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Primo atto dell'opera di Fuenteovejuna, Appunti di Letteratura

Descrizione del primo atto della celebre opera

Tipologia: Appunti

2018/2019
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Caricato il 04/11/2019

Elisa1105
Elisa1105 🇮🇹

4.4

(28)

31 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Primo atto dell'opera di Fuenteovejuna e più Appunti in PDF di Letteratura solo su Docsity! Primo atto dell’opera Nella prima scena del primo atto di Fuenteovejuna, il Comendador, Flores e Ortuño (servi del Comendador) si trovano ad Almagro per visitare il Maestre de Calatrava e parlare con lui. Nell’attesa del Maestre, Fernán Gómez rivela il suo carattere dominante e la sua superbia, spiegando il suo concetto di cortesia che, secondo lui, è una virtù che possiede solo l’aristocrazia. Il Maestre si fa aspettare, e Gómez diventa sempre più impaziente; i suoi servi cercano di calmarlo dicendogli che tale ritardo è dovuto all’inesperienza e alla giovane età del Maestre. Nel carattere arrogante di Gómez, troviamo dunque la presentazione dei presupposti del conflitto drammatico. L’esordio c’introduce, inoltre, nel conflitto trai nobili per la guerra di successione castigliana. Secondo Profeti, la “cortesia” può anche considerarsi come un aspetto dell’armonia che governa il mondo e un modo di guadagnarsi l’amore e l’onore. Per il Comendador la cortesia è una virtù che comunica i propri effetti solo ai nobili. Quando Fernán Gómez e il Maestre s’incontrano, iniziano a parlare dell’attuale situazione politica. Vediamola anche noi più nel dettaglio: la guerra civile si scatenò in merito alla successione di re Enrique IV (chiamato “l’impotente”). C’era chi credeva che dovesse succedergli la figlia Juana (detta la “Beltraneja” perché si credeva figlia di un tradimento della regina con Beltrán de la Cueva), e chi la sorellastra di quest’ultima, Isabel. Alfonso V di Portogallo era lo sposo di Juana, e ovviamente sosteneva che la moglie avesse diritto al trono di Castiglia, non Isabel. Isabel, tuttavia, era stata riconosciuta dal fratellastro (padre di Juana) come legittima erede nel 1568. La futura regina si sposò con suo cugino Fernando II di Aragón. La ragione della visita del Comendador al Maestre (don Rodrigo) consiste nella richiesta del primo al secondo che si unisca alla causa di Juana, attaccando il punto strategico di Ciudad Real. Il Maestre acconsente. Nella scena III, ci si sposta spazialmente nella piazza di Fuente Ovejuna, dove le contadine Pascuola e Laurencia sono intente a parlare tra loro. Il cambiamento, in particolare, non è solo in senso geografico, ma anche sociale: da Almagro a Fuenteovejuna, dall’alta nobiltà al popolino (pueblo llano). Pascuala e Laurencia parlano negativamente del Comendador. Si sottolinea la fermezza e la risoluzione di Laurencia nel voler preservare la sua dignità come persona e donna. La ragazza rifiuta il Comendador perché vede in lui solo un amore lascivo. La differenza sociale è troppo grande perché si possa pensare ad un amore genuino finalizzato al matrimonio. Successivamente nel dialogo, Laurencia descrive quello che mangia: a colazione, una fetta di buon lardo, un bel pezzo di pane e vino; al mezzodì, un tocco di manzo bollito con i cavoli, una melanzana con il prosciutto (importante, perché simbolo dei cristianos viejos); a merenda, il frutto della vigna 
 e a cena, carne in salsa ben oliata e ben pepata. Il motivo del cibo è messo in relazione con lo stato sociale dei personaggi (che, nella loro umiltà, mangiano discretamente) e l’armonia e la pace della vita di campagna. Nella scena IV si ha un dibattuto sul tema dell’amore, alla maniera del romanzo pastorale, tra due pastori: Mengo (il gracioso della commedia) e Barrildo. Mengo segue la teoria di Aristotele, con l’idea dell’eterna discordia tra gli elementi. Barrildo dice invece che l’amore nasce dall’armonia dell’universo, d’accordo col pensiero di Pitagora. Infine, Laurencia si fa eco della teoria di Platone, che definisce l’amore come desiderio della bellezza e della virtù nell’amato. Per spiegare meglio l’idea di Mengo, dobbiamo ricordare che, secondo la medicina medievale, il corpo umano era composto da quattro “umori” (humores) che corrispondevano ai quattro elementi: la collera (cólera) al fuoco, la tristezza alla terra, la calma (flema) all’acqua e il sangue all’aria. L’eccesso o la mancanza di uno degli umori causava squilibrio nel corpo. Nella scena V Flores, servo del Comendador, riferisce della presa di Ciudad Real dalle truppe del Maestre e del Comendador. Notiamo come Laurencia chiama Flores “gentil azor” (gentile avvoltoio). Nella scena VI le alte cariche (alcaldes) di Fuenteovejuna e tutto il popolo danno il benvenuto al loro signore, Fernán Gómez, offrendogli regali. Il popolo, ingenuamente, sembra credere che il Comendador sia tornato da combattere contro i mori. Nella scena di benvenuto si mostra il servilismo degli abitanti di Fuenteovejuna: ciò è simbolo dello stato del popolo, incapace di esprimere la sua personalità. Nella scena VII si mettono in chiaro il dispotismo e la lussuria del Comendador. Quando il popolo si ritira, il Comendador ed i suoi servi tentano di trattenere Pascuala e Laurencia. Le due ragazze vengono trattate come oggetti - proprietà del Comendador. Più avanti si ha un cambio di scena. I reggenti (regidores) di Ciudad Real vengono a chiedere aiuto ai Reyes contro il Maestre di Calatrava. I monarchi ordinano a don Rodrigo Manrique che vada a rimediare alle insolenze di Maestre e Comendador. Nella scena X, in un campo nei d’intorni di Fuenteovejuna, Laurencia finge disprezzo nei confronti di Frondoso (Laurencia incarna la virtù dell’epoca: la donna non può dimostrare i suoi sentimenti). Però, all’accertarsi che egli vuole amarla con l’onesta intenzione di
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