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Profilo delle letterature romanze medievali, Sintesi del corso di Filologia romanza

Riassunto del libro Profilo delle letterature romanze medievali

Tipologia: Sintesi del corso

2017/2018
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Caricato il 18/08/2021

Gino.Paoloni
Gino.Paoloni 🇮🇹

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Scarica Profilo delle letterature romanze medievali e più Sintesi del corso in PDF di Filologia romanza solo su Docsity! Profili letterature romanze La letteratura francese antica Le origini e la poesia agiografico-religiosa Il primato della letteratura francese in lingua d’oil è un primato cronologico. Il testo letterario romanzo e in lingua d’oil più antico risale al IX secolo: la Sequenza di Sant’Eulalia, componimento poetico di 29 versi anisosillabici in 14 distici più un emistichio finale. La definizione di sequenza si riferisce alla particolare forma metrica e musicale, che ricalca quella della sequentia mediolatina usata nella liturgia dell’epoca assieme all'altra modalità chiamata tropo. È presente nel codice una sequenza latina dedicata alla medesima martire, analoga struttura anche se di diversa impostazione. Il primo e principale ambito di produzione e diffusione legata alla cultura latina è la Chiesa, il convento, interessato a raggiungere il più ampio numero di fedeli. Qualità che non si trovano nei poemetti agiografici che formano assieme all’Eulalia: la Vie de Saint Léger e la Passione di Cristo. Databili alla fine del secolo X, i poemetti di Clermont: confermano il legame con la produzione latina dell’epoca e mostrano come la nuova versificazione volgare si stia definitivamente consolidando, e infine la loro forma linguistica ibrida apre spiragli sulla circolazione interregionale, attraverso la rete dei monasteri, di questa produzione paraliturgica in volgare. La Vie de Saint Léger: 240 octosyllabes in 40 strofe di 3 distici. La figura del santo descritto secondo i canoni del racconto agiografico, come un vegliardo di saggezza, la cui tragica sorte esalta l’esemplarità dekka sue virtù; presenta la figura di Ebronio, infingardo e persecutore. La Passion è articolata in 516 octosyllabes, organizzati a coppie di distici assonati e presenta caratteristiche linguistiche originarie pittavine. Le fonti del suo anonimo sono Vangeli, Atti degli Apostoli, ma si percepisce una ricerca artistica maggiore rispetto al Saint Léger, volta alla narrativizzazione degli eventi, e la scelta di costruzioni formulari, che anticipano tratti destinatari a diventare caratteristici della chanson de geste. Alla meta del XI secolo si arriva al capolavoro della letteratura francese, la Vie de Saint Alexis, sempre di genere agiografico-religioso. Quintessenza dell’agiografia volgare del Medioevo, sia nel profondo spirito ascetico che lo anima, sia nella rigorosa struttura metrica e compositiva: 125 strofe di 5 decasyllabes, verso principale della poesia epica. La storia di Alessio, che disattende le aspettative del padre di continuare ka discendenza, preferendo distaccarsi dai beni mondani è importante: da un lato riflette la volontà della Chiesa di indottrinamento dei ceti elevati della società; e dall’altro getta le basi per lo sviluppo dell'ideologia religiosa sottesa alle chanson de geste, da cui germinerà la figura epico-rolondiana del paladino armato, difensore dei valori cristiani contro gli Infedeli, all'epoca delle Crociate. Abbandona il letto coniugale, aspirando al perfetto amore celeste; si spoglia dei simboli del potere feudale: la spada e l'anello, e di lancia alla ricerca della redenzione interiore. Dopo 17 anni in Orienta, ritorna in patria da pellegrino, irriconoscibile ottiene il permesso di alloggiare nel sottoscala della casa di famiglia; vive per altri 17 anni da mendicante, fino alla sua morte. Una lettera da lui lasciata che ne rivela l'identità ne assicura l'assicurazione. La santità è descritta come ricompensa della sua fedeltà e della sua ascesi in nome di Dio. La chanson de geste: la Chanson de Roland Chanson de geste: vasti poemi epici dedicati ora alle gesta di Carlo Magno e dei suoi paladini, ai conflitti interni e alle vicende della grandi dinastie feudali di Francia: un corpus amplissimo di testi su cui si è esercitato per più d’un secolo l’acume critico e ricostruttivo dei massimi teorici delle origini. Il rapporto con tradizioni orali e con performance di tipo giullaresco, si vede comunque bene nelle strutture formali dell’epica antico-francese, che si esibiscono, all’interno di contenitori metrici standardizzati ma anche flessibili, procedimenti stilistici legati alle tecniche ben note del parallelismo, della ripetizione formulare, delle simmetrie, dei clichés sintattici. Chanson de Roland, composta intorno all'anno Mille, a ridosso della prima Crociata(1906) e tramandata, in forme e redazioni diverse, da vari manoscritti, il più antico e autorevole dei quali è il celeberrimo codice Oxford. Codice trascritto in Inghilterra fra il 1150 e il 1170 da un copista anglonormanno, forse lo stesso Turoldo, che si firma alla fine del poema. La narrazione si sviluppa in 4 grandi episodi: il tradimento, la battaglia, la rivincita, e la punizione. L'imperatore Carlo Magno è in Spagna da ormai sette anni, gli resiste il saraceno Marsilio a Saragozza. In un consiglio di guerra, viene deciso di inviare un’ambasceria a Marsilio e Orlando propone che ne sia a capo il patrigno Gano, che giura vendetta, accordandosi con Marsilio. Tradimento sfocerà nell’agguato di Roncisvalle sui Pirenei, dove Orlando e l’intera retroguardia dell’esercito morirà, mostrando prodezza guadagnando la gloria. Perdita vendicata poi dall'imperatore che sbaraglia i saraceni con il suo grande esercito, sconfiggendo l’emiro Baligante. Tornato ad Aquisgrana, fa processare Gano per tradimento. | fatti narrati scaturiscono da un episodio storico documentato, ma la loro trasposizione letteraria ne rivisita e amplifica la portata. L’imboscata attestata da un documento: Baschi e non i Saraceni, nessuno scontro tra Cristiani e Musulmani; tradimento di Gano; Orlando come prefetto della Marca di Bretagna. Le innovazioni introdotte dal racconto epico possono essere spiegate con l’ideologia e la mentalità del tempo in cui la Chanson fu prodotta: XI secolo, Arabi hanno vasti dominii nel Mediterraneo che i Cristiani si impegnano s riconquistare. Anche la Spagna è attraversata da un’importantissima via di pellegrinaggio, quella verso il Santuario di san Giacomo a Compostela, in Galizia: sicché la vittoria di Carlo Magno è cista come una tappa del più generale piano di liberazione di terre importanti per la Cristianità. La critica ha evidenziato corrispondenze tra lo sviluppo narrativo e stilistico del poema e gli antecedenti poemetti agiografici: individuando numerosi possibili paralleli con passi delle Sacre Scritture: prodigi che annunciano la morte di Orlando analoghi alla narrazione evangelica di Cristo. Lo stile: la struttura si fonda su precise e raffinate strategie di parallelismo tra scene affini o speculari, mentre la coesione narrativa è garantita da collegamenti a distanza, marcano gli snodi dell’azione e la descrizione dei personaggi e dei contesti. Il consiglio dei baroni saraceni è assai simile al consiglio dei baroni franchi. E viceversa la nomina di Orlando a capo della retroguardia e Gano a capo dell’ambasceria. Avanzamento in lasse similari e in Leitmotive si coniuga con la ripetizione di più piccole unità, aventi una duplice funzione: riepilogo e di mise en relief. Le tre lasse che descrivono la morte di Orlando: gli ultimi gesti, l'estrema confessione dei propri peccati, l'offerta simbolica del guanto (andamento lento e solenne). Orlando si apparta e si accascia, rimette l’anima d Dio, e infine spira nel ricordo dei beni a lui più cari invocando il Signore. Orlando +campione di fede. L’impossibilità di scendere a patti con il nemico è il pretesto del fatale antagonismo tra Orlando e il patrigno Gano: all’inizio Gano caldeggia per la pace con i Saraceni, contrastato ovviamente da Orlando. Presa di posizione interpretate: Orlando e i paladini come portavoce degli alti ufficiali del re; Gano come incarnazione dei grandi feudatari, poco inclini all’instabilità legata ad uno stato di guerra. Tradimento di Gano-èprocesso e punizione>risoluzione degli squilibri e i contrasti intorno alla corte di Carlo, consolidandone il potere. Altre chanson de geste Primo ciclo: di Carlo Magno, che celebra in una ventina di canzoni la imprese di Carlo Magno e dei suoi paladini: Mainet si narra l'adolescenza e la imprese giovanili; nella Chanson d’Aspremont Carlo combatte contro i Pagani di Andolat+generazione di opere parodiche e burlesche come il Viaggio di Carlo Magno a Gerusalemme e a Costantinopoli, suddivisibile in 4 macrosezioni narrative: Prologo presenta l’imperatore, che parte per Costantinopoli, dopo che la moglie gli ha detto che lì regna un sovrano più affascinante e ricco di lui; Carlo e i paladini fanno tappa a Gerusalemme, dove il patriarca consegna loro delle reliquie da riportare in Francia; i Francesi accolti alla corte e dopo essersi vantati vengono messi alla prova; superata la proca Ugo il Forte diventa vassallo di Carlomagno; epilogo sigilla la storia con il rientro in Francia dell’imperatore e la sua riappacificazione con la moglie. Secondo ciclo: di Guglielmo d'Orange, narra vicende collocabili quando Carlo è vecchio, o addirittura morto. Data la debolezza di Ludovico il Pio, spetta ai vassalli più fedeli tutelare la corona. Gruppo compatto di componimenti: Il canto di Guglielmo, L’incoronazione di Luigi, Il carro di Nimes, La conquista di Orange. Tristano, nipote di Marco di Cornovaglia, viene accolto, educato e trattato come un figlio dallo zio Marco. In occasione delle nozze dello zio con la principessa Isotta, Tristano è incaricato di scortarla. Durante il viaggio, l’ancella di Isotta, Brangania, serve per errore ai due giovani il filtro d’amore che avrebbe dovuto garantire l’indissolubilità del matrimonio con re Marco e che così lega fatalmente Isotta e Tristano. Amore costituisce il fulcro di tutte le vicende seguenti fino alla morte di Tristano: questi, nel tentativo di dimenticare Isotta, la Bionda, aveva sposato l'omonima figlia del Duca di Bretagna, Isotta detta dalle Bianche Mani; quando Tristano, colpito da una freccia avvelenata, contro i cui effetti letali solo la “vera” Isotta conosce il rimedio, la moglie gli fa credere che la sua richiesta d’aiuto non ha ricevuto risposta, e lo lascia morire. Giunta tardi, Isotta muore tra le braccia dell'amato. Tristan di Thomas, tra il 1150 e il 1170, conservati dieci frammenti; Tristan di Béroul, i cui 4495 versi rimasti riguardano la parte centrale della storia, dato che l’unico manoscritto a tramandarcela è mutilo dell'inizio e della fine. Nel Thomas l’effetto della pozione è permanente; mentre nel Béroul l’effetto dura solo 3 anni. Nel romanzo di Thomas la versione si caratterizza per l’approfondimento psicologico dei sentimenti e dei conflitti erotici, intensa tragicità. Gli eroi indagano nei recessi della loro anima per trovare una spiegazione razionale alla forza travolgente dei loro sentimenti e una soluzione al disordine. Non c'è cura. Lo stesso Tristano è dilaniato dai dubbi, si confonde, si corregge, si contraddice. Béroul: l’amore è rappresentato come un affare di corte e l’adulterio di Isotta è un fattore destabilizzante del potere regale, per cui esso viene analizzato nei suoi risvolti pubblici e posto in relazione con le dinamiche ufficiali della società >I baroni e i malvagi consiglieri. Tratti tipici dell’opera: la sapiente costruzione dell'intreccio, anticipazioni, colpi di scena, effetti di suspance, con uno stile secco e scattante, richiami al lettore e commenti del narratore. Non sappiamo come abbia trattato l'epilogo tragico dei due amanti. Altri episodi della leggenda tristaniana sono narrati in alcuni poemetti come il Lai del Caprifoglio di Marie de France e le due anonime Le follie di Tristano( fase più antica della tradizione secondo la critica) Chrétien de Troyes e il romanzo arturiano La leggenda arturiana, che fa capo alla celebrazione delle gesta dei Celti, o Bretoni, che guidati da re Artù, resistettero all'invasione della Britannia da parte degli Angli e dei Sassoni ha origini recenti. Il suo iniziatore è il chierico inglese Goffredo di Monmouth che tra il 1135 e il 1137, compone, in latine e in prosa, l’Historia Regum Britanniae, una sorta di traduzione-rifacimento del Roman de Brut del poeta Wace. Wace scrive che Artù era figlio di Uther Pendragon e della contessa di Cornovaglia; che aveva una sorella Anna, e che il suo regno durò dal 516 al 542. Il pregio dell’opera di Wace è aver introdotto nella letteratura volgare la materia della britannia, con il suo fantastico universo di luoghi, imprese, prodigi e personaggi. Stile sobrio e dettagliato: 500 versi per narrare i 3 giorni di festa per l'incoronazione di Artù. L'invenzione più importante è la Tavola Rotonda che attua l’ideale rapporto simbolico di armonia e uguaglianza tra il sovrano e i suoi cavalieri, stabilendo un codice etico ed estetico cavalleresco cortese fondato sulla cortesia, destinato a diventare il modello di rifacimento della società e della letteratura medievali. Ma il vero maestro del romanzo arturiano è Chrétien de Troyes. Le uniche notizie biografiche le abbiamo nei prologhi delle sue opere, come il nome nel prologo del Erec et Enide. L’attiva dello scrittore di svolge nell'ambiente della corte dei conti di Troyes. Grazie al patronato di Enrico | e della sua consorte Marie de Champagne, la corte partecipa con un ruolo di primo piano alla promozione della nascente produzione letteraria cortese. Cretién è un chierico di corte, e si distingue rispetto agli altri diffusori tradizionali del patrimonio volgare come giullari, e cantori. Formazione dell’autore si rifa alla tradizione latina in particolare ad Ovidio, tanto da riscriverli in lingua volgare: L'art d’amors e L’Ars amandi con le tecniche di seduzione, Le metamorfosi. Grande padronanza dell’arte retorica su cui lo scrittore fonda la sua capacitò di trasformare degli intrecci narrativi di sparsa tradizione orale in opere organiche e compiute. Il lavoro di ri-creazione che Cretien lo chiama conjointure, composizione, architetturadarticolazione organica dei contenuti del romanzo. I romanzi dello scrittore sono: Racconti d’avventura>da ‘cose che devo succedere’ cambia significato ‘avvenire, caso fato’ che nel romanzo indica ‘ ciò che bisogna affrontare’ la prova o la serie di prove che il cavaliere deve compiere per realizzare il proprio successo. L’aventure è sia il meccanismo dell’azione narrativa sia il percorso di formazione e affermazione del protagonista. Rivela l’autore la propria formazione clericale, l’autore fa ricorso ad un procedimento tipico dell’esegesi biblica medievale, scavare oltre il senso letterale delle parole per scoprire il valore figurato e simbolico. La coppia matiere e sen traduce la stessa relazione che la coppia di termini litera e sententia. | personaggi di Chretién sono giovani cavalieri e nobili dame. Erec et Enide Racconto di Erec, nobile cavaliere della Tavola Rotonda che un giorno, durante la tradizionale caccia al cerco bianco, viene offeso da nano del conte Yder e deciso di chiedere riparazione, si mette in cammino per partecipare alla giostra dello sparviero. Erec conosce la figlia di un valvassore, Enide, dalla bellezza e grazia impareggiabili, se ne innamora, e conclusa vittoriosamente la sua sfida, porta la fanciulla con sé a corte, per sposarla. La letizia del matrimonio distoglie Erec dalle attività cavalleresche, che comporta critiche da parte dei compagni; Enide sentendosi responsabile si confida con Erec, il quale parte per l'avventura, facendosi accompagnare dalla moglie. 8 sono le prove: Scontro con tre cavalieri Scontro con 5 cavalieri briganti Duello con il conte Galoain Combattimento contro re Guivret detto il Piccolo La scaramuccia con Kei, il siniscalco di Artù La lotta con 2 giganti Combattimento con il conte Oringle de Limors 8. Nuovo combattimento con Guivret NOURWNH Il valore di Erec è ristabilito, così come la fiducia tra marito e moglie, ma rimane la prova decisiva da affrontare: sconfiggere il possente cavaliere Maboagrain, sottomesso ai voleri di una misteriosa dama e messo a guardia del giardino fatato. Il buon esito finale assicura ad Erec la consacrazione definitiva, e dopo che la coppia è stata riaccolta trionfalmente a corte, Erec succede al padre re Lac e viene incoronato dallo stesso Artù. Basato sui materiali popolari preesistenti, ad esempio la caccia al cervo bianco(matrice folklorica). Ideologia della poetica di Chrétien: la bontà della storia, indissociabile dalla sua utilità, in quanto espressione delle qualità artistiche e morali dell’autore. La validità della conjointure si realizza là dov'è accompagnata e sostenuta dall’originalità del messaggio. La struttura è tripartita: situazione iniziale di equilibrio viene destabilizzata da un fattore di crisi, che costringe i protagonisti all’azione, allo scopo di ristabilire la situazione di equilibrio. La crisi è la molla della conjointure, il motore del perfezionamento interiore dei 2 protagonisti, i quali attraverso le tappe, fortifica e consacra le loro virtù. Aspetto innovatore è l’aver raccordato virtù cavalleresche e virtù coniugali, i 2 valori antitetici: l’amore assoluto distoglie dalla pratica cavalleresca, che non ammette distrazioni. L’amore distrae Erec dai doveri, ma sarà l’amore a cementare l'unione della coppia, divenendo condizione necessaria al pieno manifestarsi del valore guerriero. Marito e moglie-+comunione spirituale dei coniugi. Evoluzione dell’amore da adolescenziale ad un amore maturo. Perfezione raggiunta quando la coppia è in armonia al suo interno e al suo interno, la quale avviene dopo l’ultima prova. Analogie tra la trappola di Maboagrain e l'isolamento di Erec: il verziere fantastico rappresenta le seduzioni sensuali che fanno dimenticare i doveri sociali; la promessa di fedeltà richiesta dalla dama è una trappola e il giuramento di fedeltà è motivo di dolore e morte; il cavaliere sconfitto da Erec rappresenta una personificazione dell’amore irrazionale, sperato dall'amore nobile. Cligés Il Cligés si apre con una specie di flashback la storia della famiglia del protagonista. Cligés è figlio di Alessandro, erede al trono imperiale di Costantinopoli, armato cavaliere da re Artù, e di Soredamor, una damigella della regine Ginevra; a causa della falsa notizia della morte di Alessandro, suo fratello Alis ha usurpato il trono, e sul trono rimarrà, anche dopo la ricomparsa del legittimo sovrano, a condizione ch'egli non si sposi e non abbia quindi una discendenza. Morto Alessandro, Alis cede invece alle pressioni dei baroni e chiede la mano della figlia dell’imperatore tedesco, Fenice, senza sapere che quest’ultima ha già concesso il suo amore a Cligés. Costretta alle nozze, è dibattuta tra gli obblighi di sposa e i veri desideri de proprio cuore. Ingannerà il marito con una pozione preparata dalla fedele ancella Tessala, che gli farà credere di avere a letto con se la consorte. Una seconda pozione aiuterà i 2 amanti a realizzare il loro sogno d’amore senza macchiarsi della colpa del tradimento e di adulterio: Fenice beve un filtro che le dà una morte apparente e viene sepolta in una torre fatata dove si ricongiunge con Cligés. La felicità non dura: Fenice scoperta ->gli amanti scappano grazie a Tessala. Riparano presso la corte di Artù, il quale si impegna per punire Alis, morto di rabbia per il tradimento e il raggiro-+Cligés torna in patria ed eletto imperatore di Costantinopoli. L’opera innesta l'avventura romanza sull'impianto del romanzo dinastico, moltiplica i luoghi dell'intreccio, problematizza le relazioni e la psicologia dei personaggi e dilata lo spazio della riflessione intellettuale e dottrinale. Lo snodo, è di nuovo il matrimonio ( considerato un anti-Tristan), di fronte all'attuazione negata dell’amore, i comportamenti e le risoluzioni di Cligés e Fenice sono speculari rispetto agli amanti di Cornovaglia: Fenice, a differenza di Isotta, non si concede a 2 uomini, ma si conserva solo per chi ama veramente. Rifiuta di fuggire con Cligés, per non rendersi colpevoli. Abile Tessala e la maldestra Brangania>Fenice ricorre al filtro per liberarsi dal vincolo rinascita come la fenice, chiave allegorica di Cristo risorto. È solo nel quadro dei nobili valori cristiani professati e difesi da Fenice che si può trovare una giustificazione alle arti magiche di Tessala (Tessaglia, la patria delle streghe), che diventano strumento di salvezza. Il filtro a differenza del Tristano non intacca la volontà di Fenice ma ne consolida e potenzia le risoluzioni, esaltando l’importanza del libero arbitrio. Il CLigés è il romanzo della fin'amor, ma l’amore dei trovatori come quello di Tristano, è adultero opposizione della sacralità del matrimonio. Liceità e sincerità condizioni necessarie all'amore di Cliges e Fenice per convalidare la gloria futura della loro discendenza: legati da necessità di stato e non hanno trasgredito il codice morale e della legge, la loro proclamazione imperiale funge anche da metaforica celebrazione del loro statuto eroi e capostipiti perfetti. E la fusione dei due ruoli di amie e di dame che fa da controcanto al binomio amie e drue nella prima parte di Erec et enide. 1. Lamatiere è composita: l’autore nel prologo afferma di essersi basato su un libro molto antico. Il manoscritto è ignoto: la sua invenzione sarebbe un espediente meta-letterario introdotto per rafforzare l'autorità della storia, derivata da fonti popolari e orali. Materiali celtici che riallacciano la trama del Cligès alle tradizionali narrazioni leggendarie delle lotte contro l’usurpatore e per la conquista della sovranità, Materia antica, il nome del padre come Alessandro Magno. 2. L’originalità del conjointure risiede nella combinazione di queste diverse componenti geografiche e letterarie nella struttura organica di un romanzo di marca arturiana, con l’intento di spostare definitivamente nella Francia dei cavalieri bretoni l'epicentro di irradiazione dei valori tradizionali di chevalerie e clergie, cavalleria e cultura. 3. Il senè svelato dal disegno programmatico del suo autore: la storia d'amore de Cligés e Fenice rinnova i fondamenti della fin'amor e rappresenta una nuova etica amoroso e cortese, cavallerescamente praticabile nel rispetto dei valori coniugali, all’interno di un sistema culturale e morale collettivamente condiviso, prerogativa di una Francia vista come degna erede della civiltà antica. supremo cioè Ginevra. L'obiettivo il premio coincidono con la persona della regina. Il sen è di natura allegorica imperniato sull'amore che sfida qualunque pericolo, persino la morte. Lancillotto qui e un anti- eroe si fa paladino di una causa di tutta privata che rischia di inficiare la fama guadagnata con il mestiere delle armi. Dal punto di vista della morale ufficiale il percorso di lancillotto e involutivo lo allontana dal buon nome e dalla retta via del servizio di Corte; dal punto di vista del codice amoroso egli evolve la cavaliera desiderante ad amante desiderato. E l'intimità notturna concessagli da Ginevra e la fusione di due spiriti eletti, riuniti oltre gli impedimenti del materiali, del basso, del quotidiano nell’estasi della più pura gioia reciproca. il paradosso del morire per amore della lirica trobadorica diventa per chrétien azione, viene cioè tradotto nella pratica di un servizio amoroso fatto di atti a posteriori rispetto all'intero romanzo che oltre la fina mora ad un livello più elevato di significazione allegorica del testo il film amans incarnato del lancillotto possa essere una sorta di figura christi la cui esperienza di tipo messianico alla ricerca del sommo bene, mostra la via che conduce al vero amore, quello in cui sentimento intelletto si fondono nell estasi mistica nella contemplazione di Dio che apre le porte al godimento perfetto e senza fine. Perceval o Li Contes del Graal Il racconto del Graal narra di parsifal il gallese di come giovanissimo divenne un Cavaliere della tavola rotonda e delle molte avventure che seguirono la sua investitura. Allevato dalla madre vedova nella totale ignoranza delle armi guerriere e della cavalleria, nel tentativo di sottrarlo così a un destino crudele, già toccato al padre e due fratelli maggiori, l' incontro casuale con 5 Cavaliere di artù fa sì che gli ne resti così ammaliato da scoprire subitamente la propria vocazione. Parsi fa si reca la Corte di artù per ottenere l'investitura punto le sue prime azioni dettate dall' ingenuità e dall' ignoranza del mondo e delle maniere cortesi sono rozze e maldestre e financo violente finché egli non incontra il nobile Gornemane lo istruisce su come essere degno dell'ordine della cavalleria. Parsifal e riparte all'avventura: libera dalla sedia o il castello di baurepairee si innamora della Castellana Biancofiore; soggiorna nel maniero del malato re pescatore e assiste all' enigmatica processione della lancia stillante sangue e del graal; incontra una sua cugina e viene da questa aspramente criticato perché Non avendo chiesto spiegazioni sul misterioso corteo, ha mancato di guarire il re pescatore e ha dimostrato quella stessa in sensibilità d'animo chi aveva provocato la morte della madre abbandonata senza rimpianti. Parsifal si ricongiunge infine la Corte di artù ponte, qui giunge un'orrenda fanciulla su una mula selvaggia; che dopo aver maledetto parsifal per il suo silenzio il castello del re pescatore, invita i cavalieri a cimentarsi in due ardite imprese cavalleresche: torni a re con i più scelti soldati del castello orgoglioso e liberare la fanciulla assediata a Montesclaire. Galvano tutti gli altri cavalieri raccolgono la sfida, parsifal decide invece di non darsi posa finché non avrà trovato la lancia il gral e non ne avrà ha preso la funzione. Mentre galvano impegnati in continue peripezie, parsifal trascorri seguenti 5 anni compianto le gesta più mirabili, senza tuttavia trovare ciò che cerca e dimenticandosi completamente di Dio. Un venerdì Santo, parsifal incontrando per via dei penitenti, prende coscienza della propria riprovevole condotta ne prova rimorso si pente e si confessa ad un Santo eremita, che si rivela essere suo zio; questi assolve il nipote e lo educa ai misteri più profondi della fede che da quel momento in avanti guideranno presumibilmente il suo operato . Presumibilmente, perché la narrazione a questo punto abbandona parsifal per dedicarsi completamente a galvano e alle sue avventure che occupano tutta la seconda parte peraltro incompiuta del romanzo. Il mito del grall e della ricerca nasce con questo romanzo, dove per la prima volta vengono conferiti al recipiente così denominato un valore simbolico e una propria misteriosa sacralità, svincolate dalle implicazioni religiosi che ne fisseranno l'essenza a partire dai romanzi Di Robert de Boron. La descrizione del gral è peraltro assai vaga e nulla ci viene detto della sua forma senonché e d'oro e tempestato di pietre preziose e che viene tenuto tra le mani da una fanciulla. La cristallizzazione del mirabile piatto resta velata anche nelle parole che l'eremita rivolge a parsifal penitente, ma il ricorso ad un lessico fortemente allusivo in senso liturgico - misterico marca il trapasso ideale della preziosità materiale dell'oggetto al suo prezzo simbolico e getta le basi per la sua trasformazione in vera propria reliquia da venerare. Romanzo incompiuto ma esistono prosecuzioni più tardi note come continuazioni che cercano di dare un seguito e una conclusione alla vicenda delle rose arturiano, la più complessa e ambigua conjointure inventata da chrétien, non solo perché giocata su due personaggi ma perché il tessuto di riferimenti simbolici sottese racconto d'avventura è talmente elaborato da suggerire e lasciare aperte più piste di interpretazione. Diverse ipotesi sulla consistenza del contributo dell'autore all'interno dell'opera. A lui sarebbe da ascrivere soltanto la prima parte del romanzo, mentre l'intera storia di galvano della seconda parte andrebbe attribuita ad un continuatore indipendente; si è pensato a due opere in origine distinte l'una incentrato su parsifal l'altra sul galbano entrambe composte da chrétien ma riunite e tra loro collegate dopo la sua morte. E stato notato che alcuni degli aspetti più tipici del parsifal sono presenti in forma embrionale anche nei romanzi precedenti come la modalità narrativa a storie parallele già abbozzata nel lancillotto . Evidente che le storie di galvano in fondo statiche e quasi insensate nella loro labirintica tortuosità, fungono in qualche modo da contraltare a quelle di parsifal che delineano invece un progressivo percorso di formazione e di educazione spirituale, e rappresentano un modello di cavalleria da superare, un mondo in cui valori vengono messi in discussione. È un romanzo emblematico, associa alla figura del protagonista un emblema atto a rappresentare astrattamente i valori distintivi: e il graal e senza dubbio il simbolo più perfezionato e più riuscito nel costruire il sen da cogliere oltre la trama del racconto d'avventura. Le direttrici del progetto artistico e ideologico dell'autore sono esposte programmaticamente nel prologo dedicato al committente dell'opera Filippo d'alsazia Conte di fiandra dove l'immagine iniziale desunta dalla parabola evangelica del seminatore avvia una complessa riflessione sulla necessità di approfondire e anzi di rifondare i valori cavallereschi. La dedica a Filippo d'alsazia ci fornisce il termine ante quem oltre il quale non possiamo spingere la datazione del romanzo: si tratta del 1191, anno della morte del nobile francese di cui vengono esaltate la dote cortese per eccellenza la liberalità. Confronto tra il committente francese il condottiero macedone Alessandro Magno serve ad opporre due sistemi culturali e valori diversi. Il passo si amplia a comprendere il concetto correlato di utilitas della scrittura tanto più generoso di successi sarà l'esito artistico di chrétien, quanto più nobili e illuminati si riveleranno il soggetto scelto il pubblico cui esser rivolto. L'exemplum tratto dalla materia antica, molto in voga tra i contemporanei, lo stile esplicativo tipico delle glosse e della produzione didascalica infine l'insegnamento dottrinale sotteso alla narrazione dilettevole evidenziano una concezione del testo tre partita per gradi dissenso- letterale, simbolico e morale- caratteristica della pratica esegetica medievale. Allo stadio più elementare dell'intreccio avventuroso siamo in presenza di un romanzo di formazione bildungsroman, l'apprendistato cortesi dell'eroe e la sua maturazione da giovane ingenuo ed inesperto a Cavaliere modello. La ricerca del protagonista è invece una ricerca della verità che traduce estilo rezando la informa di percorso ad ostacoli la graduale conquista della propria personale e matura libertà di scelta, quella che lo spinge a staccarsi dal gruppo di cavalieri arturiani, impegnati ad accrescere l'onore mondano con sempre nuove giostre e tornei, per consacrarsi alla mal certa missione di ritrovare il graal. Il testo esemplifica un codice di comportamento morale e la vicenda individuale di parsifal segnata dalle esperienze della colpa del pentimento e della redenzione finale simboleggia il cammino di espiazione di perfezionamento interiore che ogni cristiano credente è chiamato a realizzare. Il disvelamento finale funziona retroattivamente su tutta la storia, né dischiude il vero senso che è appunto quello di un itinerario alla scoperta prima di se stesso e poi di Dio che tanto assomiglia al itinerarium mentis ad Deum di cui parla San Bonaventura. Difatti passi fa scala i gradini della conoscenza di se stessi e del mondo sensibile, per acquisire consapevolezza delle pulsioni più spirituali dell'anima. Altra scena debitrici di simbolismo cristiano e presso lo zio eremita: si svolge in una chiesa dove i tre officianti , l'eremita, un prete e un giovane chierico ripropongono il trinomio di padre figlio e Spirito Santo; dopo aver spiegato la funzione prodigiosa del gral e dell Ostia in esso raccolta , rimette al nipoti peccati commessi e questi, come illuminato dalla misericordia divina, rinasce ad una nuova vita sotto il segno della devozione e dell'umiltà. Silenzio desolazioni infertilità sono del resto i segni che punteggiano da un lato i successivi momenti della vicenda e che contraddistinguono la condizione di errore o difetto dell' eroe e dei personaggi a lui collegati e condizionati dalle sue scelte sia esse positive sia esse negative: così ad esempio il silenzio di parsifal a proposito della processione del Graal può essere letto come indice della sua originaria incapacità di leggere e decifrare e magari riplasmare le apparenze del reale, e il fatto che gli rimanga impermeabile alle sollecitazioni cui la generosa ospitalità del re pescatore sottopone la sua curiosità penalizza tanto se stesso quanto il padrone di casa virgola che una semplice richiesta di spiegazioni avrebbe miracolosamente guarito dalla ferita alle cosce responsabile della sua invalidità e dell'infecondità della sua terra . La salvezza del re pescatore e del suo regno si pone dunque come il correlativo figurato della salvezza assicurata all'uomo dall' applicazione del messaggio evangelico, il quale ha però bisogno di una profonda e consapevole disponibilità interiore per mostrare la propria validità e per redimere il mondo. L'universo cavalleresco ritratto da chrétien ebbe tanto successo da imporre la figura del giovane Cavaliere errante come protagoniste romanzesco per antonomasia, per tutto il medioevo e anche oltre: senza contare che le sue invenzioni come quella del Graal furono subito recepite e ampliate come la leggenda di Merlin legate le vicende di man del mago Merlino. Ma le conseguenze dell'operazione letteraria compiuta sono ben più profonde: elaborando un modello narrativo che permettesse di mettere in luce il sen cortese delle storie bretoni , egli ha messo in opera una nuova concezione della verità romanzesca, ben distinte dalla verità extra letteraria perché autonomamente fondata sulla coerenza interna e sul valore esemplare del racconto punto anche per questo le opere di chrétien de troyes segnano tout court una tappa fondamentale nella storia del romanzo come genere letterario. Forme del racconto: Marie de France e la tradizione cortese Alla materia di Bretagna si spera originariamente anche il genere dei lai,termine di ascendenza irlandese leid canto melodia, con il quale si designano brevi componimenti in versi di contenuto narrativo in cui le tematiche dell'amore dell'avventura si intrecciano con gli elementi fiabeschi e meravigliosi tipici delle tradizioni celtiche. | caratteri peculiari degli esemplari più antichi e paradigmatici del genere sono i Lais di Marie de France, composti verosimilmente tra il 1160 e il 1180. L'autrice peraltro sconosciuta viene dal Ile de France ma vive e scrive in Inghilterra alla Corte di Enrico secondo plantageneto e va inquadrata dunque in quel mosso e composito spazio plantageneto in cui per la prima volta il confronto scontro tra cultura Latina e cultura volgare si risolvi non decisivo e innovativa avanzamento di quest'ultima. Eloquente in questo senso è il prologo dell'opera in cui l'autrice motiva genialmente la sua rinuncia alle consuete forme lattine scritte in favore di una fonte volgare essenzialmente orale e per ciò stesso destinata altrimenti a perire: i racconti brattoli affidati alla memoria collettiva. La cultura di mari è comunque molto basta ed è indiscutibile la sua conoscenza del latino, lingua da cui traduci la leggenda di San Patrizio di Enrico di Saltry. Le sue fonti di ispirazione sono quindi molteplici: la materia bretone, la materia Latina in particolare quella di Ovidio, l'influsso di romanzi più o meno coevi di materia antica, la materia tristaniana. Ma la varietà degli intrecci e degli spunti narrativi e straordinaria: il Lai di Eliduc è una trasposizione del mito di glauco, il lai di lanval racconta di un Cavaliere amato da una fata che viene condotto in un mondo misterioso, il Lai d’Equitan e la storia di un re che s'innamora della moglie del suo siniscalco. Il grande tema e l'amore, specialmente l'amore adultero e dunque segreto, con i pericoli che esso comporta, rappresentato in toni malinconici e al contempo fantastici. L'amore è il motore dell'azione il cardine dell'intreccio e il fulcro della morale, quale che sia il tono della storia lieto o tragico e la portata del suo insegnamento o monito o celebrazioni. Anche quando il racconto assume pieghe quasi farsesche El valori messinscena sono negativi il codice di riferimento è sempre quello aristocratico e cortese così come nobili sono i protagonisti di tutte le storie: elemento questo di distinzione fondamentale dalle coordinate borghesi che sono invece tipiche del genere del fabliau e del dit. L'episodio del lai d’Equitain è impregnato dei simboli e del lessico della fine ‘amor, come se questa sua codificazione servisse a meglio mostrare la gravità della trasgressione e la giustezza della punizione. L'attacco del racconto rimarca la nobile origine il la nobile funzione di questo genere, composto per un pubblico aristocratico e colto, quasi a giustificare preventivamente l'anomalia rispetto alle regole della cortesia che il racconto poi rappresenterà. Il personaggio principale è un sovrano di rinomati virtù cavalleresche e cultore della druerie, cioè egli stesso e amante in quanto a Cavaliere di altissimo rango e audacia proporzionale egli e rappresentanti di quella giovinezza che fa della follia devozionali punto il maggior novellatore francese di materia religiosa è Gautier de Coinci, Gran priore dell'abbazia di San medard de Soissons e autore dei miracoli di nostra dama novelle che non differiscono da quelle di argomento profano. La raccolta si prolungò per una decina di anni comprende 58 miracoli, storie che, come dice il termine stesso, ruotano attorno ad un fatto di fede straordinario e nelle quali confluiscono e vengono rielaborati creativamente fonti e materiali eterogenei virgola di matrice popolare e letteraria. Il libro in onore alla Vergine si completa con componimenti moraleggianti, testi lirici e preghiere, per fornire una sorta di contrappunto edificanti alla lettera dura di svago laica che allora riscuoteva grande successo. Il Roman de Renart negli ultimi decenni del XII secolo nasce anche l'epopea animale del romanzo di renart: un complesso di episodi più o meno lunghi e spesso indipendenti tra loro. Protagonista e renart, la volpe astuta, personaggio che incarna il tipo universale ben noto al folclore, del trickster, lo scaltro e spavaldo ingannatore. A renard si contrappone tutta una serie di altri personaggi in cui si riflette sotto le spoglie di animali la variegata tipologia umana della società feudale dell'epoca: dal bonario re nobile il leone a ridicolo Baron Ysegrin il lupo, dall asino Bernard che rappresenta il clero al cammello che impersona il legato pontificio. A tal punto le loro avventure divennero famose e furono lette che il nome proprio del protagonista Rainardo fini per imporsi in francese, già dal XIII secolo, col significato del nome comune volpe. E importante il lessico usato per instaurare il paragone tra la volpe animale e il renart volpe- personaggio, Perché esso attinge al vocabolario proprio della letteratura allegorica didattica: sullo sfondo di una ispirazione misogina medievale ci viene detto che le peculiarità comportamentali della volpe sono le stesse del protagonista renart per cui volpe eren art si assimilano in un unico soggetto che rappresenta, è un simbolo di portata universale. Dopo varie ricerche Foulet riconosci la parte più antica del romanzo nella seconda branches e quinta de ponti in questa porzione più aderente ai moduli tradizionali della favola esotica nel cogliere ed esaltare i lati umanizzati dei personaggi senza snaturare il loro essere sempre e comunque delle bestie , si assiste alle imprese di renart e alle sue relazioni con altri animali in particolare al suo rapporto contrastato con il lupo di cui si fa beffe. Sono evidenti anche gli intenti satirico Parodi cima l'obiettivo primo del romanzo è certo quello di far divertire tanto che dopo varie recente la branches termina con la fuga di renart inseguito da una muta di cani. Il tono dominante della scrittura delle varie branches del ciclo renardiano è insomma piuttosto quello dei Fabliaux più vivaci e itridenti. La ‘a dei trouvères La prima lirica ditro viero che ci sia pervenuta e la canzone D’amor, qui m’a tolu a moi: databile con buona approssimazione al 1170 e si deve al grande chrétien il quale intervenne con questo componimento in difesa dei valori della ortodossia cortese , del completo atteggiamento del poeta innamorato hai volere della donna e di amore, nel dibattito sullo statuto della fine amor e i doveri del perfetto amante. se Rainbaut d’Aurenga si diceva suo malgrado stregato dall'amore , come tristano dalla pozione magica che causa la tragica, ineluttabile passione per isotta la bionda, e se bernart de ventadorn si rifiuta di accettare la crudele indifferenza della sua dama e la abbandona, se cioè entrambi questi trovatori infrangono il vincolo ideale e il codice del loro servizio d'amore, al contrario chrétien ribadisce la propria totale osservanza delle regole cortesi in materia amorosa sottolineando come la scelta dell innamorato sia libera e volontaria ma definitiva felice o infelice che essa si riveli; di conseguenza, andrà Letta in polemica col fatalismo rambaldiano l' allusione al filtro magico di tristano e andrà presa come una critica all' incostanza Bernardiana l'esaltazione del vassallaggio incondizionato. La fitta trama di rimandi intertestuali e indici dell' ampia circolazione dei testi lirici fra sud e nord della Francia e delle influenze letterarie reciproche. A partire da chrétien l'esperienza cortesi in lingua d'oil , prima erede diretta di quella trobadorica, si distende lungo un arco cronologico di circa un secolo e mezzo, abbracciando un ampio spettro di livelli stilistici, modalità espressive e registri e dando vita a un corpus poetico di circa 2000 testi. Diversamente dai canzonieri occitani quelli oitanici riportano nella quasi totalità dei casi la notazione musicale; sono numerosissimi i componimenti anonimi. Una delle pochissime raccolte rigorosamente ordinati per generi e il canzoniere douce 308 nella quale si susseguono canzone, estampies. Pastorelle, balletes e sottes chancons. Dal grande precedenti e trobadorica fiorito nel sud della Francia la poesia di materia erotica del nord deriva i paradigmi ideologici, i temi di fondo e le principali forme metriche ponte tuttavia dalla produzione occitana la lirica d'oil si differenzia per una serie di tratti peculiari e ben riconoscibili: 1. Nelmondo oitanico la poesia incentrata sulle tematiche della fine amor coesiste e si intreccia con una vasta produzione in versi d'ispirazione popolareggiante che si rifà a modelli arcaici di derivazione folclorica punto tale produzione rielabora e adegua ai parametri della nuova civiltà letteraria una radicata tradizione pre- cortese . 2. Nella sfera del grande canto cortese, si riscontra un' accentuata propensione al formalismo, l' adesione a un codice restrittivo che assegna un ruolo importante alla capacità fabbrile dell'autore punto la poesia dei trovatori si muove entro l'orizzonte della convenzione in un quadro di forme canoniche e modelli riconosciuti: si ritorna sul repertorio ristretto di immagini e argomenti seletti riproposti in un gioco combinatorio fondato su scarti minimi varatio Ezio di topoi e figure saldamente codificanti. 3. Sul piano elocutivo, nei testi trovierici di alto livello formale si rileva una notevole scorrevolezza sintattica , una morbida fluidità re mica e ritmica. 4. La dialettica a due termini amante- amata, tipica dei trovatori, si arricchisce di un nuovo protagonista : l'amore inteso come forza morale, principio ideologico e fonte di vita o di morte punto si compone così un triangolo a cui vertici si collegano la dame distante inattingibile, il poeta innamorato e la sua passione, fissata nelle norme di un' entità personificata. Dal diffuso anonimato dei canzonieri lirici in lingua d'oil spiccano alcune personalità particolarmente rilevanti. Nella prima stagione trovieri.ca va ricordato Conon de béthune illustre affidatario dell’Artois, autore di una decina di chonson di inflessione narrativa e talora vagamente aneddotica. Che più celebre di questi componimenti è una canzone di crociata nella quale il poeta abbandona il servizio d'amore presso la sua dama per andare a servire la fede in Terra Santa. Presente la malinconia del distacco dell'innamorato dall' amata la condanna alla vigliaccheria di chi vuole evitare la chiamata alle armi ammonimento verso le donne dei crociati lontani per salvaguardare il decoro coniugali esortazione ad abbracciare sostenere attivamente la causa cristiana come se fosse un sermone. altro troviero della prima generazione è Gabe Brule, cavalieri della champagne attivo tra il 1180 e il principio del secolo successivo. Nell ottantina di componimenti attribuitigli dalla tradizione manoscritta egli intesse una luttuosa e disfo Rica tramatura di variazioni sul topos dell'amore infelice , stringendo in un ossessiva rete meditativa il suo Eros doloroso , il cui rovescio speculare e il pensiero di morte. In una delle sue più note canzoni descrive le sofferenze del perfetto amanti secondo la sintomatologia canonica del mal d'amore che porta la condizione paradossale di non poter vivere senza una passione tanto forte da uccidere. Gace e considerato l'autore del primo jeu-parti un componimento dialogato nel quale il propositore, fissato il tema del dibattito poetico e posta il suo interlocutore davanti a due ipotesi, lo invita a sostenere una virgola riservando per sé la difesa delle ipotesi opposta punto la discussione Umberto in questo caso sulla questione di carattere normativo in materia amorosa che rientra nel fortunato filone medievale delle teorizzazioni sull'amore e sul suo codice di comportamento; i generi tenzonati sono anzi nella lirica delle origini, lo spazio privilegiato per questo tipo di disquisizioni giacchè la pluralità delle voci partecipanti e dei pareri espressi aumenta il valore dimostrativo dell' assunto e conferisce una credibilità al tema trattato . Tre trovieri della seconda generazione spiccano Thibaut de Champagne e Colin Muset aristocratico il primo e menestrello nel secondo. Thibaut autore di oltre 60 componimenti, figura nel de vulgari eloquentia di Dante come unico rappresentante della lirica dove il degno di essere inserito tra i poeti illustri in volgare. II primo componimento è particolarmente rappresentativo della produzione e dello stile sia nella sua ripetizione dei maggiori topoi della poesia d'amore cortese sia per la tendenza al discorso concettoso, di respiro trattatistico : basti pensare alla canzone sono come l'unicorno dove l'amante si trova nella prigione d'amore , popolata di personificazioni simboliche. La canzone de bone amor si apre infatti con la spiegazione del mutuo rapporto esistente tra le virtù che l'amore esalta e senza le quali l'amore stesso non potrebbe esistere , impreziosita dalla metafora degli occhi quali apripista del cuore. La produzione di Colin colpisce per la varietà dei soggetti e delle soluzioni metriche adottate. L'amore assume connotati più gioiosi e più sensuali e le occasioni della poesia nascono dalle circostanze più diversi dell'esperienza personale di menestrello e di uomo di umili condizioni punto come per esempio nella forma del plazer cioè dell' elenco di cose o azioni gradite fattibili o utopistiche; ritrae un Colin giocosamente autoironico nell immaginare il proprio ritiro ideale durante i rigidi mesi invernali, sprofondato nel dolce far niente e nei piaceri più elementari di una quotidianità voluttuosamente sbrigliata, all'insegna della soddisfazione conviviale e dell' appagamento dei sensi. di Adam de la Halle si ricordano i Congés d’Arras, Una raccolta di componimenti che evidenziano la personalità del poeta data la natura autobiografica del contenuto: in questi addii Adam si accomiata infatti dalle persone e dei luoghi a lui cari per andare a studiare a Parigi. Questi componimenti si compongono di 13 strofi di 12 8 sillabe collegate dallo sviluppo logico del tema ovvero l'addio ma in sé conclusi e autonomi dove la partenza dell'autore è l'occasione per una riflessione agrodolci, sapientemente bilanciata tra satira e romanticismo malinconico : così il distacco della città Natale che deturpa la propria storia e bellezza con la decadenza di costumi si tinge di moralismo mentre quello dalla donna amata ricalca i toni accorati e riprende le immagini canoniche della lirica aulica cortese: gli amici sono affettuosamente citati per nomi mentre i nemici le malelingue vengono relegati con disprezzo nell'ultima strofa punto il fatto che la partenza di Adam sia intenzionale e temporanea, è un elemento differenziale tra questo e altri testi dello stesso genere come quelli di Bodel per i quali l' allontanamento è determinato da gravi motivi di salute. Di rutubeuf in campo lirico egli è considerato dei poeti delle epoche successive come un geniale precursore della poesia intimistica e autobiografica, sfogo dell infelicità materiale spirituale dell'artista; in effetti i cosiddetti componimenti della disgrazia danno l' impressione di mettere a nudo l'interiorità dell'autore ripercorrendo le tappe della sua parabola discendente, dalla condotta dissipata dopo gli studi universitari alla bancarotta al matrimonio con una vecchia donna brutta vecchia, fino alla perdita degli amici. Dal sacro al profano se l'Italia un posto Helinant de Froidmont, Monaco cistercense che tra il 1194 il 1197 compone i versi della morte, 50 strofe che ebbero un considerevole successo divenendo una sorta di archetipo del genere della danza macabra. Benché monotematica ed impronta a moralistica, la raccolta è articolata in sezioni di tono e funzione diversi secondo un progetto strutturale di partizione e concatenazione interno: nel prologo introduce se stesso e la propria opera pensata per esorcizzare la paura della morte proprio attraverso una miglior conoscenza di essa e di ciò che aspetta il credente nell’aldila; invia la morte ad amici e personaggi pubblici come stimolo al pentimento e alla purificazione interiore come ad esempio a Filippo di Dreux, vescovo di Beuvais, il messaggio diretto un personaggio storico preciso e l'appello esteso implicitamente a tutto il clero in quanto categoria sociale non esente dalla corruzione; parla poi della variazione sulla morte che non ha più un destinatario individuabile ma un valore universale per poi inveire violentemente contro ricchi e potenti: riproduce a livello fono simbolico l'andamento della tradizionale cavalcata della morte; l'epilogo riassume infine i temi portanti della raccolta affidando all'ultima stanza l' esortazione a staccarsi dai beni transeunti del mondo, l'amore per i quali può solo condurre alla dannazione eterna. Forme della poesia allegorica. Il Roman de la Rose La poesia allegorica del medioevo francese si innesta sul tronco della tradizione religiosa e moraleggiante dell' ars predicandi di e dell’esegesi biblica. La cultura dell'epoca attende definirsi quale civiltà del commento, incardinata sull'autorità fondante di un testo sacro, la Bibbia virgola che viene instancabilmente interrogato sollecitato sondato nei suoi significati riposti. Intorno le sacre scritture si deposita una stratificazione discoli che mirano al disvelamento del senso profondo nascosto al di sotto della lettera. La ricerca dei significati spirituali del dettato testamentario è il cuore dell' ermeneutica medievale e trova un corrispettivo nella decifrazione degli eventi storici. Le prime opere allegoriche composte in lingua d'oil Halle, che possono essere visti come la trasposizione scenica di due generi poetici, il congé,il commiato dal mondo, e la pastorella. La commedia della Pergola si configura come una carrellataparodi.ca di cittadini in carne ed ossa della città di arras presentati nei loro tratti caratteriali i nei loro comportamenti che meglio si presentano ad essere fatti oggetto di derisione o satira, il linguaggio è tessuto di espressione gergali modi di dire riferimenti al mondo urbano e contemporaneo; una curiosità per la prima volta compare sulla scena la caricatura della figura professionale del medico che poi sarà generalmente sfruttata da molière. Il fisisciens di Adam esperto nel curare la malattia dell' avarizia e quando il padre dell'autore avverte che non sborserà un solo soldo per gli studi del figlio il medico che lo sta visitando ha pronta la sua diagnosi rassicurante il paziente che si tratta di una patologia comunissima in città. Il secondo invece e di taglio bucolico , racconta la storia di due Pastorelli e di come la bella Marion un giorno al pascolo dopo aver rifiutato le avances di un Cavaliere di passaggio viene da questi rapita ma fortunatamente liberata senza conseguenze e si può fidanzare con Robin. Si tratta di una riuscita drammatizzazione di due generi lirici già ben radicati nella tradizione. Da ultimo va citato il miracolo di teofilo del poligrafo parigino Rutebeuf, che si differenzia dalla pieces della scuola artesiana per l'obliterazione dei tratti realistici e per il posto preponderante accordato agli inserti lirici e lunghi monologhi che spezzano la linearità del disegno drammatico. La trama recupera e rilegge in chiave teatrale una leggenda di origine greca teofilo un chierico che dopo aver rifiutato il seggio vescovile viene vessato dal nuovo prelato in carica cadendo in disgrazia e miseria, pieno di risentimento per quella che considerano ingiustizia divina si reca dall ebreo salatino e sigla un patto con il diavolo il quale garantisce ogni sorte di fama e ricchezza ma dopo 7 anni teofilo si pente e chiede perdono alla vergine che interviene per sciogliere il vincolo. L'impianto è che gli ottoni co dell'opera è piuttosto schematico e non prevede mai sulla scena più di due personaggi alla volta. La prosa Fino alla fine del 200 non si da una produzione letteraria in prosa. | soli testi prosaici antico francesi anteriore a quest'epoca sono inseribili entro il dominio pratico utilitario o all'interno del filone religioso edificante. A parte stanno i primi tentativi di scrittura storiografica come Roberta clari cavalieri piccardo che partecipò a tutti gli avvenimenti più importanti della crociata cosa che lo porterà a scrivere storia di coloro che conquistarono Costantinopoli, un'opera del carattere per così dire misto perché sono impianto di tipo memo realistico si innestano e hanno grande importanza gli escursus e li exempla. Geoffroy de villehardouin partecipa anche gli alla quarta crociata e di questo evento centrale nella sua biografia umana e artistica redice un dettagliato resoconto prosaico in volgare della conquista di Costantinopoli in cui la ricerca della verità storica si traduce sul piano letterario in uno stile cronachistico essenziale, esente dal gusto per l' aneddoto o per il curioso. Personalità crociate più in vista sono protagoniste di episodi esemplari di prodezze virtù mentre lo stile formulare e la costruzione narrativa delle vicende riprendono tecniche di articolazione e avanzamento del racconto tipiche della chanson de geste. La prosa è ricca di costruzioni paralleli stiche , con sequenze a due a membri o a tre; sono frequenti gli appelli diretti al pubblico lettore derivati dall' oralità delle affabulazioni giullaresche. la marcata selezione dei contenuti ci fornisce precise indicazioni sulla forte saldatura che si avvertiva tra formulazione prosastica e istanza di autenticità. la tradizione culturale del medioevo cristiano tende a stabilire l'equazione prosa uguale verità. La prosa e la modalità espressiva normale della teologia e la forma dell esegesi e linguaggio della Bibbia. In quanto connessa a una rivendicazione di verità la scrittura prosastica si allaccia alle tematiche religiose : non è sorprendente quindi che le prime narrazioni in prosa del 200 servono a veicolare le storie del gral, vasto affrescò genealogico dei custodi del mistico contenitore le cui vicende riguardano la salvezza dell'intera umanità assumendo pertanto una portata universale. Si tratta del cosiddetto ciclo della vulgata conosciuto anche sotto il nome di lancelot- gradi frutto di un grande sforzo elaborativo di materiali e di varia produzione apparso negli anni 1215 1230 . Tale ciclo è composto da 5 parti esso si presenta come un monumentale progetto narrativo che fonde in un'insieme saldamente strutturate questo le avventure di lancillotto e le storie del gral. Oltre al lancelot Graal vanno ricordati lo sterminato Roman de Tristan in prosa composto ridosso del XIII secolo. Verte sulle vicende di tristano e isotta partendo dalla storia dei genitori dell'eroe e collegando quest'ultimo alla materia arturiana attraverso la narrazione della sua entrata a far parte dei cavalieri della tavola rotonda. Soprattutto questa seconda sezione dell'opera con il suo succedersi di episodi avventurosi e prove da superare beh mostra perché si sia soliti parlare di romanzo incastri poiché in questo caso i racconti sono esposti l'uno dopo l'altro come unità susseguenti. Il Guiron traccia una sorta di genealogia degli eroi arturiani moltiplicando le situazioni avventurosi i luoghi marci e foreste incantate che hanno però come protagonisti i progenitori dei campioni della tavola rotonda: Uther pendragon padre di artù; lac padre di Erec e così via. Il prologo dell'opera esplicita chiaramente la volontà di ricostruire la preistoria delle vicende arturiane tralasciate dagli altri romanzi cavallereschi. Una delle caratteristiche più originali e la visione in esso espresso di un fantastico umanizzato, una concezione del meraviglioso dell’insolito visti come prodotto eccezionale di una qualità o di un'azione umana fuori dal comune, La letteratura francese del tardo Medioevo Tra i generi letterari coltivati nel tardo medioevo francese la poesia occupa una posizione eminente di particolare prestigio sociali e si spinge a includere entro il suo orizzonte gran parte dei testi in versi. Questa tendenziale identificazione tra spazio poetico e produzione in versi va vista in stretto rapporto con la parallela associazione tra forme narrative ed espressione prosastica. Sia dunque coincidenza delle nozioni diverso e poesia: sguardo introspettivo ripiegamento in se auscultazione dei moti interiori messa in scena dell'io rappresentazione degli stati dell'anima descrizioni di fenomeni afferenti alla sfera emotivo- affettiva. Per quello che delle opzioni metriche bisognerà rilevare uno speciale interesse per il rondeau,forma chiusa circolare che si apre in un ampio movimento avvolgente per ritornare a se stessama vanno menzionati il virelai, la ballata e il chant royal. Guillaume de machaut autore di circa 400 testi lirici e una decina di dits era personalità di maggiore spicco del XIV secolo. La sua carriera poetica si può considerare paradigmatica della civiltà letteraria tardomedievale, fondata sul mecenatismo esercitato dai grandi signori e caratterizzata da un'interrelazione molto forte tra autore e patrono- committente. Grande indagatore delle possibilità combinatoria tra musica e poesia egli è autore della messa di Notre Dame scritta nel 1364 esempio paradigmatico dell' Ars Nova, lo stile compositivo polifonico che andava allora diffondendosi in Europa. Al centro della riflessione ci sono i temi della caducità, dell'invecchiamento, della fuga del tempo, sostando sui piccoli accadimenti quotidiani che formano la tramatura esile del vissuto e reinterpretando con grazia manieristica la lezione del gran chant curtois. La sua raccolta di liriche ad esempio a lode delle dame è un campionario di topoi cortesi, adattati alle forme metriche in voga. La descrizio puellae funzionale all' esaltazione della donna vista come fonte di ogni perfezione e paradigma assoluto nella fine amor si svolge in una sola breve stanza dove non c'è un vero sviluppo del tema quanto piuttosto un' amplificazione dello stesso mediante la ripresa diversi e anche di immagini identici e dove il movimento è tutto affidato alla partitura musicale del testo. Maggiore originalità si riscontra laddove la fictio allegorica si intreccia con la dimensione più autenticamente autobiografica e dove guadagna spazio alla riflessione retorica sul ruolo, l'attività e la dignità dello scrittore. Sulla linea del tecnicismo applicato alle esigenze del quotidiano si muovono alcune tra le più significative figure della generazione successiva ad esempio froissart e dechamps che continuano a scrivere poesie d'occasione su circostanze marginali. Il primo è conosciuto per la sua attività di storiografo i quattro libri tracciano una fresco di ampio respiro della società aristocratica europea del 300 affascinata dal fasto delle cerimonie di Corte e imbevuta di valori cavallereschi. Viaggi in Europa durante gli anni del suo servizio presso la regina filippa moglie di Edoardo terzo d'inghilterra viaggi in Italia dove conobbe Petrarca. Il suo contributo come stereo grafo viziato da una visione partigiana della storia a favore del l'ottica degli interessi della dormita è meno importante del valore letterario della sua prosa brillantemente descrittiva degli ideali cavallereschi e delle scene di guerra la sua attenzione è rivolta a registrare le grandi meraviglie dell'evento bellico. Dechamps discepolo e forse parente di Guillaume, e il cantore del macabro quotidiano , l'osservatore impietoso di tutte quelle manifestazioni di fatiscenza che marcano l'inesorabile passare del tempo sulle persone sulle cose coniugate con la critica dei costumi e dei mali della propria epoca. Nella ballata di moralità si incentra sul motivo tradizionale delle varietà delle ricchezze terrene critica al valore passeggerò di beni mondani rispetto all'eternità della ricompensa divina; ricordiamo anche l'art de dictier, il più antico trattato diversificazione metrica redatti in lingua francese. Tra i secoli XIV e XV si situa la parabola creativa di Christine de pisan nata a Venezia e figlia di Tommaso pizzani, che era al servizio di Carlo quinto. Christine fu un' autrice prolifica e versatile che affianca a opere in prosa di impronta allegorica e autobiografica componimenti lirici di intonazione intimista. La poesia dedicata al consorte deceduto descrive la condizione di miseria materiale psicologica della poetessa. La sensibilità femminile raggiunge tuttavia il suo a apice espressivo laddove si unisce alla rivendicazione di una originalità e di una competenza inusuali e misconosciuti della cultura del tempo punto è famosissima la sua lettera al d'amore nella quale rivendica la propria dignità di femme de lettres e usa il proprio bagaglio intellettuale per difendere il gentil sesso degli attacchi dei più o meno celebri detrattori delle donne tra i quali Ovidio o Jean de Maun. Passando al 400 vanno poste nel giusto risalto due personalità di primo piano completamente diverse: charles d'orléans e frangois villon. Il primo appartenente all' elite dell'alta nobiltà coltiva una vena aggraziata e malinconica riflesso tra l'altro di lunghi anni trascorsi in prigionia Nutrita di tradizione cortese e di meditazioni sul senso di un esistere che scivola via sfuggente, attimo dopo attimo, lungo l'asse inclinato del tempo. All' eccezione delle liriche di occasioni composte dopo il suo ritorno in Francia la parte più rilevanti della produzione di charls si configura come una sorta di diario del carcere di natura allegorica che racconta in componimenti di vario genere in metro la storia d'amore del poeta , al servizio del Dio amore e in corrispondenza con la dama lontana, fino alla morte dell'amata virgola che provoca la rinuncia definitiva e la passione da parte dell'innamorato. questo corpus ricava dalla condizione di prigioniero dell'autore un prigioniero certo privilegiato ma comunque forzatamente separato dalla patria e dagli affetti familiari che ciò massimo spunto di originalità quel sentimento personale fatto di tragicità soffuse rassegnata malinconia che è il marchio della sua ispirazione. Il secondo dà forma una poesia aspra e vigorosa, giocata su strategia elusiva e doppi sensi, nella quale l'io poetante proponi squarci della sua vita viziosa e dolorosa, dissipata tra taverne e bordelli in uno stile ibridato che in mescola registra diversi e molti di varia provenienza. Il lais lascito è una sorta di parodia in chiave goliardica e fabliolistica del codice cortese dove il poeta figurando si da dover lasciare Parigi a causa di una delusione amorosa utilizza lo stratagemma meta- letterario del testamento lasciato da amici e conoscenti per sfruttare le risorse stilistiche dell’autoironia del comico e dell’osceno. Il lascito si apre come un vero e proprio testamento reale si svolge attraverso l'elenco delle donazioni, concatenate dal tecnicismo cioè dico e tutte a vari livelli beffarde e si chiude con il concerto dell'autore che appone la sua firma a questa sorta di documento della propria fortuna. Accanto a questo vi è il testamento una vera e propria summa della poetica del suo autore composto a partire dal 1461 si articola in 186 stanze che svolgono la riflessione esistenziale dell’io lirico il suo lascito spirituale e sono intervallate da ballate e rondaux di approfondimento su un tema specifico. Il testamento ci consegna l'immagine di un villone trentenne segnato dalle esperienze della vita ed alla reclusione nelle prigioni per volere del vescovo odiato bersaglio di molte delle sue tirate sull’ingiusto destino toccato in sorte. La danza della morte è un motivo di ampia diffusione nella letteratura e nelle arti figurative europee tra XIV e XV secolo virgola che prevede la rappresentazione della morte personificata che trascina in una grottesca sfilata l'umanità defunta disposta in ordine gerarchico dalle massime autorità del potere temporale e spirituale fino ai più umili rappresentanti del popolo. Il ritmo quasi onomatopeico dell'incidere calzante di questa lugubre processione e qui riprodotto attraverso la parossistica successione di unità sintattiche nominali brevissime , per coppie rappresentative ad esempio la descrizione dell' agonia del malato e riparte frenetico con il catalogo degli effetti fisici ripugnanti legate al decesso secondo il gusto per l'orrido tipico del certo moralismo religioso dell'epoca e per influssi di precedenti letterari quali e shampoo. La morte del poeta descritte nella ballata da una voce fuoricampo che invita il pubblico ad assistere alle esequie, e una mise in scena farsesca della morte per amore, dove tutti gli elementi aulici di biografia antica di Rudel. con rudel vi è un superamento del materialismo cortese , il sistema concettuale ed espressivo del fine amor sembra ormai definitivamente consolidato. Fulcro di questa concezione e la cosiddetta metafora feudale: il codice erotico viene cioè modellato su quello delle istituzioni entro cui nasce e si sviluppa la poesia trobadorica e queste istituzioni non possono essere altro che quelle feudali di Corte. La canzone ne riprende gesti simboli e rituali trasfigurando lì e ponendo quindi al vertice della piramide cortese la domina, la nobile dama altera inaccessibile cui il Cavaliere- amante si sottomette con devozione umiltà . Completamente estranea ad ogni sentimentalismo la fine amor complica dunque il desiderio erotico dirigendolo necessariamente verso una donna di alto rango , così come il Vassallo al signore l'amante offre a midons il proprio maggio, si pone il cioè completamente al suo servizio, ne celebra le virtù e la bellezza invocando mercè e facendo di tutto per meritarsela. Si forma così quella costellazione di valori da perseguire e da diffondere che tipica dell'ideale della cortesia due punto il pregio, l' eccellenza dei modi, il valore, le qualità personali, la misura cioè l' autocontrollo, l'equilibrio che è condizione necessaria della cortesia, la liberalità e così via ; cui si contrappongono i vizi della villania e dell' eccesso la cattiveria e la falsità l'oltraggio e l'avarizia. L' irraggiungibilità della donna amata non esclude né estingue il dato di partenza due ponti il desiderio anche sensuale dell amante dell'io lirico. Gran parte della lirica trobadorica si muove tra questi due estremi: la distanza dell'oggetto d'amore e l'esibizione del ferm voler dell'innamorato , ossia la sua costanza incrollabile nel perseguire il desiderio amoroso che appare però frustrato e perennemente rinnovato. Il desiderio viene proposto è sospeso in quanto il godimento pieno dell'amore verrebbe ad annullare quella distanza gerarchica che invece condizione primaria. In questo quadro l'amore diventa fonte inesauribile di affinamento individuale e sociale: il soddisfacimento sessuale non può essere la soluzione naturale della fine amorr, la tensione erotica che ne risulta acquista un valore positivo. La fine amore diventa dunque il nucleo centrale di quel microcosmo di valori etici e mondani. Si crea una sorta di circolo virtuoso per cui la cortesia rende capaci di amare ma su a volte l'amore è fonte di cortesia in quanto tale e anche fonte di esaltazione interiore quasi mistica che trovatori chiamano joi:uno slancio vitalistico che è gioia dell'animo, euforia, esaltazione delle facoltà e delle potenzialità percettive ed emotive dell'individuo. Dal joi nasce anche la volontà di cantare cioè di poetare sicché esperienza amorosa e creazione artistica vanno di pari passo e quanto più è genuina luna tanto più riuscita sarà all'altra . Ciò spiega la straordinaria cura che trovatori riservano all' elaborazione formale e stilistica delle loro poesie e che toccherà vertici ineguagliabili per raffinatezza e densità con i grandi seguaci della poesia difficile e preziosa Rimbaut d’Aurenga e Arnaut Daniel. Lali ica dei trovatori: la questione degli st Di una distinzione tra due fondamentali maniera di poetare, quella semplice e cristallina aliena da complicazione retoriche e semantiche e quella difficile , ermetica, erano perfettamente coscienti gli stessi trovatori; i due stili sono già al centro di una famosa tenzone svoltasi tra due dei maggiori trovatori del XIII secolo: Giraut de Bornehl e Rainbaut d’Aurenga. Giraut di umili condizioni ma competente nelle lettere, salito in grande onore per la sua eccellenza poetica al punto di essere definito maestro dei trovatori fu attivo presso vari corti iberiche e ottenni la protezione dello stesso Rainbaut, di origine nobil, poeta in prima persona e protettore di trovatori fu sostenitore di una poesia del it complicata e raffinatissima quella di cui appunto si fa difensore nella tenzone contro Giraut. La struttura metrico il- strofica del componimento e viene stabilita dal primo interlocutore che in questo caso Raimbaut, identificato dal suo senhal, mentre Giraut risponde letteralmente per rime difendendo però la tesi contraria in un fitto dialogo di argomento letterario che si dipana sotto forma di botte risposta per altre sei coblas unissonnans e doppia tornada. Orgoglioso del suo rango di aristocratico e consapevole delle sue capacità artistiche il poeta nobile sostiene l' eccellenza del trobar clus come il linguaggio di una cerca eletta di intenditori: l'unico in grado di esprimere la fine Morra in modo che riesca comprensibile solo a chi è capace di intendere di distinguere ciò che vale da ciò che è senza valore; mentre il poeta delle umili condizioni spiega perché ha rinunciato allo stile oscuro in favore del trovar leu, in sintonia con le richieste del pubblico cortese: quanto più avrà successo e diffusione il componimento tanto più duratura sarà la fama del trovatore. L'obiettivo finale del trobar e il successo la fama la diffusione . Per Giraut la fine amor ha un valore etico collettivo mentre per Raimbaut è una scelta personale e autonoma, la strada individuale aristocratica e cinica, al joi. Rainbaut concentra e fissa i parametri di questo suo credo letterario nella sua celeberrima poesia- manifesto, la canzone del fiore inverso. La particolarità di questo componimento risiede sia nella costruzione formale che nel suo stile poetico. Si tratta di una canzone di sei koblas alternate dove le rime sono in realtà intere parole- rima il cui ordine rimane invariato in tutte le stanze salvo che |' avvicendamento tra stanze dispari e stanze pari e imperniato sulle rime grammaticali cioè con semplici modificazione flessionale delle parole prima. Appare chiaro la rigidità dell'impianto strutturale che produce invitabilmente delle involuzioni di senso e sintassi che riducono l'immediata comprensibilità del discorso. Quello che emerge è la ricerca di un oscurità che si configura come una strategia di copertura in cui si esprime la ferma volontà rambaldi Ana di appropriarsi a tutti i costi e nel modo più esclusivo di un messaggio costruito per una società ideale dalla quale si pretende escluso Virgo non accessibile ai più perché non compreso e banalizzato , da sublimare dunque con l' Altero ripiegamento individualistico ribadito alla fine della canzone. Linea vincente sarà quella del trobar leu, più consona alle idealità di ceti e ambienti da cui erano uscite la cortesia e la finamore: anche se comunque persino nei casi di maggiore semplicità e scorrevolezza la poesia propensa le resterà sempre una poesia ardua e retoricamente sostenuta e difficile. Ciò dipende dal fatto che la scelta delle trobar leu e la sua legittimazione sono in fondo conquiste più recenti e più faticose; la poesia non è una poesia che nasce facile e si fa via via più difficile; e semmai il contrario. Non è un caso che il fondatore del trobar clus sia un trovatore guascone delle primissime generazioni di poco posteriore a Guglielmo: Marcabru. in lui l'oscurità e un'oscurità di messaggi di contenuto di origine spesso scritturale e religiosa al servizio di una poesia severamente e polemicamente moralistica che trae alimento da una concezione rigorista della fine amor che è egli agli antipodi di quella professata dai trovatori contemporanei che giudica corrotti e libertini. Giorni fa vicino a una siepe e il più antico esemplare di questo genere giunto sino a noi in cui l' umile contadina tiene vittoriosamente testa con argomentazioni morali alle profferte del suo aspirante seduttore. L'autore sottolinea la sua distinzione dagli altri poeti il suo è un distacco morale e comportamentale difatti riassume il fulcro della sua poetica Nell'opposizione fondamentale tra l'amore sensuale e l'amore spirituale e di conseguenza tra i poeti che cantano e perseguono ideali futili con stile vuoto e artificioso, e se stesso propugnatore di una misura dito nel contenuto che può risultare ostica solo se non si riesce a capirne la portata etica. Ecco della lezione marcabruniana troviamo Peire d’Averhnem, Il quale si dice in una canzone rappresentante di un modo di poetare nuovo autore di vers entiers, componimenti interi nel senso perfetti perché coerenti in tutte le loro parti a livello sostanziale e formale e sostenitore di un codice poetico chiuso ai più, la cui profondità richiede una esegesi attenta ed esperta. L'attenzione quasi ossessiva per le rime difficili, la predilezione per un vocabolario raro e pregiato, la ricerca dell'effetto estetico spinto alle sue massime conseguenze di una musicalità non se significativa ed evocativa di un contenuto costituiscono l'orientamento primario del trobar ric lo stile ricco raffinato ricercato sarà questa la posizione del maggior continuatore di Rainbaut d’Aurenga, il per ricordino arnaut Daniel, il trovatore più amato da Dante e da Petrarca. Il virtuosismo di questo poeta si manifesta appieno già in componimenti come fra poco finirà la cattiva stagione o come la bellissima L’aur'amara con il suo prezioso intarsio dirimerà re, il cromatismo semantiche fonico, il ritmo franto, le allitterazioni, prodotto anche dall originalissimo schema metrico. La celebratissima sestina una forma metrica del tutto peculiare di cui il poeta è certamente l'autore. il componimento si presenta con una canzone di sei strofe di sei versi ciascuno più una tornata in tre versi non ci sono pero Rimini bensì parole- rima che si ripetono identiche in tutte le stanze con variazioni costanti solo nell'ordine di successione : questo meccanismo fisso di progressione ed inversione delle parole rima è detto retrogradatio cruciata e risponde a rapporti numerici e combinatori ben precisi. la genesi di questa particolarissima forma metrica che vuol porsi come il corrispettivo di un'ispirazione poetica generata da un'ossessione amorosa tormento samente sensuale: sono stati rilevati influenze e analogie con i carmina figurata classici, tardo latini e medievali; si sono tentate modellizzazioni matematiche ardite; Sono state proposte letture a base ludica che legano numero delle parole rima alle sei facce del dado; interpretazioni escatologiche connesse al numero 6 e suoi multipli apocalittici. La ica dei trovatori: contesto, sviluppi, tramonto Partendo dall'analisi dei testi lirici trombadori, Erich Kohler, Ha formulato una teoria che associa la genesi o meglio l'invenzione della fine amor alle stanze sociali ideali di un particolare ceto dell'occitania del XII secolo , quello della piccola nobiltà. Teoria nota come sociologia della fine Morra. La struttura psicologica dell'amore cortese e determinata dalla situazione sociale economica e politica della piccola nobiltà. E la struttura di un potente sforzo di integrazione che crea forme di vita e ideali validi per tutta la nobiltà. Esso fonde superamento delle tensioni sociali sulla base inattaccabile del più potente degli istituti umani, dell'amore, represso per istanze sociali e innalzato a strumento di ordini. Sempre secondo kohler le tensioni interne il mondo aristocratico- fodale sarebbero state superate attraverso l'elaborazione di un codice etico e di comportamento che privilegiava la nobiltà d'animo e il valore individuale e che scorgevano il servizio d'amore lo strenuo esercizio attraverso cui far valere la propria eccellenza e legittimare le proprie aspirazioni di ascesa sociale così che la piccola nobiltà avrebbe imposto al l'intera aristocrazia un codice ideale che sublima va e trasfigura va la situazione reale facendola diventare il perno di un sistema di valori in cui la sottomissione, la distanza dell'oggetto desiderato, il differimento del piacere erotico, la sofferenza per amore, assumevano i tratti di una scelta precisa e consapevole finalizzata a dimostrare le proprie intrinseche virtù e a diventare materia di canto di poesia di letteratura. Ciò è esemplificato in una delle canzoni di ventadorn il più puro rappresentante del trobadorismo cortese, con la sua poesia semplice cristallina e nello stesso tempo intensamente malinconica. Questa canzone è una vera e propria summa dei popoli e del vocabolario cortese dell'età d'oro della lirica trobadorica. Non a caso essa è concepita come risposta alla canzone di d’Aurenga, a sua volta oggetto di dibattito da parte di chrétien. La tensione del sentimento amoroso si sviluppano il motivo dell infelicità dell'amante rifiutato da una midons crudele capricciosa non intenzionata a premiare il poeta per il suo servizio amoris nonostante la sua devozione assoluta e totale abnegazione. la mala natura della figura femminile e il dichiarato esilio del poeta insoddisfatto portano a classificare questo componimento come un addio sotto genere del canso, nel quale il trovatore rende nota la propria volontà di separarsi dalla donna. Sarà inevitabile che col passare del tempo i presupposti sociologici del fare poesia moutinho così come gli ideali cavallereschi e cortesi andranno adattandosi alle esigenze e alle tendenze in continua evoluzione della società e della cultura coeve. Una volta perso il contatto con il nucleo genetico prima ingegno delfino amor nel restò però il patrimonio ideale ricchissimo anche se svuotato delle sue scottanti implicazioni iniziali: ed è questo che si trasmise di generazione in generazione fino a informare di sé tutta la lirica successiva. Tra la fine del 1100 e l'inizio del secolo successivo la fine amore e la lirica trobadorica si cristallizzano così in una sorta di vulgata cortese di convenzione letteraria iper codificata, un modello di riferimento per tutte le letterature volgari d'europa ma che tende ad esaurirsi pur trovando ancora interpreti di altissimo valore: come ad esempio Folchetto di Marsiglia. Alcune similarità tematiche e stilistiche tra più componimenti di autori diversi sulla scorta di una tradizione lirica che si andava allora assestando sull'autorità dei trovatori più noti e sulla fortuna di cui godevano e si riutilizzano e variano i motivi più praticati e più alla moda più rispondenti al gusto di un vasto pubblico. Nello specifico del genere canso, all'interno della dinamica della fenomenologia e fisiologia dell'amore i sintomi e gli effetti che essa ha solo innamorato tre suonano in parecchi trovatore contemporanei o della generazione successiva; altro riscontro Nell'immagine dell'allodola il lessico dell'oblio estatico di cui essa è visualizzazione metaforica. Altro elemento sono gli occhi responsabili della sofferenza del poeta perché lo feriscono a morte con l'immagine dell'amata ma sono allo stesso tempo i suoi benefattori perché portano questa immagine nel suo cuore. Destinato a diventare un topo tra i più sfruttati in ambito pane romanzo troviamo questa descrizione della dinamica amorosa legata al vedere tratti non vedere di forchette di Marsiglia dove il pensiero d'amore che si è insediato nel cuore del poeta innesca la tipica dialettica cortese didattica della sua epoca, la voce narrante del giullare fornisce nella chiusa una vera e propria morale contro i danni provocati dalla gelosia che e però allo stesso tempo una velata critica alla perfida astuzia connaturata al carattere femminile. Sia la narrativa laica aggiungiamo quella di tipo agiografico ed edificante ne viene fuori una produzione tutt'altro che trascurabile e che relativizza almeno in parte l'etichetta di eccezione narrativo tradizionalmente applicata sulla scorta di limentani , a questo settore non infimo dell'antica letteratura occitana. Del resto la tradizione egemone genera al suo interno L'eccezione narrativa forse più cospicua e originale elaborata dal medioevo eccitano e cioè l'imponente corpus di rose biografiche ed esegetiche di cui sono spesso corredati i canzonieri: le vidas e le razos. È a questo corpus che risalgono tutta una mitologia e un immaginario trova dorico che a lungo hanno costituito uno dei canali privilegiati per accostarsi al mondo medievale: si pensi alla vida di Rudel, che si innamora della contessa di Tripoli senza averla mai vista e muore tra le sue braccia in Terra Santa. Le vidas possono essere lunghezza molto limitata o configurarsi come vere e proprie novelle. Quanto agli altri generi non lirici, la tradizione più rappresentata in lingua d’oc è quella degli insegnamenti, poemetti di didattica cortese o mondana, e degli altri testi di tipo didattico- enciclopedico. La letteratura galego- portoghese La lirica dei trovatori gallego- portoghesi Nel 1100 nasce e si sviluppa nelle corti regali e signorili della penisola iberica una tradizione poetica in volgare direttamente ispirata alla lirica dei trovatori occitani e alle tematiche dell'amor cortese , ma caratterizzata da tratti peculiari di notevole interesse e originalità: si tratta della lirico galego- portoghese , esclusivamente in lingua galega. Epicentro della produzione e nei regni di Portogallo e di Castiglia e nella contea di Galizia. Il fatto linguistico è la prima caratteristica di questa poesia ; L'altra e la sua articolazione in tre generi ben distinti che solo parzialmente trovano corrispondenza nel tradizionale sistema di generi lirici occitani. Il più antico poeta a noi noto è Johan Soarez de Pàvia, trovatore originario del Portogallo , autore di una cantiga di argomento politico databile tra il 1196 e il 1200 in cui narra le incursioni del re di Navarra nei territori aragonesi e castigliani (ravvisabile influsso stilistico dei sirventesi occitani), a testimonianza della circolazione di testi e artisti nel medioevo e delle influenze reciproche interessante notare come il trovatore bertran de Born e rapporti politici con il troviero Conon de Bethune, il quale fornisce a Soarez il modello metrico e melodico nella sua poesia. L'ultimo trovatore è invece Pedro de Portugal, Conte di Barcelos. a questo personaggio si deve sicuramente la compilazione del vasto canzoniere antologico perduto, Livro das cantigas, e lasciato ad Alfonso XI di Castiglia, che all'origine del ramo della tradizione manoscritta Oggi rappresentato solo da due apografi, Senza questi due testimoni la nostra conoscenza della lirica gallego portoghese sarebbe irrimediabilmente limitata. L'unico testimoni duecentesco di una certa consistenza è il Canzoniere dell’Ajuda, il quale contiene solo componimenti appartenenti al genere della cantiga d'amor e tutti ha deposti cioè privi di rubriche attributive; abbiamo anche diverse testimonianze frammentari di entità minima. L'esiguità della tradizione manoscritta della lirica profana galego- portoghese tanto più colpisce in quanto la fioritura di tale lirica fu per oltre un secolo e mezzo virgola e soprattutto durante il 200, imponente e rigogliosa. Il corpus di testi giunto sino a noi supera le 1600 unità, e ci sono noti i nomi di oltre 150 autori di sbagliatissima provenienza e soprattutto di sbagliatissima estrazione sociale: sovrani e figli di sovrani, aristocratici di alto rango, cavalieri, borghesi, trovatore di professione e giullari. La cantiga d’amor è il corrispondente galego portoghese del canso provenzali, della chanson francese, della canzone italiana, il genere destinato ad accogliere ai più alti e aulici livelli espressivi il monologo di un io lirico maschile che rivolgendosi perlopiù direttamente alla donna amata, espone diffusamente i propri sentimenti d'amore, le ansie virgola e desideri, le speranze, e soprattutto le paure i tormenti legati alla propria passione amorosa. Così ad esempio Pai Soarez de Taveiros, descrive le condizioni dolorosa di amante non contraccambiato accomunando la propria esperienza alla triste sorte di tutti quelli innamorati che consacrano il loro amore ad una dama crudeli e sono destinati a morirne senza ricevere alcuna ricompensa; la dinamica delle pene d'amore è sintetizzabile inuna parola che è un po il leitmotiv delle cantigas d’amor cioè coita, che indica frustrazione amorosa spinta fino ai limiti dell'ossessione e dell'oppressione e quindi usato come sinonimo di tormento patimento e angoscia , talmente pervasivo e insistente da costruire in un certo senso il più tipico tratto differenziale rispetto alle altre liriche romanze nelle quali l'elemento disforico , pur ben presente, non esclude affatto la messa in scena della gioia dell'esaltazione del fervore erotico. Il topless della frustrazione d'amore produce un repertorio fisso di immagini e scelte lessicali ricorrente nella produzione dei trovatori di generazioni diverse. È sintomatico che uno degli ingredienti più tipici della rappresentazione vitalistica dell'amore trobadorico cioè l'esordio primaverile, non venga praticamente mai utilizzato in questo genere; questi procedimenti che rinviano a un lontano retroterra folclorico s'intersecano nella cantica d'amor con altre tecniche desunti dalla tradizione colta dei trovatori occitani. Le tipologie degli schemi rimici sono fondamentalmente 3: 1. Stanza di quattro versi a remi incrociati (ABBA) o a rime alternate (ABAB), più ritornello di due versi a rima baciata (CC) 2. Stanza di due versi a rima baciata (AA), più ritornello di un verso (B) 3. Stanza di 7 versi senza ritornello, con una fronte a rime incrociate o alternate (ABBA o ABAB), e una sirma del tipo CCA e CCB La relativa convenzionalità tematiche formale di questo genere impedisce evidentemente di individuare differenze sensibili fra autore e autore o addirittura dei processi produttivi nella storia del genere; in alcuni si assiste allo sforzo di svincolarsi dal topos ossessivo della morte per amore; o da quello dell' irremovibile fedeltà alla dama sdegnosa e ingrata ; Ma si tratta di evasioni o sperimentazioni episodiche. La struttura del genere e le sue peculiarità sono ribadite da don Denis in due celebri canzoni in cui la poetica della lirica profana gallego- portoghese viene più o meno esplicitamente contrapposta a quella , giudicata e meno sincera, dei provenzali: in una canzone di chiara di voler comporre un canto d'amore alla maniera dei provenzali imperniato cioè sulla lode incondizionata di Madonna con cui evidentemente egli si pone in competizione; in un'altro componimento il poeta critica l'uso generalizzato dell'esordio stagionale nei trovatori in lingua d’oc come sintomo rivelatore della cristallizzazione e monotona un'informazione dei loro sentimenti virgola di contro all'originalità e sincerità dell'ispirazione amorosa della lirica profana peninsulare dove l'abolizione dell'attacco topico primaverile riflette lo strazio interiore del poeta che non nasce da un sentimento di circostanza esternato solo nella stagione dei fiori ma da una passione totalizzante che pervade ogni istante dell'esistenza. Va tenuto conto che anche in questo caso, in cui la spontaneità degli o lirico e così apertamente esibita, siano sempre entro i canoni di una poesia d'arte che interpreta la soggettività dell'autore nell'ottica tipicamente medievale della stretta dipendenza dalla tradizione in cui modelli presi a riferimento e imitati servono da puntelli autoritativi del sistema artistico in cerca della propria più specifica identità. Il sovvertimento della cornice naturalistica in nome di un sentire senza tempo e senza paragoni trova due antecedenti illustri rispettivamente nella canzone del trovatore Rainbaut d’Aurenga e il troviero Eustache de Reims. Tuttavia il manifesto poetico di don Denis è importante perché rappresenta una consapevole e matura rielaborazione in ambito galego portoghese dell'eredità lirica Gallo- romanza. La cantiga d’amigo Il genere che ancora oggi maggiormente colpisce ed affascina i lettori della poesia galego portoghese è certamente quello della cantiga d’amigo. una Serie di motivi, i principali dei quali sono: Si tratta di una poesia di donna in cui l'io lirico che vi esprime e femminile virgola in contrasto con la consuetudine che pone gli U lirico maschile come tradizionale locutore della poesia amorosa; forma frequente e il monologo ma non mancano i dialoghi; Si tratta di una poesia molto più semplice spesso più passionale e sincera , ricca di immagini paesaggistiche e naturalistiche investite di valenze simboliche e metaforiche: il mare è lo scenario privilegiato di molti autori, l'elemento Marino rappresenta una sorta di trasposizione esteriorizzata: come in una canzone accade c'è una fanciulla interroga i flutti agitati sul ritorno del suo innamorato o di come in un'altra la fanciulla è invece incantata il rapita dal misterioso richiamo del mare mentre prega per il suo amato lontano. Ma gli scenari possono essere più vari: dai prati percorsi da cervi a boccioli sugli alberi; Si tratta di una poesia che utilizza in modo assai più frequente in massiccio che negli altri generi tutta una serie di procedimenti iterativi e paralleli stici che finiscono per esercitare un effetto suggestivo e in qualche modo incantatorio, tra primitivismo popolare e virtuosismo manieristico. Tra questi procedimenti il più caratteristico è dopo l'uso del refram, e il cosiddetto leixa-pren, un rigoroso meccanismo di concatenazione e avanzamento tra coppie di strofe parallele in base al quale vi è un continuo rimbalzare di segmenti versali pressoché identici con variazioni minime in posizioni fisse da una strofa all’altra; Si aggiungono brevità delle stanze, lessico semplice e giocato su termini sinonimici. Il correlato anche ripetersi della linea melodica che porta un effetto di spontaneità quasi popolare; è tutto ciò abbastanza paradossale>La voce femminile una finzione letteraria, e perché il genere e non meno convenzionale e codificato di quello d'amor. la genesi della cantiga d’amigo è più complessa pur inquadrandosi nella temperie cortese, il genere affonda le sue radici in tradizioni espressive pre- cortesi che forse popolari , diffusi in tutte le culture europee ma non sempre approdati alla documentazione scritta. Per il medioevo romanzo soccorrono soprattutto le chanson de femme antico francesi, per quello germanico il Frauenlied, ma per quanto è di questo genere galego portoghese bisogna pensare a un patrimonio culturale in buona parte autonomo e autoctono: quello che fa capo al più antico corpus di lirica romanza giunto sino a noi, le klaragiat mozarabiche: brevi poesiole in volgare romanzo inserite da poeti arabo andalusi ed ebreo andalusi alla fine di certi loro componimenti per l'appunto in arabo o in ebraico. Ci sono pervenute poco più di 500 cantigas d’amigo, ricordiamo Vinhal, Coehlo. Le cantigas composte da don Denis interferiscono spesso altri generi e registri: pastorella o l'alba. La cantiga d’escrnho e de maldizer Sembrerebbe questo genere avere diretta attinenza col genere occitano del sirventese, riservato i temi politici, militari, morali ecc. Vero solo in parte poiché il genere galego portoghese accoglie tutta una serie di temi motivi e ingredienti vari che rinviano anche ad altre tradizioni e che mostrano affinità anche con la contemporanea poesia comico- giocosa Toscana. Principale tratto unificante delle oltre 400 cantigas e in definitiva la funzione satirica, che possono essere classificate in: Satira politica virgola in occasione per esempio della guerra civile che percorsa il Portogallo tra 1245 e 1247 o della sfortunata guerra di castigliani contro Granada negli anni 60 del 200 quando Alfonso X scrisse una serie di invettive contro i suoi pusillanimi cavalieri; non mancano satire contro cortigiani prepotenti e corrotti; la Corte reale rappresenta anche il maggiore centro del mecenatismo culturale che limita fortemente l'espressione di una poesia critica nei confronti del potere ufficiale come invece possibile nel sud della Francia. Nonostante ciò possiamo notare in una cantica di Airas Peres, i signori portoghesi oggetto di un tagliente biasimo che con l'avallo delle autorità ecclesiastiche locali e del Papa si sono venduti al re Alfonso successore dello spodestato Sancho II; si fondono in questa cantica i toni aspri dell invettiva, la che conquistò valenzia nel 1094 e morì nel 1099. Divisi in tre parti per un totale di circa 3700 versi e composto intorno al 1140, rielaborando per scritto in forma letteraria, materiali precedenti ed eterogenei, a trasmissione prevalentemente orale, il Cid, è il monumento per antonomasia dell'antica letteratura spagnola , quello in cui si concentrano e si assumano sia le peculiarità formali della struttura epica (grande sobrietà e semplicità espressive; stile formulare abilmente adattato alla linearità del racconto; centralità di pochi personaggi a cominciare da quello del protagonista può Inter, ricchezza e varietà di dialoghi), sia i caratteri tipici della hispanidad dell'epoca: l'amore per la famiglia, l'audace unità al dominio delle passioni, il rispetto e la lealtà nei confronti dell'autorità regale. Caratteri che emergono anche nell'altro poema dedicato al sud e precisamente alla sua giovinezza: Le Mocedades de Rodrigo, di autore assai più tardo ma ancora legato alla tecnica delle l'asse diversi anisosillabici. Il poema del mio cid si apre con l'esilio di Rodrigo ingiustamente condannato dal re Alfonso Vl:per riconquistare la fiducia e persa l'eroe si lancia vittoriosamente in una serie di campagne contro i Mori in prigione il Conte di Barcellona , Raimondo berengario II. ristabilita la dignità del proprio nome ottiene il perdono del re e la possibilità di ricongiungersi con la moglie Jimena e le due figlie Elvira e Sol. Le due fanciulle vengono destinate in sposi seppure a malincuore agli infanti di carrién, Diego e Fernando Gonzalez virgola che interessati solo alla dote si rivelano persone infide codardi: per rivalersi nel disprezzo che il sito dimostrano i loro confronti essi arrivano persino picchiare abbandonare le loro rispettive consorti. Rodrigo indignato chiede giustizia al re e lo tiene vincendo il duello giudiziario sentenziato. La soddisfazione per questa vittoria morale e completa dopo che il re di Navarra il re d'aragona chiedono la mano di Elvira e Sol. la parte più propriamente epica è quella iniziale che comincia in medias ress con l'eroe disperato e derrande, e prosegue con le campagne militari che lo incontreranno vincitore si morì dopo la decisiva conquista di valencia, La narrazione secca noi induce a dettagli infatti c ed è quasi ridotta al solo riassunto cronachistico dei fatti principali. Dal punto di vista dello stile, si rilevano tutte le caratteristiche tipiche della tecnica esecutiva di matrice giullaresca e orale struttura il l'asse di lunghezza variabile con ripresa parallelistica leggermente mutata, irregolare misure diversi, intercalari di richiamo all'attenzione del pubblico. | toni militaresco- celebrativi si smorzano nella terza parte dell'opera lasciando spazio valori che hanno soprattutto attinenza con la sfera dei sentimenti delle passioni individuali non a caso questa sezione viene definita resoconto o poema narrativo e non gesta : imperniata sulle infelici nozze delle figlie del Sud con i due pusillanimi infanti, sezione che approfondisce il tema dei vincoli familiari dell'amore filiale allo scopo di risaltare la tempra morale dell'eroe. Il ruolo del padre di famiglia , Rodrigo soffre per il torto arrecato a Elvira e a Sol, chiede giustizia e gioisce per il loro secondo matrimonio. Rilevato come l'andamento narrativo del poema risponde ad un meccanismo di alternanza tra situazioni negative di partenza e situazioni positive di arrivo tipico dei testi volgari +il destino del Sud lo vede evolversi da semplice membro della nobiltà ah signore di valenzia e da padre disonorato a suocero dire. A pagamento come condottiero e come genitore coincide anche con la fine del poema che si conclude nel manoscritto unico con una sorta di colophon. l'identità di questo Abate Pietro resta misteriose e non è possibile stabilire con certezza se si tratti dell'autore o del trascrittore dell'esemplare da qui deriva l'unico testimone del poema giunto sino a noi acefalo e con alcune lacune interno solo approssimativamente sanabili grazie a fonti indirette , superiori e in prosa, sulla sulla base delle quali gli editori cercano di ricostruire le porzioni di testo mancanti. O per storiografiche rappresentano infatti un prezioso deposito di temi epici. La data menzionata del 1245 va inoltre rettificata perché prende a riferimento l'anno di Fondazione delle province romane di Spagna per volere di Giulio Cesare ossia il 38 a.C.: essa corrisponde dunque al 1207 dell'era cristiana. A seconda opera anche se te l'ha mandata da un solo manoscritto molti lo della porzione finale sono state attribuite ad un chierico che le avrebbe redatte tra il 1350 il 1360. Dopo un'introduzione in prosa che narra la storia dei giudici di Castiglia, la parte versificata si apre sulle incomprensioni che coinvolgono i loro discendenti. Rodrigo uccide Goméz de Gormaz, colpevole di aver recato danno a suo padre e ne cattura i figli maschi punto per riscattare i fratelli prigionieri una delle figlie di Gormaz, Jimena, si offri sposa e Rodrigo con l'intercessione del re Ferdinando I. Rodrigo accetta di non consumare il matrimonio finché non avrà portato a termine vittoriosamente 5 battaglie; si lancia dunque in una serie di valorosi imprese arrivando fino a Parigi a sfidare i 12 pari. Prima della battaglia campale decise d'accordo con l'imperatore, il Papa e il re di Francia, la nascita del figlio del re di Castiglia impone una tregua di 12 anni. E qui il manoscritto si interrompe: la figura giovanile di Rodrigo appare più irrequieta e orgogliosa , recalcitrante all'autorità regale. La figura del protagonista è bivalente: si percepisce la grandezza ma al tempo stesso la pericolosità. Roncesvalles, Cid e Mocedades sono gli unici tre poemi epici castigliani (cantares de gesta) che siano stati in tutto o in parte materialmente conservati. La poesia didascalico- narrativa e il mester de clerecia: Gonzalo de Berceo Le forme principali della poesia didascalica narrativa sono i contrasti e i poemi di tematica religiosa. | contrasti di derivazioni scolastica, hanno finalità didattiche: il dialogo svolto per lo più attraverso argomentazioni antitetiche, vede solitamente come protagonisti delle personificazioni ad esempio l'anima il corpo o l'estate e l'inverno che discutono tra di loro . Appartengono a questo genere tipicamente medievale alcuni testi del primo 200, giunti c tutti frammentari, legati a influenze francesi e accomunati da alcune caratteristiche metriche di base , quali i versi generalmente brevi e spesso anisosillabici. in questa categoria rientrano il Debate del Alma y del cuerpo, frammento relativo alla sola allocuzione dell'anima; il Debate di Elena y Maria. La Razòn del amor giustappone una prima parte di tematica amorosa e con abbondanti richiami alla lirica galego portoghese, ha una seconda e principale parte , un simbolico dibattito tra l'acqua e il vino in cui si adombra rebbe il contrasto tra l'amore puro , casto , sublimato e l'amore mixtus, quello che include l'atto sessuale vero e proprio. Il fatto che questi due parti siano nel manoscritto unico da qui sono tradite separati da un rigo lasciato in bianco ha diviso la critica Sull'opportunità di considerare l'opera come un tutt'uno omogeneo ho come due unità distinte. Nel contesto tipicamente cortese di un giardino in fiore nel mese di Aprile, il poeta incontra una dama di superiore bellezza con la quale intreccia un dialogo amoroso; il debito che questa prima sezione mostra nei confronti della produzione lirica di matrice trobadorica è evidente nella ripresa di alcuni tra i suoi principali topoi come il locus amoenus,, l'esordio stagionale, la loro della perfezione della donna, ma essi si fondono con carattere più specifici della produzione galego portoghese come dimostra il fatto che la fanciulla faccia la sua apparizione intonando una cantica d’amigo. L’amigo, l'innamorato vagheggiato dalla ragazza è proprio lo scolaro che le incontra nel giardino con il quale si era scambiata la promessa di amore eterno per via epistolare. Dopo questa felice rivelazione i due innamorati sono però costretti a separarsi e mentre il poeta affranto resta solo fa capolino una colomba che versa dell'acqua nel suo bicchiere di vino dando così inizio al contrasto sui pregi e difetti dell'una e dell'altra bevanda. L'acqua il vino diventano così personificati i quali difendono le loro rispettive ragioni tenzo Nando con un serrato botta e risposta che si evolve da te immateriali e concreti ad or go mentazione sempre più metafisiche dottrinali fino a definire l'acqua come il simbolo del sacramento del battesimo e il vino come lo strumento della carestia struttura analoga e analogo vi sviluppo tematico lo ritroviamo in un componimento dei carmina burana. Tre poemi di tematiche religiose ed edificante per antichità e ampiezza spicca la vita di Santa Maria Egipcìaca, Traduzione di un'analoga vie francese dedicata alla leggenda di origine greca di un'ampia fortuna mediolatina e volgari della prostituta di Alessandro che si redime e trascorre il resto della propria vita nel deserto dove prossima la morte conosce il Monaco anacoreta Zosimo, ricevendo da lui i sacramenti è una degna sepoltura. Interventi volti a teatralizzare la narrazione attraverso inserti dialogati o aggiunta di dettagli descrittivi che rendono più vive le caratterizzazioni dei personaggi. Altre opere vanno ricordate il canto di crociata Ah Jerusalem. Tra i documenti più antichi della lingua e della letteratura castigliana c'è anche il primo testo teatrale spagnolo: la représentation de los reyes mago, la cui composizione risale probabilmente ancora alla metà del XII secolo. Costa 147 versi a remi e baciate distribuiti in 5 scene metricamente molto variate e narra la storia di re Magi. la scelta della dicitura representation pare più adatta perché si rifà alla denominazione assegnata a questo genere di rappresentazione religiose in un passo delle Siete partidas, opera giuridica d Alfonso X. la rappresentazione si articola in 5 scene le disquisizioni dei re Magi l’incontro dei re Magi Il colloquio con erode Il monologo di erode L'inchiesta di erode sull'identità del Santo neonato; manca il momento dell'adorazione cosa che porta a supporre la incompletezza del testo giunto sino a noi SGARSOSNE Il dettaglio sulle modalità del riconoscimento della divinità di Gesù attraverso l'offerta dei tre doni è una rarità: presente sole in un inno del XII secolo in poemi narrativi francesi sul Vangelo dell'infanzia, l'inserimento di queste informazioni nel dialogo tra le immagini conferisce all' azione scenica spessore psicologico e tono da disputa teologica. Tra le maggiori espressioni della cultura spagnola del XIII secolo vi sono le opere che appartengono al cosiddetto mester de clerecìa,in opposizione al mester de juglarìa. S'intende la produzione dei chierici, scritto ricolti che padroneggiano il latino e l'arte retorica e si dedicano ad opere non soltanto didattiche edificanti ma anche di tipo storico romanzesco. Accumunati da una tecnica: la cuaderna via, strofe monorime di quattro versi ognuna di 14 sillabe, Un'innovazione di cui sono orgogliosamente consapevoli gli stessi autori come quello del libro di Alessandro dove vi è una rivendicazione di questa maniera di comporre secondo uno schema ben preciso divenendo così il denominatore comune della produzione dei maggiori poeti del 200 castigliano; su tutti spicca Gonzalo de Berceo, legato al monastero di San Millàn. Di lui si conservano una dozzina di testi di carattere religioso e devoto: vite di santi Mirko poesie mariane, opere dottrinali e paraliturgiche. I suoi capolavori sono i milagros de nuestra signora (25 miracoli della Madonna preceduti da un prologo) che anticipano le cantigas de Santa Maria di Alfonso X.. L'impianto strutturale dell'opera ruotante attorno al numero 5 riunisce e rielabora episodi miracoloSI compiuti dalla vergine e già noti alla produzione in latino, qui vengono aggiunti anche i testi originali. Nel prologo Gonzalo mette a frutto la propria competenza retorica per presentare la materia dell'opera per gradi progressivi di senso, passando dal livello letterale- descrittivo della bellezza e potenza della vergine a livello astratto- simbolico dell'intermediazione salvifica sei volta da Maria per salvare gli uomini , nel loro peregrinare sofferente e penitente sulla terra; i colores o artifici del discorso costruito artisticamente e le immagini usate soggiogano ai principi delle esegesi scritturale, così che la vera portata allegoriche e morali del messaggio poetico può essere compresa pienamente solo dopo la delucidazione competente fatta dall'autore del significato profondo del testo celato sotto abbellimenti della forma. Il culto di Maria fu profondamente radicato nella penisola iberica: le prime manifestazioni sembrano risalire all'epoca di SANT’Ildefonso,vescovo di Toledo e protagonista del primo miracolo dell'opera di di Gonzalo. L'atteggiamento dell'autore e del suo pubblico e quello del fedele dei volte sottomesso, la Signoria della vergine è totale e lo scontro tra i valori mondano- cavallereschi di cortesia e villania si trasferisce sul piano morale della virtù e del vizio , ossia nella dialettica religiosa della rettitudine e del peccato punto i due protagonisti del miracolo della chiesa rapinata ossia un laico e un Chirico che decide di derubare un luogo consacrato la Madonna si comportano in maniera villana sono cioè semplicemente sacrileghi , ma anche grossolani privi di quel senso della convenienza sociale che mai ammetterebbe la sottrazione del velo ad una Pia donna tanto più se si tratta del velo della statua della Vergine Maria.il brano riassume alcuni anche dei tratti caratteristici dello stile di Gonzalo: paratassi scorrevole ed elementari scandita sulla base dei due emistichi del verso fortemente cesurato; le strutture parallelestiche che concatenano una quartina all'altra; le ripetizioni a fine di varatio e amplificatio di una stessa azione. Scritto probabilmente dopo la morte di Ferdinando III, nel nel 1252 questo miracolo ci offre un termine post quem per la stesura dell'intera raccolta punti fino ad allora l'attività letteraria di Gonzalo si era concentrata sulla geografia. Testi impostati con una dedica alla biografia del Santo, una parte dove si consacrano di miracoli compiuti in vita e una terza digressioni di carattere esemplare che li sentono delle influenze esercitate dalla letteratura didattica del tribunale di particolare e le vite dei santi . l'importanza data alla funzione didascalica spiega anche il gusto per le digressioni e per gli aneddoti edificanti. La prosa: il Conte lucanor di Juan Manuel Don Juan Manuel nipote di Alfonso e partecipativo e ambizioso della vita politica amministrativa castigliana del primo 300 è considerato il maggiore prosatore castigliano del XIV secolo: il primo a manifestare in questo campo una chiara autocoscienza artistica di stampo pre- umanistico una consapevole strategia d'autore che si manifesta nell esplicita volontà di trasmettere ai posteri testi fededegni. L'autore e il giudice che decide quali avvenimenti scegliere e quale veste letteraria dare loro. Autore di opere a prevalente impostazione didattico o pedagogico morale egli si distingue dagli altri rappresentanti di questi modalità di scrittura per il costante impiego letterario e la forte tensione stilistica e retorica che ne discende. Il suo capolavoro è il Conde Lucanor. Opera divisa in tre parti relativamente distinte iniziale libro de los enxiemplos, il libro de los proverbios, e il tractado de doctrina, tenuti insieme oltre che dalla finalità didattica , dalla cornice, basata sullo schema del dialogo tra un maestro il suo discepolo, in cui ai quesiti del discepolo, il Conte, il maestro Petronio risponde con argomenti desunti da storie esemplari. scelta privilegiata dell' exemplum in quanto narrazione breve che veicola un insegnamento morale teorico attraverso un addotto narrativamente articolato. Nel 51 apologhi che formano il primo libro i convenzionali ingredienti del genere medievale vengono rimodulati in forme più vive moderne che privilegiano l'autosufficienza inventiva del racconto sulla sua funzione pragmatica. Un esempio è l'episodio che ha per protagonista fernan Gonzalez l'omonimo conte, costui ergendo sia campione dell'attivismo politico e sociale indica il coinvolgimento diretto impavido nei fatti della storia come l'unica via capace di assicurare una fama imperitura. L'episodio presidente una struttura cornice con mise en abyme dell'esempio nell'esempio (il racconto di fernan innestato in quello di Petronio).il tema della reputazione personale destinate a sopravvivere anche dopo la morte è particolarmente caro a Manuel;qui il motivo viene enfatizzato mediante una sapiente operazione di recupero e lavorazione di materiali già noti così che l'espressione proverbiale negativa viene rovesciata in positivo in modo da risultare funzionale all'insegnamento di Petronio. La seconda parte resta la parte più vivace e attraente dell'opera uno dei vertici raggiunti della narrativa breve romanza secondo la critica. Usa accorte raffinato degli strumenti retorici dell'amplificatio, una viva sensibilità sintattica che padroneggia l'arte del periodo attraverso l'impiego di asimmetrie, parallelismi e richiami entra testuali. Il libro de buen amor di Juan Ruiz “Arcipreste de Hita” Il nome di Juan Ruiz, arciprete di Hita, compare in un documento quattrocentesco copia di un originale del 1330 circa punto di pochi anni dopo e la composizione del suo libro del buen amor in cui la firma dell'autore con tanto di titolo ecclesiastico compare più volte punto è stato proposto D'identificare l'arciprete con Juan Ruiz de Cisneros, figlio illegittimo di una coppia di cristiani prigionieri in territorio musulmano nato quindi in ‘ambiente arabo cresciuto secondo un'educazione occidentale , trasferito poi in Castiglia->ciò spiegherebbe il carattere mesci dato del libro le cui strutture narrative risentono in parte delle influenze della tradizione islamica , ma i materiali appartengono alla tradizione romanza. Il testo Cir conservato da tre manoscritti principali ed alcuni frammenti tanto che sia ipotizzato dell'esistenza di una doppia redazione dell'opera. preceduto da un prologo misto di prosa e diversi si estende per oltre 70.000 versi organizzati perlopiù in quartine di quaderna via anche se non mancano altri più agili metri di tipo lirico. Il libro narra la vicenda personale fittizia dell'autore che mettendo in atto i precetti del Dio amore e aiutato dalla mezzana Trotaconventos, seduce con successo donna Endrina,segue una serie di fallimenti amorosi e dopo una breve parentesi felice con la monaca Garoza,l'arciprete instaura un'assai poco efficace e costruttivo collaborazione con il mezzano don Furòn. la coesione tra i vari episodi, ciascuno in sé concluso e dotato di una propria autonomia, si fonda su strategie di interconnessione narrativa di tipo formulare. La costruzione dell'opera e la sua stessa drama possono lasciare sconcertati , tante e tali sono le digressioni e le divagazioni, gli episodi apparentemente irrelati, i generi e registri stilistici, gli stessi contrappunti ideologici. Ma ciò è il portato dell assunto profondo del libro che vuole denunciare attraverso exempla narrativi desunti da varie fonti, ma per lo più originali e ha presentati come autobiografici. Perché l'intento a priori e moralistico- didattico gli episodi erotici e Galanti narrati sono tutti votati allo scacco e alla delusione e sono spesso presentati in chiave parodica. Il libro è impregnato della cultura misogina del tempo e risponde ai canoni della letteratura moralistica romanzo è meglio Latina da cui derivano le numerosissime personificazioni allegoriche di vizi e virtù. Altre influenza molto forte e quella di Ovidio indiscusso maestro d'amore nel medioevo nella sua duplice pallino dica veste di conoscitore della passione il suo avvisato detrattore. Incontro che il protagonista fa in sogno con don amor offre l'occasione per una disputa sulla natura dello stesso e per una serie di consigli pratici su come scegliere la donna giusta che si configura come una vera e propria Ars amandi. l'inventiva vivacissima dell'arciprete la scrittura brillante ironica riescono facilmente a prescindere dai rigidi schemi che l'impostazione dottrinale del libro imporrebbe facendo proprio della mescolanza il punto di forza. Per la quale l'etichetta di inclassificabile appare come il più alto degli apprezzamenti: la presenza parodica del genere della pastorella ovvero una scena anti cortese e la più fervida Lodi alla vergine cioè un'invocazione la Vergine Maria che pone il poeta peccatore in uno stato di assoluta inferiorità rispetto alla donna perfetta per eccellenza. Questo libro può essere considerato tra i più originali esempi di una tendenza in atto nella letteratura romanza tra la fine del XIII secolo all'inizio del XIVVirgola che mirava a fondere l'opera poetica di un determinato autore in una cornice autobiografica e di carattere più o meno fittizio. La lirica. I romances Una lirica in lingua castigliana fiorisci relativamente tardi virgola dopo il declino della poesia d'espressione galego portoghese e subito tende a differenziarsi da quest'ultima, privilegiando nettamente quel tipo di verismo che si vuol definire tradizionale e che nella penisola iberica appare particolarmente vitale , legato al folclore e all'oralità core radici antiche profonde. Tipiche di questa poesia sono: la voce femminile, le forme metriche di tipo popolare e ballatistico, le tematiche quasi esclusivamente d'amore, ma che non ha nulla a che vedere con le convenzioni dell'amore cortese; l'espressività semplice e diretta il rapporto con l'evocazione di sentimenti forti e genuini di festosi scenari naturali ti inviti alla danza di attività come filatura o tessitura. Quasi tutti gli elementi si ritrovano in quello che costituisce il più antico corpus di poesia lirica romanza giunto sino a noi: un corpus di localizzazione iberica in particolare andalusa. Si tratta di quelle brevi strofette di donna che alcuni poeti arabo- andalusi dell'undicesimo e dodicesimo secolo hanno inserito alla fine di certe loro composizioni poetiche in lingua araba dette muwassahat, Con l'intento di vivacizza armi o comunque con notarne la conclusione mediante il ricorso all'altra voce e all'altra lingua appunto il volgare romanzo parlato nell andalusia sotto il dominio arabo punto il nome tecnico di queste strofette di chiusa e khargia letteralmente uscita le più antiche risalgono alla metà del XI secolo dunque ben prima della lirica dei trovatori. La loro scoperta e la loro pubblicazione hanno permesso non solo di accrescere le nostre conoscenze in merito agli antichi volgari libero- romanzi e alla simbiosi linguistica e culturale arabo- romanzo nell’Andalusia medievale, ma di confermare le ipotesi già avanzate dai precedenti studiosi intorno all'esistenza , alla consistenza e all'antichità di una tradizione lirica iberica genuinamente autoctona e popolari : tradizione che avrebbe dato origine da un lato le cantigas d’amigo galego portoghesi e dall'altro la poesia tradizionale castigliana appunto la quale è dunque rappresentata in primo luogo dal tipico genere del villancico, composto da una strofetta di apertura e da un più lungo testo mono o pluri strofico in cui si amplia il nucleo tematico enunciate in apertura. Sono giunti sino a noi in maniera tarda come quello del poeta Juan de Encina. Forma lirica profana tradizionale simile a questo genere è lo zéfel, di ascendenza arabo andalusa uno dei comuni componimenti più noti e la cosiddetta canzone delle tre morettine in tre versi minorini seguiti da un distico in rima baciata con funzione di ritornello. Problemi analoghi a quelli posti alla tradizione dei villancicos si ripresentano per un genere che attraversa l'intera civiltà spagnola , quello del romance : termine che designa dei pometti narrativi d'estensione variabili di carattere epico- lirico- narrativo, formati da versi monoassonanzati di 16 sillabi divisi in due emistichi. Il Romancero viejo, cioè l'insieme dei romance più antichi si è formato tra quattro e 500 mai sostenitori della teoria tradizionalista ritengono che il genere sia andato costituendosi già nel corso del 200 quasi per gemmazione del grande ceppo dei cantares di gesta. colla denominazioni di Romancero nuevo si indica il corpus di testi composti da autori più recenti più punti Lope de Vega, Luis de Gongora, Francisco de Quevedo, su imitazione dei modelli antichi. Si possono distinguere su base tematica romanzi storici , carolingi ed epici, novellistici e lirici. Presentano una struttura interna fissa scomponibile in quattro parti: il marco, cioè l'ambito; una situazione iniziale; la complicazione e la risoluzione. Esempio il romance lirico rosa fresca, rosa fresca: testo dialogato che si apre con un rapido inquadramento spaziotemporale degli attori: corteggiatore un tempo amato ora respinto dalla ma che enuncia il motivo del loro dissidio raccontando ciò che è venuto a sapere della doppia vita del suo amante ; Questi chiude lo scambio denunciando l'infondatezza delle voci e rivendicando la propria sincerità d'animo e di comportamento. Negli stessi anni In Spagna sia la fioritura di una lirica colta e cortigiana che per essere anch'essa tramandata la canzonieri collettanei viene denominata cancioneril.lirica non più anonima ma di transizione dei vecchi modelli a quelli che cominciano ad arrivare dall'Italia >come adattare al castigliano l'endecasillabo italiano nell'opera il labirinto di fortuna di Juan de Mena. La letteratura catalana e le altre letterature romanze minori La letteratura catalana tra gli idiomi minori il catalano è certamente quello dotato di maggior prestigio , sia per ragioni storico culturali sia per la ritrovata autonomia della Catalogna. Oltre che in Catalogna e in parte del provincia di valencia, il catalano è parlato nella Repubblica di andorra, nelle isole Baleari, in alcune zone meridionali della Francia e infine nella città di Alghero in Sardegna dove fu importato verso la metà del 300. Considerato una lingua ponte tra il dominio Gallo romanzo il dominio iberico romanzo , presenta in effetti tutta una serie di fenomeni che in parti lo vicino più al primo che al secondo punto tra i fatti fonetici che il catalano condivide con l'occitano si registra la totale caduta delle vocali finali tranne -a, la conservazione della f iniziale, passato ad h e poi scomparso invece in spagnolo. Del resto l'influenza del vicino occitano sul catalano veicolata dal prestigio e dalla diffusione della lirica trobadorica è stata durante tutto il medioevo fortissima : è a quest influenza che si attribuisce la scomparsa dell'antico articolo del nominativo es. Di conseguenza i poeti catalani hanno adottato come lingua letteraria l'occitano , anche se intriso di catalanismi. alcuni dei più illustri trovatori sono peraltro catalani tra questi Guille, de Cabestaing, Cerverì de Girona. l'influenza della poesia occitana Si esaurirà nel corso del 400: con Jordi de Sant Jordi, ultimo erede del virtuosismo di Arnaut Saniel, e soprattutto con Ausias March, creatore di una lingua poetica ormai matura e svincolata dall occitano entrando così in una nuova fase. Quest'ultimo fu al servizio di Alfonso quinto il magnanimo e partecipò a diverse imprese militari nel Mediterraneo punto il corpus lirico che di lui possediamo costa di 128 componimenti di tematica amorosa la cui ispirazione marcata date principali spinte concorrenti meditate e rielaborate in moto assolutamente originale: a livello formale l'influsso trobadorica; a livello filosofico e religioso l'influsso della scolastica; a livello tematico l'influsso della poesia italiana Dante e soprattutto Petrarca. Il tema dominante dell'amore assume i caratteri dell'esaltazione sensuale, della malinconica riflessione sulla caducità della vita e dei sentimenti umani, della meditazione sul trascendente. Il tutto all'insegna di un'espressione preziosa per immagini e per lessico. diverso lo sviluppo della prosa che catalana fin dall'inizio e che trova già a fine 200 con Ramon Llull- poeta filosofo teologo narratore e polemista -il suo primo artefice e sistematore. l'attività dello scrittore è importante perché ispirata da un progetto dottrinale dando un impulso fondamentale all'uso del volgare. La sua produzione virgola in prosa inverso, è sterminata e non sempre di facile definizione: il comune denominatore può essere visto nella ricerca della definizione di una sublime arte combinatoria entro cui organizzare ogni forma di conoscenza. Questo è uno degli aspetti della grandezza dello scrittore. L'altro sta Il medioevo rumeno C'è un profondo scarto cronologico fra le prime attestazioni documentari e letterari delle lingue romanze occidentali e le prime attestazioni scritte del rumeno. Il più antico documento interamente scritto il rumeno che ci sia conservato è infatti una lettera del 1521 scritto del boiardo Cimpulung e diretta a un giudice tedesco per informarlo di una spedizione dei turchi. Della seconda metà del XVI secolo appartiene invece le prime traduzioni rumene dallo slavo di testi religiosi, comprendenti i salmi di David El frammenti degli atti degli apostoli e delle epistole. Sempre nella seconda metà del 500 si colloca l'intensa attività del diacono Coresi, grande tipografo ed editore che ha prodotto i primi testi a stampa rumeni comprendenti le traduzioni dei più importanti libri di culto cristiani , opere che hanno posto le basi della lingua letteraria rumena. Fioritura della letteratura religiosa il rumeno che si estese in quel periodo dei paesi tedeschi ungheresi all'area rumena punto alla metà del 600 risalgono invece i primi testi giuridici e la prima opera storica composta in rumeno ovvero la cronaca della Moldavia. Si tenga presente che tutti i testi sono scritti con i caratteri dell'alfabeto cirillico che Romania è stato utilizzato fino alla metà dell'Ottocento. A differenza delle letterature romanze occidentali quella rumena non ha avuto pertanto una fase medievale appunto la cultura rumena ha gravitato fin dalle sue origini la sfera dell'influenza bizantina e slava meridionale. L'uso del paleoslavo come lingua della chiesa e della cultura feudale si diffonde si consolida ulteriormente col sorgere tra il XII e XIII secolo, dei primi organismi statali rumeni, i principati di valacchia e di Moldavia. La lingua rumena di conseguenza assume solo molto tardi forme scritte . Tracce di un medioevo rumeno si possono ritrovare solo nella poesia di tradizione orale conservata dal ricchissimo folclore della Romania i cui testi spesso latori di elementi arcaici contengono temi, tecniche compositive e categorie mentali confrontabili in parte con la tradizione letteraria d'occidente medievale. Particolarmente interessanti l'epica orale tradizionale e i canti rituali del solstizio invernale. Letteratura italiane delle ori gallo-romanze La diffusione della lirica trobadorica e i trovatori d'Italia Presenza un passaggio di trovatori occitani in Italia e la recezione attiva della loro poesia e la penisola sono già sporadicamente documentati ben prima della fine del XII secolo , quando troviamo il primo componimento in occitano scritto da un italiano : si tratta del sirventese anti trattini imperiali e filo- lombardo di Peire de la Cavarana, D'un serventes faire. Il componimento è sicuramente anteriore alla fine del 1100; la data di composizione andrebbe addirittura arretrata al 1157 quanto un esercito di Federico | Barbarossa attraversò il Brennero e occupo parte dell'Italia del nord ; In tal caso la studiosa Lejeune avanza l'ipotesi che l'autore possa essere identificato col misterioso vecchio lombardo preso in giro dal trovatore. Gli scambi poetici tra l'Italia e il sud della Francia si fecero però sempre più frequenti e incisivi a partire dall'inizio del 200 quando è seguito delle turbolente spesso tragiche vicende politico militari dell'occitania molti trovatori si videro indotti a emigrare là dove erano in grado di trovare migliore accoglienza nonché protezione e mecenatismo vale a dire nelle città e nelle corti signorine della pianura padana. Importanti furono i soggiorni prolungati di Raibainbaut de Vaquerias presso i Malaspina in Lunigiana EI Monferrato in Piemonte e di Aimeric de Peguilhan presso le medesime corti prima e poi presso gli estensi fino arrivare alla marca trevigiana. i primi due trovatori lasciare un segno importante duraturo come autori improprio tant'è che le cose migliori e le più innovative di Rainbaut furono composte proprio in Italia i suoi due componimenti poliglotti contengono i primi esempi di una lirica d'arte in italiano punto nel discorso dove ognuno delle complessive 5 koblas scritte in lingue romanze diversa, la seconda cobra è composta in italiano, un italiano non privo di calici smi grafico fonetici e lessicali ma nell'insieme ben caratterizzato da una patina dialettale di marca settentrionale. Nel contrasto invece il dialogo ovviamente fittizio di un suo componimento tra Rainbaut e una donna genovese si svolge distanze istanze sotto forma di un serrato botta e risposta bilingue , alternatamente in provenzale e in dialetto ligure. un terzo trovatore, Uc de Dant Circ, non so limit o esercitare il proprio mestiere di poeta mentre la presa anche un'opera di promozione e divulgazione della letteratura trobadorica sollecitata gli apprezzata dei suoi committenti i quali avevano tutto l'interesse a essere informati su una tradizione ormai secolare EA disporre di materiali di prima mano che consentisse loro di accostarsi con cognizione di causa ai prodotti di quella letteratura. Risultato fu cospicuo dal punto di vista storico documentario che da quello formativo e filologico. Ricordiamo il suo più antico canzoniere trobadorica il liber domini alberici. Ricordiamo anche la traduzione in volgare piemontese dell'alba Reis glorios di Giraut, fa riscontro la fioritura di una produzione lirica autonoma in lingua d’oc:l'emulazione in Italia settentrionale del modello d'oltralpe comporta infatti anche l'adozione tout court della lingua che dico il modello fu il veicolo prestigioso sicchè i trovatori d'Italia possono in realtà essere iscritti di diritto alla letteratura occitanica. Dal punto di vista artistico la produzione di molti poeti italiani filo trombadori ci può stare tranquillamente alla pari con gli esiti maggiori di tanti trovatori d'oltralpe: Lanfranci Cigala e Sordello da Goito. il primo poeta di grande finezza dignità formale che interpreta con varietà di accenti la linea leu del trobadorismo giungendo a Polemizzare anch'egli contro i sostenitori del poetare oscuro; sordello invece si trasferì ben presto dalla marca trevigiana alla Provenza di Carlo d'angiò al cui seguito tornò infine in Italia; E l'esempio più significativo di quanto un trovatore italiano potesse competere con i maestri provenzali nell'arte del trobar: il suo capolavoro e infatti il celebre sirventese in morte di un signore di Aups, Blacatz, scomparso nel 1236: i grandi sovrani europei sono esortati a mangiare il cuore del defunto per acquisirne le virtù e riscattarsi dalle loro manchevolezze +la vena caustica e la pungente ironia, l'equilibrio formale e la fitta trama di corrispondenza interna e lessicale metaforiche possono essere equiparati alla tecnica dei maestri occitani della critica politico- morale e dell'invettiva personale. La scuola siciliana e la lirica trobadorica Il primo movimento organico in Italia di lingua e cultura poetico italiana è costituito dalla cosiddetta scuola poetica siciliana fiorita alla Corte di Federico Il di svevia, Corte mobile e itineranti con epicentro e base istituzionale in Sicilia e in Italia meridionale con propaggini nei successivi quanto la sua eredità venne raccolta dei rimatori toscani emiliani punto allora volta i poeti siciliani sono eredi diretti della tradizione lirica dei trovatori occitani, quale si era attestate consolidata tra la fine del XII e l'inizio del XIII secolo. da questa tradizione i siciliani desumono oltre a tutto il repertorio di forme stilemi e termini chiave le linee portanti della concezione dell'amore e dell'ideologia cortese adattandole però al diverso contesto in cui operano: Les unitario stato federiciano. Da ciò alcune delle più macroscopiche differenze che caratterizzano le scelte poetiche dei siciliani rispetto ai loro modelli sono: la riduzione delle tematiche quasi esclusivamente a un unico tema quello amoroso è un trattamento più astratto analitico e intellettualistico di esso. Del resto il rapporto dei siciliani con la lirica dei loro predecessori occitani è immediato quasi esclusivamente dai libri e non dei contatti diretti: Federico Il tenne lontani i girovaghi trovatori occitani dalla sua Corte preferendo promuovere un nuovo tipo di poeta e soprattutto una nuova lingua poetica da contrapporre al provenzale punto tutto ciò spiega la drastica selezione di temi motivi e generi e spiega anche perché l'imitazione del modello trovadorica non si limiti nei poeti della magna curia, ai generici richie giamenti oa convenzionali riprese paradigmatiche e di repertorio ma giunga anche all'imitazione diretta e circostanziata di singoli testi o passi scelti. Il caso più celebre è quello del caposcuola, il notaio imperiale Giacomo da Lentini, attestato documentari amente negli anni 30 del 200. La sua canzone manifesto Madonna dire vi voglio codice Vaticano latino 3793 e una raffinatissima traduzione- adattamento di una canzone attribuita al trovatore falchetto di Marsiglia: la versione del notaro non è una traduzione letterale vengono ora messe ora aggiunte porzioni di testo sia perché l'andamento sintattico le scelte lessicali si discostano non di rado dal modello. L'inizio del componimento in cui pur restando il senso generale invariato quasi nulla si può dire, del dettato di falchetto Resta immune da cambiamenti decisivi: la sintassi ricondotta attraverso decise Scorcia ture e la trasformazione di costrutti particolarmente artificiosi ed elaborati in costrutti più semplici e lineari ha una maggiore asciuttezza e concisione e poi la stessa organizzazione concettuale del discorso con l'eliminazione di allusioni emblematiche simboliche o viceversa di elementi occasionali e contingenti come l'accenno patetico alla supplice insistenza dell'amante nel quadro di una maggiore generalizzazione e oggettivazione fenomenologica dell'amore; infatti l'orgoglio della donna si oppone ora non più all'unità dell'amante ma in assoluto allo stesso prodursi dell'amore. La modificazione più vistosa e gravida di conseguenze cui Giacomo sottopone il suo modello è però quello della metrica all'andatura uniforme lenta e compatta delle strofe di falchetto subentra il movimento sono date ed energiche di strofe autonomi, etero metriche, con fronte e sirma nettamente distinte e egualmente bipartite. La nuova struttura crea tutta una serie di nuovi rapporti e vincoli strutturali tra le parole con conseguente esaltazione del loro valore espressivo punto con tutto ciò la canzone siciliana non è neppure un libero rifacimento perché rispetta fedelmente le linee tematiche dell'ipo test occitano e facendo ricorso ad un serbatoio quanto è più affine possibile di scelte semantiche cerca persino di recuperarne il gusto per certi giochi formali->Si può quindi considerare il componimento siciliano a tutti gli effetti una traduzione poetica perché l'ha voluta e ricercata adesione al modello si combina con sottili trasposizioni di forma e senso che mirano a ricontestualizzare linguisticamente e ideologicamente il testo occitano nel nuovo quadro della cultura ricevente cioè quello Italo- federiciano. La diffusione del francese e la letteratura Franco- Italiana. Brunetto latini- Marco Polo Il francese lingua di ampia diffusione di considerevole prestigio culturale venne largamente utilizzato nelle scritture due- 300 esche prodotte in Italia settentrionale e in Toscana , sia per la redazione di adattamenti e di rifacimenti di storie britni e di avventure cavalleresche sia per la composizione di opere originarie di argomento storiografico e didascalico- enciclopedico. La scelta della lingua d’oil come strumento di espressione letteraria da parte di un autore italiano obbedisce a motivazioni insieme pratiche ed estetiche. Scrivere nell idioma d'oltralpe significa poter raggiungere un pubblico internazionale e diversificato che abbraccia tutti gli strati sociali laici, dai circoli elitari delle corti regali e signorili fino agli ‘ambienti mercanteschi e alla borghesia cittadina. Oltre ad essere la parlate più diffusa entro la Romania medievale il francese circolava come veicolo di scambio nei centri commerciali del Mediterraneo e veniva impiegato come strumento di comunicazione tra le diverse nazioni dell'impero latino d'oriente. Non è un caso se brunetto latini e Martino da Canal inseriscono nel prologo delle rispettive opere un'esplicita dichiarazione programmatica volta a spiegare le ragioni della loro scelta a scrivere in francese. È stato osservato che alla lingua francese veniva riconosciuto un carattere di universalità e demoticita analogo a quello rivestito dal latino pressi dotti a cui si aggiungeva il fascino di una tradizione letteraria illustre. Il 200 è un secolo di assimilazione ed elaborazione del patrimonio intellettuale: si assemblano libri compilativi che registrano e sistematizzano l'insieme delle conoscenze sull'uomo la natura e il mondo. Un universalismo ero Tito che favorisce la sintesi dei sapere dell'epoca incoraggiando la realizzazione di collettanei geografiche, raccolte di curiosità, veri e propri tesori di scienza che di norma trattano per sommi capi virgola che diventa quasi una formula tecnica usata per definire quel procedimento e poi quel genere letterario che mira a Sun teggiare quanto più è possibile dello scibile umano. Si costituisce così nel corso del 200 un'interessante corpus volgare: per esempio l’Image du Monde di Goussin de Metz. In questo filone si inserisce il già citato tresor del fiorentino brunetto latini. Questa somma venata di riflessioni etico- politiche è suddivisa in tre libri: il primo offre un sommario di storia sacra e profana seguito da un'esposizione di temi e questioni scientifiche come astronomia geografia zoologia; il secondo libro affronta i problemi della morale; ilterzo contiene un'esposizione delle arti sermocinali con uno speciale riguardo alle applicazioni del retorica nella vita pubblica delle realtà municipali italiani. Proprio quest'ultimo libro ha un'importanza particolare nell'organizzazione editoriale e nel disegno ideologico di brunetto sulla scorta dei precetti delle artes dictaminis, formalizzati nei manuali di retorica che riprendevano rimaneggiavano e glossa vano il pensiero e le opere delle autorità classiche; brunetto fonde la figura del rétore con la figura del rettore individuando nella retorica la scienza indispensabile a qualunque uomo di potere . All' ambito didattico e- dottrinale va ricondotto anche il milione l'acquisto usura primitiva in lingua d'oil è il frutto dell'incontro nelle carcere di Genova del viaggiatore veneziano Marco Polo e del pisano rustichello. Si
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