Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Primo Levi - italiano, Appunti di Italiano

Appunti di italiano quinta liceo

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 31/05/2021

V10la
V10la 🇮🇹

4.2

(5)

14 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Primo Levi - italiano e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! Primo Levi Nasce a Torino nel 1919 e si laurea in chimica nel 1941, la sua laurea in chimica l’ha salvato nei compi di concentramento perché venne separato dagli altri deportati poiché ai tedeschi servivamo uomini che avessero studiato chimica per lavorare nelle fabbriche del campo di concentramento. Nel 1943 entra nelle brigate partigiane “giustizia e libertà” e nel dicembre sempre di quell’anno viene arrestato e siccome era ebreo viene deportato in un campo di concentramento. Riesce a superare questa tragica vicenda e alla fine della guerra torna in Italia dove inizia a lavorare come chimico. Nel frattempo inizia a scrivere romanzi perché sente l’esigenza di raccontare ciò che stato, con il fine che ciò non capiti più di nuovo. Muore suicida nel 1987 perché la vicenda del campo di concentramento non l’aveva mai superata psicologicamente nonostante fosse riuscito fisicamente a salvarsi. Lui si sentiva in colpa di essere sopravvissuto, ciò fa capire l’esperienza tragica vissuta. (Cade dalla tromba delle scale quindi non si sa se si sia suicidato effettivamente o se sia stato un incidente). Se questo è un uomo Romanzo di 17 capitoli preceduti da una prefazione in cui Levi racconta, utilizzando un criterio cronologico (dal dicembre del 43 quando viene arrestato fino a 27 gennaio 1945), gli eventi che ha vissuto e le persone che ha incontrato nel campo di concentramento. Il titolo del romanzo (se questo è un uomo) deriva da una poesia che Levi inserisce prima della prefazione, in cui in questa poesia troviamo un tono che è completamente diverso da quello che è il tono che utilizza in tutto il resto del romanzo a partire dalla prefazione. Tono generale (del romanzo) = pacato e razionale, con uno stile quasi scientifico... la sua è una scrittura molto scientifica e razionale poiché il suo essere chimico ha influenzato molto il suo stile, utilizza un tono pacato perché è come se volesse fare uno studio scientifico sul fenomeno che ha vissuto nel campo di concentramento. La condanna c’è poiché è stato un evento tragico della storia, ma prevale la ricostruzione di come è avvenuta la vicenda e di come gli uomini hanno reagito, si i tedeschi che gli ebrei. Tono della poesia = di condanna, quasi sacro. Infatti ricorda molto la poesia “ascolta Israele” una delle più importanti del popolo ebraico, in cui i padri hanno il compito di tramandare la fede ai figli, per mantenere alleanza tra Dio e popolo eletto. Anche in Levi c’è questo tono sacro, ma di condanna per coloro che non porteranno avanti la condanna di ciò che è stato fatto nei campi di concentramento. Lui assume questo dovere morale di ricordare in modo che non capiti più. Primo Levi non era un ebreo osservante, quindi il suo è più un dovere morale, non religioso... solo il tono è sacro e religioso. Ma lui vive questo messaggio come fosse un obbligo laico, più che un comandamento religioso. Perché scrive questo romanzo? - Bisogno di raccontare ciò che è avvenuto: uno dei sogni più ricorrenti che facevano gli internati era quello di raccontare tutto una volta usciti da questa vicenda. È un bisogno primario quasi come fosse fisico quello di raccontare = letteratura concentrazionaria (ovvero dei campi di concentramento). - Far vedere come l’esperienza dei campi di concentramento non può essere paragonata a nessun altro evento della storia della violenza dell’uomo. - Far vedere le conseguenze sugli uomini che l’hanno subita. Il primo obiettivo che i tedeschi nazisti avevano era di privare gli uomini internati della loro dignità di uomo, infatti a loro veniva tatuato un numero... poiché non erano più uomini ma cos’è ovvero “stucke” in tedesco. Rendere questi uomini degli oggetti diminuiva il senso di colpa dei tedeschi, uccidere un uomo senza dignità era più semplice. Questo annichilamento iniziava già dal momento stesso in cui dovevano essere portati nei campi di concentramento, venivano messi infatti nei carri bestiame. Una volta nel lager il procedimento diventava ancora più profondo, si abbruttivano, perché l’intento era di sopravvivere e pur di fare ciò erano disposti a tutto. Levi lo dice chiaramente i più anziani (quelli che erano nel lager da più tempo) ridevano per coloro che erano appena arrivati, perché era un’occasione in più per rubargli le cose e sopravvivere un po’ di più. - Analizzare la reazione degli uomini in casi estremi come questa, qualcuno ha collaborato con il carnefice pur di salvarsi. Levi non ha una visione rigida del campo di concentramento in cui pensa che il male sia tutto dalla parte dei tedeschi e il bene sia tutto dalla parte degli ebrei, sa che c’è anche qualcuno degli internati che pur di sopravvivere era disposto a tutto, che poi diventerà titolo di un altro romanzo “i sommersi e i salvati”, i sommersi non ce l’hanno fatta mentre i salvati si, anche con mezzi subdoli. C’è anche chi tra le vittime ha collaborato con i carnefici pur di sopravvivere. Chi collaborava, infatti, aveva un trattamento migliore rispetto agli altri. C’è anche chi non ha collaborato, in particolare Levi ne ricorda due: Lorenzo Perrone (operaio esterno al campo di concentramento) che ha aiutato Levi da degli dei vestiti e facendo recapitare lettere ai parenti, il secondo invece è Alberto (internato nel campo di concentramento insieme a Levi) che si è salvato, però ha avuto il coraggio di non abbassarsi all’obiettivo dei tedeschi di abbruttire gli ebrei moralmente. Presenza di Dante in “se questo è un uomo” Quando Levi scriverà chi lo a formati non citerà espressamente Dante, però l’inferno dantesco è molto presente in “se questo è un uomo”. Sia con citazioni indirette, ad esempio quando entra nel campo di concentramento c’era la frase ironica “il lavoro rende liberi”, e subito a Levi viene in mente la porta dell’inferno dantesco. Quando compie il viaggio verso il corpo di concentramento parla proprio di una discesa agli inferi, come Dante sta facendo esperienza del male. Ci sono anche citazioni dirette ad esempio: i soldati tedeschi che li accompagnano vengono paragonati a Caronte. Levi dice che il campo di concentramento e l’inferno moderno. C’è soprattutto un episodio famosissimo, quello in cui Levi spiega il canto di Ulisse (XXVI dell’inferno) a un suo compagno di prigionia. I due sono incaricati di andare a prendere il rancio nelle cucine del campo e la strada era lunga, ci voleva circa un’ora a piedi, e Picolò chiede a Levi di spiegargli la letteratura italiana, Levi sceglie di parlargli del canto XXVI di Dante. Questa diventa l’occasione per Levi di riprendersi la sua dignità che i tedeschi volevano togliere e di sentirsi ancora uomo, “fatti non foste per viver come bruti” la frase più celebre del canto. La cultura gli permette dunque di ritrovare la dignità perduta. Vi sono grandi differenze rispetto all’inferno dantesco: - Arbitrarietà del male che sta vivendo: violenza gratuita e ingiustificata, poiché essere ebrei non era assolutamente una colpa VS per Dante è giusto che i dannati soffrano poiché si tratta di giustizia divina (infatti c’è la regola del contrappasso: male in terra = pena all’inferno).
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved