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Programma di italiano di 5 superiore sui principali autori e correnti letterarie, Appunti di Italiano

nel file potrai trovare i più importanti autori con la loro vita e le loro opere spiegate. Si tratta di appunti discorsivi, utili ad affrontare l'esame di maturità. Oltre agli autori come Verga, D'Annunzio, Pascoli, Svevo, Pirandello e Ungaretti, troverai anche le principali correnti letterarie del tempo.

Tipologia: Appunti

2022/2023

In vendita dal 08/05/2023

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carlotta_l 🇮🇹

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Scarica Programma di italiano di 5 superiore sui principali autori e correnti letterarie e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! Programma italiano esame Teoria del Positivismo Filosofia della seconda metà dell'800 e deriva dall'illuminismo francese ed inglese. Si diffuse in Francia ed Inghilterra a partire dal 1830. Teorizzatore: Auguste Comte. Altri esponenti: John Stuart Mill, Charles Darwin. Herbert Spencer, Hippolyte Taine, Carlo Cattaneo, Roberto Ardigò. Positivismo: presenta fiducia in scienza e tecnica, visti come diffusione della cultura e risoluzione dei problemi dell'uomo. Teorie: 1. La conoscenza scientifica è l'unica possibile e la realtà è un gioco di forze regolate da leggi meccaniche. 2. Si rifiuta la religione e tutto ciò che non si basa su dati certi e verificati. La scienza permette di conoscere la realtà per dominarla e modificarla in funzione dell'uomo → da qui la fiducia del positivismo nella scienza. Nella prima metà dell'800 nasce il romanzo realistico moderno con Gustave Flaubert e la sua opera "Madame Bovary" (1857), che segna il passaggio dal Positivismo al Naturalismo Temi: metodo dell'Impersonalità, Betise, ovvero la “stupidità (povertà spirituale ed intellettuale propria della borghesia, falsa ed ingiusta→ la betise di Emma, la protagonista femminile, sta proprio nel riconoscere la stupidità della borghesia ma ne vuole fare parte), Bovarismo (non si accetta la realtà; creazione di una personalità fittizia con i sogni) Il testo trattato è “i sogni romantici di Emma”, con narratore non onnisciente Naturalismo Francese Corrente letteraria che si afferma in Francia nel 1870. Ha le basi nel positivismo, in particolare nel pensiero di Hippolyte Taine (principale esponente del naturalismo). I fenomeni spirituali delle persone e le loro azioni sono determinate da ambiente e società in cui vivono. Precursori: Romanzo realistico moderno, Gustave Flaubert (con Madame Bovary). Iniziatori: fratelli Edmond e Jules De Goncourt. La scuola naturalista nasce con la pubblicazione di "Germinie Lacerteux" (1865). Caposcuola: Emile Zola, giornalista e scrittore influenzato dai suoi precursori. 1° romanzo naturalista: "Thérèse Raquin" (basi scientifiche; 1867), Emile Zola. Ciclo di romanzi: "Les Rougon Macquart" (comprende tutti gli strati sociali del tempo; 1871-1893), Emile Zola. 1° romanzo del ciclo: "La fortuna dei Rougon", ma si ebbe successo con "L'Assommoir" (situazione di degrado tra gli operai parigini; 1877), Emile Zola. Manifesto collettivo: "Le serate di Médan" (1880). La letteratura è un documento umano perché fotografa la realtà così com'è → mezzo di critica e di riscatto sociale. Essa diventa impegnata a livello sociale, politico ed economico, e anche l'intellettuale che, con le sue opere, rappresenta la realtà degradata con lo scopo di migliorare la società fiducia nella scienza. Tecnica dell'impersonalità di Zola: metodo oggettivo ed impersonale, punto di vista dall'esterno verso l'interno. Testo: "L'alcol inonda Parigi" Il Naturalismo si sviluppa in Italia, a Milano, come "Verismo", con come principale esponente Giovanni Verga. Differenza con Naturalismo: punto di vista dall'interno verso l'esterno in modo da vedere la realtà con gli occhi dei personaggi del racconto (unica parte ripresa dal Positivismo), non c'è speranza nella scienza come fattore che possa migliorare la vita dell'uomo. La realtà non può essere cambiata critica al positivismo Verga: pessimismo Zola: progresso Testo: "Prefazione all'amante di Gramigna" (Impersonalità e regressione). Giovanni Verga Nasce a Catania nel 1840 da una famiglia di agiati proprietari terrieri. Compie studi irregolari e fin da giovane si dedica al lavoro letterario e al giornalismo politico. Nel 1865 si reca a Firenze; nel 1872 si trasferisce a Milano dove soggiorna per lunghi periodi (entra in contatto con gli scapigliati), alternati a ritorni in Sicilia, fino a quando, nel 1893 non tornerà definitivamente a Catania. Dopo il 1903 si chiude in un totale silenzio e le sue posizioni politiche diventano sempre più chiuse e conservatrici, schierandosi anche sulle posizioni dei nazionalisti. Abbandona anche la letteratura e si dedica alle proprietà agricole. Muore nel gennaio del 1922. Opere: I primi romanzi (gusto tardo-romantico e scapigliato): Storia di una capinera, Eva, Eros e Tigre reale Svolta verista: (Nedda: bozzetto che prelude al verismo: si parla della classe bassa ma ci sono ancora giudizi da parte del narratore. -Vita dei campi (raccolta di novelle) → "Fantasticheria", "Rosso Malpelo" -Il ciclo dei vinti (ciclo di 5 romanzi: I Malavoglia, Mastro-don Gesualdo, la duchessa de Leyra(abbozzato), L'onorevole Scipioni e L'uomo di lusso. Questi ultimi due non furono realizzati). Scritti per delineare un quadro generale della società moderna italiana, dai ceti popolari (I Malavoglia) a quelli borghesi (mastro don Gesualdo). -novelle rusticane → "La roba" -Per le vie I MALAVOGLIA: (lotta per l'esistenza della classe bassa) -storia di una famiglia di pescatori -ambientato nei primi anni dell'Unità d'Italia -scontro tra modernità e tradizione -scompare ogni idealizzazione del mondo degli umili -costruzione bipolare: onestà e lealtà dei Malavoglia contro avidità e cinismo dei paesani linguaggio popolareggiante con modi di dire e proverbi del dialetto siciliano Testi: Prefazione ai Malavoglia "I vinti e la fiumana del progresso", "I malavoglia e la dimensione economica" (presente tecnica dello straniamento). Gabriele d'Annunzio Nasce a Pescara da una famiglia borghese nel 1863. A soli 16 anni pubblica la sua prima raccolta di liriche (Primo Vere) nel 1879. A 18 anni si trasferisce a Roma dove frequenta salotti mondani, una volta lasciati gli studi universitari. Vive una vita di avventure e lussi, facendo del mondo un'opera d'arte (estetismo) Nel 1892 entra in contatto con le teorie di Nietzsche. Nel 1896 inizia la sua relazione con Eleonora Duse e si avvicina al mondo del teatro. Nel 1897 viene eletto deputato dell'estrema destra, ma già nel 1900 passa a quello di sinistra. Nel 1910, per sottrarsi ai creditori, fugge in Francia, continuando la sua attività letteraria, persino scrivendo opere teatrali in francese. Verso il 1915 si arruolò volontario durante la Prima guerra mondiale, compiendo imprese straordinarie, come il volo su Vienna. Nel 1919 invece, capeggia una marcia di volontari e instaura un breve dominio personale su Fiume. Diventa punto di riferimento del fascismo che però lo emargina, confinandolo nel 1921 nella villa di Gardone, "il Vittoriale degli italiani". Qua morirà nel 1938. Opere in prosa: Esordi: Terra Vergine → genere novellistico, modello Verga, temi decadenti I romanzi della fase dell'estetismo e della bontà: -Il piacere→ analisi psicologica approfondita, forti elementi simbolici. -Giovanni Episcopo -L'innocente I romanzi del superuomo: Trionfo della morte, Le vergini delle rocce, Il fuoco, Forse che si forse che no La prosa notturna: Leda senza cigno, Notturno, Le faville del maglio, Il libro segreto Opere in versi e teatro: Le prime raccolte: Primo Vere, Canto novo, intermezzo di rime, Isotteo, Chimera, Poema paradisiaco. Le Laudi raccolta di poesie in 5 libri → Maia(esaltazione mito della modernità), Elettra (componimenti di propaganda politica). Alcyone(componimenti sul senso panico della vita→ "La pioggia nel pineto", "Le stirpi canore"), Merope (componimenti sull'impresa di Libia), Asterope (poesie sulla prima guerra mondiale). Opere teatrali: Francesca da Rimini, La nave, La città morta, La figlia di lorio ecc. IL PIACERE: Narratore onnisciente, racconto in terza persona Primo romanzo scritto da d'Annunzio nel 1889 che parla della crisi dell'estetismo. Ha dei punti in comune con il romanzo "controcorrente" di Huysmans. Il protagonista è l'esteta Andrea Sperelli, ovvero il doppio dell'autore stesso. Vive secondo il principio di fare della sua vita un'opera d'arte, insegnato da suo padre. Finirà però per essere un vinto, diventando oggetto del gioco di Elena Muti (donna fatale) e di Maria Ferres (donna pura). Nei confronti di Andrea, d'Annunzio ha un atteggiamento critico, vuole creare un romanzo psicologico sul modello di Bourget, dando importanza ai processi interiori dei personaggi. Testi: "Un ritratto allo specchio: Andrea Sperelli ed Elena Muti", "Il ritratto di Andrea Sperelli", "II Verso è Tutto" Fa parte del "ciclo della rosa” con anche “il trionfo della morte" e “l’innocente” LE VERGINI DELLE ROCCE Romanzo più importante della fase del superuomo. Il protagonista è Claudio Cantelmo, il doppio di d'Annunzio. Anche lui un uomo debole e sconfitto, un vinto. Il romanzo è definito il "manifesto politico del superuomo", del 1895. Qui domina il senso di decadenza, disfacimento, malattia e morte, specialmente mentale → temi decadenti. Come Elena Muti qui è presente Violante, la donna fatale, con un Eros distruttivo, crudele e perverso. Le vergini delle rocce fa parte del "ciclo del giglio". Testi: "Il vento di barbarie della speculazione edilizia" LE LAUDI è l'immersione in un passato antico alla ricerca del vivere sublime, divino, all'insegna della forza e della bellezza, dove dare una summa delle diverse forme della vita e del mondo. Dopo, il protagonista si immerge nella realtà moderna, nelle metropoli industriali: il mito classico trasfigura questo presente, perché il passato modella su di sé il futuro da costruire. Il poeta arriva quindi ad inneggiare ad aspetti tipici della modernità come il capitale, la finanza internazionale, i capitani d'industria, le macchine, poiché queste realtà racchiudono in sé energie che possono essere individuate a fini eroici e imperiali, inneggia anche alle nuove masse operaie. Visione completamente ribaltata rispetto alle "Vergini delle rocce", dove aveva disprezzato invece questi aspetti della realtà stessa, per una visione aristocratica della vita. L'intellettuale-superuomo deve intervenire attivamente nella realtà, facendo rivivere la bellezza e l'eroismo del passato verso un nuovo Rinascimento, cancellando un presente uniforme. Ne fanno parte: Maia, Elettra, Alcyone, Merope e Asterope. Poetica e pensiero: -fase giovanile: ispirato a Carducci per la poesia e a Verga per le opere in prosa -poesie e raccolte ispirate: Primo Vere, Canto novo -in prosa: Terra Vergine, Il libro delle vergini, San Pantaleone (queste ultime due riunite nelle Novelle della Pescara del 1902). DIFFERENZE CON VERGA: hanno entrambi ambientazione rusticana ma: -d'Annunzio non usa la tecnica dell'impersonalità -per d'Annunzio la natura è vista nei suoi aspetti sensuali, rigogliosi e aspetti magici e superstiziosi, tutti motivi decadenti che si allontanano dalla visione prettamente verista di Verga. Il verismo con d'annunzio si ritrova solo esteriormente, analizzando le ambientazioni. -fase dell'estetismo: l'uomo vive una vita di avventure e lussi, facendo del mondo un'opera d'arte. l'esteta è colui che rifiuta la mediocrità borghese, rifugiandosi in un mondo di arte, che disprezza appunto la morale corrente borghese. Per l'esteta la bellezza diventa l'unico metro di giudizio della vita e la morale borghese, la quale vede solo il successo famigliare e negli affari, è vista come falsa, una morale che considera l'arte solo una merce. Si ritrova quindi l'amore per il bello, il culto della raffinatezza e l'identificazione della vita con l'arte (la vita è un'opera d'arte). -fase della bontà: fase di sperimentazione letteraria, ispirandosi soprattutto al romanzo russo di Dostoevskij e Lev Tolstoj per la produzione dell'Innocente del 1902. e' compreso anche il Poema paradisiaco del 1893. -fase del superuomo: ci si rifà all'oltreuomo di Nietzsche. Il superuomo è colui che si eleva al di sopra della massa, dominandola. Ha potuto elevarsi spiritualmente vivendo da esteta, andando al di là delle leggi del bene e del male. Ingloba la figura dell'esteta. Riesce a dominare la realtà attraverso la sua energia e aggressività. Il superuomo realizza sé stesso attraverso un vitalismo gioioso e libero dalla morale comune. Rifiuta l'altruismo e la pietà perché sarebbero maschere per nascondere l'incapacità dell'uomo di affermarsi. Il superuomo deve porsi come un vate, essere alla guida della nazione verso un destino imperiale e coloniale. Il potere deve essere in mano a una cerchia di superuomini, D'Annunzio rifiuta la democrazia, riconoscendo invece un' aristocrazia della politica. A differenza dell'esteta lui agisce → esteta non è in grado di sovrastare la massa borghese e per questo entra in crisi. -fase notturna: Vi compaiono il taglio autobiografico e uno stile più misurato; infatti queste prose sono pervase da ricordi d'infanzia, sensazioni passeggere, sfoghi dell'anima, da un'esplorazione della propria interiorità con inquietudine e perplessità, dal pensiero della morte. La prosa usa il frammento, cioè un procedere per libere associazioni, un fondere presente e passato, un mescolare il ricordo con la fantasia. Dannunzianesimo: fenomeno di costume di grande rilevanza tra fine 800 e inizio 900, perché Gabriele D'Annunzio è stato come un divo in quegli anni. Il grande merito di D'Annunzio giovane è quello di cogliere la crisi di identità del soggetto, avvertita negli ultimi anni del 1800 in seguito ai grandi cambiamenti sociali ed economici: l'avvento della grande industria e della società di massa, che tendevano ad indebolire l'io, e il venir meno di quella figura di uomo, che era stata mitica nella fase di ascesa dell'epoca borghese, cioè l'individuo dominatore del suo mondo e di quello circostante. In D'Annunzio c'è sempre la percezione che qualcosa di malato sia presente nella civiltà e questo lo spinge a interessarsi a ciò che è corrotto, sconfitto, debole. Infatti scrisse molte poesie celebrative ed artificiose in cui manifesta una capacità di comunione con la natura, che ha qualcosa di fresco e di autentico, e dove egli rivela un virtuosismo nell'uso della parola. Giovanni Pascoli Nasce a San Mauro di Romagna il 31 dicembre del 1855 da una famiglia della piccola borghesia rurale. Ricevette una formazione classica durante i suoi anni giovanili, II 10 agosto del 1867 suo padre viene ucciso, non scoprendo il colpevole e successivamente muoiono anche la madre, una sorella e due fratelli (famiglia numerosa: lui l'ultimo di 10 figli). Nel 1873 frequentò l'università di lettere a Bologna e negli stessi anni simpatizza per il socialismo. Inizia a partecipare al socialismo attivo, fino a quando non viene arrestato dopo una manifestazione, che lo porterà al distacco da questo socialismo "attivo" (Socialismo umanitario). Si laurea e inizia la sua carriera da insegnante, prima liceale e universitario. Dal 1895 soggiorna spesso a Castelvecchio del Barga con la sorella Mariù. Morirà a Bologna il 6 aprile del 1912. Opere in prosa: -il fanciullino: saggio di argomento letterario Opere: Romanzi -Una vita: romanzo psicologico; compare figura dell'inetto; si ritrova antagonismo tra lottatori e contemplatori nella lotta per la vita; la narrazione è in terza persona con focalizzazione interna→ "Le ali del gabbiano" -Senilità: attenzione rivolta alla psicologia dei personaggi; il protagonista è un intellettuale piccolo borghese escluso dalla società ed è malato di bovarismo; narrazione in terza persona con focalizzazione interna→ "Il ritratto dell'Inetto" -La coscienza di Zeno:Assume la forma di una confessione autobiografica a scopo terapeutico; i temi (prospettiva dell'autore è ambigua e problematica): inettitudine del protagonista, che è al tempo stesso una malattia (è debole, diverso) e salute (disponibilità al cambiamento, opportunità), Zeno rappresenta un campione di falsa coscienza borghese, ma anche uno strumento di straniamento e di conoscenza → "Il fumo", "La morte del padre" Opere minori: -racconti -il vegliardo (incompiuto) -commedie (teatro borghese) Poetica e pensiero: -Robusta cultura filosofica con Schopenhauer, dal quale desume che l'uomo non è libero; con Nietzsche, da cui poté trarre l'idea del soggetto non come salda unità, ma come una pluralità di stati in fluido divenire; con Darwin, prendendo in riferimento il pensiero sull'origine della specie, con la lotta per la vita. Trae da Darwin anche che i desideri e la nostra volontà sono illusori perché le azioni degli uomini dipendono dalla società in cui essi vivono e dalla loro classe di appartenenza, dal periodo storico e dall'ambiente. La classe di appartenenza in questo sarà fondamentale → Svevo criticherà molto la borghesia nei suoi testi. Con Marx, portandolo a simpatizzare con il socialismo; da questo pensiero marxista trasse la chiara percezione dei conflitti di classe. Svevo però preferì delle prospettive utopistiche. Con i grandi romanzieri realisti francesi dell'800 come Balzac, Flaubert e Stendhal. In particolare da Flaubert la rappresentazione della miseria del piccolo borghese. Bovarismo caratteristica degli eroi dei suoi primi due romanzi. Conoscenza dei romanzi naturalisti, soprattutto di Zola. Tale modello si ritrova nel romanzo "Una vita" per l'ambientazione minuziosa della banca. Influsso di Paul Bourget, con il romanzo psicologico; romanzieri russi come Dostoevskij e gli umoristi inglesi come Sterne, Dickens ed altri, grazie anche all'amico James Joyce → ispirazione che si ritrova nella coscienza di Zeno. Svevo è riuscito a cogliere alcuni dei problemi centrali della modernità e li ha rappresentati in forme narrative originali. "Una vita" e "Senilità" si concentrano sulla figura dell'inetto, già presente nella narrativa europea di fine secolo; è una figura in cui si manifesta il disgregarsi dell'identità maschile tradizionale in conseguenza dei grandi cambiamenti che si verificano alla fine dell'Ottocento, cioè l'affermarsi del capitale monopolistico e della società di massa. Svevo scrive romanzi che possono essere catalogati sotto l'etichetta del romanzo psicologico che è il tipo di romanzo che subentra al romanzo naturalistico; però, attraverso l'indagine delle strutture profonde della psiche, Svevo riesce ad arrivare a cogliere l'essenza stessa di un'epoca, cioè a fornirci il quadro di tutta una mentalità e di una cultura in un determinato momento storico: gli impulsi profondi, gli stereotipi culturali di questa età. Il romanzo La coscienza di Zeno (1923), a ben 25 anni da "Senilità", presenta una fisionomia ben diversa: l'inettitudine di Zeno non è un marchio di inferiorità, come nei suoi primi romanzi, ma una sorta di ambiguo privilegio, come Svevo stesso spiega in un abbozzo di saggio che non terminò;infatti Zeno è un abbozzo di uomo in divenire che si contrappone invece a coloro che hanno già raggiunto il culmine dell'evoluzione e sono passati e cristallizzati, necrotizzati in una forma definitiva. Ponendo al centro del romanzo Zeno, e in particolare modo la sua coscienza, Svevo riesce a mettere in crisi tutte le certezze che caratterizzavano il mondo borghese. Zeno è un personaggio problematico perché è negativo, bugiardo, mosso da impulsi aggressivi inconsci nei confronti di tutte le persone che lo circondano, però, al tempo stesso, è dotato di una visione particolarmente acuta e di un umorismo corrosivo in base ai quali riesce a rappresentare criticamente tutto il negativo della società borghese che lo circonda. L'evoluzione dell'atteggiamento di Svevo nei confronti della figura dell'inetto comporta una trasformazione profonda anche nell'impostazione narrativa. "Una vita" e "Senilità" sono romanzi di impianto vicino a quello naturalistico, in 3° persona, con un narratore esterno alla vicenda che interviene con i suoi giudizi, spesso taglienti e impietosi nei confronti delle manchevolezze dei suoi personaggi. "La Coscienza di Zeno" invece è in prima persona perché è mutata la visione del mondo da parte dell'autore; è Zeno che narra la sua vicenda, ma è un narratore inattendibile; infatti la stessa prefazione del romanzo, che è firmata dallo psicoanalista a cui è indirizzato il discorso di Zeno, fa presente le tante bugie e verità che sono contenute in questa sorta di memoriale che Zeno scrive per il suo psicoanalista. Ebbene, essendo filtrato tutto attraverso la prospettiva di Zeno, noi non siamo in grado di capire dove sia la verità e dove siano le bugie; in tal modo tutto il testo diventa ambiguo, aperto alle più diverse interpretazioni. Avanguardie e Futurismo Avanguardie: alternative per fondare un qualcosa di nuovo, rispetto al passato. Avanguardie in Europa: → Surrealismo: sfrutta le intuizioni della psicoanalisi e si affida all'inconscio, al sogno, agli stati ipnotici per arrivare alla sovrarealtà, l'autentica realtà contrapposta a quella delle abitudini quotidiane e contingenti. → Dadaismo: la poesia è gioco, per cui bisogna dissolvere i modi tradizionali di fare poesia. →Futurismo (in Italia): La poesia, secondo Marinetti, non può più essere espressione di sentimenti, né conformarsi alla linearità e alla chiarezza classiche, ma deve esprimere il dinamismo della nuova civiltà delle macchine, adattandosi ai ritmi della vita moderna ed eliminando attraverso la simultaneità ogni sensazione di stasi e di pausa. La tecnica letteraria corrispondente a questo tipo di poesia è quella delle parole in libertà: abolizione della punteggiatura,dei legami sintattici, dell'aggettivo e dell'avverbio, l'uso del verbo all'infinito, dell'onomatopea, dell'analogia, dei segni matematici; è una poetica che guarda alla storia ed agli eventi reali e l'io del poeta quasi non esiste. Un altro carattere del Futurismo era l'aspirazione a un'arte totale, alla convergenza delle arti, spesso compendio di scrittura e immagini, secondo una tendenza inaugurata dal poeta simbolista Mallarmé → "Bombardamento di Adrianopoli" → Espressionismo: Il linguaggio di questi poeti è violentemente espressivo, caratterizzato da crudo realismo e da visioni apocalittiche; angoscia, solitudine, paura e orrore della guerra, perdita di riferimenti sono i motivi ricorrenti. Il ritmo delle poesie è spezzato e vengono eliminati i nessi logico-sintattici. → Crepuscolarismo (in Italia): incapacità di dare un significato all'esistenza e ripiegamento intimistico su se stessi. L'atmosfera di regressione richiamava la luce incerta del crepuscolo. Gli stati d'animo sono la malinconia, l'impossibilità di amare, la malattia, il tedio. Gli ambienti e i temi rappresentano oggetti semplici e poveri, il grigiore della vita provinciale e borghese, luoghi silenziosi e tristi. Lessico umile, ma alternato a parole più colte, i versi sono liberi e il linguaggio si avvicina alla prosa. L'intellettuale non ha un rapporto attivo con la realtà e la società, ma incarna la figura dell'antieroe e dell'inetto, contrapposta al superuomo dannunziano. →Vociani (in Italia): impossibilità di interpretazioni oggettive della realtà (antipositivismo), centralità della morale e rifiuto dell'Estetismo dannunziano, autobiografismo (dettato dal bisogno di testimoniare l'umanità che è in ciascuno di noi), frammentarismo, per esprimere in pochi versi l'urgenza di una via d'uscita dal mondo della civiltà meccanizzata, scrittura dura e realistica. Futurismo: Marinetti dice che l'arte è azione cioè l'arte deve essere un gesto destinato ad incidere sulla realtà rivoluzionandola. Arte cambia la realtà Futurismo nasce a Parigi anche se il fondatore è italiano Il futurismo divenne poi anche un movimento politico e non solo letterario quando l'11 febbraio 1918 viene pubblicato il manifesto del partito popolare futurista. Idee che portava avanti: favorevole alla guerra, intesa come igiene del mondo perché la guerra portava trasformazione nella società. (Favorevoli alla guerra in Libia e 1 guerra mondiale). Guerra vista come punto di arrivo del dinamismo di una società che a sua volta può portare a cambiamenti della società stessa. I futuristi esaltano la guerra per sé stessa, una guerra che possa portare velocità. A livello politico: lotta all'analfabetismo, suffragio universale, parità fra uomo e donna e Parteciparono al listone con il quale Giolitti fece entrare i fascisti in parlamento Quando poi Mussolini diventa reazionario, i futuristi si staccano da lui, essendo loro laici. Erano legati al fascismo nel momento della nascita dei fasci di combattimento. Molti futuristi partecipano alla guerra mondiale( boccioni...) che si arruolarono agli arditi. Martinetti da primo studia legge poi si dedicherà alla letteratura perché moriranno un suo caro fratello e la madre. Futurismo si stacca dal fascismo però Martinetti entrerà nell'accademia(?) e alla repubblica di saló perché Martinetti abitava nel nord Italia e perché credeva che questa repubblica si rifacendo ai fasci di combattimento del 1919 Martinetti morirà a Bellagio sul lago di Como il 2 dicembre 1944. Luigi Pirandello Luigi Pirandello nacque il 28 giugno 1867 a Girgenti, da una famiglia di agiata condizione borghese e di tradizioni risorgimentali e garibaldine. Dopo gli studi liceali si iscrisse all'università di Palermo e poi alla facoltà di lettere dell'università di Roma. METATEATRO Pirandello sottolinea il conflitto tra autore e letteratura drammatica del tempo, tra autore e attori, l'impossibilità di comunicare, che nasce dal fatto che ognuno di noi ha una visione soggettiva che resta sconosciuta agli altri, per cui non possiamo mai riconoscerci nella visione che gli altri hanno di noi;dissolve il confine che separa realtà e finzione: i personaggi letterari sono più veri dei personaggi viventi, perché questi ultimi mutano continuamente,nel loro fluire, mentre il personaggio artistico ha veramente una vita propria, è sempre qualcuno; vi si affronta il conflitto vita-forma. Usato in sei personaggi in cerca d'autore, ciascuno a suo modo, questa sera si recita a soggetto, Enrico IV. Giuseppe Ungaretti Giuseppe Ungaretti nacque nel 1888 ad Alessandria d'Egitto da genitori di origine lucchese (il padre lavorava come sterratore all'apertura del canale di Suez). In Egitto frequentò scuole di lingua francese, studiò Baudelaire e il filosofo tedesco Nietzsche, lesse con passione Mallarmé e Leopardi. A ventiquattro anni si recò a Parigi per perfezionare gli studi alla Sorbona, dove seguì le lezioni del filosofo Henri Bergson. Frequentò ambienti intellettuali dell'Avanguardia, strinse amicizia con i poeti Apollinaire e Breton, e con artisti italiani come Papini, Soffici, Palazzeschi, Marinetti, Boccioni. Tornato in Italia allo scoppio della Prima guerra mondiale (luglio 1914), aderì al movimento interventista. All'entrata in guerra dell'Italia, il poeta fu chiamato alle armi e combatté in fanteria prima nella trincea del Carso, dove nacquero le liriche del Porto sepolto (1916); nella primavera del 1918 tornò in Francia. Dopo la guerra pubblicò la seconda raccolta di poesie Allegria di naufragi (1919) e nel 1920 sposò Jeanne Dupoix. Nel 1921 ritornò in Italia e aderì al fascismo, ottenendo un modesto impiego al Ministero degli Esteri. Nel 1931 uscì il volume L'Allegria, in cui confluirono le due precedenti raccolte liriche. Nel 1933 pubblicò la raccolta Sentimento del tempo. Nel 1936 si trasferì a San Paolo del Brasile per insegnare letteratura italiana all'università, dove gli morì il figlio Antonietto, di nove anni. L'entrata in guerra del Brasile al fianco degli anglo-americani lo costrinse nel 1942 al rientro in Italia, dove, nonostante la sua rottura col fascismo, gli venne offerta la cattedra di letteratura moderna e contemporanea all'università di Roma. Nel 1947 pubblicò la raccolta Il dolore. Nel 1966 stampò, presso Mondadori, l'edizione completa della sua opera poetica, Vita d'un uomo, che comprende anche le raccolte della poesia della vecchiaia: La terra promessa (1950), Un grido e paesaggi (1952), Il taccuino del vecchio (1960). Ungaretti morì a Milano nella notte fra il 1° e il 2 Giugno 1970. L'ALLEGRIA La raccolta è divisa in 70 liriche, suddivise nelle sezioni: Ultime, Il porto sepolto, Naufragi, Girovago, Prime. I temi sono la drammatica esperienza della guerra (Prima guerra mondiale), lo stato di sospensione tra la vita e la morte, l'angoscia della morte che incombe e il desiderio vitale di sentirsi in armonia con la natura, la scoperta di una possibile fraternità e solidarietà con gli altri uomini, la brama di infinito. L'orrore della morte lo portò ad un atteggiamento di rifiuto totale della guerra, a scoprire la precarietà umana, a diventare una creatura che soffre per l'umanità intera. Testi: "Il porto sepolto", "Veglia" Poetica e pensiero: La poesia è una forma di conoscenza e rivelazione della verità e il poeta è il depositario dei misteri dell'anima e ne dà testimonianza. La poesia serve a scavare nell'animo dell'intera comunità ed ha uno scopo di conoscenza. Come lo stesso Ungaretti dichiarò, fu la guerra a rivelargli il linguaggio poetico: doveva condensare le impressioni, perché non c'era tempo, doveva dire pochissime parole decise, assolute, solo quelle necessarie, per esprimere la riflessione sulla precarietà della vita, sulla sofferenza e sulla drammaticità della guerra. Si spiegano così la frantumazione del verso libero, la sinteticità del contenuto e l'estrema semplicità della parola. La poesia deve essere scarna ed essenziale, perché deve riportare alla luce quanto rimane sepolto nel profondo dell'anima e nell'abisso dell'inconscio. Sulla scia dei simbolisti francesi Ungaretti attribuisce alla parola pura il valore di un'improvvisa illuminazione, mentre la violenza della parola, carica di angoscia esistenziale, riconducono lo stile di Ungaretti all'Avanguardia espressionista. RITRATTO IN SINTESI Giuseppe Ungaretti è la più alta voce lirica del 1900 che si collega a Petrarca ed a Leopardi. Si può considerare il precursore dell'Ermetismo che verrà. Si può ritenere il modello, soprattutto per i giovani, di un tipo di poesia di massa che consente di esprimere i propri stati d'animo e i propri sentimenti. La sua è una poesia armonica, omogenea, che evita gli elementi dissonanti, epurata dal contatto con la realtà più materiale e concreta, e che tende ad andare oltre la storia; tuttavia non mancano riferimenti alla storia (Prima Guerra Mondiale), però la realtà di dolore e sofferenza, anche in questo caso, viene sublimata e trasferita su un piano di valori superiori, di valori assoluti. Ciò lo osserviamo nella raccolta L'allegria, punto di arrivo della poetica di Ungaretti. La novità è che alcuni di questi testi erano apparsi sulla rivista futurista Lacerba, ma nella redazione definitiva Ungaretti elimina ogni aspetto di tipo cronachistico, descrittivo per insistere su una parola che sia carica di significati profondi, divenendo espressione di un'unicità che la isola nel tempo e nello spazio, spesso la parola coincide con il verso. Nella raccolta L'allegria il poeta ha disarticolato la sintassi, riferendosi, in autonomia, al Futurismo, ma soprattutto ha raccolto l'eredità del Simbolismo francese, perché si esprime attraverso corrispondenze sempre più impreviste e lontane. Il suo procedimento analogico non solo ha messo in comunicazione "immagini senza fili", ma le ha concentrate sulla parola "scavata nel silenzio". Parole semplici e comuni, isolate in versi brevissimi, parole dotate di una forza evocatrice che ne dilata gli echi e i significati, fino alla risonanza cosmica di Mattina M'illumino/ d'immenso.
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