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I Gesuiti come Orientalisti: La Storia dei Missionari in Asia, Appunti di Storia Antica

La presenza dei gesuiti in asia, con un focus sulla loro attività in india meridionale e nella provincia dell'impero mogol del bengala. I gesuiti iniziano la loro missione non con l'apprendimento della lingua sacra, ma con quelle locali come il tamil e il bengali. Questo documento illustra come i gesuiti si adattarono alla società indiana per comprendere i loro valori e la cultura asiatica. Vengono anche discusse le controversie religiose, come il bramanesimo, e la necessità di conoscere la società indiana per la sopravvivenza stessa dei missionari.

Tipologia: Appunti

2021/2022

Caricato il 07/04/2022

sofiawithanf
sofiawithanf 🇮🇹

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Scarica I Gesuiti come Orientalisti: La Storia dei Missionari in Asia e più Appunti in PDF di Storia Antica solo su Docsity! STORIA DELL’ASIA A 25/11 I gesuiti come orientalisti Operarono prevalentemente in india meridionale e nella provincia dell’impero mogol del bengala (comprendeva tutta la parte dell’india nord-occidentale) provincia più ricca dell’impero, risorse naturali produzione di seta e oppio fiorente. L’attività dei gesuiti nell’impero mogol inizia non con l’apprendimento della lingua sacra dell’india, il sanscrito, ma con l’apprendimento delle lingue locali, il tamil (prevalente in india del sud) e il Bengali. La prima conoscenza con la religione e la cultura dell’Asia avviene attraverso le lingue locali. Sanscrito non era più parlato e scritto. Gesuiti danno vita a descrizioni del sistema filosofico e religioso di questi pagani indiani. Collocati nel tempo in un’epoca di controversie religiose. Bramanesimo Roberto De Nobili uno dei primi a viaggiare in india, testimonia conversione dei gesuiti, dalla sua opera sottolinea tradizioni e culture india, permettendo una maggiore conoscenza della società indiana. Ha avuto modo di confrontarsi con la filosofia ortodossa dell’induismo, chiamata darshana. De Nobili è capace di adattarsi, si inserisce nella società indiana, per lui fondamentale per capire il loro schema dei valori e per la comprensione dell’Asia. De Nobili sostiene che ogni opera di evangelizzazione deve essere rispettata da coloro che vengono convertiti. Alcuni riti indiani devono essere inizialmente mantenuti e solo con il tempo scomparire. L’ideale del missionario è che deve essere pronto ad abbandonare gli usi della società da cui proviene per adottare gli usi della società in cui opera. La necessità di conoscere la società indiana è fondamentale anche per la sopravvivenza stessa dei gesuiti. Gli europei orrore per gli indiani, ripugnanza. La questione della conoscenza reciproca passa a secondo di un rapporto diverso, si parla di diversità non di superiorità. Le competenze linguistiche che maturano nel 17 18esimo secolo, gli studi di linguistica sono spinti dal desiderio degli intellettuali cristiani di trovare conferme all’ipotesi biblica di trovare conferma che inizialmente ci fosse solo una lingua comune. se le lingue sono simili significa che tutti discendono da Adamo ed eva, alle origini si parlava la stessa lingua. Fra i compiti del missionario c’è anche quello di far riscoprire le religioni comuni, mito del prete Gianni, le altre religioni sono un cristianesimo corrotto. I gesuiti si rendono conto che nei miti indiani sono presenti ricordi dei miti pagani europei, similitudini, solo che la giustificazione che trovano gli occidentali non sono legati agli avi ma all’esistenza dell’antico credo monoteistico che avrebbe accumunato tutte le religioni. Ci sono anche testimonianze di questi missionari che sembra si stiano rendendo conto di quello che stavano facendo, della loro importanza culturale. Importante intellettuale cristiano che influenza cultura europea fine del 500? > Abraham Roger la sua opera principale parla della società religione e società indiana, viene tradotta in tutte le lingue europee tranne spagnolo italiano e portoghese. Opera conosciuta con il nome La porta aperta ma il nome tradotto è il Teatro nel tentativo di parlare della religione indù lui cerca di aprire le porte del paganesimo indiano dicendo quali sono i veri presupposti di questa religione, opera mirata a conoscere le tradizioni indiane. L’idea che esso si fa dell’induismo influenza il pensiero degli europei, la sua idea è che i riti e le cerimonie delle masse caste non era la vera religione indiana ma nascondeva il vero induismo che era accessibile solo ai bramini, chiamati ii nati, coloro che rinascono una volta insegnatogli la vera religione induista. Roger pur essendo un cristiano dell’epoca è una persona che apprezza la cultura indiana. Si confondevano le sotto caste con le 4 caste alla base del sistema induista, roger cerca di fare chiarezza, intervista un bramino, ci tiene a sottolinearlo, non se lo sta inventando ma ha parlato con un intellettuale del posto. Questo bramino disse che ci sono 4 famiglie, le 4 caste, esse si susseguono l’una all’altra in ordine e si sorpassano l’una con l’altra in dignità, detrminata dal ruolo che si ricopre all’interno della società. La prima e più considerata è quella dei bramini, la più considerata da dio. Questo sistema castale è per primo messo per iscritto da roger.
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