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La Transformazione del Branding: Da Comunicazione Unidirezionale a Ontobranding, Guide, Progetti e Ricerche di Brand Marketing

Brand managementComunicazione strategicaMarketing Digitale

La evoluzione del branding a partire dalla fine del '800 fino all'era digitale, identificando quattro fasi: accoglienza, diffusione, profusione e diluizione. Il libro esplora come le concezioni di marca si sono evolute, superando le vecchie concezioni di marketing e confrontandosi con la dinamica dei social, le forme di produzione culturale indipendenti e le strategie di autopresentazione. Anche il concetto di 'self branding' e 'ontobranding' nell'era dei social media.

Cosa imparerai

  • Come ha evolverso il concetto di marca attraverso i tempi?
  • Che cos'è 'self branding' e come si differenzia da altre forme di marketing?
  • Come i social media hanno influenzato il mondo del branding?

Tipologia: Guide, Progetti e Ricerche

2021/2022

Caricato il 15/02/2022

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diletta-sugoni-1 🇮🇹

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Scarica La Transformazione del Branding: Da Comunicazione Unidirezionale a Ontobranding e più Guide, Progetti e Ricerche in PDF di Brand Marketing solo su Docsity! La tesi di Nello Barile parte dall'idea che ci troviamo a vivere in un momento storico in cui il sistema delle marche deve adattarsi e confrontarsi con nuovi modi di fare esperienza del mondo (primi del ‘900 fino all’ondata digitale). L’evoluzione del brand system nell’interazione dinamica tra organizzazione, comunicazione e consumo attraversa 4 periodi: 1. Accoglienza: cultura del consumo e arte dello spettacolo, grande messa in scena delle merci 2. Diffusione: copy strategy come modello operativo che definisce le scelte strategiche di un'azione pubblicitaria 3. Profusione: star strategy come modello che affianca la marca ad una star, una persona 4. Diluizione: avvento del digitale e pubblicità non convenzionale Possiamo affermare che la vecchia visione di pubblicità era incentrata su una buona comunicazione che nasceva dall’azienda e che attraverso vari processi di “persuasione” tendeva a modificare le varie abitudini di consumo dei pubblici o comunque puntava a questo. Oggi non è più così. Questa visione che è sopravvissuta per molti anni, è totalmente cambiata per diversi motivi: dinamiche del mercato, innovazione tecnologica e della cultura del consumo, consumatori sempre più informati, abili, competenti MA soprattutto attivi e protagonisti. Arriva un momento in cui le strategie del branding superano i parametri chiusi delle aziende fino ad arrivare a trasformare la natura delle relazioni sociali, è qui il cambiamento. E quindi è facile capire che il valore della marca diventa altro. Il consumatore non è più visto come un banale bersaglio, ma come parte integrante della realtà aziendale e capace di produrre idee, generare valore o esaltare le caratteristiche di un prodotto/servizio. Questo libro indaga sulle varie concezioni della marca che nel corso degli anni attraversa diversi stadi: ad oggi è possibile parlare di un branding diffuso che va al di là delle vecchie concezioni del marketing e che deve confrontarsi con la dinamica dei social, con le forme “autonome” di produzione culturale (dalle sottoculture giovanili alla street culture), con le strategie di auto-presentazione. Ecco che si parla di pubbicità non convenzionale, proprio perchè c’è stata una perdita di potere da parte del marketing tradizionale, le persone non hanno più molta pazienza per la comunicazione unidirezionale che mira all’auto- incensamento. Uno degli aspetti più interessanti riguarda il “self branding”. Barile ci introduce il branding del sé nei social: la linea che divideva la star dalla persona comune viene a mancare, i social hanno portato a una sindrome auto-promozionale e esibizionista del sé, ognuno diventa il brand di se stesso, tutti possono rappresentarsi “marca” del proprio profilo. I social diventano una vetrina su cui esporre il nostro brand, ovvero noi. Tutto questo, ci dice Barile, preannuncia una forma avanzata di comunicazione ,ovvero, l'ontobranding: tutto ciò che esiste è in grado di comunicarsi da solo grazie a tecnologie di fusione tra reale e virtuale, come la realtà aumentata e il paradigma di Supranet.
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