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Prof Themelly - Appunti lezioni storia moderna, Sbobinature di Storia Moderna

Lezioni 2022 esame storia moderna Prof Themelly Argomenti spiegati: -espansione coloniale portoghese e spagnola -saggio Aries -conseguenze in europa, rivoluzione dei prezzi -testi Sepulveda e Las Casas -encomendia - riforma Lutero, Erasmo, Calvino, Zwingli -rivolta dei contadini -modello stato nel 1500,-ssolutismo -tesi Delumeau e Febvre sulla riforma protestante -guerre di religione -dottrina stato, Locke, Hobbes, Dispotismo illuminato -rivoluzione inglese, americana, frances

Tipologia: Sbobinature

2021/2022

In vendita dal 25/01/2023

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Scarica Prof Themelly - Appunti lezioni storia moderna e più Sbobinature in PDF di Storia Moderna solo su Docsity! LEZIONI STORIA MODERNA - PROF THEMELLY Modello di civiltà che si protrae per tutta l’età moderna, che affonda le radici in un tempo antichissimo. Questa singolare concordanza di tempi diversi, da una parte di una tenuto di questo modello, e dall’altra le testimonianze di un tempo breve legato agli eventi > “finalità e contenuti” (sta leggendo il testo) > una struttura portante di lunga portata ad esempio il feudalesimo che ha origine nell’alto medioevo e che si protrae per secoli, così come il capitalismo. L’antico regime in Francia, tra antico regime e rivoluzione abbiamo la rappresentazione di questi due tempi diversi, anche l’antico regime è una struttura portante secondo gli studiosi, questo perché dura secoli, in questo caso dieci generazioni. Il modello antico regime è esperienza storica che si manifesta simbolicamente, all’inizio del primo 1500 sotto il regno di Francesco I e che si conclude a fine 1700 con la rivoluzione, nella misura in cui gli uomini definiscono antico quel regime che li aveva preceduti, come un sistema morto. Non basta che sia esperienza che si porte per secoli ma deve essere un sistema che si articola in sottostimerà, che insieme d’un sistema di produzione, sistema politico e una forma di società, quindi una struttura portante ha una sua struttura che è insieme economica, politica e sociale. Un sistema di produzione è fondato sulle persistenze del feudalesimo, cioè sulla feudalità, o sulla cosiddetta signoria feudale, un modo di governare, quindi sistema politico fondato su quello che possiamo definire modello della monarchia o assolutismo ed è una forma di società che si articola in ceti e non in classe. Declinazione francese del modello di stato giovane che si configura nell’Europa all’alba del 1500, quegli stati giovani e nuovi, definiti stati nazionali inteso come costruzione della macchina, che vuole superare il carattere universalistico, ovvero la chiesa e l’impero, particolaristico, il potere non risiede al centro ma in periferia, quindi una monarchia composita, che si costruisce in una pluralità di potere, locali e centrale, quindi l’esigenza di costruire uno stato, la macchina politica, una sola legge che spetta al re. Voltaire, maggior esponente dell’illuminismo francese, scriveva a metà del 1700, che il viaggiatore cambia più diritti e leggi che non i cavalli ormai stanchi alle stazioni di posta, ciò vuol dire dopo viaggio a cavallo ci si fermava a queste stazioni dove si cambiava cavallo e si proseguiva > questi difetti cambiavano non da regimi a regione ma da villaggio a villaggio, in molti casi erano diritti non scritti, ma affidati alla consuetudine, assunti meccanicamente dai membri della comunità, ma non sempre ha un carattere inconsapevole, ma c’è anche una scelta, una consapevolezza. I giuristi di corte francesi per l’unificazione legislativa innanzitutto bisogna tradurre in forma scritta le consuetudini locali, per uniformarle e formare un unico legge del re, solo la raccolta delle leggi locali impegna i giuristi un secolo. Alcuni parlamenti si richiamano al diritto regio, altri ai diritti locali, questo processo di centralizzazione amministrativa si svolgerà in secoli e non si realizzerà, sarà una tendenza; un sistema esteso su tutto II territorio nazionale, si realizzerà con la rivoluzione, che realizzano la riforma fiscale, è un processo che inizia nel 1500 e si conclude nel 700. Antico regime è una stortura complessiva che comprende: un modo di governare, assolutismo, ma anche un sistema di produzione, economico e anche una forma di società. Sistema di produzione Non possiamo dirlo feudalesimo a che se per i marxisti fino alla guerra fredda dicevano che la rivoluzione rappresenta la transizione dal feudalesimo al capitalismo. Differenza tra feudalesimo e feudalità: il primo e sistema giuridico, economico, mentale che si fissa nel medioevo, intorno agli istituti del bonifico, dell’immunità e del vassallaggio. Abbiamo visto che l’antico regime è quindi una struttura portante, a era non solo un sistema che si prolunga, ma che si struttura con sotto insiemi, in un sistema di produzione fondato sul feudalesimo, è un modo di fare politico e forma di società. La feudalità consiste nella persistenza di questo sistema, fonde i due modelli, i contadini francesi sono liberi e proprietari. L’assolutismo, la declinazione francese del nuovo stato nazionale del 1500, non inteso come nazione, ma come processo di costruzione della macchina statale, di centralizzazione amministrativa. L’ultimo tassello è la forma di società, che si articola in ordini, cioè in ceti e che non si costituisce in classi: la differenza è che la classe sociale è un raggruppamento economico sociale, nel 1700 questo raggruppamento è giuridico, psicologico, mentali, cioè i ceti non sono classi. Uno studioso di formazione marxista: la riv francese è anche rivoluzione borghese,e cioè rivoluzione di classe, quando va a vedere i culotte francesi, non riesce più a dire che è un raggruppamento economico sociale, perché dice che è una nebulosa e che sono coloro che gravitano intorno all’officina, al fondaco, centro di produzione, dunque si contradice sposando la tesi marxista. Se all’interno dello stesso raggruppamento, come scopre Soboul, c’è il datore di lavoro e i salariati ne guadagnano meno, possiamo dire che apparteniamo alla stessa classe? Spoiler no. Dunque nel 1700 vi è una società cetuale, non in classi, esprime un modello di società piramidale, gerarchica e statica. La rivoluzione è un evento, vicenda storica che si consuma in dieci anni, 1789-99. Questi due concetti storici, uno che fa parte di una storia breve, l’evento ovvero la rivoluzione, l’altra si protrae per due o tre secoli, quindi di lunga durata, sono concetti storici irriducibile, nella misura in cui i contemporanei dicevano la rivoluzione cancella l’antico regime anche quando il termine stesso nasce con la rivoluzione, gli uomini del tempo consideravano il tempo rivoluzionario, e il sistema preceduti morto. Dobbiamo capire come i due concetti siano in rapporto, pur diversi e autonomi acquistano significato, quindi vedere nell’evento il riflesso della lunga durata, ma nello stesso tempo valutarlo nel suo carattere autonomo. Ci siamo resi conto come questo modello di lungo periodo è posto in discussione nel 700 e viene ricostruito quel rapporto di continuità e frattura, quel processo di conquista e perdita della soggettività che si manifesta fin dal 500 e che si esprime nel 700. Il primo esempio è relativo alle testimonianze dell’élite, ovvero sull’illuminista Beccaria e il secondo relativo alle testimonianze della mentalità collettiva, e come entrambi, sia pur così diversi, confermavano che la grande trasformazione e questo passaggio avviene alla metà del 700. 1)L’esempio di Beccaria riguardava gli aspetti politici, nel suo scritto nel 26 capitolo dedicato allo spirito di famiglia, le sue affermazioni costituivano un grande nella storia europea, e attraverso queste pagine poneva la concezione aristotelica affermando: che la società non era un unione di famiglia, ma invece fosse un unione di individui liberi, uguali, autonomi, responsabili, quindi attraverso l’interazione di soggetti singoli, si costituisce una nuova ipotesi di società, non più gerarchizzata, quindi la società nasce dai bisogni di allora e che si configurava un modello antitetico rispetto a quello aristotelico. 2)Il secondo esempio è quello di Aries: l’uomo verso la morte, ci rendiamo conto di come in un intervallo di lungo periodo, la ricostruzione di Aries inizia dal XII secolo e si conclude nel XVIII secolo, comprendiamo come questa progressiva affermazione del sentimento individuale determinasse un diverso atteggiamento nei confronti della morte. Tant’è che ci rendiamo conto che nell’ambito della società tradizionale, e quindi di una società collettivistica, si manifesta il modello che lui definiva “una morte addomesticata”, vista come una esperienza periodizzata, un modo di vedere la morte degli uomini occidentali, diventato poi modello cronico, che giunge fino a noi oggi, Aries ce lo ricostruisce come atteggiamento che si può ricevere nell’antico rito ebraico di rivolgersi con la faccia verso il muro, usato come modello di civiltà arcaico e circoscritto, ma può sopravvivere e giungere fino a noi, in questo ambito di società elementare, orale, nel quale prevalgono gli elementi collettivi sugli individuali, si delinea il modello della morte addomestica, nella misura in cui se è debole o assente, il senso di individualità, come dire, la morte non è intesa come morte storica individuale, ma come morte biologica, la morte del “tutti moriremo”, atteggiamento di serena accettazione, poiché l’individuo è integrato nel gruppo, diviene morte contrappone la teologia della dominazione di Sepulveda, alla sua teologia della liberazione, una teologia da lui professata fondata sull’evangelismo, sui valori cristiani, che come vede con Las Casas è genocidio. Da una altra parte per altri studiosi come Ernesto, la tesi negazionista della civilizzazione è un opera ideologica destoricizzata, che tende a sostituire il giudizio morale a quello storico, la violenza è nella storia, perché il progresso si realizza attraverso il sangue. Questo tema viene riproposto da Ruggero Romani e Alberto Tenenti, per i quali i meriti dell’impresa non vanno nella conquista violenta, ma nella tensione mentale degli europei nell’andare oltre sul piano economico, sociale e morale, una conquista che dunque non esprime solo gli ideali e valori del medioevo feudale e guerriero, ma anche la mentalità dell’uomo nuovo, per loro bisogna andare oltre da ogni schematismo, tanto quello della conquista e che quello della civilizzazione, andare oltre le formulazioni nette, bisogna stabilire le responsabilità morali, ma cogliere la genesi di una crescita comune, a sostegno di queste tesi ci legge il brano di Cardini (che il prof non condivide). Questa irriducibilita Doussel-cardini è il problema di oggi è quello di ieri, perché i primi conquistatori emergono due letture irriducibili relativamente tanto alla scoperta quanto ai suoi abitanti, una concezione ottimistica e dall’altra parte una negativa: -ottimistica, il nuovo mondo è un eden, la natura è ricca e straordinaria, piena di risorse, di metalli, di oro e argento, in alcuni luoghi ci sono civiltà e città più grandi di quelle europee, con grandi mercanzie, e fasti nelle corti e opere di ingegneria, in altri non ci sono civiltà ma c’è l’uomo naturale, allo stato primitivo, quindi gli abitanti sono nudi, sembrano essere puri, innocenti, privi del peccato originale, con fattezze corporee armoniche che richiamano al bello ideale, si delinea quindi in questa condizione il mito del buon selvaggio e del felice stato di natura, mito che corre delle testimonianze del 500 fino al 700, in questo ultimo diventa mito centrale per porre in discussione la civiltà europea contrapponendola gli orrori della civiltà contemporanea, le sue disuguaglianze, sino a produrre grandi utopie sociali e politiche, del riportare un nuova concezione dell’uomo e della società. All’inizio del secondo discorso sull’origine della disuguaglianza, Rousseau descrive lo stato di felice nel quale vive innocente e felice l’uomo originale, lo stato di natura per egli è qualcosa che non è mai esistito, ma è solo una metafora, una astrazione concettuale, utile come confronto per capire il presente e la società francese del 700 con le sue disuguaglianze, per promuovere una polemica nei confronti della stessa civiltà dei lumi e per fondare un nuovo modello di uomo, questo fenomeno e costruzione attraverso la riflessione sull’uomo originario, che vive felice nello stato di natura, ma sottratto al mondo, chiuso in se stesso, in una sorta di universo autistico, non in relazione con gli altri (etnocentrismo), quindi in una condizione narcisistica di chiusura in se stesso, che come è il bambino di Freud deve arrivare al principio di realtà, deve vedere frustate le proprie spinte narcisistiche entrando in relazione con altri, altrimenti non entra in un percorso di civiltà, supera quindi la sua dimensione autistica attraverso il sentimento, perché per Rousseau sono importanti le spinte emotive, il sentimento di pietà. L’uomo comincia a scoprire che gli uomini sono uguali all’ altro, prova pietà nella sofferenza dell’altro, compiendo un atto di storicità dell’essere, capisce lui e si paragona a se stesso, decide poi se è il caso di infierire o no, avendo pietà dell’altro, non obbedisce dalle leggi di natura, cioè quelle di infierire sull’altro per realizzarsi nelle sue spinte autonome e narcisistiche, ma riserva una possibilità di scelta e ha coscienza di questa sua facoltà, dunque il rapporto con l’altro vuol dire auto limitazione di se, e questa consente come con Petrarca e etnocentrismo critico, ti consente di compiere un atto di storicità dell’essere, solo attraverso un referente esterno, svolgo una funzione conoscitiva, ma non solo, poiché sono io che scelgo, interviene la mia responsabilità individuale, il mio libero arbitrio, sono cosciente, non obedisco meccanicamente a una legge esterne, ma sono io a stabilire la legge, attraverso questo siamo alla fondazione dell’io eterico. Per Sepulveda i rapporti tra europei e indigeni, attraverso il rapporto con l’altro, per estendere quello che sono io, io resto dentro me stesso, non mi arricchisco attraverso l’altro. -concezione pessimistica, accanto alla celebrazione della natura del nuovo mondo e della descrizione della bellezza di quegli uomini, affiorano anche gli incubi su quel mondo, inteso come irruzione dell’irrazionale, dei suoi aspetti negativi, di quei popoli primordiali, irrazionali che non hanno strumenti mentali adeguati, siccome non c’è la ragione che sovrintende e regola i loro atti e scelte di vita, l’irrazionale spinge solo a realizzare le loro esigenze puramente organiche e fisiologiche e a realizzare le loro spinte autoconservative, dunque praticano l’antropoformia e l’incesto. Riassunto lezione precedente: abbiamo concluso la prima unità tematica del corso ed in particolare con le considerazione dapprima politiche di Cesare Beccaria che nel 26 capitolo "dei delitti e delle pene", capitolo per le famiglie, sovverte la società aristotelica basata sulla gerarchia delle famiglie per una società basata su individui singoli, che sono liberi ed uguali. Un sistema non più verticale asimmetrico, ma paritetico, ugualitario, nel quale gli individui entrano in contatto con gli altri. Questa interazione tra io e l’altro lo abbiamo ritrovato negli atteggiamenti inconsapevoli di Aries difronte alla morte, in un intervallo di tempo dove si arriva al superamento del modello della società collettivistica ed aristotelica, per arrivare ad una società di individui. Conquista individualità = rapporto che l’individuo instaura con l’altro. Attraverso l’altro io definisco me stesso. Etnocentrismo critico di De Martino. Rapido richiamo al discorso delle disuguaglianze di Rousseau. L’uomo primitivo esce dal suo isolamento autistico, narcisistico, visto come un bambino di Freud che sul seggiolone batte i piedi (vuole il latte, principio della realtà ovvero esaltazione delle sue spinte narcisistiche), esce dal suo isolamento ed attraverso una relazione con l’altro trova il suo io morale. Con la pietà dell’uomo primitivo verso l’altro, si trasferisce in esso e capisce la condizione dell’altro, capendo così anche se stesso. Quando completa il suo processo di storicità dell’essere (capisce chi è) e capisce ciò che è giusto ed ingiusto per se e ha responsabilità individuale, ha capacità di scelta, sa come comportarsi. La prima sezione tematica è fortemente pregiudicata nella seconda unità tematica (espansione coloniale europea a partire dal 400 e nel 500, quella portoghese e spagnola). Problema del rapporto tra io e l’altro, tra il me e quello diverso da me. Antitesi è costituita dalle figure di Las Casas (prospettiva della conquista della soggettività, percezione sentimento individuale) e Sepulveda (prospettiva aristotelica, filosofo che ha come suo riferimento il criterio della disuguaglianza naturale e biologica tra gli uomini, rapporto non orizzontale tra uomo occidentale e uomo indigeno. Etnocentrismo = il diverso può essere valutato solo con il confronto con la mia cultura che è superiore, il soggetto sono sempre io ed esisto solo io, al massimo posso estendere la mia cultura all’altro che la deve recepire). Questa antitesi è un irriducibilità nel giudizio degli studiosi ancora oggi. Con Las Casas si afferma la leggenda nera, la tesi negazionista della civilizzazione, non è un atto innocente ma una colonizzazione politica, culturale, sociale, economica, religiosa, è il sopruso di una civiltà sull’altra. Per Sepulveda è una testimonianza di un processo di progresso e civilizzazione, gli uomini occidentali portano la fiaccola di una nuova cultura. Ambito della ricostruzione, delle testimonianze dei primi viaggiatori = emerge questa antitesi, espressa nell’irriducibilità tra Las Casas e Sepulveda, per alcuni viaggiatori ed esploratori c’è una concezione ottimistica = (buon selvaggio e felice stato di natura), deve sorgere un nuovo modello di civiltà. Concezione pessimistica = assenza della ragione, mancanza di razionalità. Questa irruzione dell’irrazionale vuol dire la mancanza della ragione, dello spirito critico, la mancanza della possibilità di valutare le spinte istintive attraverso la ragione, l’individuo irrazionale è preda di se stesso, delle sue passioni. Nell’assenza di razionalità si vedrà la mancanza di moralità e la caduta nei comportamenti corrotti e deviati. Date cardine nel processo di unificazione del mondo: • 1415-1470 (portoghesi esplorano e colonizzano l’Africa), • 1480 (Bartolomeo Diaz raggiunge e colonizza il Capo di Buona Speranza ) • 1497 (Vasco da Gama attraversa l’Oceano Indiano e raggiunge nel 1502 Calicut) • 1502 (circumnavigazione dell’Africa) • 1519 (prima circumnavigazione del globo, spedizione di Magellano che non ritorna perché muore nelle Filippine, di 5 navi dopo 3 anni ne torna una soltanto, comparendo da est quando era partita da ovest =circumnavigazione riuscita del globo) • 1492 (marinaio genovese, Cristoforo Colombo, per conto della Spagna dopo 3 mesi di navigazione in un oceano sconosciuto e pericoloso raggiunse un’isola ai Caraibi, San Salvador, e crede di aver percorso per mare la via che aveva portato Marco Polo in Cina). Nel Medioevo l’Islam conia l’oro mentre l’Occidente conia l’argento. La bilancia commerciale, i rapporti e relazioni tra Occidente ed Islam, sono svantaggiosi per l’Europa. Dal ‘300 si esauriscono le miniere europee, l’oro circola solo attraverso il continente africano. Le monete erano d’oro, d’argento e di rame. Bisognava comprare spezie, gioielli di lusso in oriente = bisogno di metallo pregiato, di spezie, che porta all’espansione coloniale. I primi a muoversi sono stati i portoghesi già agli inizi del ‘400. Il Portogallo era uno stato minuscolo, stretto tra i regni musulmani di Spagna, privo di risorse e di abitanti. Cerca le risorse attraverso il mare, non poteva andare nel mediterraneo per il controllo musulmano, ma si deve avventurare nell’Oceano Atlantico (libero, sconosciuto e pericoloso). L’obiettivo è rappresentato dall’Africa. Alla fine del secolo, tra l’87 e il ‘97, i portoghesi hanno esplorato e colonizzato tutta la parte occidentale dell’Africa fino a Capo di Buona Speranza. I portoghesi sono dei commercianti, vogliono il dominio delle rotte e dei mari. Devono stabilire buoni rapporti commerciali, controllano porti e gli scali commerciali. Soltanto nel 1975 gli ultimi soldati portoghesi hanno abbandonato dove erano andati nel 1482. Sistema più durevole del colonialismo. Ragioni per espansione = commerciale, profitto ma anche spirito della crociata. Africa = oro, avorio, schiavi. Accanto a questo c’è la questione che spinge i portoghesi ad andare in Africa, 1453 = fine impero romano d’Oriente. Non è solo il dramma della coscienza, del Cristiano, ma anche la fine del controllo della Via delle Spezie. Minaccia fa si che bisogna esplorare l’Africa e considerarla la strada per mare per aggiungere la Via delle Indie. 1502 = Calicut conquistata dai portoghesi. Nuova via delle spezie e delle indie che sostituisce l’originale. Monopolio di una nuova via era estremamente vantaggioso. È un impero commerciale. Questa espansione coloniale si realizza in due fasi : 1. nei primi anni 20 del 500, scoperta e conquista isole caraibiche, regioni del Mar del Plata; in America Latina; 2. seconda fase anni 20 e 30 due direttrici distinte 1. Nel continente americano settentrionale, conquista di tutte le regioni dell’odierno Messico, 2. America Latina, intorno al Perù. 1519-1521: Cortes, con 700 uomini e 11 navi conquista il vasto impero degli atzechi (Messico) con armi da fuoco, cavalli, e sfruttando i conflitti locali. Nel ‘21 raggiungono la Città del Messico, capitale di quel vasto impero, nonostante qualche difficoltà nel 1525 viene nominato governatore del re di Spagna (Carlo V). Nel ‘30 un altro conquistatore, Pizarro, conquista lo sterminato impero degli incas. Con l’inganno, attira l’imperatore Atahualpa e lo uccide, successivamente viene ucciso dal figlio di un altro conquistatore mentre era intento nella conquista del Cile. 1535 = si costituisce il vice regno (Perù) della nuova Castiglia. All’inizio dell’esplorazione e conquista, con le stime di oggi, il continente americano era abitato da 50 milioni di abitanti. Le aree erano disomogenee e difformi, in particolari le aree della prima conquista rispetto a quella della seconda. Nelle aree della prima colonizzazione (isole caraibiche, coste tropicali, regioni del Mar del Plata) le regioni densamente popolate, prive di risorse e con un basso grado di civiltà, manipolavano il ferro, erano popolazione di cacciatori itineranti che non conoscevano l’agricoltura. Le loro strutture sociali erano elementari, aggregazioni di tipo familiare, che si riuniscono in forma tribale. Antille ed America settentrionale (regione dei grandi laghi)= si praticavano forme primitive di agricoltura, organizzazione sociale chi si converte è servo, anche se convertiti devono essere inseriti in un sistema che tende a controllarli. Queste posizioni comportonao la protesta dei missionari, risolte da Paolo III con la bolla, secondo cui tutti abbiamo strumenti razionali e liberi giuridicamente, a seguito si sperimenta il sistema dell’encomendia di integrazioni, forma imperfetta di feudo, contratto che si esprime prima fra il re e l’esploratore nelle colonie: il colono da alla corona spagnola la conquista, in cambio la corona gli concede la commenda, ovvero il possesso temporaneo e revocabile di un bene, che sono gli uomini intesi come forza lavoro, il rapporto tra encomendero e gli indio Nel 1552 Las Casas contrappone la sua posizione, un’opera ispirata alla Sublimi Deus di Paolo III che sembra naufragare nel modello etnocentrico e aristotelico fondato sul criterio della diseguaglianza naturale dell’uomo: Tutti gli uomini sono uguali di fronte a Dio, tutti hanno pari dignità in ragione dell’eccellenza della vita umana intrinseca in ogni essere vivente. Vuol dire che troviamo conferma del processo di progressiva affermazione del sentimento individuale, che abbiamo ripercorso con le testimonianze di Aries e che si manifestava alla fine del medioevo, e in modo più marcato nel rinascimento. È un processo che si realizza nel 700, e sappiamo che questo fenomeno di affermazione del sentimento individuale lo definiamo processo di antropologia della mancanza, processo di conquista e perdita della soggettività identificato attraverso due esempi, ovvero il primo l’esempio di Raffaello nelle stanze del Vaticano che nel 1514 celebra l’apoteosi dell’uomo, il secondo esempio è Montaigne, che come dice Charles Taylor all’inizio del 1500 l’uomo si sgancia dai presupposti metafisicò medievale, cioè viene meno la cultura tradizione medievale e si elabora una cultura centrata sull’individuo che diviene il centro dell’individualità, quindi persi i fondamenti medievale, l’individuo precipita in un vuoto restando in se stesso, vive una fase di disorientamento, di crisi, da una parte quindi vi è l’affermazione dell’individualità e dall’altra la perdita di questa stessa concezione, abbiamo visto nell’esempio di riguardo Montaigne e dei suoi saggi, nella prefazione scrive “Sono io stesso al materia del mio libro, questa non è la mia dottrina ma è il mio studio..” Il momento della conquista della dimensione della soggettività avanza da un grande studioso Alberto Pincherle nella introduzione della sua relazione su Las Casas, da in una interpretazione che il prof ha assunto, che in Las Casas c’è la conquista di questa dimensione umanistica del cristianesimo, che è umanistico e rinascimentale, è centrata sull’eccellenza della vita umana, sulla pari dignità degli uomini, della vita umana, intrinseca in ogni individui, dunque è celebrazione dell’individuo, quindi con Pintere abbiamo questa celebrazione di Las Casas, se pero prendiamo lo studio di Giuliano Gliozzi che circo 30 anni fa scriveva un testo sulla scoperta dei selvaggi, opera che h al merito di sollevare degli interrogativi e di documentare molte testimonianze di viaggiatori dal 500 al 700, (il prof non lo condivide): Gliozzi dice che Las Casas resta su delle posizione tradizionale aristoteliche, perché si è assertore e lotta contro le incomendia, ma non per motivazioni umanitarie quanto per ragioni politiche, dice che lui si schiera per la corona spagnola e i grandi signori spagnoli, i latifondisti legati alla rendita, e a ben vedere contesta Sepulveda rimanendo all’interno di una concezione etnocentrica, perché per Las Casas l’altro non si stabilisce un rapporto orizzontale, paritetico, ma resta tra l’uomo europeo e indigeno un rapporto asimmetrico, di chi sta sopra e chi sotto, non c’è lo scambio, ma solo il tentativo di inserire l’altro all’interno di una cultura superiore ovvero l’europea, tant’è vero che Las Casas con la sua pedagogia nei confronti degli indi vuol pure essere razionale, procedere verso il ragionamento, ma con questa procedura razionale in realtà aprii da una verità, la sua verità, quindi non trionfa la procedura, ma la verità: (parole prof) “se io oggi dessi delle verità più che delle procedura fallirei il mio compito di insegnante, si può chiedere agli uomini di essere quello che non possono essere? Si può chiedere a Las Casas di avere già chiara un modello pedagogico che è egemone oggi? Di fare un balzo di 5 secoli in avanti?”. Dunque lo studioso Gliozzi e non ha lo stesso atteggiamento che abbiamo visto con Montaigne, quindi forse non riesce a essere distaccato quando si pone nei confronti dello studio di un esperienza storica del passato o di una stessa esperienza storica contemporanea, perché deve trasferire per valutare l’esperienza storica il suo punto di vista e la sua concezione ideologica o morale, deve distaccarsi per giudicarla, per formulare un giudizio confrontandosi con un modello pedagogico diverso, non può esprimere una concezione del mondo che viviamo oggi noi, e dunque un operazione ideologia, ovvero trasferire il mio punto di vista al passato, e giudicare il passato attraverso il mio metro, quindi fate come quello che diceva Montaigne, cioè non utilizzare i parametri europei per giudicare le popolazioni extraeuropee. Se noi ci distacchiamo dal nostro punto di vista, come dice Montaigne, e ci poniamo alla stessa pedagogia di Las Casas, allora noi o non possiamo non notare che in Las Casas ci sono delle contraddizioni, perché lo colloca nei suoi tempi, che supera l’etnocentrismo di Sepulveda, ma non riesce a giungere a quelle conclusioni che saranno formulate da Montaigne, che come dice non vuole studiare il passato, utilizzando il suo punto di vista, il suo coinvolgimento morale e ideologico, tant’è vero che questo atteggiamento è quello che è la procedura sottesa alle sue riflessioni su quella popolazioni di indigeni sulle quali pone le sue prime riflessioni. Probabilmente distaccandosi dalla sua posizione ideologica coglie l’essenziale di quella popolazione, che vive nell’ambito di una cultura naturale, nella quale non c’è l’idea dell’altro, tant’è vero che quando ci nutriamo dell’altro, mangiano loro stessi rimanendo nell’ambito della loro cultura, ma allora è solo una condizione propria della cultura primitive quella della mancanza di percezione della verità, o può essere una condizione di quelle civiltà arcaiche, quindi questa cultura non è solo dei cannibali brasiliani, ma di noi stessi, che non ci nutriamo del diverso ma dell’identico, che rifiutiamo ciò diverso da noi e lo giudichiamo, definiamo quindi quella cultura barbara, rifiutandola, ritenendola negativa, non riusciamo a confrontarci con gli altri, e l’altro, in questo caso, per Montaigne, diventa un referente dialettico esterno che gli consente di capire se stesso, di giungere alla conclusione che solo attraverso la reciprocità e l’interazione dialettica con l’altro, si può costruire una cultura su valori condivisi, ma anche la politica, che si fonda sul riconoscimento delle differenze. Questioni della Spagna imperiale e ripercussioni in Europa Sino al mega del 500 nelle casse imperiale di Carlo V giungono dalle colonie americane 200-300 mila ducati, negli anni 70 cambiarla perché ne vengono 2-3 milioni, grazie alle grandi quantità di metallo, ma in particolare grazie a miniere di argento, e inoltre sappiamo che muore combattendo contro i mori Sebastiano Riz, estinguendo la sua dinastia, e il figlio di Carlo, Filippo II unifica i due imperi coloniali, siamo al massimo dell’espansione, ma vi sono i primi segni della crisi, anche se i due imperi sono completati, perché i due popoli sono divisi, e si delineano delle nuove potenze commerciali come l’Inghilterra e l’Olanda. Filippo II nel 1575 tenta la prova di forza contro gli olandesi, sbarra i porti imperiali a loro, che reagiscono aggredendo i galeoni spagnoli; intanto si moltiplicano le epidemie, e tuttavia nell’America latina sono più frequenti, gli studiosi hanno affermato che le popolazioni americane sono giunte nel continente americano circa 400 mila anni fa al tempo della glaciazione della Siberia e l’esame dei gruppi da segui ha messo in evidenzia come appartengono a un ceppo omogeneo che non ha avuto contati con altre popolazioni, ciò costruisce ne determina la loro fragilità, impedisce agli abitanti americani di avere gli anticorpi contro i microbi portati dagli europei, quindi non è solo come dice Las Casas che gli induisti muoiono come mosche e si giunge al genocidio per la violenza, ma in gran parte anche in seguito alle epidemie, tra 1520 e 1550 in Messico ci sono sulle 20 epidemie diverse, il risultato è il genocidio, a seconda dalle aeree sia passa da abbattimento della popolazione dal 50 al 90%. Dunque nell’epidemia del 1576 l’epidemie abbattono le popolazioni, ciò vuol dire che decadono tute le attività, quindi anche quelle in miniere, il flusso di oro e argento si riduce, certo che la Spagna ha ancora il primato del commercio mondiale, ma tuttavia i prodotti non sono prodotti in Spagna, e entro questo quadro articolato si iscrive il fenomeno della rivoluzione dei prezzi. -Segni della crisi: Unione dinastica non riesce, emergono altre potenze imperiali, e poi epidemie, calo demografico. Rivoluzione dei prezzi: i beni di necessità aumentano. Le cause secondo gli studiosi sono due principali, la prima definita classica, è una spiegazione di tipo economico monterai, la seconda è una spiegazione di tipo demografico, ciò vuol dire che l’aumento dei prezzi è determinato dall’aumento della popolazione. Molti dei nostri manuali riportano solo la seconda, bisogna tenere in mente anche la prima. 1) La prima interpretazione definita classica perché è una gemone sin dall’inizio, tant’è vero che Oden, filosofo politico, nella sua opera del 1576, spiega la impennata dei prezzi attraverso delle motivazioni che sono economiche, questa tesi classica che ritroviamo in studiosi del 900, tesi sostenuta da Fernando Braudel e negli anni 90 del 900 da Borlandil secondo questa interpretazione economica monetaria l’aumento dei prezzi è determinato dall’afflusso del metallo pregiato, che quando cresce l’offerta di un bene si abbassa il prezzo, se si svaluta e perde valore l’oro e l’argento, si svaluta anche la moneta fatta di questi materiali, dunque si alzano i prezzi. Le monete d’oro servono per carattere internazionale, per le transazioni secondarie si usava l’argento. Nella seconda metà del 500, ad esempio i fiorentini devono acquistare prodotti di lusso, siccome è vantaggioso per loro il cambio, tutto l’oro che hanno lo danno all’estero, si ritrovano di monete di argento completamente svalutate, impoverite, perché la più grande una gita di metallo pregiato è l’argento, questa situazione coinvolge anche la Spagna, ma sappiamo che vuol dire anche l’Italia, la Francia, non riguardo solo l’impero spagnolo, che è indebitato verso l’estero, a cui serve quantità di monete per finanziare la politica di potenza. Questo mercato si allarga, si crea un effetto domino in tutta Europa, nessuno escluso, tuttavia Borlandi(?) e Braudel dicono che questa svalutazione colpisce alcuni paesi europei, ad esempio in modo negativo i paesi legati a un modello economico pre capitalistica, è determinato la scesa di paesi legati a un modello capitalistico come l’Inghilterra e l’Olanda. Il prof preferisce dire che questa rivoluzione colpisce in modo disuguale determinato la rovina degli individui, dei ceti e degli stati che sono orientati verso modello del consumo, mentre determina la scesa e la fortuna di paesi che non solo consumano ma producono anche. 2) Seconda interpretazione: la demografica, cresce la popolazione nel corso del 500, mentre il 400 è secolo di decremento demografico data dalla peste nera. In Inghilterra nel 500 cresce, così come in Germania, e Italia e Spagna del 20%. È disomogeneo nella irriducibilita città campagna, crescono le città europee, non tutte, ad esempio Venezia e Roma si, Milano e Napoli no, sopratutto quelle commerciali, dell’aerea atlantica, come Lisbona, Amsterdam, Anversa. Questo sviluppo marcato, seppur disomogeneo si attesta alla fine del 1500, tant’è vero che negli anni 90 vi sono grandi carestie, vuol dire che si abbatte la quantità produzione dei beni di prima necessità, c’è quindi poco grano, e con la diminuzione si alza il prezzo di questo, e determina che ci si indebita per vivere, e le carestie nell’età moderna vogliono dire la fame acuta che uccide, e accanto vi sono anche le epidemie, non così frequenti come in America, però ci sono aumento della popolazione è un fattore del 500, si muore meno, ma si vive più a lungo? Si e no, l’età media delle donne è 33 anni e per uomini 28 anni. Difatti nell’iconografia del 600 l’uomo di 60 anni è rappresentato decrepito e anziano, mentre oggi è nel pieno dell’attività, vuol dire che questa civiltà è un processo cumulativo. Il fattore trainante è quello dell’aumento della popolazione, che tuttavia continua ad aumentare, ma la produzione no, e l’economia di wallesi non si è realizzata e il mediterraneo mantiene e la sua centralità. Tuttavia se c’è il nuovo polo con l’Oriente, il settore drenante è il commercio, l’agricoltura, che si sta trasformando in Inghilterra, dove all’inizio del 500 c’è la trasformazione capitalistica delle campagne inglesi, si realizza la nuova agricoltura considerata la premessa le realizzare la rivoluzione industriale, vuol dire che devono esserci nuove forme di proprietà, nuovi proprietari, nuove tecniche e sistemi di produzione, e nuova mentalità capitalistica, processo che si compie nel 700. Vandruck ci dice che fino al 1720 in Francia dura ancora la resistenza al cambiamento, la vita è ripetitiva, e le prime trasformazioni saranno tipo in Italia nord, a partire dalla seconda metà del 700, se in Inghilterra inizia già a nel 500 e dura due secoli, in Francia inizia con la rivoluzione francese, vuol dire che se compare a macchia di leopardo una nuova agricoltura, e riguarda per lo più soltanto la trasformazione delle tecniche agricole, non Il profitto nell’economia classica, è l’utile inteso come eccedenza tra costi e ricavi. Per Borlandi e per Bodin, la mentalità capitalistica è esclusiva di alcune grandi potenze, volta al profitto e al rischio. La mentalità dei conquistadores spagnoli sono legati al modello della ricchezza proprietari, quindi quando tornano in Europa carichi di oro e argento, lo consumano non lo investono, lo consumano acquistando dei beni simbolici, delle grandi ville, titoli nobiliari, il loro denaro e lavoro si consuma nell’acquisto di beni di carattere simbolico, e li collocano ai vertici della piramide sociale degli status, quindi il denaro è consumato non per la produzione di beni di consumo ma per costruire la loro identità non attraverso il loro giudizio, ma il giudizio altrui. Come direbbe Pascal, si distraggono da se stessi, o come direbbe Rousseau, prevale l’apparire rispetto all’essere. Carlo V e Filippo II come i conquistadores, nell’orizzonte della ricchezza proprietà, le quantità di metallo prezioso non viene investito in madrepatria, ma girata alle banchi europee, perché è necessario avere del denaro per finanziare le guerre di conquista, mentre invece le banche europee investono quel metallo pregiato in attivata speculative, redditizie, o lo girano all’estere mandandolo in oriente esempio, per comprare oggetti di lusso che poi rivendono in Europa a costi maggiorati, e i ricavati delle vendite vengono investite per produrre denaro. Fugger che era dava denaro a Carlo V, scrive che se avesse voluto poteva far sedere sul trono non lui ma un altro, quindi che il fine del capitalismo non è solo la moltiplicazione del guadagno, ma la conquista del potere. RIFORMA PROTESTANTE Interpretazione dei manuali (da cui si distacca): I Generazione: Lutero e Muntzer -Lutero, la riforma come dialogo tra il credente con Dio, esperienza religiosa confinata nell’individuazione attraverso un processo sofferto di emancipazione e di riscatto, sia pure in un processo predeterminato da Dio -Muntzer, la riforma è trasformazione della società intesa in una prospettiva millenaristica II generazione: Calvino TESI DELUMEAU - FEBVRE Il discorso della riforma va iniziato iniziato con la la tesi di Delumeau e concluso con Febvre: Febvre interpretazione laica e radicale - Delumeau riforma vista con gli occhi del credente. Lo orientamento metologico e le premesse sono le stesse, con conclusioni diverse. Delumeau inserisce la riforma in un processo di lungo periodo, mentre Febvre la vede come evento creatore, rottura; dunque per il primo la riforma si inserisce in un processo di rinnovamento del sentire religioso che si manifesta dopo la peste nere, fine 300 e percorre tutto il 400, e raggiunge il primo 500, in cui dà origine alla riforma cattolica e quella protestante. Questo non è come dire che la riforma è esperienza nuova e inedita, ma quindi sono riforme o unico processo di rinnovamento all’interno dell’Occidente cristiano, che nel 500 si definisce dando origine a due riforme antagonista, cattolica, protestante, e controriforma cattolica; allora Delumeau si rifà alla tesi di Iedin> concilio di Trento è rinnovamento. Idea rapida del saggio, 1 capitolo: origani e cause della riforma, Delumeau Per delumeau il protestantesimo pone l’accento su tre questioni dottrinali di capitale importanza: 1.La giustificazione per fede 2.La dottrina del sacerdozio universale 3.La dottrina dell’infallibilità attribuita alle sole scritture Questa teologia risponde ai bisogni religiosi della società del tempo, da qui il suo successo. La dottrina (di Agostino) della giustificazione per fede: tanto Delumeau quanto Febvre tanto essendo così diversi concordano nell’affermare che la riforma è una risposta religiosa ad una grande angoscia collettiva, ovvero la disperazione della salvezza, lo sgomento del credente (abbiamo visto Aries, la morte), io penso di non potermi salvare, che è sostanzialmente la storia di Lutero > storia del fulmine, vuole diventare monaco agostiniano. La dottrina di Agostino è concezione pessimistica della salvezza umana, l’uomo per sua natura non può raggiungere la salvezza, che è un dono della Misericordia di Dio., quindi compreso il dramma, supera la disperazione attraverso la dottrina di San Paolo, scopre un Dio diverso, non più giudice, ma il Dio seduto sull’arcobaleno, Dio che deve giudicare, ma soffre nei confronti di colui che sta giudicando; se invoco il nome di Dio, la sua misericordia e take che se anche sono colpevole, io sono salvato > Paolo ai romani 3:28 Dunque il protestantesimo dice Delumeau pone l’accento su tre pilastri dottrinali, e questa teologia risponde ai bisogni della società, che deve uscire dalla disperazione della salvezza. E se mi salva al fede non c’è più bisogno della chiesa, difatti Erasmo dice libero arbitrio > volontà umana conciliato con l grazie per il raggiungimento della salvezza, dunque l’uomo può decidere se orientarsi nella direzione del bene o del male, e per Erasmo quindi accanto alla Grazie c’è lattò della volontà a umana, la responsabilità individuale, il ruolo dell’uomo è centrale seppur nell’ambito della grazia. Lutero invece dice l’uomo non può scegliere la direzione in cui andare, quindi l’arbitrio è serbo, e le opere dell’uomo sono insufficienti per il raggiungimento della salvezza, poiché è solo un dono di Dio, quindi come si fa a mettere Lutero come campione all’inizio dell’età moderna Ss sembrerebbe invece Erasmo, se Abbiamo appunto detto che l’età moderna inizia con l’individualismo? Io ho fede per amore di Dio o per me? Per salvarmi o per emanciparmi? Attraverso il dubbio nasce l’età moderna, è tutto intrinseco all’uomo. Gli altri due aspetti 2) sacerdozio universale: solo la fede salva e le opere dell’uomo sono inefficaci, a che serve la chiesa? Non serve più, io sono solo difronte a Dio, quindi ognuno è sacerdote di se stesso. 3) infallibilità alle sole scritture: viene meno, Dio si rivela solo attraverso le scritture. Dunque viene meno la concezione tradizionale che la riforma nasce come reazione agli abusi (tesi sui manuali), che sono gli abusi? Sono le macchie e le colpe della chiesa di Roma nel 500, quindi il potere senza freni, ignoranza dei religiosi, scandalo delle indulgenze. Per Delumeau quegli abusi c’erano ai tempi di Gregorio VII e San Bernardo. Lezione precedente: abbiamo introdotto la riforma protestante. Abbiamo visto un panorama mosso in Europa segnato da dinamismo e stasi, sotto il profilo demografico, possiamo parlare di sviluppo demografico con la vita devolution fenomeno che caratterizza la storia dal 700 con un aumento della popolazione, che continua fino all 800, dunque recupero dopo periodo di crisi. C’è un afflusso di metalli pregiati in Europa sopratutto in Spagna, e che si diffondono in altri paesi, e questo afflusso non viene investito, impiegato per moltiplicare i guadagni, ma viene consumato, nella prospettiva della rendita e ricchezza proprietaria > mentalità pre capitalistica. Abbiamo visto i traffici tra Oriente e Europa c’è un dinamismo, il nuovo polo della via delle spezie, è Lisbona-Anversa, divengono centro produttivo dinamico orientato verso la mentalità del profitto capitalistico. Fino al 600 Genova-Venezia mantiene pare importanza, il mediterraneo mantiene la sua centralità, e che l’economia di Wallace non si è ancora realizzata, per lo meno nel 500, e che il settore trainante non è il commerciale, ma è l’agricoltura, fino al 700 in Italia il 72-75%, mentre in Inghilterra se pur lentamente assistiamo alla trasformazione capitalistica delle campagna, nuova mentalità, nuove tecniche (nel 700), quando in Italia e Francia comincia a segnalarsi debolmente. >Nel saggio di Vandrou, ci dice che nel 1730-50 perdura ancora l’eredità rurale del medioevo francese, in un quadro di resistenza al cambiamento, dunque l’agricoltura resta alla antiche prospettive, si disegnano in Europa delle piccole trasformazioni a macchia di leopardo nelle aree più progredite, in esempio Francia e Italia, per lo più nel passaggio di tecniche e produzione, anche se è vero che nella seconda metà del 700 in Francia. D’Italia nasce l’azienda moderna di tipo capitalistico. Quindi deboli progressi, quadro mosso, entro questo quadro di resistenza e dinamismo un fenomeno di carattere epocale, la rivoluzione dei prezzi che determina una spaccatura nella società europea, determina declino di alcuni stati e la fortuna di altri (Boudel e Borlandi). Sono colpiti i ceti consumatori entro la prospettiva della rendita, coloro che consumano e non investono, e che dunque non rischiano, e la scesa dei gruppi che si orientano verso il profitto (eccedenza tra costi e ricavi definizione), nella prospettiva di Marx è quell’eccellenza del capitale che deve essere investito per moltiplicare i guadagni. Introdotto le questioni della riforma protestante (Febvre e Delumeau) La riforma intesa come reazione agli abusi. Tanto Febvre quanto Delumeau, rifiutano la tesi della riforma intesa come reazione agli abusi, entrambi partendo dalla stessa prospettiva e considerando la riforma come risposta religiosa a una grande angoscia collettiva del basso medioevo, tuttavia pur partendo dagli stessi presupposti giungono a conclusioni diverse. Entrambi considerano l’affermazione dell’individualismo il fenomeno che determina, per Delumeau la riforma protestante, e il rinnovamento interno alla chiesa cattolica, per Febvre determina l’affermazione della riforma protestante. Se pur la causa scatenante è la stessa, lo prospettano secondo orientamenti diversi, Delumeau in un tempo lungo, e Febvre nel tempo breve: tempi lungo vuol dire che se non ci fosse stata questa affermazione del sentimento individuale, non ci sarebbe mai stata la disperazione della salvezza, perché solo se vengono meno le categorie collettive, che sono proprie dell’alto medioevo, e trionfa già l’individualismo, nasce una diversa percezione tanto del senso della morte quanto quello del post mortem, e quindi della salvezza eterna. Se non ci fosse stata questa disperazione della salvezza, che è prodotta dall’individualismo, ci sarebbe stata una ripresa forte della riforme del sentire religioso? È chiaro che se io sono angosciato dal problema della salvezza dell’anima, le questioni della fede diventano centrali nel mia esistenza, dunque questo individualismo determina che l’individualismo riporta alla fede come afferma delumeau, che capisce che l’individualismo porta a sentire in modo rinovato questioni della fede, ma determina anche l’affermazione di valori profani, la laicizzazione della società, e di conseguenza produce d’un nuovo patrimonio di valori che tende ad adattatare l’esperienza religiosa al bisogni della società che emerge con l’affermazione del sentimento individuale, determina quindi una trasformazione stessa delle forme del sentire religioso, che si manifestano in modo nuovo e che restano nell’ambito dell’ortodossia. Lutero si intromette in una linea di tendenza, dunque perché poi diventa un eretico? Se questo rinnovamento religioso è già sentito nel 300-400, perché come interpreta Delumeau, che interpreta questo spirito umanistico Cristiano, quindi dell’eccellenza della vita umana, la chiesa viene meno, non riesce a interpretare queste spinte, resta chiusa, e ciò determina secondo Delumeau l’affermazione della riforma protestante. È pur vero che poi all’interno della chiesa si riaffermano le spinte della riforma, spinte che vengono dalla società, tant’è che ci sono due riforme irriducibili, quella cattolica e quella protestante. Tesi di Febvre Nel 500 c’è un uomo nuovo, e quindi capire la riforma vuol dire capir l’esigenza dei credenti, la loro volontà di adattare la riforma religiosa ai bisogni di una società che si è trasformata, sino a designare l’involucro dottrinale per farlo adeguare alle esigenze di una società incentrata sull’individuo e sui nuovi valori dell’individuo. Esempio: nel 500 nascono delle nuove devozioni, come quello del cristo della passione (passione=sofferenza di Cristo), quindi nasce la devozione di uomini del medioevo ovvero la disperazione della salvezza , allo stesso tempo la laicità della società così da far avanzare le elementi che si prefigurano già e che saranno espressi nella riforma, eppure questo processo si manifesta in lungo periodo fino all’inizio del 500 quando si divarica con le due riforme. Febvre Nel saggio Febvre si interroga sul problema delle origini e cause della riforma in Francia, si serve dell’interpretazione tradizionale in particolare quella propugnata dagli studiosi francesi del 800-900, per polemizzarla e ricostruirla e mostrare che secondo lui il problema della riforma va impostato diversamente. Gli studiosi francesi sono nazionalisti e avanzano la tesi secondo cui la riforma non è nata in Germania grazie a Lutero, ma invece le origini sono francesi e non tedesche, e l’iniziativa sarebbe dovuta Lefevre d’Etaples che non si sarebbe mai distaccato con la chiesa romana dice Febvre, ma che con l’avvento della riforma non diventa luterano ma resta ortodosso, tuttavia nel 1512 leggendo e commentando le epistole di San Paolo aveva avanzato delle tesi ardite e allora se l’iniziativa di Lefevre è precedente a Lutero di 5 anni le origini della riforma sono francesi e non tedesche. Gli studiosi che si legano a interpretazione tradizionale vedono l’origine della riforma legata all’inizio di un personaggio, e le cause legate alla reazione degli abusi, questo vale per la riforma come Febvre lo presenta, ma anche per qualsiasi problema storico, sempre le origini sono legati al pensiero di un élite e il problema delle cause si rintraccia in eventi. Per quanto riguarda la riforma protestante secondo gli studiosi dell 800 le origini sono legati al personaggio di Lefevre e le cause sono legate agli abusi e alla reazione agli abusi che sono “le macchie e le colpe” della chiesa di Roma nel 500 e quindi la riforma intesa come lotta contro la corruzione, contro papato romano e il ritorno agli ideali evangelici e quindi abusi sonno ma che sono disciplinari e potere senza freni di una chiesa temporale, ignoranza e licenzia di religiosi e scandalo delle indulgenze, elementi che collochiamo sotto la voce “abusi”, e quindi le cause della riforma sono la reazione a questi abusi. Febvre dice questi abusi possono essere considerati come cause solo se consideriamo la riforma come fenomeno religioso e non spirituale, come volontà di costruire una nuova chiesa in posiziona a quella di Roma, ma riforma ecclesiastica è prodotto e ereto della riforma religiosa, ad esempio l’esperienza di Lutero, il suo problema sono i quesiti che riguardano salvezza dell’anima quindi l’essenza spirituale dell’esperienza religiosa non la costruzione materiale delle strutture della chiesa, che diviene nascosta che non esiste materialmente perché è il luogo in cui si raccolgono i credenti che insieme pregano Dio, successivamente quando si è elaborato modello di riforma intesa come religiosa poi bisognerà costruirà le strutture che consentono la affermazione del nuovo messaggio religioso, se la mia preoccupazione e di nitrare in contato con Dio successivamente bisogna costruire materialmente la chiesa per diffondere il messaggio nuova fede nella società, quindi la riforma ecclesiastica è un prodotto della riforma religiosa. Gli abusi ci sono sempre stati già nel medioevo eppure diceva delumeau che riprende Febvre, nel 300 non c’è stata una reazione, allora la cosa inedita è la reazione, capire il significato della reazione e capire le cause della riforma, quindi la tesi degli abusi viene meno > la reazione è l’effetto di una mentalità che avanza. La riflessione di un individuo che origina un fenomeno culturale, storico, religioso, o è il problema contrario, perché tanti uomini credevano in Lutero? Perché attraverso la giustificazione per fede ha dato risposta religiosa alla angoscia collettiva della prima età moderna, allora Lutero elabora una dottrina, è interprete dei bisogni della società, la sua dottrina è organica, è il prodotto di nuova mentalità che avanza. Il problema di origini e cause non è impostato bene dagli studiosi francesi dice Febvre. Perché c’è la scoperta della centralità dell’uomo, e affermazione di individualismo? Si manifesta nelle nuove devozioni come quella di Cristo della passione, la sofferenza prima della morte, quindi devozione del Dio uomo, che rompe la concezione medievale, quella Dio estraneo agli uomini. Il nuovo patrimonio di valori sono quelli che dice delumeau, i valori di una società laicizzata che punta all’affermazione del se, eppure dietro quei valori si scoprono valori del lavoro, correttezza, che impongono una nuovo modello di santità, si delinea un esperienza interiore diversa che spinge a esperienza religiosa intesa come processo personale, che non si traduce nella meccanica del crede ma che deve esprimere nuova partecipazione alla vita e dimensione morale, e il nuovo rapporto con scritture esplicita, secondo Febvre, il significato di queste considerazioni, adattano l’esperienza religiosa traducendola in eresia per fare coincidere con questi bisogni individuali. Rapporto con le scritture: determina la supremazia del testo sacro sulla teologia, sulla verità della chiesa. Gli uomini del 500, dice Febvre, si erano innalzati nella scala sociale, erano artefici di loro stessi e quindi volevano trattare da pari a pari, senza bisogno di intermediari, e nella scrittura riuscivano a realizzare questo processo, si stabilisce un rapporto in cui attraverso la scrittura troviamo la conferma della devozione di Cristo della passione > affermazione dell’individualismo, io stabilisco un rapporto diretto, nelle forme della devozione, e nel rapporto dell’esclusiva primato quello del testo sacro senza intermediazione. Tesi degli abusi La chiesa nel 500 ha ormai definito in modo compiuto la sua struttura temporale centralizzata e ha costruito ormai in modo definito una struttura giurisdizionale amministrativa ramificata in tutto il territorio in diocesi, unità base, che godono di esenzioni e privilegi, rette da personale ecclesiastico, dipendente dalla curia, e accanto a questo, ogni diocesi ha dei benefici, delle rendite, beni, cresciuti nei secoli. Questi benefici devono servire al mantenimento della chiesa, alla sopravvivenza dei membri religiosi, a garantire le attività. La curia li concede ad alcuni laici per i loro servigi benefici, o peggio, inizia a rendere cariche a chi se li può comprare, le famiglie più ricche, e chi acquista un titolo lo fa perché mosso da motivazioni patrimoniali, non per avere la carica religiosa, ma per i beni legati a quella, da qui emerge il tema della crisi della chiesa che perde i suoi caratteri spirituali. La cosa significativa è che comunque questa concessione ai laici comporta una diminuzione delle entrare nelle casse della curia romana, allora si pensa di ricorre alla pratica della vendita delle indulgenze, la cancellazione delle pene ultraterrene che deve scontare il credente per i peccati commessi. Questa pena temporanea può essere condonata dalla chiesa, che è depositaria dei meriti che Gesù, i martiri e i santi hanno ottenuto di fronte a Dio grazie alle loro opere, questo enorme patrimonio può essere concesso a coloro che facevano veglie, penitenze, pellegrinaggi, che pagavano elemosina, ed questa pratica che crescendo si trasforma in una compravendita della salvezza dietro un pagamento di denaro, e proprio nel settembre del 1517 una bolla di Leone X avrebbe concesso la remissione totale delle pene e delle colpe che introduce il credente nello stato innocente del battesimo (indulgenza penaria) a coloro che pentiti avessero versato una somma adeguata, e la chiesa per incamerare il denaro delle indulgenze pensa di appaltare la vendita a grandi personaggi, in Germania Alberto di Brandeburgo, che era arcivescovo di Magonza e Brandeburgo, incarico che non potevano tenere contemporaneamente perché non poteva stare in due diocesi, inconveniente che Alberto supera versando somma di denaro nella curia di Roma. Queste ragioni fanno si che Lutero affligga sulla porta della cattedrale le 95 tesi, che negavano il valore dell’indulgenza, che non può cancellare colpe, e la facoltà del pontefice di concederla. Ripetizione: quindi due interpretazioni sulla riforma, irriducibili, che si orientano nello stesso modo, e che avanzano una controinterpretazione tradizionale, una polemica, intendendo la riforma come protesta contro la corruzione della chiesa, contro l’arbitrio del papato Romano nei confronti delle chiese locali, come ritorno agli ideali evangelici, un insieme di motivazioni che abbiamo identificato come la tesi degli abusi, della crisi e decadenza della chiesa, nel quale si intrecciano ragioni sino ad arrivare allo scandalo delle indulgenze. La interpretazione tradizionale quindi considera la vendita delle indulgenze come causa determinante di un fenomeno complesso come quello della riforma protestante. Quello che dicevano sia Febvre che Delumeau è cosa c’è di inedito? È la reazione agli abusi, che nel medioevo nn c’era, e che si manifesta nel 500. E allora quella reazione non è la causa della riforma, ma l’effetto e il prodotto, quindi dobbiamo chiederci quali sono le ragioni che hanno determinato quegli effetti che sono inediti, quello che emerge e cosa produce questo fenomeno. La reazione agli abusi di una chiesa che deve essere meno corrotta, da che cosa è prodotta? Da una nuova mentalità, nuovo modo di pensare, di vivere. Le ragioni per entrambi gli studiosi che determinano una reazione diversa nei confronti della chiesa, per delumeau l’affermazione dell’individualismo e per Febvre il sentimento individuale, stessa cosa, che da una parte determina un ritorno consapevole e motivato alla fede, che deve essere più interiorizzata, meditata, vicino ai bisogni dell’individuo, dall’altra determina nel quadro di Aries il venir meno delle categorie collettive del medioevo, quindi il problema della salvezza diventa personale, di me come individuo, quindi individualismo che produce la disperazione della salvezza, che spinge il credente ad affrontare e quesiti della fede, e il suo rapporto con Dio, della sua sorte dell’anima, determina una religiosità che non si può risolvere in una pratica formale esteriore, come la vendita delle indulgenze, ma un percorso interno. Allo stesso tempo determina, come osserva delumeau, un processo di laicizzazione della società e di affermazione di un nuovo patrimonio di valori in contrasto con quelli tradizionali della chiesa, quei valori che determinano nuovo bisogno di pensare, che si attualizza nei comportamenti, nei usi e abitudini, inconsapevoli propri degli uomini, d’eterna l’esigenza di adattare l’esperienza religiosa ai nuovi bisogni della società. Dunque l’approccio metodologico delle due interpretazioni, di Febvre e Delumeau, è lo stesso, ma divergono: secondo delumeau il processo si scandisce in un intervallo prolungato di tempo, dalla crisi del medioevo, quindi peste nera, fino all’inizio dell’età moderna, ed è un fenomeno che resta all’interno dell’ortodossia, non sfocia nell’eresia, alimentato dalla stessa cultura umanistica che promuove polemica forte nella chiesa (Delumeau, 1511, Erasmo elogio alla follia), che vuole tornare a un rapporto diretto con la scrittura, e nell’ambito di questo processo interno alla chiesa cattolica romana si manifestano già, mette in evidenza Dleumeua, proprio per l’affermazione dell’individualismo, anche quei temi che saranno propri della dottrina luterano: giustificazione per fede, sacerdozio universale, contato diretto con la scrittura; e dicevamo la stampa e la passione per il libro determina l’affermazione degli anni 70 (prima di Lutero). Per Febvre il processo si definisce in tempo breve, fenomeno rapido, intenso, che l’affermazione del sentimento individuale è talmente forte che produce un patrimonio valori tali che trasforma forme del sentire religioso, che deve deformareinvolucro dottrinale, e non può esprimersi se non in prospettiva che va oltre gli orientamenti tradizionali della chiesa: gli esempi significativi, il sacerdozio lo possiamo recuperare nel rapporto con la scrittura, allora diceva Febvre che la supremazia del testo sulla teologia, sulla verità della chiesa, gli uomini si fanno da soli, da pari a pari. In che misura la dottrina del giustificazione per fede traduce di bisogni nuovi della società sino a deformare la dottrina tradizionale cristiana: il bisogno più forte è il trionfo della vita sulla morte, allora bisogna inventare dottrina che fa sconfiggere la morte, che ti fa uscire d’ala disperazione, altrimenti al morte diviene ossessione della vita, io ho solo paura di non salvarmi, quindi questo dottrina restituisce la gioia di vivere, riporta la morte solo al dramma della fine della vita, non a un pensiero domande, questo perché se io ho fede ho certezza della salvezza, e la morte non mi spaventa più, ciò vuol dire adattare l’esperienza religiosa sino a trasformare la sua struttura dottrinale e farla coincidere con i nuovi bisogni. Interpretazione tradizionale Scandalo indulgenze: è necessario riprogettare la basilica di San Pietro la cui struttura risaliva ai tempi di Costantino, bisogna avere il denaro. Che cos’è l’indulgenza nella dottrina cristiana? La cancellazione delle pene ultraterrene, mentre l’assoluzione del sacerdote cancella le colpe. La pena ultraterrena può essere condonata dalla chiesa perché è depositaria dei meriti dei Gesù, sagni e martiri, enorme patrimonio che può essere dato a chi è degno, pratica delle elemosina che giunge alla pratica della compravendita. spingono a dentare migliore, questo scarto tra giustificato per Misericordia e ingiusto per coscienza diviene quello che Febvre dice attivismo, voglia di riscatto, il significato stesso di portare la croce, in questa dimensione si inserisce in una prospettiva dov’è ogni merito dell’uomo è inefficace per la salvezza, perché l’uomo è marchiato dal peccato originale, ha una natura corrotta la sua volontà e negativa non può raggiugne la salvezza, ma la giustificazione e riscatto per invocare la Misericordia, quindi la salvezza e dono di Dio. Entro questo sistema dove la posizione soggettiva del credente compare Erasmo con la sua teologia. Emergono due atteggiamenti di fede: Teologia della gloria di Erasmo: concezione ottimistica fondata sull’uomo e volontà, l’uomo può scorgere Dio attraverso itinerari di perfezionamento individuale fondato sui meriti, opere e volontà. La giustificazione cioè salvezza è tanto per fede quanto per opere. Teologia della croce di Lutero: l’uomo natura corrotta macchiato dal peccato originale non ha nessuna possibilità di entrare in contatto di Dio, solo nella condizione della colpa può invocare la Misericordia, può conquistare la fede che è riscatto, ma deve aspettare il dono di Dio, la giustificazione è solo per fede, non per opere. Il Concilio di Trento dirà che l’uomo è giustificato in virtù della grazia, tuttavia i meriti e opere sono necessari per la grazia. Sono due orientamenti che coesistono nel movimento riformatore fino ai primi anni 20 del 500, e tra 1524 e 1525 nella disputa che contrappone i due, si scava una frattura tra due porzioni di Cristianità. Erasmo nel 24 con il suo celebre De libero arbitrio, definiva il libero arbitrio è un atto di volontà umana conciliato con la grazia, dice che il credente può incamminarsi nel sommo bene tramite la ragione, armonizzata con la grazia, quindi i meriti e opere atti necessari. Dio lascia libero arbitrio all’uomo di scegliere il bene o male. Per Erasmo se tutto viene dalla grazia, bisogna riconoscere al libero arbitrio l’importanza che gli spetta, non può immaginare l’etica Cristiana senza libertà di scelta. Lutero aspetta un anno prima di rispondere, scrive “De servo arbitrio”: arbitrio non è libero, apostrofa Erasmo definendolo stolto, scettico. L’arbitrio libero è di dio, perché dio è tutto, l’uomo non può scegliere la direzione dove andasse. Il suo arbitrio è sottomesso, servo alla grazia, quindi la salvezza è solo dono di Dio, è fede, la svalutazione dei meriti e opere dell’uomo corrisponde alla dottrina del servo arbitrio. Lutero a conclusione della disputa di Lipsia nega il primato del pontificio e il potere temporale della chiesa, il primato spetta al concilio si profila l’ipotesi di una chiesa anti gerarchica, posizioni ormai radicali, Leone X nel 19 emana la bolla con la quale emana il protestantesimo, bolla che viene bruciata pubblicamente da Lutero, segue un estremo tentivo di riconciliazione che Carlo V inviata Lutero a worms per ritrattare al protestantesimo, che Lutero non accetta, la dieta pone Lutero al bando dell’impero nel 1521, chiunque l’avesse riconosciuto era condannato, nel frattempo la riforma si diffonde dapprima nelle città della Sassonia e Svevia, poi in settentrione, pervade i gruppi intellettuali, la piccola nobiltà e si inaugura un periodo di conflitti religiosi, nei quali le motivazioni religiosi si intrecciano con i motivi politici, relativo alla rivolta contadina, guerra civile che per 20 anni infiamma la Germania, ma lottano anche contro l’impero la centralizzazione, diviene la rivolta della piccola nobiltà, i motivi si mescolano, costoro non solo aderiscono alla riforma ma tendono attraverso di essa di impossessarsi dei principati ecclesiastici per recuperare gli antichi diritti signorili che hanno perso, il loro leader Munzter crede la riforma come rigenerazione e l’uomo è della società, non solo religiosa ma che deve essere morale, politica e sociale, mentre per Lutero la riforma è chiusa in una dimensione individuale, qui si apre al sociale, Munzter è il profeta, e la sua esperienza religiosa è diversa da Lutero, per cui la fede è un processo empirico, per M la fede è un processo irrazionale di contemplazione attraverso cui il veggente, non tutti, il profeta scelto da dio riesce a comunicare col divino. Lutero come lèggiamo nei manuali, (discutibile per il prof) in primo momento si distacca dalla rivolta per poi schierarsi a favore dei principi perché la riforma religiosa e dei contadini assume aspetti radicali estremistici tende a sovvertire le regole e si lega ai principi per far trionfare la riforma. Quindi 20 anni di guerra dei quali non dobbiamo sapere niente se non le poche cose che dirà lui, solo che nel 1547 Carlo V pur vittorioso nella battaglia contro i protestanti capisce che non avrebbe potuto sradicare la riforma e si giunge alla pace di Augusta nel 56, con la formula del cuius regio, cioè le popolazioni si adeguano alla fede del principe. La pace di Augusta pone fine del 1555 ai conflitti religiosi in Germania, lo stesso Carlo V vittorioso contro i principi protestanti si era reso conto che era impossibile estirpare il protestantesimo, sicché questa pace determina la divisione della Germania tra cattolici e protestanti secondo la formula ambigua del cuius reio Religio, i sudditi avrebbe scelto in ragione della scelta del loro principe, c’è la negazione della libera scelta. Avevamo detto editto di worms: pone Lutero al bando dell’impero, nessuno poteva ospitarlo, il principe della Sassonia lo pone nel castello dove trova riparo e inizia la traduzione in tedesco delle sacre scritture, trascorse gli ultimi anni a Wittenberg. 3 conflitti: -Principi protestanti che lottano contro chiesa e impero; -Conflitto della piccola nobiltà, cavalieri; -Rivolta contadina del 24/25; La grande rivolta contadina Fenomeno che si estende dal 24-25 in Svevia, Sassonia, si dilata in Germania, giunge fino in Austria, Svizzera. Le motivazioni religiose si mescolano con quelle politiche sociali, sia pure dalle sue origini sembra essere pacifica, i contadini si riuniscono ai margini dei villaggi, poi entrano in processione e aspettano i principi per trattare, e quando non arrivano, si trasforma in guerra civile sanguinosa che provoca 100k morti. Si conclude nel maggio 1525 nella Battaglia di frankenaisen dove l’esercito annienta gruppo di contadini, ma le rappresaglie continuano tant’è che Febvre nel suo libro riporta la cronaca di un tempo nel quale la descrive. Rivolta tradizionalista diversa dal modello proprio della rivoluzione, che è movimento protesta anche violenta, organico alla società nazionale, mentre la rivolta è delle plebi. La rivolta è anche violenta, ma che non tende a rovesciare le istituzioni, o porre in discussione le consuetudini del sistema tradizionale, anzi è funzionale per sostenere il sistema perché è mobilitazione che scaturisce contro una violazione di principio di giustizia proprio della società nazionale e attraverso la sua mobilitazione, anche armata, si tende a ripristinare un principio, quindi tende a perpetuare un sistema, non trasforma, mentre rivoluzione tende a rovesciare le strutture politiche e costruire un nuovo modello di società.Questa rivolta contadina tende a trasformare le strutture politiche non può essere e inteso come rivolta. NON È TRADIZIONALISTA Studiosi hanno considerato questa rivolta come la prima protesta politica sociale della storia tedesca moderna, hanno valorizzato elementi di rottura, non è rivolta a perpetuare e confermare le strutture tradizionali, e la crisi indubbiamente economica agraria del primo 500 inasprisce le condizioni di vita dei contadini e allo stesso tempo inasprisce le forme del prelievo signorile: abbiamo detto che se icontadini si inseriscono nel modello della ricchezza proprietaria o pre capitalistica cioè nell’idea del consumo, naturalmente di fronte a una trasformazione economica notevole, se sono legata alla rendita del consumo, il mio potere di acquisto diminuisce quindi impoverisco. Sono colpiti quindi anche i signori “feudali”, legati al guadagno senza spesa, anche loro scontano la crisi, quindi inaspriscono le forme del prelievo signorile sui contadini, questo meccanismo determina la protesta e mobilitazione dei lavoratori poveri che lottano contro i signori sia in città che in campagna, è la rivolta della resistenza alla vita. Tuttavia le loro rivendicazioni che sono fissate nei 12 articoli del marzo 1525, quando insorgono, formulano la loro dichiarino dei diritti, fissano in questi articoli le loro rivendicazioni che si inseriscono ai grandi temi della protesta del mondo popolare cittadino che rivedremo con la crisi dell’antico regime. È importante che tra una di queste vi era quello di ripristinare le terre comune, sulle quali si esercitano gli usi civici. Le terre comuni: in ogni borgo rurale dell’Europa medievale e moderna accanto alle terre di proprietà privata esistono delle terre comuni, aperte, lasciate alla macchia, e che appartengono a tutta la comunità, tutti possono godere di diritti d’uso. Succede che nel corso della storia, prima gli antichi signori, mossi dall’economia mercantile poi capitalistica, privatizzano le terre comuni, sottravano ai contadini, e li privano dell’esercizio dell’uso comuni, dunque è mobilitazione contro un principio di giustizio, contro chi priva della terra comune, e quindi una rivolta tradizionalista che non va contro le istituzioni tradizionali, ma tende a ripristinare. Ci rendiamo conto che rivolta della miseria che è, appunto del diritto alla vita, resistenza al lavoro. Tuttavia in questa rivolta tradizionalista volta a riformalizare le strutture costituivi c’è un salto di qualità, determinato da motivazioni religiosi, quindi fa 2 esempi: 1) studiosi hanno messo in evidenza che la rivolta contadina è stata innescata inevitabilmente, anche se in modo indiretto, dallo stesso Lutero, che mette nelle mani dei contadini una Bibbia che è strumento di emancipazione e riscatto religioso; per Lutero l’e citazione e di carattere individuale, e la teologia della croce, attraverso il quale il credente toga una fede che gli consente di invocare la Misericordia, ma i contadini usano la Bibbia non secondo le indicazioni di Lutero, quindi come riforma intesa come trasformazione dell’individuo, ma serve la Bibbia per la trasformazione della società. Nel Vangelo diviene il testo di riferimento per porre in discussione l’ordine esistente della società, e quindi per i principi morali e religiosi del Vangelo utilizzati per pire in discussione il potere dei signori, nei 12 articoli difatti troviamo 2) Muntzer avanza l’idea di riforma come rigenerazione, come quindi costruzione di una nuova società rigenerazione che deve essere morale, religiosa, comportamentale, ma anche politica e sociale (Lutero non d’accordo). È prossima al fine dei tempi e bisogna prepararsi, con la Bibbia poiché è prossima la seconda venuta, e bisogna pregare, quindi costruire nuove comunità di preghiera, che sono fini a se stesse, sottrate al mondo, nelle quali si accede attraverso battesimo degli adulti, rito di iniziazione, si prega ma bisogna anche lavorare, sono comunità non tradizionale, ma egualitaria, rette dall’idea della comunione dei beni, dunque se c’è la comuni e dei mezzi e sistemi di produzione, allora comunismo, possesso comune, abolizione della priorità privata. Secondo Muntzer questo modello è la legge voluta da Dio, come quella protocristiana di Gerusalemme, che erge dal basso i propri ministri, quindi la rivolta si trasforma in rivoluzione 3) Questo capovolgimento della storia, spiegato attraverso categorie mentalità religiose. La domanda che dobbiamo porci è chi era Muntzer? Innanzitutto è protagonista della prima fase della riforma protestante, contemporaneo di Lutero, ed entra in rapporto conflitto con egli. E poi capo dei rivoltosi, sconfitti nella battaglia di frankenausen el 25, il piccolo esercito di 8k uomini viene annientando, Muntzer si rifugia in villaggio, riconosciuto e consegnato ai gendarmi, e viene giustiziato. Definito un esaltato da Lutero. La rivolta contadina che non possiamo prospettarla secondo l’orientamento che appare della rivolta tradizionale, ovvero mobilitazione violento volta a perpetuare l’ordine esistente che è stato violato. Sappiamo che si trasforma presto in rivoluzione e per capirla bisogna considerarla entro categorie religiose che sono forti, basti pensare alla statua di muntzer a Malausen vestito con CALVINO Ci sono 25 anni di differenza con Lutero, rappresenta la seconda fase della riforma. La riforma adesso deve diffondersi nella società e imporsi come modello religioso di riferimento, il passaggio tra chiesa invisibile alla visibile. Per introdurre Calvino possiamo leggere Delumeau (ci dice la vita), Calvino figlio di un funzionario francese scomunicato, compie studi in teologia a Parigi, frequenta collegi illustri. Inizia a frequentare ambienti umanisti, ma sembra rimanere sulle posizione ortodosse del cattolicesimo. Calvino incarna e esprime la secondo stagione della riforma, nasce 25 anni dopo Lutero, è francese, opera a Ginevra quando giunge nel 1541. Non più riforma intesa come religiosa, spirituale e trasformazione e rinnovamento delle forme del sentire religioso svolge al perfezionamento dell’individuo, ormai è riforma risolta con Calvino, le questioni della riforma, deve realizzare la riforma ecclesiastica, dilatare valori protestanti nella società e quindi il passaggio dalla riforma religiosa alla riforma ecclesiastica lo abbiamo con Calvino nella definizione di due modelli irriducibili di chiesa: chiesa come realtà invisibile e chiesa visibile. Brano Delumeau Nei primi anni della sua formazione frequenta ambienti umanistici ma mostra poco interesse per la riforma, a 24 si dichiara protestante viene subito coinvolto nella vicenda dei Placar, manifesti. Calvino scappa all’estero prima a Basilea poi a Ginevra. Perché è stato importante il suo soggiorno a Basilea dal 36-36, sotto falso nome, immigrato francese perseguitato, si rifugia la? Il riformatore di Basilea è seguace di Zwingli, la dottrina sua è più radicale tra le varie correnti perché? La fusione tra stato e la chiesa. Una chiesa che si elegge dal basso che elegge suoi ministri e allo stesso tempo fusione, e per Zwingi i sacramenti sono due intesi come momenti simbolici non atti necessari, e nelle eucarestia non c’è presenza reale di Cristo, non oggettivismo che sarà luterano, ma solo rito simbolico. Calvino a Basilea sappiamo che nel 36 scrive sua opera, in latino, pubblicata in francese nel 41, sappiamo c’è prima fase del soggiorno a Ginevra riformata non più principato vescovile ma repubblica orientata al protestantesimo. Le due opere che abbiamo visto prefigurano due modelli di chiesa, nell’istituzione cristiana del 36 la chiesa invisibile, nell’istituzione cristiana del 41 il modello chiesa come realtà visibile. L’ideale del 36: la chiesa dice Calvino la sua universalità la trova nel regno dei cieli, e solo luogo dove si raccolgono i credenti per pregare, solo momento spirituale, per queso è invisibile, non opera nel mondo, nel 41 invece con le ordinanze ecclesiastiche la chiesa è realtà visibile ovvero la chiesa sarà pellegrina a questo mondo, tuttavia bisogna edificare sulla Gerusalemme terrestre a immagine della Gerusalemme celeste, bisogna costruire sulla terra la chiesa universale e la ecclesiastica, con le sue strutture, dogmi, sacerdoti riti, una chiesa universale radicata nel territorio , come abbiamo detto la chiesa costituisce la sua struttura sul territorio parallele a quella dello stesso stato, deve compiere processo di radicamento e diffusione del protestantesimo. Quindi due modelli riducibile, modello 36 è modello dell comunità chiusa in se stessa, e struttura paritetica democratica. Se la comunità religiosa è luogo dove si prega, nella preghiera gli uomini sono uguali tra loro, non ci sono gradi, e se la dottrina sacerdozio universale non ci sono gradi religiosi, è struttura egualitaria, grado religioso è elettivo, la comunità elegge i suoi rappresentati e stabilisce chi è ministro religioso, che è temporaneo è soltanto un delegato > distinzione democrazia diretta e amministrativa, nella prima ci sono i delegati, nella 2 i rappresentanti, il primo è modello della polis nel quale tutti si radunano insieme e si decide questioni della comunità, non c’è un grado politico superiore al soggetto che partecipa, esiste solo figura del delegato, modello resta orizzonte di riferimento per tutto 700; nell’altra c’è rappresentante odierno deputato, portavoce della comunità?no è colui che a margine di manovra autonomia e risponde alla sua base pettorale, è autonomo staccato dalla base, mentre delegato è portavoce della piazza, quindi ministro religiosa di Calvino nel 36 è carica elettiva temporanea di delegato. In 5 anni Calvino passa alla chiesa intesa come organo di disciplinamento della vita religiosa politica sociale, che si articola in 4 gradi a Ginevra: pastori, dottori, diaconi sono ministri religiosi e Anziani, sono laici nominati da autorità pubblica; i pastori ministri corrispondono ai nostri parroci, i dottori insegnano al dottrina tanto in Chiesa quanto a scuola, a Ginevra la scuola è sottoposta a controllo della chiesa non stato; i diaconi sono funzionari che svolgono funzioni di carità e assistenza a anelli deboli della società, ai poveri e malati; gli anziani laici nominati da autorità publica insieme ai pastori formano il concistoro, 6 e 6, prima ci pare essere eorgnoa di collegamento tra sfera Religio e politica, cioè fusione di stato chiesa c’è di più, perché il concistoro per Calvino è supremo tribunale di costumi che si occupa sulla condotta morale e vigila sui comportamenti etici di tutti abitanti Ginevra, dove stabiliamo confine morale e non morale nella vita e differenze vita privata e publica? Organo che ha controllo tanto nei comportamenti religiosi quanto comportamento civili, si avvale di rete di osservatori informatori che consolano la città quartiere per quartiere (casa per casa) stabilendo ciò che è lecito e morale nella condotta privata. Quindi in 5 anni libera comunità di credenti e poi diviene di disciplinamento della sfera civile religiosa politica. Lèggiamo delumeau: la chiesa tende a sostituirsi allo stato nel esercizio delle sue funzioni, controlla individuo, lo influenza, anche in Calvino forti istanze del disciplinamento sociale, istanze proprio tanto della chiesa cattolica che protestante e di costruire un patrimonio culturale comune omogeneo uniforme volto a garantire l’ordine del cittadini credente alle autorità pubblica e religiosa, come si realizza questo disciplinamento questo patrimonio? Con le scuole di catechismo disseminate, per impartire lo stesso credo attraverso iniziativa dei moralisti, confessori, l’attività del parroco, le visite canoniche istituite dal concilio di Trento, visite di prelati che si recano in diocesi per accertarsi della condotta morale dei fedeli e dello stesso clero, con i registri parrocchiali, sorta di anagrafe dove vengono fissate data di battesimo ecc. e come possono essere strumenti per analisi demografica per lo studioso di storia, come posso essere strumenti per il disciplinamento sociale? Sono fondante tap è fondamentale della vita credente parrocchia, ma accanto il parrocco annota osservazioni del singolo si riesce a sapere quasi tutto delle abitudini esigenze e quindi si riesce a intervenire sui comportamenti. La libertà religiosa a Ginevra si costruisce sull’unità della fede. Michele Serveto Medico spagnolo e medico celebre ,scienziato per gli studi su circolazione sangue, aveva avanzato dottrina anti trinitaria perseguitato da santa inquisizione. Anni 40 si trova in Francia diventa medico del vescovo di Vienna e professa pubblicamente cattolicesimo ma va preparando opera eretica pubblicata nel 53 “la cristianismi costitutio” spiegava la circolazione del sangue nel polmone e poi giungeva a questioni religiose carattere capitale, condannava chiesa cattolica e protestante considerate eretiche allontanate dalla purezza Cristianesimo origini e negava trinità, valore peccato originale definiva giustificazione per opera e per grazia, proclamava necessità battesimo per adulti. Serveto definito da Calvino un eretico, libertino anarchico, sconfessato sia dai protestanti che dai cattolici, l’opera pubblicata anonima, ma Serveto nel 46 mandava pezzi di opera a Calvino a Ginevra per discuterlo, a Ginevra non ebbero difficoltà di corredarlo a lui, i documenti inviati da Ginevra la polizia di vien a consentire di arrestarlo, evaderà commentendo errore di passare a Ginevra, viene riconosciuto e arrestato. In breve Ginevra vuole dimostrare di riuscire a esprimere condanna estrema non diversamente dalla chiesa cattolica, anche per scavalcare Calvino Ginevra chiedo parere a tt comunità svizzere nei confronti di Serveto e tutti si orientano per la pena capitale, verrà arso vivo nel 53, ricorderemo due giudizi: Castellon teologo francese scrive opuscolo celebre e giudizio irriducibile di Benedetto Croce in opera anni 30. Castillon savoiardo, costretto a esulare per questioni religiose a Ginevra diviene il direttore collegio, si rifugia a Basilea, opera libertà di pensiero e religiosa nel quale afferma che uccidere un uomo non è dottrina, ci si fa bruciare per la fede; si richiamava a cosa Gesù affermava che l’erba cattiva non deve essere estirpata e sollevava interrogativo “seguire la dottrina o la morale?” () di carattere capitale, concetto di responsabilità individuale, ogni soggetto è responsabile delle proprie azioni innanzitutto di fronte alla sua coscienza Croce in Vita di Fede, Avventure e passione, dice che il rogo di Serveto offende ancora di più la nostra coscienza dei roghi che sono stati fatti dal tribunale, dalla chiesa controriforma, perché mutila alla base concetto di tolleranza religiosa e libertà di coscienza, che costituisce il presupposto su cui si basa la riforma protestante, tuttavia croce afferma che una rivoluzione (calvinismo) deve recare con se un momento conservatore di coistrilizaizone ideologica che è necessaria x garantire la sopravvivenza della stessa, ovvero è legittimo comprendere anche la negazione della libertà cioè il carattere momentaneo della negazione della libertà non la prassi, per garantire l’affermazione della libertà ovvero è necessaria quel momento di violenza e forza, non intendola come prassi comportamentale, ma come momento dettato da necessità, perché attraverso quell’atto si consente l8affermazione calvinismo > se non fosse stato ucciso Serveto, sarebbe trionfato anarchia, opinione che avrebbe determinato morte calvinismo, attraverso quella negazione di libertà si stoicizza il calvinismo, secondo Croce, vuol dire la realizzazione nel corso del tempo, della indipendenza dell’Olanda, rivoluzione inglese e americana, affermazione nel 700 di pensiero Kant e russo. Croce dice il pensiero di giudizio in storia non può essere morale, ma politico, o meglio giudizio sia morale che politico, riuscire a porre rapporto di distinzione etica e politico, prima spiega etica poi politica: etica momento dell universalità, interesse di tutto cioè il buono, la politica interesse corporativo di gruppo o individuo, non è buono ma l’utile, questi due momenti sono due sfere distinte irriducibili e autonome, tuttavia entrambe pur essendo distinte sono allo stesso uomo, per spiegare questo ricorre alla metafora di Machiavelli, testa uomo corpo cavallo, due parti diverse, orrore di scoprire momento primordiale della forza intrinseca all’uomo stessa, diviso a metà, tanto etica quanto politica, momento sia buono che dell’utile, uomo deve usare forza, astuzia, prudenza per realizzare obiettivo, perché il fine giustifica i mezzi > fine buono che si giustifica la forza. I due momenti distinti ma interagiscono. Le ordinanze ecclesiastiche, la chiesa si sostituisce alla stato, quindi si esprime modello stato che controlla individua schiaccia il dissidente, in Calvino non c’è solo annullamento individui nel conflitto stato, ma individuo subordinato allo stato e al tempo stesso emancipato dalla stato. In Calvino come in Lutero, entrambi partono da San Paolo, il credente deve obbedire all’autorità pubblica anche se la legge è ingiusta, a differenza di Lutero, afferma che il Cristiano deve obbedire solo se l’autorità è all’altezza del suo sacro momento, se sono eletti del signore, realizzano principi universali volute da Dio, se il magistrato non è all’altezza, l’individuo si riserva la possibilità di scelta, ha consapevolezza di questa facoltà, non obedisce meccanicamente alle leggi, ma ha coscienza e scopre momento della responsabilità individuale di fronte alla propria coscienza, stesso concetto in Castellon, allora obbedire alla legge vuol dire ritrovarla dentro me stesso, se questo è vero si afferma liberalismo. In Calvino 1) responsabilità individuale: ognuno risponde dei suoi atti, si anticipata il presupposto teorico del liberalismo 2) libertà individuo nei confronti dello stato, lo stato deve essere limitato nelle questioni della coscienza, ciò prefigura concetto della tradizione liberale dello stato grande Dottrina Calvino: Dio è inaccessibile, uomo per sua natura e per volontà divina è destinato alla dannazione, tuttavia a in virtù della grazia, un dono gratuito dato da Dio, l’uomo può individuare tracce del mistero divino nelle manifestazioni terrene, in modo diretto tramite le scritture, il messaggio di Dio, modo eredità di passato, in senso etnico hai identità nazionale ( es i tedeschi sono solo quelli biondi occhi azzurri), la percezione chiara di questo si ha con Herber: la mia identità si costruisce sul passato, trova una identità nazionale non solo nel aerea geografica, nel sangue e negli usi costumi del popolo, mentre quella volontà di Rousseau è progetto politico. Modello nuovo stato inizio 500 non può essere stato nazione inteso come nazione, si configura come costruzione della macchina statale, per definire nuovo modello di stato capace di superare modello medievale, universalistico e particolaristico (frantumazione potere centrale nel autogoverno locale). Questo progetto è fondato su una centralizzazione amministrativa fondato sulla figura del re centrale per realizzare stato fondato su un solo re, una sola legge la sua, sola unità di peso misura, un solo sistema tributario fiscale ecc, questo è il modello nuovo del 500 in Francia, Inghilterra, Spagna. Un modello di stato che è definito teoricamente a inizio 500, ma che di fatto non si realizza, almeno in Francia, certamente per tutta l’età moderna, tant’è vero che gli uomini della rivoluzione definiscono il modello precedente imperfetto, che si realizza in fasi progressive che dura secoli. La difficoltà di realizzazione di questo processo ha spinto di recente studiosi ad affermare che in realtà nn si tratta di un processo lento difficile, ma di un processo che non si realizza mai e che non si può parlare di assolutismo, ne di monarchia amministrativa nel corso del 500, forse all’inizio del 600, non c’è prima non per la difficoltà di realizzarlo, ma per un fatto di mentalità, perché i re francesi e spagnoli inglesi (verosimile) hanno la mentalità dei loro antenati medievali e non hanno intenzione di realizzare lo stato fondato su un solo re, legge, sistema tributario fiscale, hanno si una superiore autorità riconosciuta, ma come il re medievale continua a utilizzare il loro potere superiore serve solo in funzione di arbitrato per dirimere controversie tra poteri locali in contrasto con loro, per razionalizzarli, per garantire diritti e potere locali affidati alle tradizioni, svolge ruolo di arbitro all’interno di un sistema, è parte di un sistema, non si assiste a un scontro di sistemi, non c’è monarca nuovo assoluto che ingaggia da solo la lotta per realizzare modello centralizzazione amministrativa, ma scontro tra sistema vecchio tradizionale e nuova mentalità nazionale, quindi ogni sua iniziativa volta a migliorare il modello monarchia composita, e nel quadro di lungo periodo le prime testimonianze di nuovo potere assoluto del re, l’incidenza del tempo breve. Le prime testimonianze di una nuova concezione del potere del re A sostegno di questa tesi di assolutismo che in Francia non c’è ancora, non c’è dubbio che il termine e il concetto storico di assolutismo non vengono formulati da uomini del 5-600, ma molto dopo, nella seconda metà 800 in ambito del pensiero liberale costituzionale per disegnare regimi realizzati in Francia a metà del 600 con Luigi 14, regimi il cui aspetto è l’esercizio pieno della sovranità e nella figura del re. Viene definito nell’ambito del pensiero liberale fondato su riconoscimento dell individuo eche considera lo stato sistema di garanzia di diritti individuo, allora questo assolutismo diviene sinonimo di stato tirannico, fondato sull’arbitrio e sulla negazione dei diritti individuali. Studi recenti del 900 mostrano i rischi di astrattezza dell’equazione assolutismo=tiranni e promessa del totalitarismo, che cosa era per i contemporanei l’assolutismo? Non era un potere illimitato senza controlli, ma una monarchia che trovava limite in Dio, nel diritto naturale, ovvero fondata che nello stato di natura, una realtà che precede nascita uomo sussistano principi universali eterni, che (per Montesquie sono principi di giustizia e libertà) principi che sono validi per ogni uomo giusto, che possono essere la tolleranza, rifiuto violenza, rispetto per l’altro. Quindi principi ai quali si deve ispirare il principe per realizzare la legge giusta sulla terra, una sovranità non assoluto rispetto al diritto divino, ma rispetto a uomini e storia, cioè vicende del tempo cioè rispetto il particolarismo feudale medievale, il principe non condivide attributi della sovranità con nobili ecc, e se questo è vero quindi assolutismo diviene problema della costruzione stato moderno, della macchina statale che si costruisce attraverso politica estera capace di garantire relazioni internazionali, sopratutto nella politica interna con apparato centralizzato fondato su burocrazia organizzata su un corpo funzionari, tecnici, professionisti, scelti dal re, stipendianti i cui compiti sono di uniformare la legge del re e renderla esecutiva, uno stato fondato su sistema tributario e fiscale impiantato su tutto territorio nazionale (tutti devono pagare le tasse, si realizza solo nel 700 pure questo) che consente la costituzione di un esercito permanente dipendente dal re. Questo sistema di nazionalizzazione accentua il potere re che è vertice, ma in parte emancipa lo stato dal sovrano, lo stato diviene anche un corpo funzionari con struttura permanete che esiste oltre la stessa figura del re. Sappiamo che questo processo si realizza graduale in secoli, i primi all’inizio del 1500, i giuristi di corte di Francesco I si appellavano al diritto romano per sostenere le ragioni della monarchia contro abusi feudali e nel 1515 Saxelle e Oude e 1519 Guglielmo Gude, proclamano il re, dotato di potere incondizionato rispetto agli uomini, diviene quindi assimilato al Cristo, due corpi nature, una spirituale e una corporea, in ragione della sua natura divina governa per realizzare leggi del diritto naturale per garantire la costruzione di stato benessere, deve essere re quindi altezza della sacralità della sua carica, solo per questo è dotato di potere incondizionato rispetto agli uomini, e se non realizza leggi naturali, questo suo potere non è più assoluto, ma tirannico, che non si giustifica, non è più re, ma prevale la natura uomo, non all’altezza, e diviene despota, ed è questa natura umana che negli anni delle guerre di religione per i giuristi cattolici, e anche ugonotti, ormai il re incarna. Dobbiamo capire che la sacralità è nella carica, il re ne deve essere all’altezza. Alla conclusione della rivoluzione inglese, per la prima volta viene giustiziato re per ordine del parlamento, e beh, vuol dire che se la sacralità è nella carica, che questi giustiziano l’uomo, la sacralità si è spostata nel parlamento. Lezione 18 Ripetizione Assolutismo-Problemi stato: all’alba metà moderna nuova modelli, Francia Inghilterra Spagna, rompono con la concezione tradizionale dello stato del medioevo creando una frattura, propongono modello di uno stato che vuole superare modello universalistico e particolaristico medievale dando luogo a un idea stato nazionale, intendendo quest idea nn nell’accezione moderna contemporanea, Sciabo contrapponeva due modelli: uno radicato nel passato come idea di comunità dei morti e vivi quindi modello della nazione natura (herber) nazione intesa in senso etnico, linguistico ecc, l’altro Rousseau intesa come concezione di progetto politico. Non idea di nazione ma Stato nazionale inteso come costruzione macchina statale, di centralizzazione amministrativa necessario per realizzare stato fondato su un solo re, una legge cioè la sua,una nuova giustizia uomini uguali, un solo sistema tributario e fiscale impiantato su tutto territorio nazionale (tutti pagano tasse). Questo processo è difficile, si protrae per secoli poiché viene ostacolato dalla consuetudine > assolutismo è una tendenza, un processo imperfetto e incompiuto , ma importante, tant’è che per alcuni studiosi “in realtà in fra Francia non c’è nel 500 sono costruzioni monarchie costituite e assolutismo” mettendo in evidenzia una discontinuità tra le teorie del primo 500 dei giuristi di Francesco I che si richiamano al diritto romano e trovano nel diritto romano le ragioni della monarchia contro gli abusi feudali e la prassi politica dei re francesi, infatti tra 1515-19 i giuristi di corte per sostenere la nuova monarchia amministrativa e assoluta proclamavano il re dotato di potere incondizionato e per questo è assimigliato a Cristo, dunque ha due corpi, divino e umano materiale, e il re per essere re deve prevalere la natura divina, deve essere all’altezza della sua carica, cioè deve realizzare principi del diritto naturale sulla terra per il benessere, se non è all’altezza non è più re, ma uomo e diventa tiranno, il suo potere assoluto è tirannico perché piegato da esigenze individualistiche e particolaristiche, dunque il re è garante delle cose umane > il potere del re deve imporsi sui diritti particolari feudali per costruire nuova monarchia amministrativa che incarnano modello capace di realizzare monarchia legittima che deve realizzare le leggi naturale e la felicità. In realtà i re francesi 500 non hanno intenzione di comportarsi seconde le prerogative per costruire monarchie, perché la loro mentalità non è nuova, ma medievale, nessun assolutismo nel 500. Spagna: impero di Carlo V si estende in Europa e in nuove terre, Messico e Perù. L’unità è garantita dalla concezione tradizionale medievale dello stato, garantita dalla persona del sovrano, quindi il carattere unitario nn scaturisce come in Francia, dalla centralizzazione amministrativa, ma dall’idea dell’impero Cristiano europeo, e quindi L’Unità di fede che garantisce il superamento delle differenze locali, Carlo è il sovrano saggio dotato di potere superiore a quello dei principi, potere necessario per l’ordine sociale, serve a reprimere i conflitti, garantire l’impero Cristiano alll’interno e dai nemici esterno ovvero i principi protestanti e turchi, con cui si scontra, e con la Francia e Italia. Carlo incapace di sconfiggere principi protestanti abdica e divide suo impero tra fratello l’impero tedescho e al figlio Filippo nel 57 i Paesi Bassi, Italia, Spagna e impero coloniale, e come dice Brodel da allimpero una connotazione spagnola castigliana, passa la vita nel palazzo a Madrid a differenza del padre e nel 61 sposta la capitale da Toledo a Madrid. In Francia: se Francesco I ha un potere superiore, dovrà emanare la sua legge, imporla e farla osservare, questa è la prima esigenza che viene avvertita per costruire monarchia. Eppure queste leggi in Francia variavano non solo da regione a regione, ma da paese a paese, erano leggi non scritte, ma di consuetudine affidate alla trasmissione orale, dunque come si fa a fare di queste leggi per unificarle per fare legge del re? La prima cosa trascriverle, ciò impegna per circa un secolo,, dopo si possono uniformare tra loro per trasformarle in unica legge, quindi le assemblee periferiche raccolgono leggi alla presenza di un commissario regionale, ci sono poi i dissidi così si ricorre al parlamento che tende a sfuggire al controllo del re. Dunque questo processo di unificazione legislativa, faticoso, si protrae in secoli (antico regime=tendenza). Il centro motore della monarchia amministrativa in Francia è il consiglio del re, nel medioevo era centro decorativa privo di potere, costituito da esponenti alti dell’aristocrazia e del clero, dava visibilità esenzioni fiscali, adesso i nuovi funzionari ossia tecnici, giuristi, competenti specializzati, e poi diviene il vertice della struttura che regola attività di tre consigli, ministeri a Parigi specializzati: giustizia, finanzia, amministrazione, questa tripartizione si riflette anche nei parlamenti provinciali che sono anche essi specializzati in competenze; al di sopra c’è il consiglio ristretto costituito da poco uomini di fiducia del re, cariche contemporanea le cui funzioni sono non politiche ma solo giuridiche amministrative > dunque nuovo però del nuovo corpo di funzionari scelti dal sovrano tra i ceti più dinamici, il monarca ricorre a una pratica antica dell’età ovvero vendita delle cariche, e chi può acquistarle? Chi ha capacità economiche, gruppi in ascesa economica politica, e così acquistano anche beni e rendite acquistando il titolo, svolgono attività giuridica amministrativa, si inseriscono in sistema fondato sul merito, chi è capace può risalire tutte le carichi > acquistare titolo dovrebbe garantire di fronte alla svalutazione (non vero). Questi nuovi funzionari si sentono parte dello stato e vogliono trasformare le loro prerogative giuridiche amministrative in competenze di tipo politico. Il parlamento in Europa occidentale è una corte di giustizia, il parlamento è un organo che svolgono ordini giuridiche amministrative, non tecniche politiche, possono rigettare un editto regio, il parlamento deve accettare un editto. Allora perché i re inglesi nel 600 sono costretti a convocare parlamento e subito dopo lo sciolgono e perché si arriva al lungo parlamento poi? Perché devono fare le guerre, e hanno bisogno di soldati e soldi dunque editto deve mandarlo al parlamento per registrarlo, perché lo chiudo poi? Perché il parlamento non è più tradizionale dell’antico regime, non vuole avere competenze giuridiche, ma vuole avere delle competenze politiche, e con la rivoluzione diventa lungo per 8 anni non viene chiuso, diviene l’organo della società civile. Questi nuovi funzionari vogliono trasformare competenze da giuridiche a politiche, nel primo 500, l’esempio è di Francesco I firma concordato Questioni teoria dottrina stato In seguito alla violenza guerra civile all’incapacità della monarchia, tra 63-64 giuristi avanzano teorie limitative del potere assoluto del re, mette in discussione non il carattere sacro della istituzione, ma il re che nn è all’altezza della sacralità della carica e che diventa tiranno, quindi nn della monarchia ma del re. Per,a e modello della monarchia tradizionale, il potere deriva da Dio, le prime tesi che metteranno in discussione il carattere sacro saranno in Inghilterra a metà 600, anni rivoluzione inglese, re diventa re per volontà della nazione. Lock e Hobbes: due teorie politiche fondate sulla concezione inedita della sovranità e monarchia, non più modello tradizionale medievale moderna, ma stato moderno inteso come carattere civile laico profano di una esperienza politica, il potere del re deriva dalla società civile, i due contratti di L e H, il primo modello apre a monarchia assoluta, il secondo a liberalismo politico. Hobbes, 1551 a conclusione della prima fase riv inglese, per lui l’uomo è egoista e malvagio e nello stato natura sono uguali, hanno stessa capacità allora ogni individuo può prevalere l’altro, conflitto uomo-uomo, concezione pessimistica deriva dalla vicenda della storia, Hobbes vive la rivoluzione inglese quindi la violenza, anche mondo alla rovescia, prima volta storia re giustiziato dal parlamento, di fronte a ciò possono essere superati solo con monarchia assoluta, diversa dal modello monarchia amministrativa dove il fondamento è il suo carattere divino, mentre invece per Hobbes questo carattere assoluto è determinato da un contratto, è necessario che ci sia h limite imposto dall’esterno all’uomo, che tipo di contratti allora? Patto fis soggezione cioè uomo ridotto a suddito offre i suoi diritti al monarca in cambio dell ordine e pace sociale, contratto unilaterale univocabile, si afferma modello monarchia assoluta. Trattato di Locke a conclusione rivoluzione seconda fase, manifesto teorico, apre liberalismo, uomo natura buono sorgente di valori, al centro di tutta la sua realtà nell’ordine conoscitivo e esperienza politica e dottrina stato, le idee si costruiscono nella mente di ogni soggetto che rielabora dati del mondo esterno, processo si traferisce e nella prassi pratica cioè costruzione stato, affidata a uomini cittadini formulano leggi e sono artefici loro felicità. I beni sono infiniti e tutti possono soddisfarsi, ogni individuo in stato natura vive libero, tuttavia nello stato civile può entrare in collisione con altro,bisogna determinare regole attraverso contratto, di Locke libertà civile e individuale, cioè di coscienza. A questo modello arriverà teorie concezione stato tradizione, cioè assolutistiche di Bauden. In Locke c’è anche conquista libera politica cioè libertà di concorrere alla formulazione della legge tradotta in storicizzazione teorica del 700 di Rousseau, cioè suffragio universale, quindi libertà civile e libertà nell ambito della legge cioè ambito nelle concezioni che ti da sovrano. È tendenza liberalismo. Modello Locke c’è tendenza a realizzare conquista libertà politica, che è per ceti ristrettì usciti vittoriosi dalla riv inglese, minoranza, quindi possibilità di stipulare non contratto unilaterale ma orizzontale bilaterale, prevede che uno si possa sottrarre, e diritto di insurrezione. Questi due modelli si storicizzano 1651-1690 nell Europa solo a metà 700 attraverso modello del dispotismo illuminato e modelo contrato sociale di Rousseau. Dispotismo illuminato: idea monarchia amministrativa in relazione con valori e civiltà dei lumi, alleanza tra intellettuali e monarca assoluto, i primi vorrebbero stato assoluto a realizzare riforme radicali, il sovrano resta nel assolutismo tradizionale, tuttavia alleanza muta figura intellettuale e sovrano, primo diviene tecnico a servizio dello stato e sovrano potere deriva da contratto che è patto soggezione. Si configura come partito cattolico ma aperto con protestanti, dopo notte San Bartolomeo come vuole aprirsi nella prospettiva pacificazione sociale, per realizzare riforme stato e riforme religiose cioè costruire chiesa gallicana, è bisogno di restaurare monarchia, il teorico è Bodin, magistrato e funzionario , giurista nella sua opera 1576, è stato considerato come teorico assolutismo francese e monarchia amministrativa del 500. Contro questa tesi tradizionale è stata avanzata revisione negli anni 70 e 90, ma la sua dottrina si richiama alla monarchia compositiva, non modello nuovo, ma tendenze lungo periodo del pensiero medievale, tant’è che si sarebbe formato non su giuristi del 500 ma su quelli medievali sul pensiero di basso sasso ferrato le cui tesi sarebbero in auge nella dottrina dello stato 500, e questo aveva avanzato tesi auto governo dei comuni contro l’impero e aveva sostenuto autonomia e sovranità della legittimità nell autodeterminazione sul concetto di consuetudine, leggi non scritte, addiate all’uso, è la ripetizione di un copmportmanrto entrato nell’uso diviene la legge non scritta di un gruppo, che bartolo definisce giurisdizione, piccola o ampia può essere. Bartolo ha capacità di cogliere la dimensione passiva meccanica ma anche creativa nella ripetizione consueti, questo carattere nel concetto di abitudine si può percepire nel significato del termine abitudine Strutture socio economiche e culturali della rivoluzioni inglese e americana La congiura delle polveri: complotto fatto da gruppi aristocratici inglesi cattolici, organicano tentino di far saltare parlamento inglese, con un idea rivoluzionaria, piazzare cioè polvere da sparo sotto il parlamento durante una riunione con presente anche Giacomo I. Ad essere accusati di ciò saranno i gesuiti, più perseguitato perché l’attività loro in Inghilterra agisce sotto copertura. Poco prima della data complotto vengono arrestati e torturati, Robert Tesli, Tom runtur, jack white e tomas persy. Vi era già stato nel 1603 altri due tentativi rivoluzionari il primo per già più diplomatiche, i playbot, i secondi i mainplot più radicale. I componenti del complotto in particolare thomas winter, dichiara che i gesuiti non sono coinvolti, ad essere convinto del contrario e chi conduce il processo cioè Edward coke, effettivamente è l’ordine gesuiti era a conoscenza del tentativo tant’è che uno era a conoscenza e viene attestato e condannato, dira tuttavia che non era d’accordo con i rivoluzionari anzi di aver tentato di convincerli di non farlo. La teologia geusita si divide da un lato il giuramento di non spargere sangue dall’altro elaborazione teologica che i tiranni vanno eliminati. La rivoluzione nei 3 regni La prima scozzese: obiettivo inglese portare protestantesimo in Scozia, i conventante sono operazione rivoluzione che ha successo che mete in difficoltà gli inglesi in quanto il 18 giugno 1639 con il tratto di bordwi costringe Carlo I; parlamento breve sciolto c’è seconda guerra rivoluzionaria con occupazione new castle, blocco del carbone c’è il parlamento lungo e trattato di Londra 41 e riparazione Eni confronti scozzesi di 30k sterline che produrrà una situa inflazione per Inghilterra e quindi Carlo I indebolito. Irlandese: c’è elemento strutturale triera che viene utilizzata con la confisca terriera cioè viene confiscata la nobiltà ai conti le terre e assegnate a coloni di area protestanti e inglese. Questa confisca determina la diaspora della nobiltà irlandese verso il mediterraneo, è una carestia alimentare determinata da inverno problematico, quindi elementi per rivoluzione che si verifica, e nel 1651 nascita dei confederati, riconquista Irlanda; l’Irlanda ottiene autonomia determinata d a uno stato di guerra permanente I riv inglese: guidata da roundheades, contrapposizione alle truppe monarchiche, guidata e da formale che riesce, nonostante proposta di Carlo di abolire la shit money cioè tassa medievale che la popolazione paga per attivata flotta in caso di guerra, i round pena del abbattono i cavaliers di Carlo perché c’è una riforma sistema militare, modernizzato che consente a truppe di fanterie di battere l’antico sistema cavalleria inglese, nel 1648 4 partiti si formano. Cromwel riorganizza esercito abbatte di nuovo Carlo I, che viene decapitato e nomina di cromwel nel 53, e poi fase di organizzazione stato con repressione riv scozzese e irlandese, viene rientrgrato nello stato, e fase espansione marittima attraverso robert blake fondatore moderna marittima britannica. Questa fase determina malcontento forte nel conflitto di dittatura oligarchica personale in quanto tutte le are più moderate vengono eliminate a favore di aree radicale. Georgetown monke marcia contro figlio cromwel e esercita controrivoluzione monarchica appoggiata da fasce, nel 1651 diventa re Carlo ii. Viene nominato Guglielmo dorange, prende controll e fase riv si chiuse ma non senza cambiamenti che sono la nuova monarchia per volontà popolare, che subalterna al parlamento si pongono basi del moderno liberalismo in Europa. Riv americana: si fonda su principio cioè non ci può essere alcuna tassazione che non prevede debita rappresentanza del popolo. La prima ribellione stare di Boston, ma nel 1773, poi 4 luglio dichiarazione indipendenza si stabilisce che ecolonie inglese nel nuovo mondo sono libere, per il principio, presa di coscienza dai autonomia e libertà del protestantesimo radicale negli usa, fino al 1783 Tattoo Parigi vittoria 13 colonie su SPAGN e Inghilterra grazie alla Francia. Inizio 700, punto di riferimento notare che si delinea due Europa, una dell’est relativa a tenti territoriali Russia e Polonia e meridione dove modello stato in crisi, incapace di rinnovarsi per cui esigenza di costruire nuovo modello; mentre in Europa occidentale si configurano due modelli giovani, la monarchia amministrativa francese e monarchia temperata inglese che divengono modello riferimento degli altri paesi. Quale si impone tra questi? Amministrativa. Inghilterra nel 600 già realizzato riv politica, due date 1688 conclusione gloriosa riv, parlamento al centro della vita politica, l’altra 1714 primo governo di gabinetto, cioè il re non governa più ma il consiglio dei ministri, re neutro funzione arbitrato. Allo nel 700 piena affermazione individualismo si manifesta anche nella teoria dello stato, disegno politico di montesquie è costruzione stato che deve garantire diritti individui, che deve porre limiti allo stato, i due concetti della teoria politica di M sono la limitazione stato e limitazione sovranità, la 1 pensiero Bauden con stato di diritto, cioè lo stato è incompetente nelle libere scelte individuo, sfera personale, ma deve essere anche garante di diritti; deve essere limitata anche sovranità, realizzato nelle modello inglese, quindi M dice che sovranità non può essere mai esercitata nella sua pienezza, quindi sempre limitata deve essere, perché esercizio pieno di sovranità vuol dire dispotismo che schiaccia individuo, perciò noi abbiamo piena sovranità che dura poco perché lo trasferisco a un organo parlamento, che è controllato dai suoi poteri, anche per M c’è il monarca che diventa però vertice neutro solo funzione di arbitrato, regna ma non governa. Modello costituzionale liberale, inglese, che affiora in M, ma c’è anche interesse di monarchia m francese, suo modello di riferimento ideale è monarchia temperata francese, quindi lui dice non rivoluzione, ma per realizzare progetto stato dobbiamo tornare alle origini cioè monarchia temperata che si è costruita nel 12 sec, il cui carattere era un sistema politico fondato sul equilibrio dei privilegi quindi fondato sulle magistrature intermedie che limitano il potere centrale, quindi il suo scritto è anti assolutistico, per lui modello francese attraverso l’equilibrio limita potere assoluto re, lui legato a interessi corporativi del suo parlamento, ma in realtà là culture dei lumi trasforma quell’antico conflitto tra due poteri, centro e periferia, Luigi 14 e locale , nell’idea di due poteri autonomi distinti ma cooperanti, non in antitesi ma in relazione, obbediscono a unica legge quella della nazione alla quale ogni potere si deve richiamare, il vecchio scontro medievale diviene un rapporto dialettico tra centrale e locale, si bilanciano, vediamo in M non solo atto di accusa sotto profilo teorico nei confronti del assolutismo, ma addirittura prefigurazione della decentralizzazione alla fine 800 con la 3 repubblica; quindi limitazione stato e sovranità. Ritorniamo a modello inglese, due tappe fondamentali, 1688-1714, primo parlamento centro vita politica paese, e 1 governo gabinetto cioè non governa più re. Questa trasformazione è prodotto di grande trasformazione sociale in Inghilterra, si realizza nel 600 inglese in unica grande classe dirigente che fonde al suo interno gruppi che sono irriducibili e antagonisti, grandi proprietari e grandi mercanti, fonde insieme, che costituiscono unica grande ceto, acquistano tutti medesimo stile di vita, l’aristocrazia ha perso i suoi privilegi, si orienta nelle campagne verso una nuova agricoltura capitalistica delle classe medie.
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