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PRIMA GUERRA MONDIALE SPIEGATA FACILE E COMPLETA, Slide di Storia

PDF sulla prima Guerra Mondiale spiegata in modo facile ma comunque completo. Si analizza la guerra dall'inizio alla fine, sottolineandone le cause e i tratti distintivi e nuovi della Grande Guerra rispetto alle altre.

Tipologia: Slide

2023/2024

In vendita dal 01/07/2024

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Scarica PRIMA GUERRA MONDIALE SPIEGATA FACILE E COMPLETA e più Slide in PDF di Storia solo su Docsity! LA PRIMA GUERRA MONDIALE ARS RCHRES, LA PRIMA GUERRA MONDIALE  La prima guerra mondiale fu un’esperienza unica , senza precedenti fino a quel momento. Basti pensare che la battaglia più cruenta dell’ottocento, quella di Sedan tra la Francia e la Prussia costò 26000 morti, mentre la battaglia della Somme, la più sanguinosa della prima guerra mondiale, ne fece contare un milione. EUROPA NEL 1914 Finni Popoli in lotta per l'indipendenza Regioni contese tra diverse potenze NORVEGIA SVEZIA, “© 2 È IMPERO RUSSO L i IMPERO TEDESCO Cechi IMPERO ATLANTICO Lame AUSTRO-UNGARICO Polacchi Slowdechi SVIZZERA FE PAS Slavi Thi? ROMANIA MEF Naro FRANGIA 1 SERBIA BULGARIA REGNO MONTENEGRO D'IFALIA: ALBANIA ; IMPERO R sf CO OTTOMANO PORTOGALLO GRECIA SPAGNA LE CAUSE POLITICHE  Il desiderio di rivincita (la revanche) dei Francesi rispetto alla sconfitta subita dai Tedeschi nella guerra del 1870-1871, e la volontà di riappropriarsi dei territori ricchi di risorse dell’Alsazia e della Lorena.  La secolare rivalità tra Austria e Russia per il predominio nell’area dei Balcani (la Russia voleva uno sbocco sul mare Mediterraneo).  Il malcontento di alcune nazionalità presenti all’interno dell’Impero austro- ungarico (i nazionalisti serbi e croati vogliono costruire uno Stato slavo indipendente).  Crisi dell’Impero Ottomano innescata dal movimento rivoluzionario dei giovani Turchi nel 1908, i quali vogliono trasformare il vecchio impero assoluto in una monarchia costituzionale. Ne approfittarono l’Austria che si impossessò della Bosnia e l’Italia che conquistò la Libia (1911). Nel 1912- 1913 esplosero le guerre balcaniche che ridussero l’Impero Ottomano ai confini dell’attuale Turchia. Ne uscì fortemente rafforzata la Serbia che voleva annettere anche la Bosnia. CAUSE POLITICHE  Presenza di due schieramenti di stati contrapposti: la Triplice Alleanza del 1882 (Germania, Austria, Italia) e la Triplice Intesa del 1907 (Gran Bretagna, Francia, Russia).  La Triplice Alleanza era stata voluta dal capo del governo tedesco Bismarck, per contrastare il desiderio di rivincita francese.  La Triplice Intesa voluta dai francesi contro i tedeschi, dai russi per contrastare l’Austria nei Balcani, dalla Gran Bretagna minacciata dalla concorrenza commerciale e industriale tedesca. CAUSE MILITARI  Corsa agli armamenti da parte di tutte le grandi potenze: la Gran Bretagna passa dai 157 milioni di dollari del 1890 ai 384 milioni del 1914; la Russia dai 145 milioni ai 441; la Germania dai 121 ai 442; la Francia dai 142 ai 197; l’Austria dai 64 ai 182; l’Italia dai 79 ai 141.  Ogni paese ristrutturò gli eserciti con il servizio militare obbligatorio perché: la tecnologia grazie alla produzione in serie metteva a disposizione grandi quantità di armi; i grandi gruppi industriali spingevano i governi ad aumentare le spese militari; le politiche aggressive e nazionalistiche necessitavano di eserciti numerosi (l’esercito francese passò dai 543000 soldati del 1880 ai 1250000 del 1914; la Germania dai 426000 ai 2200000; l’Italia dai 216000 ai 750000). CAUSE CULTURALI  Il Nazionalismo che esaltava la potenza militare e la necessità di affermare la propria superiorità sulle altre nazioni.  Il Razzismo che disprezzava le razze ritenute inferiori.  Il Darwinismo sociale che esaltava la guerra come mezzo per selezionare gli Stati più forti.  Alcuni movimenti culturali, tra cui il futurismo, che legittimavano la guerra come un mezzo per ripulire il mondo da una grande massa di uomini mediocri (famoso il detto futurista «la guerra sola igiene del mondo»). CAUSA OCCASIONALE  La scintilla che fece esplodere il conflitto scoccò il 28 giugno del 1914, quando un nazionalista serbo, di nome Gavrilo Princip, uccise a Sarajevo (capitale della Bosnia) l’erede al trono d’Austria l’arciduca Francesco Ferdinando e sua moglie con due colpi di pistola. Princip apparteneva ad una società nazionalistica serba contraria alla presenza austriaca in Bosnia, e favorevole alla formazione di un grande Stato slavo.  L’Austria inviò un ultimatum alla Serbia che richiedeva entro 48 ore: la soppressione delle organizzazioni nazionalistiche slave; il divieto di ogni forma di propaganda antiaustriaca; l’apertura di un’inchiesta sull’attentato condotta da una commissione mista serbo-austriaca.  Il governo serbo non le accettò e il 28 luglio l’Austria dichiarò guerra alla Serbia. LE PRIME FASI DELLA GUERRA  La Germania cercò di attuare subito il piano Schlieffen (dal nome del generale che lo aveva ideato): attaccare la Francia aggirandone le difese militari mediante l’attraversamento del Belgio (paese neutrale amico degli inglesi che subito reagirono dichiarando guerra alla Germania).  Dopo una rapida avanzata che portò l’esercito tedesco a soli 35 km da Parigi, i francesi riuscirono a bloccare i nemici sulla battaglia del fiume Marna (morirono 500000 soldati).  Presto la guerra divenne di posizione a causa dell’uso delle mitragliatrici che rendevano inutili i tradizionali attacchi di fanteria. Gli eserciti iniziarono a costruire trincee cioè fossati scavati nel terreno.  Anche sul fronte orientale dopo un’iniziale vittoria tedesca contro i russi presto si giunse ad una situazione di stallo. Mare REGNOLUNITO del Nord Dovarg: } Brugge ‘ Dn E Calaisy- Boulogne: p Armentière POTER pol DI leppa 9 de Amienf “ Rouen O “5 (Beauvais Vedi È O St.-Germaino, de) Dl Vetgailles ® h } Chafteeto” Met )Fontaineblea J50 100 St-Dizior, royes Na Diretirici dell'invasione tedesca (1914) a limito massimo dell'avanzata Offensive alleate Linea della querra di posizione onte nel dicembre 191 nea Sieglried) *mburgo È Si Din { Mannheim AGE R_MNIA-N I A i pSaarbrilcken ge ALA i C È {Stoccarda t A Offenburg Ulma ai / AVVENIMENTI GUERRA 1915-1916  FRONTE OCCIDENTALE: nel 1916 i tedeschi prepararono contro l’esercito francese, un’offensiva che sfociò nella battaglia di Verdun e provocò più di 500000 vittime. Gli alleati anglo-francesi risposero con la battaglia lungo il fiume Somme che consentì la tenuta del fronte francese, ma a sua volta causò la morte di circa un milione di uomini.  Sin dall’inizio del conflitto la Gran Bretagna aveva attuato un blocco navale, al fine di impedire che ai porti tedeschi giungessero materie prime e derrate alimentari. Dopo quasi due anni il blocco cominciava ad avere conseguenze pesanti sull’economia degli imperi centrali. Per spezzare l’accerchiamento la flotta della Germania affrontò la marina inglese nel mare del nord, dove si svolse la battaglia navale dello Jutland. I tedeschi inflissero all’avversario notevoli perdite, ma non riuscirono a sottrarre agli inglesi il dominio dei mari. IL GIAPPONE  Il Giappone condusse la guerra in modo autonomo dall’Intesa, occupando alcune isole del Pacifico e dei territori cinesi appartenenti alla Germania.  Il Giappone voleva ridurre la Cina ad essere una sua colonia, per questo la Cina chiese e ottenne nel 1917 la protezione degli USA e della Gran Bretagna. LA GUERRA ERA EVITABILE?  Tutti gli Stati furono responsabili anche se la Germania ebbe un peso maggiore sugli accadimenti, in quanto per prima passò all’azione (anche prima dell’Austria) con il piano Schlieffen (preparato già da molti anni con un’organizzazione maniacale, doveva essere mobilitato l’esercito su 11000 treni in poco tempo). Il governo tedesco avrebbe colto la prima occasione per tentare di imporre con la guerra la propria egemonia sull’Europa.  Nel 1914 in Germania si era creata una vera e propria psicosi dell’accerchiamento causata dalla Triplice Intesa. Per il capo di stato maggiore dell’esercito tedesco (generale Von Moltke) soltanto una guerra preventiva destinata a distruggere l’armata russa (lenta nel mobilitarsi), dopo aver eliminato il pericolo francese, avrebbe potuto impedire il peggioramento della situazione. La politica russa a sostegno della Serbia rischiava di indebolire l’Austria, con la prospettiva inaccettabile per la Germania di affrontare da sola una Russia troppo forte. SITUAZIONE ITALIANA  Nell’agosto (la maggior parte del parlamento è in vacanza)del 1914 il governo italiano presieduto da Antonio Salandra, dopo aver consultato il re, proclamò la neutralità del nostro paese appellandosi alle clausole della triplice alleanza che prevedevano solo guerre difensive. In questo caso, invece, gli aggressori erano stati l’Austria e la Germania.  L’Italia è consapevole di essere impreparata militarmente, oltre a questo non vuole entrare in una grande guerra appoggiando gli storici nemici austriaci.  In Italia si accese un dibattito tra neutralisti e interventisti. La posizione di quest’ultimi crebbe d’intensità dopo le sconfitte austriache sul fronte orientale contro i russi, e dopo aver visto fallire la guerra lampo tedesca. In fin dei conti anche il progetto egemonico della Germania su tutto il continente spaventava il governo italiano. L’ITALIA ENTRA IN GUERRA  Il 26 aprile del 1915 il governo italiano guidato da Salandra firmò il Patto di Londra, un trattato segreto stipulato ignorando completamente la volontà neutralista della maggioranza del parlamento. Gli interventisti potevano contare sull’appoggio del re, di molti giornali, e dell’opinione pubblica convinta dai comizi di D’Annunzio; oltre a questo la proposta dell’Intesa fu molto allettante per l’Italia.  Il patto impegnava l’Italia a entrare in guerra nel giro di un mese e le garantiva, in caso di vittoria dell’Intesa, Trento e Trieste, l’Alto Adige, l’Istria (esclusa la città di Fiume), la Dalmazia, la base di Valona in Albania, la completa sovranità sulle isole del Dodecaneso, il bacino carbonifero di Adalia in Turchia, inoltre fu concordata la possibilità di partecipare all’eventuale spartizione delle colonie tedesche.  Il 20 maggio il parlamento, pressato dal re e temendo di generare una crisi politica, votò a favore dell’entrata in guerra dell’Italia. Il 24 maggio del 1915 l’Italia dichiarò guerra all’Austria-Ungheria. AVVENIMENTI GUERRA 1915-1916  FRONTE ITALIANO: l’esercito italiano era abbastanza impreparato per affrontare un lungo conflitto. C’era disorganizzazione, carenza negli armamenti (artiglieria, aviazione, mancavano addirittura degli elmetti), imperizia di molti ufficiali.  Comandante supremo dell’esercito italiano fu nominato il generale Luigi Cadorna, che si distinse subito per la durissima disciplina imposta ai soldati. Non si fidava dell’esercito di massa, formato da militari di leva, e ricorse a gravi punizioni per ogni mancanza. I tentativi di diserzione erano puniti con la fucilazione e, in casi di reati collettivi, agli ufficiali era permesso di estrarre a sorte tra gli indiziati alcuni militari e punirli con la pena di morte (la decimazione era l’esecuzione di un soldato estratto a sorte ogni dieci).  Fra giugno e dicembre 1915 si svolsero le prime quattro battaglie dell’Isonzo, che provocarono migliaia di vittime, ma non conseguirono alcun successo rilevante. AVVENIMENTI GUERRA 1915-1916  FRONTE ITALIANO: per tutto il 1915 gli schieramenti rimasero immobili.  Nel giugno del 1916 gli austriaci scatenarono la spedizione punitiva contro l’ex alleato traditore. Le truppe austriache attaccarono nel punto debole del fronte italiano, ossia l’altopiano dell’asiago tra trentino e Veneto. Riuscirono ad avanzare fino a quando gli italiani si riposizionarono su una nuova linea di difesa, grazie anche al contemporaneo attacco russo contro gli austriaci sul fronte orientale. LE TRINCEE  Soldati tedeschi in trincea impegnati a togliere pidocchi dagli indumenti in un momento di pausa dai combattimenti LE TRINCEE  «Aspettano il segnale della morte e dell’omicidio; ma si vede, contemplandone i volti fra i raggi verticali delle baionette, che sono semplicemente degli uomini. Ognuno sa che sta per portare la propria testa, il proprio petto, il proprio ventre, il proprio corpo tutt’intero, tutto nudo, ai fucili già puntati, agli obici, alle granate accumulate e pronte, e soprattutto alla metodica e quasi infallibile mitragliatrice. […] Gli stridori delle schegge che passano ti fanno male alle orecchie, ti picchiano sulla nuca, ti traversano le tempie; e non puoi trattenere un grido quando le subisci. Ci si sente rivoltare lo stomaco, attanagliato dall’odore sulfureo. Le ventate della morte ci spingono, ci sollevano, ci librano».  (Testimonianza autobiografica di Henri Barbusse della terribile esperienza della trincea durante la battaglia di Verdun, presa dal testo Il Fuoco). IL SOLDATO-MASSA  «La migliore qualità del soldato nella guerra di massa di lunga durata è l’assenza di ogni qualità: l’essere rozzo, ignorante, passivo. Solo così è possibile appieno quella trasformazione della sua personalità che lo rende capace di adattamento alla trincea e all’assalto, che fa di lui un materiale altamente manipolabile, un perfetto pezzo della macchina bellica. Infatti la guerra è diventata una grande macchina che deve muoversi lentamente, per opera di migliaia di meccanismi, tutti diretti a un solo scopo. […] Come l’operaio-massa, il soldato- massa deve essere forgiato in modo tale da funzionare come elemento standardizzato di un meccanismo. Scompaiono i concetti di valore e di eroismo individuale. […] La preparazione del soldato non tende ad accrescere o ad affinare facoltà, bensì a toglierne, a favorire l’abbandono dell’IO, la docilità al comando, la disponibilità a credere quanto gli viene raccontato, a imitare i comportamenti altrui».  (A. Gibelli, Il soldato senza qualità) I GAS TOSSICI  «La guerra combattuta in trincea e con le mine era ben lontana dal produrre risultati soddisfacenti e iniziò ad apparire chiaro che sarebbe stata necessaria una rivoluzione tecnica, un’arma inedita e provvidenziale. L’arma chimica, come numerosi altri tentativi tattici fu appunto una delle vie seguite per provare a tornare a una guerra di movimento. […] Spaventati in preda al soffocamento, centinaia di uomini correvano all’indietro in cerca di aria respirabile, senza che niente e nessuno, salvo l’asfissia che serrava i loro polmoni infuocati, riuscisse a fermarne la corsa. Le truppe tedesche procedendo all’avanzata, incontrarono un paesaggio apocalittico: morti dal colore verdastro giacevano a fianco di soldati agonizzanti i cui corpi erano scossi da spasmi violenti e avevano la bocca piena di un liquido giallastro».  (Oliver Lepick, Le armi chimiche) LE NUOVI ARMI  I SOTTOMARINI: furono i tedeschi ad utilizzarli su grande scala sia per attaccare le navi nemiche, sia per colpire di sorpresa le navi mercantili anche di nazioni neutrali che portavano rifornimenti ai paesi dell’Intesa.  Tuttavia la guerra sottomarina causò la reazione degli USA, che ritenevano minacciati il principio della libertà di commercio e il loro interesse economico. L’affondamento, ad opera dei tedeschi, nel maggio del 1915 del transatlantico inglese Lusitania con 140 passeggeri americani a bordo, ma anche con armi destinate all’Inghilterra, provocò tali proteste da parte degli USA da indurre i tedeschi a sospendere momentaneamente la guerra sottomarina illimitata.  DIRIGIBILE: i tedeschi avevano anche un digeribile (Lo Zeppelin) per il trasporto di armi. LE NUOVE ARMI: il sottomarino tedesco U-Boot e il primo carro armato inglese Mark I GENOCIDIO DEGLI ARMENI  Il coinvolgimento delle popolazioni civili raggiunse il suo tragico culmine con il genocidio degli Armeni. Quali sono le motivazioni?  Gli Armeni erano un’etnia che rivendicava una certa autonomia all’interno dell’Impero Ottomano di cui facevano parte; non erano ben tollerati in quanto non erano turchi musulmani ma cristiani; infine disertavano la guerra contro la Russia dove vivevano molti armeni.  Per tali motivi nel 1915 il governo turco decise l’eliminazione sistematica della popolazione armena. Fu attuato un vero e proprio genocidio e la deportazione in campi di concentramento nelle zone periferiche dell’Impero. Complessivamente ci furono un milione di morti, ossia la metà degli armeni presenti nel 1914 nell’impero ottomano. La maggioranza degli armeni che riuscirono ad emigrare furono accolti in Francia, Usa, Australia. Il governo turco nel dopo guerra cercò di nascondere o sminuire la verità. Mass killings of Armenians in 1915-17 ARMENIANS AND TURKEY In 1915, 2 million Armenians lived in the Ottoman Empire RUSSIAN Around 60,000 live in Turkey today, most of them in Istanbul EMPIRE Black Sea CONSTANTINOPLE (Istanbul) Trebizond n sv Angora Nagorny (Ankara) v. 7 ® Yerevan Karabakh Erzinjan Erzurum: ta È Yozgat OTTOMAN EMPIRE 1 fai Casbian Kayseri Kharput i ate Sea Mush : -+ PERSIA diva ANATOLIA ZoMtan Malatya quell Diyarbakir *Gitlis Deportation of Armenians Acal MESOPOTAMIA «> FlightofArmenians eastwards Haleb Main massacres (Aleppo) Der Ezzor n gati Armenian population in 1915 Mediterranean 100 km Name ofmodern-day country Sea __a "= —=—@’.———=--—i Source: god © #HFP SVOLTA DEL 1917  La guerra sottomarina attuata dai tedeschi per bloccare tutti i rifornimenti ai paesi nemici danneggiava economicamente gli scambi commerciali degli Usa con la Francia e la Gran Bretagna. Per tale motivo quest’ultimo decise di entrare nel conflitto a fianco dell’Intesa (6 aprile 1917). L’ingresso in guerra fu preceduto da un acceso dibattito interno, perché intervenire in Europa significava abbandonare definitivamente la politica d’isolamento. Alla fine prevalsero gli interessi economici, in particolare il timore di perdere sia gli ingenti crediti nei confronti dei paesi dell’Intesa, sia i contratti d’esportazione verso l’Europa.  Oltre a questo il presidente americano Wilson sosteneva gli ideali della libertà e dell’autodeterminazione dei popoli contrari all’autoritarismo degli Imperi centrali. SVOLTA DEL 1917  In seguito alla crisi della Russia, l’Austria e la Germania poterono spostare delle truppe sul fronte occidentale e su quello italiano. Gli austriaci appoggiati dai tedeschi riuscirono a sfondare le linee di difesa italiane a Caporetto (oggi Kobarid in Slovenia), il 24 ottobre del 1917.   La ritirata delle truppe italiane divenne in breve tempo una vera e propria disfatta e l’esercito nemico penetrò in Italia per 150 km, causando la perdita di circa 400000 soldati.   La sconfitta ebbe immediate ripercussioni politiche: fu formato un nuovo governo presieduto da Vittorio Emanuele Orlando; il generale Cadorna fu sostituito dal generale Armando Diaz che decise di sistemare una nuova linea di difesa sul fiume Piave dove bloccò l’offensiva austriaca. Il nuovo comandante impose ai soldati, ormai stanchi e demoralizzati, una disciplina meno rigida, ne curò meglio l’addestramento, evitò tutte le offensive che potevano portare inutili sacrifici, promise ai contadini in armi delle terre, l’assistenza alle famiglie. SVOLTA DEL 1917  Le ragioni militari della disfatta di Caporetto sono da ricercarsi in un’offensiva ben condotta da parte degli austriaci (supportati da sette divisioni tedesche), nell’errata impostazione della battaglia difensiva, nel mancato controllo della ritirata.  I soldati italiani erano ormai stanchi e sfiduciati, erano sempre più frequenti ammutinamenti collettivi, fughe, simulazioni di malattie, pratiche di autolesionismo per ottenere l’esenzione dal servizio.  A Torino il 22 agosto del 1917 ci fu una grande manifestazione operaia poiché quasi tutti i panifici della città erano rimasti senza pane. Ci fu il saccheggio di negozi e caserme che determinò una settimana di scontri con i militari. Il partito socialista invitava soldati ed operai ad unirsi per far cadere il governo. CAPORETTO  Caporetto rappresentò uno spartiacque per le sorti del conflitto in italia, in quanto, da quel momento, non si trattò più solo di combattere contro gli austriaci, ma di liberare il territorio nazionale. Il mondo politico prima diviso tra interventisti e neutralisti, si trovò così ad essere unito verso un obiettivo comune. I TRATTATI DI PACE  il 18 gennaio 1919 iniziò a Parigi la Conferenza di pace con la partecipazione dei 32 stati vincitori senza i rappresentanti dei paesi sconfitti. I veri protagonisti erano i primi ministri Clemenceau per la Francia, Lloyd George per la Gran Bretagna, Vittorio Emanuele Orlando per l’Italia, e il presidente degli USA Woodrow Wilson.  La Francia voleva indebolire la Germania per assumere una posizione dominante nel continente europeo.  La Gran Bretagna voleva da una parte evitare la rovina della Germania per non rafforzare troppo la Francia, e dall’altra voleva spartirsi le colonie tedesche ed eliminare la flotta di quest’ultima.  L’Italia pretendeva ciò che le era stato promesso con il patto di Londra.  Gli Usa pretendevano l’applicazione dei quattordici punti definiti da Wilson. I QUATTORDICI PUNTI  «Noi siamo entrati in questa guerra a causa di violazioni del diritto che ci riguardano direttamente e rendono impossibile la vita del nostro popolo. […] Perciò, in questa guerra, non domandiamo nulla per noi, ma il mondo deve essere reso adatto a viverci; e in particolare deve essere reso sicuro per ogni nazione pacifica che, come la nostra, desidera vivere la propria vita, scegliere liberamente le sue istituzioni, avere garanzie sulla giustizia e correttezza degli altri popoli del mondo, e anche avere garanzie contro la forza e le aggressioni egoistiche. […] Perciò il programma della pace nel mondo è il nostro stesso programma; e questo programma, il solo possibile secondo noi, è il seguente. 1) Pubblici trattati di pace, conclusi apertamente, dopo i quali non vi saranno più accordi internazionali segreti. 2) Libertà assoluta di navigazione nei mari I QUATTORDICI PUNTI 3) Eliminazione, nei limiti del possibile, di tutte le barriere economiche. 4) Garanzie che gli armamenti nazionali saranno ridotti al minimo compatibile con la sicurezza interna del paese. 5) Imparziale soluzione delle controversie coloniali, nel rispetto delle popolazioni interessate. Dal 6 al 13 si riconosce il diritto dei popoli ad autodeterminarsi cioè a scegliere la propria forma di governo. 14) Costituzione di una Società Generale delle Nazioni in grado di fornire garanzie d’indipendenza politica e territoriale ai grandi come ai piccoli Stati. Gli interessi economici degli USA, per svilupparsi, necessitavano del libero commercio e della convivenza pacifica tra i diversi popoli. I TRATTATI DI PACE  L’Italia ricevette dall’Austria il Trentino Alto Adige, il Friuli Venezia Giulia ma non gli altri territori promessi dal Patto di Londra. Per questo in Italia si parlò di vittoria mutilata e per tale motivo la delegazione italiana abbandonò per protesta i colloqui.  L’Italia dopo la sconfitta di Caporetto non era più considerata come una grande potenza, oltre a questo si cercò di rispettare il principio all’autodeterminazione dei popoli che favoriva la nascita di altri Stati autonomi. L'EUROPA DOPO LA PRIMA GUERRA MONDIALE MOFVEGIA SVEZIA CONSIDERAZIONI FINALI  L’instabilità economica dei vari paesi, la costruzione a tavolino dello stato jugoslavo (c’erano etnie, lingue, religioni differenti), il corridoio di Danzica, le richieste di autonomia da parte di alcune minoranze etniche, la memoria degli orrori, il rancore della prima guerra mondiale, l’abitudine ad uccidere, saranno tutti alla base di un nuovo conflitto mondiale.  Quattro grandi Imperi erano crollati: Austro-Ungarico, tedesco, russo, turco, permettendo così la nascita di nuovi stati.  Il primato dell’Europa si era indebolito sia dal punto di vista economico che politico, all’opposto emergeva il vero vincitore del conflitto: gli Usa divennero la prima potenza mondiale. Alla vigilia della guerra gli USA dovevano 5 miliardi di dollari all’Europa; nel 1919 l’Europa era debitrice di circa 7 miliardi di dollari verso gli USA. IL DOPOGUERRA: PROBLEMI ECONOMICI  L’Europa dovette affrontare una grave crisi economica. Bisognava riconvertire tutte le industrie dal settore militare a quello tradizionale del tempo di pace, ma non tutte le imprese potevano permettersi gli investimenti necessari.  Le fabbriche iniziarono a licenziare o a mantenere i salari bassi. Inoltre, i debiti contratti per le spese di guerra indussero i governi dei vari paesi a stampare nuova carta moneta innescando l’inflazione. I prezzi aumentarono in modo incontrollabile, erodendo i risparmi e i salari di chi aveva un reddito fisso.  Il territorio era devastato, la produzione era in crisi, i commerci internazionali si erano notevolmente ridotti, i debiti pubblici con l’estero (soprattutto con gli USA) erano consistenti. Queste condizioni resero l’Europa dipendente dagli USA. IL DOPOGUERRA: DISAGIO SOCIALE  I reduci di guerra passarono dalle sofferenze subite nel corso del conflitto a uno stato di disoccupazione ed emarginazione sociale. L’idea di aver rischiato la vita per la patria senza ottenere nulla in cambio creava insoddisfazione e risentimento.  Tra il 1919 e il 1920 il disagio della popolazione si tradusse in tutta Europa in una lunga serie di scontri sociali. I borghesi moderati erano preoccupati di una rottura rivoluzionaria del sistema vigente. Molti di loro si spostarono dalle tradizionali posizioni liberali a posizioni di estrema destra, appoggiando i partiti che proponevano la forza per mantenere l’ordine sociale esistente.  La democrazia liberale vacillò, il disprezzo per le istituzioni parlamentari, giudicate troppo deboli, raggiunse un livello allarmante. Solo nei paesi di antica tradizione liberale, come la Francia e l’Inghilterra, il sistema politico resse. Nel resto d’Europa presero il potere regimi autoritari e dittature. IL BIENNIO ROSSO  La rivoluzione russa del 1917 divenne per molti operai e contadini europei un sogno realizzabile: si voleva abolire la proprietà privata e istituire la dittatura del proletariato. Lenin e i bolscevichi promuovevano la formazione di partiti comunisti in tutto il mondo che avrebbe dovuto prendere le distanze dai socialisti democratici.  Nel 1919 sorse a Mosca la Terza Internazionale, detta anche Comintern, cioè Internazionale Comunista. Lenin era convinto che in Europa ci fossero le condizioni per avviare una rivoluzione da estendere al mondo intero.  Per aderire al Comintern bisognava estromettere i riformisti dal partito, assumere la denominazione di partito Comunista del proprio paese, appoggiare i movimenti di liberazione nelle colonie, sostenere le repubbliche sovietiche.
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