRIA, perché il sistema capitalistico era ormai sempre più avanzato 2) LA RICERCA DI NUOVI MERCATI, a cui indirizzare i propri prodotti 3) SVILUPPO DI FORTI SENTIMENTI NAZIONALISTICI La Francia era animata da un sentimento di rivalsa, il revanscismo, nei confronti della Germania con la quale aveva perso nella guerra franco-prussiana l’Alsazia e la Lorenza. La Germania, che stava diventando una delle potenze economiche, politiche e militari più forti, e la forte politica aggressiva di Guglielmo II suscitò la preoccupazione da parte di tutte le potenze europee entrando in contrasto non solo con la gran Bretagna e la Francia, ma anche con la Russia, perché era ostacolata nelle sue mire espansionistiche nel Balcani e nel Medio Oriente. In questo clima di rivalità l’equilibrio su cui prima si reggeva la pace in Europa fu incrinato dalla corsa agli armamenti di tutti i paesi e anche dall’insorgere di conflitti in alcune aree calde come il Marocco e i Balcani. RIVALITÁ TRA LA GRAN BRETAGNA E LA GERMANIA Uno dei primi motivi della rivalità tra la Gran Bretagna e la Germania era la competizione per il primato della marina militare: in Germania Guglielmo II diede avvio al piano Tirpiz, ovvero un programma di potenziamento della flotta navale, in funzione sia commerciale che militare, al cui piano la Gran Bretagna rispose con un piano di ammodernamento della Royal Navy. Le tensioni si inasprirono ancor di più quando la Germania adottò delle misure protezionistiche aumentando le tariffe doganali sui prodotti esteri (sia per aumentare la produzione interna e sia per indebolire Gran Bretagna) e quando ottenne la concessione per costruire una ferrovia tra Instanbul e Baghdad, che mise in allarme la Gran Bretagna, la quale pensava che la penetrazione tedesca nei territori ottomani potesse minacciare i propri interessi in Medio Oriente e soprattutto in India. La minaccia tedesca spinse la Gran Bretagna ad allearsi con la Francia e venne stipulata l’Intesa cordiale con la quale: 1) La Francia ebbe la possibilità di avere il Marocco 2) La Gran Bretagna ottenne il controllo dell’Egitto L’accordo tra la gran Bretagna e la Francia suscitò l’opposizione della Germania, così Guglielmo II si recò a Tangeri, città portuale Marocchina, per farsi garante dell’indipendenza del Marocco. In realtà l’obbiettivo reale di Guglielmo era quello di impedire l’affermazione del dominio francese. Ciò portò allo scoppio della 1 crisi marocchina che portò alla convocazione di una conferenza internazionale in Spagna, in cui la Germania godendo dell’appoggio solo dell’impero austroungarico, fu isolata. In seguito alla conferenza la Francia ottenne il protettorato sul Marocco. Questa conferenza pose in realtà le basi per una 2 crisi marocchina, poiché la Francia utilizzando come pretesto l’insorgere di alcuni disordini in alcune città marocchine, occupò militarmente il Marocco, così la Germania considerò violati gli accordi della conferenza e inviò una nave militare nel porto di Agadir, minacciando uno scontro militare. La Gran Bretagna minacciò la Germania di aprire un conflitto e la Germania temendo un conflitto non solo con la Gran Bretagna ma anche con la Francia, si ritirò e riconobbe il dominio francese sul marocco. La Russia sentendo minacciati i propri interessi in Medio Oriente e nei Balcani dalla penetrazione tedesca, si alleò con la Gran Bretagna in un unico fronte antitedesco, così l’intesa cordiale fu estesa anche alla Russia, formando la triplice intesa. L’Europa si trovava così divisa in due blocchi:  Da un lato la triplice intesa, tra Francia, Gran Bretagna e Russia, sorta contro la Germania  Dall’altro la Triplice alleanza, tra la Germania, Austria e Italia. Tuttavia quest’ultima era indebolita dal ruolo dell’Italia, poiché questa aveva già cercato l’appoggio nei paesi dell’intesa per ottenere la Libia e per di più era ancora in contrasto con l’Austria per la questione del Trentino e dell’Istria. LE GUERRE BALCANICHE A complicare ulteriormente la situazione internazionale fu la crisi dell’impero ottomano, poiché nell’impero ottomano scoppio una rivoluzione portata avanti dai Giovani turchi, che rovesciarono il sovrano imponendo un regime costituzionale e parlamentare. Approfittando della crisi dell’impero l’Austria annuncio l’annessione della bosnia-erzegovina. Tale iniziativa suscitò ovviamente le reazioni della Serbia, fautrice del panslavismo, poiché voleva creare un unico grande impero in cui riunire tutti i popoli la Slavi. La Serbia era appoggiata dalla Russia poiché era interessata ai territori dei Balcani e agli stretti del bosforo e dei dardanelli per avere lo sbocco sul mare. Così si creò una conflittualità sempre più forte tra la Russia e la Serbia da un lato e l’Austria e la Germania dall’altro, che chiaramente mettevano a rischio i già precari equilibri. Nel 1912 la Serbia, la Bulgaria, la Grecia, e il Montenegro si unirono in un’alleanza militare contro l’impero ottomano, scoppiò così la 1 guerra balcanica, nella quale l’impero ottomano dovette cedere tutto il suo territorio tranne i 2 stretti (dardanelli e instabul). La coalizione vincitrice però era fortemente divisa al suo interno perché: la Bulgaria che era legata economicamente all’impero austriaco, guadagnò l’accesso al mar Egeo e la Serbia non riuscì ad estendersi fino alle coste adriatiche, poiché si oppose il principato di Vienna. Scoppio cos’ la 2 guerra balcanica tra la Bulgaria e la Serbia. La Serbia fu appoggiata dalla Romania, Grecia e dall’impero ottomano, che voleva cercare di riottenere i suoi territori persi, e così la Bulgaria fu sconfitta. Venne sancita la pace di Bucarest con la quale i turchi recuperarono parte dei loro territori, mentre la Macedonia fu spartita tra la Serbia e la Grecia. LA GUERRA SUL FRONTE OCCIDENTALE Il piano germania prevedeva una guerra lampo, cioè un attacco rapidissimo e di sorpresa alla Francia, attraverso il belgio, territorio neutrale, e quindi la caduta di Parigi in sole 8 settimane. I tedeschi contavano sulla lentezza dell’esercito russo pensando che la Russia non sarebbe mai riuscita ad arrivare da est alle linee di fronte in francia in poco tempo, essendo la russia un terriotrio privo si ferrovie e mezzi di trasporto adeguati. Sconfitto il nemico ad occidente sarebbe poi stato molto più facile sconfiggere il nemico ad oriente. Tuttavia le previsioni della germania furono sbagliate, infatti l’esercito tedesco venne fermato sul fiume marna dall’esercito francese e contemporaneamente i russi, in anticipo rispetto a quello che pensavano i tedeschi, attaccarono la Prussia, dove però furono sconfitti ai laghi Masuri. La Germania così si ritrovò in realtà a combattere una guerra su due fronti: da un lato la Francia, dall’altro la Russia. La guerra così da una guerra lampo si trasformò in una lunga guerra di posizione, combattuta in condizioni disumane nelle trincee, lunga la linea che collegava le fiandre fino alla svizzera. Comparve per la prima volta un nuovo tipo di arma, un gas tossico, l’iprite, che fu lanciato dagli aerei tedeschi contro le trincee francesi. Si prospettava una guerra lunghissima in cui avrebbe vinto chi avrebbe resistito più a lungo. I soldati nelle trincee vivevano condizioni disumane, costretti a combattere contro il nemico, la maggior parte morivano sotto i colpi delle mitragliatrici avversarie nella terra di nessuno e chi sopravviveva tornava indietro aspettando il prossimo segnale d’assalto. Durante i 3 anni di conflitto i soldati iniziarono a manifestare i primi segnali di dissendo, rifiutandosi di combattere o addirittura a compiere atti di autolesionismo per non essere mandati in guerra. Le 3 grandi battaglie combattute sul fronte occidentale furono quelle di Verdun, le Somme e Passchendaele, che però non spostarono la linea di fronte. La Germania tentò allora di portare il conflitto anche sui mari. Gli inglesi istituirono un blocco navale impedendo alle navi tedesche l’ingresso nei porti inglesi con l’obbiettivo di bloccare l’approvvigionamento sia di materie prime che di generi alimentari. Berlino rispose al blocco navale iniziando una guerra sottomarina con gli U-Boot. Tuttavia furono colpiti non solo la flotta britannica ma vennero affondate anche navi civili e militari di Paesi neutrali, come il Lusitania, che era un transatlantico statunitense, per cui Washington protestò e così almeno temporaneamente Berlino ridusse la guerra sottomarina. IL FRONTE ORIENTALE E LA RUSSIA Sul fronte orientale la guerra fu per lo più di movimento e caratterizzato da un andamento altalenante, però comunque gli imperi centrali riuscirono a penetrare nel territorio russo. In seguito alla rivoluzione che portò alla caduta dello zar Nicola II e alla fine della dinastia Romanov, la Russia uscì dal conflitto e siglò la pace di Brest-Litovsk che comportò perdite molto gravi, cioè la Finlandia, paesi baltici, polonia, Bielorussia e Ucraina. Con la sconfitta della Russia i tedeschi e gli austriaci spostarono le truppe e le risorse fino a quel momento impegnate per la Russia sugli altri fronti. IL FRONTE DEI BALCANI Nel 1914 l’impero ottomano, guidato dai giovani turchi, si schierò con gli imperi centrali (germania e austria). Nel 1915 gli inglesi sbarcarono nello stretto dei dardanelli con l’intento di invadere instabul, tuttavia l’attacco fu fallimentare e in seguito alla battaglia di gallipoli gli inglesi si dovettero ritirare. La Serbia invece, dopo l’arretramento della Russia, avendo perso il suo alleato fu invasa e sconfitta dagli imperi centrali. Gli ottomani però, dopo la battaglia di gallipoli, non aveva la forza per aiutare la Germania e l’austria, anche perché era occupato a sedare la rivolta delle popolazioni arabe. Gli arabi infatti sostenevano l’intesa, poiché pensavo che andando contro l’impero ottomano appoggiando l’intesa avrebbero potuto ottenere l’indipendenza, non sapevano però che Francia, Gran Bretagna e Russia avevano oramai firmato un accordo segreto per spartirsi l’impero ottomano in caso di successo. Contemporaneamente in Turchia vi fu il genocidio degli armeni, poiché i turchi approfittando dell’instabilità e confusione causato dal conflitto mondiale si riversarono contra gli armeni, una minoranza cristiana, che vennero accusati dai turchi di essere il nemico interno e di tramare contro l’impero. Così dopo aver massacrato i soldati armeni, la persecuzione passò al resto della popolazione armena che venne portata in campi di concentramento durante le marce della morte. IL FRONTE ITALIANO Il fronte di guerra italo-austriaco si sviluppò tra Trentino e il Friuli. L’Italia per conquistare Trieste attacco ad est le difese austriache ma con scarsi risultati, in quanto l’esercito italiano era guidato dal generale Cadorna che non era preparato ad affrontare una guerra di posizione. In questo contesto crebbe sempre di più la protesta contro la guerra con manifestazioni sia da parte dei soldati che dei civili e quindi in questa situazione gli imperi centrali attaccarono l’italia e riuscirono a sconfiggere l’esercito italiana sulla linea dell’Isonzo, penetrando nel territorio italiano. In Italia si scatenò il panico, e ci fu subito una reazione da parte del governo, che su affidato a Vittorio Emanuele orlando, Cadorna fu destituito e fu sostituito dal generale Armando Diaz, l’invasione degli austriaci suscitò un grande senso di patriottismo che spinse tutte le forze politiche, che prima non erano favorevoli al conflitto, come i socialisti di Turati, a dare il loro appoggio al governo. Così l’esercito fu riorganizzato e n cambio furono promesse riforme sociali e le concessioni di terre ai soldati. L’esercito riuscì a fermare l’avanzata austriaca. L’INTERVENTO DEGLI STATI UNITI Nel 1917 anche gli stati uniti entrarono nel conflitto quando i tedeschi ripresero la guerra sottomarina. Il presidente Woodrow Wilson riuscì a vincere le opposizioni al congresso delle correnti isolazioniste, che non volevano che gli stati uniti entrassero in guerra, illustrando la propria visione delle relazioni internazionali in 14 punti. Wilson dichiarò guerra alla germania in nome dei valori liberali e democratici, affermando che il suo paese aveva il dovere morale di guidare gli altri paesi e di liberarli dal militarismo tedesco. L’intervento degli Stati Uniti restituì entusiasmo al fronte interno di Francia, Inghilterra e Italia, che videro chiaramente nell’appoggio e nell’aiuto degli stati uniti una speranza. L’ultimo attacco tedesco avvenne nel 1918, il cui esercito avanzò fino alla Marna, dove però si arrestarono per mancanza di uomini. La controffensiva alleata, rafforzata da un milione di soldati statunitensi, cosrinsero le truppe tedesco a retrocedere, sconfiggendo definitivamente i tedeschi nella battaglia di Amiens. Così i tedeschi firmarono l’armistizio di Rethondes, arrendendosi senza condizioni. In Italia invece, i soldati guidati dal generale Diaz, sconfissero gli austriaci e occuparono Trento e Trieste. L’impero austro-ungarico si dissolse e i popoli slavi si dichiararono indipendenti e l’austria divenne una repubblica. Al termine della prima guerra mondiale, fatta eccezione degli stati uniti, tutti i paesi vinti e vincitori, ne uscirono stremati e in condizioni di estrema debolezza. La conferenza di pace iniziò a Parigi nel1919, in cui furono assenti i Paesi sconfitti ed ebbero voce in capitolo solo Francia, Regno Unito, Stati Uniti e Italia, rappresentati da Clemenceau, George, Wilson e Vittorio Emanuele Orlando. Il crollo dei quattro grandi Imperi (austriaco, russo, tedesco e ottomano) imponeva di ridisegnare la carta dell'Europa centro-orientale e di ridefinire i confini. tuttavi Tuttavia da un lato c’erano i paesi vincitori che volevano umiliare la germania e trarne dalla vittoria tutti i possibili maggior vantaggi sia territoriali, politici e economici, mentre dall’altro lato Woodrow Wilson che invece riteneva che i nuovi confini si dovessero determinare, appellandosi al principio di autodeterminazione dei popoli. Per cui i 5 trattati di pace cercarono di conciliare queste due esigenze: 1) Trattato di Versailles impose durissime condizioni alla Germania, che dovette restituire alla Francia Alsazia e Lorena, alla Cecoslovacchia i Sudeti, alla Polonia l'Alta Slesia, e un corridoio territoriale che le assicurava lo sbocco sul mare fino a Danzica, che venne però dichiarata città libera. La Germania fu obbligata a cedere le colonie extraeuropee, a pagare un enorme debito di guerra. Tali condizioni di pace furono talmente punitive da suscitare nei tedeschi violentissimi sentimenti di rancore e rivalsa verso le potenze vincitrici. Furono create quattro Repubbliche indipendenti (Lettonia, Lituania, Estonia e Finlandia) nei All’interno dei soviet tuttavia vi erano forze politiche contrastanti, in quanto era composto: 1) Sia dai menscevichi e dai socialisti rivoluzionari, che erano favorevoli a progreseguire la guerra, dalla quale si aspettavano una spinta alla modernizzazione del paese. 2) Sia dai bolscevichi (lenin) che invece non erano favorevoli al proseguimento della guerra. Dopo che Nicola II abdicò, prese il potere momentaneamente il governo provvisorio chedecisero di continuare la guerra. Così nell’aprile del 1917 Lenin, sostenitore dei bolscevichi, che quindi era contrario alla guerra, pubblico le tesi di aprile in cui proponeva di affidare il potere ai soviet, nazionalizzare le industrie, abolire la proprietà privata con un’equa ridistribuzione delle terre e interrompere il conflitto mondiale. In luglio vi fu un nuovo tentativo di insurrezione da parte dei bolscevichi contro il governo provvisorio, ma furono repressi e Lenin fu costretto a fuggire in Finlandia. LA RIVOLUZIONE DI OTTOBRE I bolscevichi, nel 1917, riuscirono a conquistare la maggioranza nei soviet e Lenin incitava i propri seguaci a diffondere le tesi di aprile e rientrato in Russia propose la rivoluzione come unico mezzo contro il rischio di un altro colpo di mano militare da parte del governo provvisorio. Così nella notte tra il 24 e il 25 ottobre Lenin formò un governo rivoluzionario, scoppiò così la rivoluzione d’ottobre. Lenin ottenuto finalmente il potere approvò il decreto sulla pace, con il quale la Russia abbandonava la guerra europea e con un altro decreto distribuì ai contadini le terre dei latifondisti. Il controllo delle fabbriche fu passato agli operai e agli impiegati. Lenin attuò quasi una dittatura infatti vietò gli scioperi, soppresse la stampa e costituì anche una polizia politica, la ceka, incaricata di imprigionare gli oppositori. IL REGIME BOLSCEVICO DI LENIN Lenin ottenuto il potere instaurò un vero e proprio regime bolscevico, così nel 1918 i bolscevichi sciolsero l’assemblea costituente e crearono un esercito bolscevico, l’armata rossa. Lenin proclamò come unici centri di potere i soviet e il Partito bolscevico divenne il Partito comunista. Lenin instaurò una vera e propria dittatura rivoluzionaria guidata dal partito. Il partito adottò un rigido piano economico detto il comunismo di guerra , che prevedeva il controllo da parte dello stato del commercio, dell’agricoltura, del razionamento dei beni dei cittadini, ai quali venne consegnata la così detta tessera annonaria, che consentivano di ritirare i beni alimentari in base al nucleo familiare. OPPOSIZIONI AL REGIME Tuttavia gli ex generali dello zar, intenti a riportare la monarchia, formarono le Armate Bianche, gruppi di combattenti che si opposero ai bolscevichi. Scoppiò così una guerra civile, in cui l’armata rossa riuscì a sconfiggere l’armata bianca. L’armata rossa dovette fronteggiare anche la rivolta dei cosacchi, bielorussi, armeni e altri popoli che non volevano piegarsi al nuovo regime. La guerra civile si concluse con il trattato di Riga. CONSODILAMENTO DEL REGIME Nel 1919 Lenin creò l’internazionale comunista, che riuniva tutti i rappresentati dei vari partiti comunisti dei paesi europei, con lo scopo di voler preparare una rivoluzione mondiale. All’interno dell’internazionale i socialisti europei si divisero in 3 correnti di pensiero:  I comunisti, che volevano abbattere il capitalismo attraverso la rivoluzione  I socialisti, che volevano abbattere il sistema capitalistico ma senza arrivare alla rivoluzione  I socialdemocratici, che invece non volevano abbattere completamente la società borghese, ma riformarla dall’interno. Tutte le grandi potenze europee, preoccupate dalla possibile diffusione del comunismo, isolarono la Russia politicamente ed economicamente. L’economia della Russia precipitò drasticamente e per questo Lenin attuò un nuovo piano economico, la Nuova politica economica: che prevedeva che la produzione rimaneva sotto il controllo dello stato, mentre le piccole-medie imprese rimasero ai privati e fu autorizzato il libero commercio . Così l’economia russa riuscì a riprendersi Nel 1922 fu istituita l’Unione delle repubbliche socialiste sovietiche URSS, che cercò nel federalismo il collante tra le diverse etnie presenti negli immensi territori della Russia. Tuttavia la morte di Lenin(1924) rese nuovamente instabile la situazione. SIGNIFICATO DELLA RIVOLUZIONE La rivoluzione bolscevica portò quindi all’affermazione del comunismo, di ispirazione marxista, ma che poi di fatto si trasformò in un totalitarismo. I TOTALITARISMI NEGLI ANNI 30’in Europa si affermarono 3 regimi totalitari:  il COMUNISMO STALINIANO nella Unione Sovietica  il FASCISMO in Italia  il NAZISMO in Germania il termine totalitarismo indica un tipo di regime che si poneva come obiettivo quello di avere un controllo totale sullo Stato e sui cittadini ed esercitava tale controllo:  imponendo la propria ideologia, attraverso condizionamenti fisici e psicologici dei cittadini; che erano totalmente subordinati al regime  la vita politica dello Stato era controllata da un solo partito politico , incaricato di mediare tra le masse ed il potere, detenuto solo dal capo del regime  il capo del regime è un dittatore carismatico, depositario dell’intero potere dello Stato e che era in grado di convincere le masse, imponendo la propria ideologia come una forma di fede civile  manipolazione delle masse attraverso i mezzi di propaganda, le radio, i giornali ed il cinema, di cui il regime detiene il controllo  l’economia era sottoposta al controllo dello Stato  la contestazione del regime veniva resa impossibile da un sistema organizzato di repressione, che condannava i loro oppositori alla tortura o alla detenzione in campi di concentramento o alla condanna a morte. L’UNIONE SOVIETICA IN Unione Sovietica, nel 1924, alla morte di Lenin. Il potere era nelle mani dei bolscevichi, divisi però in due linee politiche: 1. quella che faceva capo a Trockji, secondo cui la URSS dove finanziare e estendere la rivoluzione in tutta l’Europa. 2. quella che faceva capo a Stalin, secondo cui la URSS doveva concentrarsi prima nel consolidare il comunismo russo e semmai in un secondo momento estenderla anche a livello internazionale. Stalin ebbe poi la meglio su trockji, consolidò il proprio ruolo di capo dell’URSS e subito, contestando la Nep, adottò una politica economica che prevedeva un maggior intervento statale sia nel sistema industriale, per modernizzarlo, sia in quello agricolo, attraverso la creazione di imprese collettive nelle campagne. Stalin voleva superare l’arretratezza tecnica ed economiche dell’URRSS, trasformando l’economia sovietica da agricola ad industriale, così da superare i paesi capitalistici più progrediti. Per raggiungere i propri piani Stalin attuò 3 piani quinquennali di produzione che servirono a stabilire quali beni dovevano essere prodotti, in quali quantità e da quali fabbriche, secondo una valutazione preventiva che soddisfacesse gli interessi generali della collettività. Il piano di industrializzazione di Stalin ebbe successo, al punto che l’Unione Sovietica riuscì a diventare la 2 potenza industriale del mondo. Dopo 5 anni, infatti, la produzione di carbone, energia elettrica, petrolio, ferro, acciaio era triplicata e la disoccupazione notevolmente ridotta. All’interno del partito socialista si crearono 3 correnti politiche: 1) Socialisti riformisti con Turati, che ritenevano che non bisognava abbattere completamente il sistema borghese, ma bisognava riformarlo dall’interno 2) I rivoluzionari o i massimalisti, con Lazzari e Serrati, che ritenevano che bisognava abbattere il sistema borghese, ma senza giungere ad atti rivoluzionari forti, questi si rifiutavano perciò ogni forma di collaborazione con i governi borghesi 3) Il partito comunista italiano, fondato da Gramsci, che volevano invece abbattere il sistema borghese e capitalistico con la rivoluzione In contrapposizione ai socialisti, tra i partiti di destra fu fondato il movimento i fasci italiani di combattimento, da mussolini (ex-socialista rivoluzionario) nel 1919 a Milano. Inizialmente ebbe pochissimi consensi ed era infatti appoggiata soltanto dalla borghesia che era timorosa del pericolo dello scoppio di una rivoluzione bolscevica e della diffusione del comunismo. Mussolini capì che per aumentare il suo seguito avrebbe dovuto rappresentare per il popolo il ritorno all’ordine, anche a costo di ricorrere alla forza. Così organizzò le camicie nere, squadre che compivano spedizioni violente contro operai, contadini e politici di sinistra. Nelle elezioni del 1919 vinsero i partiti di massa, con i socialisti e i popolari. LA SALITA AL GOVERNO DI MUSSOLINI Dopo l’abbandono di Vittorio Emanuele Orlando alla conferenza di pace, egli si dimette lasciando il governo a Saverio Nitti, che però non riuscendo ad ottenere la maggioranza all’interno del governo, poiché si opposero i socialisti e i cattolici, si dimise. Fu chiamato al governo Giolitti , durante il periodo del biennio rosso 19-20. Giolitti risolse la questione di fiume, firmando il trattato di Rapallo, e dovette occuparsi poi delle occupazioni delle fabbriche. Giolitti impiegò gli stessi metodi già da lui applicati nel 1904 (scioperi generali) decidendo di non reprimere le rivolte con la forza e cercare un compromesso tra i lavoratori e gli operai e per far si che gli operai lasciassero le fabbriche aumentò loro il salario. Tuttavia l’opera di Giolitti determinò lo scontento sia degli imprenditori che dei lavoratori. Giolitti non avendo una maggioranza stabile (dovuta anche allo scontento degli imprenditori e lavoratori), richiese nel 1921 delle nuove elezioni, cercando di fare un’alleanza elettorale tra i liberali, i nazionalisti e i fascisti. Così dalle elezioni ottennero la maggioranza e il partito fascista entrò in Parlamento con 35 deputati (da qui mussolini riesce a salire al governo). Mussolini forte dell’ingresso al parlamento mussolini trasforma i fasci di combattimenti in un vero e proprio partita, ovvero il partito nazionale fascista Pnf, che aveva un nuovo programma a favore delle classi dirigenti. Ciò determinò il cosiddetto doppio binario, cioè da un lato mussolini per ottenere visibilità si fece portavoce con l’azione parlamentare degli interessi della classe medio borghese, dall’altro continuò la repressione con le camicie nere e lo squadrismo. Ciò permise a mussolini di diventare arbitro della politica nazionale. Giolitti nel 1921 si dimette, non riuscendo a frenare l’avanzata fascista, e gli succede Bonomi che ugualmente si dimostrò incapace di fermare le violenze del partito fascista e fu sostituito nel 1922 da Luigi Facta, ma anch’egli si dimostrò incapace di fermare l’avanzata dei fascisti, che addirittura assaltarono la sede dell’Avanti, giornale dei socialisti. Mussolini approfittando della debolezza del partito socialista e delle altre forze parlamentari nell’ottobre del 1922 annuncia la marcia su Roma delle squadre fasciste, attuando un vero e proprio colpo di stato. Facta chiese al re Vittorio Emanuele III di firmare lo stato di assedio e di mandare l’esercito contro i fascisti, ma il re si rifiutò e nominò presidente del consiglio di Mussolini. (vittorio emanuele aveva paura di essere ucciso e quindi cedette ai fascisti). Mussolini, in occasione della presentazione del suo nuovo governo, tenne il discorso del bivacco, in cui era già evidente la sua politica del doppio binario , poiché da un lato cercò di intimidire il parlamento, che egli forte dell’appoggio degli squadristi avrebbe potuto occupare facilmente, mentre dall’altro lato si rese disponibile e aperto nei confronti della classe dirigente borghese e che si presentò al paese come un padre benevole, pronto a difendere la nazione. COSTRUZIONE DEL REGIME FASCISTA Mussolini, salito al governo, avviò la fascistizzazione dello stato, ovvero una trasformazione in senso autoritario degli organi statali. Il primo atto di questo processo fu l’istituzione del Gran consiglio del fascismo, organo direttivo del partito fascista che dettava le linee guida della politica del paese al consiglio dei ministri, che si sostituì di fatto al parlamento. Le squadre fasciste furono trasformate in una forza armata statale, posta però al servizio del regime, la Milizia volontaria per la sicurezza nazionale. Sul modello della ceka russa voluta da Lenin anche il fascismo si avvalse di una squadra segreta la ceka fascista, che si occupava di intimidire gli oppositori. Mussolini per rafforzare il proprio regime nel 1923 venne approvata una nuova legge elettorale, la Legge Acerbo, secondo la quale il partito che otteneva la maggioranza avrebbe avuto 2/3 dei seggi in parlamento. Così Mussolini sciolse le camere e nelle nuove elezioni del 24 per assicurarsi la vittoria, si presentò non con il partito nazionale fascista, ma con il cosiddetto listone, cioè un unico blocco nazionale, costituito da fascisti, liberali e cattolici, riuscendo così ad ottenere il controllo della camera dei deputati (parlamento). Le votazioni si svolsero tra brogli, intimidazioni, minacce e violenze da parte delle squadre e fu per questo che Matteotti, deputato socialista, denunciò pubblicamente i brogli. Matteotti venne così ucciso, ma non furono mai trovate prove riconducibili a Mussolini. I parlamentari socialisti dati i brogli elettorali, lasciarono il parlamento rifiutandosi di partecipare ai lavori parlamentari, e quest’avvenimento venne definito la secessione dell’Aventino (in riferimento ai plebei che si ritirarono sul colle aventino). Nonostante le pressioni Vittorio Emanuele III non revocò l’incarico a Mussolini. Mussolini così tenne un discorso alla camera dei deputati in cui si prendeva le responsabilità del delitto di Matteotti e annunciò la fine dello stato democratico e liberale, con LE LEGGI FASCISTISSIME diede inizio ufficialmente alla dittatura. Con le leggi fascistissime:  Accentro il potere unicamente nelle proprie mani, pur dovendo sempre manetere rispetto al re  Vennero soppresse ogni libertà, di stampa, di associazione,  Vietò gli scioperi  Vennero cancellate le autonomie locali, in particolare quelle comunali, infatti il sindaco venne sostituito dal podestà che era nominato sempre dal regime  Venne istituito un tribunale speciale per la difesa dello stato, gli oppositori al regime venivano puniti o con il confino (esilio) o con la pena di morte  Fu istituita una polizia di stato segreta, l’ovra, incaricata di reprimere gli oppositori IL GRAN CONSIGLIO DEL FASCISMO divenne ufficialmente un organo istituzionale, si compì così il processo di fascistizzazione dello stato. Nel 1928 venne fatta anche una nuova legge elettorale per cui vi era un'unica lista di 400 deputati alla quale gli elettori dovevano semplicemente approvare o respingere. Per queste le elezioni assunsero i caratteri di un plebiscito. Nel febbraio del 1929 Mussolini sempre per ampliare il proprio consenso cercò di attuare una politica di conciliazione tra lo stato e la chiesa, stipulò così i patti lateranensi, costituiti:  Trattato internazionale, con il quale lo stato riconosceva la sovranità del papa culla citta del vaticano e il papa riconosceva mussolini come capo del regno d’Italia con capitale Roma. La religione cattolica divenne la religione ufficiale dello stato  La convenzione finanziaria = il regno d’Italia doveva pagare al vaticano 750 milioni di lire come risarcimento perla perdita dei territori dello stato pontificio nel 1870  Il concordato, dava alla chiesa una serie di privilegi, come: l’esonero sal servizio militare degli uomini di chiesa, il matrimonio religioso aveva anche valore civile, la religione cattolica divenne obbligatoria nelle scuole I patti lateranensi fornirono al regime oltre che un solido alleato, il papa Pio XI giunse persino a definire mussolini come un uomo mandato dalla provvidenza. NAZISMO – GERMANIA Subito dopo la sconfitta nella 1 guerra mondiale, la Germania attraversò un periodo di profonda crisi economica, sociale e politica, che indebolì i governi della repubblica di Weimar, proclamata nel 1919. Questa crisi era dovuta a: 1) Ai pesanti debiti di guerra 2) Alla crisi di Ruhr 1923, in cui la Francia, come reazione al mancato pagamento della Germania dei debiti, occupò la regione mineraria del Rurh. La mancanza di carbone portò ad un crollo del valore della moneta, il marco, tedesco. 3) L’umiliazione della Germania, durante la conferenza di pace, portò ad un generale malcontento e rancore verso i governi e le potenze vincitrice, sia da parte dei cittadini, che delle forze politiche, che portò a scontri di piazza, omicidi politici, la ripresa della propaganda antisemita. Dopo la crisi della Ruhr, l’economia tedesca si rialzò nel 1924 con il piano Dawes, ovvero prestiti economici alla Germania, per ripagare i debiti, e con il piano Young nel 29, con il quale le rate che doveva pagare la Germania furono divise da 42 a 60. Tuttavia il piano Young non fu mai attivato a causa della caduta di Wall Street. Così nell’arco di breve tempo iniziarono a fallire a catena le imprese e aumentò notevolmente la disoccupazione. Crebbe di nuovo il malcontento che attribuì la responsabilità di questa crisi ai partiti di sinistra, quello socialdemocratico e il Zentrum cattolico. Di tale scontento ne approfittarono i partiti di destra e in particolare il partito nazionalsocialista. Il partito nazionalsocialista operaio tedesco, che poi venne chiamato più comunemente partito nazista, era stato fondato da Hitler nel 1920 a Monaco. L’ideologia alla base del partito nazista era sia di carattere nazionalista, poiché erano intenti a riscattare la Germania dopo l’umiliazione subita nella 1 GM e sia anticapitalistica e socialista, poiché ritenevano che lo stato dovesse avere massimo controllo sulla società e gli interessi collettivi dovessero prevalere su quelli individuali ed erano per la statalizzazione delle industrie. All’inizio degli anni 20 il movimento di Hitler non ebbe molti consensi ed aveva un carattere prevalentemente locale, fin quando nel 1923 Hitler organizzò un colpo di stato, il Putsch di Monaco, che però venne represso e Hitler fu mandato in carcere per 5 anni. Durante il carcere Hitler scrive il “mein Kampf”, su cui si fonda l’ideologia nazista, secondo cui i tedeschi discendevano da una razza pura, <<ariana>> e per questo superiore. Hitler pensava che per rinnovare la potenza della Germania, bisognava liberarsi delle razze “inferiori”, così da garantirsi uno “spazio vitale”, cioè uno spazio sufficiente per il sostentamento di un popolo. Secondo Hitler infatti le vicende umane erano un interminabile lotta tra razze, per conquistare il proprio spazio vitale (collegamento Marx- la storia è una continua lotta tra classi). LA SALITA AL POTERE Quando Hitler uscì dal carcere decise di attuare una nuova strategia sul modello di Hitler: da un lato per salire al governo legalmente, appoggiò il conservatore Hindenburg, che aveva la maggioranza e dall’altro lato invece utilizzare la violenza, per riportare l’ordine. Così vennero istituite le SA, cioè le squadre di assalto guidate da Rohm, e le SS, cioè le camicie brune, che erano inizialmente le guardie personali di Hitler. Le SS aumentarono sempre di più i loro membri fino a diventare una forza parallela alle SA. Queste si differenziavano poiché le SA erano più violente e con tendenze anticapitalistiche. Nelle elezioni del 1930 , il partito nazista ottiene 107 seggi diventando il 2 partito del paese. I partiti nazionali per cercare di fermare l’avanzata nazista cercarono di formare un governo di coalizione, che però non essendo uniti, non servì a nulla. La crescente crisi economica del 29 spinse l’opinione pubblica, sia le classi popolari che le classi dirigenti, a spostarsi verso l’estrema destra, così nelle elezioni presidenziali del 1932 Hitler ottenne solo il 37% dei voti contro Hindenburg, che quindi vinse. Nel frattempo il partito nazista aveva conquistato 197 seggi diventando il primo partito del paese e così Hindenburg nominò Hitler cancelliere (capo del governo). Hitler per garantire la netta maggioranza al suo partito nel 1933 scioglie il parlamento e richiese delle nuove elezioni. poco dopo vi fu un incendio al parlamento e Hitler per liberarsi dei comunisti, addosso a loro la colpa. Hitler vinse così le elezioni ottenendo così pieni poteri. Così Hitler ottenuti pieni poteri: 1) Scioglie i sindacati e li sostituisce con il Fronte tedesco del lavoro, un ente che era sotto il controllo del partito, così da controllare tutti i settori dell’economia 2) Elimina le autonomie locali, che furono sostituiti da governatori nominati da Hitler 3) Represse gli oppositori, introduce la pena di morte Nel 1934 nella cosiddetta notte dei lunghi coltelli Hitler fece uccidere dalle SS tutto il gruppo dirigente delle SA e il loro capo Rohm, poiché erano troppo violente e anticapitalistiche e in questo modo Hitler avrebbe perso l’appoggio degli industriali, indispensabile per la sua ascesa al potere. Dopo la notte dei lunghi coltelli Hitler assunse il totale controllo dello stato tedesco. Fece così emanare un decreto che fu confermato da un plebiscito nel 34, che concentrava tutte le cariche governative nel Fuhrer. Nasce così il terzo Reich, ovvero il nuovo impero di Hitler. Il parlamento quindi non aveva più alcun potere e le leggi venivano promulgate a colpi di decreti. Anche Hitler si avvalse di una polizia di stato segreta, la Gestapo. Hitler attuò un forte controllo sulle masse e sulle vite dei tedeschi attraverso: 1) LE ORGANIZZAZIONI DI MASSA Tutti i ragazzi dai 10 anni in su dovevano frequentare la gioventù hitleriana, che li addestrava alla vita militare, all’obbedienza e al rispetto del führer. Controllo delle scuole e dei programmi 2) LA CENSURA Attuò un rigido controllo sull’arte e la letteratura, ai quali venne privata la libertà di espressione, vennero bruciate opere, libri (falò dei libri proibiti). Vennero bruciati le opere di molti autori come Marx, Freud, Proust. L’arte veniva considerata come arte degenerata, cioè che davano una visione della realtà e del colore distorta che andavano contro la rappresentazione naturalistica, l’unica accettata dal regime. 3) PROVVEDIMENTI ANTISEMITI Con le leggi di Norimberga nel 1935 inizia ufficialmente la propaganda antisemita che da l’inizio ad una vera e propria persecuzione degli ebrei. Erano costituite da 2 leggi fondamentali che poi venero ampliate con altre ordinanze e direttive: 1) la prima stabiliva che i cittadini del Reich potevano essere soltanto quelli di razza pura tedesca 2) la seconda che vietava i matrimoni misti Con queste leggi viene sancito anche: 1) Gli ebrei vengono esplusi da tutti gli incarichi statali e economici 2) Viene negato loro il diritto di voto e di stampa La violenza contro gli ebrei si fece sempre più cruenta e nel 38 avvenne la notte dei cristalli in cui venero distrutti tutti i negozi e i beni degli ebrei e contemporaneamente vennero costruiti i lager 4) NUOVA POLITICA ECONOMICA Il regime si dovette occupare anche di risolvere la forte crisi economica che comunque rimaneva in Germania e così per ridurre il tasso di disoccupazione, avviarono un programma di lavori pubblici, mentre dall’altro lato per restituire al paese il ruolo di grande potenza mondiale e per conquistare quello “spazio vitale” avviò un piano di riarmo, violando però gli accordi di Versailles. Hitler si stava praticamente avviando a riprendere quella forte ed aggressiva politica espansionistica che avrebbe poi da lì a poco fatto precipitare l’Europa verso la 2 guerra mondiale. 2 GUERRA MONDIALE GUERRA CIVILE SPAGNOLA Nel 1936 in Spagna scoppiò una guerra civile quando Francisco Franco attuò un colpo di stato, guidando un’insurrezione armata contro il governo repubblicano, il quale reagì formando un proprio esercito. La guerra durò circa 3 anni, che si concluse con la vittorio di Franco che occupò Madrid e Barcellona. Il conflitto costò alla spagna milioni di morti, distruzione di campagne e città (come la Guernica). Franco instaurò così un regime autoritario di destra, appoggiato dal clero, dalla burocrazia, dall’esercito e dai proprietari terrieri. Franco cancellò le istituzioni liberali e i diritti democratici dei cittadini, istituendo un unico partito, la Falange Espanola, di cui franco ne era il capo. La dittatura di franco durò fino alla sua morte nel 1975. La dittatura di Franco venne appoggiata da Mussolini e Hitler, mentre Francia e Gran Bretagna non aiutarono il regime repubblicano poiché erano timorosi di una vittoria comunista in Spagna. L’unico Paese che invece si schierò con i repubblicani fu L’unione Sovietica e anche dalle brigate internazionali, costituite da dei volontari antifascisti provenienti da tutti i paesi europei e che erano coordinati dall’internazionale comunista. PREMESSE La principale conseguenza della guerra civile spagnola sul piano delle relazioni internazionali fu il definitivo avvicinamento tra Hitler e Mussolini che firmarono l’asse Roma-Berlino, un’intesa tra le 2 dittature di destra al fine di contrastare le forze di opposizione socialiste e comuniste. Inoltre Hitler era intento a conquistare tutto l’est per ottenere quello spazio vitale oltre che a sconfiggere in questo modo la Russia. Proprio per accerchiare la Russia firmò con il Giappone anticomintern (internazionale comunista) a cui più tardi aderì anche l’Italia, costituendo così asse Roma-Berlino-Tokyo. Hitler poi forte dell’appoggio dell’Italia, nel 1938, poté accedere all’Anschluss, cioè all’annessione dell’Austria (l’obbiettivo di Hitler era unificare tutti i popoli tedeschi e conquistare lo spazio vitale). Quando le truppe tedesche entrarono a Vienna non trovarono opposizione e quindi l’Austria entro nel Grande Reich tedesco (questo perché in Austria al governo era salito il partito nazista austriaco). Francia e Gran Bretagna invece, non volendo entrare in un'altra guerra con la Germania, attuarono la politica dell’appeasement, pensavano che accontentando Hitler nelle sue rivendicazioni più “ragionevoli”, questo si sarebbe fermato una volta ottenuto ciò che voleva. Nel 1939 Italia e Germania firmarono il patto d’acciaio che prevedeva che ciascuna delle due intervenisse al fianco dell’atra, se si fossero trovate coinvolte in un conflitto. Hitler, sempre con l’obbiettivo di voler unificare tutti i paesi abitati dai tedeschi, voleva conquistare i sudeti, che secondo il trattato di Versailles erano stati dati alla Cecoslovacchia. I governi occidentali non si opposero alla Germania, per paura di una nuova guerra europea, concessero i Sudeti ai tedeschi. Tuttavia nel 1939 Hitler invase poi tutta la cecoslovacchia non trovando nessun’opposizione. Dopo l’aggressione della Cecoslovacchia era quindi evidente il piano di Hitler, che non era più quello di unificare i paesi abitati dai tedeschi, ma era quello di avviare una vera e propria politica imperialistica, finalizzata ad espandere il Reich su buona parte del territorio europeo. Infatti Hitler chiese l’annessione della città libera di Danzica e l’accesso al corridoio di terra che era stato assegnato alla Polonia. La Polonia si rifiutò, Hitler allora preparò un esercito per occupare la Polonia e la Francia e la Gran Bretagna stanche delle pretese di Hitler pose fine alla politica dell’appeasement, dichiarando che questa volta avrebbero difeso i confini della Polonia e avviarono contatti con l’Unione Sovietica. la Germania firmò con l’Unione Sovietica un patto di non aggressione, il patto Molotov-rientro, che quest’accordo metteva la Germania al sicuro da un possibile guerra su due fronti, come era stato nella 1 GM. SCOPPIO 2 GUERRA MONDIALE Così Hitler il 1° settembre del 1939 invase la Polonia e nonostante il patto d’acciaio dichiarò la non belligeranza dell’Italia, in accordo con Hitler poiché l’Italia non era nelle condizioni per poter affrontare un altro conflitto mondiale. Così Francia e Gran Bretagna, dichiararono guerra alla Germania. La 2 guerra mondiale durò dal 1° settembre 1939 al 2 settembre 1945 ed è divisa in 2 fasi: 1) Una prima fase in cui ebbe la meglio la Germania e il Giappone 2) Una seconda fase in cui invece vi fu la rimonta degli Stati Uniti, Unione Sovietica e Regno Uniti e dalla sconfitta di Hitler, Mussolini e Hiroito (imperatore del giappone). Nella prima fase del conflitto i tedeschi adoperarono la tecnica della guerra lampo (utilizzo contemporaneamente dell’aviazione e di eserciti e carrarmati), che gli assicurò moltissime vittorie poiché gli eserciti europei erano ormai abituati alle guerre di posizione ed erano quindi impreparati ad affrontare un tipo di guerra del genere. Hitler attaccò la Polonia nel 39, che si arrese immediatamente e conquistò poi la Danimarca e la Norvegia. Contemporaneamente la Russia nel 39, per cercare di riconquistare i territori persi dopo la 1 GM, avanzò verso oriente, occupando Lettonia, Estonia, Lituania e Finlandia. 2) FRANCIA Nel 1940 Hitler attaccò la Francia, il cui esercito però venne sconfitto in poche settimane. Venne firmato un armistizio che divise la Francia in 2: la parte nord che rimase sotto il controllo dei tedeschi e la parte sud conservò la propria autonomia, ma solo formalmente, poiché il capo del governo collaborava con il nazismo. 3) LA GRAN BRETAGNA Nel 1940 la Germania aveva conquistato quasi tutto l’occidente per cui rimaneva solo la Gran Bretagna, guidata da Winston Churchill. Hitler per la gran Bretagna attuò il piano Leone marino, che prevedeva la distruzione dell’aviazione inglese, il bombardamento delle città inglese e poi infine lo sbarco in Inghilterra. Tuttavia la Gran Bretagna riuscì a resistere anche grazie all’utilizzo dei radar, con il quale riuscivano ad individuare gli aerei tedeschi in anticipo. La battaglia d’Inghilterra rappresentò la prima battuta d’arresto della Germania. 4) ITALIA all’inizio del conflitto 1939 l’Italia aveva dichiarato lo stato di non belligeranza, in accordo con Hitler, in quanto non era preparata militarmente per un conflitto. Tuttavia Mussolini nel 1940 entrò in guerra dichiarando guerra alla Francia e alla Gran Bretagna. Questo perché la Germania aveva avuto ormai solo successi, riuscendo a conquistare quasi tutto l’occidente, pertanto Mussolini pensava che entrando in una guerra, che ormai era praticamente già vinta, al fianco della Germania, avrebbe potuto condividere con la Germania i successi di guerra. Mussolini così attaccarono gli inglesi in Egitto, però la flotta italiana venne sconfitta e gli inglesi penetrarono in Libia, così che Hitler fu costretto ad intervenire in aiuto dell’Italia e mandò in africa l’Afrikakorps. Mussolini vista la difficile situazione in Africa decide di attaccare la Grecia ma venne ugualmente sconfitto e anche in questo caso dovettero intervenire le truppe tedesche. (l’obbiettivo di mussolini era aumentare la zona di influenza dell’Italia nel mediterraneo) L’Italia così perse praticamente tutto il corno d’africa (Somalia, Eritrea, Etiopia), che venne conquistato dagli inglesi. 5) UNIONE SOVIETICA
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