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Primo Levi - Se questo è un uomo, Sintesi del corso di Italiano

Riassunto del libro, dei personaggi, con vita dell’autore, riassunto e percorsi tematici.

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019

Caricato il 18/11/2019

andrearubagotti
andrearubagotti 🇮🇹

4.3

(183)

217 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Primo Levi - Se questo è un uomo e più Sintesi del corso in PDF di Italiano solo su Docsity! PRIMO LEVI – SE QUESTO È UN UOMO VITA DELL’AUTORE Primo Levi nasce a Torino il 30 luglio 1919 da una famiglia di origini ebraiche. Durante la sua infanzia trascorre la maggior parte del tempo con la sorella Anna Maria, con la quale avrà per sempre un ottimo rapporto. Nel 1934 Levi inizia il Liceo D’Azeglio di Torino (un liceo Ginnasio), un istituto molto famoso, poiché erano presenti docenti famosi (come il suo docente di italiano Cesare Pavese) e oppositori del fascismo. Fin da piccolo Levi era attratto dalle materie scientifiche, pertanto dopo aver terminato il Ginnasio si iscrive alla Facoltà di Scienze e si laurea nel 1941 con lode. Inizia a lavorare, ma in questo periodo inizia la guerra in Europa e i nazisti hanno già occupato il territorio italico. Levi tenta di rifugiarsi presso Aosta, ma viene catturato dai fascisti. L’anno seguente viene posto nel campo di concentramento di Fossoli, per poi essere portato ad Auschwitz, dove subirà numerose violenze naziste. Viene liberato grazie all’arrivo dei russi il 27 gennaio 1945, anche se ritornerà in Italia solamente nell’ottobre. Primo Levi muore l’11 aprile 1987. Ci sono dubbi sulla sua morte, poiché è stato trovato morto alla fine della rampa di scale di casa sua. La morte potrebbe essere stata causata da una caduta accidentale o da un tentativo di suicidio. RIASSUNTO Il libro si apre con un tristissimo scenario: seicentocinquanta persone trasportate in soli dodici vagoni merci, per essere portati al campo di concentramento di Aushwitz. Levi spiega che solo quattro persone del suo vagone rivedranno in futuro la loro casa. Una volta arrivati dovevano lasciare i bagagli, il denaro e tutto ciò che possedevano, mentre venivano interrogati. È presente in questo campo una scritta “il lavoro rende liberi”. I deportati, tra cui Primo, vengono tosati, rasati, vestiti di vesti tutte uguali e successivamente viene inciso sulla loro pelle il numero di riconoscimento. Successivamente l’autore si provoca una ferita al piede ed entra nel kabe (krankenbau), ovvero nell’infermeria, così trascorre qualche giorno al sicuro, senza essere maltrattato. Trascorsi venti giorni Levi viene dimesso e assegnato ad un Block, nel quale incontra l’amico Alberto. L’autore inizia così a vivere l’atmosfera di un lagher: luogo in cui sono assenti dignità, igiene e personalità. Levi capisce che la sua morte sarà ormai vicina, ma tenterà sempre la sopravvivenza, cercando di sottostare agli ordini, senza mai lamentarsi, lavorando in modo continuo e diligente. Lui e l’amico Alberto, ad esempio, tentano di entrare nel Kommando 98 (reparto di specialisti), superando l’esame di chimica, cercando così di avere un lavoro che dia un minimo di retribuzione e possibilità di sopravvivere. Riescono ad entrare, riuscendo così a lavorare sempre al chiuso, rimanendo in tenuta estiva. Il loro compito era quello di lavorare i sacchi di fenilbeta. Levi prosegue raccontando le ingiustizie che avvenivano ad Aushwitz. In inverno, ad esempio, Levi deve partecipare ad una selezione, per scegliere se essere mandato a morte o meno, ma fortunatamente viene salvato. Racconta poi un’impiccagione, che si era tenuta davanti a tutti i detenuti, per incutere in loro un grande timore. Alla fine Levi si ammala di Scarlattina e viene portato nuovamente al Kabe. L’armata rossa, nel frattempo, stava avanzando, e i bombardamenti si facevano sempre più vicini. Così Primo e altri che risiedevano nel Kabe andarono alla ricerca di una baracca, visto che nel Kabe non vi era più né elettricità, né acqua, né riscaldamento. Essi così riuscirono ad accendere una stufa, a mangiare del pane e delle patate. Resistettero in questa condizione per dieci giorni, solo uno del gruppo morì. Dopo dieci giorni arrivarono i russi, e finalmente ognuno poteva raggiungere la propria casa. PERCORSI TEMATICI AUSHWITZ – LA TESTIMONIANZA DI UN LAGHER: Primo Levi è stato uno dei pochi a riuscire a sopravvivere all’esperienza del campo di concentramento. Ha deciso inoltre di lasciare importantissime testimonianze, una tra tante il libro “Se questo è un uomo”. In questo libro, infatti, Levi si impegna per dare descrizioni realistiche di ciò che egli era solito fare e vedere, facendo immedesimare il lettore in quelle situazioni tanto atroci e crudeli. Questo libro, come tutte le altre testimonianze di Aushwitz e degli altri campi di concentramento, deve servire da lezione all’intera umanità, perché vengano fermate le ingiustizie, la criminalità, il razzismo, poiché sono forme di pensiero che possono sfociare subito in atti di violenza atroce, proprio come quelli descritti in
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