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primo parziale sociologia dei processi culturali, Appunti di Sociologia Dei Processi Culturali

riassunto completo del primo parziale di sociologia dei processi culturali con il prof. Allodi. Argomenti: ricolfi, Comte, scheler, Marx, Tocqueville, Durkheim, scuola elitistica, comunitarismo. voto conseguito: 28/30

Tipologia: Appunti

2022/2023

In vendita dal 20/03/2023

sofiiia28
sofiiia28 🇮🇹

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Scarica primo parziale sociologia dei processi culturali e più Appunti in PDF di Sociologia Dei Processi Culturali solo su Docsity! Ricolfi individua: Due opposte rappresentazioni retoriche della società italiana: La prima: crescita delle diseguaglianze, l’Italia come un paese fondamentalmente povero, in cui una massa di disoccupati cerca invano un lavoro; milioni di persone non hanno i diritti elementari; i giovani sono esclusi dal mercato del lavoro regolare; gli immigrati vengono impiegati nei lavori defatiganti e sfruttati per pochi euro al giorno; La seconda: un paese in cui una massa elevata di persone non lavora, oppure lavora e trascorre splendidi fine settimana in luoghi di villeggiatura; grandi città piene di giovani che «apericenano»; famiglie che hanno due case di proprietà, o un televisore per stanza, o una barca ormeggiata in qualche porto turistico. Ristoranti pieni, single che dedicano diverse ore alla settimana alla cura del proprio corpo in palestre. La tesi di Ricolfi è che l’Italia non è una società del benessere afflitta da alcune imperfezioni, ma è un tipo nuovo, forse unico di configurazione sociale, che possiamo definire «società signorile di massa» La società signorile di massa → È una società opulenta→ gli aspetti lussuosi della vita si stanno espandendo notevolmente, il benessere lussuoso è diventato quasi un bisogno, è una società in cui si vive al di sopra delle proprie capacità, perciò si consuma più di quanto si genera in termini di ricchezza e l’economia non cresce più, facendo entrare l’economia in un regime di stagnazione o di decrescita. → quindi, la condizione signorile, ovvero l’accesso a consumi opulenti da parte di cittadini che non lavorano, è diventata di massa → Questo tipo di società è inoltre caratterizzata dal fatto che i cittadini che non lavorano sono più di quelli che lavorano. Gli italiani che non lavorano sono infatti il 52,2 % italiani che lavorano 39,9%. → la popolazione attiva è superata dalla popolazione non attiva (anziani, bambini etc), ma parte della popolazione attiva non agisce veramente = esiste una parte della popolazione che si comporta in maniera signorile (magari perché finanziati da famiglie di provenienza) ma non creano ricchezza (ovvero non possono veramente permettersi di comportarsi in questo modo). → In una società signorile di massa si crea una ampia infrastruttura schiavistica di cui la popolazione straniera è quasi sempre una componente essenziale. Ciò può essere descritto con la “piramide al contrario”: - sopra→ anziani - sotto→ popolazione attiva. I pilastri della società signorile di massa: senza questi tre pilastri non saremmo mai diventati una società signorile di massa 1. enorme ricchezza creata da due generazioni: quelli che hanno fatto la guerra e quella appena successiva 2. distruzione della scuola, abbassamento degli standard dell’istruzione 3. Formazione di una struttura paraschiavistica→ sfruttamento di immigrati che provengono dall’Est e dall’Africa. La mente signorile: Individualismo -Autorealizzazione (C. Taylor) → negli ultimi decenni l’autorealizzazione non si basa più sul lavoro ma sul trovare una maniera per impiegare il proprio tempo in un qualcosa di meno impegnativo→ non ci si sacrifica più per il lavoro Come si è modificato questo ideale? Lo sforzo non sta più nel raggiungere, faticosamente e nel tempo, una meta o una posizione cui si ambisce. Il vero sforzo sta nel trovare la nicchia in cui emergere, nel convincere gli altri che quella nicchia ha valore. L’equazione della crescita L. Ricolfi, L’enigma della crescita. Alla scoperta dell’equazione che governa il nostro futuro, Mondadori, 2014. Ricolfi da sociologo della cultura studia un fenomeno a livello quantitativo e numerico della crescita nelle società occidentali. Ricolfi definisce una equazione che permette di conoscere il valore delle quattro forze e contro-forze responsabili della crescita, e quindi una equazione in grado di prevedere molto accuratamente a che tasso si svilupperà un determinato sistema economico-sociale. il tasso di crescita di un’economia è funzione di 5 forze: g (tasso di crescita)= f (Y0, Z1, Z2, Z3, Z4) - yo= reddito di partenza→ il livello di benessere, il reddito di ciascun cittadino che gode in un determinato momento - Z1= qualità del capitale umano, - Z2=investimenti diretti esteri, - Z3= qualità delle istituzioni economiche (es. come funziona la giustizia civile), - Z4= livello di tassazione La conclusione generale a cui arriva Ricolfi nel libro è che a dispetto di tutti gli altri fattori, il reddito di partenza cioè il livello di benessere è di gran lunga la forza dominante che governa le traiettorie delle economie occidentali. L’ipotesi di Ricolfi è che il livello di benessere sia una contro-forza, che incida negativamente sulla dinamica di una società: quanto più una società gode di un elevato e diffuso ampio benessere tanto più essere sarà disposta ad un fenomeno che Ricolfi chiama “ristagnazione”. L’ipotesi di Ricolfi ruota intorno all’idea che esista un fattore umano, culturale, quello che potremmo definire «stile di vita», un fattore dunque endogeno (legato a fattori culturali nostri), ad incidere profondamente sul ritmo di crescita di un paese. Il benessere, dice Ricolfi, si comporta come una specie di forza d’inerzia che diventa via via più pesante e blocca la crescita del paese. In sostanza il reddito di partenza è di gran lunga la forza dominante che governa le traiettorie delle nostre economie. Un reddito di partenza elevato è un formidabile freno alla crescita, un freno che si può neutralizzare solo cercando di modificare le altre variabili (Z1 – Z4). Le altre economie occidentali infatti, rispetto a quella italiana, sono riuscite ad attutire l’impatto negativo di questo benessere insistendo sugli altri 4 fattori. Cosa c’è dietro la variabile y0? La sociologia della cultura (dietro y0) serve a trovare quegli stili di vita che incidono sulla vita del paese (a livello economico, culturale, civile, politico). Le società avanzate producono benessere e il benessere contiene in sé le forze che rallentano la spinta al suo incremento: - Stili di vita nuovi, di tipo narcisistico, - perdita del senso del sacrificio, - autoassoluzione e permissivismo. Le conclusioni Nella società signorile di massa perde centralità l’importanza del lavoro. Spesso si pensa che sia il mondo esterno a determinare il nostro futuro, mentre ricolfi pensa che siano fattori endogeni, tra cui gli stili di vita, a cambiare le nostre condizioni. Manca una riflessione all'interno degli individui secondo Ricolfi, sulla loro “Weltanschauung”. Alla stessa conclusione arriva anche Aron, egli collega la necessità di ricominciare a pensare al concetto di vita buona, di società buona. La nostra società, società signorile di massa, non ha più l’energia e la volontà per crescere, vi è un vasto ceto medio abituato a standard di vita che sarà sempre meno in grado di mantenere; quindi, si assiste al declino di una cultura delle responsabilità. La nascita della sociologia Possiamo farla derivare da 3 importanti avvenimenti: 1. rivoluzione scientifica (1500), nasce una concezione meccanicistica della scienza. 2. rivoluzione industriale→ nasce dalla spinta creata dai problemi dell’industrializzazione. La sociologia nasce come tentativo di risolvere la crisi che l‘urbanizzazione e l’industrializzazione avevano creato. 3. rivoluzione francese → scoperta dei diritti. Nella storia della sociologia si sono inoltre delineati due fondamentali paradigmi sociologici: solitamente vengono indicati con i termini «olismo» e «individualismo metodologico». dell’umanità è anche storia del cammino compiuto verso il positivismo, in ordine al pieno sviluppo della natura umana. - L'organizzazione scientifica del lavoro. C’è società industriale quando c’è organizzazione scientifica. Sociologia di Comte Comte concepisce la sociologia come una fisica sociale e la suddivide in due forme: - Statica sociale – (ordine). Studia la permanenza delle strutture sociale nel tempo (ex.: la gerarchia) - Dinamica sociale – (progresso), condizioni di movimento della società. Studia la trasformazione nel tempo, i passaggi da un sistema all’altro. Comte è legato ad un’idea positiva di progresso. La società industriale secondo Comte Durante la sua epoca Comte era preso dalla convinzione che il pensiero teologico apparteneva ormai al passato e quindi in questo momento gli scienziati e gli industriali erano coloro che dominavano la società del suo tempo. L’industria è infatti il fatto nuovo del XIX secolo. Aspetti caratteristici sono: 1. L'industria è formata sull’organizzazione scientifica del lavoro, ossia la produzione è progettata in vista del massimo rendimento. 2. l’applicazione della scienza all’organizzazione del lavoro; 3. il nuovo fenomeno sociale dell’esistenza delle masse operaie, dato che la produzione industriale comporta la concentrazione di operai nelle fabbriche. Comte considera decisivi questi primi tre aspetti. 4. Le concentrazioni di operai sul luogo di lavoro creano l’opposizione tra proletari e capitalisti; per Comte è secondario: è il risultato di una cattiva organizzazione della società industriale e può essere corretto con riforme. 5. La ricchezza grazie al carattere scientifico del lavoro continua ad aumentare però così come anche le crisi di sovrapproduzione e la povertà nell’abbondanza. 6. il sistema economico è fondato sulla libertà degli scambi e sulla ricerca del profitto e non è più strettamente controllabile dallo Stato La proprietà privata Comte aggiunge l’idea della secondarietà della gerarchia temporale: esiste un ordine spirituale basato sul merito morale che ridefinisce il potere temporale di industriali e padroni e si sostituisce ad esso. Scopo supremo di tutti dev’essere il perfezionamento morale, non l’esercizio sempre più indiscriminato del potere. La religione dell’umanità Nella vecchia società teologica e militare sacerdoti e militari sono le figure dominanti. Queste figure saranno sostituite da quelle degli scienziati degli industriali. Lo scienziato sostituirà il sacerdote perché il sapere scientifico soppianterà quello religioso. La religione serve a soddisfare i bisogni umani di amore e unità. Gli uomini devono amare il Grande essere, ovvero ciò che i loro predecessori hanno prodotto di buono ed eccellente. “Il Grande essere” di questa religione fondata da Comte “è l’insieme degli esseri passati, futuri e presenti, che liberamente concorrono a perfezionare l’ordine universale”. Crisi del positivismo Il positivismo va in crisi, soprattutto in Germania la crisi è legata a una corrente di pensiero chiamata fenomenologia. Gli esponenti sono: - Luckmann - Lusser Sociologia di orientamente fenomenologico L’opera più importante di luckmann:”la realtà come costruzione sociale” → titolo vero: “la costruzione sociale della realtà”. Il libro è diviso in 2 parti: - società come realtà oggettiva, si studiano gli aspetti oggettivi della società come le istituzioni - la società come realtà soggettiva, l’apporto che l’individuo dà alla società. il costruttivismo Titolo vero: “la costruzione sociale della realtà” → i due autori sono passati come 2 costruttivisti, → l’idea che tutto sia una costruzione sociale. Il massimo del costruttivismo è nietzsche. Altra linea di pensiero: Realismo sociologico→ sostiene che c’è una costruzione sociale della realtà, ma ciò significa creare le condizioni perché un gruppo sociale scopra e comprenda una realtà che è in sé solida, non si può modificare tanto perchè esiste già. Per il costruttivismo non esiste la realtà. Se si rinuncia all’idea di verità si rinuncia anche all’idea di libertà. Böckenförde dice:”Lo stato liberale moderno vive di presupposti che non è in grado di garantire”. Hobbes ribalta questa situazione e dice che l’uomo non è amico di un altro uomo, da qua si inventa il leviatano. Il problema che pone è che nello sviluppo delle civiltà si danno per scontate cose che non lo sono. Max scheler Schler è il fondatore della sociologia del sapere. Tra le sue opere fondamentali c’è:”conoscenza e lavoro”, dove si domanda: “L’uomo è soltanto una scimmia evoluta, un homo faber che col lavoro trasforma il mondo? Oppure è anche e soprattutto un ente spirituale capace di conoscere l’essenza delle cose?” Altra sua importante citazione è:“La scienza ci darà il benessere e la soddisfazione, ma la filosofia saprà darci la gioia”→ c’è una critica al positivismo dove si pensa che una volta scoperti i beni materiali tutto sia risolto. Lui dice il contrario ossia che la vera ricerca nasce quando si scoprono i beni materiali. La critica alla legge dei 3 stadi di Comte Secondo Scheler il positivismo è l'ideologia del capitalismo, che trasforma il sapere a suo uso e consumo e descrive l'uomo come homo faber. Schler contrappone alla legge dei 3 stadi di comte la legge delle 3 forme del sapere. Sostiene che l'errore di comte non è stato aver individuato 3 tipi di sapere (uno teologico, metafisico/filosofico→ si domanda l'essenza delle cose, e uno positivo), ma è di averli messi in una relazione di reciproca esclusione, perché secondo Scheler essi sono 3 saperi diversi con 3 fini diversi e nessuno di essi può sostituire l'altro. In ogni civiltà deve sempre svilupparsi una domanda sul fondamento della vita umana perché è inevitabile, e anche domande sul sapere, ma l'errore dell'occidente è aver enfatizzato al massimo un solo tipo di sapere è che la scienza potesse rispondere alle domande che venivano dagli altri 2 tipi di sapere. Legge delle 3 forme del sapere Tre forme del sapere, tre differenti compiti ugualmente originari e legittimi, «tre motivi completamente diversi, tre fini diversi, tre gruppi di atti dello spirito conoscente completamente diversi, tre diversi tipi di personalità, tre diversi gruppi sociali quelli su cui si basano la religione, la metafisica e la scienza positiva. 1) sapere religioso. La teologia: si interroga sul ‘fondamento del mondo’. La religione si basa su atti elevati dello spirito (sperare, amare, temere, volere, conoscere..), i quali hanno tutti la caratteristica comune per cui una esperienza finita del mondo non può offrire ad essi nessuna soddisfazione ultima, e per cui per loro oggetto essi hanno qualcosa di ‘sacro’, di ‘divino’». Il fine di ogni religione è la salvezza della persona e del gruppo. La religione ha il suo modello tipico nell’homo religiosus, nel santo, in un tipo umano che trova ‘fede’ esclusivamente per il suo particolare rapporto con Dio. 2) sapere metafisico: La metafisica nasce dallo stupore, circa il fatto che qualcosa esiste e raggiunge il suo fine - la conoscenza dell’essenza – per mezzo di una visione razionale dell’essenza, quindi non nell’osservazione e nella deduzione mediata. Il modello tipico della metafisica è l’uomo saggio. Persegue un sapere della struttura dell’essenza. 3) la scienza positiva: Nasce dal bisogno di dominare la natura e di controllarla. La scienza raggiunge il suo fine nell’osservazione, nell’esperimento, nell’induzione e nella deduzione. Fine della scienza positiva è un'immagine del mondo in simboli matematici. Il modello tipico della scienza è il ricercatore, che non vuole mai offrire un sistema compiuto. Sociologicamente: la comunità scientifica che tende sempre a darsi forma internazionale. Scuole specialistiche, Università, associazioni culturali Conclusione di scheler: «religione, metafisica e scienza positiva sono per essenza diverse e, in quanto compito e problema, sono originariamente proprie dello spirito umano». In conclusione: l’errore di Comte e del positivismo non sta nell’aver (correttamente) individuato tre differenti forme di sapere ma di averle poste in una relazione di esclusione reciproca. Karl Marx (1818-1883) Era di origine tedesca, studia a Bonn e frequenta un circolo di hegeliani, è infatti un allievo di hegel. Periodi della sua vita: ❖ periodo della giovinezza.=Periodo degli scritti compresi tra 1841 e 1848 - 1841 si laurea con una tesi su Democrito ed Epicuro. -1845 si trasferisce a Parigi dove entra in contatto col pensiero socialista e con Engels, amico e collaboratore -1845-6 scrive → l’ “ideologia tedesca”, dove teorizza una concezione materialistica della storia ❖ periodo successivo al 48= fine (apparente) della fase filosofica e inizio della fase sociologica. Da qua Marx diventa un sociologo e soprattutto un economista. Nel 1848 esce il manifesto (tema=la lotta di classe) e nel 1861 viene pubblicato il primo capitolo. In questo libro emergono 2 elementi essenziali. - una critica scientifica del capitalismo moderno - una visione utopistica della storia→ l’idea fondata sul materialismo dialettico, per cui il capitalismo per contraddizioni interne ha generato una crisi nella società, e il cui esito finale è la rivoluzione, e dopo la rivoluzione un salto nella libertà. Secondo marx la rivoluzione sarebbe dovuta esplodere negli stati più avanzati dal punto di vista capitalistico, ma la rivoluzione nel 900 scoppiò in russia ossia un paese ancora agricolo. Marx secondo Aron e Santambrogio Santambrogio (un marxista) definisce Marx come scienziato critico, mentre Aron (un liberale) pensa il contrario, ossia che Marx sia un economista scientifico. L’analisi socioeconomica del capitalismo Il pensiero di Marx è un’analisi e una comprensione della società capitalistica nel suo funzionamento attuale. L’opposizione essenziale, nel pensiero di Comte, era tra le società del passato e le società moderne. Anche Marx giudica le società moderne, industriali e scientifiche, in contrapposizione a quelle militari e teologiche. Ma anziché porre al centro della sua interpretazione la contrapposizione tra le due pone al centro del suo pensiero la contraddizione inerente, ai suoi occhi, alle società moderne, che egli chiama capitalismo. Mentre, secondo il positivismo, i conflitti tra operai e imprenditori sono fenomeni marginali, imperfezioni della società industriale facili da correggere, nel pensiero di Marx tali conflitti tra proletariato e capitalisti, sono il fatto fondamentale delle società moderne. il materialismo storico È la sua teoria della società. Secondo Marx, l’uomo diviene ciò che è in base alle condizioni materiali in cui si trova a vivere, arrivando così al materialismo storico. → “Io sono l’esito dei miei rapporti di produzione”. Tesi di feuerbach su marx: non è la coscienza che determina la vita dell’uomo, ma è la vita sociale che determina la coscienza dell’uomo Il materialismo storico è quindi una dottrina marxiana secondo cui la storia non è di carattere spirituale, ma di carattere materiale. In questa prospettiva la storia è concepita quindi come un processo dialettico, che evolve sotto la spinta di dinamiche concrete. Il compito che Marx si propone con la sua filosofia è quello di comprendere il movimento della storia. Le trasformazioni della storia non avvengono per gradi ma in un momento ci sarà un cambio brutale ossia rivoluzionario. I rapporti tra struttura sovrastruttura Ciò che genera la società sono i rapporti di produzione, che a loro volta si dividono in: - forze produttive→ costituite dagli elementi che consentono la produzione, la forza-lavoro e i mezzi utilizzati. - rapporti di produzione → coincidono con l’organizzazione stessa del lavoro, le relazioni che si stabiliscono tra il capitalista e gli operai. la dialettica materiale della storia Secondo Marx gli elementi della struttura non definiscono una situazione statica . In ogni epoca storica a determinate forze produttive corrispondono rapporti di produzione. Per esempio, nel medioevo a forze produttive di tipo agricolo corrispondevano rapporti di produzione di tipo feudale in relazione a quel tipo di modalità produttiva. Se le forze produttive progrediscono più rapidamente rispetto ai rapporti produttivi può crearsi una contraddizione tra i due livelli. Critica all’economia politica classica Marx rompe con gli economisti classici perché questi pensatori hanno descritto il sistema capitalistico come se fosse l’unico possibile e non uno tra i tanti. Inoltre, gli rimprovera di affrontare l'economia con un approccio troppo teorico, astratto. Ogni sistema economico secondo marx ha proprie leggi che devono essere comprese. La disoccupazione tecnologica Dato che ormai la maggior parte del lavoro è svolto dalle macchine, il risultato è la disoccupazione. Disoccupazione significa però anche maggiore povertà dei consumatori. Tutto ciò rappresenta una grande contraddizione per il sistema capitalistico, poiché la meccanizzazione consente di produrre più merce, che rischia poi però di rimanere invenduta perché le persone, essendo disoccupate, hanno meno denaro. L’esito di tutta questa situazione è la differenza sempre maggiore tra la classe dei capitalisti e quella dei proletari. Aumentando il capitale costante diminuisce il capitale variabile, se esso diminuisce diminuisce anche il plusvalore. Alexis De Tocqueville (1805-1859) Bigfia La sua carriera iniziale è come magistrato, successivamente studia il sistema penitenziario americano, e per farlo fa un viaggio negli Stati Uniti, grazie al quale compara il sistema penitenziario statunitense e quello francese. questo viaggio cambierà la sua vita e ispirerà tutta la sua sociologia. Andando lì pensava ci fosse una democrazia molto più avanzata di quella della Francia. -1835 → scrive la prima parte del suo libro più importante:”la democrazia in america".→ Perché in America la società democratica è liberale? -1840 → publica la seconda parte -1856→ pubblica l’altra sua opera, “l’antico regime e la rivoluzione”.→ Perché la Francia fa tanta fatica, nel corso della sua evoluzione verso la democrazia, a conservare un regime politico di libertà? Tocqueville dirà che una tendenza della Francia è la tendenza alla centralizzazione in cui lo stato ha un primato su tutto il resto. Confronto tra Comte, Marx e Tocqueville Aron si sofferma inoltre tra la differenza tra Comte, Marx, e Tocqueville. Secondo Comte il fenomeno centrale della modernità è la società industriale, è il sociologo di questa società. In marx il primato riguarda lo studio del capitalismo e le sue contraddizioni, infine in Tocqueville l’aspetto centrale della sua analisi della società moderna è la democrazia. Altro aspetto rilevante è il suo metodo, ossia un metodo comparativo. Aron dice infatti che tocqueville è il sociologo del metodo comparativo, ossia cerca di comprendere le qualità specifiche di un regime politico sviluppando un confronto tra regimi diversi (al contrario Comte si impegnava nella ricerca delle similitudini tra le diverse società industriali). Inoltre, mentre Comte spiega come si passa dalla centralità della religione alla centralità della scienza, Tocqueville è interessato alla dimensione culturale, ma per spiegare la politica. Spiega il passaggio da una società basata su un sistema di privilegi in cui non vi è uguaglianza, a una società democratica dove l’uguaglianza ne è la base. La rivoluzione francese è il movimento che ha permesso questo passaggio. Inoltre Tocqueville è un sociologo di tipo comparativo. Comte e Marx insistono su caratteristiche comuni a più società, sottovalutando il margine di variazione che la società industriale comporta. il modo in cui il capitalismo si sviluppa nei vari paesi implica infatti differenze notevoli, che comte e Marx tendono a sottovalutare, per far prevalere un’interpretazione più schematica, ideale, del regime capitalistico. Tocqueville → ha un metodo scientifico che si muove diversamente. Anche lui individua fondamenti comuni nella società moderna, ma comprende che non vi è un unico salto come vuole Comte verso uno stadio positivo, o come vuole Marx verso l'allmensch, ma che la democrazia può svilupparsi in modi diversi→ v’è il tema della pluralità, che negli altri autori non era presenti. Democrazia e dispotismo In particolare gli Stati Uniti sono il paese a cui Tocqueville fa riferimento e che studia comparandolo con la Francia e altri paesi europei. Il grande tema che caratterizza la sua sociologia è il rapporto tra democrazia e libertà. Tocqueville individua i caratteri comuni alle società moderne ma dice che partendo da questi fondamenti comuni esiste una pluralità di regimi politici. È convinto che i sistemi democratici abbiano un duplice sviluppo, possono essere: - liberali - dispotici Le democrazie quindi, o evolvono in un senso liberale pieno, in cui si riesce a conciliare libertà e uguaglianza, oppure possono evolvere nel senso del dispotismo ossia un uguaglianza perseguita al punto da sacrificare ogni libertà del cittadino. Una buona democrazia riesce a conservare questi corpi intermedi, in cui si sviluppa la società civile. Definizione di democrazia per Tocqueville La democrazia consiste nell’uguaglianza delle condizioni, dove ogni dignità è accessibile a tutti e non c’è alcuna distinzione di classi perché tutti gli individui sono uguali (non sono però uguali intellettualmente o economicamente), si tratta di un’uguaglianza sociale. Per tocqueville la democrazia non può quindi essere un sistema di privilegi, per esempio tutti dovrebbero studiare negli istituti migliori. Il benessere e la tranquillità è lo scopo principale, in cui tutti sono interessati alla conservazione dell’ordine sociale. Le disuguaglianze di ricchezza tenderanno a sparire mano a mano che le società diventeranno sempre più democratiche. I tre pericoli della democrazia 1. Indifferenza verso la cosa pubblica. Viene meno il senso di appartenenza a una realtà superiore che non sia quella meramente individuale. Società basata sull’individuo (atomizzato). 2. Contrazione della diversità, l’uguaglianza comporta conformismo. Si forma un ceto medio indifferenziato (opinione pubblica). Logica della quantità. 3. Possibilità di un potere senza controllo. L’esercizio del potere non è più vincolato. Come si crea il dispotismo Tocqueville pensa che la rivoluzione francese abbia creato valori fondamentali, quindi si domanda cosa non abbia funzionato in questi valori, e perché il dispotismo alla fine ha creato il fallimento di questa rivoluzione. Secondo tocqueville all’interno dei sistemi democratici sono sempre in atto due tendenze rivoluzionarie: - la tendenza necessaria di realizzare un’uguaglianza sempre più diffusa e generale, ma un’uguaglianza che tende però a essere una sorta di massificazione degli individui e una centralizzazione dello stato. - progressivo indebolimento dei poteri tradizionali delle tradizioni, degli elementi storici che vivono nella cultura di un popolo. Queste 2 tendenze tendono a creare le condizioni migliori per l’avvento di un dispotismo. La democrazia in america Come rendere compatibili libertà e uguaglianza? «A quali condizioni una società, nella quale la sorte degli individui tende a uniformarsi, può non precipitare nel dispotismo?» ossia: In un sistema democratico com’è possibile rendere compatibili uguaglianza e libertà? Libertà per tocqueville significava assenza di arbitrio, quindi bisogna che il popolo, per quanto possibile, si governi da solo. Se si ha un sistema che uniforma le persone si avrà un sistema di persone che non si differenziano tra loro, che perdono il gusto del merito e la libertà personale. Una società di questo tipo corrosa dal l'egualitarismo tende al dispotismo. Quindi, per evitare che una democrazia sfoci nel dispotismo deve esserci un’adeguata percezione del concetto di uguaglianza, che non deve soffocare le differenze. Una democrazia così diventa ricca, dove i cittadini vogliono impegnarsi, creare nuove iniziative. Condizioni che assicurano libertà in America - assenza di arbitrio→ le leggi non favoriscono l’interesse di qualcuno, assicurano una protezione a tutti quanti i cittadini - pluralità di istituzioni→ ogni sistema politico tende invece a concentrare le autocrazie, tutti i poteri in una sola dimensione, questo è un sistema che si allontana dalla democrazia, le istituzioni dovrebbero quindi differenziarsi. - Non contraddittorietà tra diseguaglianze dovute alla ricchezza ed eguaglianza sociale di fondo→ una volta assicurata l’uguaglianza è inevitabile ci siano disuguaglianze di tipo economico. Cosa rende liberale la democrazia americana? A. La situazione accidentale e particolare nella quale si trova la società americana → non ha avuto nemici che ha costretto a costruire uno stato militarizzato, quindi non si è creata un’aristocrazia militare fondata sui privilegi come invece è successo in francia. Inoltre pensa che uno stato debba essere abbastanza grande per avere la forza necessaria alla sua sicurezza, e abbastanza piccolo per adattarsi alle diversità della popolazione B. Le leggi→ un ordinamento federale: gli interessi dei grandi Stati coesistono con quelli dei piccoli. È incoraggiata la solidarietà sociale. C. Le abitudini e i costumi, sono le cause ultime della libertà (unione di spirito religioso e spirito liberale, che al contrario sono opposti in Francia), essa ha infatti per condizioni i costumi e le credenze degli uomini (modellati dalla religione). La democrazia non è uno stato etico, non impone alle persone una concezione della vita o atea, o religiosa ecc. Questo è un fatto che crea un problema, perché le abitudini incorporano una sorta di senso comune, una coscienza morale, che non può essere creata dallo stato, ma appunto dalla tradizione. la religione è il fattore determinante dei costumi “Il dispotismo può non curarsi della fede, ma non la libertà” →Non vi è dispotismo dove vi è religione, poiché essa fornisce un insieme di valori alla collettività ed è un limite al potere sovrano poiché esso non va contro le credenze condivise. Quindi la libertà se vuole mantenersi deve conservare le tradizioni di un popolo. Inoltre la fede sarà ciò che creerà una disciplina morale che non sia imposta dal castigo, ma semplicemente è necessaria per un popolo che vuole governarsi da sé. la religione crea uomini liberi. i sistemi democratici non possono intervenire nella formazione della coscienza etica degli individui perché devono assumere una posizione di neutralità nei confronti di altre istituzioni. Se lo stato corresse questo pericolo e si prestasse il problema della formazione etica dei cittadini avremmo una distorsione della democrazia chiamato stato etico (lo stato che pensava poter svolgere anche la funzione di imposizione dall'esterno ai limiti morali degli individui). Per Tocqueville il sistema politico ha determinate funzioni da svolgere che non devono interferire con le funzioni di altri sottosistemi come quello culturale, quello morale, quello religioso. Questo non implica che i due sottosistemi debbano essere in conflitto tra loro, quello che affascina tocqueville è proprio questo, che sono due ambiti che devono restare liberi. L’antico regime e la rivoluzione “L’antico regime e la Rivoluzione” rappresenta un saggio di spiegazione sociologica di eventi storici. Rispetto alla decadenza dell’ancien régime, la rivoluzione appare quasi come una rivoluzione religiosa, poiché tesa a sostenere i diritti dell’uomo in generale. Perché la Rivoluzione è scoppiata proprio in Francia? La struttura accentrata ed uniforme della società francese, insieme ai privilegi di classe, ostacolava la solidarietà sociale e le riforme condivise. La Rivoluzione è stata quindi una necessità politica perché il movimento democratico avrebbe senz’altro preso il sopravvento sulle istituzioni del vecchio regime. Inoltre negli usa c’è una concezione federalista degli stati. Lo stato deve aiutare gli altri, deve far sì che i cittadini partecipino alla collettività, (principio di sussistenza). in Francia invece c’era stata una centralizzazione . Il secondo volume de “La democrazia in America” Obiettivo: delineare un tipo ideale di società democratica. Per tocqueville lo scopo di una democrazia è assicurare il benessere materiale della maggioranza. quando non si riesce a sviluppare adeguatamente la differenza tra il principio di uguaglianza e di egualitarismo, i rischi che corre una democrazia si chiamano dispotismo, populismo e antipolitica. Viene meno così anche l'attenzione al principio del merito individuale. Tocqueville è un liberale da questo punto di vista. è istitutivo nel senso che deve compensare un danno puntando al recupero senza far pesare il distacco dell'individuo da certi tipi di valori. La società moderna non è di tipo contrattualista, bensì prevale sempre l'idea della priorità del tutto sulle parti. Il suicidio Durkheim comprende come i processi di differenziazione interna e la modernizzazione della società che sembra produrre sempre miglioramento, ha in realtà anche patologie. Una di esse è il fenomeno sociale del suicidio, più numeroso nelle società moderne che in quelle passate. A Durkheim interessa studiare il suicidio come fenomeno sociale e vuole capirne la causa. Arriverà infatti a dire che le società moderne sono toccate da un fenomeno sconosciuto a quelle primitive chiamato anomia. Per Durkheim esiste indubbiamente anche una tendenza individuale o psicologica al suicidio, ma ciò che determina una tale predisposizione ad un atto vero e concreto ha una natura prettamente sociale. Il depresso o malinconico esiste, ma posizionato all’interno di un contesto è spinto a compierlo. Suicidio come fenomeno sociale (=tasso di suicidi) Suicidio come fenomeno individuale (=suicidio) Tipi di suicidio: - egoistico→ questo tipo di suicidio deriva da qualità psicologiche dell’individuo, chi lo compie è un uomo che ha scarso senso per gli altri e non li considera, arrivado al punto in cui tutto gli crolla intorno e quindi sceglie la vita del suicidio. Sono persone che intenzionalmente si distaccano e non si identificano con il gruppo sociale di assegnazione; Chi compie il suo gesto per egoismo è dotato di uno sproporzionato senso di individualismo. - altruistico→ è inteso come sacrificio della propria vita in nome di un annullamento di sé nella collettività. Nelle nostre società non esiste più perché è tipico delle società a solidarietà meccanica, ossia società nelle quali la pressione nella presenza collettiva è molto elevata. - anomico→ Tipico delle società moderne dominate dalla competizione. È uno stato di frustrazione. Come si contrasta l’anomia? Un valido rimedio si trova nelle corporazioni, nonché organizzazioni professionali che, raccogliendo lavoratori e padroni, potrebbero disciplinare efficacemente il corpo sociale. Questa concezione è la versione durkheimiana del socialismo, che poggia su tre fondamentali idee: 1. L’uomo, abbandonato a sé, è animato da desideri illimitati; 2. In quanto tali, gli individui richiedono la disciplina di una forza sovraindividuale degna di essere amata; 3. Questa forza è la società. Il socialismo di Durkheim Il socialismo di Durkheim è demarcato dalle ideologie comuniste e prende le stesse identiche mosse di rivendicazione operaie, abolizione della proprietà privata o “questioni di salario”. Esso presenta l’aspirazione ad una sistemazione del corpo sociale per la quale le funzioni economiche dipendono dai centri direttivi e coscienti della società. Pertanto, organizzazione e moralizzazione sono i termini cruciali del discorso: il socialismo è un’organizzazione più consapevole della vita collettiva, tale da integrare i singoli in comunità investite di autorità morale e educativa. Nella sua idea di socialismo l’uomo è collegato alle decisioni che la società nel suo insieme assume, e ciò ovviamente comprime le libertà degli individui. il socialismo è un’organizzazione più consapevole della vita collettiva, tale da integrare i singoli in comunità investite di autorità morale ed educativa. Le forme elementari della vita religiosa È l'ultima opera di Durkheim, nella quale fa una riflessione sulla funzione sociale della religione. La tesi di durkheim è che la religione, ma anche le sue forme superiori, possono essere spiegate solo comprendendo le forme elementari del fenomeno religioso. Egli pensava che la forma più elementare fosse il totemismo, che esprime tutta l'essenza della religione. Secondo Durkheim la società che determina e favorisce lo sviluppo dell'individualismo e del razionalismo ha bisogno di credenze comuni che però non possono essere più fornite dalla religione tradizionale perché questo non risponde all'esigenza dello spirito scientifico→ solo attraverso un procedimento scientifico si capisce l'essenza della religione, che è il modo originario da cui è nata la scienza. Il totem è la società stessa, poiché essa ha, di per sé, qualcosa di sacro in quanto essa suscita rispetto, devozione e adorazione. Pertanto, la società tende ad autoelogiarsi ed elevarsi. - Dietro alla religione si colloca la società: ogni credenza è un prodotto collettivo e condiviso. - Gli individui producono le divinità quando si crea la società, dimenticandone poi l’origine puramente umana e credendo in qualcosa che è, a tutti gli effetti, nient’altro che una creazione sociale. - L’uomo crea i suoi dei in forza di relazioni sociali che, quanto più saranno anomiche, tanto più genereranno divinità deboli La religione per Aron R. Aron: «mi sembra inconcepibile definire l’essenza della religione con l’adorazione che l’individuo dedica al gruppo, perché, almeno ai miei occhi, l’adorazione dell’ordine sociale è proprio l’essenza dell’empietà. Stabilire che i sentimenti religiosi hanno per oggetto la società trasfigurata, non è salvare, ma degradare l’esperienza umana di cui la sociologia vuole dare ragione». Dice che se avesse ragione Durkheim, ossia che la religione è espressione di un gruppo sociale, allora si esprimerebbe come forma di adorazione di un gruppo (si autoidolatria) Al contrario, la religione dovrebbe fare sviluppare agli individui coscienza critica. Per Aron la religione non è quindi un fatto sociale. Conclusioni sulla religione L’aspetto essenziale di ogni religione è la presenza di oggetti sacri, socialmente riconosciuti come distinti dagli oggetti profani. Nel rituale l’individuo fonde se stesso con la comunità di appartenenza. La religione non è una mera illusione, è un fatto sociale. Gli eredi di Machiavelli: La scuola elitistica italiana La scuola elitista si sviluppa a partire dal 1900 ed ha tre grandi esponenti: - Gaetano Mosca - Vilfredo Pareto - Robert Michels Tutti e tre questi sociologi hanno ripreso quello che viene definito realismo e riprendono la scuola realistica italiana nata con Niccolò Machiavelli. È chiamata così perché a lui non interessava cercare di chiarire cosa deve essere la società, si basa solo sulla realtà effettiva, partendo dallo stato reale delle cose, non su un'idea di perfezione come nell'utopia. Machiavelli per la prima volta si chiede cos’è la politica, e non che cosa dovrebbe essere (nasce così la scienza della politica→ machiavelli abbandona la filosofia della politica e sviluppa una concezione disincantata, pessimistica, della politica e la società). Homo lupus di Machiavelli L’uomo per machiavelli è homo lupus. Ciò significa che l’uomo In certe circostanze agisce come agiscono gli animali nella natura, quindi attinge alla malignità, a quelle che sono le anti virtù dal punto di vista della filosofia classica. Altro aspetto che si riprende da machiavelli è la concezione elitista della storia. il principe di Machiavelli deve imparare ad agire tirando fuori da sé gli aspetti peggiori del suo essere. A un principe è necessario saper usare bene la bestia e l’uomo, usando questi modi di agire ogni volta che serve. Comando della minoranza Mosca, pareto e michels come anche machiavelli aveva detto, dicono che a comandare è una minoranza. Chi non trova un leader carismatico è una formazione politica che non riesce ad affermarsi perché va contro una legge ferrea che è la legge dell’oligarchia→ quelli che dominano sono sempre pochi anche all'interno delle formazioni politiche. I partiti politici sono quindi una lotta tra minoranze, tra leader→ problema della frammentazione tra i partiti. Gaetano Mosca Egli sostiene che esiste una sola forma di governo e di classe politica, cioè, l'oligarchia. Mosca fa tale affermazione perché sostiene che In ogni struttura sociale organizzata esista una ‘classe governante’ (o ‘dirigente’, o ‘classe politica’, che sono le élite che hanno il potere politico) e una classe governata (il resto della società). La tesi è che solo una minoranza è in grado di organizzarsi. «La prima che è sempre la meno numerosa , adempie a tutte le funzioni politiche, monopolizza il potere e gode dei vantaggi che ad esso sono uniti; mentre la seconda, più numerosa, è diretta e regolata dalla prima in modo più o meno legale, ovvero più o meno arbitrario e violento, e ad essa fornisce , almeno apparentemente, i mezzi materiali di sussistenza e quelli che alla vitalità dell’organismo politico sono necessari» → è la teoria della classe politica. La critica che mosca muove al sistema parlamentare non significa che egli fosse un antidemocratico, ma è fatta verso un miglioramento di quest'ultimo. Opere di mosca: -Storia delle dottrine politiche -Elementi di scienza politica (in: Scritti politici) Pareto Attribuisce alla sociologia un compito fondamentale, ossia togliere i veli dalla realtà. Ossia dietro la realtà come ci viene mostrata si nasconde una dinamica che spesso sfugge. La logica delle minoranze è nascosta all'interno della vita democratica stessa. Il compito della sociologia è smascherare ciò che la politica nasconde. Teorie: -Sostiene che l’azione degli uomini non è quasi mai razionale, perché nell'uomo agiscono i “residui” ossia gli istinti (sessuale, di dominio, di sopraffazione). Per nascondere queste tendenze, pulsioni, l'uomo e la politica ricorrono a quelle che lui chiama “derivazioni” ossia ideologie che mascherano questi residui. -tesi della circolazione delle élite→ critica il marxismo. il marxismo pensa sia possibile realizzare una classe senza privilegi e maschere ideologiche. Pareto critica il marxismo e i tentativi di realizzazione di questa teoria perchè per Pareto il realismo è il fatto che la storia non cambierà mai. Costantemente il potere in una società passa da una elite a un’altra. Illudersi che l’élite al potere sia l'ultima e dopo arrivi una società senza privilegi, è solo una disillusione→ pensiero antiutopistico. Ogni élite al potere cerca di conservare sto potere con gli strumenti che erano stati indicati da Machiavelli, ossia: - forza - astuzia Michels Per Michels la definizione di «partito democratico» è un semplice non-senso. Secondo Michel «democratico è ogni partito che assume la democrazia come elemento del suo programma; ma ogni partito agisce e si organizza secondo principi oligarchici» (G.F. Morra) → ciò significa che secondo Michels la logica interna a qualsiasi partito non è mai democratica. Democratico è un partito che assume la democrazia come un punto della sua organizzazione. La legge ferrea dell’oligarchia democrazia=organizzazione; organizzazione= oligarchia; democrazia=oligarchia La democrazia porta i partiti a organizzarsi, ma alla fine si crea un oligarchia. Michels chiama questa teoria “legge ferrea dell'oligarchia" «Maestri del sospetto» e «Difensori della libertà» I 3 autori sono considerati maestri del sospetto, e anche difensori della libertà. La libertà si difende solo se riusciamo a vedere con occhi del realismo la politica e la società (come hanno fatto loro). In quanto «maestri del sospetto» possono aiutarci a comprendere e valutare pienamente i limiti e le patologie a cui sono sempre esposti i sistemi democratici. Il comunitarismo Nasce come teoria filosofica che critica i liberalisti. Gli esponenti del comunitarismo sono:
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