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Lezione 1 - Storia Moderna: Espansione Coloniale e Riforma Religiosa (1500-1700) - Prof. T, Sbobinature di Storia Moderna

Questa lezione introduttiva alla storia moderna copre il periodo che va dall'espansione coloniale portoghese nel xv secolo al 1700, con un focus sui rapporti tra l'uomo europeo e l'indigeno, la riforma protestante e la nascita di nuovi modelli di stato in francia, inghilterra e spagna. La mentalità capitalistica e la riforma religiosa, con una particolare attenzione alla figura di martin luther e thomas muntzer.

Tipologia: Sbobinature

2021/2022

Caricato il 10/01/2024

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Scarica Lezione 1 - Storia Moderna: Espansione Coloniale e Riforma Religiosa (1500-1700) - Prof. T e più Sbobinature in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! Lezione 1 – Storia moderna Programma dall’inizio del 1500 fino a tutto il 1700 La storia moderna comincia con la figura di Colombo nel 1492, ma noi sappiamo che c’è l’espansione coloniale portoghese che la precede e che si sviluppa nel corso di tutto il 1400. Il Portogallo si configurava come uno stato minuscolo, povero di risorse e stretto fra i regni di Spagna e quelli islamici. Essendo povero di risorse, fu costretto ad avventurarsi nell’Atlantico poiché il Mar Mediterraneo era controllato dalle navi musulmane. L’esplorazione riguarda soprattutto la costa occidentale dell’Africa. Entro fine secolo, fra il 1487- 1497, sono già arrivati due volte al Capo di Buona Speranza (propaggine meridionale dell’Africa). Si tratta soprattutto di commercianti che vogliono il dominio delle rotte, non vogliono fondare degli imperi coloniali e realizzano soprattutto dei centri commerciali. Nel 1502 sono già arrivati a Calicut, sempre sulla costa sud- occidentale dell’India e grande centro di smistamento delle spezie. Costruiscono una via alternativa per le spezie rispetto a quelle dei genovesi e dei mercanti arabi. Quindi, l’espansione non inizia nel 1500 con Colombo. “Espansione coloniale” significa che l’Atlantico non è più una barriera che divide due porzioni del mondo fino ad allora sconosciute, ma diventa un canale di comunicazione. Problema fondamentale sarà il rapporto tra l’uomo europeo e l’indigeno: sappiamo, infatti, che gli spagnoli, tra gli anni 20-40 del 1500, controllano quasi tutto il continente americano (Messico e America latina). È il problema del rapporto tra l’io e l’altro, che si risolve ambiguamente e che resta come un filo costante nel corso di tutta la elaborazione intellettuale tra il 1500 e il 1600. Il problema viene affrontato da: - Sepulveda, filosofo aristotelico: muovendosi proprio secondo categorie aristotelica, determina l’inferiorità biologia e naturale degli indios. - Las Casas, Diderot, Rousseau. Rispetto al problema dell’espansione coloniale, in Europa si delineano due mentalità che sono irriducibili: - Precapitalistica  idea della sicurezza, della stasi. - Capitalistica  idea del rischio, che presenta degli aspetti dinamici e di rottura rispetto alla tradizione; non soltanto sotto il profilo economico. Altro grande tema è quello della Riforma religiosa (riforma protestante). La parola “ riforma” non è inventata dagli uomini del 1500, ma sappiamo essere molto utilizzata. La chiesa cattolica romana è disseminata sin dalle sue origini da scismi e da eresie. - Il termine “scisma” deriva dal latino scisma, “dividere”. Quindi, è una separazione dalla comunità ecclesiale di riferimento per motivi di ordine disciplinare; - Il termine “eresia” deriva dal greco airesis, “scelta” di una nuova dottrina irriducibile a quella della comunità ecclesiale di appartenenza. Qual è la differenza tra scisma ed eresia? L’esempio più facile è ricordare quello che diceva Papa Giovanni Paolo II: la chiesa romana cattolica e la chiesa ortodossa sono sorelle. Le differenze non sono dottrinali ma disciplinari. Riguardano la celebrazione del rito, dei sacramenti, del vestiario dei sacerdoti. Questo non pregiudica una differenza di carattere dottrinale. La chiesa cattolica romana è, abbiamo detto, disseminata di scismi ed eresie. La separazione più profonda è quella che avviene all’inizio del 1500: prende il nome di Riforma Protestante ed è una lacerazione che ha motivi disciplinari e dottrinali. Fa sì che una parte considerevole dei cristiani europei, soprattutto dell’Europa centro settentrionale (tedeschi, olandesi, inglesi, baltici, svizzeri) si distacchino dalla chiesa di Roma dando origine alle comunità riformate protestanti. In una carta d’Europa del 1500 possiamo tracciare una linea orizzontale attraverso la quale potremmo vedere come l’Europa meridionale (Italia, Spagna, Francia) resta cattolica. Di questa riforma protestante studieremo le due fasi più significative: l’affissione delle 95 testi di Lutero nell’ottobre del 1517; la seconda è quella di Calvino nel 1527. La riforma di Lutero è una riforma soprattutto religiosa, che riguarda i quesiti disperati della salvezza dell’anima, il dialogo fra dio e credente; è un percorso individuale. Con Calvino non è soltanto individuale ma sociale: si tratta della diffusione della riforma nella società secondo degli itinerari che sono diversificati e contraddittori; in Calvino possiamo trovare tanto le origini del liberalismo (idea di un’esperienze incentrata soprattutto sul soggetto) quanto una testimonianza di un processo di disciplinamento religioso e sociale (ricordiamo il caso di Serveto). Una testimonianza di una riforma diversa è invece la riforma religiosa proposta da Thomas Muntzer, che si lega alla rivolta dei contadini dal 1524-1525 in Germania e che rappresenta una esperienza religiosa irriducibile rispetto a quella di Lutero. Il problema di Lutero è legato al perfezionamento dell’individuo; la riforma religiosa di Muntzer diventa la trasformazione della società. Si passa dall’individuo alla società. Per Lutero, la fede è l’intenzione con cui si chiede, un percorso psicologico-religioso, conoscitivo e morale di emancipazione di riscatto del credente. In Muntzer, invece, si manifesta come un’esperienza irrazionale, come un processo mistico e di estasi in cui abbiamo il veggente. Attraverso la profezia del veggente si delinea un progetto straordinario nella sua architettura concettuale, millenaristico: sono i grandi temi della fine del mondo e di una nuova società. Grandi temi: 1) Rapporto tra io e l’altro / unificazione del mondo; 2) Tema della riforma religiosa; 3) Tema della trasformazione dello Stato. I manuali ci informano che all’alba del 1500 nascono dei nuovi modelli di Stato in Francia, Inghilterra e Spagna che erano all’ora i paesi più progrediti. Alcuni manuali li definivano gli “stati nazionali”. Questa definizione è vera fino ad un certo punto. Cosa significa “stato nazionale”? si tratta di un modello di Stato che nasce nel 1500 in Francia, in Inghilterra e in Spagna e che vuole superare il carattere universalistico (chiesa e impero) e particolaristico (è il modello di una monarchia composita con una pluralità di poteri) dello stato medievale ed essere uno stato fondato su un solo re, una sola legge, una sola unità di peso/misura, un solo sistema tributario/fiscale, una sola diplomazia, un solo esercito ecc. vuol dire che il sovrano da solo deve ingaggiare una lotta contro corpi isolati e periferici, contro la nobiltà per realizzare questo progetto che possiamo definire di “centralizzazione amministrativa”, cioè di costruzione delle nuove istituzioni volte a realizzare uno stato guidato da un unico re. Uno stato nazionale, quindi, non inteso nella concezione contemporanea di idea di nazione (che nasce a metà del 1700 nella sua manifestazione teorica). Chabod parlava di “nazione natura” e di “nazione volontà”. - Legava la figura di Herder a quella di “nazione natura”  filosofia della storia 1774-6; - Legava la figura di Rousseau a quella di “nazione volontà”  contratto sociale 17762. Cosa vuol dire “nazione natura”? “Nazione natura” è l’idea di nazione intesa in senso etnico, geografico, linguistico. Herder sosteneva che “il presente ha un cuore antico”: mentre attraversava il mar Baltico e vedeva scintillare i banchi di aringhe, diceva così. Quindi, se vogliamo capire noi stessi, dobbiamo rivolgerci al passato. La sua identità nazionale era legata al sangue, alla zolla, allo spirito di un popolo. Vuol dire l’idea di nazione intesa in senso territoriale, etnico, di radicamento nel passato (idea di patria e di nazione che si costituisce come continuità tra i vivi e i morti e si addensa nella cultura e nelle tradizioni che sono proprie e unici di quel popolo e non di un altro). Cosa vuol dire “nazione volontà”? Si tratta di un’idea di nazione intesa come progetto politico. Sono, ad esempio, italiani tutti coloro che, attraverso un’iniziativa politica, stabiliscono di diventare italiani attraverso un patto sociale. Vuol dire che l’Italia si costruisce attraverso le opere del Risorgimento, come processo organico a tutta la società civile. Nel Cinquecento lo Stato nazionale è inteso soltanto come costruzione della macchina statale, come costruzione delle strutture politico-istituzionale.
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