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profeti..........................................................................................., Appunti di Teologia II

A.T..............................................................

Tipologia: Appunti

2017/2018

Caricato il 29/11/2018

taiella
taiella 🇮🇹

5

(3)

4 documenti

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Scarica profeti........................................................................................... e più Appunti in PDF di Teologia II solo su Docsity! PROFETI PRIMA PARTE Il fenomeno del profetismo non è peculiarità di Israele infatti si registra anche, in maniera analoga e con qualche differenza, in Mesopotamia e in Egitto. Analogie e differenze • Figure: La Mesopotamia e l’Egitto sono i luoghi dove si registra una certa forma di profezia, per lo più compiuta da figure sacerdotali; in Egitto il profeta è un sacerdote che esercita il suo ministero profetico dinanzi alla divinità che serve, cosi anche in Mesopotamia i profeti sono figure legati ai luoghi di culto. • Stato: Nell’esercizio profetico in Egitto e in Mesopotamia il profeta enuncia l’oracolo in un momento di estasi o di trans cioè uno stato di coscienza alterato, cosa che non si verifica in nessun profeta israelita. L’estasi prevedeva che la divinità entrasse nel sacerdote. ll profeta israelita riceve da Dio un messaggio o un’intuizione che viene verbalizzata, dal profeta stesso, con il pieno possesso delle loro facoltà, questo lo possiamo ipotizzare analizzando gli oracoli profetici dell’AT. Dio trasmette il suo messaggio al profeta attraverso fenomeni uditivi o attraverso fenomeni visionari a cui si accosta sempre una parola interpretativa. • Contenuti: I profeti egiziani nei confronti del Faraone si mostrano con un atteggiamento servile dove la sua profezia annuncia soltanto le glorie e la legittimità del potere faraonico. Osservando, invece, gli oracoli dei profeti biblici notiamo che nei confronti del re il profeta non ha mai un atteggiamento servile, non pronuncia mai oracoli per glorificarlo, anzi al contrario pronuncia oracoli per correggere la sua politica, le sue scelte e la sua vita. Poniamo una domanda: La profezia è la conoscenza anticipata del futuro? Guardando gli oracoli dell’AT, per capire la loro natura e il loro scopo, ci accorgiamo che la conoscenza del futuro è un aspetto secondario dei loro oracoli poiché l’aspetto e lo scopo principale della profezia veterotestamentaria è la rilettura della storia e degli eventi che caratterizzano la storia dei popolo alla luce di un disegno finalistico di salvezza che Dio porta avanti lungo i secoli. Al profeta interessa poco cosa sarà il domani, il profeta ha come obiettivo la lettura della teologia della storia dove in quest’ultima si inserisce anche, in maniera secondaria, la conoscenza del futuro come conseguenza della profezia. La conoscenza del futuro è un tassello della lettura del grande progetto di Dio nella storia. Invece la profezia dei sacerdoti della Mesopotamia e dell’Egitto si inserisce nel quadro della divinazione dove il sacerdote in stato di trans annuncia ciò che avverrà nel futuro. Si può costruire un quadro evolutivo del fenomeno profetico in Israele *Esodo *Ingresso Terra Promessa *Epoca monarchica *IX sec *VIII sec *IV sec 1 70 anziani Giudici -Regno unificato -Regno diviso L’ESODO: La prima esperienza del fenomeno profetico in Israele risale al periodo dell’Esodo con la figura chiave di Mosé, il quale trasmette a Israele la volontà di Dio creando il presupposto della lettura del futuro. Mosè è il più grande dei profeti ed è anche il primo in ordine di tempo. Il ministero profetico diventa un carisma diffusivo, ne è l’esempio i 70 anziani i quali ricevono lo spirito e profetizzarono, qui si tratta dello spirito profetico che opera nella persona di Mosè. A questo punto l’azione profetica determinata dallo Spirito di Dio non è più un fatto individuale ma si rivela come fatto possibile all’interno del popolo di Israele. I 70 possiamo dire che sono i primi profeti. Mosè interpreta l’effusione dello spirito dei 70 come la nascita del carisma profetico. L’INGRESSO NELLA TP: Israele entra nella Terra Promessa dove si ha lo stanziamento delle 12 tribù. Siamo nel periodo dei giudici dove l’esperienza profetica, intesa come trasmissione della conoscenza della volontà di Dio, non ha un ruolo centrale. Qui lo Spirito di Dio produce dei capi carismatici come Gedeone, Sanzone, ecc. L’unico profeta, che può prendere questo nome, in senso mosaico, è Samuele che costituisce il confine tra l’epoca dei giudici e l’epoca monarchica. L’EPOCA MONARCHICA: dal punto di vista del fenomeno della profezia la possiamo dividere in due grandi periodi: • Regno unificato: (Saul, Davide,Salamone) in questa fase il termine NAVI (=profeta) a due accezioni: 1. il termine profeta viene applicato ad alcuni personaggi che sono dei gruppi collettivi radunati intorno a un maestro, che è un personaggio carismatico centrale, che per lo più vivono in maniera separata dalla società. Questi profeti che vivono in gruppo dimostrano un esperienza estatica* (contemplativa) dove attraverso il ministero del canto inducevano ad uno stato entusiastico, essi non pronunciano oracoli ma fanno un esperienza dello Spirito come lode e non svolgono un ruolo sociale di insegnamento pubblico. 2. Quando Navi si riferisce ad una singola persona si intende un profeta vicino alla corte che riveste il ministero di consigliere. Ne è esempio Natan. • Regno diviso: Dopo la morte di Salomone subentrano i due regni: quello del nord con capitale Samaria e quello del sud con capitale Gerusalemme. Nel regno diviso la figura del Navi è di tipo individuale che, a differenza di quelle del regno unito, prende le distanze in tutti i sensi dalla corte. Qui inizia la distinzione tra profeti scrittori e non scrittori. IL IX secolo: É il secolo dove i profeti, che sono lontani dalla corte, sono anche costretti a scappare, come Elia, perché perseguitati, non hanno lasciato nulla di scritto, ma hanno lasciato dei cicli orali che descrivono le situazioni e gli eventi del loro ministero. Elia ed Eliseo sono le maggiori figure carismatiche, dove il loro ministero si estende in tutto l’Israele del nord. Nel IX secolo i profeti individuali svolgono il loro ministero profetico ma senza lasciare nulla di scritto ne loro e ne i loro discepoli. Nel IX secolo vediamo che la politica internazionale si va complicando. Abbiamo l’Assira che emerge come super potenza e tende sempre a sottomettere il medio oriente entrando in conflitto con l’Egitto la quale si reputava una grande potenza. Ora il problema era delle piccole potenze come Giuda la quale aveva due possibilità o sottomettersi alla grande potenza dell’Assira oppure creare alleanze contro di essa, cosa che farà. 2 portava avanti gli affari della giudea. Antiocho IV Epifane per controllare la Giudea toglie il Sommo sacerdote di stirpe Sadochita e lo fa uccidere mettendo un altro “Menelao”, successivamente i sommi sacerdoti saranno della dinastia degli Asmonei. • Altro profeta è Malachia. Dal III secolo in poi la figura degli Scribi sostituirà quella dei profeti con i Midrash. Si ha un ritorno alla Parola sacra per cercare di attualizzarla, essi andranno a coprire il vuoto della parola viva dei profeti. Soprattutto sotto il periodo del regno greco e l’inizio di quello romano. CONTENUTI SPECIFICI DI OGNI PROFETA: • OSEA viene ricordato come IL PROFETA DELLA FEDELTA’: bisogna ricordare che sul piano cronologico è contemporaneo di Amos, ma seppure la sua attività si svolge negli stessi luoghi come Betel, Galgala e Samaria, regno del nord, il contenuto del suo messaggio è distinto e in un certo qual modo integrativo di quello di Amos. L’ apostasia religiosa e soprattutto l’indifferenza nei confronti della fedeltà al patto sinainico spingeranno Osea a profetizzare annunciando la sua condanna nei confronti dell’idolatria. L’idolatria è entrata nel popolo con la creazione delle alleanze con le altre nazioni potenti. Nel creare alleanze molto spesso avveniva una contaminazione di tipo religioso con l’accoglienza di culti idolatrici, per tal motivo Osea annuncia una profezia fatta di gesti simbolici oltre che verbali. I canali della profezia possono distinguersi sia dal punto di vista della comunicazione ricevuta dal profeta sia dalla comunicazione che il profeta compie nei confronti dei destinatari. Abbiamo visto che il profeta riceve delle comunicazione di linee sotto forma uditiva e visiva, mai in stato di trans, una comunicazione divina che raggiunge il profeta in questi modi oppure una comunicazione divina che illumina un particolare punto di vista per valutare un evento storico che potrebbe essere letto in diversi modi, esempio più eloquente l’esilio che si può spiegare in maniera storicista. La profezia, ciò che Dio comunica, a volte può avere come oggetto un evento storico su cui viene fatta una lettura. Osea è il primo profeta che usa un linguaggio gestuale (lui si sposa con una donna prostituta, il suo matrimonio è un matrimonio fallimentare). Con questo suo gesto concreto vuole rappresentare il fallimento dell’alleanza veterotestamentaria. Osea proietta nella sua esperienza personale il tradimento dell’alleanza, cosa che i profeti dopo Osea leggeranno anche in termini sponsali, di fatto Ezechiele userà gli stessi termini. Osea sviluppa questa argomentazione profetica mediante il gesto del suo matrimonio, sviluppando il fallimento dell’amore di JHWH per il suo popolo, con questa argomentazione si ha la vera integrazione del messaggio di Amos che si era fermato ai disordini sociali senza risalire alla causa profonda. Il profeta comunica il messaggio divino ai suoi destinatari in due modi: il primo ha l’aspetto dell’oracolo, mentre il secondo ha l’aspetto gestuale sempre accompagnato da una parola che lo spiega. 5 Gesù attinge ai linguaggi profetici, ad esempio nell’ultima cena secondo Giovanni, Gesù lava i piedi e chiede se i discepoli avessero compreso, la parola dopo il gesto serve per una comprensione più profonda. • AMOS, IL PROFETA DELLA GIUSTIZIA SOCIALE, è contemporaneo e connazionale di Osea, lui si sofferma sui disordini di carattere sociale, economico e giuridico (pratica falsa testimonianza) dei disordini che investono gli ambiti sociali, mentre la questione religiosa non è abbastanza sviluppata, ad integrarla sarà Osea. Amos soffre fortemente il contrasto tra la vita semplice della campagna e le ingiustizie sociali in Israele. Il profeta Amos ha l’audacia di profetizzare la caduta di Israele in un’epoca di prosperità economica che dava sicurezza ai ricchi e ai potenti. • A sud negli stessi anni troviamo il profeta MICHEA IL PROFETA CONTADINO IN GERUSALEMME, su questo libro si pensa che i primi tre capitoli sono di Michea profeta storico mentre il resto probabilmente dai suoi discepoli. Al sud si verificano delle situazione analoghe, il sud dal punto di vista economico conosce l’emergere della borghesia, dei grandi commercianti, dei grandi posseditori di terreni, creando grandi differenze sociali. I profeti annunciano che il Signore non è d’accordo con questo tipo di impostazione economica, Michea annuncia che Dio è giudice non solo delle questioni religiose ma anche di quelle economiche e i grandi commercianti devono tener presente che saranno giudicati da Dio per come hanno operato. Sia Amos che Michea, in due settori geografici diversi, annunciano la stessa cosa e entrambi condannano che una vera esperienza religiosa non è possibile quando i principi rudimentali dell’economia e della giustizia sono stravolti, è inutile che i grandi commercianti vanno al tempio. • Poco meno di 100 anni dopo abbiamo Sofonia, IL PROFETA DEL RESTO DI ISRAELE, che agisce come profeta al sud ed è un profeta che si muove nell’ambiente di corte sotto il regno di Giosia, probabilmente fa parte lui stesso della famiglia. Giosia dal punto di vista religioso riceve il consenso del giudizio profetico, infatti lui tenta una riforma religiosa per purificare il culto javista poiché si era alterato a causa dei culti e usi Assiri. La vicinanza con l’Assiria non è solo un problema politico ma anche religioso. L’obiettivo di Sofonia è quello di allontanare l’idolatria che è penetrata in Gerusalemme, da questo annuncio nasce una decisione da parte di Giosia di operare una riforma per pulire Israele da tutte queste contaminazioni idolatriche. La predicazione di Sofonia è l’anima della riforma di Giosia. • NAUUM è IL PROFETA CONTRO L’OPPRESSORE, scrisse parole molto dure contro l’impero assiro anche lui pre-esilitco, sud, come Sofonia svolge il suo ministero a Gerusalemme, sotto Giosia. La riforma di Giosia ha queste due voci profetiche, Sofonia che annuncia la purificazione di Israele dalla contaminazione idolatrica e Nauum che annuncia il giudizio di Dio sull’assira, la nazione che ha contaminato il culto javista. Infatti il libro di Nauum si concentra sul destino della città di Ninive capitale dell’Assiria su cui viene pronunciato da Dio un giudizio punitivo. Mentre 6 Dio è giudice nei confronti dei nemici di Israele , per chi confida in lui è un rifugio. Nauum ha una profezia monotematica. • ABACUC IL PROFETA CHE INTERROGA DIO, con lui siamo molto vicini all’evento dell’esilio. Di solito per conoscere il luogo della nascita e dell’attività di un profeta si cerca di ricavare informazioni nell’intestazione dei libri profetici. Per Abacuc non abbiamo una intestazione che ci permette di risalire al luogo e al tempo poiché non abbiamo una indicazione nel suo libro ma ricorriamo alla tradizione ebraica che lo pone sotto il regno di Manasse quindi alla fine del VII secolo mentre altri all’inizio del VI. Il problema centrale che occupa la riflessione del profeta è il giudizio di Dio sulla storia dei popoli dove si esprime una visione universalista, non c’è una differenza sostanziale tra popolo eletto circonciso e quello non circonciso. Abacuc ritiene che Dio è giudice e che agisce in modo punitivo nei confronti di chi opera il male mentre il giusto è stabile per la sua giustizia. Abacuc intende riferirsi ad una fede tradotta in opere, non a una fede che giustifica in senso paolino. Abacuc ha una visione veterotestamentaria della Torah, infatti quando parla di fede parla di fedeltà concreta ai dettami della torah esattamente al contrario dell’infedeltà alla Torah che non significa non avere fede ma essere infedeli, proprio in questo dirige la sua profezia. La salvezza per Abacuc deriva dalla fedeltà alla Torah. Abacuc differisce per la modalità della sua profezia, non è una profezia fatta da una comunicazione divina che poi viene verbalizzata o tradotta in gesti per i destinatari, è una profezia che si racchiude nel dialogo personale con Dio, ponendo delle domande sul suo modo di governare il mondo. La riflessione ruota attorno il governo di Dio nel mondo. La domanda viene formulata sull’ingiustizia che regna, e la domanda è: come può Dio rimanere spettatore dinanzi al male? La risposta che da Dio è che non è intensione sua punire l’uomo in modo immediato ad ogni sua singola trasgressione. Dio ha destinato un tempo per mettere ordinare ma non è chiamato ad interagire in ogni singola trasgressione poiché non fa parte del suo governo. Nel tempo stabilito si vedrà che il giusto rimarrà in piedi mentre tutti cadono. Abacuc riceve la risposta e al tempo stesso il comando di scriverla. • Baruck porta il nome del discepolo di Geremia chiamato comunemente segretario perché di fatto è lui che scrive gli oracoli di Geremia. Nel testo di Geremia, Baruck è descritto come uno che vive con il profeta e redige i suoi oracoli, in realtà è un discepolo. Egli viene anche chiamato IL PROFETA DELLE LAMENTAZIONI LUTURGICHE Lo inquadriamo nel periodo dell’esilio insieme a Geremia. L’attribuzione del libro alla persona di Baruck è molto contestato dagli esegeti perché viene considerato una pseudoepigrafi. Noi distinguiamo nel libro 4 parti: 1. Parte storica: si ha una cornice storica che inquadra storicamente il discorso; 2. Parte penitenziale: la situazione dell’esilio fa comprendere al popolo che ha sbagliato, da qui una lamentazione che si presenta come preghiera di perdono; 3. Parte sapienziale: Dopo questa preghiera penitenziale riprende il tema del timore di Dio è l’origine della sapienza, 4. Parte esortativa: un’esortazione consolatoria in vista del ritorno nella Terra Promessa. 7 • Zaccaria, IL PROFETA DEL MINISTERO SACERDOTALE, intendiamo i primi 8 capitoli poiché i successivi sono da attribuire ad un altro profeta. Per quanto riguarda questi primi 8 capitoli dobbiamo dire che a livello di inquadratura storica è uguale a quella di Aggeo poiché abbiamo anche qui un incoraggiamento per la fase ricostruttiva. Il tempio è già costruito ma occorre una voce profetica che stimoli ancor di più l’opera dei lavoratori, siamo intorno al 520 sotto l’impero di Dario I. Di questo profeta non sappiamo quasi nulla, il contenuto è molto chiaro si apre con una esortazione e poi vi sono una serie di sette visioni che riguardano la ricostruzione di Gerusalemme che hanno un contenuto analogo a quello della predicazione cioè Gerusalemme che viene ricostruita questo fino al 6 capitolo gli ultimi due trattano temi diversi come il digiuno, il pellegrinaggio a Gerusalemme . • Zaccaria 9-14 Nel IV secolo un profeta anonimo ha pronunciato degli oracoli che sono stati raccolti, essi manifestano una natura letteraria eterogenea non troviamo un ordine redazionale, Dio viene presentato come purificatore dell’idolatria, c’è un inserimento ben preciso che riguarda un evento neotestamentario l’ingresso di Gesù a Gerusalemme che l’evangelista Matteo al cap. 11 cita come base biblica di una profezia che si realizza in un momento particolare della vita di Gesù. Anche se questi capitoli hanno un indole disordinata il castigo dell’idolatria sono un specie di denominatore comune insieme all’annuncio della rinascita di Gerusalemme. SECONDA PARTE • Profeta Amos: Amos è il primo profeta che mettiamo sotto la lente del nostro studio. Amos lo consideriamo una delle primizie del profetismo letterario, lui ha avviato una tradizione. Prima di arrivare all’esegesi bisogna inquadrare il testo. Su questo libro, a livello esegetico, si deve: 10 1. guardare il testo nel suo insieme, guardando la sua struttura nel sua redazione ultima. 2. In un secondo momento ci si potrà chiedere se nell’ultima redazione si registrano dei segnali di interventi databili in epoche successive a quella di Amos. L’ultima redazione non coincide necessariamente con l’epoca in cui ha vissuto il profeta, l’esegesi compie un atto di sguardo all’indietro cercando di capire quali sono stati i possibili interventi nel testo a livello teologico e linguistico. I libri profetici si aprono con una soprascritta che è una specie di presentazione del contenuto del libro e del profeta che parla. La soprascritta è inserita dai redattori successi al profeta e troviamo il nome di chi scrive, la sua professione, l’area geografica, tutto in terza persona. Nel primo versetto, del libro di Amos, troviamo la soprascritta che ci offre il nome del profeta introdotto da uno stato costrutto “divré” che noi possiamo tradurre con: 1. parole di Amos; 2. azioni o opere di Amos. Di Amos si dice che è un allevatore “nocdim”, e si dice che vive a Tekoa e vive durante il regno di Uzia, che regnava in Giuda, e Geroboamo, che regnava in Samaria. Abbiamo una inquadratura storica e geografica. Non è Amos che scrive questa soprascritta poiché è scritta in terza persona. Nessun profeta scrittore a mai composto le soprascritte poiché sono scritte tutte in terza persona. Tolta la soprascritta troviamo una disposizione delle parti del testo. 1. Sul piano contenutistico, ovvero i capitoli 1-2, costituiscono la prima sezione del libro, qui troviamo degli oracoli che il profeta pronuncia nei confronti dei popoli non circoncisi i “Gohim”. Nella letteratura profetica si rincontra un idea universalistica del governo divino, Dio è garante della politica internazionale, è il Dio che valuta i destini di tutti i popoli. L’aspetto universalistico che si rivela come giudice universale, questo non implica un attenzione superiore, a Israele, rispetto a quella dei popoli pagani. Le differenze di queste profezie sono legate alle colpe: ■ I pagani sono colpevoli dinanzi a Dio quando superano ciò che è lecito, ad esempio in campo bellico superando i confini di certi equilibri, qui subentra il giudizio e la sanzione da parte di Dio; ■ il popolo di Dio viene giudicato in base a come ha gestito il dono di averlo conosciuto e sperimentato. Sara giudicato su come ha gestito il dono della sua elezione, non viene giudicato in base alle loro colpe. STRUTTURA DEGLI ORACOLI: Gli oracoli di condanna sono costruiti: • secondo uno schema desunto dalla letteratura sapienziale. Essi sono costruiti sulla base di un numero aumentato di una unità, “tre cose anzi quattro”, questa formula veniva utilizzata dai saggi per esprimere delle verità sempre valide. Il profeta Amos mutua questa struttura per formare i suoi oracoli di condanna, “per tre misfatti e per quattro”, questa formula il profeta la utilizza per i popoli stranieri ma anche per Giuda e per Israele. Questa formula sapienziale è utilizzata per focalizzare o per dare una particolare importanza al contenuto, in ogni caso queste formule sapienziali e profetiche mirano ad un crescendo, “per tre misfatti anzi per quattro”, è come se ci fosse un crescendo di responsabilità nelle opere delle nazioni che sono sotto il giudizio di Dio; 11 • Gli oracoli sono preceduti da un espressione che si ripete sempre, “cosi dice il Signore”, questa è una formula utilizzata da molti profeti; • Dopo l’introduzione abbiamo il decreto che nella formula numerica, “per tre misfatti anzi per quattro”, esprime la gravità del peccato; • dopo questa formula numerica vi è la definizione del peccato, cioè cosa ha suscitato l’ira divina; • il contenuto si trova nel terzo elemento dell’oracolo, cioè la condanna che viene espressa in prima persona che è utilizzata in dipendenza dal versetto introduttivo. Si tratta di un giudizio che si a vale dell’elemento del fuoco che nella Bibbia indica la purificazione. Questi oracoli di condanna sono brevi tranne quello che riguarda i misfatti di Israele, l’oggetto dell’accusa non è una particolare azione ma il disprezzo nei confronti dell’elezione. Complessivamente abbiamo sette oracoli: • sei alle nazioni straniere • uno ad Israele che è destinato a Giuda ed a Israele, dando due condanne diverse. I primi due capitoli inglobano questa sezione di oracoli che giungendo al numero sette danno l’idea di un giudizio completo. Il giudizio è globale anche quando questo è rivolto a singole nazioni. 2. La seconda sezione di Amos comprende i capitoli da 3 a 6, dove la sezione degli oracoli numerici è finita. La scomparsa della formula numerica ci da un elemento per tagliare il testo. Nella seconda parte inizia un’altra formula, “ascoltate questa parola”. Il primo versetto del capitolo 3 si apre con questa formula cosi come per i capitoli 4 e 5. La ripetizione della stessa formula crea una sequenza omogenea. Al capitolo 4 il profeta ha evidenziato: • il carattere soprannaturale della sua vocazione; • i motivi perché è stato chiamato ad annunciare un messaggio profetico e cioè: l’arroganza, l’ingiustizia sociale, l’oppressione dei ricchi nei confronti dei poveri, il culto falsato. Il capitolo 6 non inizia con la formula “ascoltate questa parola”, però fa parte della stessa sezione poiché si aggancia al discorso precedente esprimendo una serie di guai. Col capitolo 6 si chiude la seconda parte del libro. In questa seconda sezione il profeta al capitolo 6 introduce delle dossologie, delle formule di lode e di preghiera. Possiamo dire che il profeta utilizza molti generi letterari come : il genere dell’oracolo profetico, il genere della dossologia, la formula letterari “guai a”. 3. Con il capitolo 7 inizia la terza sezione. Il profeta in questo capitolo utilizza una terza forma letteraria nuova cioè quella della visione. In questa sezione abbiamo 5 visioni che si estendono dal capitolo 7 fino al capitolo 9. In questa sezione abbiamo un’altra forma letteraria che è quella biografica, infatti al capitolo 7 il profeta descrive il conflitto con Amasia sacerdote di betel alle dipendenze del re (santuario monarchico). Il profeta Amos ha parlato di condanna nei confronti delle classi sociali agiate e anche nei confronti del re e le sue visioni parlano di castigo, Amasia gli dice che queste cose nel santuario di Betel non si possono dire perciò gli suggerisce di 12
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