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Primo Levi - Se questo è un uomo, Appunti di Letteratura Italiana

Riassunto completo del libro

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 17/03/2019

sofia-black
sofia-black 🇮🇹

4.4

(45)

8 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Primo Levi - Se questo è un uomo e più Appunti in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! SE QUESTO è UN UOMO PRIMO LEVI IL VIAGGIO Primo Levi faceva parte di una banda partigiana affiliata a “Giustizia e libertà”. Il 13 dicembre 1943 una squadra di SS irruppe nella base e catturò Levi. Venne così portato presso il campo di internamento di Fossoli (MO) a fine gennaio 1944. In questo campo rimase fino al 22 febbraio, mese in cui il campo venne preso in gestione dai tedeschi. Levi fu allora mandato ad Auschwitz insieme a donne, bambini ed anziani. SUL FONDO [Haftlinge: sono i prigionieri del campo] Dopo 15 giorni di viaggio in treno in pessime condizioni Levi giunge a Monowitz, vicino Auschwitz. Si tratta di un campo di lavoro presso la fabbrica di gomma Buna, per questo il campo stesso viene chiamato Buna. Il campo accoglie tre categorie di prigionieri: i criminali riconoscibili grazie ad un triangolo verde cucito sulla divisa, i politici, che invece hanno un triangolo di colore rosso, e gli ebrei, i più numerosi, che portano al petto la stella ebraica rossa e gialla. Per quanto riguarda le dimensioni del Lager, si tratta di un quadrato di circa 600 metri per lato circondato da due reticolati di fino spinato e costituito da 60 baracche di legno chiamate Block. Oltre a queste vi sono il corpo delle cucine, che è in muratura, una fattoria sperimentale, gestita da prigionieri privilegiati, le baracche delle docce e le latrine, una per ogni sei o otto Blocks. Otto Blocks situati all’estremità est del campo sono adibiti ad infermeria e ambulatorio; il Block 24 è riservato invece agli scabbiosi; ve ne è uno riservato agli aristocratici e agli internati che ricoprono cariche supreme; il Block 49 invece è riservato ai Kapos. Ogni Block è suddiviso in due parti: nella prima risiede il capo-baracca con i suoi amici, nella seconda i normali prigionieri. La suddivisione del lavoro avviene per Kommandos, ne esistono circa 200 tra cui quelli speciali ovvero quelli formati da professionisti quali elettricisti o fabbri, gli altri Kommandos invece si occupano di trasporti e lavoro. Ogni Kommandos e diretto da un Kapo. L’assegnazione dei prigionieri ai Kommandos avviene tramite uno speciale ufficio del Lager che è in contatto con la direzione civile della Buna. INIZIALIZZAZIONE Levi viene assegnato al Block 30. Il capitolo racconta i suoi primi giorni di prigionia e spiega come è strutturata la routine giornaliera del campo: sveglia, l’appello, la corsa alle latrine, la distribuzione del pane, il lavatoio per poi recarsi al lavoro. KA-BE Levi racconta di una sua giornata di lavoro. La giornata si conclude con un incidente che obbliga Levi a recarsi al Ka-Be ovvero l’ospedale. Nel Ka-Be vengono ricoverati i prigionieri che hanno tendenza alla guarigione; quelli che invece hanno tendenza ad aggravarsi vengono mandati alla camera a gas. Nel Ka-Be ci sono due ambulatori: uno medico e l’altro chirurgo. I prigionieri una volta ricoverai devono lasciare i loro pochi averi: gamella, cucchiaio, scarpe (è vietato entrare in ospedale con le scarpe), eccetera. Successivamente, nel momento in cui si viene dimessi al prigioniero viene riconsegnata una divisa e le scarpe, il resto dovrà nuovamente procurarselo. Levi conosce due personaggi: Walter Bonn, un olandese affetto da deperimento organico e Schmulek un fabbro che verrà portato a morire nelle camere a gas. LE NOSTRE NOTTI Dopo 20 giorni di ricovero Levi viene dimesso, affidato ad un nuovo Block, il 45, e a un nuovo Kommando. Nel Block 45 risiede anche Alberto, il miglio amico di Levi. In questo capitolo viene descritto come i prigionieri sono costretti a passare le notti. I sogni più ricorrenti, ovvero quello di tornare a casa e di raccontare di questa esperienza ai parenti, oppure quello di essere a tavola a mangiare, tutti i sogni però si trasformano poi in incubi. IL LAVORO Il compagno di cuccia di Levi finisce al Ka-Be e viene sostituito da Resnyk un ragazzo polacco di 30 anni. Il capitolo poi descrive le faticose e stremanti giornate lavorative con le sue fasi: l’assegnazione del lavoro, la suddivisione in coppie, il pranzo e la breve pausa, il permesso per recarsi alla latrina. UNA BUONA GIORNATA L’inverno è sta finalmente giungendo al termine, il capitolo si apre infatti con una giornata di sole e una descrizione del campo illuminato dal sole che riesce a rendere verdi i prati ai lati della strada. Il sole però non riesce a raggiungere la fabbrica Buna che viene descritta come un colosso grigio. La Buna risulta essere grande come una città, al suo interno vi lavorano i dirigenti e i tecnici tedeschi e 40 mila stranieri di nazionalità diverse che risiedono nei vari Lager. In mezzo alla Buna sorge la Torre del Carburo che è stata costruita dai prigionieri mattone per mattone. La buona giornata si protrae con una sorpresa da parte di Templer l’ufficiale del Kommando di Levi, che è riuscito a recuperare degli avanzi di zuppa così da poter aumentare la razione di zuppa a tre litri. Per qualche ora i prigionieri riescono ad essere infelici alla maniera degli uomini liberi. AL DI QUA DEL BENE E DEL MALE Sembra che la liberazione sia prossima a causa del ritardo del cambio della biancheria, ma a differenza di quanto sperato, il cambio avvenne. Successivamente il capitolo descrive i metodi di scambio tra prigionieri, la loro economia, in particolare attraverso la Borsa. Gli scambi sono esplicitamente proibiti nel campo, ma comunque riescono a trovare campo senza essere scoperti. I soggetti si suddividono nei “disperati della fame” che risparmiano parte della razione di pane per barattarla con della zuppa dalla quale recuperano i pezzi di patata per poi rivendere la parte liquida. Altri sono coloro che vanno a vendere la loro unica camicia, consapevoli della punizione che gli verrà inflitta dal Kapo (perché le camicie sono proprietà del Lager), ma una volta superata, otterranno una nuova camicia. Vi sono anche dei veri e propri “mercanti di professione”, in particolare i greci, che sono dei veri professionisti in furti e mantengono il monopolio della Borsa. I furti per lo più avvengono nelle cucine. Alla Borsa viene venduto il Mahorca, un tabacco di scarto, che viene venduto legalmente alla Kantine in cambio dei “buoni-premio” rilasciati dalla Buna. Ovviamente questi buoni-premio vengono rilasciati secondo preferenze, conoscenze, per abuso di autorità, per cui non in maniera regolare. Questo Mahorca finisce in parte come mezzo di scambio con i lavoratori civili della Buna. Il traffico con i civili viene comunque considerato un reato e quest’ultimi vengono puniti facendoli risiedere nel campo per un tempo limitato. Essi non vengono tatuati né rasati, lavorano in Kommandos particolari per cui sono in un certo senso separati dagli altri prigionieri. Levi poi spiega come funzionano gli acquisti per le baracche, in particolare per quanto riguarda il grasso per le scarpe. I prigionieri sono infatti obbligati a passare il grasso sulle scarpe ogni mattina, ma quest’ultimo non gli viene procurato, deve infatti essere acquistato da ogni baracca. Ad ogni baracca ogni sera viene consegnata della zuppa in più quest’ultima è appunto destinata agli acquisti tra cui proprio il grasso per le scarpe. Il grasso viene normalmente rubato all’interno dalla Buna e poi commercializzato nel campo. all’interno della baracca. In quel lasso di tempo la SS decide se il deportato è ancora in grado di lavorare altrimenti viene mandato alle camere a gas. Nei giorni che dividono la selezione dall’effettiva partenza, i selezionati ricevono doppia razione di zuppa. KRAUS Il capitolo è basato sul deportato Kraus. Continuano le sofferenti giornate lavorative al freddo e alla pioggia. Levi inizia a parlare del suo compagno Kraus, ungherese, che a suo avviso lavora troppo intensamente e così facendo molto presto soccomberà alla stanchezza, non è capace di fare economia delle sue forze. Nel ritorno al campo di due si ritrovano a marciare vicini in questo momento Levi racconta di aver sognato il compagno andar a trovarlo in Italia una volta uscito dal Lager. Successivamente rivale che quel sogno non è mai esistito che è stato una sua pura invenzione del momento. DIE DREI LEUTE VOM LABOR Gli italiani del convoglio di Levi sono armai rimasti in pochi, 21. Le incursioni sembrano cessate da settimane. Le condizioni del Kommando di Levi non sono migliori rispetto agli altri, anche essendo un Kommando specializzato. In teoria il loro lavoro si dovrebbe svolgere al coperto, ma a discapito di questo non hanno ricevuto la tenuta invernale, mantenendo quella estiva, mentre gli altri hanno ricevuto il cappotto. Oltre a questo mentre gli altri trasportano sacchi di cemento da 50 chili, loro trasportano sacchi di fenilbeta da 60 chili. Nonostante questo circola la voce che tre deportati verranno scelti per svolgere la loro attività in Laboratorio. Finalmente vengono scelti e tra questi vi è Levi. Levi insieme ai suoi compagni di laboratorio riuscirà a passare l’inverno senza patire né freddo né fame. Herr Stawinoga è il capo-laboratorio. Anche lui è un Doktor, non in chimica, ma in glottologia. In laboratorio i tre vengono chiamati “monsieur”. Nel campo si respira un’aria di risoluzione, i russi si trovano a 80 chilometri dal campo. I polacchi non lavorano più, i francesi camminano a testa alta e gli inglesi strizzano gli occhi. Ma i tedeschi fanno finta di niente e anzi stabiliscono che la data d’inizio produzione della gomma sintetica sarà il 1 febbraio 1945. Il nuovo impiego di Levi nel laboratorio riesce a permettergli dei momenti di tregua dove riaffiora la coscienza e il sentirsi uomo. Pensando a questo Levi inizia a scrivere su un foglio con una matita i suoi pensieri di cui non riuscirebbe a parlarne con nessuno. Nel laboratorio ci sono le donne. Di fronte a loro i tre si sentono sprofondare nella vergogna e nell’imbarazzo a causa delle loro condizioni. L’ULTIMO Levi racconta di come insieme ad Alberto riuscissero a procurarsi cibo e oggetti da commerciare (anche grazie al nuovo impego di Levi e al continuo aiuto di Lorenzo). Una sera tornati da lavoro i prigionieri sono costretti a partecipare a una cerimonia di impiccagione nei confronti di un uomo che ha preso parte a una rivolta che ha portato alla distruzione di un forno crematorio di Birkenau. L’uomo prima di morire grida alla folla: “compagni, io sono l’ultimo!”. Levi riflette affermando che l’ultimo uomo forte è ormai morto e che al loro arrivo i russi non troveranno altro che degli uomini domati e spenti, degni ormai solo della morte che li attende inerme. STORIA DI DIECI GIORNI L’11 gennaio 1945 Levi si ammala di scarlattina e per questo viene nuovamente ricoverato al Ka-Be. Insieme a lui ci sono due francesi: Arthur, il più anziano, un contadino piccolo e magro; e Charles, un uomo di 32 anni maestro di scuola. Nel periodo di ricovero di Levi il campo viene evacuato a causa dell’arrivo dei russi. I malati che potevano camminare sarebbero partiti, mentre gli altri sarebbero rimasti al Ka-be con del personale di assistenza. Tra i deportati in partenza si trovava Alberto, l’amico e compagno di Levi. Lui come tutti gli altri sani che partivano era allegro e fiducioso. La notte del 18 gennaio 1945 lasciarono il campo, nella quasi totalità essi scomparvero durante la marcia di evacuazione, tra questi vi era anche Alberto. Levi invece trascorse altri 10 giorni nel campo, cercando di sopravvivere al meglio insieme ai due francesi nonostante la malattia. Il 18 gennaio il campo venne bombardato e i tedeschi abbandonarono definitivamente il campo. [In questo lasso di tempo Levi incontra per la prima volta una SS di passaggio nel campo, visita la parte di campo dove risiedevano le SS in cerca di proviste e esce dal reticolato spinato per dirigersi verso un carico di patate rimasto abbandonato al di fuori del Lager.] Il 27 gennaio arrivarono i russi. POSTAFAZIONE DI CESARE SEGRE DIFESA DELLA dignità La dignità nel capo viene persa l’unica liberta rimasta ai prigionieri è quella di negare il consenso: disobbedendo dove possibile e obbedendo ma con il minimo impegno. Sul mantenimento della dignità sono importanti gli insegnamenti del sergente Steinlauf. Ad un eroe della dignità è dedicato un intero capitolo: “L’ultimo”. I PERSONAGGI DI FRONTE ALL’ESTREMO Il capitolo intitolato “I sommersi e i salvati” è un vero e proprio studio sulla lotta per la vita e per la sopravvivenza, con termini darwiniani. Levi suddivide i deportati in Muselmann ovvero un vinto, un sommerso; e in Organisator, Kombinator o Prominent. Un sommerso è rappresentato da Null Achtzehn che obbedisce sempre e non reagisce né con l’azione né con il pensiero. Kapo invece rappresenta l’estremo dei salvati. Ovvero un prigioniero fattosi servo dei carcerieri e che pur di capare riversa l’odio degli aguzzini, dai quali prende ordini, verso i compagni di prigionia. Lo sforzo di trasformare i prigionieri in bestie a raggiunto in lui la perfezione. I civili tedeschi sanno quello che succede nel campo: delle eliminazioni, le gassificazioni eccetera, ma conservano tranquilli le proprie abitudini, il proprio benessere, la propria indifferenza. SOPRAVVIVENZE DI AMICIZIE E DI carità Nonostante la lotta contro tutti è straordinaria la sopravvivenza dell’amicizia, in particolare quella con Alberto, o i movimenti di comprensione e di fraternità umana, ad esempio il dialogo con Schlome, che cerca di aiutare Levi dandogli qualche dritta al suo arrivo al campo; quello con Kraus, un sommerso, diventato improvvisamente fratello attraverso un sogno inventato da Levi per pietà nei suoi confronti. Ma il vero rappresentante dell’umano è Lorenzo, il civile italiano che aiuta Levi e che, come lui stesso afferma, è riuscito a trasmettere calore alla vita del prigioniero. LA FAME Il Lager è la fame e la fame è presente in tutti il libro. È talmente ossessiva che come descritto nel capitolo “Le nostre notti”, i dormienti sognano di mangiare schioccando le labbra e dimenando le mascelle. Levi è colui che è riuscito a rappresentare la fame icasticamente (con notevole efficacia rappresentativa) come mai nessun altro è riuscito. L’ASSURDO Insensatezza (senza senso) o arbitrio (abuso) caratterizzano l’esecuzione di un disegno spaventosamente rigoroso quale è il Lager. Insensatezza la possiamo notare dal fatto che i prigionieri non possono succhiare il ghiaccio formatosi sulla finestra nonostante la mancanza di acqua. L’arbitrio è massimo nelle selezioni quando basta un cenno di una SS per morire o vivere. Il massimo dell’insensatezza è anche legato alla folle testardaggine dei tedeschi rappresentata dal fatto che la fabbrica Buna, per la quale si lavorò per quattro anni e morirono innumerevoli uomini, non riuscì mai a entrare in funzione e a produrre gomma. L’UCCISIONE DEL TEMPO Il tempo dominante nel Lager è il presente. Le speranze che implicano un futuro vengono abbandonate, come accade alle notizie sulle vittorie degli Alleati. Qualunque futuro è impensabile. Il passato viene dimenticato per preservarsi dai ricordi o da fantasie. Il tempo nel Lager è eterno, e a fine giornata quando lo si è vissuto viene dimenticato e annullato. L’ORRIBILE LABORATORIO SOCIALE Levi considera la sua curiosità e la sua mentalità scientifica da chimico una sua forza. Se questo è un uomo non si limita a fornire informazioni di carattere generale sul funzionamento dei Lager, ma si spinge a considerare il campo come un esperimento di una società primitiva. Lo si nota dallo sviluppo di una rete di commercio non prevista dal sistema rigoroso del campo. Tutto è sempre comunque finalizzato a un giudizio che viene richiesto al lettore: “Vorremmo ora invitare il lettore e riflettere, che cosa potessero significare in Lager le nostre parole -bene- e -male-, -giusto- e - ingiusto- “. LO SCHEMA CONCETRICO E L’INFERNO DI DANTE La struttura di “Se questo è un uomo” può essere vista come uno schema concentrico. Il filo spinato circonda il Lager, fuori c’è l’umanità, dentro l’inumanità. Nel capitolo Storia di dieci giorni, la ripresa dell’umanità è segnata, dopo la fuga dei tedeschi, dal pane che gli ospiti di una baracca offrono ai compagni che hanno riparato loro una finestra. Anche l’esplorazione del campo e le iniziative per il cibo e l’igiene rappresentano una ripresa del loro libero arbitrio.
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