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Europa nel primo dopoguerra, Dispense di Storia

Le due fasi dell'Europa nel primo dopoguerra e i problemi non risolti o creati dalla prima guerra mondiale che hanno portato alla seconda. Si parla di nazionalismo, revisionismo, minoranze etniche, regimi autoritari e decolonizzazione. Vengono anche descritti i problemi economici e sociali dell'epoca, come la riconversione industriale e la politicizzazione della classe operaia.

Tipologia: Dispense

2021/2022

In vendita dal 23/01/2024

marianna.gis
marianna.gis 🇮🇹

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Scarica Europa nel primo dopoguerra e più Dispense in PDF di Storia solo su Docsity! PRIMO DOPOGUERRA Nel primo dopoguerra ci sono due fasi: 1) Europa degli anni 20 (‘19 - ’25 - ’29) 2) Europa degli anni 30 (‘30 - ’39) Alcuni storici parlano di guerra dei 30 anni come se le due guerre mondiali fossero una sola guerra interrotta da una tregua. La seconda d'altronde è frutto di problemi non risolti o proprio creati nella prima: - letale è per esempio la scelta di imporre alla Germania una pace punitiva (Francia e Inghilterra puntano più ad annientare la Germania che a trovare dei compromessi→ non la ammettono ai trattati). - Si accende infatti per i paesi sconfitti un forte revanchismo e revisionismo = il nuovo assetto viene ritenuto ingiusto dai paesi che ne sono stati danneggiati, bisogna ridefinirlo. L’unico paese vincitore in cui prende piede comunque una corrente revisionista è l’Italia, che vorrebbe rivedere i confini. - Inoltre le questioni nazionali ed etniche non sono risolte: c’è un problema di minoranze etniche, più di 30 milioni. L’unione degli slavi del sud, nella Jugoslavia, è molto fragile. Anche l’unione tra boemi e slovacchi, la Cecoslovacchia, è una forzatura. La Polonia (anche la Romania) è multinazionale, ci sono anche grosse minoranze tedesche, per questo in tension e. L’assetto è fragile: nessuno dei nuovi Paesi riesce a stabilisce un sistema liberal democratico, ma adottano tutti il regime autoritario di destra. L’unico nuovo Paese che riesce a restare democratico è la Cecoslovacchia (fino all’aggressione nazista), tutte le altre sono diventate dittature. La condotta verso i paesi sconfitti ha un confronto con quello che succede dopo la seconda guerra mondiale, dove i paesi sconfitti, Germania, Italia e Giappone, vengono aiutati (in Italia abbiamo il piano Marshall). Motivo: si vogliono promuovere le istituzioni democratiche (l’instaurarsi di regimi autoritari è più facile se il Paese è debole) e gli USA li volevano dalla loro parte nella guerra fredda. Dopo la prima guerra siamo stati tutti indeboliti, tranne gli USA che ne escono più forti. Questa situazione di molta tensione del dopoguerra fa sì che ci siano queste correnti e questi governi autoritari fortemente nazionalisti→ i paesi sono poco propensi all’idea di dover impegnare di nuovo le proprie forze militari. Quando Hitler inizia la sua politica di aggressione l’Inghilterra e gli altri non agiscono militarmente, cercano in tutti modi di evitare la guerra attraverso accordi. C’è una conferenza a Monaco dopo la prima occupazione, dei monti Sudeti, in cui si decide di accettare questa invasione di Hitler in cambio della promessa che sia la prima e ultima aggressione, che non inizi nessuna guerra→ “spiritismo di Monaco”. Anche i paesi vincitori escono esausti dalla prima guerra. Inizio dei movimenti di decolonizzazione: movimenti per l'indipendenza (come quello in India) dei paesi colonie di es. Inghilterra e Francia. Hanno partecipato in loro aiuto e quindi iniziano anche loro a rivendicare dei diritti→ ulteriore difficoltà e preoccupazione per i paesi vincitori. Questa questione coloniale è stata anche estesa al Medio-Oriente, che sarà instabile per:contesa Inghilterra-Francia; divisione degli stati senza preoccuparsi delle etnie inglesi avevano promesso di creare uno stato indipendente arabo, ma poi non lo fanno e gli Arabi si sentono traditi (dichiarazione di Balfour); l’inserimento dell’elemento ebraico in Palestina è un’altra destabilizzazione. - Qualche prova di comunismo l’avevano fatto gli Ungheresi (ma anche a Monaco) ma represse - Fino a che punto estendere il termine fascismo? Cartina segna Italia e Germania, ma alcuni sostengono che che anche stati come la Polonia e altri regimi autoritari siano fascisti - Molti regimi autoritari sono più conservatori, il fascismo è una “rivoluzione” - Spagna molto conservatrice→ componenti che sostengono: esercito, proprietari terrieri e Chiesa - Alcuni regimi si stabiliscono negli anni 20, altri negli anni 30 (dopo la crisi del ‘29) ANNI ‘20 Fase del 19 - 25: clima di grandissima instabilità - Tensioni e scontentezza dopo i trattati di Pace (es. questione di Fiume) - Problemi economici (anche i paesi vincitori hanno debiti)→ per risolvere si produce moneta (ma porta alla svalutazione) - Grandi problemi legati allo sforzo bellico: debiti (es. Italia) e riparazioni di guerra, economie alterate dalla guerra. - Riconversione industriale: le fabbriche si erano orientate verso la produzione bellica (anche in accordo con lo Stato e perché trovavano subito un acquirente) - Tensione sociale: le varie classi sociali hanno vissuto la guerra in modi diversi - Gli operai durante la guerra hanno ottenuto aumenti dei salari, che reggono di fronte all'inflazione (indispensabili) - I borghesi sono una classe che ha combattuto e ora non ha mezzi. La piccola borghesia in guerra era i sottufficiali (classe che in proporzione è morta di più). Le sinistre più aggressive fanno paura ai borghesi (con la rivoluzione russia lì sono stati scavalcati dal comunismo) - In Italia erano state promesse delle terre, ma alla fine ciò non viene fatto→manifestazioni di contadini, occupazioni di terre - I cosiddetti pescecani di guerra sono quelli che invece hanno fatto i soldi - Politicizzazione della classe operaia: molti più iscritti a partiti e sindacati (il modello è la rivoluzione russa). Questo è visto come estremamente pericoloso dalle forze dell’ordine e da coloro che difendono la proprietà. 25-29: forte ripresa. Fase più positiva e pacifica, legata a quello che succede in Germania. Fino a quando tutti i problemi riemergono con la crisi del ‘29. Biennio rosso (ribellioni dei lavoratori; occupazioni nonostante le serrate, chiusura degli impianti da parte del datore di lavoro per intimidirli): in Francia e Inghilterra riescono a contenerlo, in Germania, Austria e Ungheria ha coloriture di rivoluzione sovietica. Si attua una scissione tra partiti socialisti e sindacati organizzati/movimenti di stampo sovietico-rivoluzionario (fomentati dal Comintern, Internazionale Comunista, che nasce nel ‘19) = divisione delle sinistre. GERMANIA - Crollo dei consensi nei confronti dell’imperatore - Padroneggiano i due capi di stato maggiori: Hindenburg e Ludendorff - Viene deposto il keiser - Viene proclamata la repubblica e creato un governo provvisorio del Consiglio Commissari del Popolo. Presidente: Ebert→ sceglie una convergenza su un modello democratico con i gruppi moderati conservatori per trasformare la Germania in una repubblica federale decisamente democratica. Le forze più conservatrici accettano perché ritengono che sia il meno peggio (rispetto alla rivoluzione a stato comunista)→ accordo forzato, fatto non per convinzione. Bisogna esautorare la frangia di estrema sinistra. Lascia assassinare i due leader del movimento spartaco da corpi paramilitari nazionalisti di destra. Viene eletta una costituente e viene stesa una nuova costituzione per la germania→ Costituzione della repubblica di Weimar (governa chi può godere della maggioranza parlamentare, è difficile la governabilità del paese, bisogna formare coalizioni per poter governare, previste delle forme di referendum, esiste il presidente della repubblica, con funzione di garante, con carica di 7 anni, eletto direttamente dal popolo, ha molti poteri es. sciogliere le camere, può in casi eccezionali governare senza la maggioranza). Questa prima esperienza di repubblica democratica viene ricordata per la creatività artistica e lo sperimentalismo, ma è profondamente instabile. Nel ‘23 la Germania non è in grado di pagare le pesantissime riparazioni che le sono state imposte. Francia e Belgio decidono un atto di forza→ occupazione della Ruhr, area mineraria, per prendersi direttamente le risorse. Gli operai però si rifiutano di lavorare per gli stranieri e scioperano, sostenuti dallo Stato, cosa che al governo costa moltissimo. Ciò provoca una rapidissima crescita inflazionistica. Per coniare denaro e fare fronte alle spese interne, il valore della moneta tedesca precipita verso il basso. Il ministro dell’economia Stresemann è un liberale conservatore. Nel giro di pochi anni riesce a fare molto. Politica deflazionistica: aumenta le tasse, riduce le spese, rivede la moneta (sarà garantita anche dal patrimonio industriale del paese, non solo per risorse auree). Per il problema finanziario noi vogliamo: a) Una forte imposta straordinaria sul capitale a carattere progressivo, che abbia la forma di vera espropriazione parziale di tutte le ricchezze. b) II sequestro di tutti i beni delle congregazioni religiose e l'abolizione di tutte le mense Vescovili che costituiscono una enorme passività per la Nazione e un privilegio di pochi. c) La revisione di tutti i contratti di forniture di guerra ed il sequestro dell'85% dei profitti di guerra. (da Il Popolo d'Italia , 6 giugno 1919) 1. cambiamento della forma: messa in discussione della natura monarchica dello stato 2. la voce delle varie categorie di lavoratori - notiamo anche una venatura anti-clericale - sembra nettamente un programma di sinistra per i vantaggi che offre alla donna e soprattutto ai lavoratori (paghe, tutele, orari) - questo è il programma inizialmente, ma lui è duttile (abbandona gran parte di queste posizioni: abbandona quella anti-monarchica, anti-clericale: farà anche accordi con la Chiesa) ANNI 1919-1922 Gli attivisti del fascismo verranno soprattutto dal ceto sociale della piccola borghesia. Caratteristica di questi movimenti sarà la partecipazione giovanile: l’inno del fascismo si chiama “Giovinezza”. Molti giovani sostenevano il primo fascismo squadrista perché non avendo mai combattuto e si sentono umiliati di fronte a quelli poco più vecchi che hanno avuto la possibilità di andare al fronte per la patria e dimostrare di essere veri uomini. Il partito fascista prometteva di dare questa possibilità. Altro fattore che favorisce l’avvento del fascismo è l’instabilità dei governi (il fascismo disprezza il parlamento e accusa il governo di essere debole. Utilizza a proprio vantaggio questa instabilità): ‘19 giugno: Orlando - Nitti (conseguente alla difficoltà nelle conferenze di pace) ‘20 giugno: Nitti - Giolitti (V e ultimo suo governo) (trattato di Rapallo, indipendenza di Fiume (nel 24 sarà italiana)) ‘21 luglio: Giolitti - Bonomi (uomo di centro staccatosi dal socialismo dopo l’impresa di Libia) ‘22 febbraio: Bonomi - Facta (giolittiano, due suoi governi consecutivi) ‘22 28 ottobre: Mussolini Perché questa instabilità? Fino a quel momento Giolitti con la politica di trasformismo (cercava consensi in figure politiche moderate di centro che lo sostenessero e che venissero votate uno in ciascun collegio elettorale; c’erano le elezioni maggioritarie) non si era mai preoccupato di dare forma ad un partito in senso moderno, ogni volta metteva insieme queste maggioranze liberali o liberal progressiste e cambiava di continuo. 1919 → Creare una maggioranza liberale nel dopoguerra è ancora più difficile: infatti assumono un peso sempre maggiore i nuovi partiti di massa che presentano un programma e hanno alto numero di iscritti (in tutta Italia). Es. per primo il Partito Socialista (Turati primo segretario), che ha moltissimi consensi, ma comunque non abbastanza per formare una maggioranza; nel 1919 si forma anche il Partito Popolare, di ispirazione cattolica, ma non confessionale, moderatamente progressista, fondato dal sacerdote siciliano Don Luigi Sturzo: vuole riforma agraria, maggior autonomismo e laicità dello Stato. Il partito si riallaccia anche all’insegnamento della Rerum Novarum. A loro sostegno ci sono le parrocchie, l’associazionismo cattolico. Hanno il sostegno del Papa solo inizialmente. Nelle elezioni del 1919 cambia il sistema e si passa a un sistema proporzionale (no premi di maggioranza) con cui sono avvantaggiati i partiti di massa, che presentano un programma con una lista di candidati→ vincono le elezioni (156 e 100 seggi). Il successo di questi due partiti restringe il margine con cui si potrà formare un governo di tipo liberale: due partiti che non hanno maggioranza, che non possono riunirsi per avere la maggioranza perché hanno idee completamente diverse→ bisogna fare una maggioranza di centro, ma molto difficile. Elezioni del 1919: - gruppi liberal democratici: 200 seggi (da 300 del 1913) - socialisti, PSI: 156 (sono triplicati e sono il partito di maggioranza relativa) - partito popolare italiano, PPI: 100 - fascisti: nessun seggio (sono più concentrati sulla rivoluzione che sulla conquista dei seggi) 1920 Si parla di biennio rosso (1919-1920): sindacalismo molto forte e ci sono tanti scioperi. Nell’autunno del 1920 (con Giolitti) si arriva all’occupazione di fabbriche da parte di operai armati→ quasi rivoluzione, ma non è l’intenzione. Giolitti non manda l’esercito e pensa che la cosa si risolverà da sé, che non porterà a delle rivoluzioni. Pensa che agli operai bastino alcune promesse e accettando alcune condizioni. Con alcune rivendicazioni questo momento si smonta. A novembre ci sarà anche il trattato di Rapallo con la Jugoslavia: Zara va all’Italia, Fiume diventa città libera (passerà all’Italia con gli accordi di Roma del 1924). Nell’autunno abbiamo anche molti scioperi agrari: mondo contadino sempre più laicizzato e leghe socialiste o cattoliche vogliono degli accordi che semplifichino il lavoro. Le loro rivendicazioni vengono portate avanti da alcuni socialisti e alcuni cattolici. Si vuole imporre ai proprietari terrieri un imponibile di manodopera (assumere un certo numero di persone), che viene visto come un attentato alla loro libertà. I contadini fanno gli scioperi nella stagione in cui sarebbero più utili: vendemmia. Mussolini è antisocialista (da quando è stato buttato fuori) e anticomunista (all’inizio critica l’autoritarismo di Lenin) fiuta la possibilità di dare le squadre dei suoi iscritti al partito come braccia armate di aiuto a questi agrari: partono con la loro divisa dalle città dove hanno i loro covi, raggiungono le campagne e bruciano giornali, sedi sindacali, bastonano leader politici cattolici o socialisti, usavano anche l’olio di ricino→ azioni squadriste. Il fascismo allora trova il sostegno da parte della borghesia agraria conservatrice (riporta l’ordine dove le associazioni contadine protestavano). Salto di qualità del fascismo in termini di consensi e iscrizioni: si parla di “fascismo agrario” (forze dell’ordine simpatizzano, lo Stato non fa molto). Giolitti fa un errore di valutazione perché nel 1921, quando ci sono nuove elezioni, accoglie dei fascisti nelle liste, convinto che il fascismo possa controllare le sinistre (socialisti e cattolici) e sia ammansito sotto una guida liberale → con la loro presenza in Parlamento (35 tra cui Mussolini) rovineranno Giolitti. A novembre, al Palazzo d’Accursio a Bologna, i fascisti tentano di insediarsi nella nuova amministrazione socialista; ci saranno 10 morti tra la folla. Il 25 dicembre c’è il cosiddetto Natale di sangue a Fiume. 1921 - C’è un gruppo che esce dal partito e fonda a Livorno il partito comunista italiano (PCI) con Antonio Gramsci e il partito si iscriverà al Comintern→ questa scissione indebolisce un po’ il partito socialista. - Successo del fascismo molto limitato (alcune fasce al nord, anche a Trieste in cui si diffonde come antislavismo)→ piccolo movimento che non vuole essere un partito inizialmente. - Gli eventi di violenza da parte dello squadrismo, creano disordine, ma non nei socialisti. Nel 1921 il fascismo ha deciso di schierarsi dalla parte del capitalismo, in un’azione antisocialista, con l'approvazione delle forze dell’ordine. Mussolini con i fascisti crea e fomenta il disordine, per poi porsi come risolutore della situazione, in grado di riportare l'ordine. - Nelle elezioni di maggio del 1921 ottengono 35 seggi (tra cui Mussolini), accolti in liste di centro con il benestare di Giolitti, in queste nuove elezioni si presentano anche fascisti non in una loro lista, ma nelle liste dei liberali (con l’idea che i liberali li calmino un po’). A luglio Bonomi farà un patto di pacificazione tra fascisti e socialisti. - Nel novembre del 1921 nasce il Partito Fascista, con cui continuare la scalata al potere, senza interrompere lo squadrismo, sebbene sottoscrivano accordi in quel senso con i socialisti. Così cambia completamente il programma di Mussolini, che elimina qualsiasi istanza anticlericale e antimonarchica e cerca accordi con gli industriali (abbandonando quindi l’anticapitalismo). 1922 A questo punto Mussolini comincia a cercare un appoggio con: - Chiesa - Corona - Mondo industriale Scompare quindi dai suoi programmi tutto quello che era anticlericale, l’anti-monarchico e comincia a prendere contatti con gli industriali (non più anticapitalismo). Viene visto bene perché promette l’ordine, è antisocialista. Il 28 ottobre 1922 c’è la Marcia su Roma. Mussolini tenta il colpaccio e viene organizzata una marcia armata dei fascisti sulla capitale: tentativo di colpo di stato (convergere tutte le forze verso Roma). Portano le camicie nere. Ma Mussolini sta a Milano intanto per vedere come va la situazione. Una volta affermato il regime, la marcia su Roma verrà mitizzata e i 4 capi che hanno guidato la spedizione sono chiamati quadrumviri (De vecchi, De bono, Balbo e Bianchi). Il presidente del consiglio (Facta) è allarmato e chiede aiuto al re, dicendo di dichiarare lo stato di assedio. Il re non vuole perché ha paura che questi sfoci in una guerra civile che poi metta a rischio la stessa corona. Cerca una soluzione: prende contatti con Mussolini e gli dice di entrare in un governo, ma a Mussolini non basta. Ulteriore proposta è quindi di presiedere un nuovo governo (diventare presidente del consiglio). Mussolini accetta, prende il treno, e va a farsi dare l’incarico dal re. Il colpo di stato non ha più ragione di esserci e i fascisti entreranno a Roma festosi. Quindi possiamo dire che è stata una presa di potere legale, ma sotto minaccia di colpo di stato. DISCORSO DEL BIVACCO Questo discorso fu tenuto alla Camera da Mussolini il 16 novembre 1922 dopo aver ricevuto l'incarico di formare il nuovo governo che si presentava come governo di coalizione La Camera concesse la fiducia con 306 voti a favore e 116 contrari e al Senato, qualche giorno dopo, i voti a favore furono 196 contro 19. Mi onoro di annunziare alla Camera che Sua Maestà il Re, con decreto 31 scorso ottobre, ha accettato le dimissioni rassegnate dall'onorevole Luigi Facta, deputato al Parlamento, dalla carica di presidente del Consiglio dei ministri e quelle dei suoi colleghi ministri di Stato, nonché quelle dei sottosegretari di Stato, e mi ha dato incarico di comporre il nuovo Ministero. Signori, quello che io compio oggi, in quest'Aula, è un atto di formale deferenza verso di voi e per il quale non vi chiedo nessun attestato di speciale riconoscenza. Da molti, anzi da troppi anni, le crisi di Governo erano poste e risolte dalla Camera attraverso più o meno tortuose manovre ed agguati, tanto che una crisi veniva regolarmente qualificata come un assalto, ed il Ministero rappresentato da una traballante1 diligenza postale. Ora è accaduto per la seconda volta, nel volgere di un decennio, che il popolo italiano - nella sua parte migliore – ha scavalcato2 un Ministero e si è dato un Governo al di fuori, al di sopra e contro ogni designazione del Parlamento. Il decennio di cui vi parlo sta fra il maggio del 1915 e l'ottobre del 1922. Lascio ai melanconici zelatori del supercostituzionalismo il compito di dissertare più o meno lamentosamente su ciò. Io affermo che la rivoluzione ha i suoi diritti. Aggiungo, perché ognuno lo sappia, che io sono qui per difendere e potenziare al massimo grado la rivoluzione delle «camicie nere», inserendola intimamente come forza di sviluppo, di progresso e di equilibrio nella storia della Nazione. Mi sono rifiutato di stravincere, e potevo stravincere. Mi sono imposto dei limiti. Mi sono detto che la migliore saggezza è quella che non ci abbandona dopo la vittoria. Con 300 mila giovani armati di tutto punto, decisi a tutto e quasi misticamente pronti ad un mio ordine, io potevo castigare tutti coloro che hanno diffamato e tentato di infangare il Fascismo. Potevo fare di questa Aula sorda e grigia un bivacco di manipoli: potevo sprangare il Parlamento1 e costituire un Governo esclusivamente di fascisti. Potevo: ma non ho, almeno in questo primo tempo4, voluto. [...] Signori, da ulteriori comunicazioni apprenderete il programma fascista, nei suoi dettagli e per ogni singolo dicastero. Chiediamo i pieni poteri perché vogliamo assumere le piene responsabilità. Senza i pieni poteri voi sapete benissimo che non si farebbe una lira — dico una lira — di economia. Con ciò non intendiamo escludere la possibilità di volonterose collaborazioni che accetteremo cordialmente, partano esse da deputati, da senatori o da singoli cittadini competenti. Abbiamo ognuno di noi il senso religioso del nostro difficile compito. Il paese ci conforta e attende. Vogliamo fare una politica estera di pace, ma nel contempo di dignità e di fermezza: e la faremo. Ci siamo proposti di dare una disciplina alla Nazione, e la daremo. Nessuno degli avversari di ieri, di oggi, di domani si illuda sulla brevità del nostro passaggio al potere. [...] Lavoriamo piuttosto con cuore puro e con mente alacre per assicurare la prosperità e la grandezza della Patria. Così Iddio mi assista5 nel condurre a termine vittorioso la mia ardua fatica. invaso tutta l’Italia. Mussolini crea la Repubblica di Salò (a Salò Mussolini pone la sua residenza): repubblica sociale italiana. Situazione in Italia: divisione in due parti: - a sud occupazione di truppe americane/inglesi con piccolo contributo dell’esercito messo su dal re dal governo di Badoglio che combattono per recuperare il controllo della penisola→ agli Americani non interessa particolarmente liberare l'Italia perché interessa arrivare a Berlino (e per l’Italia non si riesce perché ci sono le Alpi) - tutto il resto occupato dai tedeschi che combattono gli americani con appoggio dei fascisti della repubblica di Salò → siamo in piena guerra civile - nei luoghi occupati dai tedeschi, combatte però anche la resistenza (partigiani). La riconquista dell’Italia si concluderà il 25 aprile del 1945 (vengono liberate le città del nord) In tutto questo periodo è quando c’è l’occupazione dei tedeschi che vengono portati gli ebrei nei campi di concentramento Fascismo cade in due fasi: 1. Monarchia 2. Repubblica di Salò La zona di Trieste non è nella repubblica di Salò perché l’intenzione è quella di annetterla al reich A questo punto Mussolini, travestito da tedesco, cercherà di scappare: verrà riconosciuto e giustiziato POLITICA ESTERA Mussolini non combina guai fino al 1935: idea di italiani conquistatori che devono affermare la propria forza rimane a livello di propaganda→ cerca di avere buoni rapporti con Inglesi e Americani. Prima del 1935: - seconda campagna di Libia, per riprendere il controllo del territorio - idea di destabilizzare la Jugoslavia, ma se ne sta buono Ma arrivate un po’ le conseguenze della crisi del ‘29, Mussolini aggredisce l’Etiopia nel 1935→ evento destabilizzante perché l’Etiopia era uno stato sovrano che faceva parte della società delle nazioni. L’Etiopia si rivolge alla società delle nazioni che punisce l’Italia con delle sanzioni. Conseguenza di rinsaldare l’unità degli italiani. L’aggressione dell’Etiopia si conclude in una guerra veloce: Italiani usano mezzi condannati dagli accordi internazionali e occupano l’Etiopia. Economicamente questa conquista sarà un grande insuccesso, la perderemo poco dopo l’inizio della guerra. Conseguenza di questo: peggioramento dei rapporti con Inghilterra e Francia, e, a questo punto, l’Italia, per non trovarsi isolata, deve avvicinarsi alla Germania. ECONOMIA Riguardo al mondo del lavoro, il fascismo dichiara che il lavoro è un dovere dei cittadini (la nostra costituzione dice che è anche un diritto). Il fascismo si è proposto come anti-socialista e quindi non accettano l’idea della lotta di classe, non credono che i lavoratori debbano cooperare, il capitalismo va bene ma finché è funzionale all’interesse dello stato e della collettività. Stato che lascia la libera iniziativa ma con questo limite. Nella carta del lavoro che esce negli anni ‘30 viene sostenuto questo principio e viene anche sostenuta l’idea del corporativismo, cioè creare le corporazioni dei mestieri (associazione divise per ambiti di mestiere raccordando tutte le forze che operano in quel settore). Si penserà addirittura di sostituire una camera del Parlamento con una corporazione (non sindacati). Tra il 1922 e il 1925 (da marcia su Roma e leggi Fascistissime) l’economia viene affidata a un liberale di orientamento liberista (De Stefani)→ dopo la guerra c’era stata una grande inflazione (svalutazione della lira: questo favorisce le esportazioni ma danneggia le importazioni e danneggia anche chi ha rendite fisse e i risparmi). Nel 1925 viene sostituito il ministro dell’economia da Volpi (industriale) e ci sarà una svolta in senso protezionistico e interventistico → aumenta la difesa del prodotto interno e aumenta l'intervento dello stato nell’economia. Obiettivo: cercare di renderci il più possibile autonomi. Durante il regime fascista c’è la battaglia del grano: il popolo viene invitato a vincere questa battaglia→ si spinge a incrementare la produzione di grano per diventare autosufficienti. Un altro obiettivo è la quota 90: Mussolini opera una rivalutazione della moneta in modo che torni a com’era prima della guerra. Per due motivi: 1. Non si può pensare che con il fascismo possa essere debole la moneta (questione di immagine) 2. Moneta debole ha danneggiato i ceti medi borghesi che sono il principale sostegno del fascismo Compressione degli stipendi dei lavoratori degli operai La crisi del ‘29 spingerà ancora di più il protezionismo e l’interventismo dello stato in economia→ lo stato interviene con lavori pubblici e la creazione dell’Iri (istituto di ricostruzione industriale = lo stato acquisisce una quota delle azioni delle industrie che sono in difficoltà). Questo crea una situazione in cui gran parte delle imprese sarà statale (con partecipazione dello stato) e questa caratteristica si manterrà anche nel dopoguerra. Nel 35-36 è fondamentale l’autosufficienza dopo il tentativo di conquista dell’Etiopia (bisogna pagare le sanzioni): scelta autarchica (non c’è caffè in Italia, usiamo la cicoria tostata). In questo periodo vengono anche vietati i termini stranieri. 22-25: fase liberale 25-29: protezionismo e interventismo dopo il 29: forte interventismo 35-36: autosufficienza STATI UNITI Tra le grandi nazioni gli Usa sono quelli che sono usciti più forti di prima, di fronte ad un’Europa prostrata. I ruggenti anni 20 perché è un decennio molto brillante, periodo di grande sviluppo, che tocca anche i ceti medi. La crescita è dovuta anche al fatto che l’Europa prostrata ha bisogno di aiuti, importa dagli USA molte risorse. Diventa società dei consumi (lavatrice, automobili). Riducono le tasse sui redditi e le aumentano sui consumi→ l’accumulo di grandi ricchezze viene favorito. Eliminano le restrizioni nei confronti dei monopoli introdotte da Wilson. Le presidenze e i governi che sono dopo Willson sono tutti repubblicani. Ora tornano al loro isolazionismo. Bloccano l’accesso ai migranti: non hanno più bisogno di forza lavoro e temono l’ingresso di mentalità come gli anarchici e i comunisti→ episodio esempio importante: il processo agli u italiani Sacco e Vanzetti, falsamente accusati di un omicidio e condannati a morte, perché sono risaputamente anarchici, ma innocenti. Introduzione dell’emendamento sul proibizionismo, anche moralista in qualche modo. Sarà controproducente perché stimolerà il contrabbando e i gangster. Nascono anche i Ku Klux Klan nel sud. Questa fase di forte crescita di ottimismo ed entusiasmo si interrompe con la crisi del ‘29, di sovrapproduzione. Due cause: - L’Europa è in ripresa, non ha più bisogno del mercato USA. - L'esaurirsi del boom di beni durevoli. I nuovi beni di consumo (come i frigoriferi) sono molto durevoli, quindi una volta che tutte le famiglie ne hanno uno, non c’è più domanda. Queste vendite avvenivano spesso a rate, cioè attraverso debiti. E una famiglia indebitata quando arriva la crisi si trova in grande difficoltà. - Crollo del valore dei titoli azionari, determinato dal fatto che dietro c’era una grande bolla speculativa. I titoli azionari erano saliti molto di valore ma non in proporzione alle industrie ma in proporzione alle crescente domanda. La crescita industriale era stata molto forte. Tutti pensavano che investendo in azioni si aveva un alto profitto. Le banche hanno fatto tanti prestiti, ma si trovano con creditori che non sono in grado di ripagarle. la gente allora vuole vendere le azioni, smette di comprarle (Wall Street). Si investe in azioni indebitandosi. La crescita di domanda delle azioni spinge in alto il prezzo dell’azione. C’è un’altra forma di debito che pesa sugli americani: i beni di consumo sono spesso comprati a rate. Quando un’industria che aveva messo soldi in azioni inizia ad andare male si scatena una corsa a vendere. Questo colpisce i ceti benestanti che non acquista più, nel giro di pochi giorni i loro beni si liquefanno. Le industrie falliscono→masse di disoccupati. Poca domanda→ I prezzi calano drasticamente, ma per le industrie è un problema sostenerli. Crolla la produzione, il giro dei commerci, il volume dei traffici internazionali, l’occupazione, tutto in modo estremamente rilevante e rapido. Naturalmente le categorie più colpite sono quelle che già non stavano bene prima. Diventa un fenomeno a livello planetario. Non risentono di questo il Giappone e la Russia staliniana (grazie ai piani quinquennali). Arriva molto pesantemente in Germania (la risposta sarà la disoccupazione di massa→malessere→ nazismo) . I presidenti (Hoover) cercano di fare una politica deflazionistica, ma non ci sono risultati, anzi la situazione peggiora. Migliora solo con la svolta impressa dalle elezioni del presidente Francis Delano Roosevelt, avvocato democratico, ex governatore dello stato di New York. Promette l’avvio di un nuovo corso: new deal. Lo eleggeranno per tre volte di seguito. Punta molto sulla comunicazione e cerca di ridare fiducia agli americani, una ventata di ottimismo, riporta la speranza di successo dell’american dream. Fa le "conversazioni davanti al caminetto" (alla radio): clima tranquillo, idea di un discorso sereno e rassicurante. Ci sarà un miglioramento, ma si tornerà al livello di prima della crisi solo con la seconda guerra mondiale. Gli USA riescono sempre ad uscire dalla guerra più ricchi di prima. A questo punto l'economia americana riprende a girare a pieno ritmo. Roosevelt mette insieme un gruppo trust di cervello per affrontare i problemi. Abbandona la politica di deregulation e laissez faire, il principio liberale e liberista per cui lo stato non debba intervenire. Il problema è la sovrapproduzione→ per aumentare la domanda serve che la gente abbia i soldi. Quindi occorre: (Se lo stato interviene economicamente investendo, lo Stato si addebita. Che il bilancio deve essere in pareggio è un'altra idea liberale, ma Roosevelt decide di accettare questo sbilancio, debito). - Dare sovvenzioni dove non si riesce a dare lavoro - Creare posti di lavoro (nel Tennessee catena di lavori pubblici ambientali←esempio dell'intervento dello Stato)→ aumentano i redditi e quindi i consumi delle famiglie→ determina più tasse (→ così i soldi tornano allo Stato) e anche la crescita delle domanda e della produzione. (Keynes teorizza tutti questi principi. Sostiene la necessità dell'intervento dello Stato e si allontana dal liberismo). NAZISMO - L’idea del capo assoluto "fuhrer" c’era già nel partito, poi Hitler lo sarà dello Stato. "Fuhrerprinzip" = decide tutto lui. - Hitler stermina tutte le SA, che hanno ideali anti capitalistici (Notte dei lunghi coltelli). - Le Camicie Brune - Siamo nella fase di pace e stabilità della Germania grazie al mandato di Stresemann - Alle SA vengono aggiunte le SS come una specie di pretorato accanto a Hitler Adolf Hitler prima della guerra era uno sbandato, irregolare come abitazione e come vocazione. Iniziata la guerra si arruola volontario nell’esercito tedesco→ si sente inserito inserito in un gruppo - continua a vivere in questi ambienti paramilitari anche dopo la guerra
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