Scarica -Primo Levi ; Se questo è un uomo.- e più Dispense in PDF di Italiano solo su Docsity! Se questo è un uomo è un’opera autobiografica che racconta il tempo passato da Primo Levi all’interno del lager di Monowitz. L’autore vuole rendere una testimonianza di quanto accaduto non per formulare nuovi capi d’accusa ma per fornire nuovi elementi di studio, ci troviamo di fronte a parole che intendono descrivere in modo quasi scientifico le condizioni e le relazioni interpersonali che si vengono a creare in un ambiente in cui un gruppo di uomini ha il potere di privare un altro della propria dignità e dei propri diritti. Non c’è nessuna forma di normalità dietro il dolore gratuito che viene inflitto, ed è questo il male radicale, quello perverso, che non può essere spiegato né gestito, ma che in qualche modo deve essere contenuto dentro il petto di chi è stato sequestrato della propria anima. Proprio per questo Primo Levi, che aveva una formazione da chimico, assume spesso i panni dello scienziato e non adotta mai un tono esplicitamente critico. La struttura dell’opera è divisa in capitoli brevi che, pur seguendo una linea temporale abbastanza regolare, non seguono perfettamente l’ordine cronologico. Il romanzo è estremamente toccante, perché al di là delle crude descrizioni di ciò che ha visto accadere ai propri compagni di sventura, al sangue versato, ai bisogni primari insoddisfatti l’autore parla di una coscienza che cerca di reagire. Primo Levi racconta di come, in un luogo in cui la morte era una compagna di viaggio quasi desiderata, per quanto tremende erano le condizioni di vita, scopre un’incredibile forza per la vita. A molti, individui o popoli, può accadere di ritenere, più o meno consapevolmente, che «ogni straniero è nemico». Per lo più questa convinzione giace in fondo agli animi come una infezione latente; si manifesta solo in atti saltuari e incoordinati, e non sta all’origine di un sistema di pensiero. Ma quando questo avviene, quando il dogma inespresso diventa premessa maggiore di un sillogismo, allora, al termine della catena, sta il Lager. Esso è il prodotto di una concezione del mondo portata alle sue conseguenze con rigorosa coerenza: finché la concezione sussiste, le conseguenze ci minacciano. La storia dei campi di distruzione dovrebbe venire intesa da tutti come un sinistro segnale di pericolo.’ .‘Accade facilmente, a chi ha perso tutto, di perdere se stesso.’ ‘Distruggere l’uomo è difficile, quasi quanto crearlo: non è stato agevole, non è stato breve, ma ci siete riusciti, tedeschi. Eccoci docili sotto i vostri sguardi: da parte nostra nulla più avete a temere: non atti di rivolta, non parole di sfida, neppure uno sguardo giudice.’